12.11.02 – La Repubblica – Bologna Cronaca

3° pagina

 

UNA PARTE DEI GIUDICI CON I PM “OBIETTORI”

In molte sentenze si dà atto che gli stranieri arrestati dovevano essere scarcerati subito

 

Il conflitto interpretativo sul problema se scarcerare o no gli stranieri clandestini trova nuovi protagonisti. Mentre il procuratore capo Enrico Di Nicola ribadisce “secondo Costituzione” la propria posizione (gli stranieri vanno portati alla direttissima e in stato di arresto) e annuncia l’impugnazione delle sentenze avverse, si scopre che una buona parte dei giudici del tribunale, quasi tutta la seconda sezione penale, è d’accordo con i pm “obiettori” (anche se c’è chi dice che il termine è improprio: non è vero che questi giudici non applicano la legge, ne danno una interpretazione diversa). “E’ l’orientamento che prevale – dice il presidente della seconda sezione Sergio Cornia -. Noi riteniamo che il pubblico ministero debba scarcerare lo straniero appena arrestato dalla polizia. E’ vero che la polizia è obbligata all’arresto, ma siccome il magistrato sa che non sarà possibile chiedere una misura cautelare, è giusto che scarceri subito. Alcuni giudici lo hanno fatto notare nelle sentenze, credo sia una interpretazione più ovvia di quella della Procura. Si dovrebbe applicare la direttissima speciale e giudicare in stato di libertà. Deve valere il principio in dubio pro reo: si applica la norma più vantaggiosa per l’imputato. Stiamo valutando se ricorrere alla Corte Costituzionale.”

Oltre alla questione dell’arresto (che ha indotto il deputato di FI Fabio Garagnani a minacciare denunce) ci sono le decisioni di merito. In parecchi casi – impossibile per ora avere le cifre – gli stranieri arrestati dalla polizia vengono assolti nella direttissima dopo la convalida, finora sempre concessa. “Ci sono casi – spiega Cornia – in cui gli stranieri hanno ricevuto il modulo di espulsione della Prefettura in lingua italiana, con la spiegazione che non si è trovato un interprete. L’interprete la Questura lo deve avere. E’ vero che in molti casi un arabo conosce l’italiano, ma mi è capitato di trovarmi di fronte a stranieri che non lo sapevano.” Alcuni stranieri si difendono dicendo di non avere i soldi per tornare in patria. E’ un caso capitato a Maurizio Millo, presidente della prima sezione penale, dove sugli arresti vige una interpretazione simile a quella del procuratore Di Nicola. Uno straniero ha detto in aula di essere rimasto in Italia perchè senza denaro. Ma quando il giudice gli ha chiesto se lo avesse fatto presente alla Questura, in modo da essere espulso a spese dello Stato, si è capito che in realtà quella persona non voleva andarsene.

Gli avvocati della Camera Penale, infine, hanno una posizione ancor più dura degli “obiettori”. Il presidente Roberto D’Errico dice: “La Bossi-Fini è una legge sbagliata. L’arresto non è previsto per una contravvenzione e i pm devono scarcerare le persone ingiustamente arrestate. La legge viola i dettati generali e io plaudo a quei pm che hanno sollevato il problema”.

LUIGI SPEZIA