LA CONVENZIONE EUROPEA DISCUTE FRA DUE VISIONI SUL FUTURO

La Convenzione europea, nominata per proporre la Carta Costituzionale dell’Europa, ha iniziato i suoi lavori, come è noto, il 28 febbraio 2002. Già prima di entrare nel merito dei singoli assetti futuri, si stanno delineando due visioni e strategie sull’Unione.

Una delle visioni è di matrice inglese. Si assegnerebbe la priorità all’allargamento, per discutere poi con i nuovi Stati i contenuti della Costituzione, e non farli trovare di fronte agli assetti già stabiliti. Secondo questa tesi, i lavori della Convenzione e la Conferenza intergovernativa verrebbero prolungato a dopo le elezioni europee di giugno 2004.

Vi sono però problemi sostanziali nelle idee presenti in Gran Bretagna, innanzi tutto l’ostilità alla stessa essenza di una Costituzione europea, che incorpori la politica estera e la sicurezza interna nelle prerogative comunitarie. Si sa che in Gran Bretagna vi è una tradizione costituzionale assai complessa, “Legge della Costituzione”, che comprende una pluralità di testi, dalla Magna Carta fino a tutte le successive pronunce parlamentari, giurisdizionali, reali, che, con nuove figure, aggiornano continuamente il diritto. Sarebbe, per altro, inapplicabile, secondo noi, un diverso sistema, se non incorporando le novità pratiche e teoriche nella legge costituzionale del Regno Unito, cosa che avviene automaticamente nel sistema britannico, quale particolare e parte integrante di un’unica fonte di diritto, di un determinato pensiero e prassi storica. Ma ciò avrebbe come conseguenza che l’intero sistema europeo si troverebbe in qualche modo, a doversi uniformare al medesimo ordine giuridico e costituzionale, così come già ipotizzammo, con lo studio Filef (1995), sul diritto costituzionale in Europa, discutendosi allora di Maastricht.

In prospettiva, e in tale ordine di cose, “his rebus stantibus”, assumerebbe ulteriore coerenza la visione britannica, che pone l’accento sul ruolo di “indirizzo politico” e “funzione di mero Esecutivo” del Consiglio Europeo, ridimensionato nella prospettiva. Anche la Commissione sarebbe, logicamente, “ridimensionata” a un “mero Segretariato del Consiglio”.

Per altro, le diffidenze circa l’attuale ruolo della Commissione, da un lato burocratico e dall'altro accentratore della Commissione e di Bruxelles, sono condivise anche dai Paesi candidati.

Una seconda visione vedrebbe la trasformazione dei Trattati in Costituzione (cioè, l’Unione di Stati-Nazione). E secondo noi, la tesi britannica meglio si inserisce, come continuità logica e fattuale, nell’evoluzione del diritto europeo, a partire da quello romano, al diritto comune, con i suoi due rami, di rilievo costituzionale e tradizionale, di sistemi “analogico” (britannico) e “prescrittivo” (italo-germanico).                                                                              (Gaetano Volpe)

 

EUROPA – CONTROLLO UNIFICATO DELLE FRONTIERE MARITTIME

I ministri degli Interni e della Giustizia dei 15 Stati membri dell’Unione Europea hanno deciso a Lussemburgo (25 Aprile) che è necessaria una soluzione comune per il controllo delle navi dei clandestini. Essi hanno stabilito un incarico per la Commissione per preparare uno “studio di fattibilità”, entro febbraio 2003, di progetti di controllo unificato delle frontiere marittime. Promotrici dell’iniziativa sono state la Spagna e l’Italia, le cui frontiere sono state le più soggette al problema del traffico clandestino.

L’impegno a ampliare a tutta l’Europa il controllo del mare si è affiancato a un altro studio, che è stato affidato all’Italia, per il controllo delle future frontiere esterne dell’Unione allargata. Lo studio sarà presentato a Roma il 29 e 30 maggio 2002. Intanto la Commissione ha dato una informazione concernente il passaggio dei confini, i meccanismi di cooperazione, le pattuglie congiunte, i costi e i caratteri della eventuale guardia di frontiera europea.

I ministri europei hanno anche approvato una direttiva che stabilisce gli standards minimi di accoglienza per i richiedenti asilo, insieme con una dichiarazione contro il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia.

 

LA FILEF PARTNER DELLA CGIL-BILDUNGSWERK PER IL PROGETTO “LEONARDO”

Dopo i buoni risultati ottenuti con la precedente collaborazione (novembre 2001-febbraio 2002), la FILEF è di nuovo partner della CGIL-Bildungswerk di Francoforte per lo svolgimento del progetto “Movimento 2” nell’ambito del programma di azione comunitaria in materia di formazione professionale “Leonardo da Vinci”.

Obiettivo dell’azione è quello di promuovere le abilità e le competenze, in particolare dei giovani, nella formazione professionale iniziale a tutti i livelli, ricorrendo tra l’altro alla formazione professionale e all’apprendistato integrati dal lavoro al fine di promuovere l’occupazione e di facilitare l’inserimento professionale ed il reinserimento nel mondo del lavoro. Il programma mira, inoltre, ad agevolare la formazione transnazionale dei giovani europei, attraverso il confronto con modelli culturali, comunicativi e organizzativi differenti da quelli del paese di provenienza. In tal senso la FILEF gestisce scambi per giovani sia in entrata verso l’Italia che in uscita verso diversi Paesi europei.

I partecipanti al secondo gruppo del progetto “Movimento”, sono stati selezionati dal centro di formazione CGIL-Bildungswerk di Francoforte sul Meno, partner tedesco della FILEF per questo programma di scambi, ed usufruiscono di una borsa di studio da parte dell’Unione Europea tramite la Zentrale Arbeitsvermittlungstelle (Z.A.V. – FFM) del Ministero del Lavoro tedesco.

I borsisti, dopo aver partecipato ad un corso di quattro settimane sul tema della lingua e cultura italiana, teso a facilitare e a sostenere l’inserimento degli allievi in una realtà del tutto nuova, oltre che ad illuminare alcuni momenti della nostra storia, con particolare riferimento alla Roma antica e alla classicità, effettuano uno stage della durata di tre mesi.

Tra le aziende ed istituzioni che hanno accolto gli stagisti del progetto “Movimento”, vogliamo citare l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e l’Ufficio “Speciale Casa” del Comune di Roma.

(XPI)

 

IMMIGRATI: LA FILEF DI REGGIO EMILIA ORGANIZZA UNA GRANDE INIZIATIVA CULTURALE E SPORTIVA

La Filef provinciale di Reggio Emilia anche per il 2002 si propone di organizzare a Rubiera il torneo di giochi sportivi denominato “Dall’Africa all’Asia in riva al Secchia” con la partecipazione di oltre 150 atleti che si affronteranno gareggiando nel calcio, nel cricket e nella pallavolo. A questa grande iniziativa culturale e sportiva parteciperanno atleti immigrati di diverse etnie (Ghana, Sri Lanka, Pakistan, Guinea, India, Magreb). Per questa manifestazione il Comune di Rubiera metterà a disposizione degli organizzatori uno spazio dove svolgere le competizioni sportive. Le gare avranno inizio alle ore 9,30 e termineranno alle ore 18 del giorno 22 luglio.

