I Commissione - Resoconto di giovedĪ 21 marzo 2002


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SEDE REFERENTE

Giovedì 21 marzo 2002. - Presidenza del presidente Donato BRUNO indi del vicepresidente Gianclaudio BRESSA. - Interviene il sottosegretario di Stato per le riforme istituzionali Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 13.30.

Sull'ordine dei lavori.

Carlo LEONI (DS-U), con riferimento alla richiesta avanzata nella seduta di ieri sullo svolgimento di audizioni volte ad approfondire la materia oggetto del disegno di legge sull'immigrazione, pur concordando sull'opportunità rappresentata dal presidente di evitare inutili duplicazioni, non esclude l'eventualità che in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si convenga sull'esigenza di tenere ulteriori audizioni. Ritiene pertanto opportuno proseguire l'esame preliminare del provvedimento dopo le audizioni che dovessero essere previste.
Fa quindi presente che a partire dalle 15 i deputati della sua parte politica saranno interessati da impegni di gruppo.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) si associa alle considerazioni del deputato Leoni in merito al provvedimento in materia di immigrazione e di asilo. Ai fini dell'organizzazione dei lavori, fa quindi presente che intende svolgere un intervento nell'ambito della discussione sulla modifica all'articolo 27 della Costituzione.

Donato BRUNO, presidente, assicura che consentirà interventi di carattere generale sul disegno di legge sull'immigrazione anche dopo lo svolgimento delle audizioni che dovessero essere previste.

La seduta, sospesa alle 13.40, è ripresa alle 14.25.

Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.
C. 2454 Governo, approvato dal Senato, C. 11 d'iniziativa popolare, C. 16 d'iniziativa popolare, C. 387 Volontè, C. 457 Cento, C. 1413 La Russa, C. 1692 Buemi e C. 1792 Sinisi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta di mercoledì 20 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri è stata svolta la relazione.

Marcello PACINI (FI) rileva preliminarmente che il disegno di legge C. 2454 corre il rischio di non essere valutato con riferimento ai suoi reali contenuti, come emerge dall'accusa di razzismo rivolta al testo da ambienti diversi, sia intellettuali sia economici, mentre perfino da parte dei vescovi è venuto un invito alla riflessione. Osservato che anche l'andamento del confronto presso il Senato ha evidenziato un atteggiamento di diffidenza ed una lettura impropria ed ingiusta della normativa, ritiene doveroso considerare il reale contenuto della stessa, al di là del contesto di forte ideologizzazione determinatosi negli ultimi mesi, in primo luogo alla luce del rapporto con l'Europa.
Benché il trattato di Amsterdam preveda l'impegno ad arrivare ad una politica comune in tema di immigrazione, non esistono ancora direttive su tale materia: peraltro, se si esclude il caso della Spagna,


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paesi quali Francia, Germania e Gran Bretagna non prevedono la determinazione di quote, ma consentono ingressi nominativi specificamente disciplinati in relazione, tra l'altro, alla richiesta di asilo o di talune prestazioni lavorative. Per il lavoratore generico, quindi, le frontiere sono chiuse.
Nel rilevare che l'allargamento ad Est dell'Unione europea determinerà l'inclusione di paesi a forte vocazione migratoria, quale ad esempio la Polonia, ritiene che a prevalere non sarà il regime delle quote, ma l'orientamento già accolto da Francia, Germania e Gran Bretagna. Peraltro, il meccanismo delle quote, improntato a suo avviso a criteri iperliberisti, costringe gli immigrati a gestire l'incontro con il mercato del lavoro italiano andando incontro, oltre ai problemi di prima assistenza, affrontati in larga misura dal volontariato, ad abusi da parte dei datori di lavoro ed a notevoli difficoltà, anche di tipo alloggiativo. Ciononostante, il ricorso alle quote viene ritenuto degno di un sistema democratico, mentre ha rappresentato un metodo per far fronte all'emergenza.
Esprime quindi forti perplessità in ordine alla capacità della normativa attualmente vigente di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro: a tale proposito considera il rifiuto di accettare talune occupazioni sintomo di un equilibrio imperfetto tra salari e prestazioni, come si riscontra ad esempio nel caso dell'attività infermieristica.
Nel sottolineare come il disegno di legge sia volto a favorire il processo di integrazione, anche prevedendo l'obbligo per il datore di lavoro di assicurare all'immigrato un alloggio, ritiene quindi che esso può semmai essere considerato utopico rispetto ai fini che si propone.
Un ulteriore problema è costituito dalle modalità attraverso le quali controllare il fenomeno dell'immigrazione, anche considerando la spinta migratoria che caratterizza i paesi del Mediterraneo, conseguenza dei primi stimoli di progresso economico emergenti in quelle aree. Tale tendenza delinea uno scenario nel quale nessuna quota soddisferebbe le pressioni esistenti.
In questo contesto, il provvedimento adotta la linea di incentivare la formazione professionale nei paesi di origine, in coerenza con la logica della solidarietà internazionale. Rilevato che negli ultimi anni, anche per effetto del fenomeno dell'immigrazione, è venuto meno il nesso virtuoso tra costo del lavoro e produttività, ricorda l'effetto positivo sull'economia locale indotto in Romania con la creazione in quel paese da parte di imprenditori veneti di un distretto industriale, ritenendo che al trasferimento di attività produttive nei paesi in via di sviluppo debba essere a tutt'oggi riconosciuto una valenza positiva. Per altro verso, il fenomeno dell'immigrazione deve essere valutato sotto il profilo del suo impatto complessivo sul sistema economico nazionale. Nell'evidenziare pertanto l'esigenza di introdurre limiti e parametri anche per gli imprenditori, i quali debbono essere chiamati a sostenere taluni costi cui far fronte attraverso l'organizzazione produttiva, paventa il rischio di una privatizzazione dei profitti a fronte di una socializzazione dei costi.

