LA CONVENZIONE
EUROPEA DISCUTE FRA DUE VISIONI SUL FUTURO
La Convenzione europea, nominata per proporre la Carta
Costituzionale dell’Europa, ha iniziato i suoi lavori, come è
noto, il 28 febbraio 2002. Già prima di entrare nel merito dei singoli
assetti futuri, si stanno delineando due visioni e strategie sull’Unione.
Una delle visioni è di matrice inglese. Si assegnerebbe la
priorità all’allargamento, per discutere poi con i nuovi Stati i
contenuti della Costituzione, e non farli trovare di fronte agli assetti
già stabiliti. Secondo questa tesi, i lavori della Convenzione e la
Conferenza intergovernativa verrebbero prolungato a dopo le elezioni europee di
giugno 2004.
Vi sono però problemi sostanziali nelle idee presenti in Gran
Bretagna, innanzi tutto l’ostilità alla stessa essenza di una
Costituzione europea, che incorpori la politica estera e la sicurezza interna
nelle prerogative comunitarie. Si sa che in Gran Bretagna vi è una
tradizione costituzionale assai complessa, “Legge della
Costituzione”, che comprende una pluralità di testi, dalla Magna
Carta fino a tutte le successive pronunce parlamentari, giurisdizionali, reali,
che, con nuove figure, aggiornano continuamente il diritto. Sarebbe, per altro,
inapplicabile, secondo noi, un diverso sistema, se non incorporando le
novità pratiche e teoriche nella legge costituzionale del Regno Unito,
cosa che avviene automaticamente nel sistema britannico, quale particolare e
parte integrante di un’unica fonte di diritto, di un determinato pensiero
e prassi storica. Ma ciò avrebbe come conseguenza che l’intero
sistema europeo si troverebbe in qualche modo, a doversi uniformare al medesimo
ordine giuridico e costituzionale, così come già ipotizzammo, con
lo studio Filef (1995), sul diritto costituzionale in Europa, discutendosi
allora di Maastricht.
In prospettiva, e in tale ordine di cose, “his rebus
stantibus”, assumerebbe ulteriore coerenza la visione britannica, che
pone l’accento sul ruolo di “indirizzo politico” e
“funzione di mero Esecutivo” del Consiglio Europeo, ridimensionato
nella prospettiva. Anche la Commissione sarebbe, logicamente,
“ridimensionata” a un “mero Segretariato del
Consiglio”.
Per altro, le diffidenze circa l’attuale ruolo della
Commissione, da un lato burocratico e dall'altro accentratore della Commissione
e di Bruxelles, sono condivise anche dai Paesi candidati.
Una seconda visione vedrebbe la trasformazione dei Trattati in
Costituzione (cioè, l’Unione di Stati-Nazione). E secondo noi, la
tesi britannica meglio si inserisce, come continuità logica e fattuale,
nell’evoluzione del diritto europeo, a partire da quello romano, al
diritto comune, con i suoi due rami, di rilievo costituzionale e tradizionale,
di sistemi “analogico” (britannico) e “prescrittivo”
(italo-germanico).
(Gaetano
Volpe)
EUROPA – CONTROLLO UNIFICATO DELLE FRONTIERE MARITTIME
I ministri degli Interni e della Giustizia dei 15 Stati membri
dell’Unione Europea hanno deciso a Lussemburgo (25 Aprile) che è
necessaria una soluzione comune per il controllo delle navi dei clandestini.
Essi hanno stabilito un incarico per la Commissione per preparare uno
“studio di fattibilità”, entro febbraio 2003, di progetti di
controllo unificato delle frontiere marittime. Promotrici dell’iniziativa
sono state la Spagna e l’Italia, le cui frontiere sono state le
più soggette al problema del traffico clandestino.
L’impegno a ampliare a tutta l’Europa il controllo del
mare si è affiancato a un altro studio, che è stato affidato
all’Italia, per il controllo delle future frontiere esterne
dell’Unione allargata. Lo studio sarà presentato a Roma il 29 e 30
maggio 2002. Intanto la Commissione ha dato una informazione concernente il
passaggio dei confini, i meccanismi di cooperazione, le pattuglie congiunte, i
costi e i caratteri della eventuale guardia di frontiera europea.
I ministri europei hanno anche approvato una direttiva che
stabilisce gli standards minimi di accoglienza per i richiedenti asilo, insieme
con una dichiarazione contro il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia.
LA FILEF PARTNER DELLA CGIL-BILDUNGSWERK PER IL PROGETTO
“LEONARDO”
Dopo i buoni risultati ottenuti con la precedente collaborazione
(novembre 2001-febbraio 2002), la FILEF è di nuovo partner della CGIL-Bildungswerk
di Francoforte per lo svolgimento del progetto “Movimento 2”
nell’ambito del programma di azione comunitaria in materia di formazione
professionale “Leonardo da Vinci”.
Obiettivo dell’azione è quello di promuovere le
abilità e le competenze, in particolare dei giovani, nella formazione
professionale iniziale a tutti i livelli, ricorrendo tra l’altro alla
formazione professionale e all’apprendistato integrati dal lavoro al fine
di promuovere l’occupazione e di facilitare l’inserimento professionale
ed il reinserimento nel mondo del lavoro. Il programma mira, inoltre, ad
agevolare la formazione transnazionale dei giovani europei, attraverso il
confronto con modelli culturali, comunicativi e organizzativi differenti da
quelli del paese di provenienza. In tal senso la FILEF gestisce scambi per
giovani sia in entrata verso l’Italia che in uscita verso diversi Paesi
europei.
I partecipanti al secondo gruppo del progetto
“Movimento”, sono stati selezionati dal centro di formazione
CGIL-Bildungswerk di Francoforte sul Meno, partner tedesco della FILEF per
questo programma di scambi, ed usufruiscono di una borsa di studio da parte
dell’Unione Europea tramite la Zentrale Arbeitsvermittlungstelle (Z.A.V.
– FFM) del Ministero del Lavoro tedesco.
I borsisti, dopo aver partecipato ad un corso di quattro settimane
sul tema della lingua e cultura italiana, teso a facilitare e a sostenere
l’inserimento degli allievi in una realtà del tutto nuova, oltre
che ad illuminare alcuni momenti della nostra storia, con particolare
riferimento alla Roma antica e alla classicità, effettuano uno stage
della durata di tre mesi.
Tra le aziende ed istituzioni che hanno accolto gli stagisti del
progetto “Movimento”, vogliamo citare l’Università
degli studi di Roma “La Sapienza” e l’Ufficio “Speciale
Casa” del Comune di Roma.
(XPI)
IMMIGRATI: LA FILEF DI REGGIO EMILIA ORGANIZZA UNA GRANDE INIZIATIVA
CULTURALE E SPORTIVA
La Filef provinciale di Reggio Emilia anche per il 2002 si propone
di organizzare a Rubiera il torneo di giochi sportivi denominato
“Dall’Africa all’Asia in riva al Secchia” con la
partecipazione di oltre 150 atleti che si affronteranno gareggiando nel calcio,
nel cricket e nella pallavolo. A questa grande iniziativa culturale e sportiva
parteciperanno atleti immigrati di diverse etnie (Ghana, Sri Lanka, Pakistan,
Guinea, India, Magreb). Per questa manifestazione il Comune di Rubiera
metterà a disposizione degli organizzatori uno spazio dove svolgere le
competizioni sportive. Le gare avranno inizio alle ore 9,30 e termineranno alle
ore 18 del giorno 22 luglio.
