SENATO DELLA REPUBBLICA
óóóóóó XIV LEGISLATURA óóóóóó

148a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 27 MARZO 2002

(Pomeridiana)

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Presidenza del presidente PERA,

indi del vice presidente FISICHELLA

e del vice presidente CALDEROLI



RESOCONTO SOMMARIO

Presidenza del presidente PERA

La seduta inizia alle ore 15,05.

Il Senato approva il processo verbale della seduta pomeridiana di ieri.

Comunicazioni all'Assemblea

PRESIDENTE. Dà comunicazione dei senatori che risultano in congedo o assenti per incarico avuto dal Senato. (v. Resoconto stenografico).

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 15,08 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, sugli sbarchi di clandestini e sul connesso stato di emergenza

PRESIDENTE. Passa allo svolgimento del question time sugli sbarchi di clandestini e sul connesso stato di emergenza.

SCAJOLA, ministro dell'interno. La drammatica sequenza degli sbarchi clandestini effettuati da ciniche organizzazioni criminali al momento prevalentemente sulle coste calabresi e siciliane rende più urgente l'esigenza di un coordinamento con le altre Nazioni europee e con le relative forze di polizia; il Governo ipotizza quindi di proporre un rafforzamento dell'Europol e líistituzione di una polizia europea di frontiera nella prossima Conferenza dei Ministri dell'interno dellíUnione europea che si terrà a Roma il 30 maggio, accanto ad un rafforzamento dell'intelligence, allo sviluppo di accordi multi o bilaterali con i Paesi interessati a contrastare il fenomeno o, ancora, a politiche di cooperazione e di sostegno allo sviluppo nei confronti di Paesi che si impegnino a frenare líemigrazione illegale dai loro territori. A seguito dellíeccezionale trend migratorio clandestino, di provenienza anche da Paesi prima non annoverati, come Sri Lanka, Egitto, Libia o Siria, e rafforzato dallo scenario internazionale conseguente all'attentato dellí11 settembre e comunque non dipendente dalla politica dellíEsecutivo, il Consiglio dei ministri del 20 marzo ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2002 e ha preso misure per semplificare le procedure di identificazione e consentire l'operatività della Commissione centrale per il riconoscimento dello stato di rifugiato, anche attraverso il dislocamento di uffici periferici. Eí inoltre intenzione dellíItalia formulare al Consiglio degli affari generali di Bruxelles la richiesta di inserire nellíagenda dei lavori líesame della problematica del controllo dei traffici illegali via mare. Nel contempo è stata notevolmente rafforzata líattività di contrasto delle Forze dellíordine, che ha condotto ad un rilevante aumento dei rimpatri, del numero di arrestati tra i responsabili del traffico di esseri umani e dei sequestri dei mezzi usati. (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC:CCD-CDU-DE, LP e Aut).

BOSCETTO (FI). Chiede notizie circa la figura dell'alto commissario per l'immigrazione, sottolineando l'importanza del collocamento di funzionari del Ministero dell'interno presso le sedi diplomatiche per agevolare la stipula del contratto di soggiorno per motivi di lavoro.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Il Consiglio dei ministri ha previsto l'istituzione dell'alto commissario, ma non ha ancora emanato il regolamento che ne disciplina la competenza. E' essenziale il collegamento con i Paesi provenienza ed infatti sono già 41 i funzionari di polizia presenti nelle sedi diplomatiche all'estero.

BOSCETTO (FI). Si dichiara soddisfatto della risposta, così come della relazione introduttiva, nella quale il Ministro ha cercato il giusto equilibrio tra le varie esigenze prospettate. Ribadisce l'importanza della presenza di funzionari all'estero anche per la costituzione di centri di identificazione, sperimentati con successo dall'Inghilterra.

MONTALBANO (DS-U). Esprime il timore che la dichiarazione dello stato di emergenza e l'istituzione dell'alto commissario possano preludere ad un irrigidimento nella gestione del riconoscimento dello status di rifugiato politico.

SCAJOLA, ministro dell'interno. La politica del Governo nei confronti dei rifugiati è basata sull'accoglienza di chi ne ha diritto e il respingimento di chi, non avendone diritto, tenta invece di profittare di una situazione burocratica confusa. E' una materia molto delicata, che riguarda non solo il Governo italiano, ma anche l'Europa e le Nazioni Unite.

MONTALBANO (DS-U). Si dichiara parzialmente soddisfatto per la serietà dellíimpostazione del Ministro e la chiarezza sui dati del fenomeno, che sta registrando una crescita esponenziale. E' necessario affrontare il problema nella sua complessità, avendo la consapevolezza che si tratta di un fenomeno di lunga durata che non può essere risolto con la cultura dell'emergenza. (Applausi dal Gruppo DS-U. Congratulazioni).

VALDITARA (AN). Chiede quali iniziative il Governo intenda adottare nei confronti dei Paesi che non collaborano nella prevenzione del fenomeno migratorio.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Il Governo ha presentato ai Paesi di transito le linee guida su cui intende avviare la collaborazione, pur rilevando che non tutti i Paesi svolgono adeguatamente il loro compito: ad esempio nel canale di Suez viene consentito il passaggio anche a quelle navi che dovrebbero essere fermate perché non in grado di garantire la loro sicurezza in mare.

VALDITARA (AN). Ringrazia il Ministro per la risposta, auspicando una sollecita approvazione del disegno di legge sull'immigrazione, attualmente all'esame della Camera dei deputati.

BATTISTI (Mar-DL-U). Chiede quali misure il Governo intenda adottare per rispettare l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra in materia di richiesta di asilo e se intenda trattenere coercitivamente i richiedenti nei centri di accoglienza, violando la loro dignità di persone.

SCAJOLA, ministro dell'interno. I princìpi che il Governo segue circa il trattamento delle richieste di asilo sono i seguenti: esclusione del rilascio da parte del questore del permesso di soggiorno nel caso si debba procedere al trattenimento; indicazione dei casi nei quali il trattenimento deve essere sempre disposto; limitazione del trattenimento al tempo necessario ed in centri di identificazione, salvo i casi di espulsione o di respingimento, nei quali il trattenimento è effettuato in centri di permanenza temporanea. Ribadisce la necessità che vengano evitati gli abusi nella richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato politico.

BATTISTI (Mar-DL-U). E' preoccupante la cultura dell'abuso, specie se ispira il comportamento delle autorità: una recente sentenza del TAR di Lecce ha disposto il rilascio dei documenti di soggiorno e il riconoscimento della condizione di rifugiato politico a 52 turchi di etnia curda, per i quali era stato disposto il respingimento. Inoltre, a causa delle inefficienze dello Stato, alcuni cittadini di etnia curda sono costretti a vivere a Roma senza un alloggio. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U e DS-U. Congratulazioni).

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Chiede se il Governo intenda codificare i requisiti per richiedere l'asilo politico, anche allo scopo di creare strutture permanenti di accoglienza.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Il Governo si atterrà alla legge all'esame della Camera per la regolazione dei flussi di immigrazione, che costituisce una vera e propria emergenza europea. Pertanto le linee di condotta saranno ispirate al contenimento dell'immigrazione clandestina e al sostegno a coloro che hanno diritto allíasilo politico, assicurando che i centri di accoglienza rispettino la dignità umana.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Si dichiara soddisfatto della risposta, richiedendo al Governo líimpegno allo sviluppo della cooperazione, alla riduzione del debito dei Paesi poveri ed agli accordi bilaterali quale chiave risolutiva del problema, ma anche grande attenzione ad evitare che eventuali rimpatri possano avere conseguenze drammatiche.

PERUZZOTTI (LP). Rileva positivi risultati nel controllo delle frontiere terrestre e domanda quali misure si intenda adottare per contrastare gli sbarchi clandestini, che prevedibilmente registreranno un incremento della stagione estiva, evitando che i soggetti da respingere restino nel territorio dell'Unione europea.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Circa il controllo della frontiera con la Slovenia si è ottenuta una diminuzione esponenziale dell'immigrazione clandestina e il raddoppio dei respingimenti grazie alla positiva collaborazione con il Governo sloveno e all'impiego di nuove tecnologie. Il controllo dei confini marittimi presenta problemi di altra natura e richiede l'aiuto ai Paesi poveri e la stipula di accordi bilaterali finalizzati anche al controllo delle navi.

PERUZZOTTI (LP). L'immigrazione clandestina è una minaccia alla sicurezza del paese, in quanto connessa alla proliferazione di attività illecite. Lo Stato deve pertanto attivare tutti gli strumenti a sua disposizione per controllare i flussi migratori, in particolare realizzando la cooperazione bilaterale con le forze di polizia dei Paesi interessati. Il disegno di legge Bossi-Fini, che sarà approvato in tempi brevi, consentirà l'utilizzazione di ulteriori e più efficaci strumenti di contrasto del fenomeno.

BOCO (Verdi-U). Chiede chiarimenti in ordine alle precedenti affermazioni del Ministro sulla situazione esistente nello Sri Lanka nonché, a proposito degli abusi che verrebbero attuati in materia di asilo, sulle modalità con cui il Governo intende intervenire sul problema dei rifugiati.

SCAJOLA, ministro dell'interno. In materia di asilo politico il Governo ha predisposto un apposito disegno di legge che delinea un intervento organico, resosi necessario alla luce delle profonde modificazioni intervenute nello scenario internazionale negli ultimi decenni. In ordine alla situazione nello Sri Lanka, risulta che nel Paese regni uno stato di tranquillità: non si giustifica pertanto il massiccio uso dello status di rifugiato da parte di un gran numero di immigrati proveniente da quella zona del mondo.

BOCO (Verdi-U). Per quanto riguarda lo Sri Lanka risulta che sia in corso una difficile mediazione della comunità internazionale tra le diverse etnie. La questione dell'asilo politico va affrontata con grande senso di responsabilità, che non sembra caratterizzare líazione del Governo il quale, tra l'altro, ha respinto tutti i tentativi di introdurre nel Paese le convenzioni internazionali sullo status di rifugiato.

MARINI (Misto-SDI). Chiede come si intendono coniugare le politiche sull'immigrazione poste in atto dal Governo con la politica dell'accoglienza e della solidarietà, tenendo conto peraltro delle esigenze economiche del Mezzogiorno rispetto allíapporto dei lavoratori immigrati

SCAJOLA, ministro dell'interno. Il disegno di legge sull'immigrazione in discussione alla Camera si muove lungo le linee del rispetto della dignità degli immigrati garantendo, nel contempo, la sicurezza dei cittadini italiani.

MARINI (Misto-SDI). La difficoltà di legiferare in materia di immigrazione è evidente, ma il disegno di legge governativo ha suscitato divergenze anche in seno alla stessa maggioranza, proprio per le carenze in esso riscontrate sul piano della solidarietà. Occorre ricordare che l'Italia ha vissuto per lunghi decenni il fenomeno dell'emigrazione e non può rinunciare pertanto alle sue tradizioni di civiltà, oltre che alla necessità di tener conto delle esigenze del mondo economico.

MALABARBA (Misto-RC). I limiti che si intendono porre agli ingressi nel Paese anche dei richiedenti asilo potrebbe essere all'origine di altre tragedie del mare, considerato che la gran parte di essi giunge per via marittima e che non sarà facile per le navi militari valutare le diverse situazioni.

SCAJOLA, ministro dell'interno. La gestione del fenomeno delle "carrette del mare" è sicuramente molto complessa, considerato peraltro che esse sono nelle mani di organizzazioni criminali spesso infiltrati tra i clandestini. Occorre in ogni caso scoraggiare all'origine le partenze e in tale direzione il disegno di legge in materia di asilo dovrà tener conto delle diverse situazioni.

MALABARBA (Misto-RC). Si dichiara insoddisfatto della risposta generica fornita dal Ministro. Gran parte degli immigrati che raggiunge in Italia per via marittima proviene da paesi quali, tra gli altri, la Turchia e lo Sri Lanka dove sono in atto dure repressioni nei confronti delle minoranze curde e tamil. Sarebbe preferibile opporre interventi di accoglienza alle misure di rientro coatto che si è scelto di utilizzate in questi ultimi mesi, che peraltro non tengono conto egli orientamenti europei. (Applausi dal Gruppo DS-U).

MARINO (Misto-Com). Chiede al Governo se si intende insistere con le misure di carattere repressivo che caratterizzano per gran parte il disegno di legge sull'immigrazione - definito incivile dalla stessa Conferenza episcopale - o se in sede parlamentare non ci sia spazio per una riconsiderazione.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Il disegno di legge sull'immigrazione in corso d'esame da parte del Parlamento ha già ricevuto l'approvazione del Senato. Peraltro, le misure contenute nella legge sull'immigrazione recentemente approvata in Germania, dove c'è una maggioranza di centrosinistra, non si differenziano nella sostanza, risultando talora più restrittive, per esempio materia di ricongiungimento familiare. In ogni caso l'orientamento del Governo italiano in materia di immigrazione è in sintonia con quello delineato a livello europeo.

MARINO (Misto-Com). L'approccio repressivo non servirà a controllare i flussi migratori ed anzi provocherà un aumento dell'immigrazione clandestina. Sarebbero preferibili invece misure di contrasto alle organizzazioni criminali che operano nel trasporto dei clandestini, nonché interventi di prevenzione diretti a favorire la cooperazione allo sviluppo ed azioni concrete di solidarietà, quali la cancellazione del debito dei Paesi poveri.(Applausi dal Gruppo DS-U. Congratulazioni.).

DE PAOLI (Misto-LAL). Chiede come il Governo intenda intervenire per bloccare i cosiddetti viaggi della disperazione, soprattutto da parte dei curdi.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Un ruolo fondamentale assumono le azioni diplomatiche di contrasto dell'immigrazione clandestina. Inoltre, l'Italia ha posto con forza all'attenzione dell'Europa il problema dell'immigrazione affinché vi sia una condivisione delle politiche.

DE PAOLI (Misto-LAL). Prende atto della risposta, ma rileva l'esistenza di un problema politico riguardante la popolazione curda per cui occorrerebbe porre in atto azioni diplomatiche nei confronti del Governo turco.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Chiede quali sia il rapporto tra criminalità italiana e straniera nelle organizzazioni che si occupano di trasporto dei clandestini nonché informazioni circa líeffettivo rimpatrio dei 66.000 clandestini citati dal Ministro nel suo intervento introduttivo.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Precisa che si tratta di espulsioni effettuate con accompagnamento alla frontiera. Nelle organizzazioni criminali che operano nel trasporto degli immigrati la presenza di clandestini è molto alta.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Esprime soddisfazione per la politica del Governo in merito alla questione dell'immigrazione. Le ragioni di umanità nei confronti degli immigrati non possono infatti prevalere a discapito delle esigenze di sicurezza dei cittadini italiani, la cui identità nazionale rischia di essere stavolta da una vera e propria invasione. Non secondari sono inoltre i problemi di ordine pubblico e le ragioni sanitarie connesse ad un flusso immigratorio incontrollato.

PRESIDENTE. Lo svolgimento del question time è pertanto esaurito.

Senato, composizione

PRESIDENTE. Comunica che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, nella seduta del 27 marzo, ha dichiarato validi i risultati delle elezioni per il Senato tenutesi nella regione Campania. Sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle ore 16,26, è ripresa alle ore 16,32.

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1180) Conversione in legge del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare (Relazione orale)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare

PRESIDENTE. Riprende l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, ricordando che nella seduta antimeridiana si è passati alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge.

Il Senato, con successive votazioni, respinge gli emendamenti 2.102, 2.103, 2.104, 2.105 e 2.106.

PRESIDENTE. Si intende che líinvito del relatore ai presentatori degli emendamenti 2.107 e 2.108 a confluire nel 2.8/1 non sia stato accolto.

Il Senato respinge gli emendamenti 2.107 e 2.108 ed approva il 2.109.

Sulla scomparsa del giornalista Daniele Vimercati

CALDEROLI (LP). Esprime il dolore per la morte del giornalista Daniele Vimercati.

PRESIDENTE. Assemblea si associa al cordoglio.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1180

PRESIDENTE. Prosegue le votazioni. Avverte che il presentatore dellíemendamento 2.8/1 ha accolto la proposta del relatore di aggiungere dopo la parola "pena", la parola "edittale".

Il Senato approva gli emendamenti 2.8/1 (testo 2) e 2.8, nel testo emendato.

PRESIDENTE. Passa allíesame dellíarticolo 3 e degli emendamenti ad esso riferiti, ricordando che sugli emendamenti 3.102 e 3.0.102 la Commissione bilancio ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

RIPAMONTI (Verdi-U). I senatori Verdi propongono una serie di modifiche al maxiemendamento del relatore in materia di emersione del lavoro nero per tentare di incidere sulla sua impostazione, evidentemente concordata con il Governo sia sotto il profilo della legalità sia sotto quello del gettito per le entrate dello Stato, ma altrettanto evidentemente rispondente alle richieste di Confindustria di comprimere i diritti dei lavoratori delle imprese che aderiscano al programma di riemersione. Essi, infatti, mantengono la tutela dellíarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma non sono titolari dei diritti e delle tutele previsti dalle leggi e dai contratti e sono penalizzati dagli effetti conciliativi della procedura di emersione rendono, che rendono impossibile far valere líattività pregressa. Suscita poi grande perplessità il conferimento ai sindaci di una serie di poteri per la cosiddetta procedura progressiva che, oltre ai forti rischi di corruzione, consente di sanare le irregolarità in materia urbanistica, edilizia, ambientale e di sicurezza nei luoghi di lavoro e di autorizzare, anche in deroga alle disposizioni vigenti, la prosecuzione delle attività riemerse.

BATTAFARANO (DS-U). I subemendamenti 3.100/4 e 3.100/17 dispongono l'applicazione della procedura dei contratti di riallineamento, mentre il 3.100/44 esclude che l'autorizzazione alla prosecuzione dell'attività riemersa possa essere concessa anche in deroga alle disposizioni vigenti; il 3.100/15 consente infine il mantenimento delle disposizioni della legge n. 68 del 1999 in materia di collocamento obbligatorio. Tali proposte individuano procedure più aderenti alle realtà locali e condizioni più favorevoli per i lavoratori.

SALERNO, relatore. L'emendamento 3.100 (testo 2) introduce una serie di modifiche al testo originario del decreto per rendere più agevole la sua fruizione da parte dei destinatari, in particolare per quanto riguarda il ruolo dei sindaci nel rilancio produttivo del territorio, l'avvio di un piano straordinario di accertamento e di controllo per scoraggiare ulteriori illegalità e il congelamento del numero dei lavoratori di un'azienda che acceda al programma di emersione per consentire il mantenimento del dinamismo e della flessibilità propri delle piccole imprese.

TURCI (DS-U). Il 3.102, che peraltro risponde al parere unanime espresso dal CNEL, stabilisce una maggiore certezza procedurale e di reperimento delle necessarie risorse per il superamento dei problemi previdenziali che attengano al pregresso relativi ai lavoratori delle imprese che emergono.

PIZZINATO (DS-U). Gli emendamenti 3.0.101 e 3.0.102 richiamano due specifiche tipologie di lavoro sommerso, con riferimento rispettivamente all'attività delle società sportive, sia amatoriali che professionali, e degli operatori delle comunità terapeutiche convenzionate, in particolare per quanto riguarda i volontari addetti al recupero dei tossicodipendenti. (Applausi dal Gruppo Misto-RC).

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

SALERNO relatore. Ritira l'emendamento 3.101 ed esprime parere contrario a tutti i subemendamenti al 3.100 (testo 2); è contrario altresì al 3.102 e invita il presentatore degli emendamenti 3.0.101 e 3.0.102 a trasformarli in un ordine del giorno, specificando che si tratta di lavoratori dipendenti e non occasionali o autonomi e preannunciando fin d'ora il parere favorevole; analogo invito rivolge al presentatore del 3.0.100, altrimenti esprime parere contrario.

PIZZINATO (DS-U). Accoglie l'invito del relatore e ritira il 3.0.101 e il 3.0.102, presentando l'ordine del giorno G3.500, di cui lettura, concordando con il relatore sul riferimento esclusivo al lavoro dipendente. (v. Allegato A).

TIRELLI (LP). Il Gruppo Lega padana sottoscrive l'ordine del giorno G3.500 condividendo l'opportunità di presentare un organico disegno di legge, anche per tenere conto delle necessità economiche delle società sportive.

PRESIDENTE. Anche i senatori Lauro, Maffioli, Bergamo e Viserta Costantini sottoscrivono l'ordine del giorno.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Non ritiene di accogliere l'invito del relatore e mantiene l'emendamento 3.0.100, concernente i lavoratori dello spettacolo.

TANZI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Concorda con il parere espresso dal relatore sugli emendamenti e accoglie l'ordine del giorno G3.500.

Il Senato respinge líemendamento 3.100/1. Previa verifica del numero legale, chiesta dal senatore RIPAMONTI (Verdi), è altresì respinto il 3.100/2. Con successive votazioni sono quindi respinti gli emendamenti da 3.100/3 a 3.100/10.

PRESIDENTE. Il 3.100/11 è inammissibile in quanto privo di portata modificativa.

Il Senato, con successive votazioni, respinge gli emendamenti da 3.100/12 a 3.100/28, nonché gli emendamenti da 3.100/30 a 3.100/37, il 3.100/39 e il 3.100/41.

PRESIDENTE. Il 3.100/29 è precluso dalla reiezione del 3.100/26, il 3.100/38 e il 3.100/40 sono preclusi dalla reiezione del 3.100/20, mentre il 3.100/42 e il 3.100/43 sono preclusi dalla reiezione del 3.100/35.

Il Senato, con successive votazioni, respinge gli emendamenti da 3.100/44 a 3.100/50 ed approva il 3.100 (testo 2).

PRESIDENTE. L'emendamento 3.102 è improcedibile, mentre l'ordine del giorno G3.500, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto in votazione.

Il Senato respinge líemendamento 3.0.100 e accoglie il 3.0.103 e il 3.0.104.

PRESIDENTE. Passa alla votazione finale.

SODANO Tommaso (Misto-RC). I senatori di Rifondazione comunista sono contrari ai provvedimenti di condono e quindi anche al disegno di legge in esame, il quale, con il favore concesso agli evasori fiscali, agli esportatori illegali di capitale ed ai riciclatori, senza alcuna garanzia di confisca anche in caso di accertamento di reati gravi, mina la credibilità dello Stato e crea un intreccio tra poteri forti ed economie legali ed illegali. Inoltre, si prevede una forte disparità tra aziende e lavoratori nella tutela dei diritti, mentre è indubbio che andranno deluse le aspettative dal punto di vista finanziario, in quanto il rientro di capitali ha finora interessato somme largamente inferiori ai 40.000 miliardi di lire inizialmente preventivati. (Applausi dai Gruppi Misto-RC e DS-U).

RIPAMONTI (Verdi-U). Líimpostazione delle norme sul cosiddetto scudo fiscale per le attività detenute all'estero è stata riconfermata, nonostante il sottosegretario Tanzi ne abbia implicitamente ammesso i deludenti risultati e quindi la necessità di compensare il disavanzo di bilancio che sembra determinarsi. Il provvedimento, inoltre, non assicurerà maggiore legalità come viene sostenuto dal Governo, perché garantisce l'impunità e l'anonimato a chi ha sottratto ingenti capitali all'economia italiana. Le norme sull'emersione del sommerso non garantiscono gettito, rappresentano un offesa ai princìpi di legalità e ai diritti dei lavoratori, rispondono esclusivamente alle esigenze di propaganda da parte del Governo e determineranno guasti all'economia del Paese. Annuncia pertanto il voto contrario dei senatori Verdi. (Applausi dai Gruppi Verdi-U, DS-U, Mar-DL-U e Misto-RC).

FRANCO Paolo (LP). Annuncia il voto favorevole del Gruppo, pur con le perplessità espresse in discussione generale. (Applausi dal Gruppo LP).

GIARETTA (Mar-DL-U). Il Presidente del Consiglio ha pronunciato ieri dichiarazioni offensive nei confronti dei sindacati e dell'opposizione e persegue la radicalizzazione dello scontro sociale in quanto intende deviare l'attenzione dell'opinione pubblica dai fallimenti dell'azione di Governo. Le valutazioni del ministro Tremonti circa l'effetto finanziario delle misure per l'emersione del sommerso e il rientro dei capitali detenuti all'estero si sono rivelate totalmente fallaci, mentre sarebbe utile poter quantificare quale parte dei capitali rientrati in Italia è costituita da capitali detenuti illegalmente, trasferiti solo per essere "ripuliti" pagando la modesta tassa del 2,5 per cento. E' quindi il Governo che rende difficile il dialogo sociale, perché premia l'illegalità e riduce al contempo le garanzie per i lavoratori, perseguendo politiche che contrastano la liberalizzazione e la realizzazione di un mercato moderno. (Applausi dal Gruppo Verdi-U).

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). La proroga delle misure sull'emersione del sommerso si rende necessaria per le difficoltà delle procedure attuative, anche se i risultati finora conseguiti destano preoccupazione in relazione alla dinamica dei conti pubblici e rafforzano quindi la necessità di approntare riforme strutturali. Le perplessità sulla applicazione dello scudo fiscale alle attività detenute in via indiretta e su altre norme tecniche, che probabilmente hanno pregiudicato l'efficacia del provvedimento, rendono necessaria una analisi critica, così come suscita dubbi l'emendamento approvato in Aula che affida ai sindaci competenze in relazione all'emersione del sommerso. Annuncia che il Gruppo voterà a favore nel rispetto del vincolo di maggioranza. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e LP).

KAPPLER (AN). Il Gruppo voterà a favore del decreto-legge di proroga dei provvedimenti contenuti nel pacchetto dei 100 giorni, che consentirà il raggiungimento dei risultati attesi, finora ostacolato da difficoltà di ordine tecnico e congiunturale E' pertanto da respingere l'asserzione dell'opposizione che equipara la proroga al fallimento delle misure adottate dal Governo. (Applausi dal Gruppo AN).

BATTAFARANO (DS-U). Ribadisce il voto contrario dei democratici di sinistra, motivato anche da preoccupazioni morali rispetto alla sanatoria di attività finanziarie provenienti da attività criminose e da riciclaggio, misura che oltretutto ha ottenuto deludenti risultati. Si rivela un fallimento anche il provvedimento sull'emersione del lavoro nero, che finora consentito l'uscita dal sommerso di appena 430 lavoratori rispetto ai 900.000 previsti, e che determinerà un minor gettito nelle entrate fiscali. Pertanto, dal presunto buco del Governo Amato si passerà, in mancanza di misure compensative, al vero buco nei conti pubblici del Governo Berlusconi. Il provvedimento sul sommerso è inoltre iniquo in quanto non tiene conto della diversa forza contrattuale del datore di lavoro rispetto al lavoratore, mentre appare incongruente la scelta di affidare ai sindaci competenze in tale materia, determinando peraltro un aggravio di lavoro specie per i piccoli comuni. (Applausi dal Gruppo DS-U).

Il Senato approva il disegno di legge n. 1180, composto dal solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente nuovo titolo: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare", autorizzando la Presidenza a procedere al coordinamento eventualmente necessario.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(1212) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. Autorizza i relatori per le Commissioni permanenti 7a e 12a a svolgere la relazione orale.

GABURRO, relatore. L'articolo 4 reca disposizioni in materia di università e al comma 1 prevede la proroga al 19 aprile 2003 del termine entro il quale le università sono chiamate ad adeguare l'ordinamento dei corsi di studio alla nuova disciplina degli ordinamenti didattici. Il comma 2 riguarda l'autonomia statutaria degli atenei. A seguito dell'entrata in vigore della legge n. 168 del 1989, che ha definito i profili dell'autonomia universitaria, nonché i contenuti essenziali e le modalità di emanazione degli Statuti, le singole università hanno infatti approvato i rispettivi Statuti disciplinando tra l'altro l'elettorato attivo e passivo alle cariche accademiche e la composizione degli organi collegiali. In alcune sedi universitarie si sono instaurati contenziosi amministrativi, che hanno dato esiti diversi. Il comma 2 è quindi opportuno, anche se forse non sufficiente ad eliminare ogni perplessità, visto che le norme sullo stato giuridico dei docenti universitari sono ancora riservate alla competenza normativa statale. Il comma 3, infine, nel testo approvato dalla Camera dei deputati proroga al 30 aprile 2003 il mandato dei componenti del Consiglio universitario nazionale.

TREDESE, relatore. Il provvedimento prevede il differimento di alcuni termini per evitare difficoltà di gestione nell'assistenza sanitaria L'articolo 1 differisce al 31 dicembre 2002 il termine per la soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito per la dirigenza sanitaria, in vista della prossima emanazione di una disciplina organica della materia dei rapporti di lavoro dei medici del Servizio sanitario nazionale. L'articolo 2 proroga invece al 31 dicembre 2002 il termine per l'applicazione del metodo di contrattazione del prezzo dei farmaci anche per i medicinali autorizzati in Italia secondo la procedura di mutuo riconoscimento, al fine di evitare che farmaci innovativi e di grande valore terapeutico vengano distribuiti in tempi ingiustificatamente lunghi. Líarticolo 3 amplia il numero dei componenti della Commissione nazionale per la formazione continua, al fine di garantire un'adeguata rappresentanza delle regioni e delle categorie professionali interessate. L'esigenza di integrare con la massima tempestività tale organo attiene all'entrata a regime della fase della "formazione residenziale" ed alla prossima definizione dei criteri e delle modalità per la formazione a distanza. L'articolo 5 dispone la proroga degli organi amministrativi della Croce Rossa, già in regime di prorogatio, fino all'approvazione del nuovo Statuto dell'associazione e comunque non oltre il 30 giugno 2002, per evitare il commissariamento ed il pregiudizio che ne deriverebbe per l'attività dell'ente. (Applausi dai Gruppi FI e LP).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale.

CARELLA (Verdi-U). Esprime innanzitutto dissenso per la scelta finora effettuata dal Governo di intervenire in materia sanitaria ricorrendo alla decretazione d'urgenza, la cui necessità, peraltro, nel caso del provvedimento in esame è sconfessata dalla disomogeneità delle norme. Il differimento al 31 agosto del termine per la soppressione dei rapporti a tempo definito per la dirigenza sanitaria denota la mancanza di coraggio da parte della governo di centrodestra nell'assumersi le proprie responsabilità, preferendo mantenere in sospeso le decisioni in ordine al rapporto esclusivo dei dirigenti medici. Dichiara pertanto la forte contrarietà dei Verdi al provvedimento.

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Nel pasticcio di norme contenute nel decreto-legge in conversione, la proroga contenuta nell'articolo 1 è il segno della confusione che sottende alle scelte del Governo in materia sanitaria nonché della marginalità assegnata alla questione. Anche la proroga degli organi amministrativi della Croce rossa si configura come il rinvio di ogni decisione, mentre è vivamente auspicabile che entro la data del 30 giugno si proceda all'approvazione del nuovo statuto dellíente. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U)

VALDITARA (AN). Eí apprezzabile la proroga di un anno del termine entro il quale le università sono chiamate ad adeguare l'ordinamento dei corsi di studi alla nuova disciplina degli ordinamenti didattici, poiché nel frattempo si potrà procedere ad una revisione della cosiddetta riforma Zecchino che ha portato ad una proliferazione indiscriminata dei corsi di laurea ed ha, abbassato il livello culturale generale dei titoli universitari. Non del tutto convincente è invece la disposizione di cui al comma 2 dell'articolo 4 del decreto-legge che investe l'autonomia statutaria degli atenei per affrontare líemergenza venutasi a creare evitando forme di conflittualità tra le università: è infatti necessario che il Governo assuma l'impegno di rivedere in modo organico la questione degli statuti universitari fissando principi e criteri puntuali in materia di elettorato attivo e passivo. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LP).

TATO' (AN). La proroga di cui all'articolo 1 del decreto-legge ha lo scopo di consentire una approfondita valutazione in ordine alle conseguenze nefaste che possono derivare dalla soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito per la dirigenza sanitaria. Quella disposizioni infatti è il segno dell'avversione dimostrata dal centrosinistra nei confronti della classe medica: la scelta del lavoro a tempo pieno non tiene conto infatti dell'impegno profuso dalla gran parte dei medici nel raggiungimento di un'elevata professionalità, che è posta al servizio dei cittadini indipendentemente dal tipo di prestazione professionale effettuata. Il differimento del termine consente inoltre risparmi di spesa per la conseguente mancata attribuzione dell'indennità di esclusività. Auspica pertanto che si proceda quanto prima ad una disciplina organica della materia allo scopo anche di assicurare opportunità di lavoro ai giovani medici. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LP).

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

MASCIONI (DS-U). Nei lavori delle Commissioni riunite si è evidenziato il disagio all'interno della maggioranza in ordine alla disposizione di cui all'articolo 1 del decreto-legge. La proroga infatti del termine per la soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito interessa soltanto un numero ristretto di medici ma sottolinea, di fronte ai cittadini e agli operatori sanitari, l'incertezza e la confusione che caratterizzano la politica del Governo in materia sanitaria, denotando mancanza di progettazione e debolezza di proposte. Peraltro, la volontà manifestata di riportare all'indeterminatezza il rapporto di lavoro della dirigenza confligge con il consenso alla disposizione all'epoca manifestato dalle organizzazioni sindacali del settore. Per tali motivi manifesta la contrarietà dei Democratici di sinistra all'articolo 1 e in generale al provvedimento. (Applausi dai Gruppi DS-U e Misto-RC).

BRIGNONE (LP). Esprime perplessità sulla cosiddetta norma salva statuti di cui all'articolo 4 del decreto-legge, che sarebbe stato preferibile espungere dal testo. Sulla questione infatti è aperto un vasto contenzioso amministrativo in quanto la disciplina e la composizione degli organi universitari sono materie assegnate dalla giurisprudenza alla normativa statale in quanto attinenti allo stato giuridico del personale. Occorre dunque che il Governo assuma l'impegno di disciplinare la composizione degli organi di governo delle università e degli elettorati attivi e passivi delle cariche accademiche, secondo quanto previsto nell'ordine del giorno G4.100 delle Commissioni riunite. (Applausi dai Gruppi LP, FI e della senatrice Pagano).

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale.

TREDESE, relatore. Rinuncia alla replica.

GABURRO, relatore. Rinuncia a sua volta alla replica.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Non interviene in replica.

PRESIDENTE. Dà lettura dei pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge in esame e sugli emendamenti ad esso riferiti. (v. Resoconto stenografico). Passa quindi all'esame dell'ordine del giorno G1 delle Commissioni riunite.

TREDESE, relatore. Al secondo capoverso sono soppresse le parole successive a: "raggiungimento di un limite massimo di età". (v. Allegato A).

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Prende atto della modifica ed accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione.

TREDESE, relatore. Non insiste per la votazione dell'ordine del giorno G1 (testo 2).

PRESIDENTE. Passa all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge e avverte che gli emendamenti e gli ordini del giorno sono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire, nel testo comprendente le modifiche apportate dalla Camera dei deputati. Passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, ricordando che sull'1.101 la Commissione bilancio ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

MALENTACCHI (Misto-RC). Illustra il complesso degli emendamenti presentati all'articolo 1 e all'articolo 4 del decreto-legge, esprimendo il dissenso di fondo sulle scelte operate dal Governo, che presenta il provvedimento come un differimento di termini e che invece tende a restaurare i privilegi della categoria dei medici, intervenendo nel contempo in maniera disoganica sugli ordinamenti didattici universitari.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

TREDESE, relatore. contrario a tutti gli emendamenti all'articolo 1.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Concorda con il parere del relatore.

Il Senato respinge gli emendamenti 1.1 e 1.100, tra loro identici.