Alberto DI LUCA (FI) concorda con il deputato Pacini nel ritenere che il provvedimento del Governo sia stato oggetto di una demonizzazione frutto di una scarsa conoscenza del testo.
Nel sottolineare l'inefficacia della cosiddetta legge Turco-Napolitano, a fronte di un fenomeno, quello dell'immigrazione, che ha connotati positivi e che comunque la globalizzazione rende inevitabile, ritiene quello della clandestinità un problema diverso. Fermo restando il rifiuto a considerare il clandestino un criminale, osserva che la necessità di assicurarsi la sopravvivenza rende lo straniero facile preda delle organizzazioni criminose. È dunque opportuno porre un argine a tale fenomeno attraverso il passaggio dal permesso di soggiorno al contratto di lavoro obbligatorio, quale garanzia, in primo luogo per lo stesso straniero, di avere


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assicurato un mezzo di sostentamento: la vera solidarietà si esprime infatti assicurando all'immigrato un lavoro ed un alloggio.
Prescindendo dal merito dell'articolato, ritiene che l'Italia rappresenti una meta preferenziale per le organizzazioni che gestiscono il traffico degli immigrati in quanto la sua legislazione viene considerata particolarmente debole, considerato che il provvedimento di espulsione conseguente al trattenimento dello straniero presso i centri di accoglienza in attesa di una sua identificazione certa rimane spesso fine a se stesso. Sotto questo profilo, ricordato che il disegno di legge porta da trenta a sessanta giorni il periodo massimo di trattenimento, ritiene opportuno valutare un'ulteriore proroga di questo periodo, sia ai fini dell'identificazione dello straniero sia in quanto una tale previsione avrebbe un effetto dissuasivo.

Gianclaudio BRESSA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Sospende quindi brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15.05.

Modifica all'articolo 27 della Costituzione.
C. 1436 Boato, C. 2110 Pisapia e C. 2351 Zanettin.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta di martedì 12 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 12 marzo 2002 è stata svolta la relazione.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) ricorda che la pena di morte, abolita già con l'approvazione del codice Zanardelli e poi ripristinata durante il regime fascista, ha trovato definitiva esclusione con l'articolo 27 della Costituzione, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra. Tale previsione deve essere espunta dalla Carta fondamentale: ad imporlo è la storia culturale e giuridica dell'Italia, patria di Cesare Beccaria, il filosofo che per la prima volta ha fornito argomenti razionali contro la pena di morte in contrasto con il pensiero fino ad allora prevalente nel mondo occidentale, che ha sempre considerato, fin dai tempi di Platone, la pena di morte naturale. Il concetto di mitezza della pena, accompagnata dalla certezza della stessa, affermato da Beccaria, ha dunque costituito un'autentica svolta rispetto ad una sorta di filo rosso che ha unito i filosofi del diritto ed ha costituito un elemento di riflessione già per le monarchie della fine del settecento, come si evince dagli scritti di Caterina II di Russia.
Al di là delle teorie etiche ed utilitaristiche, riconduce il proprio rifiuto della pena di morte a ragioni culturali che trovano riferimento nel comandamento che impone di non uccidere, con tutti i suoi corollari.
Auspica in conclusione la rapida approvazione della modifica costituzionale proposta, che interviene a completare il disegno costituzionale predisposto all'indomani del secondo conflitto mondiale e che, sancendo la totale scomparsa della pena di morte, rappresenterebbe un progresso sul versante giuridico, civile e penale.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Commissione d'inchiesta sul «Dossier Mitrokhin».
C. 2121, approvata dal Senato.
(Seguito esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta di martedì 12 marzo 2002.


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Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 12 marzo 2002 è stato svolto un intervento di carattere generale.
Nessun altro chiedendo di intervenire, propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame la proposta di legge C. 2121, approvata dal Senato.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) dichiara la propria astensione quale espressione non di una preclusione assoluta, ma delle perplessità per l'indirizzo seguito nella fase iniziale della legislatura, che ha visto il proliferare di Commissioni di inchiesta su argomenti che potrebbero essere oggetto, a suo avviso, di un'unica indagine e su iniziativa della maggioranza, laddove l'istituzione di una Commissione di inchiesta costituisce uno strumento prevalentemente dell'opposizione.