PARLAMENTARI ITALIANI A CONFRONTO A NEW YORK SULLA COSTRUZIONE DELLA
NUOVA EUROPA
Nella giornata del 29 aprile il Forum degli Italiani nel Mondo di
New York, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New
York, ha organizzato un dibattito con l’On. Folena e il Sen. Brutti per i
DS-Ulivo, l’On. Bartolozzi (Europarlamentare) e il Sen. Pessina di Forza
Italia, sulla costruzione della nuova Europa e sul ruolo dell’Italia in
questo processo.
L’iniziativa ha riscontrato molto successo, sia in termini
puramente numerici e di pubblico, sia in termini di grande partecipazione al
dibattito.
La discussione è stata moderata dall’inviato de La
Nazione, Il Giorno e il Resto del Carlino, Giampaolo Pioli.
Una discussione di alto livello sul futuro dell’architettura
istituzionale europea, pur nella notevole diversità di opinioni emerse
fra centro-destra e centro-sinistra, le quali ricalcano le due grandi tendenze
presenti in Europa fra i fautori di un maggiore ruolo degli Stati e coloro,
come le forze di centro-sinistra europee, che propugnano un processo di tipo
federalista. Il dibattito è stato di grande livello senza mai cadere
nella polemica e spesso con toni di accordo, soprattutto sul ruolo che gli
italiani all’estero possono svolgere in questo processo. Apprezzamenti da
tutti gli intervenuti sono anche arrivati nei confronti del presidente della
Commissione Romano Prodi. Al termine dell’incontro c’è stata
una cena organizzata dal Forum presso il ristorante italiano di “ultima
generazione” Serafina Downtown, a cui hanno partecipato i membri del
Forum, gli speaker e alcuni ospiti, fra i quali anche il Professor Giovanni
Consolo e alcuni giornalisti, come Andrea Mantineo, Direttore di America Oggi.
A nome del Forum di New York, ringrazio il direttore
dell’Istituto di Cultura Paolo Riani per aver accettato l’offerta
di collaborazione per una iniziativa congiunta.
(Gianluca Galletto)
VOTO ALL’ESTERO – ARTICOLO PER ARTICOLO I PROBLEMI DEL
REGOLAMENTO
Nell’applicazione della legge 459/2002 non sono pochi i
problemi che il Regolamento, previsto nell’articolo 26, dovrà
precisare. Ne possiamo elencare almeno quelli essenziali, e non sono pochi, in
una legge lacunosa come quella sul voto all’estero.
Il primo articolo reca che i cittadini italiani residenti
all’estero, iscritti nelle liste elettorali, votano nella Circoscrizione
“Estero”, come dispone il successivo articolo 5, con cui si
dà mandato al Governo di “unificare” i dati
dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e degli
schedari consolari, e ottenere un “elenco aggiornato”, finalizzato
“alla predisposizione delle liste elettorali”, ripartite per
territorio (art. 6).
Per fare ciò bisogna cominciare a aggiornare le anagrafi. Un
inevitabile punto di partenza si è rivelato detto aggiornamento.
E’ approdato alla Camera dei deputati, il 2 maggio, un DDL, già
votato al Senato, che prevede l’assunzione di 350 “contrattisti
locali” per “bonificare” nei Consolati le schede delle
anagrafi. Come ha dichiarato il responsabile della Direzione Italiani
all’Estero della Farnesina, Carlo Marsili, il DDL prevede uno
stanziamento di 13,9 milioni di euro (27 miliardi vecchie lire) per assumere i
contrattisti per un anno e acquistare le attrezzature occorrenti.
L’aggiornamento dell’anagrafe rimane una operazione complessa. Lo
stanziamento oggi proposto è solo un primo passo. Per l’intera
operazione si parla di circa 51,6 milioni di euro, e la somma dovrà
essere inserita nella Finanziaria 2003. E’ già stabilito che gli
aggiornamenti richiesti confluiscano nel “Regolamento di attuazione della
legge 459, articolo 26”. Si discute anche di un lavoro collegato al
“primo censimento” degli italiani all’estero, che avrà
luogo il 21 marzo 2003. Sono universalmente giudicati solo come indicativi i
dati, finora disponibili, degli italiani residenti all’estero, in totale
3.999.356, dei quali in Europa 2.236.424, in America Settentrionale e Centrale
377.515, in America Meridionale 1.172.131, in Africa 66.308, in Oceania
124.000. Gli “elettori” sarebbero, in totale, 3.342.440 per la
Camera (al 21° anno di età) e 2.991.652 per il Senato (40 anni).
Pare anche superfluo ricordare che non basterebbe estrapolare dagli elenchi
“purificati” coloro che hanno 21 o 40 anni. Qui si discute,
infatti, non di semplici maggiorenni, ma di elettori. La nozione di elettore ci
è data dall’articolo 48 della Costituzione che recita che
“sono elettori i cittadini che hanno raggiunto la maggiore
età” e che possono trovarsi esclusi cittadini “per
incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile”
e, inoltre, per “i casi di indegnità morale indicati dalla
legge”. Deve desumersi che non è eludibile il rapporto con i
Comuni, depositari delle liste degli elettori.
Va qui notato che ha, certamente, valore affettivo, culturale,
etnografico, sapere che quasi 60 milioni di persone di varia nazionalità
hanno un antenato di origine italiana, così come non varrebbe sapere in
Inghilterra che decine di milioni di americani discendono dalle isole del Regno
Unito odierno. Va da sé che la legge parla di cittadinanza
giuridicamente stabilita.
Il Regolamento, di cui si discute, dovrà indicare anche le
unità territoriali (Comuni, Circondari, Province, ecc.) delle
ripartizioni della Circoscrizione Estero, inserita di recente nella Carta
Costituzionale, all’articolo 48, e cioè le ripartizioni a)
“Europa”, compresi i territori asiatici della Federazione Russa e della Turchia, b) “America
Meridionale”, c) “America Settentrionale e Centrale”, d)
“Africa, Asia, Oceania e Antartide” (art. 6, legge 459/2001).
Fra gli organi di emanazione italiana vi sono, in primo luogo, i
Consolati, e quelli sociali, ausiliari e elettivi, come i Comitati degli
Italiani all’Estero. Anzi può e deve presumersi che, grazie alla
loro giurisdizione e fascia sociale di consenso, potranno temperarsi, nel
Regolamento, i vincoli costituzionali (voto personale e eguale, libero e
segreto), perché sia ridotto il più possibile il voto per
corrispondenza ai soli di necessità pratica o funzionale, e non si
incorra, in tal modo, alla più macroscopica stortura, incostituzionale.
Non vi è, infatti, il voto segreto, in cabina, per le elezioni del
Parlamento Europeo?
Infatti, se il comma 2, art. 1, Legge 495/2001, stabilisse che gli
elettori votano per corrispondenza, il sistema generale di circoscrizioni
così vaste, di cui all’art. 6, inedite nel diritto internazionale,
non può escludere il voto in cabine, specie nell’Unione Europea,
con l’invio successivo dei plichi, regolati dall’art. 14, al Centro
Circoscrizionale e quindi all’Ufficio Centrale (art. 15), per le
operazioni successive (artt. 16, 17, 18). In tal modo, la procedura mista, non
esclusa, a termini di rigorosa interpretazione, permetterebbe anche la
corrispondenza del complesso delle operazioni a quanto enuncia l’art. 19,
lettera A), che vuole si svolgano in condizioni di eguaglianza, libertà
e segretezza, sì da reintrodurre il requisito di voto
“eguale” che è richiesto dall’art. 48 della Costituzione.
