EMIGRAZIONE NOTIZIE N.40 ñ 13 NOVEMBRE 2002

 

 

SOCIAL FORUM: SCIOPERO EUROPEO CONTRO LA GUERRA                                               1

LíINTERVENTO DI HAIDI GIULIANI, LA MADRE DI CARLO, AL SOCIAL FORUM EUROPEO             2

SFE: IL SINDACO DOMENICI PARLA DEL ìMODELLO FIRENZEî                                          2

SFE -  CASINI: IL SOCIAL FORUM HA POSTO GRANDI QUESTIONI POLITICHE                            3

SFE ñ PRODI: LE PAROLE DI QUESTI RAGAZZI HANNO UN SIGNIFICATO, ASCOLTIAMOLE            3

SFE ñ BASSOLINO: IL SOCIAL FORUM Eí STATO UNA STRAORDINARIA NOVITAí                        3

SFE ñ FRISULLO: UNA MERAVIGLIOSA E PACIFICA INVASIONE                                           3

FERNANDO SANTI NEL TEMPO PRESENTE                                                                   4

CELEBRAZIONI CENTENARIO NASCITA FERNANDO SANTI                                                5

TERREMOTO MOLISE: RICOMINCEREMO DA SAN GIULIANO                                             5

TERREMOTO NEL MOLISE: IL FORUM DEGLI ITALIANI NEL MONDO LANCIA UN APPELLO

PER COORDINARE LE INIZIATIVE DI SOLIDARIET¿                                                        6

TERREMOTO MOLISE: CONTO CORRENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE                                                                     7

TERREMOTO MOLISE: SOLIDARIETAí DALLA GERMANIA                                                 5

I SINDACATI DEI PENSIONATI CGIL, CISL E UIL VICINI ALLE POPOLAZIONI DEL MOLISE E DELLA SICILIA                                                                                                7

LA ìCOMPAGNIA ITALIAî PRESENTA OPERE DI PIRANDELLO A BRUXELLES                          5

NAPOLI: 40 CAMPANI DI TUTTO IL MONDO OSPITI DELLA REGIONE A VICO EQUENSE                5

IMMIGRAZIONE: DS, ìRISCHIO SANS PAPIER ANCHE IN ITALIAî                                         5

 

DOCUMENTAZIONE                                                                                             5

    RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE DEI PAESI ANGLOFONI EXTRA-EUROPEI 

 

SOCIAL FORUM: SCIOPERO EUROPEO CONTRO LA GUERRA

Il reale fatto mediatico del Social Forum di Firenze, conclusosi domenica 10 novembre, Ë stato líassenza totale di ogni forma di violenza.

I dimostranti, accorsi in pi˜ di mezzo milione da ogni cittadina díItalia, hanno dimostrato la propria maturitý come movimento ed hanno rivendicato a chiare lettere la vera e preponderante anima del social forum che Ë prettamente pacifica.

Vuoi perchÈ non cíerano zone rosse da violare, vuoi perchÈ comunque i fatti di Genova hanno impresso una traccia indelebile nel movimento, vuoi per il ferreo servizio díordine offerto dalla CGIL, i cortei, le assemblee e le varie manifestazioni che si sono succedute in questa cinque giorni fiorentina si sono svolte in un clima festoso.

Ultimo atto del primo social forum europeo, passato quasi sotto silenzio, Ë stata líassemblea conclusiva, in cui si sono tirate le somme e tracciate le prospettive di lotta per il futuro.

Primo punto allíordine del giorno per tutti i militanti dei social forum sparsi in Europa, Ë un secco, deciso, inamovibile rifiuto alla guerra contro líIrak. ìNoi crediamo che questo conflitto, abbia o meno l'approvazione dell'Onu, sarý una catastrofe per il popolo iracheno, giý sofferente per l'embargo e per il regime di Saddam Hussein. Chiunque creda che i conflitti internazionali possano trovare soluzioni politiche e democratiche deve opporvisiî, recita uno stralcio dellíìAppello contro la guerraî, votando giý da ora che, qualora ci sia una guerra contro líIrak, si organizzino, per il sabato successivo allo scoppio della guerra, giornate di mobilitazione, senza bisogno di  ulteriori consultazioni tra i leader del movimento.

Oltre alla guerra, l'assemblea conclusiva ha lanciato altre quattro campagne di mobilitazione. La prima ìcontro il neoliberismoî, incentrata sulla tassazione delle speculazioni finanziarie internazionali.  Altre ìcontro il razzismoî e ìcontro sessismo e omofobiaî.  Infine una ´per i diritti e per un'Europa diversaª, che vuole contrastare le restrizioni all'immigrazione, ma anche rendersi propositiva ed influire sulla stesura della prossima costituzione europea. ´Vogliamo, per esempio, che i diritti garantiti sul territorio europeo siano universali, non legati alla cittadinanzaª, ha spiegato Vittorio Agnoletto. ´Ci possono essere tanti ambiti diversi dove si discutono alternative di governo, ma il nostro movimento Ë l'unico dove si discute di alternative al sistema. Chiunque voglia cambiare la societý non puÚ fare a meno di confrontarsi con noiª.

In conclusione sono stati fissati i prossimi incontri del movimento, dandosi appuntamento innanzi tutto per il 13 novembre a Lecce, per contestare una riunione di ministri dell'Interno europei sull'immigrazione. Il 12 dicembre seguirý Copenhagen, per il vertice dellíUnione Europea che darý il via libera all'allargamento dell'Unione. A gennaio ci sarý il Forum sociale mondiale a Porto Alegre, e nell'autunno del 2003 il secondo Forum europeo a Saint Denis, nei pressi di Parigi.

(Lucio Filipponi)

 

LíINTERVENTO DI HAIDI GIULIANI, LA MADRE DI CARLO, AL SOCIAL FORUM EUROPEO

Questo intervento Ë stato pronunciato, il giorno di apertura del Social Forum Europeo a Firenze, da Haidi Giuliani, la madre del giovane Carlo Giuliani, ucciso a Genova durante lo svolgimento del Social Forum dello scorso anno.

ìUn bel giorno ñ Il mondo Ë malato. Malato per troppi problemi, troppi egoismi, ignoranza, guerre. Sofferenze infinite lo fanno soffrire. Anche qui nella nostra Europa. Ma qui, oggi Ë un bel giorno.

Eí sempre buono il giorno in cui tante persone libere e oneste si mettono insieme per affrontare i problemi, per prendere nelle proprie mani le sofferenze del mondo. Senza presunzione. Con coraggio e volontý, con generositý e passione.

Oggi io sono qui per dire tante volte grazie. Grazie alla cittý di Firenze, che ci accoglie e ci ospita con la sua grande tradizione di civiltý. Grazie a tutti i toscani che hanno lavorato per preparare questo appuntamento e anche a quelli che sono stati male informati, che non ci conoscono, che ñ spero ñ vorranno ascoltare le nostre ragioni.

Grazie a tutte le cittadine e i cittadini, del nostro e degli altri paesi, che stanno arrivando per partecipare ai lavori di questo primo Forum social europeo.

Grazie soprattutto ai giovani, perchÈ a loro affidiamo il futuro, chiedendo perdono degli errori passati.

Grazie a Carlo.

Vorrei aggiungere, sottovoce, un pensiero per le bambine, i bambini e le maestre di San Giuliano di Puglia. Vorrei aggiungere un pensiero per le bambine e i bambini della Palestina, dellíAfghanistan, di tutti i paesi del mondo dove si muore di guerra, di fame, di malattia, di sfruttamento. Alle bambine e ai bambini che vivono tra le mura di un carcere, ai bambini schiavi, ai bambini senza domani.

Pensando a loro, buon lavoro a tuttiî.

 

SFE: IL SINDACO DOMENICI PARLA DEL ìMODELLO FIRENZEî

La grande emozione per la straordinaria giornata di sabato non Ë ancora passata, che giý Ë tempo di bilanci. E in tanti ora mi chiedono di vincitori e vinti, di richieste di scuse, di regolamento di conti. Lo capisco, ma sarebbe fin troppo facile. E non credo che questo sia il momento delle polemiche. Credo piuttosto che tutti debbano seriamente prendere atto di cosa Ë stato effettivamente il Forum Sociale Europeo.

E ritengo utile e necessaria una riflessione seria e costruttiva su quanto accaduto a Firenze.

Credo che líesperienza fiorentina sia stata una importante occasione di crescita. Una lezione da cui abbiamo imparato tutti e di cui tutti dobbiamo fare tesoro: il movimento, le forze dellíordine, i partiti, gli enti locali. La mia cittý e i suoi cittadini. Prima di tutto per líorganizzazione dellíevento: qui fin da subito si Ë saputo collaborare e lavorare insieme in maniera positiva. E a chi scopre in queste ore un nuovo modello di rapporto fra soggetti diversi, organizzatori  e istituzioni, ricordo che a Firenze questo era cominciato giý molti mesi fa. Con líesperienza del Social Forum Ë nato un ìmodello Firenzeî che penso possa inaugurare una nuova stagione nei rapporti fra i diversi livelli istituzionali. E che si Ë rivelato importante anche per le forze dellíordine: sabato Ë stata scritta una pagina nuova, oggi possiamo dire che il fantasma di Genova Ë finalmente lontano.