 

PARLAMENTARI ITALIANI A CONFRONTO A NEW YORK SULLA COSTRUZIONE DELLA NUOVA EUROPA

Nella giornata del 29 aprile il Forum degli Italiani nel Mondo di New York, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York, ha organizzato un dibattito con l’On. Folena e il Sen. Brutti per i DS-Ulivo, l’On. Bartolozzi (Europarlamentare) e il Sen. Pessina di Forza Italia, sulla costruzione della nuova Europa e sul ruolo dell’Italia in questo processo.

L’iniziativa ha riscontrato molto successo, sia in termini puramente numerici e di pubblico, sia in termini di grande partecipazione al dibattito.

La discussione è stata moderata dall’inviato de La Nazione, Il Giorno e il Resto del Carlino, Giampaolo Pioli.

Una discussione di alto livello sul futuro dell’architettura istituzionale europea, pur nella notevole diversità di opinioni emerse fra centro-destra e centro-sinistra, le quali ricalcano le due grandi tendenze presenti in Europa fra i fautori di un maggiore ruolo degli Stati e coloro, come le forze di centro-sinistra europee, che propugnano un processo di tipo federalista. Il dibattito è stato di grande livello senza mai cadere nella polemica e spesso con toni di accordo, soprattutto sul ruolo che gli italiani all’estero possono svolgere in questo processo. Apprezzamenti da tutti gli intervenuti sono anche arrivati nei confronti del presidente della Commissione Romano Prodi. Al termine dell’incontro c’è stata una cena organizzata dal Forum presso il ristorante italiano di “ultima generazione” Serafina Downtown, a cui hanno partecipato i membri del Forum, gli speaker e alcuni ospiti, fra i quali anche il Professor Giovanni Consolo e alcuni giornalisti, come Andrea Mantineo, Direttore di America Oggi.

A nome del Forum di New York, ringrazio il direttore dell’Istituto di Cultura Paolo Riani per aver accettato l’offerta di collaborazione per una iniziativa congiunta.                            (Gianluca Galletto)

 

VOTO ALL’ESTERO – ARTICOLO PER ARTICOLO I PROBLEMI DEL REGOLAMENTO

Nell’applicazione della legge 459/2002 non sono pochi i problemi che il Regolamento, previsto nell’articolo 26, dovrà precisare. Ne possiamo elencare almeno quelli essenziali, e non sono pochi, in una legge lacunosa come quella sul voto all’estero.

Il primo articolo reca che i cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali, votano nella Circoscrizione “Estero”, come dispone il successivo articolo 5, con cui si dà mandato al Governo di “unificare” i dati dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e degli schedari consolari, e ottenere un “elenco aggiornato”, finalizzato “alla predisposizione delle liste elettorali”, ripartite per territorio (art. 6).

Per fare ciò bisogna cominciare a aggiornare le anagrafi. Un inevitabile punto di partenza si è rivelato detto aggiornamento. E’ approdato alla Camera dei deputati, il 2 maggio, un DDL, già votato al Senato, che prevede l’assunzione di 350 “contrattisti locali” per “bonificare” nei Consolati le schede delle anagrafi. Come ha dichiarato il responsabile della Direzione Italiani all’Estero della Farnesina, Carlo Marsili, il DDL prevede uno stanziamento di 13,9 milioni di euro (27 miliardi vecchie lire) per assumere i contrattisti per un anno e acquistare le attrezzature occorrenti. L’aggiornamento dell’anagrafe rimane una operazione complessa. Lo stanziamento oggi proposto è solo un primo passo. Per l’intera operazione si parla di circa 51,6 milioni di euro, e la somma dovrà essere inserita nella Finanziaria 2003. E’ già stabilito che gli aggiornamenti richiesti confluiscano nel “Regolamento di attuazione della legge 459, articolo 26”. Si discute anche di un lavoro collegato al “primo censimento” degli italiani all’estero, che avrà luogo il 21 marzo 2003. Sono universalmente giudicati solo come indicativi i dati, finora disponibili, degli italiani residenti all’estero, in totale 3.999.356, dei quali in Europa 2.236.424, in America Settentrionale e Centrale 377.515, in America Meridionale 1.172.131, in Africa 66.308, in Oceania 124.000. Gli “elettori” sarebbero, in totale, 3.342.440 per la Camera (al 21° anno di età) e 2.991.652 per il Senato (40 anni). Pare anche superfluo ricordare che non basterebbe estrapolare dagli elenchi “purificati” coloro che hanno 21 o 40 anni. Qui si discute, infatti, non di semplici maggiorenni, ma di elettori. La nozione di elettore ci è data dall’articolo 48 della Costituzione che recita che “sono elettori i cittadini che hanno raggiunto la maggiore età” e che possono trovarsi esclusi cittadini “per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile” e, inoltre, per “i casi di indegnità morale indicati dalla legge”. Deve desumersi che non è eludibile il rapporto con i Comuni, depositari delle liste degli elettori.

Va qui notato che ha, certamente, valore affettivo, culturale, etnografico, sapere che quasi 60 milioni di persone di varia nazionalità hanno un antenato di origine italiana, così come non varrebbe sapere in Inghilterra che decine di milioni di americani discendono dalle isole del Regno Unito odierno. Va da sé che la legge parla di cittadinanza giuridicamente stabilita.

Il Regolamento, di cui si discute, dovrà indicare anche le unità territoriali (Comuni, Circondari, Province, ecc.) delle ripartizioni della Circoscrizione Estero, inserita di recente nella Carta Costituzionale, all’articolo 48, e cioè le ripartizioni a) “Europa”, compresi i territori asiatici della  Federazione Russa e della Turchia, b) “America Meridionale”, c) “America Settentrionale e Centrale”, d) “Africa, Asia, Oceania e Antartide” (art. 6, legge 459/2001).

Fra gli organi di emanazione italiana vi sono, in primo luogo, i Consolati, e quelli sociali, ausiliari e elettivi, come i Comitati degli Italiani all’Estero. Anzi può e deve presumersi che, grazie alla loro giurisdizione e fascia sociale di consenso, potranno temperarsi, nel Regolamento, i vincoli costituzionali (voto personale e eguale, libero e segreto), perché sia ridotto il più possibile il voto per corrispondenza ai soli di necessità pratica o funzionale, e non si incorra, in tal modo, alla più macroscopica stortura, incostituzionale. Non vi è, infatti, il voto segreto, in cabina, per le elezioni del Parlamento Europeo?

Infatti, se il comma 2, art. 1, Legge 495/2001, stabilisse che gli elettori votano per corrispondenza, il sistema generale di circoscrizioni così vaste, di cui all’art. 6, inedite nel diritto internazionale, non può escludere il voto in cabine, specie nell’Unione Europea, con l’invio successivo dei plichi, regolati dall’art. 14, al Centro Circoscrizionale e quindi all’Ufficio Centrale (art. 15), per le operazioni successive (artt. 16, 17, 18). In tal modo, la procedura mista, non esclusa, a termini di rigorosa interpretazione, permetterebbe anche la corrispondenza del complesso delle operazioni a quanto enuncia l’art. 19, lettera A), che vuole si svolgano in condizioni di eguaglianza, libertà e segretezza, sì da reintrodurre il requisito di voto “eguale” che è richiesto dall’art. 48 della Costituzione. Il voto per iscritto è escluso, per altro, per coloro che optano di votare in Italia (art. 21).