Il voto per iscritto è escluso, per altro, per coloro che optano di
votare in Italia (art. 21).
Occorre che il Regolamento, senza forzature (impossibili) della
legge, completi tutte le dizioni riguardanti le anagrafi con il termine di
“elettori”, così come già indicato, a esempio,
nell’art. 23. (G.V.)
CLANDESTINI: GIUDIZIO DEFINITIVO DELLA CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale, modificando anche i recenti orientamenti
del Governo, ha posto la parola “fine” alla questione dei
clandestini, con una ordinanza N. 146, del 3 maggio 2002. L’ordinanza
recita che “L’espulsione ‘automatica’ è
legittima se l’irregolarità della presenza dello straniero
è accertata. Quando ci sono i presupposti di legge, il prefetto deve
necessariamente disporre che l’immigrato lasci il territorio dello
Stato”. Nessun rinvio, pertanto, a un giudizio del magistrato, come anche
l’attuale Governo aveva ritenuto, e anche proposto con un recente
decreto-legge.
Con l’ordinanza 146 la Corte costituzionale ha dichiarato la
manifesta infondatezza della questione di legittimità del secondo comma
dell’articolo 13 del Testo unico sull’immigrazione, in relazione
agli articoli 2, 3 e 35 della Costituzione. Il problema era stato sollevato dal
Tribunale di Vicenza che lamentava una violazione dei diritti di solidarietà
ed eguaglianza, visto che l’espulsione automatica non consentirebbe
all’autorità di prendere in considerazione situazioni che
potrebbero legittimare la presenza dell’immigrato nel Paese. La risposta
della Corte è stata decisa: “Quello che il giudice rimettente
chiama automatismo espulsivo altro non è che un riflesso del principio
di stretta legalità che permea l’intera disciplina
dell’immigrazione e che costituisce anche per gli stranieri presidio
ineliminabile dei loro diritti, consentendo di scongiurare possibili arbitri
dell’autorità amministrativa”.
L’articolo 13 del Testo Unico (Legge Napolitano) N. 286, del
25 luglio 1998, concerne la espulsione amministrativa e ne affida
l’esecuzione al prefetto, al comma 2, lettere a), b), c).
Vedasi anche “Emigrazione Notizie” n. 43, 2 dicembre
1998, che riporta il Testo Unico, integralmente.
BUSH RITIRA GLI USA DAL TRATTATO DI ROMA SULL’ICC
L’amministrazione Bush ha deciso di rinunciare formalmente ad
aderire al Trattato di Roma del 1998, che
prevede l’istituzione di un Tribunale Penale Internazionale, che venne
sottoscritto dall'allora presidente Bill Clinton ma che non è mai stato
sottoposto al Senato per la ratifica.
E ora il governo americano ha deciso di annunciare una
serie di misure che in pratica significano un simbolico ritiro della firma dal
Trattato. “Pensiamo che sia stato un errore averlo firmato”, ha
detto un funzionario dell'amministrazione. Mentre, John R. Bolton,
Sottosegretario di Stato, ha ribadito in una lettere a Kofi Annan, come per gli
Stati Uniti non derivino obblighi legali da quella firma posta nel mese di
dicembre del 2000.
Questa rinuncia
costituisce un rifiuto decisivo, da parte della presidenza Bush, del concetto
di una Corte permanente concepita per giudicare i colpevoli di genocidio,
crimini contro la umanità e crimini di guerra, Corte che,
nell’entourage di Bush, è ritenuta difettosa nella sua
elaborazione, ma soprattutto pericolosa per la politica estera statunitense a
causa del fatto che essa presuppone la rinuncia di parte della sovranità
nazionale, a vantaggio di un procuratore internazionale.
Il Governo Bush era
già pronto a questa decisione, funzionari dell’amministrazione
hanno addirittura dichiarato come firmare il trattato di Roma fosse stato un
grave errore, ma ne ha ritardato l’esecuzione per motivi strumentali,
dovuti essenzialmente agli attentati del’11 settembre scorso. Gli Usa
ritengono, infatti, che tale Corte potrebbe avere effetti disastrosi, in quanto
esporrebbe i militari americani, operanti in territorio straniero, a processi malintenzionati
e “capricciosi”.
Tale rinuncia
significa anche che gli Stati Uniti non riconosceranno la giurisdizione della
Corte e non si sottometteranno a nessuno dei suoi ordini. Inoltre,
simultaneamente l’amministrazione Bush dichiarerà che il proprio Pease
non sarà vincolato dalla Convenzione di Vienna del 23 maggio 1969 sul
“Diritto dei Trattati”; il cui articolo 18 stabilisce che gli Stati
firmatari non possono compiere atti suscettibili di privare un trattato del suo
oggetto e del suo scopo, anche se questo non sia stato ancora ratificato.
Così come per il Trattato di Roma (“Corte Penale
Internazionale”), gli Usa hanno firmato, ma non ratificato la Convenzione
di Vienna.
Questo rifiuto va
ad aggiungersi a tutta una serie di punti di frizione tra gli Stati Uniti e
gran parte del mondo, specialmente l’Europa, che critica la tendenza
dell’amministrazione Bush di venire meno alle proprie obbligazioni
internazionali.
Nonostante la forte
opposizione degli Stati Uniti, la Corte Penale Internazionale diventerà
operativa il prossimo anno a L’Aia. Ad aprile, erano già
più di sessanta (minimo previsto per dare validità al Trattato) i
Paesi firmatari, e la Corte eserciterà le sue funzioni sui crimini
commessi a partire dal primo luglio di quest’anno.
Sarà il
primo organo giudiziario internazionale dalla creazione della Corte
Internazionale di Giustizia nel 1945 destinata a risolvere le controversie fra
Stati. Fino ad oggi gli individui colpevoli di crimini di guerra erano stati
giudicati da tribunali ad hoc.
La maggior parte delle nazioni democratiche e tutti i Paesi
dell’UE, ad eccezione della Grecia che è in procinto di farlo,
hanno ratificato il trattato insieme a Canada, Nuova Zelanda e vari Paesi
africani. Israele ha firmato ma non ratificato, così come la Russia,
mentre India, Pakistan e Cina non hanno né firmato, né
ratificato.
Cristiano Marcellino
TRATTATO SVIZZERA-UE: IL CGIE SOLLECITA IL GOVERNO PER UNA SOLUZIONE
IN MATERIA DI SICUREZZA SOCIALE
Franco Narducci, Segretario generale del Cgie e Dino Nardi,
Presidente della II Commissione tematica del Cgie hanno scritto, in data 22
aprile scorso, la seguente lettera al Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi in materia di sicurezza sociale per i nostri connazionali in
Svizzera:
“Il 1° giugno 2002 entreranno in vigore gli accordi
bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea e con essi l’accordo
sulla libera circolazione delle persone, che disciplina l’ingresso e il
soggiorno sia dei cittadini degli Stati membri dell’UE in Svizzera sia
degli Svizzeri nell’UE.