PRESIDENTE. Avverte che l'emendamento 1.101 è improcedibile e passa allíesame dellíemendamento riferito all'articolo 2 del decreto-legge, che si intende illustrato.

TREDESE, relatore. Esprime parere contrario.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Concorda con il relatore.

Il Senato respinge líemendamento 2.1.

PRESIDENTE. Passa allíesame dell'emendamento e dell'ordine del giorno riferito all'articolo 3 del decreto-legge.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Pur insistendo sull'opportunità di aggiungere due ulteriori nomine di provenienza dall'area sociologica e dell'assistenza sociale per i componenti della Commissione di cui all'articolo 3, si dichiara disponibile a ritirare l'emendamento 3.100 e a convergere sull'ordine del giorno del senatore Mascioni.

MASCIONI (DS-U). Nel dare per illustrato l'ordine del giorno G3.100, chiede al rappresentante del Governo di confermare gli impegni assunti in Commissione.

TREDESE, relatore. Invita il senatore Gubert a ritirare l'emendamento ed esprime parere favorevole all'ordine del giorno.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Non condividendo la richiesta del senatore Gubert, poiché si tratta di adempimenti di legge, concorda sull'invito del relatore a ritirare l'emendamento. Accoglie invece l'ordine del giorno G 3.100.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Ritira l'emendamento 3.100.

PRESIDENTE. Avverte che l'ordine del giorno G3.100, accolto dal Governo, non verrà posto in votazione e passa all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 4 del decreto-legge.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Illustra gli emendamenti 4.101 e 4.104, che si riferiscono alla deroga per cui il direttore di un dipartimento universitario può essere nominato tra i professori di prima fascia, che per definizione non godono del riconoscimento della piena maturità scientifica. Ritira invece il 4.102 e il 4.103, concernenti l'elettorato attivo e passivo delle cariche accademiche e della composizione degli organi collegiali universitari, confluendo sull'ordine del giorno G4.100 delle Commissioni riunite.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti síintendono illustrati.

GABURRO, relatore. Invita il senatore Gubert a ritirare anche il 4.101 e il 4.404, esprimendo parere contrario sui restanti emendamenti.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca scientifica. Concorda con il parere del relatore ed accoglie l'ordine del giorno G 4.100 delle Commissioni riunite.

Il Senato respinge líemendamento 4.1.

FRANCO Vittoria (DS-U). Invita líAssemblea ad approvare líemendamento 4.4, che tende a garantire il regolare funzionamento degli organi collegiali universitari dal momento che la stesura dei nuovi statuti sta creando difficoltà; peraltro, líanticipazione della discussione ha fatto venir meno le ragioni che hanno indotto la maggioranza a preferire lo strumento dell'ordine del giorno anziché modificare il decreto-legge.

Il Senato respinge la prima parte dellíemendamento 4.4, fino alle parole "prima fascia", risultando di conseguenza preclusi la restante parte dello stesso e il 4.100.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Chiede chiarimenti sul 4.101, dichiarandosi disponibile a ritirarlo.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca scientifica. Il termine "indisponibilità" deve essere inteso nel significato più ampio, non solo come incompatibilità, ma anche come generica mancanza di idoneità.

Il Senato respinge líemendamento 4.101.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Premesso che se il Presidente gli avesse dato la parola avrebbe ritirato il 4.101, ritira ora l'emendamento 4.104.

Il Senato respinge líemendamento 4.105.

PRESIDENTE. Avverte che l'ordine del giorno G4.100, accolto dal Governo, non verrà posto ai voti e passa all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che si intendono illustrati.

TREDESE, relatore. Esprime parere contrario su tutti gli emendamenti e parere favorevole all'ordine del giorno, se i presentatori accettano di sopprimere l'ultimo periodo.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Concorda con il relatore per gli emendamenti e propone una riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno, riaffermando l'impegno del Governo a garantire la rappresentanza degli enti locali nella Croce Rossa.

Il Senato respinge líemendamento 5.100, nonché il 5.1 e il 5.100a, sostanzialmente identici tra loro.

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Accetta la riformulazione dell'ordine del giorno G5.100 proposta dal Governo, auspicando che il nuovo statuto della Croce Rossa sia approvato entro il 30 giugno, così come annunciato dal rappresentante del Governo. (v. Allegato A).

PRESIDENTE. Avverte che l'ordine del giorno G5.100 (testo 2), accolto dal Governo, non verrà posto ai voti e

passa alla votazione finale.

CARRARA (Misto-MTL). Voterà a favore del provvedimento, che interviene sulla dirigenza sanitaria e sull'assetto della Croce Rossa, compiendo un primo passo verso l'eliminazione dell'ingiusto ed inefficace obbligo di scelta tra strutture pubbliche e strutture private a carico della categoria dei medici. (Applausi dai Gruppi FI e UDC:CCD-CDU-DE).

MALENTACCHI (Misto-RC). Proprio il tentativo di scardinare il principio dell'esclusività del rapporto dei medici con le strutture ospedaliere, operato peraltro attraverso un eterogeneo provvedimento d'urgenza, di apparentemente proroga di termini ma molto incisivo sul comparto sanitario, induce i senatori di Rifondazione Comunista a votare contro; la maggioranza e il Governo evidentemente non hanno il coraggio di presentare un disegno di legge per attuare l'obiettivo della privatizzazione del servizio sanitario nazionale, almeno per i cittadini abbienti, e per continuare a garantire i privilegi a favore della categoria dei medici. (Applausi dal Gruppo DS-U).

BOLDI (LP). Il Gruppo della Lega voterà a favore, nella speranza che entro breve si possa esaminare un disegno di legge organico sulla dirigenza medica e che si pervenga al più presto all'emanazione dello statuto della Croce Rossa. (Applausi dal Gruppo FI).

MAGRI (UDC:CCD-CDU-DE). Pur preannunciando il voto favorevole dei senatori del suo Gruppo, esprime il disappunto per la mancata attuazione degli impegni assunti dalla Casa della libertà durante la campagna elettorale in materia sanitaria, a causa della mancanza di una linea comune all'interno della maggioranza. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE).

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Annuncia il voto contrario del Gruppo della Margherita. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U e del senatore Mascioni).

TONINI (DS-U). Il voto contrario dei senatori del suo Gruppo è motivato da una parte dall'abusato ricorso alla decretazione d'urgenza, che per il settore sanitario appare quasi la soluzione normativa esclusiva, e dall'altra dal rinvio di decisioni e quindi dalla sostanziale mancata regolamentazione in tale settore per le difficoltà della maggioranza di esprimere una linea politica coerente. D'altronde, è entrato in crisi il modello della Regione Lombardia cui si è ispirata la Casa delle libertà, mentre inaspettatamente la categoria dei medici ospedalieri mostra resistenza a tornare indietro rispetto alla riforma operata dalla maggioranza di centrosinistra, che ha restituito alla categoria dignità e centralità. La sua parte politica vigilerà inoltre sull'attuazione degli impegni assunti dal sottosegretario Cursi rispetto alla valorizzazione dei comitati locali della Croce Rossa. (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U e del senatore Malentacchi).

MALAN (FI). Annuncia il voto favorevole del suo Gruppo. (Applausi dai Gruppi FI e LP).

Il Senato approva nel suo complesso il disegno di legge, composto del solo articolo 1.

Sui lavori del Senato

MALAN (FI). Propone di passare all'esame del disegno di legge n. 1052, recante disposizioni per il riordino della dirigenza statale.

PRESIDENTE. Considerata la dimensione del provvedimento e apprezzate le circostanze, poiché non si fanno osservazioni contrarie, rinvia l'ulteriore svolgimento degli argomenti all'ordine del giorno alla prossima settimana, augurando altresì a tutti i senatori di trascorrere una buona Pasqua.

Essendo stati esauriti o rinviati tutti gli argomenti previsti per la corrente settimana dal calendario dei lavori, la seduta prevista per domani non avrà più luogo. Dà quindi annunzio delle mozioni e delle interrogazioni pervenute alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica líordine del giorno della seduta del 2 aprile.

La seduta termina alle ore 19,22.

 



RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente PERA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 15,05).

Si dia lettura del processo verbale.

PERUZZOTTI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi e missioni

PRESIDENTE. Sono in congedo i senatori: Agnelli, Amato, Antonione, Baldini, Bobbio Norberto, Bosi, Camber, Comincioli, Cursi, Cutrufo, D'Alì, Degennaro, Dell'Utri, De Martino, Firrarello, Frau, Gubetti, Guzzanti, Iannuzzi, Novi, Mantica, Moncada, Mugnai, Pellicini, Sestini, Siliquini, Vegas e Ventucci.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Rigoni, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Bonfietti, Castagnetti, Compagna e Manieri, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Berlinguer, per partecipare alla riunione del Gruppo internazionale di esperti per la riforma del sistema educativo russo.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. Le comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 15,08).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, sugli sbarchi di clandestini e sul connesso stato di emergenza

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time) sugli sbarchi di clandestini e sul connesso stato di emergenza.

Ricordo ai colleghi che, ai sensi dell'articolo 151-bis del nostro Regolamento, dopo l'eventuale intervento del rappresentante del Governo per non più di dieci minuti, un senatore per ciascun Gruppo può rivolgere una domanda per non più di un minuto, cui segue, per non più di tre minuti, la risposta del rappresentante Governo; infine, líinterrogante ha non più di tre minuti per líeventuale replica. Per brevità, la regola è: uno-tre-tre.

Èí presente il ministro dell'interno, onorevole Scajola, che saluto e ringrazio ed al quale do la parola per non più di dieci minuti, come appena ricordato.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, i drammatici sbarchi che si susseguono ormai in maniera quasi programmata, e che evidenziano la condizione di tante persone sfruttate nella loro disperazione da ciniche organizzazioni criminali, rendono sempre più urgente una maggiore incisività nella lotta al traffico degli immigrati clandestini, accentuando ogni possibile azione di coordinamento con le altre Nazioni europee e con quelle da cui maggiormente proviene il flusso dellíimmigrazione.

Durante la parte iniziale di questíanno si è registrata una conferma della diminuzione degli sbarchi sulle coste pugliesi, un aumento di quelli sulle coste calabresi ed una crescita esponenziale di quelli sulle coste siciliane (3.859 nel primo trimestre di questíanno a fronte dei 491 dell'analogo periodo dellíanno scorso), per un totale complessivo di 6.500 persone sbarcate nel 2002 rispetto alle 3.400 dellíanalogo periodo del 2001.

Tale eccezionale afflusso è stato determinato, in particolare, dal trend migratorio illegale di cittadini cingalesi (più di 2.000) diretto essenzialmente in Sicilia e in Calabria. Va registrato, inoltre, líutilizzo da parte di organizzazioni criminali di Stati di transito che prima non figuravano nel novero di quelli attraversati da flussi migratori illegali (Egitto, Libano e Siria).

Certamente il fenomeno non dipende dalle politiche governative, che invece sono frutto di equilibrio, tanto da sembrare allo stesso tempo rigorose per alcuni e permissive per altri, ma dallíaccavallarsi di eventi conseguenti alla situazione dello scenario internazionale, ancor più destabilizzato dopo i fatti dellí11 settembre.

In questo ambito si colloca líincisiva iniziativa italiana tesa a sviluppare e migliorare líattuale sistema di cooperazione internazionale e, in particolare, europea. Il vero nodo è quello di rendere più efficace la collaborazione internazionale tra le forze di polizia, soprattutto migliorando la qualità delle informazioni scambiate. Non sono sufficienti cioè informazioni di mero sospetto; occorrono elementi di prova che consentano almeno di bloccare nei porti di partenza le imbarcazioni.

Sono convinto che accanto a questo tipo di intervento debbano essere perseguiti altri due obiettivi: líintensificazione dellíintelligence sulle organizzazioni criminali che gestiscono i traffici e - obiettivo che reputo altrettanto fondamentale - accordi bilaterali e multilaterali tra i Paesi interessati allo stesso problema.

Nonostante le difficoltà esistenti, devo sottolineare che sullíattività di contrasto allíimmigrazione clandestina le forze di polizia hanno dato prova di forte incisività. Dal 15 giugno dello scorso anno al 17 marzo 2002 sono stati infatti rimpatriati dal territorio nazionale 66.160 immigrati clandestini, con un aumento tendenziale di circa il 35 per cento rispetto al precedente e corrispondente periodo.

In particolare, dal 1ƒ gennaio al 15 marzo di questíanno sono stati allontanati dal territorio nazionale 21.049 clandestini, un dato rilevante se raffrontato ai 42.000 dellíultimo semestre 2001 che già segnava un forte incremento di espulsioni rispetto al primo semestre dello stesso anno.

Dal 15 giugno del 2001, sono stati inoltre effettuati 17 voli charter per l'Albania, la Nigeria, lo Sri Lanka e l'Egitto. Nel primo semestre del 2001 i voli effettuati erano stati solo quattro.

È aumentato - è un dato molto importante - anche il numero degli arresti dei responsabili del traffico e dei sequestri di mezzi di trasporto. Infatti, se confrontiamo il primo ed il secondo semestre dello scorso anno, si è assistito ad un aumento degli arrestati del 53,2 per cento, dei mezzi di trasporto dei clandestini del 24 per cento e del 28,8 per cento dei natanti sequestrati.

Il 2002 segna un incremento dell'azione di contrasto considerevole: dall'inizio dell'anno ad oggi sono stati arrestati 109 trafficanti di clandestini e sequestrati 74 mezzi di trasporto.

Oggettivamente preoccupato per líondata di sbarchi, il Consiglio dei ministri del 20 marzo scorso non ha esitato a decretare lo stato di emergenza sul territorio nazionale sino al 31 dicembre 2002. Ciò consentirà, attraverso procedure semplificate, líassunzione tempestiva di misure dirette a reperire, attivare e potenziare le strutture di identificazione, nonché le altre risorse necessarie facilitando così líattività della Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato che potrà così operare sul posto e con maggiore celerità per meglio fronteggiare líemergenza.

Nella stessa seduta il Consiglio dei ministri ha previsto ulteriori misure a sostegno dello sviluppo economico dei Paesi che adottano adeguate politiche di contenimento del fenomeno migratorio.

Signor Presidente, onorevoli senatori, i fenomeni migratori richiedono la realizzazione di una vera e propria politica dellíimmigrazione che alimenti i processi di sviluppo delle aree più povere e che spinga i Paesi più ricchi a sviluppare la cooperazione allo sviluppo, azioni formative e sanitarie nei Paesi da cui in prevalenza provengono gli immigrati. Eí chiaro che tutto ciò richiede uníazione comune su scala europea ed internazionale. Eí altrettanto evidente che il tema dellíimmigrazione costituisce uno dei banchi di prova per misurare la capacità dellíUnione di esprimere una efficace politica di sicurezza.

Da ciò la necessità segnalata di uníintensificazione degli accordi bilaterali anche sotto il versante dei controlli di polizia, come è stato affermato dal Governo italiano nel vertice di Laeken suscitando molti consensi e comíè stato ribadito dal Ministro dellíinterno nel Consiglio informale dei Ministri dellíinterno di Santiago di Compostela e formalizzato a Bruxelles il 28 febbraio scorso. Eí stata recepita una serie di importanti proposte italiane, quali la realizzazione in tempi rapidi a livello europeo di uno studio di fattibilità in materia di controllo in mare e líattuazione nei Paesi di transito dei centri di trattenimento per i clandestini.

Importante è ancora líapertura di nuovi uffici di collegamento delle forze di polizia allíestero (oggi 41 in tutto il mondo). Dai primi di marzo opera un ufficiale di collegamento presso la nostra ambasciata in Cina. Eí stata anche completata la rete degli ufficiali di collegamento nei Balcani, con l'apertura di uffici in Albania, Croazia, Slovenia, Bulgaria e Repubblica federale di Jugoslavia. È infine importante líintesa raggiunta con la Germania nellíultimo mese per consentire líoperatività congiunta degli ufficiali di collegamento italiani e tedeschi nei Balcani.

Ricordo che il nostro Paese ha sottoscritto 25 accordi di riammissione, di cui 19 entrati in vigore e sei ancora in attesa di ratifica. Eí stato poi firmato un memorandum di cooperazione con la polizia cinese che invierà in Italia alcuni esperti per identificare, al fine di espellerli, i cinesi clandestini.

Sono state inoltre intraprese le seguenti iniziative, che ricordo brevemente: rapida sottoscrizione degli accordi di riammissione con Egitto, Pakistan e Cipro; avvio dei negoziati per la riammissione con Libano e Siria; individuazione dei punti di contatto per lo scambio di informazioni in materia di immigrazione clandestina per far sì che i Paesi interessati li utilizzino effettivamente; sollecitazione dellíimpegno, tramite líUnione europea, delle autorità di ciascun Paese per uníefficace vigilanza lungo la costa, utilizzando ogni mezzo consentito, con particolare riferimento al Canale di Suez e alle coste turche e siro-libanesi; avvio di negoziati per la stipula di accordi bilaterali con Turchia, Cipro e Libano, allo scopo di consentire, anche in acque internazionali, líintercettazione dei natanti, battenti bandiera di quei Paesi, sospettati di trasportare clandestini; inserimento, nellíagenda dei lavori del prossimo Consiglio affari generali che si terrà il 15 aprile a Bruxelles, del problema del controllo dei flussi migratori via mare.

Un ultimo profilo che desidero segnalare è quello attinente allíistituzione, proposta dallíItalia, di una polizia europea di frontiera, rispetto alla quale appare fondamentale il rafforzamento del ruolo di Europol, sul presupposto che debbano condividersi con gli altri partner europei gestione, costi e responsabilità delle frontiere comuni.

In tal senso, uno studio di fattibilità su una polizia di frontiera comune sarà presentato alla Conferenza dei Ministri dellíinterno dellíUnione, che si terrà qui a Roma il 30 maggio prossimo e a cui interverranno anche i Ministri dell'interno dei Paesi candidati allíadesione.

Signor Presidente, onorevoli senatori, queste, in via molto schematica, sono le linee su cui si muove il Governo rispetto al tema scottante dellíimmigrazione clandestina. (Applausi dai Gruppi FI, AN, LP, UDC:CCD-CDU-DE e Aut).

BOSCETTO (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOSCETTO (FI). Signor Ministro, la ringrazio per le informazioni, così doviziose e con diversi connotati di novità.

Vorrei chiederle se è stato nominato l'Alto commissario per l'immigrazione ed eventualmente quale figura è previsto vada a ricoprire questo incarico.

Vorrei anche sottolineare la necessità di forti interventi all'estero e se è prevista, quindi, una collocazione di funzionari del Ministero dell'interno presso i nostri consolati e le nostre ambasciate, al fine di rendere molto oliato il meccanismo così da riuscire a stabilire il contatto fra datori di lavoro e lavoratori all'estero e permettere un regolare flusso di immigrati con possibilità di lavorare, che possono poi stipulare in Italia il contratto di soggiorno per lavoro.

Vorrei anche chiederle quali sonoÖ (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Mi dispiace, troppe domande.

Signor Ministro, a lei la risposta, in tre minuti.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Sarò più breve. Il Governo, nell'ultimo Consiglio dei ministri, ha previsto l'istituzione dell'Alto commissario, ma non è ancora steso il relativo decreto con le competenze da attribuire a tale organo, che non devono creare problemi di sovrapposizione con altre competenze.

Questo ruolo dev'essere definito al meglio e credo che debba essere definito - lo sarà nei prossimi giorni - nell'ambito del lavoro importante da svolgersi fuori dai confini dell'Italia, di collegamento con tutti i Paesi di transito o di origine dell'immigrazione clandestina, per fermare "dalla parte di là" l'arrivo e la partenza dei convogli. (Commenti del senatore Brutti Massimo).

Per quanto riguarda il collegamento con ufficiali di polizia nelle diverse ambasciate, sono al momento 41 i nostri ufficiali di polizia e da qualche giorno, come ho detto nell'introduzione, ne abbiamo anche uno in Cina.

Questa è la linea che stiamo portando avanti.

BOSCETTO (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOSCETTO (FI). Grazie, signor Ministro, sono soddisfatto di quanto lei mi ha ora detto, così come avevo accennato di essere soddisfatto di quanto lei aveva esposto nella sua relazione.

Credo sia fondamentale questo intervento all'estero, sia attraverso il contatto con i Paesi europei, per creare una polizia di frontiera, sia attraverso gli accordi bilaterali o multilaterali per poter intervenire già all'estero in un'ottica di verifica dei flussi di immigrazione.

Mi sembra anche molto interessante la sua idea che riguarda la costituzione di centri di identificazione all'estero, in modo da riuscire ad effettuare le identificazioni sui flussi lì, evitando che si debba fare tutto questo già sul territorio italiano. Ci sono esperienze avanzate in questo senso, soprattutto in Gran Bretagna, con ufficiali di collegamento che già si muovono in Francia e su altri territori anche non europei per riuscire a fare i controlli dei documenti in un'ottica di intervento serio all'estero.

Credo che tutto questo che si va a fare e anche, quindi, il forte potenziamento di funzionari del Ministero dell'interno presso le nostre ambasciate e i nostri consolati sia la carta vincente, insieme a tutte le altre che sono ugualmente utili, ma più tradizionali.

Un maggiore nostro impegno all'estero in tutti i modi e in tutti i sensi riuscirà a far sì che si possa creare un equilibrio fra esigenze umanitarie, di lavoro, di tutela dei richiedenti asilo, insomma fra tutte quelle esigenze - compresa, ovviamente, quella di non fare invadere il nostro Paese - che tutti noi avvertiamo e abbiamo fortemente presenti.

Grazie, signor Ministro.

MONTALBANO (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTALBANO (DS-U). Signor Ministro, è evidente che in questi ultimi mesi ci si trova di fronte ad un forte incremento (come lei, del resto, ha testé asserito) degli sbarchi clandestini ed è altrettanto evidente che ciò ha provocato tensioni non secondarie nella maggioranza, dove si registrano - fortunatamente - sfumature e valutazioni diverse rispetto ad un certo radicalismo xenofobo.

In questo contesto è stato proclamato (come lei adesso ha ricordato) lo stato di emergenza ed è stata annunciata la nomina di un commissario. Ciò, tuttavia, suscita timori e preoccupazioni poiché, date le premesse e gli orientamenti del Governo in questa materia, si è tentati di pensare che si possa gestire con il pugno di ferro anche la delicata materia che riguarda lo status di rifugiati per chi richiede asilo politico.

Su queste materie, poiché c'è l'assenza di una politica organica, si è voluta richiamare, fra gli altri, da parte del Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'attenzione del Parlamento affinché, intervenendo sull'iter legislativo in corsoÖ (Il microfono si disattiva automaticamente).

Signor Presidente, avrei bisogno ancora di pochi secondi per terminare la domanda.

PRESIDENTE. Quanto avviene è imbarazzante, forse perché non ci siamo abituati, ma è inutile che ricordi che "question time" non vuol dire "questione di tempo". La prego, dunque, di concludere in trenta secondi.

MONTALBANO (DS-U). Confesso di aver iniziato a conteggiare il minuto da quando ho iniziato a parlare e quando il microfono è stato disattivato erano passati solo quarantacinque secondi.

In ogni caso, chiedevo di sapere se e come il Governo intende intervenire al fine di consentire: che le domande di asilo possano essere presentate non solo ai posti di frontiera, ma anche nelle questure; che gli eventuali ricorsi contro i dinieghi alla richiesta di status di rifugiato abbiano effetto sospensivo; che vengano introdotti criteri selettivi adeguati per garantire che la scelta dei componenti delle apposite commissioni territoriali sia qualitativamente adeguata.

PRESIDENTE. Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Come ho già detto, definiremo la figura del commissario nei prossimi giorni e nelle prossime settimane per darle un contenuto organizzativo che determini effetti positivi ed evidentemente non intralci le competenze già divise fra diversi Ministeri.

Nel merito del problema, che mi sembra rappresenti la principale richiesta avanzata dal senatore Montalbano, della preoccupazione di una linea di durezza nei confronti dei rifugiati, dei perseguitati, voglio fare un esempio. Sappiamo tutti che in questo momento lo Sri Lanka è un paese dove non c'è la guerra, c'è tranquillità, eppure siamo stati invasi nelle ultime settimane proprio da cingalesi (ho già fornito il dato: oltre 2.100, quasi tutti in Sicilia e qualcuno in Calabria e in parte li stiamo rimpatriando), perché la stragrande maggioranza di essi si dichiara rifugiato politico.

Nel meccanismo del rapporto fra l'Italia e questi Paesi, e fra l'Italia e gli altri Paesi europei, deve essere chiarito meglio il concetto di fondo su cui tutti siamo sicuramente concordi e cioè che il rifugiato va accolto, ma non altrettanto deve avvenire per chi approfitta di una situazione burocratica pasticciata per dichiararsi rifugiato quando invece non lo è. È materia molto delicata ed è all'attenzione del Governo italiano, come pure dell'Unione europea e posso anche dire delle Nazioni Unite.

MONTALBANO (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTALBANO (DS-U). Signor Presidente, innanzitutto intervengo per dichiarare una parziale soddisfazione rispetto a quanto testé affermato dal Ministro. Va dato atto che le cifre che il Ministro ci ha fornito questo pomeriggio sono delle cifre verità; non si nasconde il grave problema politico di fronte al quale ci troviamo e non ci si vuole nascondere dietro cifre inadeguate. Queste ultime evidenziano che il flusso dellíimmigrazione aumenta in maniera esponenziale. Il sottosegretario DíAlì rilevava nei giorni scorsi che aumenta in maniera esponenziale anche nella nostra Sicilia.

Le indagini che diverse procure (in particolare quella di Lecce) stanno svolgendo evidenziano come le rotte classiche - quella sul canale díOtranto, quelle che dalla Turchia vanno verso la Calabria e la Sicilia - si stiano moltiplicando ulteriormente e addirittura vengono annunciati altri sbarchi.

Ebbene, il problema va affrontato, a nostro avviso, attraverso un approccio, una cultura che non può essere quella dellíemergenza, ma la cultura della consapevolezza di chi si trova di fronte ad un fenomeno che durerà nel tempo, che abbisogna di soluzioni serie. In tal senso il Ministro ha richiamato un atteggiamento di grande compostezza e serietà che si impegna a portare avanti per quanto riguarda líaspetto a latere della richiesta di status di rifugiati e di asilo politico.

Per quanto ci riguarda, noi intendiamo dipanare ogni possibile ombra rispetto al fatto che lo stato di emergenza - lo vogliamo sottolineare ancora una volta - non possa e non debba essere uno strumento di propaganda, un coup de théâtre che serve a calmare e a dipanare le tensioni che si sono determinate. Perché a questo aspetto dobbiamo pur prestare una certa attenzione; ma è necessario intervenire seriamente in questa matassa enorme che nasconde grandi problemi e che tuttavia può e deve metterci, come Paese moderno e civile, sul fronte della problematicità e della molteplicità delle questioni poste dal fenomeno immigrazione. (Applausi dal Gruppo DS-U. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Complimenti, senatore Montalbano, ha risparmiato quasi cinquanta secondi.

MONTALBANO (DS-U). Glielo dovevo, signor Presidente.

VALDITARA (AN). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALDITARA (AN). Signor Presidente, poiché è decisiva, nel contrasto dellíimmigrazione clandestina, la collaborazione dei Paesi di provenienza degli immigrati e poiché il sottosegretario Mantovano ci ha fornito, nel corso del suo intervento qui in Senato, notizie anche preoccupanti relativamente ad una scarsa collaborazione di molti Paesi del Mediterraneo, domando quali iniziative intende assumere il Governo nei confronti di quei Paesi che non collaborano adeguatamente per prevenire questi flussi.

PRESIDENTE. Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Senatore Valditara, la sua domanda fornisce líoccasione per parlare di un aspetto che per brevità non ho potuto affrontare nella mia sintetica introduzione.

Il più forte contrasto allíimmigrazione lo possiamo fare se gli accordi con i Paesi di transito nel Mediterraneo fanno sì che questi ultimi possano svolgere a pieno i loro compiti, che oggi non tutti svolgono come dovrebbero. La settimana scorsa con il Presidente del Consiglio si è tenuta una riunione alla Farnesina alla presenza dei nostri ambasciatori nei Paesi di maggior interesse per il transito degli immigrati clandestini, nel corso della quale abbiamo lasciato ad ognuno di essi le linee guida su cui operare nei Paesi dove sono accreditati per migliorare questo rapporto.

Faccio un esempio per tutti (credo sia opportuno che il Senato ne sia perfettamente conscio): abbiamo in questo momento líemergenza Canale di Suez, perché la maggior parte dei cingalesi o degli immigrati che arrivano dallíOceano Indiano passa dal Canale di Suez. Ma questíultimo ha líobbligo di far passare, in base a convenzioni internazionali, tutte le navi che hanno la loro sicurezza di navigazione.

Invece, ahimè, le carrette del mare giunte in Italia negli ultimi tre mesi sono arrivate quasi tutte dal Canale di Suez sovraffollate e, quindi, fuori dalle norme di sicurezza; mezzi che non avevano nessun requisito, che invece è obbligatorio secondo le normative internazionali.

Se noi riuscissimo, con uníazione internazionale forte, a rendere responsabile ognuno di questi Paesi dei loro doveri, credo avremmo compiuto uníazione importante.

VALDITARA (AN). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALDITARA (AN). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per le chiarificazioni fornite. Vorrei soltanto aggiungere che il disegno di legge sullíimmigrazione, già approvato dal Senato, allíarticolo 1 fornisce alcune indicazioni particolarmente importanti.

Il nostro auspicio, quindi, è che tale disegno di legge possa essere rapidamente approvato anche dalla Camera dei deputati.

BATTISTI (Mar-DL-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BATTISTI (Mar-DL-U). Signor Presidente, onorevole Ministro, alla luce dei recenti sbarchi avvenuti presso le coste pugliesi, si desidera conoscere quali siano le misure che il Governo intende adottare per ribadire il principio sancito dallíarticolo 33 della Convenzione di Ginevra circa il rispetto della richiesta di asilo.

In particolare, scadendo il 31 dicembre 2002 il Programma nazionale "Asilo", si chiede se per líanno 2003 il destino dellíaccoglienza delle persone in cerca di protezione internazionale (uomini, donne e bambini) sia da ravvisarsi nella detenzione obbligatoria nei centri di accoglienza, violando con ciò i tradizionali valori di solidarietà e rispetto della dignità della persona e se líaccompagnamento obbligatorio da parte delle Forze dellíordine dei richiedenti asilo appena sbarcati sulle rive del Sud Italia nei centri denominati di prima accoglienza, come da noi ritenuto, sollevi problematiche questioni di legittimità costituzionale. (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatore Battisti, il tempo a sua disposizione è terminato.

Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testè posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, le novità salienti contenute nel disegno di legge governativo in materia di asilo sono le seguenti: si esclude che il questore possa rilasciare il permesso di soggiorno temporaneo nei casi in cui si debba procedere al trattenimento e nei casi in cui si faccia ricorso alla procedura semplificata; si indicano i casi in cui è possibile trattenere i richiedenti asilo in modo conforme a quanto previsto dalla proposta di direttiva comunitaria; vengono, altresì, indicati i casi in cui il trattenimento deve essere sempre disposto, connessi alla violazione delle norme in materia di ingresso o permanenza nel territorio italiano, ovvero alla violazione di un precedente provvedimento di espulsione o di respingimento.

Il trattenimento, limitato al tempo strettamente necessario per la definizione delle autorizzazioni alla permanenza nel territorio dello Stato, viene attuato in centri di identificazione per richiedenti asilo, secondo le norme di un apposito regolamento che ne definirà il numero, le caratteristiche e la gestione. Il medesimo regolamento dovrà anche istituire, presso le Prefetture, gli uffici territoriali del Governo, le commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato.

Nel caso in cui lo straniero richiedente asilo sia già destinatario di un provvedimento di espulsione o di respingimento, il trattenimento obbligatorio avviene invece in uno dei centri di permanenza temporanea.

Queste sono le linee principali contenute nel disegno di legge governativo in materia di asilo. Potrei aggiungere, come già affermato in coda allíintervento precedente, che in materia di asilo vi sono degli abusi. Dobbiamo essere un Paese accogliente nei confronti dei rifugiati ma non lo possiamo essere nei confronti di chi abusa di una normativa che, invece, deve essere riservata a coloro che ne hanno effettivamente diritto.

BATTISTI (Mar-DL-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BATTISTI (Mar-DL-U). Signor Presidente, onorevole Ministro, in realtà quello che ci preoccupa è proprio questa cultura dellíabuso.

Il 20 marzo scorso il TAR di Lecce ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio italiano per i rifugiati per la sospensione del decreto di respingimento emesso nei confronti di 52 cittadini turchi, di etnia curda, sbarcati il 31 gennaio a Gallipoli. Il TAR ha disposto il rilascio dei permessi di soggiorno temporanei da valere fino alla definizione delle procedure amministrative con riconoscimento dello status di rifugiati.

Un altro episodio è avvenuto con 50 persone di etnia tamil, provenienti dallo Sri Lanka e sbarcate insieme a 70 cingalesi, che furono messe sugli autobus per essere rinviate a Colombo da Fiumicino. Soltanto il fermo intervento di operatori di organizzazioni umanitarie permise líindividuazione di tamil allíinterno del gruppo ed il conseguente trattenimento in Italia del gruppo stesso.

La commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato ha riconosciuto che molti cittadini turchi di etnia curda hanno subito sistematicamente persecuzioni allíinterno delle carceri. Aggiungo anche che, dopo un breve periodo di trattenimento nei centri di accoglienza al Sud, molte di queste persone di etnia curda venivano poste sul treno ed invitate a badare a se stesse. Il comune di Roma ritiene invece che lo Stato debba fornire quanto meno indicazioni; purtroppo, i suoi centri di accoglienza sono assolutamente pieni e più di 100 cittadini di etnia curda sono costretti a vivere nei parchi o allíinterno della città senza un tetto.

In conclusione, quello che ci preoccupa è la cultura dellíabuso e la totale inefficienza dello Stato in relazione alle richieste di asilo. (Applausi dai Gruppi Mar-DL-U e DS-U. Congratulazioni).

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Ministro, anchíio intendo porre un quesito in relazione a quella tipologia di immigrati (molto diffusa, se si considerano gli ultimi ingressi nel nostro Paese) che, in ragione della provenienza e delle motivazioni della scelta migratoria, sono più naturalmente predisposti a richiedere, una volta sbarcati, líasilo.

Le notizie che abbiamo in questi giorni sul trattamento degli ultimi immigrati sbarcati sono abbastanza positive. Tuttavia, al di là delle azioni intraprese in questa occasione, vorrei sapere cosa si intende fare per codificare in qualche modo líaccoglienza dei potenziali richiedenti, per creare un sistema di strutture permanenti di accoglienza per questa tipologia di immigrati, soprattutto per coloro che risulta quasi impossibile rimpatriare, come nel caso dei curdi provenienti dallíIraq.

PRESIDENTE. Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Questa è una risposta difficile. Il Parlamento ha già approvato in uno dei suoi rami la nuova legge, in base alla quale noi abbiamo il compito di far sì che i flussi migratori in questo Paese siano regolati. La legge identifica il modo in cui si può fare accoglienza. Noi ci atteniamo a quello che la legge ci imporrà non appena sarà approvata definitivamente.

Non cíè dubbio che in questo momento siamo chiamati ad affrontare uníemergenza che non è soltanto italiana ma anche europea, quella del contenimento di una vera invasione nei confronti dellíEuropa. Quindi, la nostra deve essere una linea di contenimento dellíimmigrazione clandestina e di aiuto per coloro che vengono qui a lavorare (secondo le possibilità offerte dal nostro Paese) e nei confronti dei rifugiati, cioè di coloro che escono dai loro Paesi perché perseguitati politici.