Occorre che il Regolamento, senza forzature (impossibili) della legge, completi tutte le dizioni riguardanti le anagrafi con il termine di “elettori”, così come già indicato, a esempio, nell’art. 23.   (G.V.)

 

CLANDESTINI: GIUDIZIO DEFINITIVO DELLA CORTE COSTITUZIONALE

La Corte Costituzionale, modificando anche i recenti orientamenti del Governo, ha posto la parola “fine” alla questione dei clandestini, con una ordinanza N. 146, del 3 maggio 2002. L’ordinanza recita che “L’espulsione ‘automatica’ è legittima se l’irregolarità della presenza dello straniero è accertata. Quando ci sono i presupposti di legge, il prefetto deve necessariamente disporre che l’immigrato lasci il territorio dello Stato”. Nessun rinvio, pertanto, a un giudizio del magistrato, come anche l’attuale Governo aveva ritenuto, e anche proposto con un recente decreto-legge.

Con l’ordinanza 146 la Corte costituzionale ha dichiarato la manifesta infondatezza della questione di legittimità del secondo comma dell’articolo 13 del Testo unico sull’immigrazione, in relazione agli articoli 2, 3 e 35 della Costituzione. Il problema era stato sollevato dal Tribunale di Vicenza che lamentava una violazione dei diritti di solidarietà ed eguaglianza, visto che l’espulsione automatica non consentirebbe all’autorità di prendere in considerazione situazioni che potrebbero legittimare la presenza dell’immigrato nel Paese. La risposta della Corte è stata decisa: “Quello che il giudice rimettente chiama automatismo espulsivo altro non è che un riflesso del principio di stretta legalità che permea l’intera disciplina dell’immigrazione e che costituisce anche per gli stranieri presidio ineliminabile dei loro diritti, consentendo di scongiurare possibili arbitri dell’autorità amministrativa”.

L’articolo 13 del Testo Unico (Legge Napolitano) N. 286, del 25 luglio 1998, concerne la espulsione amministrativa e ne affida l’esecuzione al prefetto, al comma 2, lettere a), b), c).

Vedasi anche “Emigrazione Notizie” n. 43, 2 dicembre 1998, che riporta il Testo Unico, integralmente.

 

BUSH RITIRA GLI USA DAL TRATTATO DI ROMA SULL’ICC

L’amministrazione Bush ha deciso di rinunciare formalmente ad aderire al Trattato di Roma del 1998, che prevede l’istituzione di un Tribunale Penale Internazionale, che  venne sottoscritto dall'allora presidente Bill Clinton ma che non è mai stato sottoposto al Senato per la ratifica.

E ora il governo americano ha deciso di annunciare una serie di misure che in pratica significano un simbolico ritiro della firma dal Trattato. “Pensiamo che sia stato un errore averlo firmato”, ha detto un funzionario dell'amministrazione. Mentre, John R. Bolton, Sottosegretario di Stato, ha ribadito in una lettere a Kofi Annan, come per gli Stati Uniti non derivino obblighi legali da quella firma posta nel mese di dicembre del 2000.

Questa rinuncia costituisce un rifiuto decisivo, da parte della presidenza Bush, del concetto di una Corte permanente concepita per giudicare i colpevoli di genocidio, crimini contro la umanità e crimini di guerra, Corte che, nell’entourage di Bush, è ritenuta difettosa nella sua elaborazione, ma soprattutto pericolosa per la politica estera statunitense a causa del fatto che essa presuppone la rinuncia di parte della sovranità nazionale, a vantaggio di un procuratore internazionale.

Il Governo Bush era già pronto a questa decisione, funzionari dell’amministrazione hanno addirittura dichiarato come firmare il trattato di Roma fosse stato un grave errore, ma ne ha ritardato l’esecuzione per motivi strumentali, dovuti essenzialmente agli attentati del’11 settembre scorso. Gli Usa ritengono, infatti, che tale Corte potrebbe avere effetti disastrosi, in quanto esporrebbe i militari americani, operanti in territorio straniero, a processi malintenzionati e “capricciosi”.

Tale rinuncia significa anche che gli Stati Uniti non riconosceranno la giurisdizione della Corte e non si sottometteranno a nessuno dei suoi ordini. Inoltre, simultaneamente l’amministrazione Bush dichiarerà che il proprio Pease non sarà vincolato dalla Convenzione di Vienna del 23 maggio 1969 sul “Diritto dei Trattati”; il cui articolo 18 stabilisce che gli Stati firmatari non possono compiere atti suscettibili di privare un trattato del suo oggetto e del suo scopo, anche se questo non sia stato ancora ratificato. Così come per il Trattato di Roma (“Corte Penale Internazionale”), gli Usa hanno firmato, ma non ratificato la Convenzione di Vienna.

Questo rifiuto va ad aggiungersi a tutta una serie di punti di frizione tra gli Stati Uniti e gran parte del mondo, specialmente l’Europa, che critica la tendenza dell’amministrazione Bush di venire meno alle proprie obbligazioni internazionali.

Nonostante la forte opposizione degli Stati Uniti, la Corte Penale Internazionale diventerà operativa il prossimo anno a L’Aia. Ad aprile, erano già più di sessanta (minimo previsto per dare validità al Trattato) i Paesi firmatari, e la Corte eserciterà le sue funzioni sui crimini commessi a partire dal primo luglio di quest’anno.

Sarà il primo organo giudiziario internazionale dalla creazione della Corte Internazionale di Giustizia nel 1945 destinata a risolvere le controversie fra Stati. Fino ad oggi gli individui colpevoli di crimini di guerra erano stati giudicati da tribunali ad hoc.

La maggior parte delle nazioni democratiche e tutti i Paesi dell’UE, ad eccezione della Grecia che è in procinto di farlo, hanno ratificato il trattato insieme a Canada, Nuova Zelanda e vari Paesi africani. Israele ha firmato ma non ratificato, così come la Russia, mentre India, Pakistan e Cina non hanno né firmato, né ratificato.                                                                 Cristiano Marcellino

 

TRATTATO SVIZZERA-UE: IL CGIE SOLLECITA IL GOVERNO PER UNA SOLUZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA SOCIALE

Franco Narducci, Segretario generale del Cgie e Dino Nardi, Presidente della II Commissione tematica del Cgie hanno scritto, in data 22 aprile scorso, la seguente lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in materia di sicurezza sociale per i nostri connazionali in Svizzera:

“Il 1° giugno 2002 entreranno in vigore gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea e con essi l’accordo sulla libera circolazione delle persone, che disciplina l’ingresso e il soggiorno sia dei cittadini degli Stati membri dell’UE in Svizzera sia degli Svizzeri nell’UE.