Graziella MASCIA (RC) ritiene l'istituzione della Commissione d'inchiesta inutile alla luce del contenuto del dossier Mitrokhin, nonché ai fini dell'individuazione di misure di prevenzione.
Si dichiara pertanto contraria all'adozione della proposta di legge C. 2121 quale testo base.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) si associa alle considerazioni espresse dal deputato Boato.

Sesa AMICI (DS-U) dichiara la propria astensione.

La Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito dell'esame la proposta di legge C. 2121, approvata dal Senato.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedì 9 aprile 2002, alle 12.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 21 marzo 2002. - Presidenza del presidente Pierantonio ZANETTIN. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Cesare Cursi.

La seduta comincia alle 15.30.

Decreto-legge 7/02: Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale.
C. 2523 Governo.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame.

Giulio SCHMIDT (FI), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge nel testo trasmesso dal Senato, che si compone di tre articoli, oltre quello relativo all'entrata in vigore, aventi ad oggetto misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale, misure per favorire la contendibilità dell'offerta nel mercato dell'energia e disposizioni concernenti gli oneri generali del sistema elettrico.
Rilevato che le disposizioni del disegno di legge incidono sulle materie della produzione, del trasporto e della distribuzione dell'energia e del governo del territorio che l'articolo 117, terzo comma, demanda alla competenza legislativa concorrente, prende atto che il comma 1 dell'articolo 1 connota come transitoria la disciplina dettata dallo stesso articolo stabilendo altresì una data ultima per la vigenza della stessa in attesa della determinazione dei principi fondamentali della materia in attuazione dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Rileva inoltre che le autorizzazioni previste dallo stesso articolo 1 saranno rilasciate dal Ministero delle attività produttive a seguito di un procedimento unico al quale partecipano anche le amministrazioni locali interessate. Per altro verso, la disciplina speciale e derogatoria delle normative


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in materia dettata dall'articolo 1 del disegno di legge in esame viene motivata dalla necessità di evitare l'imminente pericolo di interruzione di fornitura di energia elettrica su tutto il territorio nazionale. Ritiene che tale disciplina, considerata la necessità della fornitura di energia per il normale dispiegarsi della vita sociale e civile, possa rientrare per taluni aspetti anche nella materia della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e che l'articolo 117 della Costituzione demanda alla competenza legislativa esclusiva dello Stato.
Preso atto che in tale materia l'esercizio da parte dello Stato di funzioni amministrative può essere giustificato, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, dall'esigenza di garantire su tutto il territorio i medesimi principi per il rilascio di autorizzazioni alla costruzione e l'esercizio di impianti di energia di elevata potenza anche alla luce della evidenziata esigenza di evitare, attraverso una disciplina speciale e transitoria, il pericolo di interruzione di fornitura della stessa, rileva che la disciplina recata dagli articoli 1-bis e 1-ter incide sulle materie della tutela della concorrenza e della tutela dei mercati finanziari che l'articolo 117, secondo comma, demanda alla competenza legislativa esclusiva dello Stato.
Propone quindi di esprimere un parere favorevole (vedi allegato 1), in considerazione della particolare fase di transitorietà tra l'entrata in vigore del nuovo titolo V della parte seconda della Costituzione e il reale esercizio della potestà legislativa concorrente attribuita alle regioni.

Sesa AMICI (DS-U) rileva che secondo una diffusa opinione giurisprudenziale in attesa della determinazione dei principi fondamentali valgono le norme precedentemente vigenti. Chiede pertanto che le considerazioni svolte nella premessa al parere vengano formulate sotto forma di osservazioni.

Graziella MASCIA (RC) dichiara di concordare con il deputato Amici.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) dichiara di non poter esprimere voto favorevole sulla proposta del relatore, oltreché per le considerazioni svolte dal deputato Amici, per alcune perplessità sulla formulazione del comma 3 dell'articolo 1, laddove si prevede che l'autorizzazione di cui al comma 1 abbia effetto di variante degli strumenti urbanistici. Ritiene che tale formulazione ponga una rilevantissima questione di costituzionalità, oltre a suscitare rilievi di carattere generale relativamente alla disciplina introdotta dal nuovo articolo 117 della Costituzione in materia di competenza legislativa concorrente.
Invita pertanto il relatore a modificare la proposta di parere esprimendo sotto forma di osservazione, se non di condizione, un riferimento alla salvaguardia delle competenze in materia urbanistica violate dal comma 3 dell'articolo 1.