Siamo quindi impegnati su queste linee e cerchiamo di fare in modo che in questi centri di identificazione (nei quali il percorso deve essere certamente breve, anche se la legge in corso di approvazione raddoppia i tempi di permanenza) ci sia il rispetto della dignità umana, che a tutti deve essere sempre e comunque garantito.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FORLANI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta fornita dal Ministro sul punto che era stato sollevato.

Desidero ricordare, e anche sollecitare il Governo perché si muova su queste stesse linee, che con il mio Gruppo siamo impegnati, per quel che riguarda il problema più generale dei forti flussi migratori verso l'Europa, verso l'Occidente e in particolare verso o attraverso l'Italia, ad identificare, come chiave risolutiva del problema, in media e lunga prospettiva, lo sviluppo della cooperazione e di una politica di riduzione e contenimento del debito estero nonché, in particolare, l'attività di negoziato bilaterale con i Paesi più a rischio sotto questo profilo.

Si tratta di Paesi che si presentano in queste condizioni per i motivi più diversi, a volte meramente economici, a volte politici, a volte legati al concetto di libertà e dei diritti dell'uomo.

Sotto quest'aspetto rivolgiamo al Governo una raccomandazione per quel che riguarda soprattutto i potenziali richiedenti asilo: alcuni lo ottengono attraverso le normali procedure, ad altri non viene riconosciuto; per coloro ai quali non venisse riconosciuto, raccomandiamo di stare molto attenti alle implicazioni di un eventuale rimpatrio nei loro Paesi. Mi riferisco, ancora una volta, ai Paesi di provenienza ad esempio dei curdi, che sono perseguitati in Iraq e in Turchia: occorre considerare con grande attenzione le conseguenze anche drammatiche in cui possono incorrere alcune volte i soggetti che vengano rimpatriati.

PERUZZOTTI (LP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERUZZOTTI (LP). Signor Ministro, mentre la sorveglianza alle frontiere terrestri italiane sembra essere significativamente migliorata negli ultimi mesi, almeno relativamente ai flussi in entrata diretti verso il territorio nazionale, l'avvicinarsi della stagione estiva e la permanente instabilità geopolitica del Medio Oriente rendono prevedibile una intensificazione degli sbarchi di emigranti clandestini sulle coste italiane, specie quelle meridionali, che potrebbero diventare presumibilmente il teatro delle future emergenze (ma per certi versi lo sono già).

Alcuni Paesi europei criticano l'Italia rimproverandole di non assicurare tempestivamente il respingimento alla frontiera o, peggio, di realizzarlo per vie terrestri creando problemi a Francia, Austria e Germania.

Chiediamo a lei l'opinione del Governo in merito alle circostanze generalizzate nella premessa e cosa possa essere effettivamente fatto per assicurare ed accelerare il respingimento alla frontiera di emigranti clandestini, evitando peraltro che restino sul territorio dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Signor Presidente, cercherò di rispondere a questa domanda del senatore Peruzzotti.

La frontiera terrestre italiana soggetta al rischio della clandestinità è, come noto, quella con la Slovenia. Relativamente ad essa si è riusciti ad ottenere risultati molto positivi perché si è agito su più piani, tra cui quello di un rapporto di collaborazione con il Governo sloveno.

Siamo stati, anche con il ministro Bossi, due volte in quelle zone e personalmente mi sono recato più volte nella capitale della Slovenia per far cogliere appieno alle autorità slovene il significato che riveste, per un Paese candidato all'ingresso in Europa, il poter garantire con la sua polizia le proprie frontiere.

Il forte appello così rivolto per via diplomatica alla Slovenia, è stato molto utile, unitamente a nuove tecnologie che sono state utilizzate per l'identificazione, durante la notte, di chi attraversava quella frontiera. Chi conosce detta frontiera sa che si tratta di controlli molto difficili, perché essa passa in mezzo ad una città e in alcuni punti è veramente molto complesso controllarla.

E' stata poi adottata una soluzione molto proficua, che verrà ripetuta in altri Paesi europei sulla base dell'esperienza italiana, consistente nell'utilizzo di pattuglie miste italo-slovene che insieme, sullo stesso mezzo, hanno reso quella frontiera molto più sicura.

Cosa è avvenuto quindi? Una diminuzione esponenziale di passaggio di clandestini e, grazie al buon funzionamento dell'accordo raggiunto per vie diplomatiche, un aumento dei respingimenti pari al 114 per cento. Si è avuta, cioè, una forte azione delle nostre Forze di polizia con il consenso della Slovenia.

Per la restante parte dei nostri confini via mare, in particolare quelli meridionali, vi è una diversa logica di difesa e di contrasto. Ecco perché continuiamo a ripetere che deve esservi una grande attenzione: in primo luogo, all'aiuto ai Paesi più poveri nell'ambito dello scenario internazionale; in secondo luogo, ad accordi bilaterali con questi Paesi effettivamente produttivi; in terzo luogo, alla possibilità di un nuovo passaggio, la possibilità cioè di stringere accordi con questi Paesi mediterranei per il controllo delle navi battenti la loro bandiera. Ciò consentirebbe lo svolgimento di un'azione di contrasto molto più efficace già nei porti, che sono ormai noti parzialmente.

PERUZZOTTI (LP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERUZZOTTI (LP). Signor Presidente, signor Ministro, il problema della repressione dell'immigrazione clandestina è chiaramente una questione politica di ordine generale che impone, a nostro avviso, due passaggi fondamentali: il riconoscimento del fenomeno come minaccia alla sicurezza nazionale del Paese e la conseguente attivazione di tutti gli strumenti a disposizione dello Stato per predisporre le necessarie difese.

Per il primo punto ci aspettiamo che lei fornisca al Consiglio dei ministri, e al guardasigilli Castelli, tutti i dati necessari a dimostrare la connessione esistente tra immigrazione clandestina, illegalità e proliferazione di attività illecite.

Per il secondo punto, confidiamo nell'impiego integrato della diplomazia, dell'intelligence, delle Forze armate e di quelle dell'ordine. La diplomazia viene per prima, le spetta il compito di negoziare la stipula e l'applicazione di accordi internazionali che permettano di controllare i flussi assottigliandoli alla loro sorgente.

Non si tratta soltanto di pervenire alla firma di accordi per la riammissione e di assicurarne il rispetto, ma anche di giungere a intese che prevedano la cooperazione bilaterale delle rispettive Forze di polizia, come si verifica in relazione all'Albania. Anche il suo Dicastero può quindi svolgere un ruolo in questo senso a fianco della Farnesina.

Si tratta poi di impiegare lo strumento militare, sia a livello di intelligence sia a livello operativo, magari cambiando e irrigidendo le regole di ingaggio che debbono seguire le navi della Marina militare quando intercettano qualcuna di queste orribili carrette del mare cariche di profughi.

Quanto all'intelligence, abbiamo affidato al nostro Servizio informazioni estero, il Sismi, il compito di monitorare gli sviluppi delle capacità militari e le intenzioni politiche dei nostri potenziali avversari. Perché non affidare, in una nuova ottica, allo spionaggio anche il compito di allertare lo Stato rispetto al rischio incombente di possibili assalti immigratori? Sotto questo specifico punto, peraltro, non è lei il responsabile.

Infine, occorre lavorare sul territorio nazionale per individuare ed espellere tutti gli elementi clandestini che siano sfuggiti ai primi due filtri, quello all'origine e quello del tragitto marittimo. Qui riteniamo che il suo Ministero possa e debba svolgere un'azione incisiva. Le nostre città sono infatti piene di stranieri ambulanti, di cui sono ignote la regolarità e le strategie di sostentamento; non di rado sono accompagnati da bambini che, ove siano ormai residenti in Italia, non si capisce come mai riescano a sottrarsi persino agli obblighi scolastici.

Noi riteniamo che l'attività di vigilanza debba essere potenziata giacché nel bacino degli irregolari, comunque giunti in Italia, prolifera l'illegalità e la criminalità organizzata riesce a reclutare sempre nuova manodopera. Ci aspettiamo nuove ed energiche iniziative basate sull'applicazione della legge vigente da domani, attendendo con ansia che il disegno di legge Bossi-Fini sia definitivamente approvato, dotando il nostro ordinamento di ulteriori e più efficaci strumenti di contrasto al fenomeno.

Una piccola annotazione: attorno ai ristoranti cinesi non c'è più soltanto la manodopera clandestina ma c'è anche il giro della prostituzione minorile. Le grandi città sono sature, signor Ministro. Siamo comunque, complessivamente, soddisfatti della risposta che ci ha dato e le auguriamo buon lavoro.

BOCO (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Signor Presidente, le chiedo due chiarificazioni. La prima riguarda la frase che lei ha pronunciato en passant sulla situazione nello Sri Lanka; in questo momento esiste una mediazione internazionale, vorrei dunque capire meglio la sua affermazione secondo cui vi è invece una situazione normale.

La seconda precisazione riguarda il termine "abusi" da lei impiegato; vorrei capire come si intende regolare i poteri eccezionali in rapporto ai rifugiati. Durante la discussione della legge sull'immigrazione, approvata da questo ramo del Parlamento, tutte le nostre proposte di ingresso, facenti riferimento alle Convenzioni internazionali sullo status di rifugiati, sono state bocciate dalla maggioranza. Vorrei capire come il Paese intende affrontare il problema delicatissimo dei rifugiati.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere il Ministro.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Ho già detto che in riferimento allíasilo cíè un disegno di legge che modifica la normativa attualmente vigente per migliorarla e chiarirla. Non dobbiamo dimenticare che ci muoviamo in uno scenario completamente diverso; quando vigeva la vecchia legge, la convenzione internazionale, i casi di richiesta di asilo si contavano sulla punta delle dita. Non cíè dubbio che lo scenario internazionale è diverso da quello del 1947 e quindi è necessaria una modifica per aggiornare la legislazione ai tempi che viviamo.

Questo non significa che il Governo non vuole dare asilo a coloro che sono perseguitati, ma che anche tale questione deve essere vista in modo sereno, obiettivo ed efficace. Lo Sri Lanka è líesempio di come sia difficile poter valutare, nello scenario internazionale attuale, quando un Paese è in guerra e quando non lo è.

Lo Sri Lanka, dalle note diplomatiche che riceviamo, ci pare oggi un Paese in una situazione probabilmente di raggiunta tranquillità ma da esso proviene un flusso altissimo di immigrazione clandestina verso líEuropa, che in parte certamente sarà ancora determinato da condizioni di preoccupazione politica, ma in parte, usando le disposizioni relative allíasilo, trova una scorciatoia - a differenza di quanto avviene per emigrati di altri Paesi - per ottenere la permanenza in Italia.

Solamente questo volevo dire per quanto riguarda la difficoltà di affrontare il fenomeno esponenziale a cui abbiamo assistito, in particolare, in questi primi mesi del 2002.

BOCO (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCO (Verdi-U). Signor Ministro, i dati sono certamente molto complessi a livello mondiale. Non conosco le note che ha ricevuto dallo Sri Lanka, ma le ribadisco che in questo momento la Comunità internazionale è lì sul terreno cercando di operare una difficile mediazione che si protrae da molti anni.

Per quanto riguarda la legislazione del nostro Paese, l'Italia - lo sappiamo bene - non ha una normativa specifica in tema di rifugiati: vi sono líarticolo 10 della Costituzione e líarticolo 1 della legge Martelli, che è stato lasciato intatto dalla legge Turco-Napolitano. Dico solo che, se un Paese vuole affrontare e risolvere questo problema difficile e delicato deve farlo con grande senso di responsabilità.

Citavo, signor Ministro, il dibattito alla Camera, che spero venga affrontato qui in modo diverso: ogni tentativo di introdurre nullíaltro che la citazione delle convenzioni sullo status dei rifugiati del 1951, che sono state ratificate dal nostro Paese, è stato respinto e questo ci preoccupa molto.

Il vero timore sono gli abusi: questi possono venire forse da un esercizio non corretto della richiesta, ma soprattutto da una demagogia che sovrintende la regolazione dei rapporti internazionali.

Il diritto a chiedere rifugio in un Paese civile deve essere una delle leggi più importanti che regolano la vita civile dello Stato. Non vorrei che líabuso fosse fatto dal mio Paese nel cercare di risolvere un problema respingendo chi davvero è a rischio della vita.

NOVI (FI). Attento allíabuso della mafia di Ochalan. Attento allíabuso dei mafiosi.

BOCO (Verdi-U). Questa è la convinzione che oggi mi porta a dire che davanti a tutto ciò la preoccupazione è fondata e molto allarmante.

MARINI (Misto-SDI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINI (Misto-SDI). Signor Ministro, vorrei sapere se ritiene che líazione del Governo per quanto riguarda le politiche sullíimmigrazione è ispirata a princìpi di solidarietà e umanità, e quindi adeguata e coerente per líaccoglienza; se ciò è vero, come essa si manifesta.

Le domando inoltre se il Governo non ritenga che vi sia necessità anche per l'economia del Mezzogiorno di avere un certo numero di immigrati.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Senatore Marini, credo che le risposte alle sue domande possano rinvenirsi nel disegno di legge governativo sull'immigrazione in fase di discussione da parte della Camera dei deputati.

Potrei soltanto aggiungere che la linea politica di questo Governo in materia è quella di gestire un fenomeno che è diventato esplosivo nell'ultimo quinquennio, che sta crescendo per motivi di carattere internazionale e che deve essere gestito per garantire rispetto verso i deboli e i perseguitati, ma anche sicurezza, garanzia e rispetto nei confronti dei cittadini italiani, che devono poter vivere la loro vita con tranquillità.

Coniugare queste due esigenze è compito del Parlamento, delle istituzioni e del Governo. Il provvedimento all'esame della Camera rappresenta a nostro avviso un passo avanti per garantire la gestione di questo flusso di immigrazione. Una volta approvato, si porrà un problema di gestione che dovrà essere affrontato come sempre - credo soprattutto in questo settore - con grande equilibrio e senso della misura.

MARINI (Misto-SDI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINI (Misto-SDI). Signor Ministro, non mi nascondo - per carità - le difficoltà che una politica nei confronti dell'immigrazione pone. Ciò è tanto più vero soprattutto in assenza di un accordo tra i Paesi dell'Unione europea che consenta poi una politica comune.

In ogni caso, signor Ministro, è noto che sul disegno di legge del Governo, non ancora approvato definitivamente, vi sono delle divergenze. Sappiamo che, per lo meno da parte di un settore del Parlamento, vi è stato un giudizio negativo per quanto riguarda l'aspetto dell'umanità e della solidarietà, nonché le necessità dell'economia.

Vorrei ricordarle che, ad esempio, sono fermi i visti relativi ai soggiorni di lavoro, e che ciò danneggia l'economia, soprattutto nel Meridione. In particolare il settore agricolo ha bisogno di forza-lavoro, dal momento che una serie di attività non viene più svolta dalla manodopera locale.

Mi rendo conto che è difficile coniugare l'esigenza di sicurezza con una politica umanitaria, però credo che il Governo debba fare uno sforzo concreto in questa direzione. Non possiamo rinunciare ad una tradizione di civiltà del nostro Paese, anche perché l'Italia è stata duramente colpita dal problema dell'emigrazione. Sappiamo cosa ha significato il flusso migratorio, quale dolorosa conseguenza ha avuto e anche da cosa è stato determinato e non possiamo nasconderci dietro questo fenomeno drammatico.

Dobbiamo, piuttosto, fare una netta distinzione fra i mercanti di esseri umani, che vanno certamente perseguiti e duramente, e la povera gente che viene nel nostro Paese per lavorare e che somiglia, per certi versi, a tanti nostri emigrati meridionali che sono stati costretti ad andare all'estero per trovare da mangiare.

MALABARBA (Misto-RC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALABARBA (Misto-RC). Signor Ministro, lei parla di un 35 per cento di espulsioni in più, ma lo sbarramento di ogni possibilità di ingresso legale, anche per i richiedenti asilo, produrrà ancora tragedie come quella che si è verificata nei giorni scorsi a Lampedusa.

I mezzi militari potranno fermare le imbarcazioni anche in alto mare, magari nelle stesse condizioni nelle quali un'imbarcazione stracarica può capovolgersi con facilità. Come farà la Marina a controllare se su un'imbarcazione ci sono richiedenti asilo o migranti per bisogno da condannare come clandestini? Come si fa a diventare clandestini in acque internazionali?

E poi, con il continuo espandersi delle guerre, come si fa ancora a distinguere il richiedente asilo da chi fugge la miseria e lo spettro delle malattie? In Turchia c'è la guerra? Come mai ci sono profughi curdi? In Sri Lanka la situazione non è uguale? Si parla di un Alto commissario per l'emergenza, ma come funziona, signor Ministro, la Commissione per l'asilo?

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere il Ministro.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Senatore Malabarba, le sue domande racchiudono molte delle risposte che ho già dato e anche questioni sulle quali non siamo in grado di rispondere a nessuno.

Mi riferisco alla difficoltà della gestione di una carretta del mare che salpa da un porto del Mediterraneo senza nessuna sicurezza, senza nessuna attrezzatura tale da garantire un minimo di tranquillità, con un numero sproporzionato di passeggeri imbarcati su mezzi che, chissà quanti, finiscono il loro viaggio durante il percorso e che sono vittime della peggiore delinquenza organizzata; infatti, è indubitabile che nessuno di questi emigranti parta organizzandosi da solo il viaggio.

Le organizzazioni criminali sfruttano questa povera gente e infilano talvolta nelle carrette del mare anche dei delinquenti, per avere poi degli utili riferimenti nel continente europeo (e ciò non va trascurato).

Noi non possiamo consentire che questa via della speranza diventi, come sta diventando, la via dell'inferno per coloro che partono con una speranza e si trovano, durante o dopo il viaggio, nel peggiore degli inferni. È difficilissimo gestire questo fenomeno. Ci si deve provare, attraverso una disciplina che scoraggi chi vuole partire, facendogli capire che non trova il paradiso quando è arrivato nel continente o in Italia.

Mi rendo conto che gestire questo fenomeno è difficile; la legge ci prova e la gestione che di essa si dovrà fare dovrà ulteriormente comprendere al meglio le diverse casistiche che si presentano. È difficile poter dire oggi, in anticipo, quali sono e quali saranno i momenti di difficoltà in cui dovremo prendere delle singole decisioni attraverso i nostri operatori sul mare e i nostri agenti di polizia sulla terraferma.

Non ci deve essere certamente superficialità nell'affrontare questa emergenza; credo anche che non ci debba essere alcuna strumentalizzazione, né da una parte né dall'altra, su un tema così delicato. Più volte, credo, come Ministro dell'interno, ho ben chiarito qual è la posizione del Ministero dell'interno nel gestire tale fenomeno.

MALABARBA (Misto-RC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALABARBA (Misto-RC). Signor Ministro, mi sento profondamente insoddisfatto delle sue risposte molto generiche.

Secondo stime ministeriali, il 70-80 per cento dei clandestini che si affidano al vettore più pericoloso, quello marittimo, provengono da Paesi a rischio, quali Turchia, Iraq e, mi consenta, anche Sri Lanka. Mi verrebbe una battuta; mi sembra che lei consideri un po' questo Paese come Bush considerava l'Afghanistan fino a due o tre anni fa: come si fa a dire che lo Sri Lanka non produce migliaia e migliaia di profughi tamil? Sono, credo, questi i potenziali richiedenti asilo.

Si pone, certo, un'emergenza, ma in termini di accoglienza, non di contrasto. Voglio fare un esempio: è tipico il caso della Sicilia, dove non esistono strutture di accoglienza ma una miriade di centri di tipo detentivo. In occasione dell'ultimo grande sbarco, quello a Catania di 1.000 curdi, costoro sono stati portati, a poche ore dallo sbarco, a mille chilometri o quasi di distanza su autobus e deportati, nei fatti (e c'erano malati, invalidi, neonati). Sono stati condotti a Bari, nonostante le associazioni locali chiedessero con forza la riapertura di strutture come quelle del Magliocco a Comiso (usate a suo tempo per i kosovari durante la guerra) o comunque l'accoglienza in loco.

L'appello all'Europa perché "faccia della frontiera italiana una frontiera europea" deve tener conto degli orientamenti europei in materia di asilo. Il disegno di legge governativo e i più recenti atti che ne anticipano i contenuti (come il tentativo di deportazione in Turchia di 50 asilanti curdi, smentito dal TAR di Lecce, il tentativo, in parte attuato, di deportare in Sri Lanka centinaia di asilanti, per non parlare di immigrati detenuti nei centri temporanei per più di trenta giorni, come sta avvenendo in queste ore al "Regina Pacis", come lei ben saprà), confliggono apertamente con le normative europee in atto e con la direttiva europea sull'asilo che sarà varata entro il 2002. Non si può fare appello all'Europa e ignorarne i princìpi di civiltà.

Lei, come Ministro dell'interno, è stato costretto già due volte, nel caso dei curdi minacciati di deportazione in Turchia e dei tamil minacciati di deportazione in Sri Lanka, a smentire le decisioni della "sua" commissione per l'asilo, che aveva negato l'asilo ai "deportandi" attraverso audizioni svolte in modo estremamente sommario nei luoghi di concentramento e detenzione (peraltro illegale) dei richiedenti asilo.

Inoltre sta emergendo l'orientamento della Commissione a negare ai richiedenti asilo rigettati l'ancora di salvezza della protezione temporanea per motivi umanitari e a negare il rinnovo annuale della stessa protezione ai profughi che l'avevano ottenuta in passato, con ricadute drammatiche su persone ormai inserite in Italia. La Commissione si va configurando dunque come un tribunale sommario che opera in base a contingenze politiche e non a princìpi giuridici.

Mi sembra di poter dedurre che sia il Ministro dell'interno a ordinare questo giro di vite che ha già esposto il Governo italiano, nelle ultime sei settimane, a tre ricorsi e a possibili condanne dinanzi alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo.

La ringrazio, comunque, per il suo interessamento. (Applausi dal Gruppo DS-U).

MARINO (Misto-Com). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINO (Misto-Com). Signor Ministro, mi consenta di dire che ho trovato la sua esposizione molto asettica, mentre l'orrore dell'ultima tragedia è ancora nel nostro ricordo.

Lei ha definito il disegno di legge approvato dal Senato frutto di equilibrio. Io credo che forse lei si riferisca all'equilibrio all'interno della compagine governativa tra un'anima dura, un'Aula dura, e un'Aula più sensibile al dettato cristiano, come ancora ha risuonato l'intervento del senatore Forlani, ma questa legge che lei considera frutto di equilibrio è stata definita dalla Conferenza episcopale inumana, incivile, fuori dell'Europa.

Infatti essa non fa altro che favorire l'immigrazione che voi definite clandestina e penalizzare invece i regolari, evitando il ricongiungimento delle famiglie. Insomma, va nel senso perfettamente contrario.

La domanda che le pongo è se il Governo può ancora fare una riflessione seria su questo testo normativo licenziato dal Senato, oppure pensa semplicemente di insistere con le misure di carattere repressivo.

PRESIDENTE. Il Ministro ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Non posso risponderle in altra maniera se non ricordandole che il disegno di legge da lei citato ha avuto l'approvazione del Consiglio dei ministri e poi di quest'Aula, un'approvazione certamente contrastata, perché il tema è obiettivamente difficile e fa evidenziare profonde differenze tra le posizioni di ciascuno.

Vorrei sottolineare, però, che proprio in questi giorni in Germania è stata approvata la nuova legge sull'immigrazione. Ebbene, le posso dire, senatore Marino (se non ha avuto occasione di approfondirla, come ho fatto, invece, più volte io, come Ministro dell'interno, con il collega Schily) che la legge tedesca e quella italiana non sono molto diverse; anzi, su alcuni aspetti, ad esempio quello del ricongiungimento, è molto più severa e rigida la legge tedesca che, come è noto, è stata approvata da un Parlamento a maggioranza di centro-sinistra.

Devo anche aggiungere che nel dibattito a livello europeo su questo fenomeno, che va gestito, la posizione italiana non è certamente più restrittiva di altre: è coerente con le linee guida di diversi Paesi europei e della stessa Commissione europea. Questo è quello che mi sento di poter dire. Certo è che, se questo fenomeno va affrontato, è indubitabile l'urgenza di dotarci di una legge più moderna.

MARINO (Misto-Com). Ovviamente verificherò il testo di legge approvato dalla Germania, e quindi a questo punto mi aspetto che la Conferenza episcopale definisca incivile e inumana anche la legge tedesca.

Ma in effetti, signor Ministro, credo (non certo perché lo dico io, ma perché lo afferma anche l'OCSE) che se pensiamo di governare questi flussi migratori solamente con misure di ordine pubblico e di sicurezza diventa una pia illusione. Infatti, le misure di polizia, sia pure stabilite a livello internazionale, non fanno altro che spingere ancora di più gli immigranti nella rete dei cosiddetti trafficanti di carne umana e rischia di produrre un esito perfettamente contrario a quello che ci si è prefissi.

Ciò che è importante è la prevenzione e quindi, accanto alle misure, sia pure concordate a livello internazionale, sapere che è proprio questa globalizzazione, questo approccio iperliberista che produce e fa aumentare la domanda di manodopera clandestina, perché si fugge dalla fame, dalla miseria, dalle persecuzioni. LíOCSE - cito testualmente - ha messo in evidenza che le politiche migratorie proibizionistiche non riducono i flussi ma al contrario li fanno aumentare, tantíè vero che alla frontiera messicana, malgrado le misure di sicurezza adottate, gli irregolari da 5 milioni sono passati a 7,5 milioni.

Lei parlava della necessità di valutare in modo sereno la situazione e, rispondendo al senatore Boco, ha detto pure che il Governo sta facendo il possibile, ma non è così perché il Commissariato dellíONU ha richiamato il Governo italiano al rispetto della normativa internazionale, in quanto il nostro Paese dà solamente il 5 per cento dei permessi di asilo, a differenza degli altri Paesi europei.

Lei ha detto altresì che si deve operare su scala europea. Díaccordo, però non soltanto per quanto riguarda le misure di polizia, ma - mi consenta - soprattutto per aiutare i processi di sviluppo dei Paesi poveri, quindi aumentare la cooperazione economica, le politiche formative e sanitarie, prevedere uníiniziativa internazionale per azioni di contrasto alle organizzazioni che promuovono líimmigrazione clandestina, ai trafficanti di carne umana.

Bisogna mettere attorno a un tavolo anche i Paesi rivieraschi, come si era cominciato a fare con la Tunisia, il Marocco e anche con la Turchia. Quindi, non solo misure di repressione - e qui richiamo líintervento del senatore Forlani - ma cooperazione allo sviluppo, cancellazione del debito reale, affrontare i problemi della fame nel mondo, imporre al Fondo monetario e alla Banca mondiale di aiutare i Paesi più deboli.

Se non saranno rimossi questi ostacoli, queste condizioni, le popolazioni saranno costrette sempre a scappare, non ci sarà misura di polizia che tenga e il problema resterà irrisolvibile. (Applausi dal Gruppo DS-U. Congratulazioni).

DE PAOLI (Misto-LAL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PAOLI (Misto-LAL). Signor Ministro, nella seduta del 20 marzo scorso, il Consiglio dei ministri ha adottato una serie di decisioni per fronteggiare líinvasione del nostro Paese da parte dei disperati in prevalenza di etnia curda. Fra líaltro il Governo ha richiesto ai nostri ambasciatori di attivarsi presso i Governi interessati per dissuadere tali flussi di immigrazione clandestina.

Ciò premesso, sarebbe interessante conoscere come il suo Ministero intende operare per bloccare questi viaggi della disperazione.

PRESIDENTE. Il ministro Scajola ha facoltà di rispondere alla domanda testé posta.

SCAJOLA, ministro dell'interno. Signor Presidente, credo di aver già risposto, sia nella relazione iniziale, sia in seguito agli interventi che molte volte cominciano a ripetersi nelle domande.

È uníazione di contrasto sul piano diplomatico - come lei ha ricordato, senatore Carrara - molto forte, svolta con molto impegno, sia direttamente con i Paesi di transito dellíimmigrazione clandestina, sia per un più forte coinvolgimento a livello europeo.

A questo proposito posso dire con piacere e con soddisfazione che proprio líItalia, durante il semestre di presidenza spagnola, ha sollevato fortemente questo problema, che è stato posto, nellíagenda delle riunioni dei Ministri dellíinterno europei al primo punto come esigenza complessiva dell'Europa, che deve farsi carico di un problema che non è soltanto italiano. LíItalia è la spiaggia nel Mediterraneo più vicina a questi Paesi e non può farsi carico di tutto; deve esserci una condivisione da parte europea.

Credo che i primi atti dopo il Vertice di Laeken e dopo Bruxelles facciano comprendere che la linea di azione a livello di politica estera internazionale stia dando qualche frutto. Sul piano della politica interna abbiamo risposto con la legge sullíimmigrazione e con una forte intensificazione dei controlli in mare che vogliamo realizzare con líaccordo dei Paesi dellíaltra sponda del Mediterraneo.

DE PAOLI (Misto-LAL). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PAOLI (Misto-LAL). Signor Ministro, prendo atto delle sue buone intenzioni. Io facevo riferimento semplicemente al fatto che dietro le migliaia e migliaia di curdi che arrivano nel nostro Paese nessuno può non constatare che vi è la volontà del Governo nazista turco che sta di fatto cercando di estromettere la minoranza curda dal proprio Paese. Non ci sono riusciti con i bombardamenti, con il napalm e con la galera; adesso stanno cercando di scaricare questo problema sul resto dellíEuropa.

Semplicemente chiedevo che il suo Governo si attivasse nei confronti del Governo turco affinché la situazione fosse chiarita.

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore De Paoli, anche per il suo linguaggio "soffice", che spesso le accade di adoperare.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Signor Ministro, vorrei porre una domanda brevissima per evitare lí"effetto pesce", che mi è capitato una volta e che spero di non ripetere.

Quali sono i rapporti tra la criminalità organizzata straniera e quella italiana nel traffico di clandestini?

Vorrei, poi, avere un chiarimento circa i 66.000 rimpatri: si tratta di uníintimazione o significa che queste persone sono state ricondotte nel luogo di provenienza?

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere il Ministro.

SCAJOLA, ministro dell'interno. La cifra di 66.000 non si riferisce alle intimazioni, che si fanno senza poi verificare se producono effetti: si tratta (con uno sforzo enorme ed un aumento del 35 per cento in confronto ad un analogo precedente) delle espulsioni con accompagnamento; quindi, un dato molto rilevante.

In riferimento, poi, ai rapporti, non posso fornirle un dato percentuale esatto perché è in elaborazione, però certamente la situazione è molto preoccupante.

Posso dirle che la percentuale di criminalità organizzata in Italia in mano ad esponenti della clandestinità, dellíimmigrazione clandestina è molto elevata ed è motivo questo di ulteriore preoccupazione e della necessità del contemperamento fra líaspetto umanitario, di chi viene in Italia perché soffre, e la preoccupazione forte, invece, per la delinquenza che si importa nel nostro Paese.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARUSO Luigi (Misto-MSI - Fiamma). Signor Presidente, onorevole Ministro, innanzitutto esprimo la mia soddisfazione in ordine alla politica complessiva del Governo nella materia di cui ci stiamo occupando.

Voglio soltanto sottolineare, per i colleghi che la pensano diversamente, le cui opinioni ovviamente rispetto (anche se diverse dalle mie), che certamente nutriamo sentimenti di umanità verso gli stranieri che vengono, ma anche nei confronti dei nostri connazionali che debbono essere messi in condizioni di vivere in una situazione, non dico di assoluta ma almeno di discreta sicurezza.

Vi sono questioni sollevate, stranamente, dalla Lega (è un fatto straordinario): questioni di identità nazionale e culturale che può essere distrutta da questa che, più volte, è stata definita "invasione" da parte di soggetti che hanno culture, tradizioni e abitudini diverse e che verrebbero sradicati dal loro ambiente, dalla loro cultura e tradizione, ma anche noi, in questo modo, verremmo sottratti alle nostre radici, ai nostri riferimenti di natura culturale e nazionale.

Vi è un grave problema di ordine pubblico. Voglio aggiungere, rivolgendomi al Ministro, che avendo visitato in qualità di componente della Commissione giustizia il carcere di Perugia mi risulta che il 70 per cento dei detenuti in quel carcere è costituito da extracomunitari che rendono invivibile, come gli extracomunitari fuori ai nostri concittadini, il carcere stesso ai detenuti italiani. Abbiamo già sufficienti delinquenti in Italia da non avere alcuna necessità di importarli.

Per quanto riguarda, poi, le ragioni sanitarie, vi sono problemi che tutti abbiamo sotto gli occhi di ricomparsa in Italia di malattie che da tempo erano scomparse e che sono state portate proprio da questi extracomunitari e quando si parla dei nostri immigrati dei primi del '900 bisogna ricordare che quando arrivavano in America erano tenuti ad osservare un periodo di quarantena, cosa assolutamente non applicata (senza con questo avere alcun intento razzista) nei confronti di coloro che vengono in Italia con assoluta facilità. Si tratta di una vera e propria invasione.

Signor Ministro, sono assolutamente soddisfatto che questo Governo stia finalmente intraprendendo una strada che tende a contrastare e risolvere, nei limiti del possibile, quello che appare come un gravissimo problema e una gravissima emergenza.

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) sugli sbarchi di clandestini e sul connesso stato di emergenza all'ordine del giorno è così esaurito.

Prima di sospendere i nostri lavori per pochi minuti, desidero ringraziare il ministro Scajola e tutti i colleghi intervenuti per la pacatezza con cui sono state poste le domande e le repliche su un tema così difficile e complesso, come più volte affermato dallo stesso Ministro.

Senato, composizione

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, desidero informare che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha comunicato che nella seduta del 27 marzo 2002 ha verificato non essere contestabili le seguenti elezioni e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, le ha dichiarate valide.

Si tratta, per la regione Campania, dei senatori Bobbio Luigi, Borea, Casillo, Compagna, Cozzolino, Demasi, Fasolino, Flammia, Florino, Formisano, Girfatti, Giuliano, Iervolino, Izzo, Lauro, Liguori, Mancino, Manzione, Marano, Marino, Novi, Pagano, Pascarella, Pellegrino, Pontone, Salzano, Scalera, Sodano Tommaso, Tessitore e Villone.

Ringrazio la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ed il suo presidente Crema per questa comunicazione e dichiaro convalidate le suddette elezioni. Rilevo che, come potete constatare, continua a mancare analoga comunicazione per la regione Toscana.

Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16,26, è ripresa alle ore 16,32).

Presidenza del vice presidente FISICHELLA

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1180) Conversione in legge del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare (Relazione orale)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1180.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta antimeridiana ha avuto inizio l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del decreto-legge.

Proseguono le votazioni a partire dall'emendamento 2.102.

Metto ai voti l'emendamento 2.102, presentato dal senatore Fassone e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.103, presentato dal senatore Zancan e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.104, presentato dal senatore Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.105, presentato dal senatore Fassone e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.106, presentato dal senatore Fassone e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.107, presentato dai senatori Castellani e D'Amico.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.108, presentato dal senatore Turci e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.109, presentato dal relatore.

È approvato.

Sulla scomparsa del giornalista Daniele Vimercati

CALDEROLI (LP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALDEROLI (LP). Signor Presidente, desidero esprimere il mio dolore ed il cordoglio che credo debba essere manifestato da parte di tutta l'Aula per il decesso di Daniele Vimercati, amico e giornalista che per tanto tempo ha seguito le vicende politiche.

PRESIDENTE. Senatore Calderoli, non sapevo di questa notizia; l'Aula si associa al dolore da lei manifestato.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1180

PRESIDENTE. Riprendiamo le votazioni.

