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Torino
9/3/2002
Ciao,
desidero comunicarTi, con questa lettera, che dopo tredici mesi di fredda permanenza presso un obitorio della nostra città (a causa di lunghe e complesse indagini giudiziarie) la salma di Tina Motoc può finalmente rientrare nella sua Terra – in Romania – dove abitano i suoi genitori e la sua bambina.
La
saluteremo sabato 23 marzo alle ore 11,00, presso la Parrocchia Gesù
Redentore –in Piazza Giovanni XXIII, Torino - da dove poi Tina
inizierà quel lungo viaggio di “ritorno” che avremmo
desiderato davvero diverso.
Era
giunta in Italia all’età di vent’anni. Come tante altre
ragazze dalla storia simile, Tina inseguiva il sogno di una Terra Promessa in
grado, da una parte, di riscattare la povertà estrema da cui proveniva
e, dall’altra, di garantire alla figlia un futuro meno disperato e,
proprio per questo, migliore. Il “sogno” però si è
infranto contro la drammatica realtà della “nuova”
schiavitù che tutti conosciamo anche sotto altri termini: tratta,
prostituzione forzata, sfruttamento disumano. Tina ha pagato con la vita il suo
desiderio di speranza riproponendoci un dramma dalle dimensioni enormi che solo
l’indifferenza si rifiuta di vedere. Numeri impressionanti dietro ai
quali si nascondono volti, storie di sofferenza e di povertà che non
possiamo più ignorare e che Tina oggi ci rappresenta e ci ripropone
affinché si riescano a individuare possibilità di giustizia oltre
qualsiasi strumentalizzazione ideologica o politica.
Anche
per questi motivi abbiamo deciso di “interrompere” le nostre
attività e i nostri impegni per salutare – insieme – Tina:
perché riteniamo doveroso non abbandonare e non dimenticare il Suo
sacrificio; perché non vogliamo che altre ragazze possano incontrare la
stessa sorte di Tina o altrettante privazioni di libertà, sfruttamento e
violenza in un prossimo futuro. Non possiamo (e non vogliamo) abituarci e
nemmeno rassegnarci a percorsi di ingiustizia che riducono persone a
“cose”.
Vogliamo
fermarci – tutti insieme e in silenzio – perché mai
più la Terra Promessa diventi la Terra che condanna a morte.
Esserci,
in questa circostanza, diventa – di conseguenza – umile richiesta
di perdono a Tina per tutto quello che non siamo riusciti a fare o a evitare;
diventa – allo stesso tempo - impegno oltre le parole; segno di un riscatto
possibile solo se ciascuno di noi ha la libertà, la passione e il
coraggio di fare la sua parte.
Nella
speranza di vederTi con noi, Ti ringraziamo per la sensibilità e la
capacità d’attenzione che sai sempre riservare per le situazioni
in cui è difficile intravedere la speranza. Insieme è possibile.
Ciao.
Grazie. Ti aspettiamo. Un forte abbraccio,
Don Luigi CiottiNOMI E NUMERIMAFIE