Giulio SCHMIDT (FI), relatore, con riferimento al rilievo del deputato Boato, osserva che l'introduzione da parte del Senato del comma 5-bis ha fortemente indebolito l'effetto invasivo prodotto dalla previsione normativa indicata dallo stesso deputato.
Anche in considerazione della particolare natura del provvedimento volto ad evitare l'imminente pericolo di interruzione di fornitura di energia su tutto il territorio nazionale, attraverso la costruzione e l'esercizio di impianti di elevata potenza dichiarati opere di pubblica utilità, ritiene di confermare l'espressione di un parere favorevole, ritenendo che nella successiva fase di esame del provvedimento l'Assemblea potrà svolgere un esame approfondito della materia.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) rilevata favorevolmente l'introduzione del comma 5-bis dell'articolo 1, osserva che tale riferimento normativo risulterebbe comunque implicito in quanto le disposizioni degli statuti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano


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sono norme di rango costituzionale. Mantiene comunque le riserve precedentemente espresse in quanto la previsione riguardante l'effetto di variante degli strumenti urbanistici prodotto dalla dichiarazione di opera di pubblica utilità riguarda anche le regioni a statuto ordinario, che potrebbero impugnare la previsione normativa di fronte alla Corte costituzionale.

Giannicola SINISI (MARGH-U) dichiara la propria astensione sulla proposta di parere alla luce delle preoccupazioni espresse dal deputato Schmidt, pur non potendo esprimere parere favorevole in considerazione dell'impatto sugli enti locali sotto il profilo del rispetto non solo delle competenze legislative concorrenti, ma anche del principio dell'autonomia finanziaria sancito dall'articolo 119 della Costituzione.

Giulio SCHMIDT (FI), relatore, sottolinea che l'espressione di un parere favorevole risponde all'esigenza di consentire un ampio dibattito da parte dell'Assemblea sul provvedimento in esame, di cui sottolinea l'importanza per la definizione di alcune rilevanti questioni.
Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Disposizioni in materia di revisione dei processi penali a seguito di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Testo unificato C. 1447 Mario Pepe e C. 1992 Cola.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame.

Francesco Nitto PALMA (FI), relatore, illustra il contenuto del testo unificato, diretto a consentire l'esperimento del mezzo straordinario di impugnazione di una sentenza passata in giudicato qualora la Corte europea dei diritti dell'uomo abbia accertato con sentenza che nel corso del giudizio sono state violate le disposizioni di cui all'articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Non essendovi nulla da osservare relativamente ai profili di competenza della Commissione, propone, di esprimere parere favorevole (vedi allegato 2).

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) dichiara di condividere la proposta di parere del relatore su un testo che consente di colmare una grave lacuna dell'ordinamento dopo la tempestiva ratifica della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Esprime tuttavia perplessità sulla previsione di cui alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 1, secondo cui la richiesta di revisione ai sensi dell'articolo 630-bis è inammissibile se la violazione delle disposizioni richiamate non abbia avuto incidenza rilevante sulla decisione e se non permangono gli effetti negativi dell'esecuzione della sentenza di condanna; ritiene infatti che tale previsione presupponga un margine di discrezionalità della corte d'appello.

Giannicola SINISI (MARGH-U) dichiara voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, considerando ragionevole l'introduzione di un principio di valutazione della violazione del diritto di difesa.
I deputati Sesa AMICI (DS-U) e Graziella MASCIA (RC) dichiarano voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Procreazione medicalmente assistita.
Testo unificato C. 47 Giancarlo Giorgetti ed abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni - Parere su emendamenti).

Il Comitato inizia l'esame.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, illustra il contenuto del testo unificato adottato dalla XII Commissione come testo base.


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Propone quindi di esprimere un parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 3).

Giannicola SINISI (MARGH-U) evidenzia la difficoltà di procedere nell'esame in sede consultiva del testo unificato in considerazione del fatto che la Commissione di merito sta modificando il testo medesimo. Evidenzia pertanto l'opportunità di attendere per l'espressione del parere che la disciplina in esame sia stata compiutamente definita dalla XII Commissione.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, fa presente che, qualora il testo venisse modificato, verrebbe nuovamente sottoposto all'esame della Commissione.

Francesco Nitto PALMA (FI) esprime perplessità sull'esame di un testo destinato ad essere modificato.

Graziella MASCIA (RC) sottolinea l'esigenza di esaminare il testo nella stesura definitiva, al di là delle valutazioni di ordine procedurale, per ragioni di opportunità politiche.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, prospetta motivazioni di urgenza nell'espressione del parere in considerazione della prevista calendarizzazione del provvedimento per l'esame da parte dell'Assemblea.

Sesa AMICI (DS-U) si associa alle considerazioni svolte circa l'opportunità di esprimere il parere una volta che il testo sia stato definito.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, ribadisce che il testo, una volta emendato, potrà essere nuovamente sottoposto all'esame della Commissione, qualora i tempi imposti dal calendario dei lavori dell'Assemblea lo rendano possibile.

Giulio SCHMIDT (FI) sottolinea che il parere della I Commissione sul testo unificato può costituire un elemento di valutazione per la Commissione di merito.