Circa líemendamento 2.8/1 il relatore ha proposto di inserire la parola "edittale" dopo la parola "pena". Tale invito è stato accolto dal presentatore.

Metto pertanto ai voti líemendamento 2.8/1 (testo 2), presentato dal senatore Bobbio Luigi.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 2.8, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, illustrerò i subemendamenti, riferiti al maxiemendamento 3.100 del relatore, nel loro significato generale; mi soffermerò eventualmente su aspetti specifici in sede di dichiarazione di voto.

La proposta presentata dal relatore comporta la riscrittura delle norme relative all'emersione del lavoro sommerso. In questi giorni vi è stato da parte del relatore e delle forze politiche di maggioranza il tentativo di dimostrare che l'emendamento è di iniziativa dello stesso relatore. Non credo che questa sia un'interpretazione corretta perché si tratta di una proposta più volte anticipata, anche tramite la stampa. Trattandosi di un emendamento che riscrive completamente almeno una parte delle norme relative all'emersione del sommerso, sono convinto - e credo sia questa l'interpretazione più corretta - che il testo sia stato concordato con il Governo.

Il Governo assegna, infatti, all'emersione del sommerso finalità rilevanti non solo dal punto di vista della legalità, come è stato spiegato nella discussione di questi giorni, ma anche dal punto di vista del gettito fiscale, dell'andamento delle entrate.

Ricordo che questa misura è stata anticipata più volte dal Ministro dell'ambiente e dal Ministro dell'economia ed è stata richiesta più volte dalla Confindustria. La previsione in esame si inserisce nella logica secondo cui la Confindustria considera il problema dell'emersione del sommerso; ed è più o meno questa la filosofia che ispira l'intero provvedimento in esame.

Il provvedimento interviene sul versante della riduzione del costo del lavoro, sul versante della riduzione del carico fiscale e, secondo la logica di Confindustria, accettata dal Governo, sul versante della negazione - l'espressione riduzione è un eufemismo - dei diritti dei lavoratori.

L'emendamento prevedeva inizialmente che ai lavoratori emersi non fosse applicato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In seguito questa previsione è stata per così dire congelata, come ha espressamente dichiarato il relatore, ma la restante parte del testo, signor Presidente, è altrettanto grave perché per i lavoratori emersi, al di là delle norme dello Statuto dei lavoratori, non valgono i diritti e le tutele previsti dalle leggi e dai contratti. In più la procedura di emersione sottoscritta dal datore di lavoro e dal lavoratore produce effetti conciliativi, rendendo impossibile per questíultimo far rivalere il pregresso.

Ho già spiegato in discussione generale il nostro punto di vista riguardo alcuni altri punti che ritengo particolarmente gravi. Questo emendamento, oltre a salvaguardare la procedura automatica già prevista dalla norma originaria introduce una nuova procedura, definita "progressiva", che prevede líintervento diretto da parte dei sindaci. Ebbene, credo che tale nuova procedura sia un nuovo e più grave condono tombale che può generare nuove forme di illegalità.

Dico "condono tombale" perché la domanda che deve essere presentata al sindaco per la regolarizzazione, ad eccezione degli obblighi di carattere fiscale e previdenziale che sono inseriti nella norma originaria, prevede da parte di questíultimo la possibilità di condonare tutte le irregolarità urbanistiche, edilizie, ambientali e in riferimento alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Ritengo inoltre che tale norma, così come è presentata al nostro esame, potrebbe generare nuove forme di illegalità e corruzione. Infatti, il parere favorevole del sindaco è la condizione per proseguire il piano di emersione; sempre il sindaco ha la possibilità di modificare, attraverso una procedura concordata con líintermediario o con líinteressato (nel caso la domanda sia presentata direttamente da quest'ultimo) e líapprovazione del piano da parte del sindaco comporta, in deroga alle disposizioni vigenti, la prosecuzione dellíattività produttiva. Credo che queste condizioni possano favorire, soprattutto nelle situazioni in cui è rilevante la presenza di lavoro nero, nuove forme di illegalità.

Siamo pertanto assolutamente contrari al maxiemendamento presentato dal relatore e sarebbe opportuno fosse ritirato. In ogni caso, abbiamo presentato un pacchetto di subemendamenti per richiamare líAula ad una valutazione più attenta delle norme oggetto del nostro esame, che colpiscono chi lavora, togliendo diritti, e favoriscono chi ha agito in questi anni nellíillegalità.

BATTAFARANO (DS-U). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi senatori, già ieri in sede di discussione generale ho messo in rilievo gli aspetti rischiosi della procedura individuata dallíemendamento del relatore, líistituto della conciliazione, che mette sullo stesso livello la parte più debole, il lavoratore, con la parte più forte, il datore di lavoro, rischia di non risolvere il problema dellíemersione nelle forme più corrette.

Abbiamo presentato alcuni emendamenti per recuperare una procedura che permetta di aderire meglio alle realtà locali, ma anche di creare una situazione più favorevole al lavoratore.

Con líemendamento 3.100/4 ci richiamiamo alle procedure previste dalla legge n. 608 del 1996 e successive modificazioni, quindi alla parte relativa ai contratti di riallineamento.

L'emendamento 3.100/15 pretende di escludere dagli obblighi previsti dalla legge le imprese che superano il tetto dei 15 dipendenti, ad eccezione della materia dei licenziamenti su cui abbiamo già interloquito sia ieri che oggi con il senatore Ripamonti. Con il suddetto emendamento si vorrebbe recuperare la materia del collocamento obbligatorio secondo la disciplina prevista dalla legge n. 68 del 1999, una legge recente che non si può ovviamente tentare di violare in ogni occasione.

L'emendamento 3.100/17 tende a recuperare la procedura dei contratti di riallineamento perché pensiamo che il sindaco, soprattutto nei piccoli comuni, avrà serie difficoltà a gestire tale materia. Inoltre, il fatto che gli si dà un incarico in materia di servizi per l'impiego ñ procedura d'emersione, va al di là delle competenze dei comuni. In particolare, ritengo che i piccoli comuni si troveranno in notevole difficoltà.

Infine vi è l'emendamento 3.100/44. Come ricordava anche il senatore Ripamonti, si permette al sindaco di concedere la prosecuzione dell'attività anche in deroga alle disposizioni vigenti. È una norma molto ampia ed ambigua che rischia di permettere la sanatoria di una serie di scempi a carattere urbanistico ed edilizio e in materia di igiene e di sicurezza del lavoro. Temiamo che questa norma, così come è stata impostata, possa generare ulteriori forme di abusivismo e di illegalità. Quindi, invece di portare alla sanatoria dell'economia sommersa potrebbe generare ulteriore economia sommersa.

Invitiamo il relatore e il Governo a valutare attentamente questi emendamenti che, se approvati, potrebbero attenuare i danni dell'emendamento presentato dal relatore.

SALERNO, relatore. Signor Presidente, l'emendamento principale da me presentato è l'emendamento 3.100 (testo 2) che introduce, come ha testé ricordato il senatore Battafarano, una serie di sostanziali modifiche all'articolo 3 del decreto originario che hanno lo scopo di rendere più agevole l'uso e la fruizione di tale articolo.

L'aspetto più importante da sottolineare è il nuovo ruolo che giocherebbe il sindaco, l'istituzione più vicina al cittadino ma anche all'attività economico-produttiva e dunque agli imprenditori. Il sindaco diventa protagonista anche di un rilancio sociale del proprio territorio perché è il destinatario di domande di emersione che in tal modo diventano progressive, piani individuali. Il sindaco rappresenta l'istituto più vicino al quale le parti si possono rivolgere.

L'articolo 3, oltre a quest'innovativa estensione di funzioni e competenze, contiene anche un piano straordinario di accertamento. Crediamo, infatti, che questa manovra debba essere accompagnata anche da un piano di accertamento e controllo straordinario per scoraggiare chi pensa di rimanere ancora nell'illegalità nonostante l'esistenza di uno strumento che consentirebbe di uscire agevolmente da questa situazione e di dare finalmente dignità non solo al lavoro e tutela e garanzia al lavoratore, ma anche di raggiungere una certo grado di legalità.

All'articolo 3, così come riformulato, viene introdotta l'importante innovazione di congelare il numero dei lavoratori che, regolarizzati con l'emersione, non fanno lievitare il numero dei lavoratori dell'impresa. Al riguardo, mi vorrei spiegare meglio, anche per i colleghi della mia maggioranza.

Le piccole e medie imprese hanno un numero di dipendenti entro una soglia, abbandonata la quale, molto spesso abbandonano anche un'area di flessibilità e di dinamismo. Se queste imprese assumessero dei lavoratori che oggi sono in nero, i famosi lavoratori irregolari, e se per questo il numero originale delle loro unità produttive crescesse oltre quella soglia, tali imprese si vedrebbero costrette anche ad abbandonare quell'area di flessibilità: parlo non solo del fatidico numero dei quindici dipendenti, ma anche dei dieci, perché alcune normative restrittive non scattano a quindici bensì a dieci. Ad esempio, oltre i dieci dipendenti, scatta l'obbligo di assumere dei lavoratori disabili, ma anche l'impossibilità di fruire del credito di imposta; sappiamo che l'applicabilità dello Statuto dei lavoratori scatta ai quindici; sappiamo che altre normative scattano anche a numeri diversi.

Allora, un meccanismo premialeÖ (Brusìo in Aula). Andrebbe molto seguito questo concetto, signor Presidente (Richiami del Presidente), perché attorno a questo si discute molto. Il meccanismo premiale, signor Presidente, è proprio quello secondo il quale il numero di dipendenti dell'impresa che assume lavoratori irregolari rimane tale, ragion per cui essa non perde tutte le prerogative di flessibilità e di dinamismo che aveva.

Naturalmente, nel mio emendamento c'è un chiaro riferimento al fatto che questo congelamento di numero non opera ai fini dei provvedimenti relativi all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quindi non rileva per quanto riguarda le norme sulla tutela del lavoro concernente le forme di licenziamento collettivo e individuale. Ritengo però altrettanto importante, anche senza questa ulteriore norma, che l'effetto di congelamento del numero diventi veramente uno strumento di agevolazione e premiale in più, che deve in qualche maniera facilitare l'uso e l'accesso a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Senatore Salerno, lei giustamente lamenta che c'è brusìo in Aula, ma è difficile far scendere al di sotto di una certa soglia questo brusìo, nonostante i richiami ai colleghi.

TURCI (DS-U). Signor Presidente, vorrei sottolineare che, diversamente dall'impostazione data dal relatore o dalla normativa precedentemente in vigore, poiché l'una e l'altra delle soluzioni lasciano incerta l'applicazione del diritto alla risistemazione dei precedenti previdenziali dei lavoratori che emergono, con l'emendamento 3.102, da me presentato insieme ad altri colleghi, diamo certezza procedurale e di risorse alla soluzione dei problemi previdenziali pregressi.

Faccio presente che questa soluzione deriva da un parere approvato unanimemente dal CNEL, proprio in esame dell'attuale normativa relativa all'emersione dell'economia nera.

Raccomanderei quindi l'adozione di questa soluzione, in contrapposizione a quella prospettata dal relatore.

PIZZINATO (DS-U). Signor Presidente, gli emendamenti 3.0.101 e 3.0.102 hanno un significato particolare, riguardando, all'interno della vasta area delle attività sommersa, due attività specifiche.

L'emendamento 3.0.101 riguarda l'incentivazione all'emersione dal lavoro nero e sommerso di un mondo che è sempre più in fase di sviluppo: quello delle società sportive professionistiche, dilettantistiche e amatoriali. Si tratta di un insieme di associazioni, di attività, di società che riguardano molte unità, che spesso non hanno nemmeno un contratto di lavoro, con riferimento ai dipendenti che svolgono le attività di manutenzione degli impianti sportivi, che provvedono alla gestione delle attività amministrative, ad esempio, quando vi sono gli spettatori.

Si tratta, come dicevo, di circa mezzo milione di unità lavorative, che hanno rapporti molto diversi, la stragrande maggioranza dei quali non regolarizzati dal punto di vista previdenziale.

La proposta avanzata, poiché trattasi di un'attività in continuo sviluppo, è che vengano applicati, al fine dell'emersione del lavoro nero, del lavoro sommerso, i benefìci previsti dalla legge 18 ottobre 2001, n. 383, attraverso accordi che assumono come base il rapporto di lavoro stabilito in un contratto fra le società che gestiscono gli impianti sportivi e i dipendenti. Riteniamo che un'incentivazione in questa direzione favorisca anche un miglioramento e un ulteriore sviluppo delle attività sportive per tutti.

L'emendamento 3.0.102 riguarda un settore particolare, come ho già avuto modo di sottolineare ieri e ribadire qui oggi. Si tratta di coloro che in questi anni hanno affrontato la tematica del recupero, in particolare di tossicodipendenti; mi riferisco al personale volontario, quello che ha aiutato decine di migliaia di cittadini italiani ad uscire dalla tossicodipendenza e a reinserirsi.

Purtroppo, stante le caratteristiche relative a come sono sorte queste comunità, anche se poi successivamente si sono convenzionate con gli enti locali e con le istituzioni, il processo si è progressivamente e fondamentalmente andato basando su impegni sociali.

Questo emendamento tende a dare soluzione per gli anni passati al versamento dei contributi da parte delle comunità terapeutiche convenzionate, affinché a queste migliaia (non superano le 15.000 unità di cittadini italiani), che tanti meriti hanno verso la società, sia almeno consentito di ottenere le contribuzioni previdenziali e di poter beneficiare di un reddito nel momento in cui raggiungeranno l'età della pensione.

Invito nuovamente il Governo a dare risposte positive a queste due proposte emendative. (Applausi dal Gruppo Misto-RC).

PRESIDENTE. Il restante emendamento si intende illustrato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SALERNO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti i subemendamenti presentati all'emendamento 3.100 (testo 2), da me proposto.

Signor Presidente, ritiro líemendamento 3.101 ed esprimo parere contrario sullíemendamento 3.102.

Invito poi il senatore Eufemi a ritirare líemendamento 3.0.100 e a presentare un ordine del giorno; altrimenti, il mio parere è contrario.

Invito anche il senatore Pizzinato a ritirare gli emendamenti 3.0.101 e 3.0.102 e a presentare al loro posto un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Senatore Pizzinato, accoglie líinvito del relatore?

PIZZINATO (DS-U). Signor Presidente, accogliendo la richiesta del relatore, ritiro entrambi gli emendamenti e presento il seguente giorno G3.500 di cui do lettura:

"Il Senato,

considerata líimportanza strategica delle nuove misure dettate per favorire líabbandono dellíarea della illegalità per tutti gli operatori produttivi che occupano lavoratori irregolari;

tenuto conto di come il nuovo regime delineato offre effettive opportunità di recupero di attività fino ad ora condotte in violazione della disciplina vigente,

rilevato che l'obiettivo prioritario e decisivo dellíintera operazione è quello di consentire líeffettivo e duraturo abbandono dellíarea della illegalità nello svolgimento di attività produttive, con conseguente offerta di concrete misure di tutela e protezione sociale nei confronti di lavoratori altrimenti destinati a restare al di fuori dellíarea di ogni forma di riconoscimento e tutela;

preso atto di come líoccasione in esame si presti allíeffettiva applicazione quanto più diffusa possibile, nel rispetto dei criteri di legge definiti e, in particolare, che sono opportuni adeguati provvedimenti attuativi circa líapplicazione del nuovo regime anche nei confronti di talune particolari forme di esercenti attività produttive, pur assoggettati - ad altri fini - ad un regime di imposizione speciale, quali le associazioni sportive professionistiche, dilettantistiche, amatoriali, gli operatori nel campo dello spettacolo e dei servizi sociali (compreso comunità terapeutiche-tossicodipendenza),

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa legislativa attuativa ed interpretativa per assicurare effettivamente che líapplicazione della nuova disciplina sullíemersione di lavoro irregolare venga garantita nei confronti di tutti i soggetti che svolgono attività produttiva, compresi quelli indicati in premessa".

PRESIDENTE. Il relatore ha preso visione dellíordine del giorno appena letto?

SALERNO, relatore. Sì, signor Presidente. Vorrei solo che fosse messo agli atti che le figure destinatarie del provvedimento sono, comunque, riconducibili alla tipologia di lavoro subordinato e non già a categorie di altro tipo di lavoro occasionale che configurerebbe il lavoratore autonomo, quindi professionale, che nulla ha a che vedere con ciò.

TIRELLI (LP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TIRELLI (LP). Signor Presidente, líintero Gruppo della Lega Padana, se il presentatore dellíordine del giorno è díaccordo, vorrebbe apporre la propria firma allíordine del giorno G3.500 condividendone i princìpi ed essendo anche consci del fatto che questo problema, di notevole importanza, non può essere risolto semplicemente attraverso la presentazione di uno o più emendamenti ma necessita di un disegno di legge organico che tenga conto anche delle esigenze economiche di queste associazioni sportive, alle quali deve essere poi riconosciuto il diritto al finanziamento da parte dallo Stato.

LAURO (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURO (FI). Signor Presidente, se il senatore Pizzinato è díaccordo, vorrei aggiungere la mia firma allíordine del giorno.

PIZZINATO (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIZZINATO (DS-U). Signor Presidente, vorrei soltanto precisare che, come è stato detto dal relatore, effettivamente líordine del giorno da me presentato riguarda il lavoro subordinato.

MAFFIOLI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAFFIOLI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, vorrei apporre la mia firma e quella del senatore Bergamo allíordine del giorno G3.500.

VISERTA COSTANTINI (DS-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VISERTA COSTANTINI (DS-U). Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma allíordine del giorno G3.500.

PRESIDENTE. Prendo atto delle richieste avanzate dai senatori.

Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

TANZI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con i pareri espressi dal relatore e con tutte le posizioni da egli espresse.

PRESIDENTE. In merito allíemendamento 3.0.100 era stato formulato un invito al ritiro. Senatore Eufemi, accoglie questo invito?

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, intendo mantenere l'emendamento 3.0.100, anche se sono rammaricato di non poter accogliere líinvito del relatore. Si tratta di estendere le agevolazioni per líemersione dal sommerso anche ai lavoratori e alle aziende dello spettacolo, sanando situazioni di irregolarità in un settore caratterizzato da rapporti lavorativi di breve durata, favorendone la razionalizzazione degli adempimenti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100/1.

RIPAMONTI (Verdi-U). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ripamonti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l'emendamento 3.100/1, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100/2.

 

Verifica del numero legale

RIPAMONTI (Verdi-U). Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1180

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 3.100/2, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/3, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/4, presentato dalla senatrice Piloni e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/5, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/6, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/7, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/8, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/9, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/10, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

L'emendamento 3.100/11 è inammissibile in quanto privo di portata modificativa.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/12, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/13, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/14, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/15, presentato dal senatore Battafarano e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/16, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/17, presentato dal senatore Di Siena e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/18, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/19, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/20, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/21, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/22, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/23, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/24, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/25, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/26, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/27, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/28, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Líemendamento 3.100/29 è precluso dalla reiezione dellíemendamento 3.100/26.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/30, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/31, presentato dal senatore Gruosso e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/32, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/33, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/34, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/35, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/36, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/37, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Líemendamento 3.100/38 è precluso dalla reiezione dellíemendamento 3.100/20.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/39, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Líemendamento 3.100/40 è precluso dalla reiezione dellíemendamento 3.100/20.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/41, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Gli emendamenti 3.100/42 e 3.100/43 sono preclusi dalla reiezione dellíemendamento 3.100/35.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/44, presentato dal senatore Viviani e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/45, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/46, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/47, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/48, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/49, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100/50, presentato dal senatore Ripamonti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.100 (testo 2), presentato dal relatore.

È approvato.

Ricordo che líemendamento 3.101 è stato ritirato.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 3.102 è improcedibile.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.100, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

Essendo stato accolto dal Governo, líordine del giorno G3.500 non verrà posto ai voti.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.103, presentato dal relatore.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.104, presentato dal relatore.

È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

SODANO Tommaso (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SODANO Tommaso (Misto-RC). Signor Presidente, avevamo già espresso, in prima lettura al Senato, un orientamento contrario sul provvedimento che regolamentava il rientro dei capitali illecitamente esportati allíestero e per líemersione del lavoro irregolare.

Ribadiamo tale orientamento contrario anche sul disegno di legge oggi in discussione, che prevede ulteriori proroghe dei termini originariamente stabiliti dal suddetto decreto-legge e introduce nuovi elementi di segno negativo, come líesclusione della punibilità per reati fiscali, a meno che non sia già stato avviato il procedimento penale. Per non parlare poi del rimborso dellíeventuale eccedenza se la somma emersa dopo il 15 maggio è più bassa di quella dichiarata entro quel termine.

Si tratta di un'ulteriore agevolazione per porre rimedio ad un'operazione di rientro chiaramente fallimentare.

Come già rilevato dai precedenti interventi e anche dalla discussione svoltasi in Aula, stiamo discutendo di un provvedimento senza disporre di dati certi circa l'efficacia delle disposizioni sul rientro dei capitali e sull'emersione del lavoro irregolare.

L'unico dato a disposizione è che sulla previsione di entrata di 40.000 miliardi di lire, ne sono rientrati circa 6.000: un risultato piuttosto modesto che avrà pesanti ripercussioni sulla finanza pubblica. Il pacchetto dei 100 giorni è infatti parte integrante della manovra di bilancio del 2002 e l'insuccesso del provvedimento avrà dunque conseguenze sulle previsioni di entrata del bilancio.

Anche per quanto riguarda l'emersione del lavoro sommerso, non abbiamo nessun dato sulle aziende né sui lavoratori e non vi è ancora un monitoraggio; i primi dati sono anch'essi fallimentari.

Noi avevamo espresso un giudizio negativo su queste misure, perché le ritenevamo e le riteniamo profondamente inique verso i lavoratori e tali da minare la stessa credibilità dello Stato nei confronti dei cittadini; esse presentano incongruenze con i trattati europei e consentono agli imprenditori, e non già ai lavoratori, di godere di esenzioni fiscali e contributive nei tre anni successivi al programma di emersione e di un vero e proprio condono tombale per tutto il periodo pregresso, con la possibilità di estendere il condono anche ai reati di sicurezza sul lavoro e ai reati ambientali.

Nella misura vi è una prevalenza assoluta di aspetti tributaristici, nonostante poi i risultati non siano stati nella direzione auspicata; senza considerare gli aspetti lavoristici, i presupposti costituzionali dell'obbligatorietà del riconoscimento del versamento dei contributi, ragion per cui i lavoratori sono considerati correi, quasi che il rapporto tra imprenditore e lavoratore fosse paritario.

L'approccio alla normativa in oggetto è oltretutto inadeguato rispetto alla complessità del problema, dà risposte parziali e unidirezionali e pone scarsa attenzione alle attività ispettive, che andrebbero potenziate e intensificate con una maggiore presenza sul territorio e con un personale formato e qualificato, in grado di fronteggiare anche l'affinamento delle tecniche di elusione delle normative lavoristiche e previdenziali che si sono verificate in Italia negli ultimi anni.

Infatti, mentre al Sud esiste ancora una parte di lavoro nero in senso stretto, nel Centro-Nord si registrano forme sofisticate di elusione con imprese regolari che si avvalgono di aziende spurie o di partite IVA per affidare subappalti, con gravissime ripercussioni per la tutela della sicurezza dei lavoratori stessi.

E un capitolo a parte, di stringente attualità, riguarda anche il fenomeno delle cosiddette terziarizzazioni, cioè della esternalizzazione di alcune produzioni da parte di grandi gruppi a prezzi che non sono rispondenti all'analisi dei costi della manodopera e dei costi di produzione in senso stretto, per cui si assiste, e si favorisce in tal modo anche il lavoro sommerso nei sottoscala o, peggio ancora, in condizioni di assoluta insicurezza per i lavoratori.

E parliamo non di piccole aziende, ma anche di gruppi come la FIAT che, con la vicenda della Valeo-Cablauto di Mariglianella, che si è verificata in questi giorni nella provincia di Napoli, sta portando a licenziamenti ed è la testimonianza di quello che diciamo. Al riguardo, in sede ufficiale, è stato evidenziato dall'azienda che ha avuto l'appalto, che in realtà, anche dinanzi a produzioni estremamente elevate (oltre il 150 per cento della produttività) non riuscirebbero comunque a rientrare nei costi che la FIAT impone.

Ribadisco quindi il voto contrario al disegno di legge in esame a nome del Gruppo di Rifondazione Comunista, perché si sta approvando una vera e propria amnistia per i pirati della lira, per gli evasori fiscali, per gli esportatori di capitali all'estero, per i riciclatori di denaro sporco; viene tutelata e premiata la grande criminalità organizzata che è riuscita a costituire società di capitali all'estero; non sono previste sanzioni nemmeno per l'intermediazione fittizia; i capitali, una volta reimportati, sono assolutamente liberi, senza alcuna garanzia che si possa procedere alla loro confisca, neppure se accertato il reato di riciclaggio.

Ma - si sa - la mafia economica non esiste per questo Governo! Si sta configurando una forma di Stato e un complesso di sistemi e di strutture produttive fondati sull'intreccio tra poteri forti, economie legali ed economie illegali: è per questa ragione che noi votiamo contro il disegno di legge in discussione. (Applausi dai Gruppi Misto-RC e DS-U).

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, dichiarando il voto contrario da parte del Gruppo dei Verdi al provvedimento in esame, desidero brevemente sottoporre all'Assemblea alcune valutazioni.

A proposito del gettito, previsto dalla relazione tecnica, atteso dal cosiddetto scudo fiscale, cioè dal rientro dei capitali illegalmente esportati all'estero e dalla regolarizzazione delle attività detenute all'estero, finalmente il sottosegretario Tanzi ha affermato che occorrerà ipotizzare correzioni o modifiche di vario tipo. E' la prima ammissione dopo mesi - certamente un po' velata e non esplicita - che questo provvedimento non funziona.

Come ben sa il sottosegretario Tanzi, il Governo non solo dovrà apportare correzioni ma deve anche predisporsi a prevedere una compensazione rispetto al buco che il provvedimento sta provocando nei conti pubblici. Infatti, il gettito atteso di 2.000 miliardi di lire era finalizzato a garantire la copertura della legge finanziaria. La maggioranza, il relatore e il Governo insistono naturalmente sul carattere specifico del provvedimento, che non sarebbe finalizzato a fare cassa bensì a garantire maggiore legalità nel nostro Paese.

Credo che ciò non sia assolutamente vero, soprattutto perché con questo provvedimento voi garantite "legalità" a chi ha operato nell'impunità, garantite impunità e anonimato a chi ha esportato ingenti capitali all'estero - si parla di centinaia di migliaia di miliardi di lire - e premiate chi ha sottratto notevoli risorse all'economia italiana.

Ciò sarebbe già sufficiente per motivare un voto contrario, ma occorre considerare anche la parte del decreto relativa all'emersione del sommerso. A tale questione ho già accennato durante la discussione generale e in fase di illustrazione degli emendamenti; ritengo che questa parte della normativa sia contraria ai princìpi della legalità, premiando chi non ha rispettato la legge, sia contraria ai diritti dei lavoratori e non garantisca il gettito previsto.

Siamo, come al solito, di fronte a un disegno di legge impostato sulla propaganda, per far vedere che si assumono misure che dovrebbero essere utili al Paese ma che producono in realtà guasti all'economia del nostro Paese. Ci preoccupa non tanto il fatto che a produrre i guasti siate voi; ci preoccupa il fatto che i guasti siano pagati dal Paese. (Applausi dai Gruppi Verdi-U, DS-U, Mar-DL-U e Misto-RC).

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che interverranno nelle dichiarazioni di voto sul provvedimento in esame che, se il Senato ritiene di dover concludere i propri lavori nella seduta odierna, i tempi degli interventi devono essere inevitabilmente limitati; se invece ciascun senatore, come è suo diritto, ritiene di utilizzare tutti i tempi a disposizione, domani mattina si terrà inevitabilmente la seduta. Infatti, almeno il provvedimento al successivo punto dell'ordine del giorno dovrà essere rinviato alla seduta di domani.

RIPAMONTI (Verdi-U). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (Verdi-U). Signor Presidente, il suo richiamo è sicuramente rivolto agli altri colleghi perché - come lei sa - ho rinunciato a chiedere la verifica del numero legale e le votazioni nominali con scrutinio simultaneo e ho svolto una dichiarazione di voto di tre minuti. (Applausi dai Gruppi LP e FI).

PRESIDENTE. Proprio per questa ragione, senatore Ripamonti, sono intervenuto dopo e non prima della sua dichiarazione di voto. Ciò è così evidente che, se avessi avuto il problema di rivolgermi anche a lei, sarei intervenuto prima del suo intervento. In ogni caso l'indicazione era generalissima e riguardava la sovranità dell'Assemblea che non posso che rispettare.

FRANCO Paolo (LP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO Paolo (LP). Signor Presidente, colleghi senatori, pur con le perplessità espresse in sede di discussione degli emendamenti in ordine allíarticolo 2, la Lega Padana non farà mancare il voto favorevole al Governo sulla conversione del presente decreto. (Applausi dal Gruppo LP).

GIARETTA (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIARETTA (Mar-DL-U). Signor Presidente, i colleghi dellíopposizione hanno già espresso le considerazioni che ci portano ad esprimere un voto negativo sulla conversione in legge del decreto.

Aggiungo una considerazione. In questi giorni il Presidente del Consiglio ha rivolto parole gravi e offensive nei confronti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e nei confronti dellíopposizione; evidentemente egli intende spostare líattenzione dellíopinione pubblica dai risultati - che mancano, che non ci sono - della sua azione di governo e sceglie consapevolmente la strada di una radicalizzazione sociale e politica.

Ritengo grave questa scelta del Presidente del Consiglio, perché in questo momento invece, pur nella diversità delle tesi programmatiche, ci sarebbe bisogno di una iniziativa capace di far riconoscere tutti attorno ad alcuni valori costituzionali. Ma tantíè, il Presidente del Consiglio ha scelto di insultare, ad esempio, i milioni di italiani che hanno fatto uso del loro diritto costituzionale di manifestare pacificamente nel rispetto delle leggi del Paese.

Se poi questi milioni di italiani, per caso, avessero approfittato dellíoccasione per visitare anche qualche museo il Presidente del Consiglio dovrebbe essere contento di ciò perché sarebbe uníulteriore prova di civiltà di questi pacifici manifestanti; e mi rivolgo allíattuale Presidente di questa Assemblea, che essendo stato Ministro dei beni culturali, stimato da tutti, certamente su questo aspetto del mio intervento converrà e anche sugli aspetti positivi per le entrate dello Stato derivanti da un aumento dei visitatori dei nostri musei.

Il Presidente del Consiglio ha scelto anche di attaccare líopposizione, accusandoci di basare la nostra iniziativa sullíuso sistematico della menzogna. Ora, sugli effetti delle proposte modifiche del sistema del lavoro la realtà si incaricherà di dimostrare se abbiamo ragione noi nellíindicare i limiti di tale iniziativa, o se abbia ragione il Governo.

Ci sono, però, oggi delle menzogne - le chiamo così - che sono scritte sulla carta e che la realtà si incarica di qualificare come tali. Eí scritto sulla carta che il provvedimento sullíemersione, di cui oggi discutiamo una modifica recante una proroga dei termini, avrebbe dovuto produrre - come ricordavano i senatori Ripamonti e Turci - almeno 7.200 miliardi di lire, in una prima ipotesi entro il 30 novembre, in una seconda ipotesi entro il 12 marzo. Anche questíultimo termine è trascorso e gli effetti del provvedimento non sono il milione di posti di lavoro che secondo il ministro Tremonti sarebbero dovuti emergere e neppure i 7.200 miliardi di lire che sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato, ma sono 430 lavoratori e qualche centinaio di milioni.

Questo è scritto nelle carte. Allora possiamo dire all'opinione pubblica chi racconta le menzogne: l'opposizione, che al tempo della discussione disse che quelle cifre erano false e inattendibili, o il Governo che le assicurava come certe? La realtà ci dice che le menzogne le ha raccontate al Paese il ministro Tremonti.

Considerazioni simili si possono fare anche per lo scudo fiscale. Dalle stime di 80.000 miliardi di lire si è passati ad un introito che attualmente si aggira intorno ai 5.000 miliardi di lire. È un'enorme differenza di fronte alla quale il Governo è costretto a compiere due operazioni: prorogare i termini e, soprattutto, abbassare le soglie della comprensione dell'illegalità, ampliando la possibilità di pulizia del denaro illegale.

Sarebbe anche interessante sapere quanti capitali, illegalmente detenuti in Italia, sono migrati all'estero nel periodo precedente all'entrata in vigore di questo provvedimento per poi rientrare ripuliti, con una piccola mancia per lo Stato. Non c'entra nulla quindi il rilancio dell'economia, quanto piuttosto la comprensione del fenomeno dell'illegalità da parte di questo Governo.

Vedete, cari colleghi, sono questi comportamenti che rendono difficile la trattativa, anche sociale. Da un lato, voi scegliete di premiare l'illegalità, dall'altro, chiedete minori tutele per le parti sociali più deboli; da un lato, chiedete maggiore flessibilità per i lavoratori, dall'altro, mantenete e semmai accrescete i tanti fattori di rigidità del sistema; sistema delle professioni chiuse che impedisce l'accesso ai giovani, mercati monopolistici che non vengono attaccati (basterebbe citare quella vergogna, che per fortuna è stata rimossa dalle Camere, per cui il Governo pretendeva che il sistema assicurativo in campo automobilistico si trasformasse in una specie di datore di lavoro monopolistico per il sistema degli artigiani carrozzieri).

Queste politiche sbagliate, contro la liberalizzazione e contro un mercato moderno, non fanno bene al Paese. Per fortuna un numero crescente di italiani si sta accorgendo di quale distanza vi sia tra le promesse di questo Governo e la realtà delle leggi che esso propone e fa approvare al Parlamento.

Per questi motivi, il nostro voto sarà contrario al provvedimento in esame. (Applausi dal Gruppo Verdi-U).

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC:CCD-CDU-DE). Onorevole Presidente, onorevole rappresentante del Governo, senatori, il decreto-legge al nostro esame, attraverso la proroga dei termini, affronta e ripropone due grandi questioni di politica economica adottate dal Governo con la manovra dei cento giorni: il rientro dei capitali e líemersione dal sommerso del lavoro irregolare. Non vi è dubbio che la proroga si è resa necessaria in seguito alle difficoltà connesse alle procedure di regolarizzazione.

Non possiamo sottacere tuttavia i risultati finora realizzati, sia rispetto al volume dei capitali rientrati che al gettito conseguente, anche in considerazione delle previsioni di entrata.

Non possiamo non esprimere alcune preoccupazioni rispetto allíirrisoria entità delle imprese che hanno presentato líapposita domanda di emersione. Dai dati disponibili sono appena 154 per un totale di 430 lavoratori regolarizzati. Tale dato conferma i dubbi espressi dal governatore della Banca díItalia Fazio rispetto ad una regolarizzazione che presupponeva un accordo fra impresa e lavoratori e che in caso contrario, come è purtroppo accaduto, si sarebbe rilevata problematica.

Tutto ciò è preoccupante anche per la dinamica dei conti pubblici e per la dimensione che le entrate straordinarie hanno su un equilibrio che rischia di essere precario, se non fondato su riforme strutturali di cui si avverte líesigenza sia in materia fiscale che previdenziale.

Dobbiamo porci allora alcuni interrogativi. Quanto ha influito sul rientro dei capitali lo snaturamento dellíeffetto preclusivo rispetto all'impostazione originaria, andando inevitabilmente ad incidere su una forte delimitazione del raggio di azione dello scudo fiscale? Quanto ha inciso l'incertezza dellíapplicabilità dello scudo fiscale ai capitali detenuti in via indiretta?

