Retata al parco, espulse venti colf clandestine

Le donne fermate dalla polizia sono tutte ucraine: assistono gli anziani in casa

IMMIGRAZIONE E LAVORO

 

 

TRENTO. Venti donne ucraine, clandestine, sono state fermate lunedì pomeriggio al parco del Salè dagli agenti dell'ufficio stranieri e dalle volanti.

Tutte le donne controllate sono impiegate illegalmente in famiglie trentine come colf o come assistenti a persone anziane e disabili. Le ucraine sono state colpite da provvedimento di espulsione: dovranno lasciare l'Italia entro quindici giorni. Ora l'attenzione dell'ufficio stranieri si concentra sulle famiglie presso cui lavoravano: l'assunzione di uno straniero privo di permesso di soggiorno è un reato punito con una pena sino a quattro anni di reclusione.

L'operazione della polizia è scattata alle 13 di lunedì: al parco del Salè era stata segnalata una concentrazione di donne extracomunitarie. Nel parco, in effetti, c'erano venti signore ucraine: ogni giorno approfittano dell'ora di riposo per ritrovarsi.

Quando gli agenti in borghese dell'ufficio stranieri hanno avuto conferma della segnalazione è stato chiesto l'intervento delle volanti: le donne sono state caricate sulle auto della polizia e portate in questura.

Altri 17 clandestini (tra questi bulgarini, marocchini, ucraini e moldavi) sono stati scoperti ieri mattina a Maso Mirabella dalla polizia e dagli uomini del nucleo operativo della polizia municipale.

 

 

 

«Eliminati pericolosi criminali»

L'ironia di Rapanà, del coordinamento immigrati Cgil

La Caritas: «I trentini non sono più in grado di assistere i familiari»

di Gianfranco Piccoli

 

TRENTO. «Hanno tolto dalla circolazione pericolosi criminali». E' amara l'ironia di Antonio Rapanà, segretario del Coordinamento immigrati della Cgil.

Ieri, nel primo pomeriggio, gli è arrivata la notizia della retata al parco del Salè: «Non capisco il senso di questa operazione. Se la sono presa con delle donne inermi: tra un mese avrebbero potuto ottenere il permesso di soggiorno e lavorare regolarmente in Italia». Chiaro il riferimento di Rapanà all'emendamento alla legge Bossi-Fini che dovrebbe garantire la sanatoria per colf e badanti straniere.

«Anche le forze politiche che notoriamente non nutrono simpatie per gli immigrati hanno accettato l'ipotesi della sanatoria - commenta ancora il sindacalista - le famiglie trentine lo sanno bene: senza l'apporto delle donne dell'Est la comunità dovrebbe farsi carico di un disagio insostenibile, la cura di disabili e anziani infermi. Tra le priorità dell'ordine pubblico non ci possono essere queste persone, le energie andrebbero spese in altre direzioni».

Il fenomeno delle badanti clandestine è abbastanza monitorato, anche se è impossibile stabilire numeri certi (secondo la Cgil sono almeno 1.500). In Trentino in generale le condizioni di lavoro, nonostante la mancanza di un contratto, sono accettabili: «I casi di precarietà, di scarsa tutela ci sono. Alcune donne ricevono vitto, alloggio e 1000 euro al mese. Altre non arrivano ai 400 euro e sono costrette ad orari pesantissimi». Secondo le indicazioni raccolte dalla Cgil le ore di lavoro variano dalle 10 alle 14 al giorno. Una situazione facilitata dalle convivenza tra le famiglie e le colf.

Le donne hanno un'età media di 40 anni e, non di rado, lasciano nel paese di provenienza marito e figli.

Molto spesso nelle ore libere (in genere un giorno e mezzo a settimana) le colf si dedicano ad altre attività domestiche: «La loro presenza è finalizzata al massimo guadagno possibile - spiega Rapanà - hanno progetti a breve termine: costruire una casa nel paese di origine, avviare un'attività economica».

«Nel convegno delle Caritas del Nord Est, tenuto a novembre a Mestre, abbiamo espresso a chiare lettere al Governo la necessità di una sanatoria per le badanti: è un dato di fatto che le famiglie non sono più in grado di badare ai propri cari. Serve una legislazione che porti chiarezza». E' chiaro il concetto di don Francesco Malacarne, direttore della Caritas diocesana.

Malacarne, sulla retata al parco del Salè, commenta così: «Se vogliono prendere queste donne, lo possono fare. Se vogliono, possono chiudere un occhio sino alla sanatoria». Sono moltissimi i trentini che si rivolgono alla Caritas per avere informazioni su come comportarsi con le "ausiliarie domiciliari" (così sono state definite a Mestre): «In mancanza di norme, noi forniamo alcune indicazioni di correttezza».

 

 

 

«Basta col falso pietismo»

 

An e Forza Italia difendono l'operazione di polizia

LA POLEMICA «Le norme vanno applicate per tutti»


ch.be.

TRENTO. La retata delle colf clandestine fa discutere anche le forze politiche. Reazioni con accenti diversi all'interno dello schieramento di centrodestra. Netta la presa di posizione di Giorgio Manuali, vicecoordinatore di Forza Italia, che si scaglia contro quello che definisce un «falso pietismo»: «Se si vuole risolvere il problema degli immigrati irregolari - sostiene Manuali - non si possono fare ogni volta dei distinguo. I clandestini che delinquono devono andare in galera, quelli che non delinquono devono essere espulsi Per Marco Zenatti, presidente di An, «la legge va rispettata, anche quando si tratta di persone che rispondono alle esigenze di molte famiglie trentine», mentre Pino Morandini (Centro-Upd) si dice convinto che «chi applicherà le norme, nella fase di transizione in attesa della sanatoria, lo farà con buon senso». Perplessità vengono invece espresse da Sergio Divina (Lega Nord), il quale si chiede come mai «una certa immigrazione coinvolta nella criminalità venga spesso tollerata, mentre si va a colpire una fascia di persone, le colf, che sono sostanzialmente estranee a fatti criminosi e rispondono a una domanda di assistenza delle famiglie trentine che non trova manodopera locale».

 

Sul fronte del centrosinistra, i senatori Mauro Betta e Renzo Michelini hanno intanto presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno, in cui si chiede di sapere se esista una direttiva nazionale per individuare ed espellere gli immigrati senza permesso di soggiorno che potrebbero rientrare nella sanatoria riservata alle colf e già approvata dal Senato. I senatori chiedono inoltre di conoscere se la Questura di Trento «abbia predisposto nelle ultime settimane un piano d'intervento per l'individuazione delle persone irregolari impegnate nell'aiuto domestico e nell'assistenza agli anziani presso le famiglie trentine».