A Firenze Ë sicuramente cresciuto il movimento, che ha saputo rapportarsi con le istituzioni e con la cittý, dimostrando pacificamente con la sua forza e con la sua fantasia che davvero credere e battersi per un altro mondo Ë possibile. Le migliaia di giovani che hanno discusso alla Fortezza, la loro sete di confronto, la contagiosa vitalitý  che hanno portato in piazza sabato, spazzando via le paure e gli allarmismi, non possono restare solo come una bella pagina di festa e di civiltý, solo come una scommessa vinta. Come ha giustamente detto Romano Prodi, le parole di questi giovani hanno un significato che dobbiamo ascoltare anche se ci sembra imperfetto, a volte contraddittorio: sta a noi tradurlo in politica ed Ë questa la sfida che la sinistra ha davanti, la sua occasione di crescita. Dal comune no al militarismo, dal comune no alla guerra decisa a tavolino, dalla comune aspirazione di giustizia sociale possiamo partire per costruire una linea unitaria. Senza accordarci nÈ compiacere il movimento, nÈ cercare o pretendere di ìistituzionalizzarloî, di irreggimentarlo. Il canale di comunicazione che si Ë aperto a Firenze va coltivato, in un confronto alla pari, senza paternalismi da un lato, senza ambiguitý dallíaltro. E spero davvero che ora il dibattito non si impoverisca sulla inutile polemica della mancata presenza del segretario ds alla manifestazione.

Líoccasione del Social Forum Ë stata importante anche per la cittý. Non voglio tornare a parlare dellíopportunitý di svolgere questo evento a Firenze: una scelta che non era possibile fare, perchÈ per tutti líaveva giý fatta la Costituzione italiana, quando allíarticolo 17 sancisce la libertý di manifestare pacificamente.

Io credo invece che Firenze, dopo tanti allarmismi oggi chiaramente ingiustificati, si sia riscoperta autenticamente viva, generosa, aperta al dialogo, degna di un ruolo importante nella costruzione della nuova Europa.

Questo mi aspettavo e questo alla fine Ë accaduto: la paura non poteva cancellare líanima di questa cittý, che per fortuna non Ë rappresentata da qualche negozio sbarrato del centro storico. E a chi in questi mesi, come il gruppo dirigente cittadino di Forza Italia, ha pervicacemente continuato ad alimentare un clima di paura, dico con grande serenitý che ha lavorato contro Firenze, assumendosi una gravissima responsabilitý. Sono convinto che i fiorentini ne terranno conto.

Leonardo Domenici, sindaco di Firenze

 

SFE -  CASINI: IL SOCIAL FORUM HA POSTO GRANDI QUESTIONI POLITICHE

Il Presidente della Camera on. Pier Ferdinando Casini invita la Camera dei Deputati ad una riflessione sui temi posti a Firenze dal Social Forum Europeo. ìIl Social Forum ha posto grandi questioni politiche sul futuro dei nostri figli e di tutti noi ñ ha detto Casini rivolto allíAula e al Paese ñ che la Camera ha discusso in passato e dovrý tornare a fareî. ìPrima di tutto ñ ha detto il presidente ñ in uno stato di diritto Ë doveroso manifestare pacificamente con il rifiuto di ogni violenzaî. E poi bisogna fare i conti con i temi posti al centro dellíiniziativa del Social Forum di Firenze, ìquestioni politiche importanti ñ ha ricordato Casini ñ come il rapporto tra paesi ricchi e paesi poveriî. Su tutto questo ci si puÚ e ci si deve confrontare senza far ricorso alla violenza. ìCíË un compiacimento generale verso le istituzioni locali ñ ha proseguito Casini ñ verso il lavoro del ministro dellíInterno e delle forze dellíordine. Di questo mi rallegro. Mi fa piacere che ci sia una convergenza su questo punto ñ ha aggiunto il Presidente ñ perchÈ Ë il segno che in questo Paese non ci si divide sempre e solo, a volte artificialmente, ma cíË senso di responsabilitý per trovare anche momenti unificantiî. 

 

SFE ñ PRODI: LE PAROLE DI QUESTI RAGAZZI HANNO UN SIGNIFICATO, ASCOLTIAMOLE

Le parole di questi ragazzi hanno un significato. Bisogna starle a sentire anche quando suonano strane e imperfette, e tradurle in politica. Eí quanto ha dichiarato il Presidente della Commissione europea Romano Prodi, riguardo alla manifestazione di Firenze del Social Forum Europeo.  I movimenti, quando non sono violenti, quando non rispondono a un partito e non hanno un obiettivo a breve - ha proseguito Prodi ñ creano una atmosfera fertile, in cui la gente riflette. E la riflessione si fa anche con uno spettacolo, un girotondo, una manifestazione.

 

SFE ñ BASSOLINO: IL SOCIAL FORUM Eí STATO UNA STRAORDINARIA NOVITAí

Anche per il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, il Social Forum di Firenze Ë stata una straordinaria novitý. Sta ora alle forze riformiste costruire una politica new global - sostiene Bassolino -, per correggere  le terribili distorsioni del liberismo selvaggio affermando nuovi e grandi diritti di cittadinanza.

 

SFE -  MARINA SERENI (DS): IL FORUM E LA MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA SONO STATI UN GRANDE SUCCESSO

ìLa polemica sulle forme e i modi della presenza dei DS a Firenze sta diventando davvero stucchevole e del tutto incomprensibile. Il Forum e la manifestazione contro la guerra sono state un grande successo, per merito di tanti soggetti e in primo luogo del movimento e delle associazioni organizzatrici. Non c'Ë in noi nÈ la pretesa di assumere a posteriori meriti che non abbiamo, nÈ di marcare, come forse qualcuno vorrebbe, le distanze e le differenze da questo movimento.î

Lo afferma Marina Sereni responsabile Ds per la Politica Estera.

ìNel movimento convivono parole e posizioni assai diverse ñ continua Marina Sereni - alcune delle quali molto lontane dalla nostra idea e piattaforma politica. Ma abbiamo sentito nel Forum Sociale Europeo anche argomenti e proposte che riteniamo utili e interessanti per il dibattito della sinistra riformista.î

ìVogliamo raccogliere la sfida che ci viene da quei giovani: innanzitutto Ë necessario intensificare l'iniziativa per scongiurare una nuova guerra in Iraq lavorando sugli spazi politici che grazie all'iniziativa dell'ONU si sono aperti. In secondo luogo occorre che la sinistra e l'Ulivo elaborino unitariamente una piattaforma sui temi della cooperazione allo sviluppo sostenibile, della cancellazione del debito, della riforma degli organismi sovranazionali, del ruolo dell'Europa sulla scena mondiale che tenga conto dei valori e delle inquietudini che questo movimento di critica alla globalizzazione ci ha trasmesso con grande nettezza.

 

SFE ñ FRISULLO: UNA MERAVIGLIOSA E PACIFICA INVASIONE

Una meravigliosa e pacifica invasione, l'immagine plastica di un arruffato e creativo mondo diverso. E' vero. E prima, la babele delle lingue che riuscivano nonostante tutto a comunicare, progettare e costruire insieme, in cento incasinatissimi incontri...    
Fra qualche anno il ricordo di queste giornate fiorentine andrý sbiadendo nella nostra memoria, e fra qualche anno ancora ciascuno di noi si porterý dentro un ricordo, uno solo: un momento, una sensazione che sintetizza un evento.

Io credo che porterÚ con me, incancellabile, il ricordo del momento in cui "La casa del vento" ha intonato dal palco la canzone per Carlo Giuliani. Intorno a me migliaia di ragazzi e ragazze, uomini e donne di tutte le
nazionalitý e i colori. Sopra le nostre teste, le bandiere: un colore solo, il rosso, insieme all'arcobaleno della pace. Fino a un attimo prima si danzava allegramente al ritmo della musica, italiani, kurdi, africani,
francesi, spagnoli... Si sono fermati tutti, e molti si sono allacciati con le braccia. Nella mia mente, immagini: quella maledetta giornata di Genova, il momento in cui si seppe della morte di Carlo e non si sapeva se a
bruciare gli occhi di tutti era il dolore o i lacrimogeni o ambedue, e poi un anno dopo, piazza Alimonda piena di fiori. Ed ora, Firenze. La vittoria di Carlo, oggi a Firenze. Una sensazione strana, forte e calma: non pi˜
rabbia e neppure dolore, come se la ferita di luglio fosse ora rimarginata. Visibile, certo, e guai a dimenticarla. Ma non pi˜ una piaga: una cicatrice.

La vittoria di Carlo, uno fra tanti, uno di noi. Quando la canzone Ë finita e la gola piano piano s'Ë riaperta e mi sono guardato intorno, prima che scoppiasse l'applauso, tutti avevano lo stesso sguardo perso lontano. Ho cercato per qualche attimo un nome a quella sensazione, a quegli sguardi, e l'ho trovato. Dignitý.                                                                            (Dino Frisullo)       
                                                                      

FERNANDO SANTI NEL TEMPO PRESENTE

Se fosse in vita Fernando Santi avrebbe oggi cento anni.

Saremmo in presenza di una longeva eccezione anche se líetý media arriva ormai in Italia a ben oltre gli 80 anni.

Santi invece Ë morto nel 1969 facendo in tempo a vedere le grandi lotte per la riforma delle pensioni, líabbattimento delle gabbie salariali, la crescita fra i lavoratori della aspirazione allíunitý tanto forte da espandersi a tutti i livelli delle organizzazioni sindacali.

