Firenze, 15 gennaio 2001
Al Presidente del
Consiglio
Regionale della Toscana
Mozione
In data 02.11.2001
il Governo italiano ha presentato il D.d.L. 795 “Modifica alla normativa
di immigrazione ed asilo, attualmente” in discussione in Parlamento;
Tale disegno di
legge giunge a pochi anni dall’approvazione del Testo Unico 286/98,
basato sulla L.40/98 ed altre normative ad esso collegate, proponendosi non il
varo di una nuova ed organica legge, bensì l’approvazione di
specifiche norme che paiono in netto contrasto con i principi affermati nella
predetta legge;
La discussione sulle modifiche da apportare non può fare a meno
di contributi in più direzioni
ed a più livelli, specialmente:
- un confronto con gli esperti, le parti
sociali, i gruppi di solidarietà che in questi anni hanno validamente
contribuito non solo alla conoscenza del fenomeno migratorio, ma alla sua
gestione complessiva,
- una attenta verifica con le istituzioni ai
vari livelli, Regioni e Comuni in particolare, dei risultati raggiunti con
l’applicazione della legge in vigore,
- una puntuale ricognizione in sede europea
della normativa comune già approvata e del
poderoso corpo legislativo, in via di approvazione, in tema di ingressi
per lavoro, ricongiungimenti familiari, contrasto all’immigrazione
clandestina, standard minimo per le domande di asilo, status degli stranieri
titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo ed altro, tanto che
appare controproducente mettere mano oggi ad una normativa, perdipiù in
senso restrittivo, quando il nostro come tutti gli altri paesi europei dovranno
allinearsi ai nuovi indirizzi;
L’analisi fin qui svolta dagli operatori che in questi anni si
sono adoperati per una positiva integrazione, dalle organizzazioni del
volontariato, da quelle sindacali e da quelle rappresentanti il mondo
dell’impresa, mette in risalto come nel disegno di legge emerga una
“filosofia” volta a considerare l’immigrato un lavoratore
ospite precario e non una persona dotata di diritti e di doveri, e come ci si
proponga di introdurre misure di dubbia legittimità costituzionale, non
in sintonia con il quadro normativo europeo in fieri, che renderanno, peraltro, più
difficile la vita degli stranieri in regola, esponendoli pesantemente al
rischio di divenire clandestini.
Il Consiglio Regionale della Toscana,
valutato il D.d.L. 795, 02.11.2001 nella sua interezza, alla luce anche
della discussione avviata nazionalmente ed in ambito regionale,
formula le seguenti osservazioni di merito sui principiali punti del disegno di legge medesimo:
- Programmazione dei flussi. Va
salvaguardato il criterio fondamentale di regolazione dell’afflusso di
immigrati attraverso una programmazione attenta, di valenza triennale,
arricchita dall’apporto conoscitivo delle istituzioni decentrate,
responsabili delle politiche del lavoro, di concerto con le associazioni
dell’accoglienza e con le parti sociali. Positiva è la proposta di
anticipare al 31 dicembre il decreto che determina le quote per l’anno
successivo.
In questo senso non comprendiamo l’attuale
volontà di non procedere con l’annuale decreto se non al
completamento della discussione -che si annuncia non breve- in ciò
bloccando una parte fondamentale della legge, incentivando fenomeni di ingressi
di clandestini e provocando fortissimi disagi al mondo delle imprese.
- Istituto dello sponsor. Riteniamo che
questo peculiare modalità per l’inserimento nel mondo del lavoro
debba rimanere in vigore, in quanto si tratta di un fondamentale strumento sia
per la persona che entra in Italia, sia per favorire l’incontro tra
domanda ed offerta. Con tale strumento nella fase di inserimento si garantisce
anche qualsiasi costo (vitto, alloggio, salute) e si agevola un clima di
fiducia, fondamentale quando si tratta di prestazioni lavorative relative alla
cura degli anziani e dei bambini. Il lavoro domestico, in particolare, presenta
una particolarità tale da rendere necessarie regole più
rispondenti ai bisogni delle famiglie e, in tal senso, potrebbe essere prevista
la possibilità di effettuare in modo continuativo la chiamata
dall’estero, senza vincolarla alle quote o a periodi determinati.