Il trattato sulla libera circolazione delle persone avrà
ripercussioni negative per i nostri connazionali in Svizzera, così come
per gli ex emigrati e i lavoratori frontalieri che quotidianamente attraversano
la frontiera per svolgere un’attività lavorativa nella
Confederazione, contribuendo in tal modo decisivamente al benessere dei comuni
italiani della fascia di confine.
Con l’entrata in vigore del trattato summenzionato
decadrà l’attuale convenzione bilaterale italo-svizzera in materia
di sicurezza sociale e gli emigrati più anziani, prossimi
all’età pensionabile, non potranno più trasferire la loro
contribuzione previdenziale dall’Ente elvetico all’INPS, per
l’ottenimento di una prestazione pensionistica di anzianità
italiana, possibile, invece, con la vigente normativa.
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, al pari di
altri soggetti, ha sollecitato ripetutamente una soluzione per le persone
interessate dallo stravolgimento normativo e in data 16 marzo 2002 ci eravamo
rivolti ad Ella, Signor Presidente, rappresentandole dettagliatamente questo
problema.
Allo stato attuale, sono in corso due iniziative legislative
sostanzialmente identiche – quella dell’On.le Giorgetti, Presidente
della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione alla Camera, e quella
dell’On.le Pizzinato ed altri -, per cui riteniamo che se si procedesse
all’unificazione dei due disegni di Legge si guadagnerebbe tempo.
Purtroppo il tempo disponibile è limitato, per cui, volendo
dare soluzione al problema, il Governo dovrebbe procedere con un Decreto Legge.
Un percorso ipotizzato del resto dallo stesso Ministro per gli italiani nel
mondo – l’On.le Mirko Tremaglia – che alla pari del Ministro
del Lavoro e delle politiche sociali sta seguendo da tempo gli sviluppi di
questa situazione penalizzante per tanti cittadini italiani, che con il loro
lavoro e le loro rimesse hanno contribuito, e contribuiscono tuttora, alla
crescita economica della nostra Nazione.
Signor Presidente, in attesa di un Suo cortese cenno di risposta Le
formuliamo auguri di buon lavoro e Le inviamo saluti di viva
cordialità”.
BIRMANIA: AUNG SAN SUU KYI LIBERA? – DICHIARAZIONE DI MARINA
SERENI (DS)
“La notizia dell’imminente liberazione di Aung San Suu
Kyi, leader democratica della Birmania, è fonte di speranza e di
ottimismo”. Lo afferma Marina Sereni, responsabile Esteri dei Democratici
di Sinistra.
“La leader birmana è agli arresti domiciliari da due
anni e guida una lotta coraggiosa contro la dittatura militare che nel
’90 annullò i risultati di libere elezioni. Speriamo che
l’annuncio, di fonte governativa, non venga smentito e possa
rappresentare un primo atto di un cammino che porti alla liberazione dei molti
prigionieri politici, alla fine delle violazioni dei diritti umani e al
ristabilimento delle libertà democratiche.
La fine degli arresti per il premio Nobel per la pace –
conclude Marina Sereni – rappresenterebbe un primo risultato della
pressione della comunità internazionale e di chi ha continuato a
sostenere il movimento democratico della Birmania”.
ROMA 21-28 GIUGNO: FESTIVAL EUROPEO SCRITTORI MIGRANTI
Si terrà a Roma dal 21 al 28 giugno prossimi il Primo
Festival Europeo degli Scrittori Migranti. E’ organizzato per iniziativa
del Goethe Institut, dell’Istituto di Cultura Svizzero, di quello
Austriaco e di quello Francese, con il Comune di Roma e
l’Università degli Studi “La Sapienza”. IL 25 giugno,
alle ore 11, nell’Aula I di Lettere, il prof. Alexian Santino Spinelli,
dell’Università di Trieste, terrà una lezione e un concerto
su “Incontro con la cultura e la musica romani”. Santino Spinelli
è il primo Rom a diventare docente in una università italiana e
per insegnare la propria civiltà.
USA – PROGETTO CUOMO:
L’ITALIANO NELLE SCUOLE SUPERIORI ACCORDO CON TREMAGLIA
Ha avuto un importante successo l’iniziativa patrocinata dal
Ministro per gli Italiani nel Mondo e proposta dalla Signora Matilda Raffa
Cuomo, consorte dell’ex Governatore di New York e grande amica
dell’Italia, rivolta alla realizzazione di un “Programma di
Collegamento Avanzato (AP Program)” che consentirà agli studenti
delle scuole superiori degli U.S.A. di sostenere un esame di lingua italiana
utile ai fini dell’ottenimento di crediti presso le Università
americane. Tale progetto coinvolgerà circa 500 scuole in almeno 50 Stati
del Paese ed estenderà finalmente l’insegnamento della lingua e
della cultura italiana a livello curriculare nella scuola americana
(attualmente limitato al francese, spagnolo e tedesco); il che sarà di
essenziale importanza anche in vista delle ricadute economiche e turistiche,
oltre che politiche e di immagine internazionale, che ciò
comporterà.
Sul costo per la preparazione del personale docente, pari a 500.000
U.S. Dollari, le organizzazioni americane hanno assicurato la messa a
disposizione di 200.000 U.S. Dollari. I rimanenti 300.000 sono stati assegnati
dal Governo italiano attraverso il Ministero degli Affari Esteri per completare
questa importante operazione culturale che rappresenterà un vero e
proprio salto di qualità e un modello esemplare per l'inserimento della
nostra lingua nei sistemi scolastici stranieri.
Per celebrare questo importante avvenimento che fa onore, oltre che
al Governo italiano, a chi lo ha concepito e programmato nel Paese ed in
particolare alla instancabile Signora Cuomo nella sua qualità di
Presidente del Comitato di Programmazione Strategica, le Associazioni locali
interessate intendono organizzare una grande manifestazione che
contribuirà a consolidare i rapporti fra i due Paesi e a far crescere,
insieme alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero,
il prestigio e l’immagine del nostro Paese.
La Signora Cuomo ha indirizzato un messaggio di caloroso
ringraziamento al Ministro Tremaglia per il suo autorevole interessamento, nel
quale dichiara il suo “orgoglio di essere italiana” e ribadisce che
“l’importante risultato ora raggiunto sottolinea la tenuta dei
valori e delle tradizioni culturali dell’Italia di cui, insieme al
marito, si sente particolarmente fiera”.
INTERROGAZIONI DI PITTELLA SU: ISTRUZIONE DEI FIGLI DEI MIGRANTI E
TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI FRONTALIERI
L’On. Gianni Pittella ha presentato due interrogazioni alla
Commissione riguardanti una l’istruzione dei figli dei lavoratori migranti
e l’altra la tutela dei diritti dei lavoratori transfrontalieri. Nella
prima si mette in evidenza che all’interno del diritto comunitario esiste
una direttiva, la 486/77, relativa alla formazione scolastica dei figli dei
lavoratori migranti che risulta largamente disattesa dagli Stati membri. Tale
direttiva prevedeva in particolare la promozione dell’insegnamento della
lingua madre e della cultura del paese d’origine. Peraltro, in un recente
programma d’azione della Commissione si ribadisce la necessità di
favorire la mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione
europea nonché la creazione di veri e propri mercati del lavoro europei.