Nessuno allora avrebbe scommesso che un tema a lui cosÏ caro, líunitý sindacale, sarebbe finito nelle minuziose dispute notarili e tra i pesi ed i contrappesi dellíAssemblea CGIL CISL UIL di Montesilvano

Un forte movimento nazionale  di studenti dalle universitý e dalle scuole pubbliche e private aveva scelto di essere accanto ai lavoratori ed alle loro organizzazioni nelle lotte per il salario e per i diritti. Pochi, minoritari si erano incamminati lungo il percorso della maoista ìrivoluzione culturaleî verso quei pi˜ diversi approdi che nel tempo avemmo modo di apprendere.

Ognuno sentiva che i giovani ed i vecchi senza contrapposizioni generazionali,  erano pi˜ forti nelle loro aspirazioni se uniti in un patto ideale per cambiare il futuro migliorando il presente.

Un gradualismo riformatore al servizio di un disegno di profonda trasformazione dei rapporti fra le classi sociali alla base dellíazione dei sindacati pur nel confronto díidee con le correnti del massimalismo vecchio e nuovo presente nei sindacati e nelle forze politiche, trovava nel centrosinistra e nei socialisti in primo luogo, una sponda costante: dallo statuto dei lavoratori alla legge di riforma sanitaria alle leggi di valorizzazione dei poteri costituzionali delle autonomie locali.

Nel 1969 in Roma al Congresso seguente líunificazione dei socialisti con i socialdemocratici Santi ritornÚ sulla esigenza della democratizzazione e della trasformazione del paese, da soddisfare sciogliendo i nodi strutturali del sistema economico e rendendo pi˜ forti i lavoratori attraverso il processo irreversibile  che doveva condurre allíunitý sindacale.

Fernando Santi da dirigente della CGIL e da rappresentante socialista di tutti i cittadini italiani in Parlamento aveva contribuito a ricostruire, dopo le distruzioni in cui era precipitato a causa della guerra voluta dal governo e dalla corona un paese che giý nel 1974 con la crisi energetica internazionale ricadrý in enormi difficoltý.

Oggi sul piano interno ed internazionale sembra arrestarsi lo stesso sviluppo della democrazia

Quelle che si definivano ìconquiste dei lavoratoriî appaiono insidiate permanentemente.

I processi di globalizzazione  e di innovazione tecnologica non sono governati da istituzioni adeguate.

La spoliazione dei diritti riguarda non solo le economie deboli ed assume connotati specifici nei singoli paesi.

Da noi  quelli di un contesto politico dove la cultura economica non Ë tanto quella liberista quanto quelle dellíeconomia aziendale.

Nel citare la logica dellíeconomia aziendale non penso alla lontana interessante esperienza di  Adriano Olivetti e del suo effimero movimento ìComunitýî quanto piuttosto a quella dellíimprenditore /politico Berlusconi e della attuale presidenza della Confindustria.

La globalizzazione non Ë poi cosÏ lontana da doversene disinteressare. Essa Ë il risultato delle dinamiche delle singole economie.

Dovremmo occuparcene concorrendo al cambiamento in casa ma con líottica pi˜ vasta.

Santi in una epoca nella quale la CGIL era presente nella organizzazione internazionale FSM disse chiaro e tondo che erano necessari líEuropa unita ed un sindacato di tutti i lavoratori europei.

CíË nel paese una forte esigenza di cambiamento della quale sono anche espressione visibile le molte organizzazioni che in questi giorni animano il dibattito del Social  Forum in  Firenze.

Dare concretezza a queste esigenze di cambiamento Ë una responsabilitý delle forze politiche ma non solo di queste.

Il sindacato ha un suo spazio enorme.

 Il sindacato Ë sempre quel protagonista di una contrattazione nazionale, aziendale  e territoriale che va salvaguardata ed Ë anche il ìprotagonista socialeî  a difesa dei diritti individuali e collettivi.

Eí la ìlogica aziendaleî che va combattuta e non líesistenza del mercato, che pur va costantemente condizionato.

Quello che appare dalle molte dichiarazioni di governo e Confindustria Ë che la regola Ë non avere condizioni, neanche quelle teoriche che definiscono il libero mercato.

Quello che appare certo Ë che senza controlli gli  extraprofitti crescono valorizzati dalla riduzione delle aliquote fiscali a due  tramite legge delega.

In un mondo produttivo, fatto di giovani resi incerti, di immigrati sfruttati la flessibilitý si coniuga con il precariato, avvicinandosi anche alle posizioni oggi regolate da contratti a tempo indeterminato.

Poco o nulla cíentra questo con la simpatica immagine del giovane che liberamente sceglierebbe una condizione di lavoro ìballerinaî.

La flessibilitý oggi Ë pi˜ facile imporla in un mercato del lavoro molto debole.

Sono molti a chiedere uno statuto dei lavori e che si superi la condizione di precarietý.

Ad essa in parte si puÚ ovviare - a breve- con una responsabile azione legislativa coerente e non restrittivamente condizionante gli spazi della contrattazione collettiva e della rappresentanza sociale del cosiddetto precariato.

Non sfugge a molti dove vanno a parare alcuni quando sostengono soluzioni tecniche che conducono alla precarizzazione generale dei rapporti di lavoro, al ridimensionamento della contrattazione collettiva in favore del contratto individuale.

Si parte ovviamente  dai giovani precari  della cosiddetta ìnuova economia.î

Fernando Santi  che era a favore di una politica del massimo impiego avrebbe probabilmente ricercato e contribuito a trovare oggi, nella situazione data, la necessaria conciliazione fra politiche redistributive per quanti stabilmente occupati e rafforzamento dei diritti della vasta platea del precariato.

Riformatore tra riformatori contrapposto, con la sua CGIL, ai veri conservatori di sempre che operano per  dividere e rendere debole il sindacato.

(Rino Giuliani)

 

CELEBRAZIONI CENTENARIO NASCITA FERNANDO SANTI

Pubblichiamo il programma delle celebrazioni per il centenario della nascita di Fernando Santi, promosse dalla Provincia e dal Comune di Parma, dalla CGIL Nazionale, dalla CGIL, CISL e UIL di Parma e dalla Lega delle Cooperative; con il patrocinio della presidenza della Regione Emilia Romagna e della Presidenza della Camera dei Deputati.

MercoledÏ 13 novembre

Ore 15.30       Visita casa natale di Fernando Santi

Ore 16.00        Teatro Regio di Parma ñ Commemorazione alla presenza del sindaco, presidente della Provincia, ed autoritý cittadine con líintervento di Guglielmo Epifani, segretario generale CGIL. Giancarlo Ilari leggerý testimonianze di Santi.

Ore 18.00       Oratorio biblioteca civica ñ Inaugurazione mostra iconogafica documentaria su Fernando Santi.

Sabato 16 novembre

Ore 16.30       Presso teatro della musica ñ Presentazione libro di Roberto Spocci ìUn uomo, uníidea: scritti e discorsi di Fernando Santiî con la prefazione di Sergio Cofferati. Sarý presente Piero Boni (presidente Fondazione Brodolini). Giancarlo Ilari leggerý testimonianze di Santi.

VenerdÏ 29 novembre

Ore 16.00       Salone delle Feste di Palazzo San Vitale ñ Convegno sul tema ìIl Sindacato in Emilia Romagna al tempo di Fernando Santiî con interventi di Adolfo Pepe (Direttore della Fondazione Di Vittorio) e di storici e ricercatori a cura dellíIstituto Storico della Resistenza.

Tavola rotonda sulle prospettive del Riformismo in Europa e presentazione della videointervista a Vittorio Foa.

 

TERREMOTO MOLISE: RICOMINCEREMO DA SAN GIULIANO

Pubblichiamo una testimonianza del Segretario generale della Cgil Molise, Michele Petraroia, apparsa sul n. 41 di  "Rassegna sindacaleî del 12 novembre, sul terremoto che si Ë abbattuto nelle zone del Basso Molise, sul dolore, sui disagi della popolazione, sulle prospettive della ricostruzione, sugli impegni del governo, sulla solidarietý popolare, ricordando anche la storia di emigrazione di queste popolazioni del Sud.

ìEro lÏ impotente di fronte a quelle macerie, confuso tra la folla disperata, fidando pi˜ nella sorte che nei soccorsi. Scorrevano le ore in un paesino militarizzato tra una confusione aggravata dallíarrivo del capo del governo e giornalisti di tutto il mondo giunti a San Giuliano molto prima di quella gru  che forse poteva salvare altri bimbi.

Antonio dal primo istante scavava con le unghie insieme ai vigili del fuoco per salvare Antonella e gli altri bimbi, ma poco dopo mezzanotte si Ë dovuto arrendere alla veritý pi˜ brutale- Le lacrime sostituirono le parole in un abbraccio interminabile. Qualche mese prima, ospite a casa sua, avevo scherzato con quella bimba, che si apprestava alla scuola.

E proprio a due passi da quel cumulo di macerie avevamo ricordato la sciagura di Marcinelle, la miniera belga dove morirono 262 lavoratori per lo pi˜ figli dellíItalia povera. Tra questi non poteva mancare un emigrante di San Giuliano che lasciÚ sette orfani. La cosa bella Ë che i bimbi della scuola erano stati chiamati a disegnare quella tragedia e tutto il loro lavoro seguito con cura dalle insegnanti, viste in tv in questi giorni, era esposto in mostra.