Ben si comprende, allora, nel silenzio della legge, líatteggiamento prudente dei risparmiatori italiani che detengono in via indiretta attività finanziarie allíestero e che nel dubbio preferiscono non avvalersi delle disposizioni sul rimpatrio. Una fetta delle attività potenzialmente rimpatriabili rimane pertanto sorda alle sirene dello scudo. Alla luce di tutto ciò, cadono le critiche aspre, fuori misura, espresse dalle opposizioni in occasione della precedente approvazione delle norme generali: senatore Giaretta, non è stato ucciso alcun vitello grasso.

È stato inoltre sufficientemente valutato il rischio di un uso distorto della dichiarazione riservata da parte degli uffici? E, inoltre, si è valutato líeffetto boomerang del rimpatrio per i soggetti cancellati dalle anagrafi della popolazione residente? Tale è il caso dei soggetti che, trovandosi nella descritta situazione, procedessero a rimpatriare le attività detenute allíestero, i quali si troverebbero nella situazione di ammettere, per comportamento concludente, di essere residenti in Italia, con líulteriore conseguenza, a seguito della loro autodenuncia, di restare soccombenti negli accertamenti fiscali con i quali gli uffici dovessero in futuro muovere loro contestazioni.

Perché siamo di fronte, allora, a risultati modesti rispetto alle cifre-obiettivo? Sono gli interrogativi che abbiamo ripetutamente posto e che, non avendo trovato risposta, diventano fonte di preoccupazione.

Da parte nostra abbiamo offerto il più ampio contributo a rimuovere quelle situazioni che hanno impedito finora di fare chiarezza. Ma, a volte, occorre essere critici anche con se stessi per poter raggiungere risultati più favorevoli, rimuovendo ogni tipo di ostacolo.

Non convince, sia nel metodo che nel merito, soprattutto líemendamento che sottrae un'ampia materia al confronto di Commissione, affidando ai sindaci, alla vigilia di un importante turno amministrativo, compiti e responsabilità su una questione tanto delicata come líemersione del sommerso.

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il voto dellíUDC sarà un voto favorevole alla conversione del decreto-legge, non senza rimarcare le ragioni di un vincolo di maggioranza, che prevalgono certo anche rispetto a obiezioni e rilievi che non possiamo sottacere, nella preoccupata consapevolezza di avere offerto un contributo migliorativo per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica che il Governo e la maggioranza si sono dati. (Applausi dai Gruppi UDC:CCD-CDU-DE, FI e LP).

KAPPLER (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

KAPPLER (AN). Signor Presidente, raccoglierò il suo invito all'estrema brevità. D'altro canto, si tratta di uno dei provvedimenti, complessivamente definiti dei cento giorni, sui quali Alleanza Nazionale già ha espresso il suo parere positivo, in particolar modo con riferimento alla questione del rientro dei capitali dall'estero e a quella dell'emersione del lavoro irregolare.

Oggi la proposta di proroga, e quindi il decreto-legge del quale si chiede la conversione, conferma una valutazione complessivamente positiva di questi provvedimenti, anche alla luce di una serie di inadempienze che sono state ampiamente rilevate negli interventi che mi hanno preceduto e anche nell'intervento del Sottosegretario. D'altro canto, noi crediamo che la novità dei provvedimenti, le difficoltà di ordine tecnico emerse, anche la particolarità della congiuntura economica nella quale i provvedimenti hanno operato, abbiano determinato dei ritardi nel conseguimento degli obiettivi che erano stati posti a presupposto dei provvedimenti stessi.

Crediamo sia fuori luogo la polemica attivata dall'opposizione sulla scelta operata dal Governo di una proroga che va nel senso della conferma di un indirizzo di stimolo e sostegno all'economia ampiamente condiviso dall'intera maggioranza.

Respingiamo, quindi l'equazione che la sinistra ha portato in Aula: "proroga uguale fallimento della manovra". Crediamo che i tempi siano stati eccessivamente ristretti e che proprio questa dilazione potrà consentire attraverso questi provvedimenti di riaffermare un'esigenza, ripeto ampiamente condivisa, di maggior legalità e chiarezza nell'economia interna e nel mercato del lavoro.

Per queste ragioni e per le altre considerazioni espresse dal relatore, confermiamo il voto favorevole di Alleanza Nazionale. (Applausi dal Gruppo AN).

BATTAFARANO (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BATTAFARANO (DS-U). Signor Presidente, colleghi senatori, il Gruppo Democratici di sinistra-L'Ulivo voterà contro questo provvedimento per le seguenti ragioni. Anzitutto, quello dello scudo fiscale, oltre all'esiguità delle somme fino ad ora accertate, è un aspetto del provvedimento che suscita notevoli preoccupazioni di carattere morale perché attività illegali e criminose vengono sostanzialmente sanate ad una percentuale di interesse di appena il 2,5 per cento; così facendo, si incoraggia il riciclaggio del denaro sporco. Insomma, lo Stato, pur di fare soldi - pochi in realtà -autorizza la prosecuzione di attività illegali.

Il senatore Turci, nell'intervento svolto in sede di discussione generale, ha posto in rilievo come in questo modo anche i proventi di attività quali il contrabbando, il furto e la rapina possono essere sanati: questo non è qualcosa che torna a merito dello Stato repubblicano.

Per quanto riguarda, poi, l'aspetto dell'emersione del lavoro irregolare, i dati ci danno ragione. Voglio ricordare che quando il ministro Tremonti presentò questo provvedimento si parlò in modo enfatico addirittura di 900.000 lavoratori che sarebbero emersi. Rispetto a questa cifra i lavoratori emersi sono 430: c'è un abisso tra 900.000 e 430. Naturalmente tutto ciò comporta che il problema ancora non ha trovato una valida soluzione e che c'è un minore gettito nelle entrate dello Stato.

Ricorderete che il ministro Tremonti aveva esordito in televisione alla lavagna, presentando un presunto buco prodotto dai Governi dell'Ulivo nei conti dello Stato. In realtà il vero buco lo sta facendo proprio il ministro Tremonti, perché stanno cedendo interi pezzi della manovra economico-finanziaria del Governo e per il momento non c'è ancora un intervento dell'Esecutivo che vada a compensare le minori entrate che, come i dati stanno a dimostrare, sta registrando la manovra governativa.

Rispetto poi all'emersione del lavoro irregolare, questa volta si tentano due innovazioni, come ho già avuto modo di sottolineare. La prima è l'attività della conciliazione, che vuol dire mettere sullo stesso piano due parti che non hanno lo stesso peso: il datore di lavoro e il lavoratore. Eí inevitabile che il lavoratore dovrà, per così dire, accettare quello che il datore di lavoro gli proporrà, il che comporta un colpo di spugna su tutto quello che è avvenuto in passato e il fatto che il lavoratore dovrà accontentarsi di ciò che avrà concordato, conciliato con il datore di lavoro.

Poi c'è l'altra questione, quella del coinvolgimento dei sindaci. Ho notato che anche il senatore Eufemi, che pure fa parte della maggioranza, ha sollevato legittime preoccupazioni sul fatto che si realizza un vero e proprio pasticcio istituzionale.

Come è noto, con il decentramento dei servizi per l'impiego le competenze sono passate alle amministrazioni provinciali. Adesso, invece, si fa carico anche ai sindaci, ai comuni, di un compito che non li riguarda affatto. In realtà si tratta, ancora una volta, di un escamotage, affinchè i sindaci possano sanare altre cose: gli abusi edilizi, gli abusi urbanistici, le violazioni in materia di igiene e sicurezza del lavoro. Quindi, attraverso questo contentino si coinvolgono i sindaci in compiti che non spettano loro. Ho già messo in rilievo come questo comporterà, ovviamente, un aggravio di lavoro che, in particolare per i piccoli comuni, si presenta non facilmente affrontabile.

Insomma, pur di rilanciare un'attività sostanzialmente fallita, pur di rianimare un cadavere rappresentato dalla proposta del ministro Tremonti per líemersione del lavoro irregolare, si realizza un pasticcio istituzionale, si coinvolgono i sindaci in attività che non sono di loro competenza.

Si tratta obiettivamente di attività fallite, su cui si interviene con una proroga che non porterà niente di positivo. Per tutte queste ragioni, il voto dei Democratici di Sinistra-L'Ulivo sarà convintamente negativo. (Applausi dal Gruppo DS-U).

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare", con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare i coordinamenti che si rendessero necessari.

È approvato.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(1212) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1212, già approvato dalla Camera dei deputati.

I relatori, senatori Gaburro e Tredese, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore Gaburro.

GABURRO, relatore. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, la mia relazione riguarda una parte del decreto-legge e in particolare líarticolo 4, che reca disposizioni in materia universitaria.

Il comma 1 proroga di un anno il termine entro il quale le università sono chiamate ad adeguare líordinamento dei corsi di studio alla nuova disciplina degli ordinamenti didattici. La disposizione novella líarticolo 6 della legge n. 370 del 1999, il quale dispone che líadeguamento degli ordinamenti didattici degli atenei debba avvenire entro 18 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che individua le classi dei nuovi corsi di studio. Poiché le classi delle nuove lauree triennali sono state definite con decreto 4 agosto 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 ottobre 2000, il termine scadrebbe il 19 aprile 2002, cioè tra venti giorni. Per effetto della disposizione recata dal comma 1 in esame, tale termine viene prorogato al 19 aprile 2003. La proroga è volta ad assegnare un maggior margine di tempo per effettuare gli adempimenti necessari per líadozione dei nuovi ordinamenti didattici.

Una disposizione identica a quella del comma 1 (che abbiamo appena esaminato) è contenuta allíarticolo 5 del disegno di legge recante disposizioni concernenti la scuola, líuniversità e la ricerca scientifica, approvato dal Senato il 29 gennaio 2002 e attualmente allíesame delle Commissioni riunite VII e X della Camera.

Il comma 2, di cui la Camera ha operato una riformulazione meramente formale, è volto a definire i confini dellíautonomia statutaria delle università. La disposizione in particolare, in primo luogo, riconduce allíautonomia statutaria degli atenei la disciplina dellíelettorato attivo per le cariche accademiche e della composizione degli organi collegiali; in secondo luogo, stabilisce che líelettorato passivo per la carica di direttore di dipartimento venga esteso, nel caso di indisponibilità di professori di ruolo di prima fascia, ai professori di seconda fascia.

La disposizione interviene in un contesto contrassegnato da un prolungato e diffuso contenzioso in sede di giustizia amministrativa, incentrato essenzialmente sulla questione della titolarità delle competenze normative in ordine alla disciplina della composizione degli organi universitari e dellíelettorato attivo e passivo.

In particolare, mentre molte università hanno adottato, nel corso del tempo, statuti recanti norme relative anche a tali profili, la giurisprudenza amministrativa è ripetutamente intervenuta con censure di illegittimità evidenziando che tali materie, in quanto attinenti allo stato giuridico del personale, restano riservate alla competenza normativa statale non rientrando, quindi, nellíambito dellíautonomia statutaria delle università.

Il principio di autonomia universitaria è stato fissato dallíarticolo 33 della Costituzione, ove è stabilito che: "Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.".

Il processo di attuazione del disposto costituzionale è stato avviato con la legge 9 maggio 1989, n. 168, istitutiva del Ministero dellíuniversità, della ricerca scientifica e tecnologica, che definisce i profili dellíautonomia, nonché i contenuti essenziali e le modalità di emanazione degli statuti, la cui deliberazione è affidata al senato accademico integrato. Ai sensi del citato articolo 16, gli statuti degli atenei devono, tra líaltro, prevedere espressamente líosservanza delle norme sullo stato giuridico del personale.

Il decreto-legge 21 aprile 1995, n. 120, recante disposizioni urgenti per il funzionamento delle università, ha poi fissato il termine per líemanazione degli statuti ed ha previsto che: "Gli statuti degli atenei stabiliscono anche la composizione degli organi collegiali assicurando la rappresentanza degli studenti in misura non inferiore al 15 per cento".

Tale combinato disposto (articoli 6 e 16 della legge n. 168 del 1989 ed articolo 6 del decreto-legge n. 120 del 1995) è stato oggetto di interpretazione da parte della giurisprudenza amministrativa.

In primo luogo, sulla scorta di puntuali riferimenti tratti dalla giurisprudenza costituzionale, i giudici hanno escluso che la parziale delegificazione operata dallíarticolo 6 della citata legge n. 168 del 1989 possa estendersi allíelettorato attivo e passivo alle varie cariche accademiche, trattandosi di materia da ricondurre allo stato giuridico del personale. In secondo luogo, con riferimento allíarticolo 6 del decreto-legge n. 120 del 1995, si è ritenuto che tale disposizione, mentre assume una portata sicuramente innovativa con riguardo al principio della rappresentanza studentesca, di per sé non incide sullíarticolo 16, comma 4, della legge n. 168 del 1989 che ha sottratto allíautonomia statutaria lo stato giuridico del personale.

Il provvedimento di oggi tende ad evitare, almeno nel breve periodo, líapertura di situazioni difficili nelle università, di ostacolo allo svolgimento ordinato dellíattività amministrativa.

Come proposta, le Commissioni riunite hanno approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a presentare, entro un termine relativamente breve (auspichiamo entro tre mesi), un provvedimento che rechi una disciplina organica -per noi è importante - che fissi princìpi e criteri in tema di elettorato attivo e passivo e di composizione degli organi collegiali. Questo è il punto centrale dellíarticolo 4.

Infine, il comma 3 proroga fino al 30 aprile 2003 (fino al 31 ottobre 2002, nel testo originario, così modificato dalla Camera) il mandato dei componenti del Consiglio universitario nazionale (CUN), introducendo una deroga allíarticolo 17 della legge 15 maggio 1997, n. 127, che fissa in 4 anni la durata di tale organo.

Nella riformulazione operata dalla Camera, la disposizione è identica a quella prevista dallíarticolo 5 del disegno di legge n. 2238 ("Disposizioni concernenti la scuola, líuniversità e la ricerca scientifica"), approvato dal Senato il 29 gennaio 2002 ed attualmente allíesame delle Commissioni VII e X della Camera. La disposizione di proroga è motivata dallíesigenza di dare continuità allíopera svolta dallíattuale Consiglio universitario nel completare la valutazione dei nuovi ordinamenti didattici.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Tredese.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, il provvedimento di urgenza al nostro esame prevede il differimento di alcuni termini allo scopo di assicurare la continuità di talune disposizioni, in assenza delle quali si creerebbero difficoltà di gestione o funzionalità nellíassistenza sanitaria.

Líarticolo 1 differisce dal 1ƒ febbraio 2002 al 31 dicembre 2002 il termine per la soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito per la dirigenza sanitaria, disposta dal decreto legislativo n. 229 del 1999, rinviando ai contratti collettivi per le modalità applicative della disposizione. Il termine del 1ƒ febbraio 2002 era stato recentemente stabilito in sede di conversione del decreto-legge n. 347 del 2001, recante interventi urgenti in materia di spesa sanitaria.

La proroga ha lo scopo di non cristallizzare incondizionatamente il suddetto termine, entro cui opera la soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito della dirigenza medica ed il conseguente passaggio al regime di esclusività dei rapporti di lavoro, anche in vista di una prossima disciplina più organica dell'intera materia. Tale previsione, oltre a modulare gli attuali vincoli che limitano líautonomia professionale, consente altresì risparmi di spesa, derivanti dal mantenimento del rapporto non esclusivo per i soggetti interessati, con conseguente mancata attribuzione agli stessi dellíindennità di esclusività.

Líarticolo 2 proroga di un anno il termine fissato al 31 dicembre 2001 per líapplicazione della procedura di negoziazione dei prezzi dei farmaci anche ai medicinali utilizzati in Italia secondo le procedure di mutuo riconoscimento. Qualora il termine previsto dalla delibera del CIPE non venisse differito, il prezzo dei farmaci registrati con procedure di mutuo riconoscimento verrebbe stabilito secondo la modalità di fissazione del prezzo medio europeo. In conseguenza di ciò, i farmaci di mutuo riconoscimento potrebbero avere un prezzo e quindi accedere al rimborso soltanto dopo la commercializzazione almeno per un anno in quattro Paesi europei (due Paesi con prezzo amministrato e due con prezzo libero).

Tale procedura comporterebbe un ritardo nellíaccesso dei pazienti a farmaci innovativi, disallineando i nostri livelli di assistenza farmaceutica rispetto agli altri Paesi europei. Si verrebbe così a creare uníintollerabile situazione discriminante sul piano assistenziale.

In definitiva, nel caso in cui la procedura di negoziazione del prezzo ai fini della rimborsabilità non dovesse essere più applicabile, líimmissione in commercio di farmaci di grande valore terapeutico ed altamente innovativi, quali sono quelli autorizzati con la procedura di mutuo riconoscimento, potrebbe subire un notevole ritardo, arrecando grave pregiudizio alla cura di patologie non diversamente garantita dal Servizio sanitario nazionale. Per tali ragioni, è previsto il differimento alla data del 31 dicembre 2002.

Líarticolo 3 amplia il numero dei componenti della Commissione nazionale per la formazione continua, al fine di garantire uníadeguata rappresentanza delle Regioni e delle categorie professionali interessate. La Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 20 dicembre 2001, ha sancito líaccordo fra il Ministero della salute e le Regioni per la definizione degli obiettivi formativi di interesse nazionale in materia di formazione continua, di cui agli articoli 16 e seguenti del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni.

Nel predetto accordo si è convenuto, tra l'altro, di integrare gli attuali rappresentanti delle Regioni in seno alla Commissione nazionale per la formazione continua. Tale integrazione è stata concordata per coinvolgere e responsabilizzare maggiormente le Regioni in materia di educazione continua in medicina e in ragione del mutato quadro normativo sul riparto delle competenze in materia sanitaria tra Stato e Regioni, previsto dalla legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001.

Oltre all'integrazione dei membri in rappresentanza delle Regioni, il decreto prevede di integrare la Commissione con un rappresentante dell'IPASVI (ossia un rappresentante delle professioni infermieristiche, che rappresenti oltre i due terzi del personale interessato).

Nel dettaglio, le modifiche dispongono la nomina: di un terzo vicepresidente, nominato dalla Conferenza permanente dei presidenti delle Regioni e delle provincie autonome; di sette nuovi componenti, di cui sei in rappresentanza delle Regioni - designati dalla Conferenza Stato-Regioni, su proposta della Conferenza permanente dei presidenti delle Regioni e delle provincie autonome - e uno della Federazione nazionale dei collegi infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia.

La Camera ha inoltre approvato l'introduzione di un quarto vicepresidente nominato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, un rappresentante della federazione nazionale degli ordini dei farmacisti e un rappresentante della federazione nazionale degli ordini dei medici veterinari.

Alla ricostituzione della Commissione provvede il Ministro della salute entro 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge in esame. Per la copertura degli oneri si fa fronte con lo specifico contributo annuo versato allo Stato dai soggetti pubblici e privati e dalle società scientifiche che chiedono l'accreditamento per l'attività di formazione continua. Tali somme, ai sensi delle disposizioni vigenti, sono dal Ministro della salute indirizzate alla Commissione nazionale per la formazione continua per le spese di funzionamento.

L'esigenza di provvedere con la massima tempestività alla predetta integrazione è dovuta alla circostanza che dal primo gennaio 2002 è iniziata la fase a regime della formazione residenziale e della Commissione nazionale per la formazione continua che nei prossimi giorni deve definire i criteri e le modalità della formazione a distanza per poter sperimentare tale formazione, in alcune aziende sanitarie, nel corso del primo semestre dell'anno.

L'articolo 5 dispone la proroga degli organi amministrativi della Croce Rossa italiana già in regime di prorogatio ovvero prossimi alla scadenza: tali organismi rimarranno in carica fino all'approvazione del nuovo Statuto dell'associazione e, comunque, non oltre il 30 giugno 2002. La norma richiama, a tal fine, la disciplina generale sulla proroga degli organi amministrativi di cui alla legge n. 444 del 1994 e dispone una deroga al periodo massimo di 45 giorni ivi previsto per la proroga degli organi non ricostituiti nei termini di legge.

Si ricorda che il Consiglio direttivo nazionale dell'Associazione italiana della Croce Rossa, con delibera n. 188 del 3 ottobre 2001, aveva indetto le proprie elezioni per la nomina dei consigli dei comitati locali e per il rinnovo dei consigli dei comitati provinciali e dei comitati regionali, ai fini della convocazione dell'assemblea generale.

Il provvedimento in questione è stato ritenuto illegittimo nella parte relativa all'indizione delle elezioni dei consigli dei comitati locali, atteso che l'istituzione di detti consigli non è recepita, a tutt'oggi, nello statuto in corso di revisione. La non approvazione parziale era stata comunicata in un contesto temporale nel quale era ancora ipotizzabile una possibile, tempestiva approvazione delle modifiche statutarie, che avrebbe consentito una regolare partecipazione alle operazioni elettorali anche per i comitati locali e i relativi presidenti.

Con successiva nota del 16 gennaio 2002 è stata comunicata al Presidente della Croce Rossa italiana la preclusione a procedere alle operazioni elettorali degli organi dell'ente medesimo in pendenza dell'approvazione delle necessarie modifiche statutarie che, peraltro, non sono ancora state definite, in quanto il relativo provvedimento è ancora all'esame delle autorità di vigilanza.

Alla luce di quanto sopra, si fa presente che i consigli dei comitati provinciali agiscono ormai in regime di prorogatio (in applicazione della citata legge n. 444 del 1994) e che quelli dei comitati regionali sono prossimi alla scadenza, come, del resto, quelli del comitato centrale.

La proroga di tali organi, pertanto, è motivata dall'urgenza dovuta alla intervenuta o prossima scadenza del mandato degli organi periferici e degli organi del comitato centrale, nonché dalla necessità di assicurare una gestione ordinaria di dette unità una volta decorso il periodo di prorogatio, al fine di evitare il pregiudizio che dal commissariamento degli organi in parola deriverebbe alla stessa istituzione dell'Associazione italiana della Croce Rossa.

Il provvedimento non comporta nuovi o maggiori oneri né minori entrate a carico del bilancio dello Stato. (Applausi dai Gruppi FI e LP).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Carella. Ne ha facoltà.

CARELLA (Verdi-U). Signor Presidente, il suo appello alla brevità non è stato accolto; anche se a norma di Regolamento potrei intervenire per venti minuti, desidero personalmente raccogliere il suo invito, limitandomi alle questioni sostanziali.

La prima questione rispetto alla quale il mio Gruppo esprime dissenso non riguarda i contenuti del decreto-legge; intendiamo esprimere un dissenso politico rispetto alla linea seguita dal Governo. Ad un anno circa dall'insediamento delle nuove Camere, non possiamo non denunziare l'eccessivo ricorso al sistema della decretazione d'urgenza.

Proprio questa mattina, leggendo il calendario dei lavori di Assemblea della settimana, ho contato ben sette provvedimenti di conversione in legge di decreti-legge. Il dissenso, poi, diventa ancora più forte quando entriamo nel merito di questi provvedimenti. L'esame del disegno di legge è stato tra l'altro assegnato congiuntamente a due Commissioni. L'assegnazione congiunta rappresenta la prova che il provvedimento verte su materie disomogenee. Non siamo neanche di fronte ad un decreto-legge che affronti comunque in maniera chiara un argomento meritevole di un intervento legislativo straordinario ed urgente. Siamo invece in presenza di un testo che si riferisce a materie disomogenee, tant'è che abbiamo ascoltato due relatori, uno dei quali ha istruito la discussione facendo riferimento a un solo articolo.

Durante l'ultima campagna elettorale non ho mai creduto che il cavalier Berlusconi avrebbe rispettato i numerosi impegni assunti, che sono stati ricordati poco fa dal senatore Giaretta; non ho mai creduto che Berlusconi sarebbe assurto agli onori della storia come un novello Napoleone; tra gli impegni vi era infatti la redazione di codici e i testi unici: altro che codici, altro che testi unici, la strada seguita è quella della decretazione d'urgenza per affrontare materie disomogenee!

Il dissenso politico rispetto a questo modo di procedere si rafforza allorché si entra nel merito delle questioni. In quest'Aula ci viene ricordato ad ogni occasione e in tutte le salse che la maggioranza ha vinto le elezioni ed ha quindi il diritto di governare. Ebbene, se avete il diritto di governare avete anche il dovere di assumervi delle responsabilità.

Con riguardo all'articolo 1 del decreto, occorre avere il coraggio di affrontare certe questioni; voi usate invece la tecnica del continuo rinvio. Bisogna essere coerenti rispetto a quanto affermato in campagna elettorale, rispetto agli impegni assunti nei confronti di alcune categorie professionali.

Vi sono due modi di intendere il sistema sanitario nazionale. Noi abbiamo un'idea: pensiamo che tra i capisaldi di tale sistema vi sia il rapporto esclusivo della professione medica. Qui si tenta di rinviare la questione, senza affrontarne gli aspetti sostanziali. E' questa una delle ragioni per cui siamo fermamente contrari all'approvazione del disegno di legge, così come siamo contrari ad ulteriori aspetti. Per rispettare l'appello del Presidente, termino qui il mio intervento e preannunzio il voto contrario del mio Gruppo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Baio Dossi. Ne ha facoltà.

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Signor Presidente, mi ricollego alle parole del senatore Carella per esprimere, a nome del Gruppo della Margherita, più che un dissenso, un profondo disagio che si vive allíinterno dellíAula per la presentazione di continui decreti.

In particolare, il decreto al nostro esame potrebbe essere definito omnibus, perché affronta materie diverse, mettendo insieme una serie di provvedimenti (si passa dai medici a tempo pieno, ai farmaci, alla formazione, agli ordinamenti didattici universitari, agli organi amministrativi della Croce Rossa) che magari secondo líimpostazione del Governo e della maggioranza trovano una soluzione immediata, però denotano una mancanza di coraggio nellíeffettuare scelte chiare che rispondano ai bisogni dei cittadini.

Analizzando il decreto mi è venuto in mente il libro di Gadda - scrittore milanese, ma anche un poí romano e fiorentino - intitolato: "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana". Ebbene, questo più che un pasticciaccio sembra proprio un pasticcio, perché mette assieme materie molto diverse in modo confuso e senza coraggio.

Sostanzialmente il Governo e la maggioranza, attraverso tale decreto, confermano alcuni atteggiamenti che avevamo rilevato già in occasione di altri decreti: da una parte, per quanto riguarda la materia sanitaria, sembra vogliano dire alle Regioni che quanto non va compete loro, dallíaltra, vogliono assumersi la responsabilità di fare delle scelte senza avere il coraggio di portarle fino in fondo.

Oltretutto - come ho già ricordato in occasione della discussione di altro decreto, non per annoiare i colleghi, ma perché lo riteniamo un punto essenziale - di fronte alla materia sanitaria e al bisogno di organizzare una rete di servizi e di prestazioni per dare o ridare salute ai cittadini, bisogna essere molto chiari sia sui soggetti che sulle scelte che si fanno, così da capire le risposte e dare sicurezza ai cittadini. Eí come se la sanità per questo Governo fosse una materia marginale nel panorama politico nazionale.

Entrando nel merito degli articoli, non cíè dissenso sulla proposta di ampliare la composizione della commissione, prevedendo la partecipazione di rappresentanti delle ostetriche, dei biologi, degli psicologi, dei chimici, dei farmacisti. Questa però non è la sostanza della materia - non si riesce infatti a comprendere il perché si interviene in questo modo - ma è una scelta, una risposta ad alcune lobbies che va benissimo e che magari porterà la commissione a lavorare meglio, però non è da questo che si nota il cambiamento della sanità. Si tratta di una scelta condivisibile, ma marginale. Anche per i farmaci non è che si possa dire più di tanto.

Il punto veramente critico del decreto sul quale siamo contrari è il differimento a tempo indefinito della scelta per i medici. Su tale questione cíera bisogno che la maggioranza e il Governo facessero una scelta ben chiara e precisa; non si può andare nelle piazze e raccontare una storia, perché non solo ne discende un pasticciaccio ma anche una confusione perché non si sa cosa si vuole e comunque lo si fa con un mezzuccio e non con una scelta. Su questo sarebbe valsa la pena che voi aveste detto chiaramente come la pensate.

Ci sembra di capire che allíinterno della maggioranza in proposito cíè divisione, non coesione; allora forse varrebbe la pena che in quest'Aula si avviasse una discussione più approfondita sulla materia in oggetto.

In conclusione, voglio fare riferimento alla proroga relativa agli organi della Croce Rossa. Noi in proposito abbiamo presentato un ordine del giorno che speriamo che il Governo accolga. Anche se qualcuno probabilmente ha tentato di politicizzare l'argomento, credo che si dovrebbe dare ascolto al detto secondo il quale nessuno deve sparare sulla Croce Rossa. Al di là dello slogan, si tratta di un organismo presente sia a livello nazionale che internazionale, di un'istituzione all'interno dello Stato, per cui è nell'interesse sia dei cittadini che di noi eletti dai cittadini difenderla e consentire che lavori correttamente, in modo da garantire sempre di più e meglio il suo operato, soprattutto nelle situazioni di emergenza.

Mi auguro che il Governo riesca, proprio per il raggiungimento di questo fine, a rispettare il termine del 30 giugno, anche se mi sembra un termine abbastanza ristretto per l'approvazione di un nuovo statuto. In ogni caso, nessuno è in grado oggi di dire se sarà approvato o no.

Credo che per questi motivi - poi affronteremo la questione in sede di esame degli emendamenti e degli ordini del giorno, in particolare quello al quale ho fatto riferimento - sul decreto-legge al nostro esame sarebbe stato necessario operare in modo diverso.

Per tale motivo, aspettiamo di ascoltare le parole del Governo. Nel caso in cui il testo rimanesse invariato, noi preannunciamo sin d'ora il nostro voto contrario. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U).

PRESIDENTE. Eí iscritto a parlare il senatore Valditara. Ne ha facoltà.

VALDITARA (AN). Signor Presidente, onorevoli colleghi, si è fatto bene a rinviare di un anno l'obbligo per tutte le facoltà di adeguarsi al modulo del cosiddetto "tre più due". Gli ultimi dati, infatti, stanno a dimostrare che la riforma Zecchino è fallita, che è una riforma sempre più contestata.

Del resto, non poteva che essere così, dal momento che è una riforma che abbassa il livello culturale complessivo degli studenti. In tal senso basta considerare l'esempio efficace della facoltà di giurisprudenza. È evidente che se per preparare un magistrato o un operatore commerciale immaginiamo un percorso triennale comune di base, dobbiamo necessariamente abbassare la preparazione complessiva. Ne consegue che prepariamo certamente peggio, rispetto a quanto accade oggi, i nostri giovani a sbocchi di alto livello.

È una riforma rigida. Come si fa a pensare ad un sistema unitario per ingegneria, lettere o giurisprudenza? È una riforma che è stata imposta al mondo dell'università, come d'altro canto è accaduto per la riforma della scuola. È una riforma che, soprattutto in certe Regioni d'Italia, fa correre il rischio di allungare il percorso universitario anziché abbreviarlo. Si dice ormai che la scelta sarà inevitabilmente non di tre anni più due eventuali, bensì sostanzialmente di cinque anni.

Passo ora ad alcuni dati. È significativo che nella facoltà di giurisprudenza dell'università "La Sapienza" su 20.000 iscritti soltanto 12 studenti abbiamo optato per il nuovo modulo. È un dato clamoroso che parla da solo. Lo stesso sembra accadere per la facoltà di lettere.

Inoltre, è una riforma che ha portato ad una proliferazione dei corsi di laurea. Si calcola che siano quasi 3.000. Il 18 marzo a Tor Vergata si è svolto un interessante convegno. Erano presenti il vice presidente del CSM, giudici della Corte costituzionale, i presidenti dell'Ordine forense, del Notariato e del Consiglio di Stato, l'Avvocato generale dello Stato e il direttore delle scuole di specializzazione forense. Ebbene, la riforma è stata bocciata categoricamente da tutti questi autorevoli personaggi.

Io credo che questo decreto varato dal Governo sia più che opportuno, ma non dev'essere inteso, come pur qualcuno aveva in passato sostenuto, nel senso di consentire ai ritardatari di adeguarsi; dev'essere inteso, semmai, come concessione di un termine utile per far affiorare queste difficoltà, per rivedere, riformare, cambiare, rendere più flessibile una riforma che certamente non funziona.

Alleanza Nazionale, che si è sempre schierata con forti perplessità nei confronti della riforma Zecchino, che ha sempre chiesto una revisione, un cambiamento di questa riforma, trova conferma dai dati della realtà e chiede con ancor maggior forza che si realizzi un cambiamento nel senso della flessibilità.

Un accenno molto rapido al comma 2 dell'articolo 4. Noi abbiamo già sostenuto, con un ordine del giorno che il relatore - e lo ringrazio - ha voluto fare proprio, che questo provvedimento può essere inteso nel senso soltanto di sanare, di sistemare situazioni di emergenza che avrebbero potuto in qualche modo creare, all'interno delle università italiane, una confusione conseguente, appunto, a questa illegittimità degli statuti degli atenei italiani.

Chiediamo anche però che ci sia un impegno (il Governo in Commissione si è espresso in modo inequivoco su questo punto e quindi lo ringraziamo di questa posizione) a riformare, a rivedere entro termini rapidi, estremamente brevi, dettando princìpi e criteri precisi, il problema dell'elettorato attivo e passivo negli organi accademici e nelle università italiane. In caso contrario, certamente, se questo principio dovesse valere nel tempo, si creerebbero delle situazioni che potrebbero in qualche modo ingenerare una conflittualità all'interno degli atenei italiani.

Auspichiamo pertanto che, entro, per esempio, tre mesi (poniamo un termine ragionevole) il Governo presenti in Parlamento una riforma anche degli statuti dell'autonomia universitaria, in particolare in relazione alla questione dell'elettorato attivo e della rappresentanza negli organi accademici.

In conclusione, ovviamente il nostro voto su questo disegno di legge sarà favorevole. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LP).

PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare i senatori Tessitore, Compagna e D'Andrea. Non essendo presenti in Aula, si intende che abbiano rinunciato ad intervenire.

È iscritto a parlare il senatore Tatò. Ne ha facoltà.

TATO' (AN). Signor Presidente, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, il provvedimento in discussione, recante la conversione in legge del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8 è un obbligo primario che tutti noi dobbiamo assumerci per ragioni non solo etiche ma anche di natura economica

Mi soffermerò particolarmente sullíarticolo 1, in quanto sugli articoli 2, 3, 4 e 5 la relazione illustrativa e la relazione tecnica sono esaustive.

Infatti, l'articolo 2, che prevede il differimento dei termini della procedura di negoziazione del prezzo dei farmaci registrati con procedura di mutuo riconoscimento al 31 dicembre 2002, ha trovato il suo assenso alla Camera ed evita che farmaci innovativi vengano distribuiti in tempi eccessivamente lunghi.

Líarticolo 3, che prevede la modificazione dell'articolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, e che amplia da 10 a 25 il numero dei componenti della Commissione nazionale per la formazione continua, ha avuto il parere favorevole della V Commissione della Camera.

Líarticolo 4, che reca disposizioni in materia di università, prevede la proroga del mandato dei componenti del Consiglio universitario nazionale fino al 30 aprile 2003. Dalle Commissioni riunite 7a e 12a è stato recepito l'ordine del giorno del senatore Valditara, che impegna il Governo ad elaborare in tempi brevi un provvedimento legislativo riguardante una disciplina organica ed uniforme in tema di elettorato attivo e passivo alle cariche e negli organi accademici.