Questo fatto pone sotto nuove prospettive le problematiche legate alla
migrazione tra gli Stati membri. A questo proposito l’on. Pittella chiede
alla Commissione se essa intenda realmente occuparsi di tali tematiche e se
intenda rilanciare, alla luce della realtà attuale, i contenuti della
direttiva 486/77.
Nella seconda interrogazione Pittella chiede alla Commissione quali
strumenti voglia proporre per tutelare i diritti dei lavoratori
transfrontalieri, considerando la peculiarità di questi ultimi. Si
tratta di affrontare, infatti, tematiche quali il rinnovo automatico del
permesso di lavoro, l’equa impostazione fiscale, la garanzia
dell’assistenza finanziaria e il riconoscimento dei titoli di studio
conseguiti.
LA UE PROMUOVE LA COOPERAZIONE ITALIA-SVIZZERA
L’Unione europea, nell’ambito dell’iniziativa
comunitaria Interreg III, ha concesso un aiuto di 25,6 milioni di euro
all’Italia per rafforzare la cooperazione con la Svizzera. Si tratta
della promozione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell’economia
nella zona transfrontaliera, per quello che riguarda in particolare lo sviluppo
congiunto delle zone rurali, dei sistemi produttivi e dei settori legati al
turismo e alla tutela del patrimonio naturale e culturale. Dà notizia
dell’esistenza di questa opportunità l’On. Gianni Pittella
europarlamentare e responsabile dei Democratici di Sinistra per gli italiani
all’estero.
MESSAGGIO DI FASSINO A 20 ANNI DALL’ASSASSINIO DI PIO LA TORRE
“Credo che è importante ricordare oggi
l’assassinio di Pio La Torre, deputato della Repubblica e segretario
regionale del PCI in Sicilia, e di Rosario di Salvo, suo autista e collaboratore,
massacrati dalla mafia il 30 aprile di venti anni fa. Non solo perché
– come fosse ieri – è ancora vivo in tutti noi lo sdegno e
l’emozione per quell’orrendo agguato ad un compagno amato e
insostituibile, ma anche perché con quell’assassinio la mafia
colpiva direttamente un simbolo del riscatto della Sicilia”.
Lo afferma il Segretario dei Ds, Piero Fassino.
“Pio La Torre – continua Fassino – amava e
conosceva profondamente la sua terra, e proprio per questo sapeva legare il
forte sostegno alla necessaria azione di contrasto alla mafia – portata
avanti da magistrati e corpi di polizia, ai quali non deve mai venire meno o
diminuire la solidarietà della società civile e la stretta
cooperazione di tutto lo Stato – con un’ipotesi di sviluppo
alternativo, liberato dall’opprimente presenza della criminalità
organizzata. Come si è poi visto dall’efficacia della legge che ha
preso il suo nome, si trattava di un’intuizione feconda, che Pio era
capace di far vivere e crescere stabilendo ampie alleanze con forze e uomini
sani”.
“Per questo è stato ucciso e per questo il modo
più efficace e giusto per ricordarlo è proseguire la sua riflessione, riprendere le sue
intuizioni e arricchendole con proposte per l’oggi e il domani.
Perché costruire – conclude Fassino – una Sicilia libera
dall’ipoteca della mafia e dunque pienamente parte di un progetto di
sviluppo volto al futuro è insieme un interesse nazionale, ma anche il
miglior omaggio alla sua memoria”.
TRAGEDIA DI MARCINELLE: A SILVIO DI LUZIO L’ONORIFICENZA
Grazie all’interessamento del Ministro per gli Italiani nel
Mondo, On. Mirko Tremaglia, la Presidenza della Repubblica ha conferito
l’Onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana
al Signor Silvio Di Luzio. Un riconoscimento doveroso ad uno dei soccorritori
che nella tragica mattina dell’8 agosto 1956 si calarono nella miniera di
Marcinelle per tentare di portare in salvo le vite dei minatori rimasti
intrappolati nel crollo. In quella tragedia, persero la vita ben 274 minatori, di
questi 136 erano italiani.
Silvio Di Luzio, nato a Torricella Peligna, in provincia di Chieti,
ha cominciato a lavorare nella miniera di Marcinelle nel 1946. Nel 1953
è entrato a far parte delle squadre di salvataggio. In quei terribili
giorni della tragedia, più volte è sceso nella miniera riuscendo
a portare in salvo tre suoi compagni e per 45 giorni ha continuato a calarsi
tra le fiamme per recuperare le salme.
“L’eroismo di cui ha dato prova nei tragici momenti
della sciagura mineraria del Bois du Cazier – si legge nella motivazione
del conferimento dell’Onorificenza - costituisce un esempio concreto di valore, fedeltà e
abnegazione che onora e innalza il prestigio dell’Italia all’estero”.
CRESCERE CON L’EUROPA: UN PREMIO PER 35 STUDENTI TOSCANI
Nella solenne cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio
in Firenze giovedì 9 maggio ha avuto luogo la premiazione del concorso
“I giovani e l’Europa”, promosso dall’Associazione
italiana dei Consigli dei Comuni e delle Regioni d’Europa (AICCRE), dal
Movimento federalista europeo, dalla Gioventù federalista europea e
dall’Associazione europea degli insegnanti. I 35 ragazzi risultati
vincitori -–provenienti dalle scuole superiori delle province di Arezzo,
Firenze, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia e Prato – potranno
partecipare al primo seminario di formazione federalista e europeista
“Luciano Bolis”, che si terrà presso la tenuta di San
Rossore (Pisa) dal 21 al 27 luglio. Si tratta di una iniziativa unica nel suo
genere, che consentirà agli studenti toscani di affrontare le principali
questioni dell’integrazione europea e di confrontarsi, su questi temi,
con i loro coetanei delle altre regioni italiane e europee.
Presenti alla cerimonia di premiazione dei 35 vincitori oltre
trecento studenti che insieme hanno celebrato anche la giornata
dell’Europa, che si festeggia proprio il 9 maggio.
“Trovo davvero felice questa iniziativa – commenta
l’assessore regionale alla cultura, Mariella Zoppi. Saldare in un
abbraccio virtuoso mondo della scuola ed Europa è il modo migliore per
far crescere nei giovani il senso di appartenenza alla più larga
comunità europea e per dare più forza alle stesse istituzioni
comunitarie”.
ELETTA LA NUOVA SEGRETERIA DELLA CGIL NAZIONALE
La CGIL ha il suo nuovo organismo esecutivo: la segreteria
confederale. L’ha eletta a stragrande maggioranza il Comitato direttivo
della confederazione riunito a Roma per varare la sua proposta in merito alle
politiche del lavoro e, per l’appunto, per eleggere il nuovo organismo
che affiancherà il leader della Cgil, Sergio Cofferati.
La novità della segreteria nazionale della Cgil è
l’innalzamento della presenza femminile che ha raggiunto le cinque
unità: accanto alle riconferme di Betty Leone e di Carla Cantone, sono
state elette Marigia Maulucci, già coordinatrice presso il centro
confederale del dipartimento politiche contrattuali, Morena Piccinini,
segretaria generale della Camera del Lavoro di Modena e Paola Agnello Modica,
proveniente, come segretaria nazionale, dall’esperienza di direzione della
Funzione Pubblica-Cgil.
Tutti riconfermati i segretari confederali uscenti: Carlo Ghezzi,
Giuseppe Casadio, Paolo Nerozzi e Giampaolo Patta.