Líobiettivo era quello di tramandare la memoria di un popolo, da sempre sobrio e sofferente, trattare líargomento  dellíimmigrazione a partire dalla nostra emigrazione, e il lavoro allíestero, líaccoglienza, il buio della maniera che cancellava il sole di San Giuliano. I bimbi avevano fatto dei disegni semplici ma efficaci che spero possano essere recuperati come un testamento di quella scuola.

Lo scacallaggio di chi cerca la notizia per fare clamore anche sul dolore non merita menzione. La dignitý con cui hanno reagito i cittadini colpiti dal peggiore dei lutti, quello che ti ruba il futuro, Ë stata esemplare. Pur pressati da giornalisti a volte in cerca di scoop anche a costi di inventarli, anche nelle ore pi˜ tragiche, non hanno smarrito la secolare saggezza e líancora pi˜ antico senso della misura.

Vedevo impressi questi caratteri sul viso di Massimo e di Matteo che non hanno ceduto un minuto, sostenendo che San Giuliano non sarebbe rimasta sepolta sotto quelle macerie, nonostante il dolore profondo, la seconda scossa che ci ha sorpresi su e gi˜ per il paese mentre si provava a essere utili.

Malgrado líevacuazione totale degli abitanti e un campo arato che diventava la nuova casa, una tenda che doveva essere il nuovo Municipio. Abbiamo scritto a penna a quattro mani il nome di ìComune di San Giulianoî spillandolo allíesterno di una tenda che lo Stato aveva fatto rimanere ancora vuota al terzo giorno dopo il sisma. Siamo ripartiti da quel pezzo di carta per ricominciare perchÈ la tempra Ë forte, non ci arrendiamo, ricostruiremo il paese e supereremo questíennesima prova. Da queste parti il coraggio non manca, il 1ƒ maggio del 1923, festa del lavoro, ci si organizzÚ in campagna e al canto dellíInternazionale si scese in paese ad affrontare i fascisti a mani nude.

NÈ i latifondisti, nÈ líemigrazione e neppure la lontananza da luoghi di lavoro che distano uníora e pi˜ da San Giuliano hanno piegato questa  popolazione. Ce líha ricordato uno di loro, Donato Del Galdo, contadino autodidatta, dirigente del partito comunista e della Cgil, che partiva a piedi con dentro una borsa, la mela, un coltello, della carta e un bastone in mano, per raggiungere i braccianti da difendere, insegnandogli a leggere e scrivere.

Sarý il nostro coraggio a ricostruire, aiutato da una solidarietý straordinaria che speri eviti speculazioni e raccolte di fondi sul dolore perchÈ non sia confuso líobbligo díintervento che spetta allo Stato con la generositý degli italiani.

Noi invitiamo quanti vogliono aiutarci a devolvere fondi direttamente al Comune, a starci vicino, a rafforzare la nostra fragile struttura, a sostenere líinterlocuzione col governo nazionale perchÈ gli interventi siano tempestivi e concreti per líemergenza, per la ricostruzione e per il lavoro.

Abbiamo migliaia di sfollati in numerose localitý, la tragedia di San Giuliano, una parte considerevole del patrimonio abitativo e delle infrastrutture pubbliche danneggiate. La Protezione  civile arranca, la Prefettura Ë al paolo, Berlusconi rassicura mentre i morsi della crisi tentano di piegarci a partire dalle difficoltý della Fiat, che occupa a Tremoli migliaia di persone.

Ma sapremo resistere e ricominceremo. Proprio da qui, da San Giuliano.î

 

TERREMOTO NEL MOLISE: IL FORUM DEGLI ITALIANI NEL MONDO LANCIA UN APPELLO PER COORDINARE LE INIZIATIVE DI SOLIDARIET¿

Dopo il momento della disperazione e del dolore, per le diecimila persone colpite dal terremoto del Molise Ë arrivato il tempo della riorganizzazione delle condizioni di vita personale e delle indispensabili relazioni sociali.

I disagi derivanti dallíavere perduto una casa e il quotidiano ambiente domestico sono aggravati dallíarrivo del freddo, in Molise particolarmente intenso, che spinge sulla soglia del rischio soprattutto gli anziani e i bambini.

Trovare uníurgente ed adeguata sistemazione per un periodo purtroppo non breve e incominciare a delineare i tempi ed i modi di una ricostruzione che sancisca non líemarginazione dei paesi colpiti ma il loro pieno recupero in condizioni di sicurezza sono gli impegni pi˜ immediati e necessari. Impegni che si debbono tradurre in concrete decisioni volte a reperire le risorse necessarie, a partire dalla Finanziaria che in queste settimane Ë in discussione in Parlamento.

La ricostruzione, tuttavia, non puÚ essere solo materiale. Occorrono una forte tensione civile e morale, progetti non solo di recupero abitativo ma di sviluppo economico e sociale dellíarea colpita, una forte spinta di solidarietý che aiuti a raggiungere obbiettivi tanto complessi e difficili. Il rischio di abbandono di quei paesi, soprattutto da parte degli abitanti pi˜ giovani, Ë reale e non puÚ essere affrontato solo con misure di ripristino abitativo, per altro diluite nel tempo.

La solidarietý che fin dalle ore successive al sisma Ë scattata da singoli e da associazioni di molisani presenti in varie aree del mondo Ë una prima risposta significativa. AffinchÈ non resti una voce isolata, essa deve essere sostenuta ed arricchita dal concorso delle altre comunitý regionali e di quanti, qualunque sia lo loro origine, vogliano dare un segnale di presenza e di disponibilitý in queste ore di profonda emozione. Le associazioni dei molisani hanno creato in diverse realtý Comitati di personalitý che possano favorire la raccolta dei fondi e garantirne una corretta destinazione.

Líappello che ci permettiamo di rivolgere a quanti si riconoscono nei Forum presenti nel mondo e nelle altre associazioni italiane, di qualunque orientamento, Ë quello di aiutare questi Comitati a svolgere il loro compito in modo durevole, sistematico ed efficace evitando frammentazioni e particolarismi che potrebbero limitare il buon esito delle iniziative.

» il momento della solidarietý e dellíunitý. Siamo certi che tutte le persone di origine italiana che guardano con considerazione ed affetto al nostro paese ancora una volta sapranno fare la loro parte, questa volta per gli abitanti dei paesi del Molise e della Puglia che si sono visti privare degli affetti pi˜ cari e delle pi˜ elementari condizioni di vita e di sicurezza.

Andrea Manzella, Presidente del Forum per gli Italiani nel Mondo                                                                                                Norberto Lombardi, Coordinatore del Forum per gli Italiani nel Mondo                                                                                         

 

TERREMOTO MOLISE: CONTO CORRENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE

La Regione Emilia Romagna ha aperto un conto corrente postale (numero 36419539) e, nei prossimi giorni, verrý aperto anche un conto corrente bancario per esprimere la solidarietý di Enti locali, associazioni e singoli cittadini verso le popolazioni colpite dal sisma. Per effettuare il versamento basta scrivere nella causale del versamento: ìRegione Emilia Romagna pro Moliseî. Questíultima iniziativa si aggiunge alle altre giý realizzate dalla Regione per il Molise: dagli interventi della colonna mobile regionale con líallestimento dei campi e delle tendopoli per i primi soccorsi, allíinvio di tecnici esperti che dovranno valutare líagibilitý degli edifici colpiti dal sisma, fino alla recente visita del presidente della Regione Vasco Errani per definire un protocollo d'intesa con la Regione Molise.

 

TERREMOTO MOLISE: SOLIDARIETAí DALLA GERMANIA

Davide DíAmbrosio (Kreuzstr. 22, 78098 Triberg, Telf. 07722 918676, Fax 07722 918676) promuove una raccolta per far sorgere un parco giochi a San Giuliano di Puglia e porre una rosa bianca su ogni tomba dei bimbi periti nel terremoto. Per chi vuole contribuire, ecco le coordinate de c/c:

ìPRO MOLISEî, Deutsche Bank, Filiale 142, c/c 0166900, BLZ 69470024. CíË una commissione di controllo, ed ognuno puÚ verificare: il Pin Ë 16992. Informazioni presso: dambdavide@aol.com

 

I SINDACATI DEI PENSIONATI CGIL, CISL E UIL VICINI ALLE POPOLAZIONI DEL MOLISE E DELLA SICILIA

Le segreterie nazionali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, díintesa con le segreterie regionali del Molise, hanno deciso di devolvere la somma di 80 mila euro a favore delle famiglie colpite dal terremoto. Inoltre, le segreterie nazionali dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, hanno deciso di stanziare altresÏ la somma di 20 mila euro per le popolazioni che hanno subito danni consistenti derivanti dal terremoto e dallíeruzione dellíEtna.

Con questo gesto simbolico, le segreterie Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, intendono testimoniare la loro partecipazione e la loro solidarietý alle popolazioni che in questo momento hanno bisogno dellíaiuto dellíintera collettivitý per una tempestiva ricostruzione delle loro case.

 

LA ìCOMPAGNIA ITALIAî PRESENTA OPERE DI PIRANDELLO A BRUXELLES

IL prossimo 13 novembre, alle 20.30, al Teatro Saint Michel (2, Rue PËre Eudore Devroyestraat 1040 Bruxelles), la Compagnia Italia di Arnaldo Ninchi porta in scena la prosa di Pirandello con líopera ìLíuomo dal fiore in boccaî, tra i pi˜ noti atti unici del drammaturgo siciliano.