L'articolo 5 prevede la proroga degli organi amministrativi della associazione della Croce Rossa italiana al 30 giugno 2002.

Su tutti è stato espresso parere favorevole dalle Commissioni permanenti 1a, 4a, 7a e 12a, nonché - in data 7 marzo 2002 - dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle province autonome, seppure con proposta emendativa all'articolo 5 tendente ad attivare entro tre mesi uno specifico tavolo di confronto Stato-Regioni che dovrà presentare una proposta al riguardo. Quanto all'articolo 4, i rappresentanti delle Regioni presenti non hanno inteso esprimere alcun parere nel merito.

La proroga, prevista all'articolo 1, del termine del 31 agosto 2002 di cui al comma 3 dell'articolo 15-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, ha il preciso scopo di analizzare e valutare le conseguenze nefaste della soppressione del rapporto di lavoro a tempo definito della dirigenza medica, con il passaggio al regime di esclusività.

Si impongono alcune riflessioni.

Nella "riforma-ter" del ministro Bindi, l'articolo 15, al comma 5, recita che "il dipendente è sottoposto a verifica triennale per eventuale conferma". Ebbene, nella mia lunga attività professionale e accademica, di quasi quarant'anni, a memoria non mi risulta essere mai decaduto un direttore di clinica o un primario di reparto ospedaliero. Si è assistito, anzi, durante i Governi di sinistra, ad una cristallizzazione degli incarichi e dei ruoli, fino a giungere all'assurdo che è diventato difficilissimo trasferire un infermiere da un reparto all'altro, e la passione dell'articolo 18 dei giorni di oggi ne è la conferma: un modo di fare che ben risponde alla filosofia del posto fisso intoccabile. La norma, quindi, è destinata a naufragare, come la stessa riforma Bindi nel suo complesso.

Ancora, l'articolo 15-bis, al comma 3, prevede che "sono soppressi i rapporti di lavoro a tempo definito per la direzione sanitaria". In verità, sin dalla sua emanazione mi chiedo quale sia stato l'odio ancestrale nutrito dalla Bindi verso la classe medica. Si è mai chiesta quale e quanto lavoro, quanti e quali sacrifici ha dovuto sostenere un medico per giungere alla dirigenza? Si è mai chiesta quanti concorsi ha dovuto sostenere, quante pubblicazioni scientifiche produrre, quanti congressi organizzare, quante umiliazioni e privazioni ha dovuto subire e, in ultimo, quanto danaro ha dovuto spendere per giungere alla dirigenza di un istituto clinico o di un reparto ospedaliero? Ed ex abrupto scompare il tempo definito, pena la perdita della dirigenza!

Senza rivolgere alcuna critica ai colleghi che scelgono il tempo pieno (per scelta di vita, per abitudini o anche per mancanza di hobby), sono convinto che chi ha optato in passato per il tempo definito è stato sempre attento e solerte nell'espletamento del proprio lavoro nella struttura pubblica, proprio per conservare un ruolo primario e di prestigio tipico delle strutture private che primeggiano in virtù di tale assetto.

Chi sceglie il tempo definito, infatti, è colui che, lungi dal trasferire ammalati dal pubblico al privato, effettua esattamente il processo contrario, determinando continuità di lavoro nelle strutture pubbliche, ed è scrupoloso e impegnato a rispettare le norme sulla privacy. Signor Presidente, c'è un grandissimo problema: molti pazienti non vogliono passare sotto le forche caudine delle strutture pubbliche per evitare che i loro malanni vengano a conoscenza di personale amministrativo o infermieristico di ogni specie e di segretarie varie.

Voi di centro-sinistra vorreste proporre soluzioni che altre Nazioni hanno già sperimentato negativamente e sulle quali, a buon ragione, stanno facendo marcia indietro, ritornando al concetto di libertà professionale.

Ancora, l'intramoenia è, sulla quasi totalità del territorio, in particolare nelle regioni del Centro-Sud, impraticabile per carenza, o meglio quasi sempre per assenza di strutture, ambienti e attrezzature.

Si pensi a quanti locali dovrebbero essere disponibili in una clinica universitaria dove operano decine di colleghi che oltre al carico didattico e scientifico devono svolgere attività assistenziale.

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

(Segue TATOí). Si pensi a quanti spazi sarebbero necessari in un ospedale di 300 posti letto, con la presenza di tutte le divisioni mediche e chirurgiche e decine e decine di medici che opterebbero per il tempo pieno.

Tutti i dirigenti sono assoggettati al rapporto di lavoro esclusivo: tutti falciati come da un'inesorabile mietitrebbia che in un campo di grano riduce tutto a stoppie di pari altezza (o, meglio, di pari bassezza), come è tipico dei Governi di sinistra.

Finora abbiamo parlato di problemi che riguardano líetica, la morale e il modo di comportarsi civile in una società, ma voglio ancora evidenziare quali sono i danni economici della permanenza dei medici a tempo pieno. È uníimpresa che non vale la spesa; è anche uníoffesa per un dirigente universitario che vedrà tutto il suo lavoro valutato da un direttore generale, figura di emanazione politica, che di sanità molto spesso non sa nulla.

La relazione tecnica evidenzia che, rinviando il termine al 31 dicembre 2002, si hanno sicuri risparmi per la mancata attribuzione delle indennità di esclusività; ma io aggiungerei ancora, considerando il contratto collettivo nazionale di lavoro 1998-2001, che oltre al trattamento economico tabellare previsto vi sono anche líindennità integrativa specifica, l'indennità di incarico prevista dallíarticolo 40, la retribuzione di posizione definita aziendalmente e la retribuzione di risultato. E' poi da considerare che líindennità di tempo pieno è cumulabile, ai fini pensionistici (quindi ai fini del compenso mensile), alla cosiddetta buonuscita, cioè líindennità di fine rapporto.

Giungo alle conclusioni. È auspicabile che un sempre maggior numero di medici, lungi dallíoccupare un posto a tempo pieno, scelga il tempo definito, sia per ripristinare un clima di libertà e serenità, sia per avere meno spese, ma anche per consentire ai quasi 80.000 medici italiani giovani di ottenere un posto di lavoro. Essi rappresentano una parte dei 430.000 medici iscritti allíordine professionale dei medici e degli odontoiatri. (Applausi dai Gruppi AN e LP).

Quindi ritengo che la proroga al 31 dicembre 2002 sia giustificata, in attesa di una disciplina dellíintera materia che riveda il tutto in maniera organica ed equa e con il fine ultimo di dare ai medici libertà e dignità. (Applausi dai Gruppi AN, LP e FI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Mascioni. Ne ha facoltà.

MASCIONI (DS-U). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il Governo da mesi, in materia di sanità, ci ha abituato ad ascoltare proclami, propositi, intenzioni. Gli annunci sono diventati una montagna e la montagna, onorevole rappresentante del Governo, ha partorito un topolino: un topolino per decreto, segnatamente líarticolo 1 del provvedimento in esame.

Mi rivolgo a lei, riconoscendole di essere sempre presente ai nostri lavori in Commissione; sicuramente ha potuto constatare la natura della nostra opposizione: costruttiva, desiderosa di entrare nel merito dei problemi, soprattutto disponibile laddove ritiene che un provvedimento, da qualsiasi parte giunga, vada in direzione dellíinteresse generale.

Per tutte queste ragioni, credo di aver colto, nei lavori delle Commissioni riunite, anche un segno di disagio nella maggioranza, per quanto attiene il merito e il metodo che è stato usato con questo provvedimento.

Il topolino è piccolo, ma può diventare pericoloso. Con il topolino accontentate - badate - alcune centinaia di medici. Collega Tatò, non so se ne è a conoscenza, ma i medici interessati a questo provvedimento, allíarticolo 1 in particolare, in base alle fonti del Ministero della salute sono 1.663, non di più: meno del 4 per cento dei medici di questo Paese.

Questo topolino, però, mira a diffondere insicurezza ed incertezza nel sistema. La sanità, invece, ha bisogno di chiarezza e di serenità; è un mondo sensibile, al quale è assegnata una grande missione: la salute dei cittadini. Le istituzioni hanno il dovere di tutelarlo, di metterlo al riparo da insidie corporative e da interessi aggressivi. Questo dobbiamo fare per quel che ci compete; il resto, che rappresenta la gran parte degli interventi, dopo la riforma costituzionale spetta, comíè noto, alle Regioni.

I cittadini sono consapevoli della bontà del servizio sanitario pubblico. LíOrganizzazione mondiale della sanità lo classifica tra i migliori in assoluto. Un recente sondaggio ha dato un esito plebiscitario: i cittadini italiani chiedono la difesa ed il potenziamento del Servizio sanitario nazionale, della sanità pubblica. Chi è solitamente interessato ai sondaggi ne tenga conto.

Attenzione, colleghi della maggioranza, a non entrare in collisione con questo sentimento diffuso; non potete continuare ad argomentare alcuni atti che proponete con gli impegni elettorali che avete assunto: le promesse che avete fatto in campagna elettorale sono state tante, direi troppe. In questo caso, voler intaccare e rimettere in discussione il rapporto di esclusività delle dirigenza medica è un proposito pericoloso, destabilizzante ed estremamente costoso. Spero ve ne rendiate conto.

Líarticolo 1 del provvedimento in esame, devo dirlo onestamente, non arriva ancora a questo; rinvia il problema differendo al 31 dicembre 2002 il termine per la soppressione dei rapporti di lavoro a tempo definito per la dirigenza sanitaria con il conseguente passaggio al regime dellíesclusività. Un atto di proroga, di rinvio, di per sé modesto, che lascia però nellíaria - come ho detto - il proposito più grave.

In quest'occasione francamente mi sarei aspettato una posizione più netta anche da parte delle Regioni, responsabili di uníorganizzazione che, in prospettiva, potrebbero trovare modificata da un atto di imperio dallíalto, in netto contrasto con la nuova Costituzione, foriero di nuove precarietà e incertezze.

Nessuno contesta che la maggioranza, in una logica di democrazia parlamentare, possa tradurre in provvedimenti legislativi idee diverse dalle nostre (figuriamoci!), idee che non ci piacciono e che altrettanto legittimamente contrastiamo. La logica della proroga e del rinvio manifesta, però, debolezza politica, carenza di progettazione e - direi - scarsa convinzione nei propri propositi.

Di fronte allíimpianto legislativo vigente in materia sanitaria in questo Paese si avverte tutta la debolezza della controproposta. Questo è il punto politico su cui chiediamo il giudizio, la valutazione dei cittadini, degli elettori e su questo non molleremo anche negli anni che verranno. Comprendiamo bene che non è facile, neppure per una forte maggioranza numerica nel Parlamento come la vostra, riportare indietro il sistema sanitario.

I provvedimenti in oggetto sono fortemente contrastati dalle più rappresentative organizzazioni sindacali mediche, che invece hanno appoggiato la scelta dell'esclusività del rapporto, con la possibilità di accedere ai livelli apicali e alle più importanti responsabilità di direzione soltanto per chi sposa il sistema sanitario pubblico.

Ma, colleghi, non avviene così anche per la dirigenza privata? Pensateci bene: è giusto secondo voi, onorevoli senatori, è saggio e ragionevole tornare alla commistione tra lavoro nelle strutture pubbliche e lavoro nelle strutture private, che ha generato confusione, irregolarità, concorrenza sleale? Eí giusto tutto questo?

Da una situazione finalmente di chiarezza, grazie al decreto legislativo n. 229 del 1999, si vuole riportare il sistema alla confusione e all'indeterminatezza del rapporto contrattuale che interessa i suoi dirigenti, la classe medica. Vi siete accorti che non è facile, perché la riforma che volete rimettere in discussione è forte per il consenso che ha registrato allora e che oggi si oppone ai vostri tentativi di smantellamento.

Tra gli annunci del Ministro, caro collega Tatò, oltre alla messa in discussione del rapporto di esclusività cíè anche il differimento del pensionamento dei medici. Vedo in ciò líassoluta indifferenza e insensibilità per quelle decine di migliaia di giovani medici, a cui lei ha fatto riferimento (e vorrei che in prima persona levasse la mia critica al Ministro), che hanno di fronte a sé difficili, problematiche prospettive di lavoro. Fate attenzione a questo enorme problema e badate che gli stessi medici in attività, presunti destinatari del bonus di due o tre anni di ulteriore lavoro, hanno più comprensione e consapevolezza del problema medesimo di quanta ne abbia il Governo.

Vorrei inoltre sottolineare (e mi rivolgo in particolare al Sottosegretario), anche se líargomento è diverso da quello che ho appena trattato, che ho notato con sorpresa sullo stampato líordine del giorno G1. La mia sorpresa riguarda innanzitutto il metodo seguito per la presentazione (per questo ne chiedo il ritiro), perché le Commissioni riunite, senatore Asciutti, non ne hanno discusso e tanto meno lo hanno votato. Non si tratta quindi di un ordine del giorno delle Commissioni riunite. Inoltre, per le considerazioni che ho già svolto, sono contrario a questo ordine del giorno anche nel merito.

Proponiamo di stralciare líarticolo 1, che è il punto dolens del decreto-legge. Per il resto, sempre in materia di sanità, le nostre obiezioni sono contenute negli emendamenti che abbiamo presentato. Uno di essi è stato trasformato in un ordine del giorno, poiché il Governo ha assunto líimpegno a porre rimedio alla prima occasione utile. Mi riferisco allíampliamento del numero dei componenti della Commissione nazionale per la formazione continua da venticinque a ventisei, per far entrare gli unici esclusi, che sono i tecnici di radiologia.

Concludo, onorevoli colleghi, preannunciando la nostra contrarietà al provvedimento in esame, in particolare per i contenuti e la sostanza dellíarticolo 1. (Applausi dai Gruppi DS-U e Misto-RC).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Brignone. Ne ha facoltà.

BRIGNONE (LP). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, certamente il contenuto di questo decreto-legge è variegato, ma è comunque riconducibile alla materia sanitaria. Per quanto riguarda líarticolo 4, che appare una norma alquanto intrusa rispetto al contenuto, forse si poteva cercare un contesto più appropriato.

Ciò premesso, come avevo già detto in 7a Commissione, sono díaccordo sulla nuova formulazione del comma 3 dellíarticolo 4. Intervengo però brevemente in merito alla norma contenuta nel comma 2, cioè sulla questione "salva o affossa statuti". Credo che qualche parola occorra veramente spenderla.

Líemendamento soppressivo che avevo presentato in 7a Commissione, peraltro sottoscritto anche da Capigruppo della maggioranza, scaturiva dalla preoccupazione che le amministrazioni universitarie si rivolgessero eccessivamente alla necessità di difendere interessi e poteri riconducibili in qualche modo a passate maggioranze, anche politiche.

Per tale motivo suggerivo la cancellazione tout court della norma. È noto che è prevalso l'orientamento di ritirare l'emendamento soppressivo del comma 2, in cambio di un impegno cogente del Governo (attraverso l'ordine del giorno G4.100 delle Commissioni riunite) a disciplinare entro tre mesi la composizione degli organi di governo delle Università e l'elettorato attivo e passivo alle cariche accademiche.

Resta però il problema che, permanendo comunque la norma "salvastatuti" nell'Atto Senato n. 1212 avente forza di legge, in assenza di precise disposizioni in merito si potrebbe anche presumere che le amministrazioni universitarie tendano a rinnovare entro tre mesi il maggior numero possibile di cariche secondo gli statuti vigenti.

Forse le cariche così elette potrebbero essere ritenute nulle successivamente; sarebbe preferibile, a questo punto, che le amministrazioni universitarie si astenessero frattanto dal rinnovare cariche accademiche. Non si verificherebbe un vuoto di potere perché la legge dispone che supplisca il decano dei professori.

È una questione complessa e lo testimonia il dibattito svoltosi nelle Commissioni riunite 7a e 12a, quando è stata posta, tra l'altro da autorevoli colleghi, la questione della definizione dei confini dell'autonomia statutaria delle Università, di cui si è abusato, determinando contenziosi in sede di giustizia amministrativa circa la titolarità delle competenze normative in ordine alla disciplina della composizione degli organi universitari e dell'elettorato attivo e passivo.

Più volte, però, dopo la legge n. 68 del 1989, che aveva avviato il processo di attuazione del principio di autonomia universitaria fissato dall'articolo 33 della Costituzione, la giurisprudenza amministrativa era intervenuta con censure di illegittimità, derivanti dal fatto che le materie relative alla disciplina e alla composizione degli organi universitari e dell'elettorato attivo e passivo restano riservate alla normativa statale, poiché attinenti allo stato giuridico del personale.

Anche il Consiglio di Stato, nella sentenza n. 1269 del 23 settembre 1998, in sostanza ha ribadito che l'elettorato passivo alle cariche di rettore, preside e così via, deve essere riservato ai professori ordinari.

È ovvio che il Governo, a questo punto, voglia e debba definire i confini dell'autonomia statutaria delle Università, ma nel contesto di questo provvedimento, in concreto, si è limitato a salvare alcuni statuti, dopo un iter piuttosto contorto e contraddittorio, forse cercando di coniugare autonomia statutaria e stato giuridico di docenti e ricercatori.

Nel collegato alla finanziaria (Atto Camera n. 2122), un emendamento del Governo ed uno identico del relatore proponevano di espungere la norma "salvastatuti", la quale ricompariva poi nell'Atto Camera n. 2319 che ora stiamo discutendo. Gli emendamenti soppressivi o modificativi presentati nell'Aula della Camera, non solo dall'opposizione, sono stati respinti o ritirati.

In conclusione, l'ordine del giorno, anche se articolato, assegna un'ulteriore delega al Governo, però quest'ultimo deve valutare esattamente gli effetti di statuti che prevedono una composizione in varia misura più democratica degli organi dell'Università. Si tratta di una scelta condivisibile in linea di principio, ma vulnerabile alla luce di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 382 del 1980, tendente, come anche nel campo degli organi collegiali della scuola, ad impoverire il ruolo insostituibile del corpo docente.

Non posso non convenire con un autorevole collega sul fatto che occorrerebbe superare provvedimenti tampone in questo campo, per ridisegnare a breve termine il quadro generale di tutta la questione.

Con queste raccomandazioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo Lega Padana, ricordando al Governo che occorre davvero affrontare in modo approfondito la questione degli organi di governo universitari. (Applausi dai Gruppi LP, FI e della senatrice Pagano).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Tredese.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, direi che, per quanto mi riguarda, agli interventi dei senatori Carella, Baio Dossi e Mascioni ha replicato il collega Tatò.

PRESIDENTE. Poiché il relatore, senatore Gaburro, e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica, do lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione permanente: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto di propria competenza, esprime parere di nulla osta."

"La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti trasmessi, per quanto di propria competenza, esprime parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sull'emendamento 1.101.

Esprime parere di nulla osta sull'emendamento 3.100 nel presupposto che agli oneri connessi si provveda nel limite delle risorse di cui all'articolo 92, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nonché parere di nulla osta sui restanti emendamenti."

Do altresì lettura dei pareri espressi dalla 1a Commissione permanente: "La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere favorevole".

"La Commissione, esaminati gli emendamenti al disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo."

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno G1, che invito il relatore ad illustrare.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, propongo una modifica all'ordine del giorno, nel senso di sopprimere l'ultima parte del secondo capoverso, dalle parole: "67 anni" fino alle parole: "in quiescenza". L'argomento sarà infatti oggetto di una normativa successiva.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno in esame.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Il Governo prende atto della modifica proposta dal relatore Tredese e accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Poiché i relatori non insistono per la votazione, l'ordine del giorno G1 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

MALENTACCHI (Misto-RC). Signor Presidente, gli emendamenti riferiti all'articolo 1 e all'articolo 4 esprimono un dissenso politico di fondo sul provvedimento.

Si chiede la soppressione dell'articolo 1 perché riteniamo non si tratti della semplice modifica di una data, di un differimento dei termini, bensì del prosieguo di un disegno generale circa i rapporti complessivi di lavoro all'interno del campo sanitario.

Tale proroga rende ancora una volta manifesta la volontà di questo Governo di privilegiare alcune categorie rispetto ad altre e di mantenere in piedi un residuo del passato che non dovrebbe esserci, quello dei medici a tempo determinato i quali possono essere servitori di due padroni e lavorare nel settore pubblico pur conservando la possibilità di fornire nel contempo prestazioni private.

L'emendamento 4.105 riguarda i componenti del Consiglio universitario nazionale e la loro sostituzione con i primi dei non eletti, qualora nel corso del mandato cessino di appartenere al ruolo in rappresentanza del quale sono stati eletti.

L'emendamento 4.100 si prefigge di risolvere la questione della legittimità degli statuti in vigore e non precluderebbe la possibilità di adottare, in via legislativa, una successiva disciplina uniforme nei tempi necessari per la riforma organica dello stato giuridico e dell'organizzazione universitaria.

Mi è parso di aver colto questa necessità non solo da parte dell'opposizione ma anche della maggioranza. Sottolineo l'importanza della questione per lo svolgersi ordinato della vita universitaria in un difficile passaggio, che coincide con la riforma degli ordinamenti didattici. Ciò è richiesto anche dalle associazioni culturali e sindacali.

Per queste ragioni sollecito l'Assemblea a prendere in considerazione il sostegno favorevole agli emendamenti da me presentati.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Concordo con il relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.1, presentato dal senatore Mascioni e da altri senatori, identico allíemendamento 1.100, presentato dal senatore Malentacchi e da altri senatori.

Non è approvato.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 1.101 è improcedibile.

Passiamo allíesame dellíemendamento riferito allíarticolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

MASCIONI (DS-U). Si illustra da sé.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sullíemendamento in esame.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Concordo con il relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.1, presentato dal senatore Mascioni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo allíesame dellíemendamento e dellíordine del giorno riferiti allíarticolo 3 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, líemendamento 3.100 intende richiamare líutilità della presenza nella commissione per la formazione continua di competenze relative allíarea sociologica e dellíassistenza sociale. Si tratta di competenze già inserite nei servizi socio-sanitari e nelle ASL; cíè una disciplina socio-sanitaria, cíè uníintegrazione tra assistenza sociale e sanitaria, quindi non si capisce perché siano ricompresi i chimici, i biologi, gli psicologi mentre viene esclusa questíarea abbastanza consolidata.

Comprendo che non si voglia modificare il provvedimento in vista della scadenza; pertanto, se il relatore e il Governo fossero disponibili, inserirei i suggerimenti dellíemendamento nellíordine del giorno G3.100, che evidenzia uníaltra carenza nella composizione della commissione.

MASCIONI (DS-U). Signor Presidente, líordine del giorno G3.100 si illustra da sé. Vorrei rassicurazioni da parte del Governo in coerenza con quanto affermato in Commissione.

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sullíemendamento e sullíordine del giorno in esame.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, invito a ritirare líemendamento 3.100, mentre esprimo parere favorevole sullíordine del giorno.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, non posso accettare le considerazioni del senatore Gubert perché la modifica approvata dalla Camera allíarticolo 3 nella composizione della commissione è legata ad adempimenti di legge.

Comprendo líimportanza delle considerazioni con riferimento allíinserimento di un rappresentante delle professioni dellíarea sociologica e di un rappresentante delle professioni dellíarea dellíassistenza sociale, però mi resta difficile capire quali associazioni, quale riferimento, cosa che invece è possibile fare in riferimento allíordine del giorno G3.100 trattandosi di un impegno legato ad un riferimento legislativo.

Esprimo pertanto parere contrario sullíemendamento 3.100, mentre accolgo líordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo al senatore Gubert se accoglie líinvito a ritirare líemendamento 3.100.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, líordine del giorno richiede una innovazione normativa, perché impegna il Governo a rivedere, nel prossimo provvedimento legislativo concernente la materia sanitaria, la composizione della commissione.

Ricordo poi al Sottosegretario che una delle innovazioni si riferisce ad un membro designato dalle associazioni delle professioni dellíarea tecnico-sanitaria, senza specificare alcuna associazione, sono le associazioni che designano.

Comunque, accolgo líinvito e ritiro líemendamento.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, líordine del giorno G3.100 non verrà posto in votazione.

Passiamo allíesame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti allíarticolo 4 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, vi sono alcune questioni su questo articolo in parte già sottolineate.

Una riguarda la deroga alla norma secondo la quale un direttore di dipartimento deve essere professore di prima fascia. Ciò che distingue i professori di prima o di seconda fascia è la piena maturità scientifica. Mi chiedo come si possa consegnare un dipartimento di ricerca ad una figura professionale che non gode del riconoscimento della piena maturità scientifica.

A mio parere, lo si può fare solo in casi estremi, quando i professori ordinari mancano per qualche vicenda organizzativa, ma non quando non sono disponibili perché magari preferiscono seguire i loro affari e ricerche. In tal caso, se tutti i professori ordinari del dipartimento non si sentono coinvolti e corresponsabilizzati nella conduzione è opportuno che quel dipartimento venga chiuso. In merito, ho presentato due emendamenti: il 4.101 intende sostituire al comma 2 la parola "indisponibilità" con la parola "mancanza"; il 4.104 prevede che qualora questa mancanza sia ripetuta nel tempo, il rettore provvede a sciogliere il dipartimento.

Altri due emendamenti riguardano invece la questione dell'elettorato attivo e passivo. Mi pare che tale questione sia stata già discussa in sede di Commissione e che un ordine del giorno solleciti interventi in questa direzione. Sottolineo il grave pericolo che si possa arrivare a degenerazioni della rappresentanza, come è accaduto per alcune realtà universitarie brasiliane in cui, dal momento che sono gli studenti a decidere su tante questioni, alla fine si determina un degrado della qualità della formazione.

Dal momento che ritengo che verrà espresso un parere contrario, ritiro gli emendamenti 4.102 e 4.103 e aderisco all'ordine del giorno delle Commissioni riunite.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

GABURRO, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 4.1, 4.4 e 4.100. Invito il senatore Gubert al ritiro degli emendamenti 4.101 e 4.104.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Concordo con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.1, presentato dal senatore Tessitore e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 4.4.

FRANCO Vittoria (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO Vittoria (DS-U). Signor Presidente, come è stato rilevato in precedenza da alcuni colleghi e anche dal relatore Gaburro, la stesura dei nuovi statuti ha creato in molte università una situazione di emergenza. Credo che sia compito del Parlamento indicare una soluzione positiva e chiara per tale situazione.

L'attuale formulazione del comma 2 dell'articolo 4 non risponde a tale scopo. Si tratta di un'insufficienza condivisa da tutti i colleghi, sia della maggioranza che dell'opposizione. Questi ultimi, nella discussione che si è svolta nelle Commissioni riunite, hanno convenuto sull'opportunità di una nuova e più precisa formulazione della norma. In tale sede avevamo presentato alcuni emendamenti, ma alla fine i colleghi della maggioranza hanno optato per un ordine del giorno, motivando tale scelta sulla base del fatto che non vi sarebbero stati i tempi tecnici per un secondo esame da parte dell'altro ramo del Parlamento.

Dal momento che l'esame del provvedimento in Aula è stato anticipato, questo rischio è venuto meno. Pertanto, mi auguro che i colleghi della maggioranza sostengano questo emendamento che riformula il comma 2 dell'articolo 4, nel testo pervenuto dalla Camera. Così facendo si consentirebbe agli atenei di essere messi nelle condizioni di un regolare e autonomo governo e di uscire quanto prima dallo stato di emergenza.

PRESIDENTE. Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 4.4, presentato dal senatore Berlinguer e da altri senatori, fino alle parole "prima fascia".

Non è approvata.

A seguito della precedente votazione, risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 4.4, nonché l'emendamento 4.100.

Senatore Gubert, accoglie l'invito al ritiro avanzato dal relatore?

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Vorrei capire dal Governo se, con riferimento all'emendamento 4.101, la parola "indisponibilità" significa che non esistono materialmente possibilità di avere professori ordinari oppure se si vuole semplicemente fare riferimento alla volontà soggettiva dei professori ordinari in dipartimento che possono dichiarare una non disponibilità ad accettare la carica.

Si tratta di due interpretazioni diverse. Se l'interpretazione data è quella più restrittiva, ritirerò entrambi gli emendamenti.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. In merito al quesito posto dal senatore Gubert, rispondo che la parola "indisponibilità" ha un significato più esteso, che tiene conto anche di situazioni in cui esistono professori di ruolo di prima fascia che però si trovano in una condizione di incompatibilità. Chiaramente anche il termine "mancanza" può essere valutato in senso temporaneo.

Pertanto, riteniamo che il termine "indisponibilità" vada inteso nel suo significato più esteso, venendo anche incontro alle richieste del senatore Gubert.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.101, presentato dal senatore Gubert.

Non è approvato.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUBERT (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, con riferimento all'emendamento che lei ha testé messo ai voti, se il significato era che accanto alla mancanza fisica andava intesa anche l'incompatibilità - mi riferisco all'aspettativa - la spiegazione del Governo rispondeva al quesito da me posto in precedenza. In tal caso, avrei ritirato non solo l'emendamento 4.101 ma anche l'emendamento 4.104.

PRESIDENTE. Mi dispiace, senatore Gubert, ma dal momento che ho già messo ai voti l'emendamento 4.101, si intende che lei abbia ritirato solo l'emendamento 4.104.

Ricordo che gli emendamenti 4.102 e 4.103 sono stati ritirati.

Metto ai voti l'emendamento 4.105, presentato dal senatore Malentacchi e da altri senatori.

Non è approvato.

Il Governo intende accogliere l'ordine del giorno G4.100?

CALDORO, sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Il Governo accoglie l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.100 non verrà posto in votazione.

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che si danno per illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

TREDESE, relatore. Esprimo parere contrario a tutti gli emendamenti presentati, signor Presidente.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Esprimo parere conforme a quello del relatore, signor Presidente.

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.100, presentato dalla senatrice Baio Dossi e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 5.1, presentato dal senatore Tonini e da altri senatori, di contenuto sostanzialmente identico all'emendamento 5.100a, presentato dalla senatrice Baio Dossi e da altri senatori.

Non è approvato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno G5.100.

TREDESE, relatore. Signor Presidente, l'ordine del giorno G5.100 potrebbe essere accolto se venisse eliminato il secondo impegno del dispositivo, cioè la parte che va dalle parole: "si impegna il Governo" sino alla fine dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Senatrice Baio Dossi, accoglie la modifica proposta dal relatore all'ordine del giorno G5.100?

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). No, signor Presidente, io chiederei magari alla maggioranza e al Governo di sostituire il pensiero, di correggerlo, di esprimerlo in un altro modo, non così. Ascolterei pertanto il Governo, che aveva dichiarato informalmente la sua disponibilità ad accettare quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Senatrice Baio Dossi, io mi sono permesso di chiederle se c'era la sua disponibilità ad accogliere la modifica proposta, perché, se in un ordine del giorno si toglie l'impegno, viene un po' meno il significato dell'ordine del giorno stesso.

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Certo, è stato correttissimo, signor Presidente, e la ringrazio della correttezza.

PRESIDENTE. Questo proprio per non prenderci in giro.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CURSI, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, per facilitare la discussione e anche tenendo conto delle considerazioni svolte dalla senatrice Baio Dossi, io proporrei di aggiungere, nel primo impegno del dispositivo, dopo le parole: "30 giugno 2002", le seguenti: "per consentire le immediate procedure elettorali degli organiÖ" e di chiudere l'ordine del giorno laddove vi sono le parole: "gruppi dirigenti", con l'impegno, ovviamente, che io riconfermo in questa sede, da parte del Governo, di procedere ad elezioni in base ad uno statuto che consenta a tutti, quindi all'intero Parlamento, di essere soddisfatti con la rappresentanza delle istanze locali, perché uno dei nodi fondamentali di questo statuto è la illegittimità dello stesso, che ha bloccato le elezioni e che era dovuta al fatto che non c'era questo tipo di rappresentanza.

Si sta lavorando per questo, quindi vorrei che prendeste atto di questo impegno che il Governo assume anche con quest'ordine del giorno sul quale esprimo parere favorevole se riformulato nel senso da me indicato.

PRESIDENTE. Senatrice Baio Dossi, accoglie la proposta del Governo?

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Sì, signor Presidente. Ribadisco che apprezziamo la disponibilità del Governo, auspichiamo che riescano ad approvare il nuovo statuto e ci teniamo comunque a ribadire che, nel caso lo statuto non venisse approvato entro il 30 giugno, noi speriamo che non si giunga a un nuovo commissariamento, perché, dopo diciassette anni di commissariamento, sarebbe davvero indecoroso per tutti, non solo per l'opposizione e non solo per la maggioranza, ma per tutto il Paese che la Croce Rossa italiana fosse di nuovo commissariata. Mi è sembrato di leggere nelle parole del Governo una volontà di non ricreare queste condizioni.

PRESIDENTE. Anche perché, in questo caso, verrebbe veramente meno il detto che non bisogna sparare sulla Croce Rossa.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G5.100 (testo 2) non sarà pertanto posto ai voti.

Passiamo alla votazione finale.

Mi auguro che i colleghi siano estremamente sintetici nelle dichiarazioni di voto, vista l'ora e il giorno.

CARRARA (Misto-MTL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARRARA (Misto-MTL). Signor Presidente, signor Sottosegretario, colleghi senatori, annuncio il mio voto favorevole al provvedimento in esame, perché, attraverso il differimento dei termini in esso contenuto, sarà possibile operare con maggiore attenzione per la riformulazione dei rapporti di lavoro a tempo definito della dirigenza sanitaria, oltre che per il definitivo assetto degli organi statutari della Croce Rossa. Infatti, il differimento temporale, pur interessando una parte residuale della categoria medica, riveste particolare importanza sotto l'aspetto della politica sanitaria, che si intende naturalmente realizzare per il nostro futuro.

Si tratta dunque di un chiaro e inequivocabile segnale della volontà del Governo e della sua maggioranza di correggere alcune rigidità dell'attuale assetto normativo che sovrintende ai rapporti di lavoro dei medici.

Il medico è e rimane un libero professionista, quindi libero di operare tanto nelle strutture private quanto in quelle pubbliche. L'obbligo di scelta attualmente previsto appare ingiusto, oltre che inefficace.

Per quanto concerne invece la proroga degli organi amministrativi della Croce Rossa, esprimo il vivo auspicio che, entro il termine del 30 giugno, si giunga effettivamente alla definizione del nuovo statuto, che deve sovrintendere al corretto funzionamento dell'ente.

È noto, infatti, che la Commissione igiene e sanità ha condotto un'indagine conoscitiva sullo stato della Croce Rossa, rilevando proprio nell'incongruenza delle attuali norme statutarie l'origine di alcune disfunzioni endemiche di questo ente. La tutela del suo prestigio nazionale e internazionale non ci consente di indugiare oltre.

La Croce Rossa, le migliaia di volontari che quotidianamente operano al servizio del prossimo attendono da troppo tempo ormai che le istituzioni competenti diano delle risposte definitive alle sue esigenze organizzative. (Applausi dai Gruppi FI e UDC:CCD-CDU-DE).

MALENTACCHI (Misto-RC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALENTACCHI (Misto-RC). Signor Presidente, signor Sottosegretario, colleghe e colleghi, il voto contrario che il Gruppo di Rifondazione Comunista esprimerà sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, scaturisce da una serie di valutazioni negative sia sul metodo che la maggioranza persiste ad adottare, sia sul merito dell'importante tema che il provvedimento tratta.

Sotto un titolo che pone l'accento sulla proroga di talune disposizioni vigenti, il provvedimento cela, in realtà, modifiche che eserciteranno una notevole influenza su alcuni aspetti della sanità del nostro Paese.