Scontata la rielezione di Guglielmo Epifani, vice segretario
generale della Cgil e candidato alla successione di Cofferati.
Nelle prossime settimane, l’organismo esecutivo della Cgil
– che nella sua nuova configurazione risulta perciò composta da 11
membri – procederà all’assegnazione degli incarichi in base
alle aeree di intervento su cui si dispiegherà l’azione e
l’attività della Cgil.
Il XIV Congresso nazionale della maggiore confederazione sindacale
italiana, celebrato nel febbraio scorso a Rimini, aveva già eletto il
segretario generale riconfermando il leader uscente Sergio Cofferati che
guiderà la Cgil fino al termine del suo mandato.
IMMIGRAZIONE: CGIL-CISL-UIL VICENZA SCIOPERO PROVINCIALE (15
MAGGIO) CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
Il 16 aprile 2002 l’Italia si è fermata per tutta la
giornata per esprimere la propria determinata opposizione alle scelte del
governo Berlusconi sui temi del lavoro, della previdenza, del fisco, della
scuola e della sanità.
Tutti i lavoratori dipendenti, italiani e non, si stanno battendo su
queste questioni perché sono convinti che in gioco ci siano soprattutto
il rispetto della loro dignità di persone e la difesa di quei diritti
sindacali e di cittadinanza che sono stati conquistati con tanta fatica e che
trovano fondamento nella nostra Carta Costituzionale. In tema di immigrazione
il governo punta a fare approvare in parlamento una legge (promossa dai
ministri Bossi e Fini) che in teoria si propone di eliminare
l’immigrazione clandestina e di fronteggiare il “pericolo
d’invasione”, ma che in realtà produrrà il sicuro
effetto di rendere più precaria ed incerta la condizione dei migranti
regolari che lavorano in Italia (per esempio perché diventerà
più difficile il ricongiungimento familiare e perché ci vorranno
6 anni di permanenza per ricevere la carta di soggiorno) e conseguentemente
favorirà il fenomeno della clandestinità.
CGIL CISL UIL vicentine da un lato condividono la necessità
di regolare il fenomeno migratorio ed in particolare di affrontare seriamente
il problema dell’immigrazione clandestina, dall’altro però
si oppongono ad una legge che attacca dei diritti fondamentali di questi lavoratori
e di queste persone. Se, come vogliono i promotori della legge, il permesso di
soggiorno venisse trasformato in contratto di soggiorno, il lavoratore migrante
diventerebbe totalmente dipendente del datore di lavoro, in quanto rischierebbe
di essere cacciato dal nostro paese nel caso perdesse l’impiego e non si
rioccupasse nel giro di 6 mesi. Questo dimostra in modo nettissimo come la
difesa dei diritti e della dignità dei migranti sia legata alla difesa
dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori dipendenti.
Per queste ragioni CGIL CISL UIL di VICENZA, provincia ad elevata
percentuale di lavoratori migranti, hanno proclamato 8 ORE DI
SCIOPERO dei lavoratori dipendenti migranti in tutta la provincia per il 15
maggio 2002 e stanno organizzando una manifestazione con corteo che
partirà dalla Questura alle ore 9.00 e si concluderà in Piazza
dei Signori verso le ore 11.30.
CGIL CISL UIL di Vicenza indicono questa straordinaria forma di
lotta affinchè le istituzioni e le associazioni imprenditoriali
comprendano quanto sia importante e determinante per l’economia vicentina
il contributo dei lavoratori immigrati.
Non c’è nessuna intenzione di separare le giuste
rivendicazioni dei lavoratori migranti dalla battaglia più generale sui
diritti che l’insieme dei lavoratori stanno portando avanti in questi
mesi.
A tal fine CGIL CISL UIL, unitamente alle RSU, stanno indicendo
assemblee in tutti i luoghi di lavoro per illustrare i motivi della protesta e
per articolare lo sciopero di tutti i lavoratori secondo le modalità che
le RSU di ogni azienda o ente riterranno più opportune per consentire la
partecipazione alla manifestazione.
Le Segreterie Provinciali di CGIL CISL UIL di Vicenza
LETTERA DI PITTELLA A BERLUSCONI E TREMAGLIA SULLA DOPPIA
CITTADINANZA IN GERMANIA
L’on. Gianni Pittella europarlamentare dei DS, ha inviato una
lettera in data 2 maggio all’on. Silvio Berlusconi, Ministro degli Affari
Esteri e all’On. Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel Mondo per
sollecitare un loro intervento al fine di consentire ai nostri connazionali in
Germania e aspiranti alla cittadinanza tedesca di poterla avere conservando
quella italiana.
Questo il testo della lettera:
Onorevole Presidente, Onorevole Ministro, tra il nostro Governo e il
Governo Tedesco è in atto un confronto per risolvere il problema della
“doppia cittadinanza”.
Come è a Voi noto, il problema della obbligatoria rinuncia
alla nazionalità italiana, in caso di acquisizione della
nazionalità tedesca è legato alla applicazione della Convenzione del
Consiglio d’Europa del 1963 e al suo secondo emendamento.
La Germania ha, nel 2002, denunciato la Convenzione di Strasburgo
sulla doppia nazionalità e allo stesso tempo ratificato quella del 1997
che consente il mantenimento della nazionalità di altro Paese europeo
oltre quella del Paese d’origine.
La Germania ha, nel 2000, adottato la nuova Legge sulla
Cittadinanza, che permette ai non tedeschi l’acquisizione della
nazionalità tedesca dopo otto anni di residenza in Germania.
La nuova Legge consente il mantenimento della doppia cittadinanza ai
cittadini dei paesi europei applicando però il principio della
reciprocità. Dunque la Germania consente la doppia cittadinanza, se
l’Italia fa lo stesso con i tedeschi.
Pare che la situazione italiana sia difficoltata
dall’esistenza di Decreti applicativi in tema di cittadinanza del
Ministero dell’Interno che risalgono all’applicazione in Italia
della Convenzione del 1963.
Da informazioni raccolte ho saputo che sono in corso riunioni di
lavoro interministeriali per cancellare i suddetti decreti o modificarli per
rendere possibile la reciprocità e dunque permettere ai nostri cittadini
residenti in Germania e aspiranti alla cittadinanza tedesca di poterla avere
conservando quella italiana.
Desidero sollecitare il Vostro intervento perché tali
adempimenti vengano effettuati e conclusi al più presto.
Molti cordiali saluti, On. Gianni Pittella – Roma, 2 maggio
2002”.
SPI-CGIL: TAVOLA ROTONDA SULLE FONDAZIONI BANCARIE
Il Sindacato Pensionati Italiani della Cgil organizza per
mercoledì 15 maggio alle ore 9.30, presso il Centro Congressi Frentani
(Via dei Frentani, 4/a, Roma) una
tavola rotonda sulla Controriforma del Ministro Tremonti “Sotto il cielo
delle Fondazioni bancarie”.
Partecipano: on. Vincenzo Visco, avv. Giuseppe Guzzetti, presidente
Fondazione Cariplo, Marcello Messori, economista, Massimo Riva, giornalista,
Sergio Cofferati, segretario generale Cgil, Raffaele Minelli, segretario
generale Spi Cgil, Marcello Tocco, segretario generale Fisac Cgil.