Questa commedia, incentrata su di uno sconosciuto che si racconta ad un viaggiatore in una piccola stazione di provincia ponendo il problema dellíuomo davanti alla morte, si iscrive nel filone classico dei monologhi pirandelliani che rappresentano líincapacitý dellíuomo di identificarsi con la propria personalitý, nel dramma di una ricerca di una veritý al di lý delle convenzioni e delle apparenze. Lo spettacolo della Compagnia Italia comprenderý ugualmente una seconda parte dedicata alla poesia, nella quale Arnaldo Ninchi recita opere di Palazzeschi, Campanile e Totoí.

La manifestazione ñ mirata a destare in particolare líinteresse della folta comunitý siciliana residente in Belgio ñ Ë organizzata dallíAmbasciata díItalia, con la collaborazione del Consolato di Bruxelles, con il contributo del Ministero Affari Esteri, Direzione Generale per gli Italiani allíEstero e le Politiche Migratorie. Líingresso Ë gratuito grazie anche al sostegno di Volare Group.

 

NAPOLI: 40 CAMPANI DI TUTTO IL MONDO OSPITI DELLA REGIONE A VICO EQUENSE

Dallí8 al 16 novembre, presso il Grand Hotel Moon Valley di Vico Equense, saranno ospiti della Regione Campania 40 corregionali provenienti da tutte le parti del mondo. ìIl soggiorno Ë attuato ñ ha informato Adriana Buffardi, assessora ai Problemi dellíImmigrazione della Regione Campania ñ per rispondere ad una domanda diffusa e pressante che viene dai nostri emigranti presenti in tutto il mondo. Si tratta di una delle tante iniziative poste in essere dal Settore Emigrazione in attuazione ñ ha affermato la Buffardi ñ del Piano Regionale degli interventi per i Campani nel Mondo per il 2002 e consente ai nostri conterranei, con una lunga permanenza allíestero, di rivedere la propria terra di origine e di riscoprire le proprie radiciî. Il soggiorno prevede, oltre ad incontri con le varie Istituzioni locali, visite in localitý turistiche di grande impatto storico-culturale, oltre che paesaggistico, della regione.

 

IMMIGRAZIONE: DS, ìRISCHIO SANS PAPIER ANCHE IN ITALIAî

ìQuasi seicentomila persone da regolarizzare: certo che Bossi si prepara ad ingoiare un bel rospo.î

Lo afferma Giulio Calvisi, responsabile Immigrazione dei Ds.

ìLa Bossi Fini, oltre che per essere una legge ostile agli stranieri e lesiva dei diritti degli immigrati, sarý ricordata come la legge che ha partorito la pi˜ grande sanatoria di tutti i tempi. Ma stia tranquillo il governo: noi dellíopposizione  non strumentalizzeremo la sanatoria come fece nella passata legislatura líopposizione di centrodestra in occasione della regolarizzazione predisposta dal  governo di centrosinistra.î

ìPossiamo anche dire che la prima fase Ë andata bene. Certo non sono mancati i problemi: lavoratori licenziati; la circolare che permetteva al lavoratore di denunciare líesistenza di un rapporto di lavoro Ë arrivata tardivamente, molti lavoratori autonomi non hanno potuto emergere; tuttavia adesso inizia la seconda fase. Eí quella pi˜ difficile.  Adesso  bisogna dare risposte certe. La questione dei tempi per la concessione del permesso di soggiorno agli immigrati sarý decisiva per giudicare la riuscita dellíintero  provvedimento di regolarizzazione. Francamente non so -  e lo dico senza polemica - se questure e prefetture riusciranno a dare risposte, come prevede la legge, entro due mesi dalla presentazione delle domande.î

ìSe i tempi si dovessero allungare un poí di pi˜,  non sarebbe un problema. Se invece i tempi per dare un permesso di soggiorno dovrebbero essere di mesi se non addirittura di anni, sarebbe un bel guaio. A quel punto avremmo i sans papiers anche in Italia: persone che non sono ne clandestini, ne regolari; persone che per legge non possono essere espulse, ma che non sono titolari di alcun diritto non avendo il permesso di soggiorno.î ìCredo che il Governo ñ conclude Calvisi - debba soprattutto prestare attenzione affinchË questa eventualitý non si realizzi.

 

FINANZIARIA: LA CAMERA ACCOGLIE UN ORDINE DEL GIORNO PER LE PENSIONI ITALIANI ALLíESTERO

Il Governo ha accolto la richiesta di pagare anche agli italiani allíestero i minimi delle pensioni. In applicazione della legge, dovrý essere erogata la differenza tra 123 uro (somma che líINPS giý ora corrisponde ai nostri connazionali) e 516 uro. Questa domanda, in forma díordine del giorno, Ë stata presentata dai gruppi parlamentari díAlleanza Nazionale (Alberto Giochetti e altri) e Forza Italia e sottoscritta anche dal Presidente del Comitato Parlamentare per gli Italiani nel Mondo, Giovanni Bianchi. Fortissima Ë stata la pressione esercitata dal Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Miro Tremila e dal Segretario Generale del CGIE, Franco Carducci. Tremila si Ë appellato anche al Capo dello Stato. ìAllíinterno del Governo ñ ha spiegato Tremila ñ la discussione per riconoscere questo dritto Ë stata forte, a tratti aspri. Ma non era possibile, ancora una volta, discriminare gli italiani allíestero. Il pagamento Ë un atto dovuto e conseguenza dellíarticolo 38 della Legge 448/2001. Si tratta di reperire una cifra complessiva di circa 130 milioni di euro (250 miliardi di vecchie lire). Abbiamo giý indicato la copertura con riferimento alla Tabella A del Ministero degli Affari Esteri che, per parte sua, deve sostenere fino in fondo questo atto di giustizia nei confronti degli italiani nel mondo. Ora ñ ha proseguito il Ministro ñ tocca al Senato, che deve votare a favore di un emendamento conseguente allíimpegno che il Governo si Ë assunto alla Camera dei Deputatiî. ìHo giý pi˜ volte spiegato ñ ha affermato Tremaglia ñ che in caso di denegata giustizia sarý dato corso a cause civili per difendere i legittimi diritti dei connazionali. Esprimo la mia fiducia che il Governo comprenda líurgenza di una situazione che sta diventando drammatica. Ed in questo senso debbo valutare anche sul piano personale le mie responsabilitýî.

 

NASCE IN SICILIA UN OSSERVATORIO PER DAR VITA A PARTENARIATI DI ITALIANI NEL MONDO CON IMPRESE MERIDIONALI

Nascerý in Sicilia líOsservatorio  sul fenomeno dellíemigrazione, che ha líobiettivo di ìsfruttare la presenza delle comunitý italiane allíesteroî per dar vita a ìpartenariati commerciali con le imprese siciliane e meridionali in genereî. LíOsservatorio, finanziato dalla Comunitý europea, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, punta a creare una rete di collaborazione commerciale fra le Regioni del meridione díItalia e le comunitý di italiani allíestero. Il programma prevede una attivitý di sei anni durante i quali si passerý dalla formazione ed orientamenti dei funzionari pubblici, al coinvolgimento delle strutture territoriali e sociali, fino ai progetti concreti che partono dal terzo anno di attivitý. In Sicilia il progetto, il cui soggetto attuatore Ë líOrganizzazione Internazionale per il Lavoro (OIL, Ente di ispirazione Onu), vede come partner la Regione Siciliana rappresentata da 4 assessorati con capofila quello alla Presidenza attraverso líUfficio Speciale per le relazioni euromediterranee e per líinsularitý. Del gruppo fanno parte, oltre la Presidenza, líAssessorato regionale al Lavoro ed allíemigrazione, quello ai Beni Culturali e Ambientali e líassessorato alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca. (Adnkronos/Emigrazione Notizie)

 

DOCUMENTAZIONE

 

RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CONTINENTALE DEI PAESI ANGLOFONI EXTRA-EUROPEI  -                      (Filadelfia, 28-30 ottobre 2002)

 

ORDINE DEL GIORNO N. 1

 

Mantenimento dellíattuale sistema elettorale di secondo grado per líelezione dl CGIE

 

La Commissione Continentale del CGIE per i Paesi Anglofoni extra-europei, riunita in Filadelfia, dal 28 al 30 ottobre 2002,

 

RILEVATO

che, in sede di discussione sulla modifica della Legge istitutiva del CGIE, Ë emersa líeventualitý di modificare líattuale meccanismo di elezione passando dal sistema elettorale di secondo grado al sistema elettorale a suffragio universale;

che líelezione del CGIE a suffragio universale comporterý varie problematiche che ne sconsigliano líadozione, in particolare perchË:

viene meno il rapporto organico attualmente esistente tra i COMITES ed il CGIE, con il probabile risultato di creare antagonismo tra i due organismi rappresentativi;

líassociazionismo locale nelle sue forme organizzate viene escluso dal momento elettorale;

vi Ë il fondato rischio, da una parte, di cancellare allíinterno dei singoli Paesi una rappresentativitý geografica a vantaggio delle grandi aggregazioni comunitarie; dallíaltra, di casi di potenziale scarsa rappresentativitý, se si ricorresse alla definizione di circoscrizioni allíinterno di un grande Paese;

nei Paesi a grande estensione territoriale vi Ë la quasi impossibilitý di fare uníefficace campagna elettorale da parte dei singoli candidati;

sempre nei Paesi a grande estensione territoriale vi sarý uníeccessiva onerositý della campagna elettorale che di fatto privilegerý i candidati pi˜ abbienti;

 

RITENUTO

che líattuale sistema elettorale assicura ampie garanzie di democraticitý e rappresentativitý

 

CHIEDE

che venga mantenuto líattuale sistema elettorale di secondo grado.