Il trattato sulla libera circolazione delle persone avrà ripercussioni negative per i nostri connazionali in Svizzera, così come per gli ex emigrati e i lavoratori frontalieri che quotidianamente attraversano la frontiera per svolgere un’attività lavorativa nella Confederazione, contribuendo in tal modo decisivamente al benessere dei comuni italiani della fascia di confine.

Con l’entrata in vigore del trattato summenzionato decadrà l’attuale convenzione bilaterale italo-svizzera in materia di sicurezza sociale e gli emigrati più anziani, prossimi all’età pensionabile, non potranno più trasferire la loro contribuzione previdenziale dall’Ente elvetico all’INPS, per l’ottenimento di una prestazione pensionistica di anzianità italiana, possibile, invece, con la vigente normativa.

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, al pari di altri soggetti, ha sollecitato ripetutamente una soluzione per le persone interessate dallo stravolgimento normativo e in data 16 marzo 2002 ci eravamo rivolti ad Ella, Signor Presidente, rappresentandole dettagliatamente questo problema.

Allo stato attuale, sono in corso due iniziative legislative sostanzialmente identiche – quella dell’On.le Giorgetti, Presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione alla Camera, e quella dell’On.le Pizzinato ed altri -, per cui riteniamo che se si procedesse all’unificazione dei due disegni di Legge si guadagnerebbe tempo.

Purtroppo il tempo disponibile è limitato, per cui, volendo dare soluzione al problema, il Governo dovrebbe procedere con un Decreto Legge. Un percorso ipotizzato del resto dallo stesso Ministro per gli italiani nel mondo – l’On.le Mirko Tremaglia – che alla pari del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali sta seguendo da tempo gli sviluppi di questa situazione penalizzante per tanti cittadini italiani, che con il loro lavoro e le loro rimesse hanno contribuito, e contribuiscono tuttora, alla crescita economica della nostra Nazione.

Signor Presidente, in attesa di un Suo cortese cenno di risposta Le formuliamo auguri di buon lavoro e Le inviamo saluti di viva cordialità”.

 

BIRMANIA: AUNG SAN SUU KYI LIBERA? – DICHIARAZIONE DI MARINA SERENI (DS)

“La notizia dell’imminente liberazione di Aung San Suu Kyi, leader democratica della Birmania, è fonte di speranza e di ottimismo”. Lo afferma Marina Sereni, responsabile Esteri dei Democratici di Sinistra.

“La leader birmana è agli arresti domiciliari da due anni e guida una lotta coraggiosa contro la dittatura militare che nel ’90 annullò i risultati di libere elezioni. Speriamo che l’annuncio, di fonte governativa, non venga smentito e possa rappresentare un primo atto di un cammino che porti alla liberazione dei molti prigionieri politici, alla fine delle violazioni dei diritti umani e al ristabilimento delle libertà democratiche.

La fine degli arresti per il premio Nobel per la pace – conclude Marina Sereni – rappresenterebbe un primo risultato della pressione della comunità internazionale e di chi ha continuato a sostenere il movimento democratico della Birmania”.

 

ROMA 21-28 GIUGNO: FESTIVAL EUROPEO SCRITTORI MIGRANTI

Si terrà a Roma dal 21 al 28 giugno prossimi il Primo Festival Europeo degli Scrittori Migranti. E’ organizzato per iniziativa del Goethe Institut, dell’Istituto di Cultura Svizzero, di quello Austriaco e di quello Francese, con il Comune di Roma e l’Università degli Studi “La Sapienza”. IL 25 giugno, alle ore 11, nell’Aula I di Lettere, il prof. Alexian Santino Spinelli, dell’Università di Trieste, terrà una lezione e un concerto su “Incontro con la cultura e la musica romani”. Santino Spinelli è il primo Rom a diventare docente in una università italiana e per insegnare la propria civiltà.

 

USA – PROGETTO CUOMO:  L’ITALIANO NELLE SCUOLE SUPERIORI ACCORDO CON TREMAGLIA

Ha avuto un importante successo l’iniziativa patrocinata dal Ministro per gli Italiani nel Mondo e proposta dalla Signora Matilda Raffa Cuomo, consorte dell’ex Governatore di New York e grande amica dell’Italia, rivolta alla realizzazione di un “Programma di Collegamento Avanzato (AP Program)” che consentirà agli studenti delle scuole superiori degli U.S.A. di sostenere un esame di lingua italiana utile ai fini dell’ottenimento di crediti presso le Università americane. Tale progetto coinvolgerà circa 500 scuole in almeno 50 Stati del Paese ed estenderà finalmente l’insegnamento della lingua e della cultura italiana a livello curriculare nella scuola americana (attualmente limitato al francese, spagnolo e tedesco); il che sarà di essenziale importanza anche in vista delle ricadute economiche e turistiche, oltre che politiche e di immagine internazionale, che ciò comporterà.

Sul costo per la preparazione del personale docente, pari a 500.000 U.S. Dollari, le organizzazioni americane hanno assicurato la messa a disposizione di 200.000 U.S. Dollari. I rimanenti 300.000 sono stati assegnati dal Governo italiano attraverso il Ministero degli Affari Esteri per completare questa importante operazione culturale che rappresenterà un vero e proprio salto di qualità e un modello esemplare per l'inserimento della nostra lingua nei sistemi scolastici stranieri.

Per celebrare questo importante avvenimento che fa onore, oltre che al Governo italiano, a chi lo ha concepito e programmato nel Paese ed in particolare alla instancabile Signora Cuomo nella sua qualità di Presidente del Comitato di Programmazione Strategica, le Associazioni locali interessate intendono organizzare una grande manifestazione che contribuirà a consolidare i rapporti fra i due Paesi e a far crescere, insieme alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero, il prestigio e l’immagine del nostro Paese.

La Signora Cuomo ha indirizzato un messaggio di caloroso ringraziamento al Ministro Tremaglia per il suo autorevole interessamento, nel quale dichiara il suo “orgoglio di essere italiana” e ribadisce che “l’importante risultato ora raggiunto sottolinea la tenuta dei valori e delle tradizioni culturali dell’Italia di cui, insieme al marito, si sente particolarmente fiera”. 

 

INTERROGAZIONI DI PITTELLA SU: ISTRUZIONE DEI FIGLI DEI MIGRANTI E TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI FRONTALIERI

L’On. Gianni Pittella ha presentato due interrogazioni alla Commissione riguardanti una l’istruzione dei figli dei lavoratori migranti e l’altra la tutela dei diritti dei lavoratori transfrontalieri. Nella prima si mette in evidenza che all’interno del diritto comunitario esiste una direttiva, la 486/77, relativa alla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti che risulta largamente disattesa dagli Stati membri. Tale direttiva prevedeva in particolare la promozione dell’insegnamento della lingua madre e della cultura del paese d’origine. Peraltro, in un recente programma d’azione della Commissione si ribadisce la necessità di favorire la mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione europea nonché la creazione di veri e propri mercati del lavoro europei. Questo fatto pone sotto nuove prospettive le problematiche legate alla migrazione tra gli Stati membri. A questo proposito l’on. Pittella chiede alla Commissione se essa intenda realmente occuparsi di tali tematiche e se intenda rilanciare, alla luce della realtà attuale, i contenuti della direttiva 486/77.