Giannicola SINISI (MARGH-U), espressa preliminarmente disponibilità rispetto alle deliberazioni che verranno assunte sul piano procedurale, sottolinea che il testo unificato è già stato emendato dalla Commissione di merito indipendentemente dal contributo della I Commissione, evidenziando altresì la delicatezza sotto il profilo costituzionale e dell'espressione della libertà di coscienza delle questioni affrontate dal provvedimento in esame.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, ritiene opportuno che la Commissione per l'intanto si esprima sul testo unificato, salva restando la possibilità di pronunciarsi nuovamente sullo stesso ove modificato.

Sesa AMICI (DS-U) esprime apprezzamento sulla proposta di parere del relatore, con particolare riferimento alla seconda osservazione in esso contenuta.

Giannicola SINISI (MARGH-U) ritiene che i rilievi contenuti nelle due osservazioni debbano essere espressi attraverso condizioni per ragioni di congruenza con il merito degli stessi che attengono ad una violazione della potestà regolamentare delle regioni come prevista dall'articolo 117, sesto comma, della Costituzione, nonché alla violazione del principio di legalità e di determinatezza della fattispecie penale di cui all'articolo 25 della Costituzione.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U), dichiarato di condividere la richiesta del deputato Sinisi di trasformazione delle osservazioni in condizioni, osserva che il riferimento di cui al comma 1 dell'articolo 1 ai diritti «in particolare del concepito» non trova riscontro nei principi fondamentali della Costituzione e in particolare nell'articolo 2. Ritiene pertanto che la proposta di parere debba essere integrata con un rilievo critico in proposito, espresso sotto la forma di osservazione o di condizione.

Graziella MASCIA (RC), nell'associarsi all'ulteriore richiesta del deputato Boato,


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evidenzia i numerosi profili problematici connessi alla individuazione di diritti riguardanti il concepito che potrebbero entrare in conflitto con quelli di tutti gli altri soggetti coinvolti.

Francesco Nitto PALMA (FI), con riferimento alla previsione di cui al comma 1 dell'articolo 9, riguardante il divieto del disconoscimento della paternità, osserva che tale diritto di disconoscimento può essere esercitato anche dal figlio unicamente nei casi in cui ciò sia consentito al padre, ai sensi dell'articolo 244 del codice civile. Si chiede pertanto se il divieto di cui al comma 1 dell'articolo 9 non comporti una limitazione della capacità disconoscitoria del figlio.
Manifesta quindi perplessità sulla possibilità di formulare come osservazione piuttosto che come condizione il secondo rilievo contenuto nella proposta di parere, relativo all'opportunità di valutare le disposizioni dei primi due commi dell'articolo 12 sotto il profilo della conformità ai principi di cui agli articoli 3 e 25 della Costituzione.

Sesa AMICI (DS-U)dichiara di condividere i rilievi espressi dai deputati Boato e Mascia, osservando altresì che le considerazioni svolte dal deputato Palma sulla questione del disconoscimento della paternità rendono necessaria una riflessione più approfondita sul testo.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, ritiene di poter accogliere la richiesta di trasformare le osservazioni contenute nella proposta di parere in condizioni.
Ritiene invece di non aderire alla proposta avanzata dal deputato Boato circa la formulazione di un'osservazione riguardante il comma 1 all'articolo 1.
Quanto alle considerazioni svolte dal deputato Palma sul divieto del disconoscimento di paternità, di cui al comma 1 dell'articolo 9, osserva che le osservazioni, pur pertinenti, non attengono alla competenza della I Commissione.

Giannicola SINISI (MARGH-U) manifesta l'intenzione di non partecipare alla votazione sulla proposta di parere del relatore, riservandosi una riflessione aggiuntiva sul testo unificato, che presenta profili problematici, tra cui evidenzia quello riguardante la tutela del concepito, di cui al comma 1 dell'articolo 1, e la previsione di cui all'articolo 5.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) preso atto positivamente della disponibilità manifestata dal relatore a modificare la proposta di parere trasformando le osservazioni in condizioni, ritiene che la Commissione dovrebbe evidenziare, sotto forma di osservazione o di condizione, l'opportunità di riformulare il comma 1 dell'articolo 1 sopprimendo il riferimento ai diritti «in particolare del concepito», in quanto contrastante con gli articoli 2, 30 e 32 della Costituzione.

Francesco Nitto PALMA (FI) manifesta disagio per la difficoltà, attesa la ristrettezza dei tempi, di approfondire adeguatamente la riflessione su un tema particolarmente delicato. Rilevata la fondatezza delle problematiche sollevate dal deputato Boato, esprime perplessità sulla conformità costituzionale della previsione di cui al comma 1 dell'articolo 1, osservando i diritti del concepito richiamati dal provvedimento in esame potrebbero includere quello di non essere soggetto passivo dell'interruzione di gravidanza; inoltre, nel momento in cui il concepito assume figura giuridica si determinerebbe una disparità di trattamento rispetto al concepito nell'ambito di una fecondazione non assistita.