 

(Approvato a maggioranza, con un voto contrario)

 

 

ORDINE DEL GIORNO N. 2

 

Slittamento del rinnovo dei COMITES in assenza della nuova Legge in materia

 

La Commissione Continentale del CGIE per i Paesi Anglofoni extra-europei, riunita in Filadelfia, il 28,29,30 ottobre 2002,

 

RILEVATO

che, in sede di discussione sulla modifica della Legge inerente i COMITES, eí emerso che la necessaria procedura parlamentare non eí ancora iniziata;

che líelezione dei COMITES eí prevista per il prossimo maggio 2003;

che la nuova proposta di legge contiene elementi di cambiamento fondamentali per il funzionamento dei COMITES come, fra gli altri, il voto per corrispondenza;

che vi eí il fondato rischio che si arrivi alla scadenza elettorale senza che la legge di rinnovo dei COMITES concluda positivamente il suo iter

 

CHIEDE

che non si proceda al rinnovo dei COMITES in assenza della nuova legge in materia.

 

(Approvato con 7 voti a favore, 5 contrari e 1 astenuto)

 

 

ORDINE DEL GIORNO N. 3

 

Costituzione in Canada e Australia di organismi atti ad organizzare e uniformare la consultazione delle comunitý in occasione del rinnovo dei COMITES

 

La Commissione Continentale del CGIE per i Paesi Anglofoni extra-europei, riunita in Filadelfia, il 28,29,30 ottobre 2002,

 

RILEVATO

che in Australia e Canada i COMITES, stante la negativa dei Governi dei due Paesi, sono di nomina consolare e non elettivi;

la negativa dei Governi dellíAustralia e del Canada potrebbe di fatto essere superata se sarý attuata la riforma del sistema elettorale dei COMITES che prevede il voto per corrispondenza;

che líeventuale non approvazione della riforma dei COMITES nei termini utili per il rinnovo con la nuova normative, potrebbe avere come conseguenza che nei due Paesi i COMITES saranno ancora di nomina consolare;

che líattuale legge prevede che il Console, prima della nomina dei Consiglieri deve procedere alla consultazione della comunitý;

che sarebbe opportune procedere ad una consultazione pi˜ ampia possibile che abbia come fine quello di coinvolgere quanti pi˜ connazionali Ë possibile;

 

RITENUTO

che quanto meno per ciascuno dei due Paesi eí auspicabile che possano esservi criteri unitari di consultazione della comunitý

 

CHIEDE

- che in previsione del rinnovo dei COMITES si costituiscano presso le Ambasciate dei due Paesi interessati degli organismi atti a organizzare la consultazione della comunitý di cui facciano parte líAmbasciatore o un suo delegato, i Consoli, il CGIE e i Presidenti dei COMITES;

- che, una volta proceduto alla consultazione secondo le indicazioni dellíorganismo costituito, i Consoli si attengano ai risultati della consultazione.

 

(Approvato con 10 voti a favore, 1 contrario e 3 astenuti)

 

Nota: Il rappresentante del MAE ha rilevato che questo OdG si doveva considerare alla stregua di una semplice raccomandazione da parte del CGIE, non vincolante per líAmministrazione.

 

 

Alla riunione della Commissione Continentale dei Paesi anglofoni extra-europei,

il Mae ha presentato il risultato di uno studio sulle 

Migrazioni intellettuali : líItalia tra attrazione e fuga di cervelli

 

Per migrazioni intellettuali si intendono quelle compiute da persone con una formazione specialistica di alto livello (professionisti, tecnici) o da persone che stanno completando la loro formazione e si spostano per portare a compimento tali studi, per vendere o acquistare conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Il problema delle migrazioni intellettuali abbraccia da un lato la ´fuga dei cervelliª definita  come brain drain [i] ovvero la sottrazione di intelletti da un Paese a favore di un altro ed Ë causato dalle differenze tecnologiche, dai divari economici fra Paesi e anche dalla globalizzazione delle economie[ii]; dallíaltro, la necessitý di sviluppare una maggiore capacitý di attrarre in Italia intelletti di altri Paesi.

I Paesi in via di sviluppo si sono trovati davanti alla scelta fra importare tecnologie dai Paesi pi˜ avanzati o inviare all'estero propri connazionali per una formazione adeguata, col fine di impiegarli in seguito nelle industrie e nelle Èlites nazionali. In questo modello migratorio (da Sud a Nord),  i Paesi meno sviluppati rischiano di perdere studenti e professionisti sui quali hanno investito negli anni della formazione, nel caso in cui questi rimangano all'estero, una volta finiti gli studi.[iii] Per alcuni Paesi, la proporzione di laureati che lavorano allíestero Ë piuttosto alta: il 25% in Iran, il 10% nelle Filippine, il 6% in  Corea del Sud. Tra i Paesi africani, quello con la pi˜ alta percentuale Ë il Ghana, ove la fuga di cervelli Ë del 26%. Oltre alla perdita di capacitý e know-how, il brain drain comporta anche una perdita di investimenti: ìaround $60 billion-worth of developing country investment in tertiary education has been 'drained' to the OECD countriesî.[iv]

Gli Stati Uniti emettono ogni anno circa 100.000 nuovi visti di ingresso per altrettanti professionisti indiani, soprattutto nellíindustria dei computers. Per líIndia, i costi medi totali per fornire uníeducazione a livello universitario a ciascuno di questi professionisti ìin fugaî sono di circa US$15.000-$20.000: ìthis means India is losing as much as $2 billion a year in resources as a result of the emigration to the United Statesî.[v]

Questa diaspora di cervelli puÚ costituire, in alcuni casi, anche una risorsa per i Paesi da cui origina. La Corea del Sud sta cercando di incoraggiare il ritorno dei suoi skilled emigrants, piuttosto che investire in loco, offrendo loro salari  competitivi con quelli guadagnati allíestero. Queste iniziative  hanno prodotto buoni risultati. Nel 1960, solo il 16% degli scienziati ed ingegneri coreani  ritornavano dagli USA, mentre negli anni í80, la cifra Ë balzata a circa i due terzi.[vi]

Tale sforzo ha uno scopo pratico, poichÈ i cervelli rimpatriati possono portare un considerevole bagaglio di esperienza manageriale, capacitý imprenditoriali e líaccesso a contatti e conoscenze globali. Sulla base di queste considerazioni, dal 1977 líUNDP (United Nations Development Programme) cominciÚ a lavorare con alcuni Paesi in via di sviluppo per trasformare parte del loro  brain drain in un  brain gain. Vennero cosÏ iniziati  i c.d. progetti TOKTEN, dapprima in  Turchia nel 1977, con líobiettivo di rimpatriare le conoscenze tecniche degli espatriati, per favorire lo sviluppo nazionale e trasferire le loro capacitý al Paese di origine. Un analogo progetto Ë in corso dal 1993 in Libano, dove si calcola che il 47% degli emigrati durante la guerra civile appartiene alle categorie di professionisti e di manodopera specializzata. [vii]

Nel 2000, il Governo britannico lanciÚ un programma quinquennale di 20 milioni di sterline per attrarre il ritorno dei maggiori scienziati espatriati e dei migliori giovani ricercatori. Nello stesso anno, il Congresso americano annunciÚ líaumento del numero annuale di visti per lavoro temporaneo a highly skilled professionals da 115 000 a 195 000 per anno, fino al 2003. Gli Stati Uniti restano il principale polo di attrazione per i lavoratori stranieri specializzati. Dagli inizi degli Anni Novanta, 900.000 professionisti dallíIndia, Cina, Russia e alcuni Paesi OECD  (Canada, UK e Germania) emigrarono negli  Stati Uniti grazie al c.d. H1B temporary visa programme. Germania e Francia hanno sviluppato politiche per attrarre studenti, ricercatori e lavoratori stranieri specializzati. Nel 2000, la Germania ha lanciato un reclutamento di   20.000 specialisti stranieri e per la fine del 2001 ne reclutÚ 10.000, specialmente dellíEst europeo. In Francia, 7.000 posti per insegnanti e ricercatori sono stati creati dal 1997 per trattenere i cervelli in fuga ed incoraggiare il ritorno di quelli allíestero. LíOrganizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) stima che  300.000 professionisti provenienti dal continente africano vivono e lavorano in Europa e Nord America. Fino a un terzo dei professionisti in ricerca e sviluppo dai Paesi in via di sviluppo risiedono nellíarea OECD. Se esistono casi di imprenditori indiani negli USA che stabiliscono sedi o industrie in India, solo un piccolo numero vi fa ritorno. Nel 2000, si Ë stimato che 1.500 cervelli indiani sono rimpatriati dagli USA mentre pi˜ di 30 volte quel numero lascia ogni anno líIndia. Il governo indiano ha risposto emanando provvedimenti normativi e fiscali per  incoraggiare le rimesse ed investimenti da parte dei connazionali allíestero.