Anzitutto non possiamo accettare che decisioni così importanti siano fatte passare come straordinarie e urgenti, e quindi vengano adottate con decreto-legge. Non si tratta, infatti, di semplice differimento di alcuni termini, come una lettura superficiale del testo potrebbe far sembrare, ma, di fatto, del voler introdurre mutamenti estremamente importanti e compiere scelte fondamentali in materia sanitaria.

Per l'ennesima volta questo Governo procede per decreto-legge su materia varia ed eterogenea, dimostrando di non avere il coraggio di presentare un disegno di legge organico sul Servizio sanitario nazionale.

Il Governo sta mettendo mano alle formazioni di due tipi di sanità, che vanno a due diverse velocità: una di serie A, per chi potrà permettersela, legata alle assicurazioni private, un'altra per chi, invece, sarà costretto a continuare a servirsi del servizio sanitario pubblico, che potrà erogare, però, soltanto livelli meno che essenziali di assistenza.

L'Esecutivo procede per "spizzichi e bocconi" sperando che così facendo non ci si accorga di ciò che sta dietro a questo provvedimento.

Al contrario, l'obiettivo principale di un provvedimento come questo, che nascostamente persegue con grande determinazione, a noi appare chiaro: è la distruzione del Servizio sanitario nazionale italiano.

All'universalismo del diritto alla salute questo Governo contrappone ovunque la privatizzazione strisciante e, come si evince chiaramente dall'articolo 1 del provvedimento, la protezione di una categoria di privilegiati, la cui conservazione non ha più alcun senso.

Eppure sappiamo tutti, e lo confermano gli ordinamenti di altri Stati, che la categoria dei medici a tempo determinato non può continuare ad esistere. Era già stata approvata una proroga nell'autunno dello scorso anno; oggi ne approverete un'altra perché, sebbene sia composta ormai da pochissime centinaia di medici, intendete utilizzare quella categoria come faro e come cuneo per scardinare il principio dell'esclusività del rapporto che rappresenta per noi, invece, uno dei princìpi fondamentali dell'ordinamento sanitario.

Signor Presidente, nel riconfermare il voto contrario di Rifondazione Comunista, le chiedo l'autorizzazione a depositare la restante parte del mio intervento. (Applausi dal Gruppo DS-U).

PRESIDENTE. Senatore Malentacchi, la Presidenza la autorizza in tal senso.

BOLDI (LP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOLDI (LP). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole della Lega Nord a questo provvedimento, nella speranza che questa proroga consenta al Governo di presentare, nel più breve tempo possibile, un disegno di legge organico sulla dirigenza medica e sul lavoro a tempo definito, e che riesca anche ad espletare tutte le procedure necessarie per quel che riguarda lo statuto della Croce Rossa. (Applausi dal Gruppo FI).

MAGRI (UDC:CCD-CDU-DE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGRI (UDC:CCD-CDU-DE). Signor Presidente, il gruppo dell'UDC esprimerà un voto favorevole su questo provvedimento, con una piccola notazione. Mentre per quel che riguarda il provvedimento nella sua parte concernente l'università non ci sono osservazioni, vogliamo invece riaffermare, come già detto in Commissione, come i provvedimenti in tema di sanità non rappresentino altro, purtroppo, che un palliativo, un tentativo tardivo di chiudere una situazione non più sopportabile.

In altri termini, in campagna elettorale, un anno fa, la Casa delle Libertà prese líimpegno di riformare la figura professionale del medico, di "debindizzare" (come dicevamo allora) il sistema. A tuttíoggi noi non abbiamo notizie, se non da qualche ritaglio di stampa, di cosa voglia fare il Ministro della salute. Non abbiamo una linea comune come Casa delle Libertà non perché questa non esista (tra i vari partiti esiste una grande solidarietà in tal senso), ma in quanto il Governo o non vuole o non è in grado di esprimere in atti legislativi questa linea.

Detto questo, voteremo a favore del provvedimento in esame, ma che rimanga agli atti il nostro profondo disappunto verso una condotta governativa che non è assolutamente soddisfacente considerato il livello culturale e líimpegno dei parlamentari della Casa delle Libertà. (Applausi dal Gruppo UDC:CCD-CDU-DE).

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BAIO DOSSI (Mar-DL-U). Signor Presidente, intervengo per annunciare - come avevo già detto durante il mio precedente intervento - il voto contrario del Gruppo della Margherita. (Applausi dal Gruppo Mar-DL-U e del senatore Mascioni).

TONINI (DS-U). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TONINI (DS-U). Signor Presidente, il Gruppo DS voterà contro il provvedimento in esame per due ragioni.

La prima ragione è líabuso della decretazione díurgenza che è diventato particolarmente acuto soprattutto nel settore della sanità. Noi abbiamo esaminato in questíAula quasi esclusivamente decreti in materia sanitaria; si sta decretando su tutto. In particolare questo decreto - comíè stato già sottolineato dai colleghi - tende ad un rinvio che evidenzia la difficoltà del Governo e della maggioranza che lo sostiene ad esprimere una linea politica coerente in materia sanitaria. In mancanza di tale linea, si procede con decreti che rinviano i termini e quindi rimandano le decisioni.

Un punto in particolare è di assoluta evidenza, ossia la difficoltà strategica di fronte alla quale si trovano il Governo e la maggioranza rispetto al modello proposto nei mesi scorsi; un modello che vedeva nellíenfatizzazione del privato la chiave di volta e la soluzione dei problemi della sanità italiana. Questo modello sta entrando in crisi, in modo particolare nella regione che ne è stata la culla principale, cioè la Lombardia. Alla crisi strategica di questo modello il Governo e la maggioranza non sono in grado di sopperire con altre idee, con altre proposte, e quindi si trovano in una condizione di permanente rinvio.

Il rinvio in particolare riguarda la questione del rapporto di lavoro dei medici perché la maggioranza si trova - comíè stato già sottolineato dai colleghi - di fronte ad uníimprevista resistenza da parte della stessa categoria dei medici a cambiare una regola elementare che ha restituito dignità alla funzione del medico ospedaliero, ossia la regola elementare per cui non si possono servire contemporaneamente due padroni.

È stato detto in questíAula che il medico è un libero professionista e che quindi può affiancare allíimpegno con la struttura pubblica anche impegni nelle strutture private. Con questo ragionamento anche i giornalisti sono liberi professionisti e potrebbero contemporaneamente servire più quotidiani o più testate giornalistiche pubbliche e private. Così non succede, non può succedere e i medici lo sanno, lo hanno capito perfettamente. Proprio per questo motivo stanno difendendo il senso della riforma portata avanti in questi anni dal centro-sinistra, che ha visto restituita una centralità alla figura professionale del medico.

Vi è infine il tema, affrontato nel provvedimento in esame, della Croce Rossa. Noi abbiamo preso atto positivamente delle parole del sottosegretario Cursi e le consideriamo un impegno da parte del Governo.

Siamo molto attenti alla preoccupazione che si è diffusa, soprattutto tra i comitati locali della Croce Rossa (che sono poi la struttura portante di questa importante realtà di servizio e di volontariato nel nostro Paese) che chiedono, dopo decenni di attesa, di essere finalmente valorizzati.

Noi confidiamo sul fatto che il Governo rispetti la scadenza del 30 giugno per líapprovazione del nuovo statuto e che, quindi, possano finalmente tenersi delle elezioni.

Su questo punto, consideriamo importanti le parole espresse dal sottosegretario Cursi e, naturalmente, manterremo un atteggiamento di grande vigilanza perché il futuro della Croce Rossa possa essere positivo. (Applausi dai Gruppi DS-U e Mar-DL-U e del senatore Malentacchi).

MALAN (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI). Signor Presidente, vorrei annunciare il voto favorevole del Gruppo Forza Italia su questo provvedimento. (Applausi dai Gruppi FI, UDC:CCD-CDU-DE, LP e AN).

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge, composto del solo articolo 1.

E' approvato.

Sui lavori del Senato

MALAN (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI). Signor Presidente, vorrei proporre un'inversione dellíordine del giorno, nel senso di passare al punto sesto dellíordine del giorno stesso.

PRESIDENTE. Senatore Malan, lei con questa richiesta mi sorprende. Tenuto, però, conto della dimensione del provvedimento di cui lei mi chiede di iniziare líesame e valutando che siamo a ridosso delle festività pasquali, propongo allíAula, sapendo di attirare gli strali di tutti, di rinviare líesame dei disegni di legge allíordine del giorno alla prossima settimana.

Non essendovi osservazioni, così resta stabilito.

Colgo líoccasione per porgere a tutti gli auguri di buona Pasqua.

Mozioni e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza mozioni ed interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 2 aprile 2002

PRESIDENTE. Essendo stati esauriti o rinviati tutti gli argomenti previsti per la corrente settimana dal calendario dei lavori dell'Assemblea, la seduta di domani non avrà più luogo.

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 2 aprile, alle ore 17,30, con il seguente ordine del giorno:

(vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 19,22).



DISEGNO DI LEGGE

CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 22 FEBBRAIO 2002, N. 12, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER IL COMPLETAMENTO DELLE OPERAZIONI DI EMERSIONE DI ATTIVITÀ DETENUTE ALLíESTERO E DI LAVORO IRREGOLARE (1180) V. NUOVO TITOLO

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare (1180) (Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (*)

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 22 febbraio 2002, n. 12, recante disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute allíestero e di lavoro irregolare.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1

 

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 2.

(Disposizioni in materia di antiriciclaggio)

1. Allíarticolo 17 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 409, recante, tra líaltro, disposizioni urgenti in tema di emersione di attività detenute allíestero, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

"2-ter. Le disposizioni di cui al comma 2-bis non si applicano ai casi di reati già estinti, non punibili o non più previsti come tali dallíordinamento, salvo che per i delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, di corruzione, di concussione, di estorsione, di sequestro di persona a scopo di estorsione, di usura.".

EMENDAMENTO 2.102 E SEGUENTI

2.102

Fassone, Turci, Bonavita, Brunale, Brutti Massimo, Ayala, De Petris, Ripamonti

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, sopprimere le parole: "già estinti, non punibili o" e conseguentemente sopprimere le parole da: "salvo che" fino alla fine del periodo.

2.103

Zancan, Boco, Carella, Cortiana, De Petris, Donati, Martone, Ripamonti, Turroni

Respinto

Al coma 1, capoverso 2-ter, sostituire le parole da: "già estinti" fino alla fine con le seguenti: "per i quali la parte richiedente abbia ottenuto o ottenga proscioglimento di merito per non aver commesso il fatto, perché il fatto non sussiste o perché il fatto non costituisce reato".

2.104

Franco Paolo

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo la parola: "estinti", sono aggiunte le seguenti: ", con esclusione dei reati previsti allíarticolo 2 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74,".

2.105

Fassone, Turci, Bonavita, Brunale, Brutti Massimo, Ayala, De Petris, Ripamonti

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo le parole: "di tipo mafioso" aggiungere le seguenti: "o finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti, per delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dellíordinamento costituzionale, di riciclaggio, di contrabbando, di finanziamento illecito dei partiti,".

2.106

Fassone, Turci, Bonavita, Brunale, Brutti Massimo, Ayala, De Petris, Ripamonti

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo la parola: "concussione," aggiungere le seguenti: "di rapina aggravata,".

2.107

Castellani, DíAmico

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, aggiungere, in fine, le seguenti parole: "di terrorismo, di riciclaggio, di traffico di stupefacenti, di traffico di armi, di tratta di persone e, comunque, per i delitti puniti con pena non inferiore nel massimo a 15 anni di reclusione".

2.108

Turci, Bonavita, Brunale, Fassone, Brutti Massimo, Ayala, De Petris, Ripamonti

Respinto

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo le parole: "di usura", aggiungere le seguenti: "di traffico di stupefacenti, di tratta di armi, di tratta di persone e, comunque, per i delitti puniti con pena non inferiore nel massimo a 15 anni di reclusione".

2.109

Il Relatore

Approvato

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo le parole: "di usura", aggiungere le seguenti: "di traffico di armi".

2.8/1

Bobbio Luigi

V. testo 2

Allíemendamento 2.8, aggiungere, in fine, le seguenti parole: "e comunque per i delitti puniti con líergastolo ovvero con pena non inferiore nel massimo a quindici anni di reclusione".

2.8/1 (testo 2)

Bobbio Luigi

Approvato

Allíemendamento 2.8, aggiungere, in fine, le seguenti parole: "e comunque per i delitti puniti con líergastolo ovvero con pena edittale non inferiore nel massimo a quindici anni di reclusione".

2.8

La Commissione

Approvato con un subemendamento

Al comma 1, capoverso 2-ter, dopo le parole: "di usura", aggiungere le seguenti: "di tratta e commercio di schiavi, di alienazione e acquisto di schiavi, di produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, nonché dei delitti aggravati ai sensi dellíarticolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203".

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 3.

(Proroga di termini in materia di emersione di lavoro irregolare)

1. Nei commi 1 e 4 dellíarticolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383, e successive modificazioni ed integrazioni, il termine del 30 giugno 2002 è prorogato al 30 novembre 2002.

EMENDAMENTI

3.100/1

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), sopprimere il numero  4).

3.100/2

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), sopprimere il numero  5).

3.100/3

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), sopprimere il numero  7).

3.100/4

Piloni, Battafarano, Di Siena, Gruosso, Viviani, Turci

Respinto

Allíemendamento 3.100, al capoverso "Art. 3" comma 1, lettera a), numero 7), al comma 4-bis, sostituire al primo periodo, le parole: "programma di emersione" con le seguenti: "dichiarazione di adesione ad un accordo di emersione nelle modalità e nelle forme previste dalla legge n. 608 del 1996 e successive modificazioni".

3.100/5

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sopprimere le seguenti parole: "e che non risultino già dipendenti dellíimprenditore".

3.100/6

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sostituire le parole: "sono esclusi", con le seguenti: "sono inclusi".

3.100/7

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sopprimere le seguenti parole: "per il periodo antecedente nonchè".

3.100/8

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, dopo le parole: "periodo antecedente nonchè", aggiungere le seguenti: "in via sperimentale".

3.100/9

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sostituire le parole: "triennio di emersione", con le seguenti: "biennio di emersione".

3.100/10

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, dopo le parole: "ad eccezione", aggiungere le seguenti: "delle disposizioni in materia di mobilità del personale nonchè".

3.100/11

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Inammissibile

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sostituire le parole: "delle disposizioni", con le seguenti: "di quelle".

3.100/12

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, dopo le parole: "delle disposizioni", aggiungere le seguenti: "in materia di contratti di formazione e di tirocini formativi nonchè".

3.100/13

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, dopo le parole: "in materia", aggiungere le seguenti: "di quote obbligatorie di assunzione di lavoratori disabili e appartenenti a categorie assimilate nonchè".

3.100/14

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, al primo periodo, aggiungere in fine le seguenti parole: "e alle disposizioni relative agli ammortizzatori sociali".

3.100/15

Battafarano, Di Siena, Gruosso, Piloni, Viviani, Turci

Respinto

Allíemendamento 3.100, al capoverso "Art. 3", comma 1, lettera a), numero 7), al comma 4-bis, ivi richiamato, aggiungere al termine del primo periodo: "e in materia di collocamento obbligatorio".

3.100/16

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, sopprimere le parole da: "Líadesione da parte del lavoratore" fino alla fine del paragrafo.

3.100/17

Di Siena, Piloni, Battafarano, Gruosso, Viviani, Turci

Respinto

Allíemendamento 3.100, al capoverso "Art. 3", comma 1, lettera a), numero 7), al comma 4-bis, nel secondo periodo sostituire: "al programma di emersione" con le seguenti: "alla dichiarazione di adesione ad un accordo di emersione nelle modalità e nelle forme previste dalla legge n. 608 del 1996 e successive modificazioni".

3.100/18

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera a), numero 7), al paragrafo 4-bis, aggiungere in fine le parole: "La disciplina di cui al presente comma è applicata in via sperimentale per la durata di ventiquattro mesi dalla data di conversione in legge del presente decreto-legge, decorsi i quali il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, procederà ad una verifica, con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, degli effetti prodotti in relazione allíemersione del lavoro sommerso e al contrasto del lavoro irregolare, in modo da valutare líopportunità della sospensione dellíefficacia delle disposizioni di cui al presente comma".

3.100/19

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, sopprimere la lettera b).

3.100/20

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, sostituire le parole: "al sindaco del comune dove ha sede líunità produttiva" con le seguenti: "al Ministero del lavoro e delle politiche sociali".

3.100/21

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, sostituire le parole: "30 settembre 2002" con le seguenti: "30 giugno 2002".

3.100/22

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, sopprimere la lettera a).

3.100/23

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) dopo le parole: "le proposte" aggiungere le seguenti: "previo confronto con le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".

3.100/24

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) dopo la parola: "vigente" aggiungere le seguenti: ", fatta eccezione per gli obblighi previsti dalla normativa in materia edilizia ed urbanistica nonchè ambientale".

3.100/25

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) dopo la parola: "attività" aggiungere le seguenti: ", ad eccezione degli obblighi previsti dalla normativa in materia di ambiente, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro".

3.100/26

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) dopo la parola: "contributiva" aggiungere le seguenti: ", ad esclusione della normativa in materia di tutela ambientale,".

3.100/27

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) sostituire le parole: "18 mesi" con le seguenti: "due mesi".

3.100/28

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) sopprimere le parole da: "eventualmente prorogabile" fino alla fine della lettera.

3.100/29

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.100/26

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera a) infine aggiungere le seguenti parole: "Le disposizioni di cui alla presente lettera non si applicano alla normativa vigente in materia di tutela ambientale".

3.100/30

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1 sopprimere la lettera b).

3.100/31

Gruosso, Battafarano, Di Siena, Piloni, Viviani, Turci

Respinto

Allíemendamento 3.100, al capoverso "Art. 3", comma 1 lettera b), allíarticolo 1-bis ivi richiamato, comma 1, sostituire la lettera b) con la seguente:

"b) líadeguamento agli obblighi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro in materia di trattamento economico secondo le modalità e le forme previste dalla legge n. 608 del 1996 e successive modificazioni;".

3.100/32

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 3-bis, comma 1, lettera b) dopo le parole: "le proposte" aggiungere le seguenti: "previo confronto con le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".

3.100/33

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, sopprimere la lettera c).

3.100/34

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, sopprimere la lettera d).

3.100/35

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 1, lettera d) sostituire le parole: "del sindaco" con le seguenti: "del ministero del lavoro e delle politiche sociali".

3.100/36

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, sopprimere il comma 2.

3.100/37

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 2, sopprimere le seguenti parole: "che intendono conservare líanonimato" nonchè in fine sopprimere le parole da: "con líosservanza" fino alla fine del comma".

3.100/38

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.100/20

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 2, sostituire le parole: "al sindaco" con le seguenti: "Ministero del lavoro e delle politiche sociali".

3.100/39

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, sopprimere il comma 3.

3.100/40

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.100/20

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 3, sostituire le parole da: "il sindaco sottopone" fino alla fine del comma con le seguenti: "il Ministro del lavoro convoca le parti sociali al fine di concordare un avviso comune in materia".

3.100/41

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 3, sopprimere le parole da: "decorso tale termine" fino alla fine del comma".

3.100/42

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.100/35

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 4, sostituire le parole: "il sindaco" con le seguenti: "il Ministro del lavoro e delle politiche sociali".

3.100/43

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.100/35

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 5, sostituire le parole: "il sindaco" con le seguenti: "il Ministro del lavoro e delle politiche sociali" nonchè sopprimere il secondo periodo.

3.100/44

Viviani, Battafarano, Di Siena, Gruosso, Piloni, Turci

Respinto

Allíemendamento 3.100, al capoverso "Art. 3", comma 1, lettera b), allíarticolo 1-bis ivi richiamato, al comma 5, secondo periodo sopprimere le parole: ", anche in deroga alle disposizioni vigenti,".

3.100/45

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 6 sostituire le parole: "il sindaco" con le seguenti: "il Ministro del lavoro e delle politiche sociali".

3.100/46

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 6 sostituire le parole: "sessanta giorni" con le seguenti: "trenta giorni".

3.100/47

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 6 sopprimere il secondo periodo.

3.100/48

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 1, lettera b), paragrafo 1-bis, comma 7 sostituire le parole: "30 novembre" con le seguenti: "15 ottobre".

3.100/49

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 2, sopprimere le parole da: "per i medesimi soggetti" fino alla fine del comma.

3.100/50

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Respinto

Allíemendamento 3.100, al comma 3, sostituire le parole: "dal duecento" con le seguenti: "dal cinquecento" e le parole: "al quattrocento" con le seguenti: "al mille".

3.100/51

Ripamonti, De Petris, Boco, Carella, Cortiana, Donati, Martone, Turroni, Zancan

Ritirato. Confluisce nell'em. 3.100/50

Allíemendamento 3.100, al comma 3, sostituire le parole da: "al quattrocento" con le seguenti: "al mille".

3.100 (testo 2)

Il Relatore

Approvato

Sostituire líarticolo 3 con il seguente:

"Art. 3. - (Modifiche alle disposizioni in materia di lavoro irregolare) ñ 1. Nella legge 18 ottobre 2001, n. 383, concernente primi interventi per il rilancio dellíeconomia, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) allíarticolo 1:

1) nel comma 1, le parole: "30 giugno 2002" sono sostituite da: "30 novembre 2002";

2) nel comma 2, dopo le parole: "Per il periodo díimposta" sono aggiunte le seguenti: "successivo a quello";

3) nel comma 2, lettera a), primo periodo, le parole: "rispetto a quello relativo al periodo díimposta precedente" sono sostituite da: "rispetto a quello relativo al secondo periodo díimposta precedente";

4) il comma 2-bis è sostituito dal seguente:

"2-bis. La contribuzione e líimposta sostitutiva dovute per il primo periodo díimposta e fino al termine di presentazione della dichiarazione di emersione, previste, rispettivamente, alle lettere a) e b) del comma 2, sono trattenute e versate in uníunica soluzione, entro il termine di presentazione della medesima dichiarazione ovvero, a partire dal predetto termine, in sessanta rate mensili, senza interessi.";

5) il comma 2-ter, primo periodo, è sostituito dal seguente: "Per le violazioni concernenti gli obblighi di documentazione, registrazione, dichiarazione di inizio attività, commesse nel primo periodo díimposta agevolato fino alla data di presentazione della dichiarazione di emersione, non si applicano le sanzioni previste ai fini dellíimposta sul valore aggiunto, a condizione che il versamento dellíimposta sia effettuato entro il termine previsto per il versamento dovuto in base alla relativa dichiarazione annuale IVA.";

6) nel comma 4, le parole: "30 giugno 2002", ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: "30 novembre 2002";

7) dopo il comma 4 è inserito il seguente:

"4-bis. I lavoratori che aderiscono al programma di emersione e che non risultano già dipendenti dellíimprenditore sono esclusi, per il periodo antecedente nonché per il triennio di emersione, dal computo dei limiti numerici di unità di personale previsti da leggi e contratti collettivi di lavoro ai fini dellíapplicazione di specifiche normative ed istituti, ad eccezione delle disposizioni in materia di licenziamenti individuali e col lettivi. Líadesione da parte del lavoratore al programma di emersione di cui al presente articolo, tramite sottoscrizione di specifico atto di conciliazione, ha efficacia novativa del rapporto di lavoro emerso con effetto dalla data di presentazione della dichiarazione di emersione e produce, relativamente ai diritti di natura retributiva e risarcitoria per il periodo pregresso, gli effetti conciliativi ai sensi degli articoli 410 e 411 c.p.c.; dalla stessa data si applicano gli istituti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento.";

8) il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. Per intensificare líazione di contrasto allíeconomia sommersa, il CIPE definisce un piano straordinario di accertamento, operativo dal 6 maggio 2002, con il quale sono individuate le priorità di intervento coordinato ed integrato degli organi di vigilanza del settore. Al fine di acquisire elementi utili allíattuazione del piano, líAgenzia delle entrate invia una richiesta di informazioni ai soggetti individuati sulla base dei dati in possesso del sistema informativo dellíanagrafe tributaria e previdenziale, dei soggetti gestori di servizi di pubblica utilità, dei registri dei beni immobili e dei beni mobili registrati e degli studi di settore. Tale richiesta è finalizzata anche allíacquisizione di ulteriori elementi di carattere generale correlabili alle irregolarità del rapporto di lavoro e non preclude líadesione ai programmi di emersione.";

b) dopo líarticolo 1, è inserito il seguente:

"Art. 1-bis. - (Emersione progressiva) ñ 1. In alternativa alla procedura prevista dallíarticolo 1, gli imprenditori presentano al sindaco del comune dove ha sede líunità produttiva, entro il 30 settembre 2002, un piano individuale di emersione contenente:

a) le proposte per la progressiva regolarizzazione ed adeguamento agli obblighi previsti dalla normativa vigente per líesercizio dellíattività, relativamente a materie diverse da quelle fiscale e contributiva, in un periodo non superiore a 18 mesi, eventualmente prorogabile a 24 mesi in caso di motivate esigenze;

b) le proposte per il progressivo adeguamento agli obblighi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro in materia di trattamento economico in un periodo comunque non superiore al triennio di emersione;

c) il numero e la remunerazione dei lavoratori che si intende regolarizzare;

d) líimpegno a presentare una apposita dichiarazione di emersione successivamente alla approvazione del piano da parte del sindaco.

2. Per la presentazione del piano individuale di emersione, gli imprenditori che intendono conservare líanonimato possono avvalersi delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro o dei professionisti iscritti agli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali e dei consulenti del lavoro, che provvedono alla presentazione del programma al sindaco con líosservanza di misure idonee ad assicurare la riservatezza dellíimprenditore stesso.

3. Se il piano individuale di emersione contiene proposte di adeguamento progressivo alle disposizioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro in materia di trattamento economico, il sindaco sottopone la questione al parere della commissione provinciale o regionale sul lavoro irregolare, di cui allíarticolo 78, comma 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, ove istituita. La commissione esprime il parere entro 15 giorni dalla ricezione della richiesta; decorso tale termine il sindaco procede, comunque, ai sensi del comma 5.

4. Il sindaco approva il piano individuale di emersione nellíambito delle linee generali definite dal CIPE, secondo quanto stabilito dal comma 1 dellíarticolo 1. Il prefetto esercita la funzione di coordinamento e vigilanza.

5. Il sindaco approva il piano di emersione entro quarantacinque giorni dalla sua presentazione, previe eventuali modifiche concordate con líinteressato o con i soggetti di cui al comma 2, ovvero respinge il piano stesso. Con il provvedimento di approvazione del piano, il sindaco dispone, contestualmente, anche in deroga alle disposizioni vigenti, la prosecuzione dellíattività.

6. Il sindaco o líorgano di vigilanza delegato, verifica entro sessanta giorni dalla scadenza dei termini fissati, líavvenuto adeguamento o regolarizzazione, agli obblighi previsti dalla normativa vigente, dandone comunicazione allíinteressato. Líadeguamento o la regolarizzazione si considera, a tutti gli effetti, come avvenuto tempestivamente e determina líestinzione dei reati contravvenzionali, e delle sanzioni connesse alla violazione dei predetti obblighi.

7. La dichiarazione di emersione è presentata entro il 30 novembre 2002 e produce gli altri effetti previsti dallíarticolo 1".

c) allíarticolo 3, comma 1, le parole: "di cui allíarticolo 1 e degli altri modelli di dichiarazione" sono sostituite dalle seguenti: "di cui agli articoli 1 e 1-bis e degli altri modelli di dichiarazione".

2. Ai soggetti che hanno presentato la dichiarazione di emersione prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto resta ferma líapplicazione del regime di incentivo fiscale per il periodo díimposta in corso alla data di entrata in vigore della legge 18 ottobre 2001, n. 383, e per i due successivi; per i medesimi soggetti si applicano le disposizioni di maggiore favore recate dai commi 2-bis, 2-ter e 4-bis dellíarticolo 1 della legge 10 ottobre 2001, n. 383, introdotte con il comma 1, lettera a) del presente articolo.

3. Ferma restando líapplicazione delle sanzioni previste, líimpiego di lavoratori dipendenti non risultanti dalle scritture o altra documentazione obbligatorie, è altresì punito con la sanzione amministrativa dal 200 al 400 per cento dellíimporto, per ciascun lavoratore irregolare del costo del lavoro calcolato sulla base dei vigenti contratti collettivi nazionali, per il periodo compreso tra líinizio dellíanno e la data di constatazione della violazione.

4. Alla constatazione della violazione procedono gli organi preposti ai controlli in materia fiscale, contributiva e del lavoro.

5. Competente alla irrogazione della sanzione amministrativa di cui al comma 3 è líAgenzia delle Entrate. Si applicano le disposizioni del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, ad eccezione del comma 2 dellíarticolo 16".

3.101

Il Relatore

Ritirato

Allíarticolo 3, comma 1, sopprimere le parole: "ed integrazioni".

3.102

Turci, Bonavita, Brunale, Brutti Massimo, Bonfietti, Pizzinato, De Petris, Ripamonti

Improcedibile

Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:

"1-bis. Allíarticolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) comma 2, lettera b), le parole: "sono esclusi da contribuzione previdenziale" sono sostituite con le seguenti parole: "sono tenuti al pagamento dellíaliquota del 4,5 per cento, come contribuzione previdenziale";

b) il terzo e il quarto periodo del comma 4 sono soppressi;

c) al comma 8, sono soppresse le seguenti parole: "in misura non superiore al 66 per cento della quota residua rispetto alla contribuzione previdenziale versata".

1-ter. Dopo líarticolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383, è inserito il seguente articolo.

"Art. 1-bis.

1. Previa verifica della disponibilità di risorse nel Fondo di cui allíarticolo 5 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e limitatamente alle risorse ivi disponibili, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono definite le modalità attraverso cui ai lavoratori è data la facoltà di ricostruire la propria posizione pensionistica, relativamente ai periodi di lavoro pregressi presso líimpresa che presenta la dichiarazione di emersione, nella quale prestano la propria opera alla data del 30 novembre 2002, in osservanza del termine di prescrizione di cui allíarticolo 3, comma 9, della legge 8 agosto 1995, n. 335.

2. Con il decreto di cui al comma 1 e alle condizioni ivi stabilite si prevede che la ricostruzione della posizione pensionistica avvenga con la corresponsione da parte del lavoratore richiedente dei contributi per líassicurazione generale obbligatoria per líinvalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti vigenti nei rispettivi periodi da regolarizzare e che la differenza tra la contribuzione complessiva dovuta e quella erogata sia posta a carico del Fondo di cui allíarticolo 5 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nei limiti delle risorse ivi disponibili.

3. Previa verifica della disponibilità di risorse nel Fondo di cui allíarticolo 5 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e limitatamente ad esse, per il triennio successivo alla data di presentazione della dichiarazione di emersione, si provvede con un apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali allíintegrazione fino allíaliquota del 32,7 per cento della contribuzione previdenziale complessiva versata dal datore di lavoro, ai sensi della lettera a) del comma 2 dellíarticolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383, nel testo modificato dallíarticolo 21 del decreto legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito nella legge 23 novembre 2001, n. 409, e dal lavoratore, ai sensi della lettera b) del comma 2 dellíarticolo 1 della legge 18 ottobre 2001, n. 383.

1-quater. Allíonere derivante dallíattuazione del presente articolo, valutato in euro 50 milioni a partire dal 2002, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002 parzialmente utilizzando líaccantonamento relativo allo stesso Ministero.".

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

3.0.100

Eufemi

Respinto

Dopo líarticolo 3, inserire il seguente:

"Art. 3-bis.

(Emersione dal sommerso dei lavoratori dello spettacolo)

1. Le disposizioni degli articoli 1 e 3 della legge 18 ottobre 2001, n. 383 e successive modificazioni, trovano applicazione, in quanto compatibili, anche nei confronti dei lavoratori dello spettacolo che hanno effettuato prestazioni artistiche di natura occasionale".

3.0.101

Pizzinato

Ritirato e trasformato, congiuntamente all'em. 3.0.102, nell'odg G3.500

Dopo líarticolo 3, aggiungere il seguente:

"Art. 3-bis.

(Dipendenti delle società sportive)

1. Allo scopo di realizzare, a decorrere dallíanno 2003, un sistema organico di tutela contrattuale e previdenziale e di emersione dal lavoro irregolare per i dipendenti delle società sportive professionistiche, dilettantistiche e amatoriali, che svolgono attività di manutenzione e pulizia degli impianti, nonché attività di tipo amministrativo, si applicano alle predette società i benefici previsti dalla legge 18 ottobre 2001, n. 383, a condizione che stipulino con i suddetti dipendenti un contratto collettivo nazionale di lavoro basato sulle linee guida di quello stipulato dalle organizzazioni sindacali e la Federazione nazionale degli imprenditori di impianti sportivi.

2. Allíonere derivante dallíattuazione del presente articolo, valutato in euro 10 milioni a partire dal 2003, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, per líanno 2002 nellíambito dellíunità previsionale di base di conto corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno finanziario 2002, allíuopo utilizzando líaccantonamento relativo allo stesso Ministero.".

3.0.102

Pizzinato

Ritirato e trasformato, congiuntamente all'em. 3.0.101, nell'odg G3.500

Dopo líarticolo 3, aggiungere il seguente:

"Art. 3-bis.

(Contributi per gli operatori delle comunità terapeutiche convenzionate)

1. Le comunità terapeutiche convenzionate, debitrici per i contributi dellíassicurazione obbligatoria previdenziale e assistenziale omessi per i propri operatori, relativi a periodi contributivi maturati fino a tutto il 2001, possono regolarizzare la propria posizione debitoria nei confronti dei competenti enti impositori.

2. Alla regolarizzazione di cui al comma 1, si procede qualora si tratti di attività lavorativa prestata con carattere di continuità e i periodi interessati non risultino già coperti da contribuzione obbligatoria, figurativa o volontaria nella medesima assicurazione generale ovvero in forme di previdenza sostitutive o che abbiano dato luogo ad esclusioni od esonero dallíassicurazione medesima o in altro trattamento obbligatorio di previdenza, in virtù della stessa o di altra contemporanea attività lavorativa.

3. La regolarizzazione di cui al comma 1, previa presentazione della domanda entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, può avvenire in venti rate semestrali consecutive di pari importo, di cui la prima da versare entro sette mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa, secondo modalità fissate dagli enti. Le rate successive alla prima sono maggiorate di interessi pari al tasso dellí1 per cento annuo per il periodo di differimento, a decorrere dalla data di scadenza della prima rata. La regolarizzazione di quanto è dovuto a titolo di contributi o premi può avvenire anche in unica soluzione, entro la medesima data, mediante il pagamento attualizzato al tasso di interesse legale della quota capitale dovuta in base alle predette venti rate. La suddetta regolarizzazione comporta líestinzione delle obbligazioni sorte per somme aggiuntive, interessi e sanzioni amministrative e civili non ancora pagate.

4. La domanda di cui al comma 3 deve essere corredata da idonea documentazione comprovante líesistenza dellíattività e il numero di settimane in cui essa è stata prestata. I contributi di cui al comma 1 sono calcolati in base al minimo di retribuzione settimanale di cui allíarticolo 7, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638.

5. Le aliquote complessive della contribuzione per líassicurazione obbligatoria previdenziale e assistenziale dovute dalle comunità terapeutiche convenzionate, relativamente alla retribuzione corrisposta alle persone già tossicodipendenti, inserite in attività lavorative allíinterno delle stesse comunità, al termine della fase terapeutica, sono ridotte a zero, come previsto dallíarticolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 381.

6. Allíonere derivante dallíattuazione del presente articolo, valutato in euro 50 milioni a partire dal 2002, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nellíambito dellíunità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dellíeconomia e delle finanze per líanno 2002 parzialmente utilizzando líaccantonamento relativo allo stesso Ministero.".