Nella seconda interrogazione Pittella chiede alla Commissione quali strumenti voglia proporre per tutelare i diritti dei lavoratori transfrontalieri, considerando la peculiarità di questi ultimi. Si tratta di affrontare, infatti, tematiche quali il rinnovo automatico del permesso di lavoro, l’equa impostazione fiscale, la garanzia dell’assistenza finanziaria e il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti.

 

LA UE PROMUOVE LA COOPERAZIONE ITALIA-SVIZZERA

L’Unione europea, nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Interreg III, ha concesso un aiuto di 25,6 milioni di euro all’Italia per rafforzare la cooperazione con la Svizzera. Si tratta della promozione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell’economia nella zona transfrontaliera, per quello che riguarda in particolare lo sviluppo congiunto delle zone rurali, dei sistemi produttivi e dei settori legati al turismo e alla tutela del patrimonio naturale e culturale. Dà notizia dell’esistenza di questa opportunità l’On. Gianni Pittella europarlamentare e responsabile dei Democratici di Sinistra per gli italiani all’estero.

 

 

MESSAGGIO DI FASSINO A 20 ANNI DALL’ASSASSINIO DI PIO LA TORRE

“Credo che è importante ricordare oggi l’assassinio di Pio La Torre, deputato della Repubblica e segretario regionale del PCI in Sicilia, e di Rosario di Salvo, suo autista e collaboratore, massacrati dalla mafia il 30 aprile di venti anni fa. Non solo perché – come fosse ieri – è ancora vivo in tutti noi lo sdegno e l’emozione per quell’orrendo agguato ad un compagno amato e insostituibile, ma anche perché con quell’assassinio la mafia colpiva direttamente un simbolo del riscatto della Sicilia”.

Lo afferma il Segretario dei Ds, Piero Fassino.

“Pio La Torre – continua Fassino – amava e conosceva profondamente la sua terra, e proprio per questo sapeva legare il forte sostegno alla necessaria azione di contrasto alla mafia – portata avanti da magistrati e corpi di polizia, ai quali non deve mai venire meno o diminuire la solidarietà della società civile e la stretta cooperazione di tutto lo Stato – con un’ipotesi di sviluppo alternativo, liberato dall’opprimente presenza della criminalità organizzata. Come si è poi visto dall’efficacia della legge che ha preso il suo nome, si trattava di un’intuizione feconda, che Pio era capace di far vivere e crescere stabilendo ampie alleanze con forze e uomini sani”.

“Per questo è stato ucciso e per questo il modo più efficace e giusto per ricordarlo  è proseguire la sua riflessione, riprendere le sue intuizioni e arricchendole con proposte per l’oggi e il domani. Perché costruire – conclude Fassino – una Sicilia libera dall’ipoteca della mafia e dunque pienamente parte di un progetto di sviluppo volto al futuro è insieme un interesse nazionale, ma anche il miglior omaggio alla sua memoria”.

 

TRAGEDIA DI MARCINELLE: A SILVIO DI LUZIO L’ONORIFICENZA

Grazie all’interessamento del Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, la Presidenza della Repubblica ha conferito l’Onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana al Signor Silvio Di Luzio. Un riconoscimento doveroso ad uno dei soccorritori che nella tragica mattina dell’8 agosto 1956 si calarono nella miniera di Marcinelle per tentare di portare in salvo le vite dei minatori rimasti intrappolati nel crollo. In quella tragedia, persero la vita ben 274 minatori, di questi 136 erano italiani.

Silvio Di Luzio, nato a Torricella Peligna, in provincia di Chieti, ha cominciato a lavorare nella miniera di Marcinelle nel 1946. Nel 1953 è entrato a far parte delle squadre di salvataggio. In quei terribili giorni della tragedia, più volte è sceso nella miniera riuscendo a portare in salvo tre suoi compagni e per 45 giorni ha continuato a calarsi tra le fiamme per recuperare le salme.

“L’eroismo di cui ha dato prova nei tragici momenti della sciagura mineraria del Bois du Cazier – si legge nella motivazione del conferimento dell’Onorificenza -  costituisce un esempio concreto di valore, fedeltà e abnegazione che onora e innalza il prestigio dell’Italia all’estero”. 

 

CRESCERE CON L’EUROPA: UN PREMIO PER 35 STUDENTI TOSCANI

Nella solenne cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio in Firenze giovedì 9 maggio ha avuto luogo la premiazione del concorso “I giovani e l’Europa”, promosso dall’Associazione italiana dei Consigli dei Comuni e delle Regioni d’Europa (AICCRE), dal Movimento federalista europeo, dalla Gioventù federalista europea e dall’Associazione europea degli insegnanti. I 35 ragazzi risultati vincitori -–provenienti dalle scuole superiori delle province di Arezzo, Firenze, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia e Prato – potranno partecipare al primo seminario di formazione federalista e europeista “Luciano Bolis”, che si terrà presso la tenuta di San Rossore (Pisa) dal 21 al 27 luglio. Si tratta di una iniziativa unica nel suo genere, che consentirà agli studenti toscani di affrontare le principali questioni dell’integrazione europea e di confrontarsi, su questi temi, con i loro coetanei delle altre regioni italiane e europee.

Presenti alla cerimonia di premiazione dei 35 vincitori oltre trecento studenti che insieme hanno celebrato anche la giornata dell’Europa, che si festeggia proprio il 9 maggio.

“Trovo davvero felice questa iniziativa – commenta l’assessore regionale alla cultura, Mariella Zoppi. Saldare in un abbraccio virtuoso mondo della scuola ed Europa è il modo migliore per far crescere nei giovani il senso di appartenenza alla più larga comunità europea e per dare più forza alle stesse istituzioni comunitarie”.

 

ELETTA LA NUOVA SEGRETERIA DELLA CGIL NAZIONALE

La CGIL ha il suo nuovo organismo esecutivo: la segreteria confederale. L’ha eletta a stragrande maggioranza il Comitato direttivo della confederazione riunito a Roma per varare la sua proposta in merito alle politiche del lavoro e, per l’appunto, per eleggere il nuovo organismo che affiancherà il leader della Cgil, Sergio Cofferati.

La novità della segreteria nazionale della Cgil è l’innalzamento della presenza femminile che ha raggiunto le cinque unità: accanto alle riconferme di Betty Leone e di Carla Cantone, sono state elette Marigia Maulucci, già coordinatrice presso il centro confederale del dipartimento politiche contrattuali, Morena Piccinini, segretaria generale della Camera del Lavoro di Modena e Paola Agnello Modica, proveniente, come segretaria nazionale, dall’esperienza di direzione della Funzione Pubblica-Cgil.

Tutti riconfermati i segretari confederali uscenti: Carlo Ghezzi, Giuseppe Casadio, Paolo Nerozzi e Giampaolo Patta.

Scontata la rielezione di Guglielmo Epifani, vice segretario generale della Cgil e candidato alla successione di Cofferati.