Il relativo  successo di Taipei, Corea e Irlanda nel rientro dei cervelli Ë stato attribuito al rafforzamento degli investimenti domestici in innovazione, ricerca e sviluppo. La Svizzera ha istituito un network su Internet, Swiss-List.com per  mettere in contatto tra loro gli scienziati svizzeri negli USA e rafforzare cosÏ i contati con i loro omologhi rimasti a lavorare  in Svizzera.[viii]

In Europa, le modifiche del sistema produttivo, quali il declino delle industrie "fordiste" negli anni Settanta-Ottanta e l'aumento invece delle industrie ad alto contenuto tecnologico e delle societý di servizi, hanno portato a un calo della domanda di lavoratori manuali ed un incremento della domanda di immigrati qualificati. Gli stessi cambiamenti demografici degli anni Ottanta hanno favorito la domanda di immigrati per supplire alla carenza di manodopera locale a seguito della bassa feconditý e per fornire servizi alla crescente quota di persone anziane.[ix]

 

Il caso Italia. Nella gara allíaccaparramento dei migliori intelletti con gli altri Paesi industrializzati, le  capacitý dellíItalia di attrarre cervelli incontrano alcuni ostacoli:

Il divario tra gli investimenti in ricerca in Italia e quelli degli altri Paesi industrializzati. I finanziamenti stanziati annualmente sono la metý della media europea (1,03% in Italia contro la media OCSE del 2,21%). La Francia intende portarli al 2,5% del PIL, mentre la Finlandia Ë al 3% annuo, grazie alla recente decisione di investire il 50% delle privatizzazioni in ricerca. I Paesi maggiormente ricettivi dei cervelli in fuga dallíItalia sembrano essere Stati Uniti, Inghilterra e Germania.

Dopo aver investito nella loro formazione, l'Italia si lascia scappare i ricercatori, perchÈ non offre loro percorsi di carriera nell'insegnamento universitario nÈ nell'impresa.[x]

Esistono difficoltý burocratiche al riconoscimento dei titoli di studio conseguiti
all'estero.

In Italia studiano attualmente circa 20.000 studenti stranieri: questo dato Ë tra i pi˜ bassi a livello europeo (1,2% degli studenti totali rispetto alla media OCSE del 4,8%, su dati del 1998). Negli anni ë90 si Ë inoltre registrata una diminuzione nella presenza degli stranieri nelle universitý italiane, soprattutto a danno di asiatici, africani e americani. Nel momento in cui si assiste ad una vera e propria concorrenza tra Paesi per assicurarsi i migliori ìcervelli globaliî, non si puÚ ritenere che la capacitý di attrarre studiosi, professionisti e ricercatori sia determinata esclusivamente dal grado di apertura delle leggi sullíimmigrazione; líinsuccesso del caso della Francia e della Germania, se paragonato a quello di Stati Uniti e Regno Unito, dimostra che oltre ad aprire le frontiere Ë necessario predisporre una gamma di incentivi ed opportunitý idonee a ricompensare capacitý e competenze individuali di chi Ë disposto ad offrirle sul mercato internazionale. [xi]

La circolazione internazionale di intelligenze Ë mortificata dallíinsufficienza di progetti che offrano ogni anno posti di "visiting students" a studenti o dottorandi stranieri che debbano svolgere tesi o ricerche in Italia.

 

La Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia ha commissionato nel 2001 uno studio al  CENSIS, avente per titolo ìUn capitale intellettuale da valorizzare: indagine conoscitiva sul fenomeno della fuga dei cervelli allíesteroî. Sono stati reperiti gli indirizzi di posta elettronica per 1.996 ricercatori italiani allíestero, ai quali Ë stato inviato un questionario. Al 31.01.2002 erano state 737 le risposte utilizzabili, sulla cui base sono state effettuate le elaborazioni i cui risultati sono contenuti in un Rapporto Finale. I principali risultati dellíindagine evidenziato come:

Il 47,4% degli intervistati lavora entro i confini dell'Unione Europea (21,5% nel Regno Unito), il 37,4% negli Stati Uniti. Prevalgono i maschi (67,3% del totale) e i giovani tra i 30 e i 40 anni (58,8%). Lí87,2% ha conseguito la laurea presso una universitý pubblica italiana. Il 65,9% lavora presso strutture universitarie e un altro 23,4% presso enti di ricerca no profit. Il 75,8% vive allíestero da pi˜ di 10 anni.

Gli ostacoli al rientro. Le ragioni che sconsigliano gli intervistati dal tornare in Italia sono: l'eccessiva burocratizzazione della ricerca (21,4%), la mancanza di tecnologie e laboratori adeguati (13,4%) e retribuzioni troppo basse (12,6%). Il sistema di ricerca italiano Ë giudicato in molti casi non sufficientemente aperto e meritocratico (líindagine parla di ìbaronati, autoreferenzialitý, provincialismoî).

Gli incentivi al rientro. Trattamento economico adeguato (56,3%) e disponibilitý di risorse per la ricerca uguali o superiori a quelle attuali (51,9%) costituiscono le principali condizioni che potrebbero indurre i ricercatori a tornare in Italia.

Azioni concrete per impedire che molti cervelli vadano a lavorare all'estero consistono, secondo il 60,2% degli intervistati, nellíaumentare la spesa complessiva (pubblica e privata) destinata alla ricerca e, in secondo luogo, nellíinserire logiche di mercato e competitive nel modo accademico. Il 42,1% Ë dell'avviso di istituire centri di eccellenza per la ricerca e la formazione post laurea indipendenti dalle universitý e gestiti con regole competitive e di mercato. Al fine di rendere líItalia pi˜ attraente per giovani ricercatori stranieri viene avanzata la proposta di creare istituzioni di ricerca che funzionino secondo il modello dellíInstitut des Hautes Etudes Scientifiques francese, dei vari Institutes for Advanced Studies (statunitensi) o del network tedesco della Max Planck Gesellschaft. Questi istituti funzionano come luoghi díaccoglienza di giovani ricercatori stranieri, che ancora non hanno posizioni permanenti, offrendo al giovane ricercatore una fellowship di un anno  per far avanzare la sua ricerca e per cercare uníoccupazione pi˜ stabile.[xii]

 

Gli strumenti a disposizione e iniziative in atto

 

1)  Ministero per gli Italiani nel Mondo

Nel quadro delle iniziative del Ministero per gli Italiani nel Mondo volte a favorire il collegamento tra gli Italiani in patria e i connazionali residenti allíestero, il Ministro Mirko Tremaglia si Ë fatto promotore di un Convegno degli scienziati e dei ricercatori italiani allíestero, che si siano particolarmente distinti nel proprio settore di attivitý. Le affermazioni degli scienziati italiani allíestero mettono in luce líapporto significativo delle nostre comunitý allíestero al progresso dei Paesi di residenza e in tal modo rafforzano il prestigio dellíItalia nel mondo.

Obiettivo prioritario del Convegno Ë quello di stimolare collaborazioni con gli scienziati ed i ricercatori che operano in Italia: la partecipazione attiva dei diretti interessati consentirý di valutare esperienze personali e risultati raggiunti, soprattutto in vista di possibili sinergie con líItalia sotto i vari profili (trasferimento delle tecnologie, promozione delle conoscenze, ecc.).

Il Convegno contribuirý a far conoscere anche in Italia líoperato degli scienziati, la straordinaria vitalitý delle nostre comunitý allíestero, nonchÈ líimportanza del loro contributo per lo sviluppo  delle relazioni scientifiche tra líItalia ed i Paesi di residenza.

 

2)  Ministero degli Affari Esteri

Líutilizzo delle quote di ingresso dei lavoratori extracomunitari potrebbe essere uno strumento per attrarre  lavoratori ad alta specializzazione in Italia.

Eí necessario peraltro affinare la programmazione dei flussi affinchÈ risponda sempre di pi˜ alle esigenze di manodopera specializzata manifestate dal mercato del lavoro italiano.

Bisognerebbe stabilire non solo quanti, ma ìqualiî immigrati vogliamo, quali profili professionali, quali competenze.[xiii] Lo si puÚ fare mediante:

potenziamento dellíattivitý negoziale bilaterale con i Paesi di origine e di transito per favorire iniziative formative mirate giý nel Paese díorigine, in grado di fornire allíItalia un quadro delle professionalitý giý presenti in quellíarea. Risulta fondamentale intraprendere una previa attivitý di selezione e formazione, in Italia o nei Paesi di provenienza, a favore dei  lavoratori che intendono immigrare in Italia. Va citato al riguardo il caso del Marocco, dove si Ë realizzata la  possibilitý díavviare una collaborazione specifica in tema di reclutamento in loco di lavoratori giý formati valorizzando in particolare la possibilitý di disporre di una struttura ANAPEC (ìAgenzia per la Promozione dellíImpiegoî), incaricata del  reclutamento di manodopera da parte di organismi italiani. [xiv] Emblematico  in questo senso Ë il caso della Tunisia, il cui accordo di riammissione  del 1998 Ë stato  accompagnato da iniziative volte a favorire líimmigrazione secondo criteri di tipo qualitativo, che rendono massima la compatibilitý tra lavoratore tunisino e mercato italiano, attraverso la selezione dei candidati e líidentificazione dei loro profili professionali e scolastici.

Sviluppo dellíAILE (Anagrafe Informatizzata dei Lavoratori Stranieri), istituita presso il Ministero del Lavoro e realizzata con accordi bilaterali, finora con  Albania e Tunisia. In Albania, líO.I.M. (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) sta portando avanti con finanziamento del Ministero del Lavoro, lo screening di lavoratori albanesi interessati al collocamento nel nostro mercato ed i cui dati, inseriti in AILE, possono essere consultati dai nostri datori di lavoro per la ricerca della manodopera desiderata.