Coordina: Nicoletta Rocchi, segretaria nazionale Spi Cgil.
L’avvocato Massimiliano Catapano illustrerà gli aspetti
giuridici della riforma delle fondazioni.
APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE PER IL CENSIMENTO DEI RESIDENTI
ALL’ESTERO
Il 9 maggio, la
Camera dei deputati ha discusso il disegno di legge, già approvato dal
Senato: “Disposizioni per il completamento e l'aggiornamento dei dati per
la rilevazione dei cittadini italiani residenti all'estero e modifiche alla
legge 27 ottobre 1988, n. 470”.
Il Vice-Presidente
della Camera Clemente Mastella dopo aver avvertito l’Aula del parere
favorevole espresso sul testo del provvedimento dalla V Commissione (Bilancio),
è passato all’esame dei quattro articoli che compongono il disegno
di legge, ed alla successiva votazione degli stessi, poiché per
accelerare i tempi dibattimentali e consentirne una rapida approvazione, i
deputati hanno rinunciato ad intervenire per le dichiarazioni di voto sul
complesso del provvedimento. Così, il testo è stato approvato con
344 voti favorevoli, 1 astenuto ed 1 voto contrario.
Il provvedimento, oltre a disciplinare dettagliatamente la prossima
creazione dell’anagrafe unica, frutto della fusione dei dati
dell’AIRE e delle schede consolari (attualmente ai 4 milioni registrati
dalle anagrafi consolari si contrappongono i 2 milioni e 800 mila iscritti
negli elenchi dell'Aire), predispone il rafforzamento delle rappresentanze
diplomatiche e degli uffici consolari, attraverso l’assunzione di
impiegati temporanei, assunzione per cui è stata autorizzata, per l'anno
2002, la spesa di oltre 14 milioni di euro. Sono stati, inoltre, stanziati
circa 2 milioni di euro per l’acquisizione di beni e servizi informatici,
che dovrebbero snellire ed accelerare la raccolta ed il riordino delle
informazioni da e per le sedi consolari.
(CM)
RAI: VERSO UNA SOLUZIONE DEL “CASO CANADA”?
Finalmente, il Presidente della RAI, Prof. Antonio Baldassarre
è stato interessato al “caso Canada”. Lo ha fatto, in
maniera schietta, la Senatrice Marisa Ferretti Barth che è intervenuta
presso le massime cariche dello Stato italiano per chiedere di risolvere
l’illogica situazione che vede il Canada, come l’unico Paese al
mondo dove ancora non è possibile vedere la RAI.
E’ un problema che dura da anni, ma è la prima volta
che un organo del governo canadese scende in campo per difendere una legittima
richiesta proveniente dalla collettività italiana.
Da due anni, Comites e Cgie, chiedono a Rai-International un
intervento deciso, per rimuovere gli ostacoli alla libera ricezione del segnale
della RAI in Canada.
Da due anni chiediamo che la RAI presenti alla CRTC (Canadian
Radio-Television and Telecommunications Commission) una licenza di tipo
“Foreign Services”, che le consentirebbe di trasmettere
direttamente 24/24 i programmi italiani.
Da due anni diciamo che la RAI dovrebbe trovare un emissario in
Canada e non trattare attraverso RAI-Corporation New York, responsabile in gran
parte della attuale situazione.
Rai-Canada, il prodotto degli accordi tra RAI-International, tramite
Rai-Corporation New York e Corus Canada, non ha mai preso il via. E questo lo
avevamo già previsto.
Di fatto, chi vuole vedere la RAI, può farlo abbonandosi
negli S.U.
Solo che, in questi giorni, la Corte Suprema del Canada ha
confermato che è illegale ricevere i programmi televisivi via satellite,
diffusi da fornitori americani e ha ricordato le sanzioni amministrative e
penali previste per i trasgressori.
Quindi, le centinaia di migliaia di famiglie italiane che vivono in
Canada, per mantenere aperta una finestra sull’Italia, rischiano le gravi
sanzioni previste dalla legge. Mentre assistiamo che altre comunità (tra
cui quella tedesca, cinese, ecc.) ricevono regolarmente e legalmente i
programmi dai loro Paesi. Qualcuno disse che “Italia e Canada sono paesi
cugini”. E’ il momento di provarlo con i fatti.
Mi domando, se non vi siano già i presupposti necessari a
motivare un intervento del Governo italiano presso il Governo canadese per
rimuovere questa grave discriminazione nei confronti degli italiani in Canada.
Mi domando, se non sia giunta l’ora per la RAI di chiedere
alla CRTC una licenza del tipo “Foreign Services” per trasmettere
24/24 i programmi italiani.
Forse si sottovaluta il significato politico delle 38.000 firme,
raccolte in Canada a favore di detta soluzione e dell’intervento della
Senatrice Marisa Ferretti Barth.
O forse alla RAI non interessa il peso politico che queste forze
possono avere sulla CRTC e sulla decisione di accogliere una sua auspicabile
richiesta.
Spero che il Direttore Massimo Magliaro, al quale faccio le mie
congratulazioni per il nuovo incarico, trovi il tempo di occuparsi del
“Caso Canada” e dare maggiore ascolto agli italiani che in Canada
ci vivono.
MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI DOMENICA 12 MAGGIO
Un’edizione straordinaria della Marcia della pace
Perugia-Assisi si è svolta domenica 12 maggio 2002. Una iniziativa
straordinaria, sottolineano gli organizzatori della Tavola della Pace, per un
Medio Oriente avvolto da quasi due anni in una terrificante spirale di odio e
di violenza. Ed ora è guerra aperta. Un impressionante fiume di sangue
scorre sotto i nostri occhi alimentando rappresaglie e vendette. Il peggio che
tutti dicevano di voler scongiurare è arrivato. Ma al peggio non
c’è limite. Lo deve porre la comunità internazionale, lo
deve porre l’Europa, lo dobbiamo porre noi. E’ una nostra
responsabilità. Per questo abbiamo deciso di promuovere una edizione
straordinaria della Marcia per la pace Perugia-Assisi.
COMMISSIONE CONTINENTALE DEL CGIE PER I PAESI ANGLOFONI
(SYDNEY 6-8 MAGGIO 2002)
La
Commissione Continentale CGIE dei Paesi Anglofoni extraeuropei, riunita a
Sydney nei giorni 6, 7 e 8 maggio, ha approvato 4 ordini del giorno di cui di
seguito riportiamo i testi.
I
- ORDINE DEL GIORNO SULL’ANAGRAFE
La
Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema
della realizzazione, del completamento ed aggiornamento dell’anagrafe
unica,
RITIENE
indispensabile la realizzazione dell’anagrafe unica degli italiani
all’estero come strumento di comprensione e conoscenza della
realtà degli italiani nel mondo oltre che come strumento tecnico in
vista dell’esercizio in loco del diritto di voto e di altri importanti
obiettivi di collegamento tra Italia ed italiani nel mondo, e pertanto
CHIEDE
-
che si avvii una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alle
comunità italiane nel mondo al fine di perseguire sia l’obiettivo
di bonificare i dati attualmente censiti sia l’obiettivo della iscrizione
all’anagrafe di connazionali non censiti;
-
che la rete consolare venga rafforzata e dotata di idonee risorse atte alla
gestione del personale per la realizzazione dell’anagrafe ed alla
verifica di tutte le procedure amministrative che l’iscrizione
all’anagrafe comporta;
-
che il Governo solleciti il Parlamento affinché approvi con la massima
urgenza il disegno di legge per l’assunzione del personale a contratto
destinato alle operazioni di completamento ed aggiornamento
dell’anagrafe.