Nelle prossime settimane, l’organismo esecutivo della Cgil – che nella sua nuova configurazione risulta perciò composta da 11 membri – procederà all’assegnazione degli incarichi in base alle aeree di intervento su cui si dispiegherà l’azione e l’attività della Cgil.

Il XIV Congresso nazionale della maggiore confederazione sindacale italiana, celebrato nel febbraio scorso a Rimini, aveva già eletto il segretario generale riconfermando il leader uscente Sergio Cofferati che guiderà la Cgil fino al termine del suo mandato.

 

IMMIGRAZIONE: CGIL-CISL-UIL VICENZA SCIOPERO PROVINCIALE (15 MAGGIO)  CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI

Il 16 aprile 2002 l’Italia si è fermata per tutta la giornata per esprimere la propria determinata opposizione alle scelte del governo Berlusconi sui temi del lavoro, della previdenza, del fisco, della scuola e della sanità.

Tutti i lavoratori dipendenti, italiani e non, si stanno battendo su queste questioni perché sono convinti che in gioco ci siano soprattutto il rispetto della loro dignità di persone e la difesa di quei diritti sindacali e di cittadinanza che sono stati conquistati con tanta fatica e che trovano fondamento nella nostra Carta Costituzionale. In tema di immigrazione il governo punta a fare approvare in parlamento una legge (promossa dai ministri Bossi e Fini) che in teoria si propone di eliminare l’immigrazione clandestina e di fronteggiare il “pericolo d’invasione”, ma che in realtà produrrà il sicuro effetto di rendere più precaria ed incerta la condizione dei migranti regolari che lavorano in Italia (per esempio perché diventerà più difficile il ricongiungimento familiare e perché ci vorranno 6 anni di permanenza per ricevere la carta di soggiorno) e conseguentemente favorirà il fenomeno della clandestinità.

CGIL CISL UIL vicentine da un lato condividono la necessità di regolare il fenomeno migratorio ed in particolare di affrontare seriamente il problema dell’immigrazione clandestina, dall’altro però si oppongono ad una legge che attacca dei diritti fondamentali di questi lavoratori e di queste persone. Se, come vogliono i promotori della legge, il permesso di soggiorno venisse trasformato in contratto di soggiorno, il lavoratore migrante diventerebbe totalmente dipendente del datore di lavoro, in quanto rischierebbe di essere cacciato dal nostro paese nel caso perdesse l’impiego e non si rioccupasse nel giro di 6 mesi. Questo dimostra in modo nettissimo come la difesa dei diritti e della dignità dei migranti sia legata alla difesa dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori dipendenti.

Per queste ragioni CGIL CISL UIL di VICENZA, provincia ad elevata percentuale di lavoratori migranti, hanno proclamato  8  ORE DI SCIOPERO dei lavoratori dipendenti migranti in tutta la provincia per il 15 maggio 2002 e stanno organizzando una manifestazione con corteo che partirà dalla Questura alle ore 9.00 e si concluderà in Piazza dei Signori verso le ore 11.30.

CGIL CISL UIL di Vicenza indicono questa straordinaria forma di lotta affinchè le istituzioni e le associazioni imprenditoriali comprendano quanto sia importante e determinante per l’economia vicentina il contributo dei lavoratori immigrati.

Non c’è nessuna intenzione di separare le giuste rivendicazioni dei lavoratori migranti dalla battaglia più generale sui diritti che l’insieme dei lavoratori stanno portando avanti in questi mesi.

A tal fine CGIL CISL UIL, unitamente alle RSU, stanno indicendo assemblee in tutti i luoghi di lavoro per illustrare i motivi della protesta e per articolare lo sciopero di tutti i lavoratori secondo le modalità che le RSU di ogni azienda o ente riterranno più opportune per consentire la partecipazione alla manifestazione.

Le Segreterie Provinciali di CGIL CISL UIL di Vicenza

 

LETTERA DI PITTELLA A BERLUSCONI E TREMAGLIA SULLA DOPPIA CITTADINANZA IN GERMANIA

L’on. Gianni Pittella europarlamentare dei DS, ha inviato una lettera in data 2 maggio all’on. Silvio Berlusconi, Ministro degli Affari Esteri e all’On. Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel Mondo per sollecitare un loro intervento al fine di consentire ai nostri connazionali in Germania e aspiranti alla cittadinanza tedesca di poterla avere conservando quella italiana.

Questo il testo della lettera:

Onorevole Presidente, Onorevole Ministro, tra il nostro Governo e il Governo Tedesco è in atto un confronto per risolvere il problema della “doppia cittadinanza”.

Come è a Voi noto, il problema della obbligatoria rinuncia alla nazionalità italiana, in caso di acquisizione della nazionalità tedesca è legato alla applicazione della Convenzione del Consiglio d’Europa del 1963 e al suo secondo emendamento.

La Germania ha, nel 2002, denunciato la Convenzione di Strasburgo sulla doppia nazionalità e allo stesso tempo ratificato quella del 1997 che consente il mantenimento della nazionalità di altro Paese europeo oltre quella del Paese d’origine.

La Germania ha, nel 2000, adottato la nuova Legge sulla Cittadinanza, che permette ai non tedeschi l’acquisizione della nazionalità tedesca dopo otto anni di residenza in Germania.

La nuova Legge consente il mantenimento della doppia cittadinanza ai cittadini dei paesi europei applicando però il principio della reciprocità. Dunque la Germania consente la doppia cittadinanza, se l’Italia fa lo stesso con i tedeschi.

Pare che la situazione italiana sia difficoltata dall’esistenza di Decreti applicativi in tema di cittadinanza del Ministero dell’Interno che risalgono all’applicazione in Italia della Convenzione del 1963.

Da informazioni raccolte ho saputo che sono in corso riunioni di lavoro interministeriali per cancellare i suddetti decreti o modificarli per rendere possibile la reciprocità e dunque permettere ai nostri cittadini residenti in Germania e aspiranti alla cittadinanza tedesca di poterla avere conservando quella italiana.

Desidero sollecitare il Vostro intervento perché tali adempimenti vengano effettuati e conclusi al più presto.

Molti cordiali saluti, On. Gianni Pittella – Roma, 2 maggio 2002”.

 

SPI-CGIL: TAVOLA ROTONDA SULLE FONDAZIONI BANCARIE

Il Sindacato Pensionati Italiani della Cgil organizza per mercoledì 15 maggio alle ore 9.30, presso il Centro Congressi Frentani (Via dei Frentani, 4/a,  Roma) una tavola rotonda sulla Controriforma del Ministro Tremonti “Sotto il cielo delle Fondazioni bancarie”.

Partecipano: on. Vincenzo Visco, avv. Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo, Marcello Messori, economista, Massimo Riva, giornalista, Sergio Cofferati, segretario generale Cgil, Raffaele Minelli, segretario generale Spi Cgil, Marcello Tocco, segretario generale Fisac Cgil.

Coordina: Nicoletta Rocchi, segretaria nazionale Spi Cgil.

L’avvocato Massimiliano Catapano illustrerà gli aspetti giuridici della riforma delle fondazioni.