Remo DI GIANDOMENICO (UDC) manifesta la difficoltà di pronunciarsi su una tematica che investe questioni attinenti alla valutazione o meno dell'embrione come soggetto umano. Evidenziato che la distinzione tra uomo e persona umana contenuta rispettivamente negli articoli 2 e 32 della Costituzione non è solo nominalistica, ritiene che, al di là del dato semantico, l'articolo 2 introduca una garanzia di portata generale.


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Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, in considerazione del previsto svolgimento di audizioni nel quadro dell'indagine conoscitiva sulle problematiche inerenti il servizio civile nazionale, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 17.10, è ripresa alle 21.15.

Pierantonio ZANETTIN (FI), presidente relatore, avverte che sono stati trasmessi dalla XII Commissione alcuni emendamenti approvati nel corso della seduta odierna ai fini dell'espressione del parere.
Riformula quindi la proposta di parere (vedi allegato 4).

I deputati Marco BOATO (Misto-Verdi-U), Graziella MASCIA (RC), Sesa AMICI (DS-U), Francesco Nitto PALMA (FI) e Nuccio CARRARA (AN) dichiarano voto favorevole sulla nuova proposta di parere formulata dal relatore.

Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 21.20.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 21 marzo 2002. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 17.15.

Indagine conoscitiva sulle problematiche inerenti al funzionamento del Servizio civile nazionale.

Audizione dei rappresentanti della Consulta nazionale del servizio civile, della Conferenza nazionale degli Enti di servizio civile e dell'Associazione obiettori non violenti e della Lega obiettori di coscienza.
(Svolgimento e conclusione).

Donato BRUNO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce quindi l'audizione.

Licio PALAZZINI, presidente della Consulta nazionale per il servizio civile, Massimo PAOLICELLI, presidente dell'Associazione obiettori non violenti, Enrico BORRELLI, portavoce dell'Associazione obiettori non violenti, Cristina NESPOLI, presidente della Conferenza nazionale degli Enti di servizio civile e Roberto MINERVINO, vicepresidente della Lega obiettori di coscienza svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

I deputati Nuccio CARRARA (AN), Marco BOATO (Misto-Verdi-U), Piero RUZZANTE (DS-U) e Michele SAPONARA (FI) intervengono formulando osservazioni e ponendo quesiti, ai quali rispondono Enrico BORRELLI, portavoce dell'Associazione obiettori non violenti, Cristina NESPOLI, presidente della Conferenza nazionale degli Enti di servizio civile e Licio PALAZZINI, presidente della Consulta nazionale per il servizio civile.

Il deputato Filippo MANCUSO (FI) pone un'ulteriore questione, cui risponde Roberto MINERVINO, vicepresidente della Lega obiettori di coscienza.

Donato BRUNO, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

Audizione dei rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, dell'Associazione nazionale comuni italiani e dell'Unione delle province d'Italia.
(Svolgimento e conclusione).

Donato BRUNO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne


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dispone l'attivazione. Introduce quindi l'audizione.

Antonio DE POLI, assessore agli affari sociali della regione Veneto e Nicola FRUGIS, membro dell'ufficio di presidenza dell'UPI svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

I deputati Nuccio CARRARA (AN) e Marco BOATO (Misto-Verdi-U) intervengono ponendo quesiti, cui rispondono Antonio DE POLI, assessore agli affari sociali della regione Veneto, Angelo PASSALEVA, vicepresidente della regione Toscana e Andrea MARISALDI, funzionario della regione Emilia-Romagna.

I deputati Giannicola SINISI (MARGH-U) e Giampiero D'ALIA (UDC) intervengono svolgendo considerazioni e ponendo quesiti, cui risponde Nicola FRUGIS, membro dell'ufficio di presidenza dell'UPI.

Donato BRUNO, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 18.50.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 21 marzo 2002. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi.

La seduta comincia alle 18.55.

Schema di decreto legislativo recante disciplina del servizio civile nazionale.
Atto n. 85.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta di giovedì 14 marzo 2002.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 14 marzo 2002 è stata svolta la relazione sullo schema di decreto legislativo, nonché alcuni interventi di carattere generale.

Nuccio CARRARA (AN), relatore, con riferimento ai rilievi espressi in ordine al previsto orario che non può risultare inferiore a 36 ore settimanali, osserva che la legge delega stabilisce forti analogie con il servizio militare anche relativamente all'orario di servizio.
Ritiene inoltre che le considerazioni svolte nel corso delle audizioni dai rappresentanti delle regioni e delle province siano da ricondurre ad una lettura parziale dell'articolo 1 dello schema di decreto legislativo che non ha tenuto conto della previsione di cui alla lettera a).
Per quanto riguarda la prestazione del servizio civile da parte di stranieri residenti in Italia, evidenzia la necessità di valutare tale disposizione alla luce dell'articolo 52 della Costituzione.
Propone infine di esprimere un parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 5).

Donato BRUNO, presidente, avverte che è stata presentata dai deputati Ruzzante e Leoni una proposta alternativa di parere (vedi allegato 6).

