Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 149 del 29/5/2002
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(Esigenze di manodopera stagionale extracomunitaria delle aziende agricole - n. 3-01001)

PRESIDENTE. L'onorevole Crosetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01001 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, signor ministro, la risposta precedente soddisfaceva in parte la presente interrogazione. Alle preoccupazioni del collega vorrei però aggiungerne un'altra riguardante le procedure burocratiche. Come lei sa molto bene, i lavoratori stagionali devono essere utilizzati in tempi certi; quando si parla di vendemmia o di raccolta, non si può pensare ad un ritardo di


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un mese o due. Dunque, un'esigenza forte proveniente dal mondo agricolo, oltre all'apertura del numero che lei prima ha già certificato, è la possibilità di svolgere velocemente le pratiche che consentano di immettere gli extracomunitari nel lavoro regolare.
Vorrei sapere quali siano, da questo punto di vista, gli atti che il suo Ministero sta ponendo in atto.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, poiché si tratta di lavoro stagionale è corretta la preoccupazione relativa alla realizzazione delle procedure in tempi molto rapidi, perché il lavoro stagionale riguarda periodi che durano da sei a nove mesi. Voglio aggiungere ai dati citati prima che, per venire incontro alle aziende, abbiamo stabilito che al lavoratore extracomunitario che entri per lavoro stagionale in primavera e poi entri nuovamente in autunno, essendo, nel frattempo, tornato nel proprio paese di origine, viene imputata una sola quota di ingresso e non due. Questo problema è stato posto negli anni passati ed ora è stato risolto.
Rimane il problema della sicurezza perché vogliamo evitare che gli extracomunitari che vengono per lavorare, soprattutto i lavoratori stagionali, alla fine del contratto, del periodo di lavoro, rimangano e non tornino nel loro paese, e vorremmo anche risolvere il problema dello snellimento delle procedure. Per questo motivo, nel corso dell'emanazione dei decreti, abbiamo preso un provvedimento che io reputo interessante: abbiamo costituito un tavolo di confronto permanente con le associazioni di categoria interessate ai lavori stagionali. Dunque, il ministero e le associazioni effettuano un monitoraggio costante della situazione al fine di valutare il fabbisogno dei lavoratori extracomunitari e di stabilire se le procedure attuate siano semplici, eventualmente semplificandole laddove non lo fossero e soprattutto studiando l'introduzione di un sistema informatizzato per la gestione del sistema dei permessi per il lavoro stagionale che, concordato con le associazioni di categoria, le province, le regioni e gli enti locali, ci permetterà, nel giro di poche settimane, di sostituire le vecchie procedure che portavano a tempi francamente incompatibili con questo tipo di lavoro.
Crediamo che il lavoro sia stato impostato correttamente (limitatamente al lavoro stagionale, per il resto sarà l'applicazione della nuova legge a stabilire le procedure) e riteniamo di essere intervenuti, sia per quanto riguarda il contingente, sia per quanto riguarda le procedure, nel modo più rapido ed efficace possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Crosetto ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha a disposizione due minuti.

GUIDO CROSETTO. Onorevole ministro, la ringrazio per la sua risposta. Ritengo che le azioni intraprese dal ministero vadano nella giusta direzione e concordo con le esigenze di sicurezza che sono legate alla presenza dei lavoratori extracomunitari quando questi terminano lo svolgimento del proprio impiego. A mio avviso, penso sia comunque necessario differenziare tra lavori specializzati e non specializzati. L'Italia è caratterizzata, consentitemi il termine, da questa importazione temporale di manodopera che fa capo a due differenti tipologie di lavoro: la prima tipologia richiede una manodopera specializzata (penso, ad esempio, alla mia zona, quella in cui sono stato eletto, ed agli interventi sulle viti che lì sono richiesti), che fa sì che ogni anno tornino le stesse persone. Vorrei che si trovasse il modo di rendere semplice questo ritorno, anno per anno, dei medesimi lavoratori. La seconda tipologia richiede, invece, una manodopera non specializzata (penso a quella occupata in altri settori dell'agricoltura o nell'attività di allevamento). Per la prima, che è limitata a particolari stagioni dell'anno - spesso di durata temporale molto ridotte - e che coinvolge


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sempre i medesimi lavoratori, bisognerebbe elaborare un sistema diverso rispetto a quello che viene attuato per la manodopera ordinaria.

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