Immigrazione, misure ad hoc dal Consiglio dei ministri
Un Commissario contro i clandestini
Castelli: «Passo avanti per frenare gli sbarchi»

di Giulio Ferrari

Addio alla prassi dell’inettitudine e del cinismo, fardello di demagoghi e speculatori, nelle politiche sull’immigrazione: il Consiglio dei ministri ha approvato un pacchetto di misure che si sposeranno efficacemente alla legge Bossi-Fini, attualmente in esame alla commissione Affari costituzionali della Camera. E la determinazione dimostrata dal governo è stata accolta con soddisfazione dai ministri leghisti: Roberto Castelli, titolare del dicastero della Giustizia, ha dichiarato che «si è fatto un grosso passo avanti nei confronti di quella che rischia di diventare una vera invasione». Tra i provvedimenti varati ieri dall’esecutivo, infatti, c’è la definizione del commissario straordinario per i coordinamento delle iniziative di contrasto alla clandestinità degli stranieri irregolari. Una figura, da tempo caldeggiata dalla Lega Nord, che avrà il compito di archiviare il periodo della disorganizzazione e delle iniziative estemporanee, attuando e dirigendo politiche e iniziative tali da rispondere in maniera coerente e sinergica al traffico di esseri umani. Alla nomina del commissario, farà peraltro seguito una seria politica estera in ambito comunitario ed extracomunitario. Nel primo caso, il Consiglio dei ministri ha auspicato, come si legge in un comunicato, che vengano compiuti i passi necessari preso gli altri stati dell’Unione europea per fare delle frontiere italiane «la frontiera d’Europa», ovvero sollecitare la collaborazione e il coinvolgimento dei partners nel sostegno alle misure di controllo del “confine mediterraneo”. Tra i popoli del Vecchio Continente, infatti, cresce la consapevolezza del pericolo rappresentato dall’immigrazione: secondo una ricerca effettuata dalla Fondazione Nord-Est, il 36% dei cittadini europei ha capito che gli immigrati costituiscono un’innegabile minaccia, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza, l’ordine pubblico e l’occupazione. D’altra parte, saldo nel principio di «coniugare la solidarietà al rigore», come ha affermato anche ieri il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, il governo si impegna a tendere una mano alle nazioni più bisognose. In questo spirito, il Consiglio dei ministri ha annunciato interventi finanziari a sostegno dei paesi che adottano adeguate politiche di contenimento del fenomeno migratorio, al fine di favorire uno sviluppo economico al loro interno. In caso contrario, quando sarà evidenziata la complicità delle istituzioni locali con il traffico di clandestini, non mancheranno le “ritorsioni”, come il richiamo per consultazioni degli ambasciatori italiani presso i paesi da cui hanno origine i flussi migratori. Misure serie e concrete, che annunciano una svolta di legalità e responsabilità su una materia dove hanno sinora prevalso demagogia e malafede. Così che il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha potuto esprimere «apprezzamento per la buona volontà dimostrata dal governo nel fare passi avanti, rispetto a quello che sta assumendo i contorni di un problema epocale». Il Guardasigilli ha sottolineato che la Lega Nord «vorrebbe ciò che vogliono tutti i cittadini, e cioè che venga posto un argine a quella che rischia di diventare una vera invasione. Mi rendo conto - ha concluso Castelli - che ci sono notevolissimi problemi di carattere legislativo e di norme internazionali». Ma la giornata di ieri, ha visto anche il Consiglio dei ministri dichiarare lo stato di emergenza, proposto da Scajola, in conseguenza dell’ultimo massiccio approdo di clandestini in Sicilia. Con lo sbarco dell’altro giorno di un migliaio di stranieri, in prevalenza curdi, nei primi tre mesi di quest’anno l’isola ha conosciuto un incremento degli arrivi irregolari: oltre 3000 casi accertati contro i 5000 verificatisi in tutto il 2001. La misura dello stato di emergenza in Sicilia era già stata disposta in passato da Giorgio Napolitano, ministro dell’Interno del centrosinistra. Ma ieri è stata percorsa anche una nuova tappa del disegno di legge Bossi-Fini sull’immigrazione, al vaglio della commissione Affari costituzionali della Camera. Nella sua relazione Isabella Bertolini di Forza Italia, ha ribadito che «la legge è blindata su due principi cardine e cioè il collegamento tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, e la posizione ferma con i clandestini; si tratta - ha aggiunto - di un impegno preso non solo dal governo, ma dalla Casa delle libertà davanti agli elettori». E oggi si apre la discussione generale sulla normativa tanto attesa dagli italiani assillati dalla recrudescenza della criminalità d’importazione, dibattito che dovrà tener conto anche di precise scadenze perchè, trattandosi di procedura d’urgenza, il testo dovrà approdare in aula tra un mese esatto, il 21 aprile. In margine all’esame della legge sull’immigrazione, si registra una polemica innescata dal capogruppo dei Verdi al Senato, Stefano Boco, che si è esibito in un attacco alla Lega con argomenti di un livello congeniale alla sinistra. Gli ha risposto per le rime il senatore leghista Ettore Pirovano, ricordando che il diritto alla convivenza «si conquista col lavoro e il rispetto, non con assassini, stupri e violenze che i “poveri immigrati clandestini” stanno perpetrando quotidianamente».