- Contratto di soggiorno. Questo nuovo
istituto contrasta con la Convenzione Oil 143/1975 e con la nostra
Costituzione, artt. 35/40, volti a garantire in pari modo tutti i lavoratori a
prescindere dalla loro nazionalità e, soprattutto, con ogni processo di
integrazione e di cittadinanza. Riteniamo che ci si debba uniformare alle
direttive europee in via di definizione.
- Permesso e carta di soggiorno. Con la
nuova normativa verrebbe compromessa la stabilità di soggiorno degli
stessi lavoratori regolari, in quanto si riduce la durata dei permessi di
soggiorno e del loro rinnovo, il periodo che una persona ha per trovare un
nuovo lavoro in caso di licenziamento, mentre si allunga il lasso di tempo
necessario al rilascio della carta di soggiorno. Queste restrizioni e le
accresciute difficoltà nel disporre di un titolo produrranno
prevedibilmente una crescita del fenomeno della clandestinità. Pertanto,
riteniamo giusto mantenere il regime attuale, il quale risulta in sintonia con
tutte le proposte di direttiva dell’Ue. Per quanto riguarda la carta di
soggiorno, si ritiene utile che il suo rilascio sia trasferito al costituendo
sportello unico del quale apprezziamo l’introduzione, anche sulla scorta
di positive esperienze avviate localmente.
Parrebbe, piuttosto, di maggiore efficacia fare leva su altri strumenti: il controllo delle frontiere comuni con gli altri Stati dell’area Schengen, la stipula di accordi bilaterali o multilaterali di riammissione degli espellendi nei Paesi di origine o di provenienza, accordi con i Paesi di più forte migrazione verso l’Italia per collaborazioni economiche, di cooperazione allo sviluppo, di ingresso regolare di adeguate quote di lavoratori.
Inoltre, pare giusto incentivare ed attuare percorsi
di emersione e di regolarizzazione per i lavoratori immigrati che lavorano
irregolarmente. In questo senso il Consiglio Regionale della Toscana si
è già pronunciato con la Mozione n.284, approvata il 31 ottobre
2001.
- Diritto d’asilo. Il nostro Paese
necessita urgentemente di una normativa organica su questa problematica, anche
in attuazione dell’art 10 della Costituzione. Quanto al diritto
comunitario, sono già approvate o in fase di approvazione una serie di
Direttive nei confronti delle quali il Ddl non si mette in sintonia. Peraltro,
pare incongrua la sua trattazione, perdipiù con soli due articoli, in
calce alle norme sull’immigrazione.
L’importanza di questa problematica necessita
di una risposta più ampia ed organica. In tal senso parrebbe opportuno
rifarsi al Progetto di Legge 5381 “Norme in materia di protezione
umanitaria e di diritto di asilo” (che ha assorbito i PdL
3439-5463-5480-6018) già approvato alla Camera il 7 marzo 2001 e
trattato anche al Senato nella scorsa legislatura.
Per questi motivi,
- Sollecita il Parlamento italiano ad accogliere le osservazioni
sul Ddl n.795 in materia di immigrazione esposte nel presente testo e ad
approvare quanto prima la Legge sulla protezione umanitaria e il diritto di
asilo, partendo dal testo su cui, nella scorsa legislatura, si era registrata
una larga intesa;
Marisa Nicchi, Pieraldo Ciucchi, Luciano Ghelli, Varis Rossi, Erasmo D’Angelis, Fabio Roggiolani, Lucia Franchini, Bruna Giovannini, Alfonso Lippi