II
– ORDINE DEL GIORNO SULL’INFORMAZIONE RAI
La
Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema
dell’informazione radiotelevisiva,
RILEVATO
che anche per gli scarsi mezzi finanziari persistono carenze dell’informazione
televisiva destinata alle comunità italiane all’estero e, in
alcune aree, problemi legati sia ai palinsesti che alla distribuzione dei
programmi di Rai International,
CHIEDE
-
che si rispettino gli impegni assunti da Rai International in rapporto ai
palinsesti per l’Oceania ed il Sud Africa;
-
che si superino gli ostacoli relativi alla distribuzione integrale del segnale
Rai in Canada;
-
che il Governo prenda definitivamente atto della necessità di dotare Rai
International di adeguate risorse per assolvere sia il compito istituzionale di
informare le comunità italiane all’estero che quello di canale
multiculturale internazionale;
CHIEDE
altresì
-
che si proceda in tutti i modi necessari a realizzare una corretta informazione
di ritorno ed a promuovere l’immagine dell’italianità nel
mondo.
III – ORDINE DEL GIORNO SULLA DIFFUSIONE DELLA LINGUA E DELLA
CULTURA ITALIANE E GLI ENTI GESTORI DEI CORSI
La
Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema
della diffusione di lingua e cultura italiane nell’ambito della
discussione sullo stato di realizzazione dei Piani Paese,
premesso
che
RITIENE
urgente la riforma della legge 153/71 e successive modificazioni, nella
direzione indicata dai Piani Paese, tale cioè da garantire
diversificazione di strumenti e di obiettivi in linea con la conoscenza e la
comprensione delle diverse realtà delle comunità italiane nel
mondo;
RITIENE
ancora insufficienti gli sforzi relativi alla semplificazione e snellimento
delle procedure amministrative per l’erogazione dei contributi agli enti
gestori;
RITIENE
indispensabile garantire il contributo delle comunità italiane nel
mondo, attraverso i Comites ed il CGIE, alla realizzazione di una riforma di
cui siano condivisi obiettivi, principi ispiratori e strumenti di realizzazione
della politica culturale e linguistica dello Stato italiano all’estero;
CHIEDE
-
di essere messa in condizione di contribuire realmente, nell’ambito delle
prerogative attribuite dalle leggi istitutive di Comites e CGIE, alla
identificazione degli obiettivi di riforma per la diffusione di lingua e
cultura italiane nel mondo;
-
che vengano definitivamente superati tutti gli ostacoli per una procedura di
erogazione dei contributi agli enti gestori che sia efficiente e garantisca sia
il rispetto degli impegni assunti dagli enti sia la funzionalità dei
corsi;
- che venga rafforzata la rete consolare
nell’ambito delle competenze degli uffici scolastici e delle direzioni
didattiche.
IV – ORDINE DEL GIORNO SUI NUOVI FLUSSI
MIGRATORI NEL CONTESTO INTERNAZIONALE
La
Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema
dei nuovi flussi migratori nel contesto internazionale, sentite le relazioni
degli esperti provenienti dai Paesi componenti l’area,
PREMESSO
CHE:
-
le problematiche
relative ai richiedenti asilo ed alla protezione umanitaria stanno assumendo
particolare rilievo nel mondo,
-
tanto nei Paesi
dell’area anglofona quanto in Italia e nei Paesi dell’Unione
Europea le nuove migrazioni rappresentano una dimensione della mondializzazione
con la quale confrontarsi ed alla quale dare riposte politiche, sociali ed
umanitarie,
-
i Paesi
dell’Unione Europea ed i Paesi dell’area anglofona, tra cui
l’Australia, sono diventati punto di arrivo di consistenti flussi
migratori e fra tali flussi figura un crescente numero di persone provenienti
da situazioni che prevedono l’applicazione della Convenzione di Ginevra
per la protezione dei diritti umani e in particolare del “diritto
d’asilo”,
-
nei Paesi
dell’Unione Europea e in alcuni Paesi dell’area anglofona sono
ancora carenti le normative organiche che consentano di affrontare
adeguatamente gli aspetti dell’accoglienza e dell’integrazione
connessi a questo fenomeno migratorio,
CONSIDERA PRIORITARIO
PROMUOVERE
i valori della solidarietà a sostegno di un intervento umanitario che si
fondi sulla protezione e tutela dei diritti umani e della condizione di
“richiedente asilo”;
ADOPERARSI affinché venga
eliminata qualsiasi forma di detenzione dei richiedenti asilo e vengano
garantiti i diritti sanciti dagli accordi internazionali e dalle norme del
vivere civile;
INDIVIDUARE
le migliori forme di collaborazione per dare le risposte più idonee alla
esigenza di tutela e protezione in presenza di una situazione di vera e propria
emergenza migratoria, in particolare nelle aree in cui sono più intensi
gli arrivi ed in tal senso auspica un maggiore e fattivo scambio di
informazioni ed esperienze tra i Paesi dell’area anglofona e
l’Unione Europea;
CONSENTIRE
agli organismi Internazionali di assolvere il compito di mediazione, di
controllo e monitoraggio del rispetto degli impegni contenuti nei trattati e
nelle Convenzioni internazionali firmate dai Paesi in questione;
ESERCITARE
pressioni per adeguare le normative nazionali agli standard internazionali in
maniera equa, efficace, solidale e sostenibile;
SVILUPPARE
il dibattito e azioni coordinate tese a garantire il rispetto dei diritti
umani;
RAFFORZARE
il ruolo e le risorse degli organismi internazionali (UNHCR, OIM);
LANCIARE
una campagna d’informazione presso le comunità dei Paesi
dell’area tesa a promuovere i principi ispiratori e i contenuti dei
trattati e Convenzioni internazionali, i valori della solidarietà, in
particolare la comprensione del senso della definizione di
“profugo” nel contesto internazionale odierno;
SOLLECITARE
i Governi a promuovere la cooperazione fra diversi livelli di azione politica e
amministrativa: quartiere, città, Regioni, Stati centrali, Unione
Europea, i Paesi delle altre aree geopolitiche e culturali, per arrivare alle
Nazioni Unite;
IMPEGNARE
le Istituzioni italiane a promuovere azioni politiche e diplomatiche tese a
raggiungere questi obiettivi;
IMPEGNARE altresì i Paesi dell’area
anglofona e le Istituzioni italiane a definire politiche nuove nei settori
dell’accoglienza agli immigrati e dell’integrazione, con la
consapevolezza che l’immigrazione, in tutte le sue forme, si traduce in
arricchimento per le società di accoglimento.
La
Commissione Continentale dei Paesi anglofoni extraeuropei ritiene fondamentale
operare per l’affermazione di un’idea sovranazionale di
legalità e di cultura dei diritti.
La Commissione, infine, PROPONE la
istituzione di un osservatorio permanente dell’area anglofona, con studiosi
dei fenomeni migratori, che si prefigga l’obiettivo di studiare,
analizzare e promuovere ricerche sui nuovi flussi migratori e
sull’evoluzione delle legislazioni nazionali e sovranazionali in questo
settore.