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) evidenzia l'opportunità di sospendere i lavori al fine di consentire l'espressione di una posizione comune.

La seduta, sospesa alle 19.05, è ripresa alle 19.20.

Piero RUZZANTE (DS-U), espressa soddisfazione per il funzionamento dell'istituto dell'obiezione di coscienza, evidenzia l'opportunità di dare risposta all'esigenza rappresentata dal rilevante numero di giovani che nei quattro anni precedenti la


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definitiva abolizione del servizio di leva presenteranno domanda per svolgere il servizio alternativo a quello militare.
Viceversa, qualora il termine previsto per tale soppressione venisse anticipato, il decreto legislativo potrebbe registrare un ritardo nella fase di avvio della nuova esperienza, per cui occorrerebbe anticipare alcuni aspetti della sperimentazione.
Con riferimento al parere espresso sullo schema di decreto legislativo dalla Commissione difesa, dichiara di non condividere le valutazioni critiche della stessa sul valore sostitutivo dell'esperienza del servizio civile, sulla previsione riguardante la possibilità di prestazione del servizio stesso da parte di stranieri residenti in Italia, nonché sulla prospettata sperequazione a danno degli appartenenti delle Forze armate con riferimento alla possibilità di inserimento nella pubblica amministrazione.
Valuta positivamente alcuni aspetti della normativa in esame, quali l'equiparazione dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea, la prevista possibilità di prestazione da parte di stranieri residenti in Italia, l'estensione del servizio al personale femminile, la possibilità di svolgere attività in enti ed amministrazioni operanti all'estero, l'aspetto dei crediti formativi ai fini del conseguimento di titoli di studio universitari.
Esprime al contrario perplessità sulla prevista durata del servizio, che non considera adeguata rispetto alle finalità che si intendono perseguire; l'eccessiva rigidità della norma, su questo come su altri profili, sembra rispondere ad una visione propria di un servizio obbligatorio.
Non condivide la prevista incompatibilità con lo svolgimento di attività di lavoro subordinato o autonomo e ritiene che un'eccessiva rigidità in materia di formazione non sia opportuna in considerazione della diversità delle attività svolte nell'ambito della prestazione del servizio civile.
Evidenziato il rischio di un eccessivo accentramento a livello nazionale, non condivide la previsione volta ad escludere l'esercizio del servizio civile per quanti abbiano subito una condanna anche se non definitiva.
Sottolineata l'introduzione di elementi di rigidità che non sono stati previsti nella fase di sperimentazione, per esempio, in riferimento all'impiego delle donne, rileva la necessità di prevedere, accanto ad incentivi di natura economica, prospettive riguardanti, per esempio, riserve di posti nell'ambito della pubblica amministrazione.
Esprime quindi perplessità sulla seconda osservazione contenuta nel parere del relatore che fa riferimento ad una previsione inserita nel disegno di legge n. 2122-bis, recante disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione, che non costituisce ancora legge dello Stato.
Non condivide inoltre lo spostamento del Fondo nazionale per il servizio civile le cui risorse opportunamente confluiscono ai sensi dell'articolo 11, comma 3 della legge n. 64 del 2001 nel Fondo nazionale per le politiche sociali.
Ricordato come nel corso delle audizioni svolte sia stata ripetutamente rappresentata l'esigenza di favorire una regionalizzazione nella gestione dei progetti di servizio civile, sottolinea che il provvedimento in esame risponde, oltreché ad un'esigenza del mondo associativo e degli enti locali, alla volontà dei giovani di vivere un'esperienza formativa e culturale e soprattutto all'interesse dei cittadini che potranno usufruire di servizi aggiuntivi.
Esprime infine l'augurio di un'attenta valutazione delle considerazioni svolte ai fini della definitiva stesura del decreto legislativo.

Filippo MANCUSO (FI) richiama l'attenzione della Commissione sull'aspetto riguardante l'introduzione di un concetto di incapacità per coloro che abbiano conseguito una condanna penale sebbene non passata in giudicato. Tale condanna determina uno status che ha esclusiva rilevanza processuale e non indica nell'individuo alcuna qualità negativa suscettibile di incidere sulla fruizione di un istituto


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generale; infatti, sotto l'aspetto non processuale è irrilevante in virtù della presunta non colpevolezza fino al passaggio in giudicato della sentenza. Nel caso particolare occorre poi considerare che rispetto ai giovani risulta particolarmente inopportuno un accanimento nella previsione negativa.