3.0.103

Il Relatore

Approvato

Dopo líarticolo 3, inserire il seguente:

"Art. 3-bis.

(Integrazioni alla disciplina dellíimposta sostitutiva
sugli interessi e altri proventi delle obbligazioni e titoli similari)

1. Nel decreto legislativo 1† aprile 1996, n. 239, recante modificazioni al regime fiscale degli interessi, premi ed altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) allíarticolo 6, comma 1, la lettera c), è sostituita dalla seguente:

"c) Banche centrali o da organismi che gestiscono anche le riserve ufficiali dello Stato";

b) allíarticolo 8, comma 3-ter, le parole "o da Banche centrali estere, anche in relazione allíinvestimento delle riserve ufficiali dello Stato", sono sostituite dalle seguenti: "da Banche centrali estere o da organismi che gestiscono anche le riserve ufficiali dello Stato".

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano ai redditi di capitale divenuti esigibili nonché alle plusvalenze e agli altri redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge.".

3.0.104

Il Relatore

Approvato

Dopo líarticolo 3, inserire il seguente:

"Art. 3-bis.

(Disposizioni in materia di contrasto del terrorismo internazionale
sul piano finanziario)

1. Allíarticolo 1, del decreto-legge 12 ottobre 2001, n. 369, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 dicembre 2001, n. 431, dopo il comma 4, è inserito il seguente:

"4-bis. Le attribuzioni dellíUfficio italiano dei cambi (UIC) e del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, previste dalle disposizioni vigenti per la prevenzione dellíuso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, sono esercitate dagli stessi organismi anche per il contrasto del terrorismo internazionale sul piano finanziario."".

ORDINE DEL GIORNO

G3.500 (già emm. 3.0.101 e 3.0.102)

Pizzinato

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

considerata l'importanza strategica delle nuove misure dettate per favorire l'abbandono dell'area della illegalità per tutti gli operatori produttivi che occupano lavoratori irregolari;

tenuto conto di come il nuovo regime delineato, offre effettive opportunità di recupero di attività fino ad ora condotte in violazione della disciplina vigente;

rilevato che l'obiettivo prioritario e decisivo dell'intera operazione è quello di consentire l'effettivo e duraturo abbandono dell'area della illegalità nello svolgimento di attività produttive, con conseguente offerta di concrete misure di tutela e protezione sociale nei confronti di lavoratori altrimenti destinati a restare al di fuori dell'area di ogni forma di riconoscimento e tutela;

preso atto di come l'occasione in esame si presti all'effettiva applicazione quanto più diffusa possibile, nel rispetto dei criteri di legge definiti, e, in particolare, che sono opportuni adeguati provvedimenti attuativi circa l'applicazione del nuovo regime anche nei confronti di talune particolari forme di esercenti attività produttive, pur assoggettati - ad altri fini - ad un regime di imposizione speciale, quali le associazioni sportive professionistiche, dilettantistiche, amatoriali, gli operatori nel campo dello spettacolo e dei servizi sociali (compreso comunità terapeutiche-tossicodipendenza)

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa legislativa attuativa ed interpretativa per assicurare effettivamente che l'applicazione della nuova disciplina sull'emersione di lavoro irregolare venga garantita nei confronti di tutti i soggetti che svolgono attività produttiva, compresi quelli indicati in premessa.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 4.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa (1212)

ORDINE DEL GIORNO

G1

Le Commissioni riunite

V. testo 2

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1212, recante conversione in legge del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8 recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa,

considerato che

il Sistema sanitario nazionale, come riformato dal decreto-legislativo 19 giugno 1999, n. 229, prevede che i docenti delle facoltà di medicina e chirurgia debbano lasciare líattività assistenziale al raggiungimento di un limite massimo di età (67 anni, elevabili a 70 in casi particolari legati alla fase transitoria), mantenendo la ricerca e la didattica fino alla messa in quiescenza;

la Corte Costituzionale, investita del problema da parte di numerosi Tribunali amministrativi regionali (TAR), ha dichiarato con la sentenza n. 71 del 16 marzo 2001 líillegittimità costituzionale della normativa inerente "la cessazione del personale medico universitario di cui allíarticolo 102 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, dallo svolgimento delle ordinarie attività assistenziali, nonché dalla direzione delle strutture assistenziali, al raggiungimento dei limiti di età ivi indicati, in assenza della stipula dei protocolli díintesa fra università e regioni previsti dalla stessa norma ai fini della disciplina delle modalità e dei limiti per líutilizzazione del predetto personale universitario per specifiche attività assistenziali strettamente connesse allíattività didattica e di ricerca";

la Corte Costituzionale, nelle motivazioni della sentenza, ha richiamato líattenzione sul fatto che líattività di assistenza ospedaliera e quella didattico-scientifica, affidate dalla legislazione vigente al personale medico universitario, si pongono tra loro in rapporto non solo di stretta connessione, ma di vera e propria compenetrazione, ponendo quindi líaccento, come già in altre sentenze del 1997, sulla natura necessariamente teorico-pratica dellíinsegnamento medico, a livello sia universitario sia post-universitario, ribadita anche dalla più recente normativa comunitaria in tema di reciproco riconoscimento dei diplomi medici, resa operante nel nostro ordinamento dal decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, recante líattuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi certificati ed altri titoli;

a seguito dellíemanazione del citato decreto legislativo n. 229 del 1999, i destinatari del provvedimento di cessazione dallo svolgimento delle ordinarie attività assistenziali sono stati irragionevolmente privati della possibilità di svolgere líattività assistenziale poiché líoperatività della disposizione non è subordinata alla previa stipula di protocolli di intesa fra università e regioni, che dovrebbero disciplinare le modalità di individuazione delle specifiche attività assistenziali, da ritenersi strettamente connesse alla didattica e alla ricerca e da lasciarsi al personale docente fino al raggiungimento della quiescenza;

da ciò discende un evidente ed ingiustificato pregiudizio per líefficacia delle funzioni didattiche e di ricerca che al medesimo docente restavano affidate per líinsegnamento universitario e soprattutto post-universitario;

anche laddove i protocolli di intesa fra università e regioni siano stati stipulati,

impegna il Governo:

ad adoperarsi affinché ai professori universitari delle facoltà di medicina e chirurgia con insegnamento nelle scuole di specializzazione post-universitaria siano mantenute le ordinarie attività assistenziali, nonché la direzione delle stesse strutture fino alla messa in quiescenza.

G1 (Testo 2)

Le Commissioni riunite

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1212, recante conversione in legge del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8 recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa,

considerato che

il Sistema sanitario nazionale, come riformato dal decreto-legislativo 19 giugno 1999, n. 229, prevede che i docenti delle facoltà di medicina e chirurgia debbano lasciare líattività assistenziale al raggiungimento di un limite massimo di età ;

la Corte Costituzionale, investita del problema da parte di numerosi Tribunali amministrativi regionali (TAR), ha dichiarato con la sentenza n. 71 del 16 marzo 2001 líillegittimità costituzionale della normativa inerente "la cessazione del personale medico universitario di cui allíarticolo 102 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, dallo svolgimento delle ordinarie attività assistenziali, nonché dalla direzione delle strutture assistenziali, al raggiungimento dei limiti di età ivi indicati, in assenza della stipula dei protocolli díintesa fra università e regioni previsti dalla stessa norma ai fini della disciplina delle modalità e dei limiti per líutilizzazione del predetto personale universitario per specifiche attività assistenziali strettamente connesse allíattività didattica e di ricerca";

la Corte Costituzionale, nelle motivazioni della sentenza, ha richiamato líattenzione sul fatto che líattività di assistenza ospedaliera e quella didattico-scientifica, affidate dalla legislazione vigente al personale medico universitario, si pongono tra loro in rapporto non solo di stretta connessione, ma di vera e propria compenetrazione, ponendo quindi líaccento, come già in altre sentenze del 1997, sulla natura necessariamente teorico-pratica dellíinsegnamento medico, a livello sia universitario sia post-universitario, ribadita anche dalla più recente normativa comunitaria in tema di reciproco riconoscimento dei diplomi medici, resa operante nel nostro ordinamento dal decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, recante líattuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi certificati ed altri titoli;

a seguito dellíemanazione del citato decreto legislativo n. 229 del 1999, i destinatari del provvedimento di cessazione dallo svolgimento delle ordinarie attività assistenziali sono stati irragionevolmente privati della possibilità di svolgere líattività assistenziale poiché líoperatività della disposizione non è subordinata alla previa stipula di protocolli di intesa fra università e regioni, che dovrebbero disciplinare le modalità di individuazione delle specifiche attività assistenziali, da ritenersi strettamente connesse alla didattica e alla ricerca e da lasciarsi al personale docente fino al raggiungimento della quiescenza;

da ciò discende un evidente ed ingiustificato pregiudizio per líefficacia delle funzioni didattiche e di ricerca che al medesimo docente restavano affidate per líinsegnamento universitario e soprattutto post-universitario;

anche laddove i protocolli di intesa fra università e regioni siano stati stipulati,

impegna il Governo:

ad adoperarsi affinché ai professori universitari delle facoltà di medicina e chirurgia con insegnamento nelle scuole di specializzazione post-universitaria siano mantenute le ordinarie attività assistenziali, nonché la direzione delle stesse strutture fino alla messa in quiescenza.

________________

(*) Accolto dal Governo come raccomandazione

 

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE E ALLEGATO RECANTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE AL DECRETO-LEGGE, NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI (*)

Art. 1.

1. Il decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce Rossa, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1

Allegato

MODIFICAZIONI APPORTATE IN SEDE DI CONVERSIONE AL DECRETO-LEGGE 7 FEBBRAIO 2002, N.  8

Líarticolo 1 è sostituito dal seguente:

"Art. 1. - (Modifica allíarticolo 15-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502) ñ 1. Al comma 3 dellíarticolo 15-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come modificato dal comma 5-bis dellíarticolo 2 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, le parole: ëë1† febbraio 2002ëë sono sostituite dalle seguenti: ëë31 dicembre 2002ëë".

Allíarticolo 3:

al comma 1, le parole: "tre vicepresidenti, di cui uno nominato dal Ministro della salute" sono sostituite dalle seguenti: "quattro vicepresidenti, di cui uno nominato dal Ministro della salute, uno dal Ministro dellíistruzione, dellíuniversità e della ricerca"; le parole: "16 membri" sono sostituite dalle seguenti: "25 membri" e le parole: "e uno dalla Federazione nazionale collegi infermieri professionali, assistenti sanitari, e vigilatrici díinfanzia" sono sostituite dalle seguenti: ", uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti, uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici veterinari, uno dalla Federazione nazionale dei collegi infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici díinfanzia, uno dalla Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea della riabilitazione di cui allíarticolo 2 della legge 10 agosto 2000, n. 251, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea tecnico-sanitaria di cui allíarticolo 3 della citata legge n. 251 del 2000, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea della prevenzione di cui allíarticolo 4 della medesima legge n. 251 del 2000, uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei biologi, uno dalla Federazione nazionale degli ordini degli psicologi e uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei chimici".

Allíarticolo 4:

al comma 2, la parola: "estesa" è sostituita dalla seguente: "esteso".

il comma 3 è sostituito dal seguente:

"3. In deroga a quanto stabilito dallíarticolo 17, comma 107, della legge 15 maggio 1997, n. 127, il mandato dei componenti il Consiglio universitario nazionale, nominati con decreto del Ministro dellíuniversità e della ricerca scientifica e tecnologica in data 10 dicembre 1997, è prorogato fino al 30 aprile 2003".

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 1.

(Modifica allíarticolo 15-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502)

1. Al comma 3 dellíarticolo 15-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come modificato dal comma 5-bis dellíarticolo 2 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, le parole: "1† febbraio 2002" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2002".

EMENDAMENTI

1.1

Mascioni, Baio Dossi, Bettoni Brandani, Carella, Di Girolamo, Gaglione, Liguori, Longhi, Tonini

Respinto

Sopprimere líarticolo.

1.100

Malentacchi, Malabarba, Sodano Tommaso

Id. em. 1.1

Sopprimere líarticolo.

1.101

Malentacchi, Malabarba, Sodano Tommaso

Improcedibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

"1-bis. Allíarticolo 50 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, dopo il comma 5 è aggiunto il seguente:

"5-bis. I destinatari dellíobbligo di formazione continua di cui agli articoli 16-bis e seguenti del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, possono portare in detrazione tutte le spese sostenute per líiscrizione e partecipazione alle attività di educazione medica continua, entro il numero di crediti formativi obbligatori stabiliti annualmente ai sensi dellíarticolo 16-ter, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni"".

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 2.

(Differimento del termine della procedura di negoziazione del prezzo dei farmaci registrati con procedura di mutuo riconoscimento)

1. Al comma 19 dellíarticolo 85 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le parole: "31 dicembre 2001" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2002".

EMENDAMENTO

2.1

Mascioni, Baio Dossi, Bettoni Brandani, Carella, Di Girolamo, Gaglione, Liguori, Longhi, Tonini

Respinto

Al comma 1, aggiungere in fine le parole: ", senza modificazione del prezzo contrattato".

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 3.

(Modificazione dellíarticolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni)

1. Al comma 1 dellíarticolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, il secondo periodo è sostituito dal seguente: "La Commissione è presieduta dal Ministro della salute ed è composta da quattro vicepresidenti, di cui uno nominato dal Ministro della salute, uno dal Ministro dellíistruzione, dellíuniversità e della ricerca, uno dalla Conferenza permanente dei Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, uno rappresentato dal Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, nonchè da 25 membri, di cui due designati dal Ministro della salute, due dal Ministro dellíistruzione, dellíuniversità e della ricerca, uno dal Ministro per la funzione pubblica, uno dal Ministro per le pari opportunità, uno dal Ministro per gli affari regionali, sei dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta della Conferenza permanente dei Presidenti delle regioni e delle province autonome, due dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti, uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici veterinari, uno dalla Federazione nazionale dei collegi infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici díinfanzia, uno dalla Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea della riabilitazione di cui allíarticolo 2 della legge 10 agosto 2000, n. 251, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea tecnico-sanitaria di cui allíarticolo 3 della citata legge n. 251 del 2000, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea della prevenzione di cui allíarticolo 4 della medesima legge n. 251 del 2000, uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei biologi, uno dalla Federazione nazionale degli ordini degli psicologi e uno dalla Federazione nazionale degli ordini dei chimici".

2. Il Ministro della salute provvede alla ricostituzione della Commissione nazionale per la formazione continua entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

3. Agli oneri conseguenti allíapplicazione del presente articolo si provvede con le risorse di cui allíarticolo 92, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

EMENDAMENTO

3.100

Gubert

Ritirato

Al comma 1, sostituire le parole: "25" con le altre: "27"; e dopo le parole: "ordini degli psicologi", inserire le seguenti: "uno dalle associazioni delle professioni dellíarea sociologica, uno dalle associazioni delle professioni dellíarea dellíassistenza sociale".

ORDINE DEL GIORNO

G3.100

Mascioni

Non posto in votazione (*)

"Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1212, recante conversione in legge del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce rossa,

con riferimento allíarticolo 3, comma 1,

impegna il Governo

a rivedere, nel prossimo provvedimento legislativo concernente la materia sanitaria, la composizione della commissione nazionale per la formazione continua, di cui allíarticolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, nel senso di garantire la partecipazione di un rappresentante della Federazione nazionale dei collegi dei tecnici sanitari di radiologia medica".

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Articolo 4.

(Disposizioni in materia di Università)

1. Allíarticolo 6, comma 6, della legge 19 ottobre 1999, n. 370, primo periodo, le parole: "entro diciotto mesi" sono sostituite dalle seguenti: "entro trenta mesi".

2. Gli statuti delle Università disciplinano líelettorato attivo per le cariche accademiche e la composizione degli organi collegiali. Nel caso di indisponibilità di professori di ruolo di prima fascia, líelettorato passivo per la carica di direttore di dipartimento è esteso ai professori di seconda fascia.

3. In deroga a quanto stabilito dallíarticolo 17, comma 107, della legge 15 maggio 1997, n. 127, il mandato dei componenti il Consiglio universitario nazionale, nominati con decreto del Ministro dellíuniversità e della ricerca scientifica e tecnologica in data 10 dicembre 1997, è prorogato fino al 30 aprile 2003.

EMENDAMENTI

4.1

Tessitore, Acciarini, DíAndrea

Respinto

Sopprimere il comma 1.

4.4

Berlinguer, DíAndrea, Franco Vittoria, Tessitore, Manieri, Pagano

Le parole da: "Sostituire il comma" a "prima fascia" respinte; seconda parte preclusa

Sostituire il comma 2 con i seguenti:

"2. Líarticolo 16, comma 4, lettera d), della legge 9 maggio 1989, n. 168, si interpreta nel senso che nelle norme sullo stato giuridico non sono comprese la disciplina dellíelettorato attivo e passivo per le cariche accademiche e la disciplina della composizione degli organi collegiali. Le cariche di rettore e di preside sono riservate ai professori di ruolo di prima fascia.

2-bis. Sono valide tutte le norme degli statuti delle Università approvate, al fine di cui al comma 2, prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge".

4.100

Malentacchi, Malabarba, Sodano Tommaso

Precluso

Sostituire il comma 2 con i seguenti:

"2. Líarticolo 16, comma 4, lettera d), della legge 9 maggio 1989, n. 168, si interpreta nel senso che nelle norme sullo stato giuridico non sono comprese la disciplina dellíelettorato attivo e passivo per le cariche accademiche e la disciplina della composizione degli organi collegiali. Le cariche di rettore e di preside sono riservate ai professori di ruolo di prima fascia.

2-bis. Sono valide tutte le norme degli statuti delle Università approvate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge".

4.101

Gubert

Respinto

Al comma 2, sostituire la parola: "indisponibilità" con la seguente: "mancanza".

4.102

Gubert

Ritirato

Al comma 2, dopo il primo periodo, inserire il seguente: "in alcun caso è consentito che líelettorato attivo per cariche per le quali líelettorato passivo sia riservato a professori universitari di ruolo e a ricercatori di ruolo sia composto in maggioranza da studenti".

4.103

Gubert

Ritirato

Al comma 2, dopo il primo periodo, inserire il seguente: "In ogni caso la maggioranza dei componenti di organi collegiali competenti ad assumere decisioni concernenti la didattica deve essere riservata ai professori universitari di ruolo e la maggioranza di organi collegiali competenti ad assumere decisioni concernenti la ricerca deve essere riservata ai professori universitari di ruolo ed ai ricercatori di ruolo".

4.104

Gubert

Ritirato

Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: "Qualora líindisponibilità di professori di ruolo di prima fascia che abbiano optato per il tempo pieno si ripeta per due elezioni consecutive alla carica di direttore di dipartimento, il Rettore dispone con proprio decreto lo scioglimento del dipartimento stesso".

4.105

Malentacchi, Malabarba, Sodano Tommaso

Respinto

Sostituire il comma 3 con il seguente:

"3. I componenti del Consiglio universitario nazionale che nel corso del loro mandato cessino di appartenere al ruolo in rappresentanza del quale sono stati eletti decadono dal mandato e sono sostituiti dai primi dei non eletti".

ORDINE DEL GIORNO

G4.100

Le Commissioni riunite

Non posto in votazione (*)

Il Senato, in sede di esame del disegno di legge n. 1212, recante conversione in legge del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce rossa,

con riferimento allíarticolo 4, comma 2,

premesso che:

il Governo si trova ad affrontare una situazione in cui numerose Università si sono date statuti non rispettosi della normativa vigente, al punto che la giustizia amministrativa ha dichiarato illegittima líelezione di alcuni rettori;

vi è pertanto la possibilità concreta di una serie di ulteriori impugnative che potrebbero portare, laddove accolte, fatto che appare verosimile, ad estesi, seppur parziali, annullamenti di statuti, con annullamenti degli atti conseguenti, ivi compresa líelezione dei relativi rettori;

díaltro canto la norma contenuta nellíarticolo 4, comma 2, lasciando le Università libere di definire nei propri statuti líelettorato attivo e la rappresentanza negli organi accademici, introduce il rischio di una conflittualità allíinterno delle Università, conflittualità che potrebbe mutarne líidentità stessa e sviluppare derive di carattere demagogico e clientelare;

la scelta contenuta nellíarticolo 4, comma 2, si comprende tuttavia nellíipotesi in cui si consideri la norma in questione come un intervento di emergenza diretto ad evitare líapertura di situazioni difficili nelle Università italiane, di ostacolo allíordinato svolgersi dellíattività amministrativa;

se invece questa disposizione mirasse ad introdurre un principio destinato a durare nel tempo, si potrebbero determinare difformità di regime tra le diverse Università con il rischio di rendere ingovernabile líintero settore. La stessa norma costituzionale, del resto, nel riconoscere líautonomia statutaria dellíUniversità, ne fissa i limiti nelle leggi stabilite dallo Stato,

impegna il Governo:

a presentare in un termine ragionevolmente breve (possibilmente non oltre tre mesi) un provvedimento legislativo che superi la normativa contenuta nellíarticolo 4, comma 2, e che rechi una disciplina organica, fissando in particolare principi e criteri puntuali in tema di elettorato attivo e passivo alle cariche e negli organici accademici.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Proroga degli organi amministrativi dellíAssociazione italiana della Croce Rossa)

1. In deroga allíarticolo 3, comma 1, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 293, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 1994, n. 444, recante disciplina della proroga degli organi amministrativi, i consigli dei comitati provinciali ed i consigli dei comitati regionali, nonchè il comitato centrale dellíAssociazione italiana della Croce Rossa, restano in carica fino allíapprovazione del nuovo statuto dellíAssociazione e, comunque, non oltre il 30 giugno 2002.

EMENDAMENTI

5.100

Baio Dossi, DíAndrea, Gaglione, Liguori, Monticone, Soliani

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: "30 giugno 2002" con le seguenti: "31 dicembre 2002".

5.1

Tonini, Baio Dossi, Mascioni, Bettoni Brandani, Carella, Di Girolamo, Gaglione, Liguori, Longhi

Respinto

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: "Decorso tale termine, ove non sia stato approvato il nuovo statuto dellíassociazione, si dà corso alle procedure elettorali ai sensi dello statuto vigente".

5.100a

Baio Dossi, DíAndrea, Gaglione, Liguori, Monticone, Soliani

Sostanzialmente id. em. 5.1

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

"1-bis. Trascorso il termine di cui al comma 1, ove non sia stato approvato il nuovo Statuto dellíAssociazione, si dà corso alle procedure elettorali ai sensi dello statuto vigente".

ORDINE DEL GIORNO

G5.100 (Testo 2)

Baio Dossi, DíAndrea, Gaglione, Liguori, Monticone, Soliani, Bettoni Brandani, Carella, Di Girolamo, Longhi, Mascioni, Tonini

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di approvazione dellíarticolo 5 del disegno di legge n. 1212 di conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 8, recante norme in materia di proroga degli organi amministrativi dellíAssociazione italiana della Croce Rossa,

premesso:

che la Croce Rossa rappresenta un patrimonio di civiltà e di democrazia considerato ormai inalienabile dalla comunità internazionale, essendone universalmente riconosciute líaltissima credibilità, líindipendenza e líassoluta imparzialità;

che, in particolare, la Croce Rossa Italiana è custode e garante primario dei valori costitutivi della Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (la Croce Rossa del mondo arabo), essendo stata una delle cinque società fondatrici della Federazione stessa, sulla base di una comune determinazione adottata fin dal 1919, al termine del primo conflitto mondiale;

che, in considerazione di ciò, ogni difficoltà o ostacolo incontrato dalla Croce Rossa Italiana nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali è destinato ad incidere direttamente sullíimmagine del nostro Paese e sulla sua credibilità nella gestione delle crisi internazionali, così come i successi riportati dallíAssociazione si sono sempre tradotti in altrettanti riconoscimenti al prestigio dellíItalia;

che il normale svolgimento della vita democratica della Croce Rossa Italiana è attualmente pregiudicato dalla "preclusione" delle operazioni elettorali per il rinnovo degli organi dellíAssociazione, stabilita dallíorgano vigilante del Ministero della salute e ribadita dallo stesso Ministro, con lettera del 27 dicembre 2001;

impegna il Governo:

a procedere con la massima solerzia allíapprovazione del nuovo Statuto della Croce Rossa Italiana entro il previsto termine del 30 giugno 2002, per consentire le immediate procedure elettorali degli organi al fine di scongiurare il rischio di una gestione commissariale che, come riconosciuto anche nel documento conclusivo dellíindagine conoscitiva svolta dalla Commissione igiene e sanità del Senato ñ conclusa il 13 febbraio 2002 ñ, potrebbe "incrinare il carattere democratico ed il principio di responsabilità", generando "commistione di ruoli e difficoltà nel ricambio dei gruppi dirigenti".

 

________________

(*) Accolto dal Governo, con l'inserimento delle parole evidenziate e con la soppressione in fine dei seguenti capoversi: "inoltre, qualora ñ anche a fronte di un impegno in tal senso del Governo ñ non risultasse possibile pervenire, per ragioni di oggettiva difficoltà, allíapprovazione del suddetto Statuto entro il termine indicato,

si impegna il Governo

a consentire comunque lo svolgimento delle operazioni elettorali per il rinnovo degli organi dellíAssociazione, in modo da ripristinare le condizioni minime per lo svolgimento delle attività istituzionali, in regime di democrazia e nel pieno rispetto del peculiare status di autonomia e indipendenza riconosciuto alla Croce Rossa Italiana come ente di diritto di pubblico."

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 6.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

 



Allegato B

Integrazione all'intervento del senatore Malentacchi in sede di dichiarazione di voto finale sul disegno di legge n. 1212

In questo decreto-legge, oltre all'articolo 1, assolutamente inaccettabile per noi, ci sono anche delle proroghe, delle scelte, come quella dell'articolo 2, relativa al prezzo dei farmaci innovativi, che possono essere condivisibili, ma che si collocano sempre all'interno di una logica che cerca di tamponare alcune situazioni in previsione poi della modifica completa delle basi del nostro servizio sanitario nazionale.

Il differimento di termini proposto all'articolo 1 con la semplice modifica di una data, di fatto non è altro che l'inizio, o meglio il prosieguo, del disegno generale dei rapporti complessivi di lavoro all'interno del campo sanitario. Per questo noi abbiamo presentato un emendamento interamente soppressivo dell'articolo 1, perché pensiamo che una figura che doveva essere e che deve essere, allo stato attuale delle norme, a termine come quella dei contratti dei medici a tempo determinato, sia improponibile in questo momento.

Tale proroga rende ancora una volta manifesta la volontà di questo Governo di privilegiare alcune categorie rispetto ad altre, la volontà di mantenere in piedi un residuo del passato, che non dovrebbe esserci: quello dei medici a tempo determinato, i quali possono essere servitori di due padroni e, quindi, possono lavorare nel pubblico pur conservando la possibilità di fornire, nel contempo, prestazioni private.

Com'è chiaro, la proroga serve a mantenere, anzitutto, un privilegio per questa categoria residuale, che doveva essere ad esaurimento e invece non lo è. Ci sorge il dubbio che il Governo stia prendendo tempo per potere, in primo luogo, finalmente reintrodurre, com'è nei suoi disegni, il tempo definito per la dirigenza medica per arrivare poi ad una deregulation totale del contratto dei medici del servizio sanitario nazionale.

Noi abbiamo ascoltato, per esempio, le proposte che il ministro Sirchia ha fatto per i giovani medici; mi riferisco alle proposte sull'assunzione a termine. Così, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, dei servizi pubblici e degli ospedali pubblici, vi saranno medici con contratti a termine, i quali appena troveranno un'occasione migliore - l'occasione di un lavoro più remunerato, con maggiori garanzie -, se ne andranno, contribuendo ancora una volta a diminuire il livello qualitativo dell'assistenza pubblica.

Anche l'articolo 3, dietro un aspetto in apparenza innocuo, cela, a nostro avviso, una visione del tutto parziale della sanità e, soprattutto, presenta pericoli ben evidenti. Mi riferisco alla commissione nazionale per la formazione continua. Tutti sappiamo quanto sia importante il sistema della formazione continua e pur sapendo che sta per avere avvio (anzi, già nel primo semestre di quest'anno partiranno, in alcune Regioni, i corsi per la formazione continua) dobbiamo ancora provvedere all'integrazione di questa commissione.

La Conferenza Stato-Regioni ha, giustamente, chiesto di essere maggiormente rappresentata e, pertanto, sono stati inseriti sei membri rappresentativi delle Regioni in seno alla commissione, perché la formazione continua avrà una base regionale e dunque è importante che le Regioni possano essere maggiormente rappresentate. Abbiamo accolto, anche con particolare interesse, l'allargamento della commissione al collegio degli infermieri e proprio per questo non riusciamo a capire come mai nel momento in cui si decide di allargare la commissione non solo alla professione medica ma a tutte le professioni sanitarie, ci limitiamo ad inserire gli infermieri quando, oltre all'area infermieristica, erano state individuate anche altre aree (la riabilitazione, l'area tecnica, l'area della prevenzione) altrettanto importanti e fondamentali per una sanità di buona qualità. Mi domando che cosa avverrà nelle nostre aziende ospedaliere e nelle nostre ASL quando avremo sottoposto alla formazione continua i medici e gli infermieri ma non i tecnici di radiologia e nemmeno coloro che si occupano di prevenzione.

Abbiamo presentato un emendamento sostitutivo dell'articolo 4 riguardante gli statuti universitari. Da anni si chiede un provvedimento urgente che salvaguardi gli statuti degli atenei per impedire che l'Università si trovi in balia degli effetti devastanti prodotti dalle sentenze amministrative contro gli stessi statuti. Il comma 2 dell'articolo 4 del provvedimento contiene una norma con la quale si intenderebbe salvaguardare tutti gli Atenei dagli effetti di queste sentenze contro gli Statuti decise dai massimi organi della giustizia amministrativa. Tali sentenze, che hanno già cancellato norme fondamentali degli Statuti delle Università di Palermo, Perugia e Roma "La Sapienza", hanno dichiarato illegittime tutte le norme riguardanti gli elettorati attivi e passivi e la composizione degli organi universitari non conformi al Decreto del Presidente della Repubblica n.382 del 1980, nonostante nel frattempo sia entrata in vigore una legge che attribuisce agli Atenei l'autonomia in materia di composizione degli organi. Sulla base di queste sentenze tutti gli Statuti sono illegittimi perché tutti contengono norme giudicate illegittime.

L'attuale formulazione della norma in esame ci pare non sia sufficiente per salvaguardare gli Atenei da nuovi ricorsi contro gli Statuti, con il concreto rischio di destabilizzare le Università proprio in un periodo in cui massima è la necessità di garantire certezza istituzionale e serenità al mondo universitario.

Con il nostro emendamento volevamo introdurre una norma che salvaguardi gli statuti in vigore al fine di superare, nell'immediato, il contenzioso amministrativo in corso, ed impedire la possibilità di altri contenziosi nocivi, dannosi e paralizzanti per la vita dell'università.

Noi ci opporremo, partendo anche da queste considerazioni, - come ci siamo finora opposti - in maniera dura e precisa a tutto quello che il Governo ha proposto nel campo della salute in questi mesi, perché la strada intrapresa è quella della privatizzazione e, soprattutto, perché la salute viene considerata come qualsiasi altra merce rispetto alla quale il pubblico e il privato si mettono in concorrenza, con la conseguenza che chi può permettersi economicamente il pagamento dei servizi migliori ha un trattamento diverso da chi non può permetterselo. Ecco, noi pensiamo che il bene salute sia talmente grande e talmente diverso dagli altri da non poter andare incontro a nessuna privatizzazione e a nessuna scelta escludente sul piano dei bisogni e delle possibilità economiche.

Noi quindi, signor Presidente, porteremo avanti, come facciamo anche oggi con il nostro voto contrario a questo provvedimento, una forte opposizione. Infatti, ci rendiamo conto di come ormai le persone si siano accorte che, al di là di quello che era stato loro promesso in campagna elettorale, la realtà è ben diversa. Si sono accorte che con la politica predisposta dai precedenti governi - pur molto carente sotto alcuni punti di vista, rispetto a quello che pensiamo noi - ci si era avviati su una strada reale, che ha portato, per esempio, all'abolizione dei ticket, una tassa assolutamente iniqua sulla malattia. Ed oggi vediamo che tutte le Regioni, a partire da quelle governate dal Polo, stanno invece reintroducendo i ticket; stanno quindi richiedendo ai cittadini di compartecipare direttamente alla spesa sanitaria nel momento in cui sono malati, spesa a cui stanno già tutti contribuendo attraverso la fiscalità generale.

Noi abbiamo visto come i medici di famiglia abbiano preso delle posizioni particolarmente dure rispetto ad alcune scelte; vediamo oggi che anche le organizzazioni sindacali, le associazioni dei medici ospedalieri temono quello che potrà accadere nei prossimi mesi.

Quindi, credo che la nostra posizione sia a difesa della sanità pubblica, non solo a favore dei cittadini, non solo insieme ai cittadini, ma insieme anche alla categoria degli operatori, che vedono in questo smantellamento della sanità pubblica che voi state portando avanti pure l'intenzione di mettere a rischio la loro professionalità e la loro autonomia.

Commissione speciale in materia di infanzia e di minori, Ufficio di Presidenza

La Commissione speciale in materia di infanzia e di minori ha proceduto alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza.

Sono risultati eletti:

Presidente: sen. Bucciero

Vice Presidenti: sen. Gubert e sen. Rotondo

Segretari: sen. Stiffoni e sen. Vallone

 

Insindacabilità, non luogo a deliberare

La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha concluso l'esame della richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, a norma dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, avanzata in data 13 febbraio 2002 dal senatore Riccardo De Corato, nell'ambito di un procedimento civile pendente nei suoi confronti innanzi al Tribunale di Milano.

La Giunta ha preso atto che non vi è più luogo per un'ulteriore deliberazione da parte degli organi del Senato, in quanto la questione è stata già oggetto di una decisione dell'Assemblea nella precedente legislatura facente riferimento ad un procedimento penale (V. Atti Senato, XIII Leg., Doc. IV-quater, n. 58, e conseguente deliberazione dell'Assemblea del 31 gennaio 2001).

Insindacabilità, presentazione di relazioni su richieste di deliberazione

A nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, il senatore Falcier ha presentato la relazione sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilita' ex articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del signor Stelio De Carolis, senatore all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 4).

 

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Sen. EUFEMI Maurizio

Norme generali contro la violenza psicologica sui luoghi di lavoro (1290)

(presentato in data 27/03/02 )

Sen. GAGLIONE Antonio

Norme in materia di valutazione dei titoli per l' accesso alla dirigenza del ruolo sanitario del Servizio Sanitario Nazionale (1291)

(presentato in data 27/03/02 )

 

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni:

- il signor Pietro Legovini, di Trieste, chiede interventi atti a garantire la corretta applicazione della normativa in materia di canone per i servizi relativi alle fognature (Petizione n. 254);

- il signor Giovanni Zanoni, di Castelletto sopra Ticino (Novara), chiede una revisione della normativa relativa ai pensionamenti di vecchiaia (Petizione n. 255);

- il signor Daniele Bellu, di Venezia, chiede l'adozione di provvedimenti atti a favorire l'integrazione sociale dei richiedenti asilo nell'Unione Europea (Petizione n. 256);

- il signor Giuseppe Angelini, di Guidonia Montecelio (Roma), e moltissimi altri cittadini chiedono l'istituzione di una stazione dell'Arma dei Carabinieri o un comando della Polizia di Stato in Villanova di Guidonia (Petizione n. 257).

 

 

Tali petizioni, a norma del Regolamento, sono state trasmesse alle Commissioni competenti.