 

 

APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE PER IL CENSIMENTO DEI RESIDENTI ALL’ESTERO

Il 9 maggio, la Camera dei deputati ha discusso il disegno di legge, già approvato dal Senato: “Disposizioni per il completamento e l'aggiornamento dei dati per la rilevazione dei cittadini italiani residenti all'estero e modifiche alla legge 27 ottobre 1988, n. 470”.

Il Vice-Presidente della Camera Clemente Mastella dopo aver avvertito l’Aula del parere favorevole espresso sul testo del provvedimento dalla V Commissione (Bilancio), è passato all’esame dei quattro articoli che compongono il disegno di legge, ed alla successiva votazione degli stessi, poiché per accelerare i tempi dibattimentali e consentirne una rapida approvazione, i deputati hanno rinunciato ad intervenire per le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento. Così, il testo è stato approvato con 344 voti favorevoli, 1 astenuto ed 1 voto contrario.

Il provvedimento, oltre a disciplinare dettagliatamente la prossima creazione dell’anagrafe unica, frutto della fusione dei dati dell’AIRE e delle schede consolari (attualmente ai 4 milioni registrati dalle anagrafi consolari si contrappongono i 2 milioni e 800 mila iscritti negli elenchi dell'Aire), predispone il rafforzamento delle rappresentanze diplomatiche e degli uffici consolari, attraverso l’assunzione di impiegati temporanei, assunzione per cui è stata autorizzata, per l'anno 2002, la spesa di oltre 14 milioni di euro. Sono stati, inoltre, stanziati circa 2 milioni di euro per l’acquisizione di beni e servizi informatici, che dovrebbero snellire ed accelerare la raccolta ed il riordino delle informazioni da e per le sedi consolari.  (CM)

 

 

RAI: VERSO UNA SOLUZIONE DEL “CASO CANADA”?

Finalmente, il Presidente della RAI, Prof. Antonio Baldassarre è stato interessato al “caso Canada”. Lo ha fatto, in maniera schietta, la Senatrice Marisa Ferretti Barth che è intervenuta presso le massime cariche dello Stato italiano per chiedere di risolvere l’illogica situazione che vede il Canada, come l’unico Paese al mondo dove ancora non è possibile vedere la RAI.

E’ un problema che dura da anni, ma è la prima volta che un organo del governo canadese scende in campo per difendere una legittima richiesta proveniente dalla collettività italiana.

Da due anni, Comites e Cgie, chiedono a Rai-International un intervento deciso, per rimuovere gli ostacoli alla libera ricezione del segnale della RAI in Canada.

Da due anni chiediamo che la RAI presenti alla CRTC (Canadian Radio-Television and Telecommunications Commission) una licenza di tipo “Foreign Services”, che le consentirebbe di trasmettere direttamente 24/24 i programmi italiani.

Da due anni diciamo che la RAI dovrebbe trovare un emissario in Canada e non trattare attraverso RAI-Corporation New York, responsabile in gran parte della attuale situazione.

Rai-Canada, il prodotto degli accordi tra RAI-International, tramite Rai-Corporation New York e Corus Canada, non ha mai preso il via. E questo lo avevamo già previsto.

Di fatto, chi vuole vedere la RAI, può farlo abbonandosi negli S.U.

Solo che, in questi giorni, la Corte Suprema del Canada ha confermato che è illegale ricevere i programmi televisivi via satellite, diffusi da fornitori americani e ha ricordato le sanzioni amministrative e penali previste per i trasgressori.

Quindi, le centinaia di migliaia di famiglie italiane che vivono in Canada, per mantenere aperta una finestra sull’Italia, rischiano le gravi sanzioni previste dalla legge. Mentre assistiamo che altre comunità (tra cui quella tedesca, cinese, ecc.) ricevono regolarmente e legalmente i programmi dai loro Paesi. Qualcuno disse che “Italia e Canada sono paesi cugini”. E’ il momento di provarlo con i fatti.

Mi domando, se non vi siano già i presupposti necessari a motivare un intervento del Governo italiano presso il Governo canadese per rimuovere questa grave discriminazione nei confronti degli italiani in Canada.

Mi domando, se non sia giunta l’ora per la RAI di chiedere alla CRTC una licenza del tipo “Foreign Services” per trasmettere 24/24 i programmi italiani.

Forse si sottovaluta il significato politico delle 38.000 firme, raccolte in Canada a favore di detta soluzione e dell’intervento della Senatrice Marisa Ferretti Barth.

O forse alla RAI non interessa il peso politico che queste forze possono avere sulla CRTC e sulla decisione di accogliere una sua auspicabile richiesta.

Spero che il Direttore Massimo Magliaro, al quale faccio le mie congratulazioni per il nuovo incarico, trovi il tempo di occuparsi del “Caso Canada” e dare maggiore ascolto agli italiani che in Canada ci vivono.

Giovanni Rapanà, Coordinatore Inter-Comites - Canada

 

 

MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI DOMENICA 12 MAGGIO

Un’edizione straordinaria della Marcia della pace Perugia-Assisi si è svolta domenica 12 maggio 2002. Una iniziativa straordinaria, sottolineano gli organizzatori della Tavola della Pace, per un Medio Oriente avvolto da quasi due anni in una terrificante spirale di odio e di violenza. Ed ora è guerra aperta. Un impressionante fiume di sangue scorre sotto i nostri occhi alimentando rappresaglie e vendette. Il peggio che tutti dicevano di voler scongiurare è arrivato. Ma al peggio non c’è limite. Lo deve porre la comunità internazionale, lo deve porre l’Europa, lo dobbiamo porre noi. E’ una nostra responsabilità. Per questo abbiamo deciso di promuovere una edizione straordinaria della Marcia per la pace Perugia-Assisi.

 

 

 

DOCUMENTAZIONE

 

COMMISSIONE CONTINENTALE DEL CGIE PER I PAESI ANGLOFONI

 

                                (SYDNEY 6-8 MAGGIO 2002)

 

La Commissione Continentale CGIE dei Paesi Anglofoni extraeuropei, riunita a Sydney nei giorni 6, 7 e 8 maggio, ha approvato 4 ordini del giorno di cui di seguito riportiamo  i testi.

I - ORDINE DEL GIORNO SULL’ANAGRAFE

La Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema della realizzazione, del completamento ed aggiornamento dell’anagrafe unica,

RITIENE indispensabile la realizzazione dell’anagrafe unica degli italiani all’estero come strumento di comprensione e conoscenza della realtà degli italiani nel mondo oltre che come strumento tecnico in vista dell’esercizio in loco del diritto di voto e di altri importanti obiettivi di collegamento tra Italia ed italiani nel mondo, e pertanto

CHIEDE

- che si avvii una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alle comunità italiane nel mondo al fine di perseguire sia l’obiettivo di bonificare i dati attualmente censiti sia l’obiettivo della iscrizione all’anagrafe di connazionali non censiti;

- che la rete consolare venga rafforzata e dotata di idonee risorse atte alla gestione del personale per la realizzazione dell’anagrafe ed alla verifica di tutte le procedure amministrative che l’iscrizione all’anagrafe comporta;

- che il Governo solleciti il Parlamento affinché approvi con la massima urgenza il disegno di legge per l’assunzione del personale a contratto destinato alle operazioni di completamento ed aggiornamento dell’anagrafe.