Giannicola SINISI (MARGH-U), preso atto che il relatore ha formulato nella proposta di parere solo osservazioni, confida nella valutazione da parte del ministro degli elementi emersi.
Sottolineato l'interesse che riveste la normativa oggetto dello schema di decreto legislativo, evidenzia il rischio di ricondurre allo Stato competenze, quali quelle inerenti la formazione professionale, spettanti alle regioni ed agli enti locali, nonché la necessità di tenere in maggiore considerazione le sollecitazioni provenienti dalla Conferenza Stato-regioni.
Con riferimento alla soppressione dell'Agenzia per il servizio civile reputa singolare fondare un'argomentazione su una legislazione ancora da introdurre, piuttosto che su quella vigente, rilevando altresì che la decisione in proposito debba essere affidata al Governo.
Invita quindi il relatore ad una riflessione in ordine alla terza osservazione contenuta nella parte dispositiva della proposta di parere, rilevando che il secondo comma dell'articolo 13 del decreto legislativo prevede espressamente la formazione professionale, che è materia di competenza regionale; il decreto potrebbe pertanto essere esposto ad una valutazione di incostituzionalità.
Nel ritenere condivisibile la previsione introdotta dal quinto comma dell'articolo 13, che stabilisce una riserva di posti nei concorsi relativi all'accesso nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale per chi abbia svolto il servizio civile per almeno dodici mesi nei predetti corpi, osserva che, al fine di evitare sperequazioni, analoga riserva potrebbe essere introdotta a favore dei volontari in ferma annuale delle forze armate.

Il ministro Carlo GIOVANARDI ribadisce che il servizio civile volontario, estraneo alla logica dell'obiezione di coscienza, rappresenta una scommessa il cui esito dipenderà anche dalla capacità di fornire ai giovani occasioni valide per prestare un impegno ad alto livello.
Quanto alla gestione attuale, ricorda di aver modificato la circolare emanata dal precedente Governo, che consentiva di fatto di evitare il servizio civile conseguente all'obiezione di coscienza attraverso il ricorso ad una mera offerta di lavoro.
Sottolinea quindi che la prestazione del servizio civile volontario risponde ad una logica diversa dall'attività di volontariato, che può essere svolta nell'ambito delle numerose associazioni esistenti, e comporta l'impiego dei giovani su scala nazionale. Il decreto legislativo prevede la predisposizione di progetti da parte delle regioni, ma l'eventuale concorso, ad esempio, in interventi di protezione civile, che possa rendersi necessario, richiede una disponibilità sostanzialmente a tempo pieno. Sussistono infatti anche esigenze organizzative e di coordinamento.
Sottolineata l'importanza conferita dal Governo al servizio civile, ricorda che gli interventi finora adottati sono stati concordati con le organizzazioni del volontariato, che hanno fornito indicazioni preziose, atteso che il progetto può decollare con il consenso dei soggetti destinati ad esserne protagonisti.

Piero RUZZANTE (DS-U) chiede la votazione per parti separate della proposta di parere del relatore.

Donato BRUNO, presidente, poiché tale richiesta è ammissibile solo con il consenso del relatore, chiede a quest'ultimo di pronunciarsi al riguardo.

Nuccio CARRARA (AN), relatore, accetta la richiesta di votazione per parti separate della sua proposta di parere.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U), nel dichiarare di sottoscrivere la proposta alternativa


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di parere a prima firma Ruzzante, ritiene condivisibili le osservazioni contenute ai punti 2) e 4) della parte dispositiva della proposta di parere del relatore. Manifesta invece contrarietà alle osservazioni di cui ai punti 1) e 3), auspicando che il Governo tenga conto del dibattito nel suo complesso.

Giannicola SINISI (MARGH-U) chiede al relatore se intenda mantenere la propria proposta di parere: in caso contrario, si associa alle considerazioni del deputato Boato.

Nuccio CARRARA (AN), relatore, premesso di avere già fornito diverse risposte alle questioni sollevate, osserva che il decreto legislativo deve ottemperare alla legge delega. Sottolineato che lo sforzo compiuto è stato in direzione del recepimento del principio di flessibilità relativamente all'orario di lavoro, pur non considerando le argomentazioni addotte prive di fondamento, ritiene che l'impegno nel sociale possa essere esercitato con modalità diverse dal servizio civile e che il decreto legislativo debba avere una sua coerenza.

Piero RUZZANTE (DS-U) dichiara che esprimerà voto contrario sulla parte motiva e sulle osservazioni di cui ai punti 1) e 3) della parte dispositiva della proposta di parere del relatore e favorevole sulle osservazioni di cui ai punti 2) e 4), precisando di aver presentato una proposta alternativa di parere al fine di contribuire alla stesura definitiva del testo del Governo, che auspica tenga conto delle considerazioni emerse dal dibattito.

Donato BRUNO, presidente, avverte che porrà in votazione dapprima la parte motiva della proposta di parere del relatore, quindi i punti 1) e 3) della parte dispositiva ed infine i punti 2) e 4) della medesima parte dispositiva.

La Commissione, con distinte votazioni, approva.

Donato BRUNO, presidente, avverte che la proposta alternativa di parere presentata dai deputati Ruzzante, Leoni, Boato e Mascia risulta pertanto preclusa.

La seduta termina alle 20.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20.10 alle 20.40.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Modifica all'articolo 11 della Costituzione in materia di partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
C. 2218 cost. Cè.