DA SAN FOCA A
BORGOMEZZANONE, ANCORA RIMPATRI COATTI DALLA PUGLIA
Questa mattina dal
centro operativo misto (C.O.M.) di Borgomezzanone (Fg) sono stati trasferiti
con destinazione Roma Fiumicino circa 180 persone di varia nazionalità.
Gli avvocati che erano entrati nei giorni scorsi nel centro denunciano che vi
erano recluse circa 300 persone provenienti da paesi come il Kurdistan iracheno
e lo Sri Lanka , in fuga da persecuzioni e da torture.Tutte le persone recluse
nel centro avevano raccontato di ciò che li aspettava al ritorno nel
loro paese e tutti avevano espresso la volontà di chiedere asilo.
I migranti sono
stati trattenuti nel centro di Borgomezzanone senza alcuna informazione sulla
possibilità di richiedere asilo in Italia, senza la possibilità di
parlare con le organizzazioni per i
diritti dei migranti, sottoposti a non meglio specificate audizioni
(fatte da chi? Dalla Questura? Da funzionari della Commissione centrale per il
riconoscimento dello status di rifugiato?).
E’ stato
“consentito” solo l’accesso ai Consoli dei paesi di
provenienza per identificarli e consentire i rimpatri.
Nessuna
comunicazione formale è stata inviata agli avvocati, che avevano
regolare mandato, sulla sorte dei loro assistiti.
E’ evidente
che i centri per migranti pugliesi (e non solo) sono luoghi sottratti ad ogni
forma di controllo democratico, in cui le persone che arrivano sono rinchiuse e
“nascoste” alla società, perché nessuno sappia le
ragioni della loro fuga.
Ai migranti che
sono arrivati in queste settimane in Italia è stato negato ogni diritto,
da quello di difesa al diritto di asilo.
Sono stati
trattenuti in centri che nessuna legge dello stato ha ancora previsto (centro
operativo misto, centro per richiedenti asilo), ma che funzionano tutti come
centri di permanenza temporanea.
Sono stati vittime
di una deportazione di massa, indegna di uno stato che si definisce di diritto,
in un clima di prova generale del ddl Bossi-Fini.
Chiediamo che tutte le organizzazioni per i diritti dei migranti, i parlamentari, i forum sociali, gli studenti, le realtà autorganizzate, ogni singolo si mobilitino affinché vi sia una costante informazione su ciò che avviene all’interno, la garanzia di accesso dall’esterno ai legali e alle associazioni e una capacità di azione concreta per l’affermazione dei diritti dei migranti.
Non più luoghi chiusi, non più luoghi di sospensione del diritto, qualunque sia il nome che viene attribuito dal governo (centri operativi misti, centri per richiedenti asilo, centri di permanenza temporanea).
TUTTI I centri DI DETENZIONE pugliesi devono essere chiusi, da
Borgomezzanone a San Foca.
Gruppo Lavoro
Rifugiati (Bari)
04/03/2002