8 novembre 2002
Nuovo rapporto statistico
UNHCR:
la maggior parte dei rifugiati
si trova nei paesi in via di
sviluppo
Secondo
il nuovo rapporto statistico pubblicato dall'Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati (UNHCR) e presentato oggi, nell'ultimo decennio l'86% dei
rifugiati di tutto il mondo è stato generato da paesi in via di
sviluppo. Allo stesso tempo, questi paesi sono stati anche paesi d'asilo per 7
rifugiati su 10 in fuga dal proprio paese.
Il
primo Annuario statistico dell'UNHCR rileva come, mentre i paesi più
ricchi manifestano sempre più preoccupazione per il numero di
richiedenti asilo che arriva alle loro frontiere, sono soprattutto i paesi
più poveri a dare asilo ai rifugiati - il 72% negli ultimi 10 anni.
"Il
fatto che 7 rifugiati su 10 siano ospitati in paesi a basso reddito evidenzia
la responsabilità dei paesi industrializzati a condividere la protezione
internazionale dei rifugiati" si legge nella pubblicazione.
Il
nuovo rapporto fornisce un panorama mondiale degli spostamenti forzati di
popolazione negli ultimi dieci anni, tra cui molte informazioni specifiche
sulle tendenze nei paesi industrializzati e dati sulla popolazione di rifugiati
in tutto il mondo.
Nella
prefazione, l'Alto Commissario Ruud Lubbers evidenzia come i dati presentati
possano contribuire a mettere in luce l'impatto di questi flussi sui paesi che
ospitano rifugiati, che spesso non è immediatamente evidente.
"Spero
che il rapporto si dimostri un valido strumento per studiare l'evoluzione degli
spostamenti forzati di popolazione in tutto il mondo, per comprendere il nesso
tra asilo e migrazioni e la condivisione degli oneri e delle
responsabilità", scrive Lubbers. "Soprattutto spero che
contribuisca ad alimentare l'attuale dibattito sui rifugiati e l'asilo e ad
informare coloro che elaborano politiche e prendono decisioni".
Da
cinque anni (1997-2001) il numero di rifugiati si attesta intorno ai 12
milioni, dopo essere diminuito di circa un quarto rispetto al quinquennio
precedente (1992-1996). Sebbene recentemente il numero di rifugiati sia rimasto
relativamente stabile, la loro distribuzione geografica è mutata. Dalla
metà degli anni '90, i paesi dell'Asia hanno sia generato che ospitato
un maggior numero di rifugiati, mentre in Africa queste cifre sono diminuite.
Nel
2001 gli afghani costituivano un terzo della popolazione rifugiata di tutto il
mondo e la principale nazionalità di richiedenti asilo nei paesi
industrializzati. Poiché la pubblicazione copre un periodo fino al 31
dicembre 2001, gli importanti mutamenti dell'ultimo anno in Afghanistan non
sono considerati. Nel 2002, oltre 1,7 milioni di rifugiati afghani hanno fatto
ritorno alle proprie case e il numero di domande d'asilo inoltrate da cittadini
afghani è notevolmente diminuito. Il massiccio processo di rimpatrio
degli afghani nel 2002 ha inoltre invertito la tendenza alla diminuzione del
numero di rimpatri, che - rileva il rapporto - nel 2001 avevano raggiunto il
minimo degli ultimi 10 anni.
Dai
primi anni '90, il numero dei flussi di rifugiati è diminuito del 38%.
La pubblicazione comunque sottolinea come "sebbene un minor numero di
persone attraversi frontiere internazionali, la condizione degli sfollati -
coloro che, a differenza dei rifugiati, non attraversano un confine internazionale
- è probabilmente peggiorata". Secondo il rapporto tuttavia, a
causa della scarsità di informazioni attendibili, è molto
difficile valutare le condizioni e la quantità degli sfollati. Alcune
fonti stimano in 25 milioni il numero di persone sfollate a causa di conflitti
in tutto il mondo.
Nel
2001 il numero di domande d'asilo inoltrate in paesi industrializzati è
cresciuto dell'8%. Mentre i 6 paesi industrializzati non europei - Canada,
Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone - hanno
ricevuto il 31% di domande in più e quelli dell'Europa centrale il 33%
in più, i 15 paesi dell'Unione Europea hanno complessivamente registrato
una diminuzione dell1%.
In
termini generali, il rapporto rileva: "dal 1992 il numero globale dei
rifugiati è diminuito, i rifugiati rientrati nei propri paesi sono stati
più di quanti ne siano fuggiti e la dimensione dei nuovi flussi di
rifugiati è diminuita", ma fa anche notare che nonostante questi
progressi "non è abbastanza per compiacersi". Dalla fine degli
anni '90 al 2001, con la diminuzione dei rimpatri, minori flussi massicci di
rifugiati e lo stabilizzarsi del numero di rifugiati, l'UNHCR ha dovuto
confrontarsi sempre di più con crisi protratte, alcune delle quali in
corso da decenni.
Il
rapporto - di 165 pagine - è stato redatto dalla Sezione dati geografici
e sulla popolazione dell'UNHCR ed è basato su statistiche fornite dai
vari governi, integrati con i sistemi di registrazione dell'UNHCR e dei suoi
partner operativi. Dopo questa prima edizione, verrà pubblicato
annualmente. Il rapporto è consultabile sul sito internet dell'UNHCR (www.unhcr.ch/statistics).
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Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa -- Laura Boldrini -- 335 540 31 94
Il testo del comunicato stampa
è disponibile
sul sito internet www.unhcr.it
nella sezione "ultime notizie"