II – ORDINE DEL GIORNO SULL’INFORMAZIONE RAI

La Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema dell’informazione radiotelevisiva,

RILEVATO che anche per gli scarsi mezzi finanziari persistono carenze dell’informazione televisiva destinata alle comunità italiane all’estero e, in alcune aree, problemi legati sia ai palinsesti che alla distribuzione dei programmi di Rai International,

CHIEDE

- che si rispettino gli impegni assunti da Rai International in rapporto ai palinsesti per l’Oceania ed il Sud Africa;

- che si superino gli ostacoli relativi alla distribuzione integrale del segnale Rai in Canada;

- che il Governo prenda definitivamente atto della necessità di dotare Rai International di adeguate risorse per assolvere sia il compito istituzionale di informare le comunità italiane all’estero che quello di canale multiculturale internazionale;

CHIEDE altresì

- che si proceda in tutti i modi necessari a realizzare una corretta informazione di ritorno ed a promuovere l’immagine dell’italianità nel mondo.

III – ORDINE DEL GIORNO SULLA DIFFUSIONE DELLA LINGUA E DELLA CULTURA ITALIANE E GLI ENTI GESTORI DEI CORSI

La Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema della diffusione di lingua e cultura italiane nell’ambito della discussione sullo stato di realizzazione dei Piani Paese,

premesso che

RITIENE urgente la riforma della legge 153/71 e successive modificazioni, nella direzione indicata dai Piani Paese, tale cioè da garantire diversificazione di strumenti e di obiettivi in linea con la conoscenza e la comprensione delle diverse realtà delle comunità italiane nel mondo;

RITIENE ancora insufficienti gli sforzi relativi alla semplificazione e snellimento delle procedure amministrative per l’erogazione dei contributi agli enti gestori;

RITIENE indispensabile garantire il contributo delle comunità italiane nel mondo, attraverso i Comites ed il CGIE, alla realizzazione di una riforma di cui siano condivisi obiettivi, principi ispiratori e strumenti di realizzazione della politica culturale e linguistica dello Stato italiano all’estero;

CHIEDE

- di essere messa in condizione di contribuire realmente, nell’ambito delle prerogative attribuite dalle leggi istitutive di Comites e CGIE, alla identificazione degli obiettivi di riforma per la diffusione di lingua e cultura italiane nel mondo;

- che vengano definitivamente superati tutti gli ostacoli per una procedura di erogazione dei contributi agli enti gestori che sia efficiente e garantisca sia il rispetto degli impegni assunti dagli enti sia la funzionalità dei corsi;

-  che venga rafforzata la rete consolare nell’ambito delle competenze degli uffici scolastici e delle direzioni didattiche.

IV – ORDINE DEL GIORNO SUI NUOVI FLUSSI MIGRATORI NEL CONTESTO INTERNAZIONALE 

La Commissione Continentale dei Paesi Anglofoni extraeuropei, affrontato il tema dei nuovi flussi migratori nel contesto internazionale, sentite le relazioni degli esperti provenienti dai Paesi componenti l’area,

PREMESSO CHE:

-       le problematiche relative ai richiedenti asilo ed alla protezione umanitaria stanno assumendo particolare rilievo nel mondo,

-       tanto nei Paesi dell’area anglofona quanto in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea le nuove migrazioni rappresentano una dimensione della mondializzazione con la quale confrontarsi ed alla quale dare riposte politiche, sociali ed umanitarie,

-       i Paesi dell’Unione Europea ed i Paesi dell’area anglofona, tra cui l’Australia, sono diventati punto di arrivo di consistenti flussi migratori e fra tali flussi figura un crescente numero di persone provenienti da situazioni che prevedono l’applicazione della Convenzione di Ginevra per la protezione dei diritti umani e in particolare del “diritto d’asilo”,

-       nei Paesi dell’Unione Europea e in alcuni Paesi dell’area anglofona sono ancora carenti le normative organiche che consentano di affrontare adeguatamente gli aspetti dell’accoglienza e dell’integrazione connessi a questo fenomeno migratorio,

                                  CONSIDERA PRIORITARIO

PROMUOVERE i valori della solidarietà a sostegno di un intervento umanitario che si fondi sulla protezione e tutela dei diritti umani e della condizione di “richiedente asilo”;

 ADOPERARSI affinché venga eliminata qualsiasi forma di detenzione dei richiedenti asilo e vengano garantiti i diritti sanciti dagli accordi internazionali e dalle norme del vivere civile;

INDIVIDUARE le migliori forme di collaborazione per dare le risposte più idonee alla esigenza di tutela e protezione in presenza di una situazione di vera e propria emergenza migratoria, in particolare nelle aree in cui sono più intensi gli arrivi ed in tal senso auspica un maggiore e fattivo scambio di informazioni ed esperienze tra i Paesi dell’area anglofona e l’Unione Europea;

CONSENTIRE agli organismi Internazionali di assolvere il compito di mediazione, di controllo e monitoraggio del rispetto degli impegni contenuti nei trattati e nelle Convenzioni internazionali firmate dai Paesi in questione;

ESERCITARE pressioni per adeguare le normative nazionali agli standard internazionali in maniera equa, efficace, solidale e sostenibile;

SVILUPPARE il dibattito e azioni coordinate tese a garantire il rispetto dei diritti umani;

RAFFORZARE il ruolo e le risorse degli organismi internazionali (UNHCR, OIM);

LANCIARE una campagna d’informazione presso le comunità dei Paesi dell’area tesa a promuovere i principi ispiratori e i contenuti dei trattati e Convenzioni internazionali, i valori della solidarietà, in particolare la comprensione del senso della definizione di “profugo” nel contesto internazionale odierno;

SOLLECITARE i Governi a promuovere la cooperazione fra diversi livelli di azione politica e amministrativa: quartiere, città, Regioni, Stati centrali, Unione Europea, i Paesi delle altre aree geopolitiche e culturali, per arrivare alle Nazioni Unite;

IMPEGNARE le Istituzioni italiane a promuovere azioni politiche e diplomatiche tese a raggiungere questi obiettivi;

IMPEGNARE  altresì i Paesi dell’area anglofona e le Istituzioni italiane a definire politiche nuove nei settori dell’accoglienza agli immigrati e dell’integrazione, con la consapevolezza che l’immigrazione, in tutte le sue forme, si traduce in arricchimento per le società di accoglimento.

La Commissione Continentale dei Paesi anglofoni extraeuropei ritiene fondamentale operare per l’affermazione di un’idea sovranazionale di legalità e di cultura dei diritti.

 La Commissione, infine, PROPONE la istituzione di un osservatorio permanente dell’area anglofona, con studiosi dei fenomeni migratori, che si prefigga l’obiettivo di studiare, analizzare e promuovere ricerche sui nuovi flussi migratori e sull’evoluzione delle legislazioni nazionali e sovranazionali in questo settore.