In tal senso va anche il nuovo Testo Unico sullíimmigrazione, che allíart. 19 prevede la  partecipazione a corsi di istruzione e formazione professionale nei Paesi di origine come titolo di prelazione nellíaccesso al lavoro in Italia per gli immigrati.

 

Con tali strumenti, líimmigrazione diventa politica di attrazione e reclutamento di lavoratori specializzati, per i quali Ë in forte aumento in Italia la domanda nel settore sanitario-infermieristico, dellíinformatica e delle telecomunicazioni. Eí possibile cosÏ trasformare le  politiche migratorie in strumenti di ìco-sviluppoî, grazie allíapporto di know-how dello straniero e della sua capacitý imprenditoriale. Del resto, nihil sub sole novi. Negli ultimi decenni l'immigrazione Ë stata utilizzata da alcuni Stati ñ Usa, Canada, Australia ñ come leva dello sviluppo industriale. Oggi gli stessi Stati ne stanno facendo un elemento strategico per accrescere la propria competitivitý sul piano internazionale, incentivando l'immigrazione qualificata, l'arrivo dei cervelli. L'Europa dovrebbe imboccare la stessa strada, se vuole davvero diventare quell'economia "basata sulla conoscenza pi˜ competitiva e dinamica del mondo" che si Ë posta come obiettivo in occasione del Consiglio Europeo di Lisbona. D'altra parte, l'Italia giocare un suo ruolo nel Mediterraneo, offrendo agli stessi Paesi di origine o provenienza dei flussi, canali privilegiati di inserimento nel proprio sistema formativo dei loro migliori cervelli. Formare in Italia la classe dirigente dei Paesi del Mediterraneo sarebbe il modo migliore per avvicinarli maggiormente a noi, secondo uníottica di reciproco sviluppo.[xv]

Il Polo internazionale di Trieste per la ricerca scientifica e líalta tecnologia costituisce un esempio di co-sviluppo, a livello internazionale, permettendo la formazione dei cervelli stranieri in Italia per il loro successivo reinserimento nel Paese díorigine, con cui líItalia manterrý - loro tramite - un rapporto privilegiato di interazione. A Trieste operano il Centro Internazionale di fisica teorica, líAccademia delle Scienze del terzo mondo, la Scuola Superiore di Studi Avanzati (SISSA), il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia e il Centro Internazionale per la Scienza e líalta tecnologia. Trieste Ë stata scelta, nel maggio del 2000, quale sede del Segretariato Permanente dellíInter-Academy Panel. Si tratta di una organizzazione che raccoglie 80 Accademie di ogni parte del mondo e che offre ai Governi e alle organizzazioni internazionali un numero elevato di competenze di alto livello scientifico. I Centri del Polo triestino operano con personale internazionale e ospitano annualmente un numero di ricercatori, studenti in formazione e scienziati che tocca il migliaio, in prevalenza provenienti dai Paesi in via di sviluppo. In base ad una ricerca statistica elaborata dal Ministero degli Affari Esteri, Ë risultato che uníelevata percentuale di coloro che hanno effettuato studi e ricerche presso le istituzioni del polo a Trieste, occupa posizioni di alta responsabilitý nei settori scientifico, economico ed anche politico, una volta di ritorno nel Paese di provenienza. Un approccio di ìcosviluppoî suggerisce che non ci si limiti a favorire solo un brain drain, per sottrarre forze-lavoro qualificate dei Paesi meno sviluppati, ma si adotti una politica, per cosÏ dire pi˜ etica, consistente nel formare i cervelli non per impadronirsene ma per favorirne il ritorno nei luoghi díorigine e creare con questi un legame fruttuoso per entrambi. Tale politica, sfruttando a posteriori il vincolo formativo con il Paese pi˜ avanzato, comporta perÚ líimpegno permanente e reciprocamente vantaggioso, di mantenere sempre vivi i contatti con i ricercatori una volta che essi abbiano fatto ritorno al proprio Paese.

 

3) Ministero dellíUniversitý e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST)

 

A) Líoperazione "rientro cervelli" Ë stata varata dal D.M. n. 13 del 27.01.2001 e prevede un  intervento finanziario di 150 miliardi di vecchie lire nel triennio 2001-2003, in ragione di 50 miliardi annui. L'art.1 del DM n. 13/2001 disciplina l'incentivazione alla stipula di contratti da parte delle universitý con studiosi ed esperti, stranieri o italiani, stabilmente impegnati allíestero da almeno un triennio in attivitý didattica e scientifica. Sono previsti inoltre il sostegno finanziario a specifici programmi di ricerca da affidare ai titolari di tali contratti; l'incentivazione delle chiamate nel ruolo della docenza di professori stranieri o italiani stabilmente impegnati allíestero in attivitý didattica o di ricerca. Gli atenei potranno confermare nell'incarico il ricercatore "ritrovatoî: per ciascuna chiamata Ë concesso allíateneo un contributo annuo di 150 milioni di lire.

Le universitý italiane dovranno presentare ogni 4 mesi al Comitato di Garanti istituito presso il  MURST, le proposte di contratti per il rientro o per líacquisizione ex novo di studiosi italiani o stranieri impegnati da almeno un triennio allíestero in attivitý didattiche o di ricerca. I contratti devono prevedere sia attivitý di ricerca che didattica e avranno una durata minima di sei mesi continuativi e massima di tre anni.

Le regole generali che le universitý interessate devono garantire sono state definite dalla Commissione di esperti del MURST in tre punti:

lo stipendio per i ricercatori che decideranno di rientrare in Italia dovrý rispettare parametri europei (un netto di almeno 5-6 milioni di lire al mese).

Seconda condizione, i tempi dell'incarico: da 6 mesi a tre anni.

La terza regola riguarda il tipo di incarico: i ricercatori potranno essere richiamati in Italia offrendo loro un contratto che comprenda sia l'attivitý di didattica sia quella di ricerca.

 

B) Sostegno alla Ricerca Industriale: Il D.M. 8.08.2000 n. 593 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 14 del 18.01.2001) recante "Modalitý procedurali per la concessione delle agevolazioni previste dal D.lgs. 27.07.1999, n. 297" rende operativo, a decorrere dal 17 febbraio 2001, il riordino di tutto il sistema di agevolazione alla ricerca industriale sinora regolato da una miriade di norme susseguitesi negli ultimi 30 anni. Il D.M. n. 593 elimina dallíordinamento tutte le precedenti normative in materia, riunendo in un unico testo líintero pacchetto agevolativo diretto alle imprese che investono in ricerca e sviluppo. Il testo del decreto Ë stato sottoposto alla necessaria approvazione della Unione Europea la quale, dopo attenta e prolungata valutazione, ne ha riscontrato la compatibilitý con le regole comunitarie in tema di paritý di concorrenza tra imprese nel mercato europeo.[xvi]

 

C) Il modello ìMit-Stanfordî: I due atenei americani sono un esempio emblematico della collaborazione fra strutture universitarie, studenti e aziende. Il loro modello ha come premessa indispensabile l'esistenza di canali di comunicazione nei due sensi fra universitý e industria e sulla intuizione che non puÚ esistere sviluppo senza ricerca.

Secondo un conteggio che risale al 1994, i laureati del Mit hanno fondato 4.000 aziende che impiegavano 800 mila addetti negli Stati Uniti con un fatturato di 232 miliardi di dollari.

Fra il 1960 e il 1990, le societý fondate dagli alumni di Stanford hanno creato 250 mila posti di lavoro. Il pi˜ importante contributo che l'ateneo californiano ha dato all'economia americana Ë lo sviluppo di Silicon Valley, la prima aggregazione di imprese ad alta tecnologia negli Stati Uniti, nata senza líapporto dei fondi di ricerca militari. Il Mit di Boston resta il primatista della ricerca per conto dell'industria privata, grazie ai contratti per un valore di 253 milioni di dollari in cinque anni conclusi con grandi societý private.[xvii]

Uníapplicazione del modello Mit-Stanford in Italia si Ë realizzata a Pisa dove giý da 15 anni, in controtendenza su altre zone d'Italia, studenti, neolaureati e ricercatori creano nuove imprese ad alta tecnologia. A Pisa si sono incontrati da una parte capitali, creativitý e imprenditorialitý e dall'altra eccellenza tecnologica. Poi sono arrivati aziende (Omnitel, Marconi Informatica, societý nel farmaceutico e nella componentistica auto) e centri di ricerca nati altrove e che a Pisa hanno trovato il luogo ideale per svilupparsi.[xviii]

(Redazione Nico Longo)



[i] La British Royal Society coniÚ per prima líespressione ìbrain drainî per descrivere la fuga di  scienziati e tecnici  verso gli USA ed il Canada negli anni ë50.

[ii]  CosÏ Lisa Francovich, Le migrazioni intellettuali in Europa e in Italia, in  Atti del Convegno internazionale ìMigrazioni. Scenari per il XXIƒ secoloî, 12-14 luglio 2000, Roma. Lisa Francovich Ë ricercatrice presso líISTAT e al Dipartimento Statistico "G. Parenti"- Firenze.

[iii]   Si veda, al riguardo, líarticolo apparso sul periodico The Economist, 05.09.2002: ìOutward bound: do developing countries gain or lose when their brightest talents go abroad?î.

[iv]  CosÏ riporta il giornalista Peter Stalker nel sito web ìStalkerís guide to international migrationî (http://pstalker.com/migration/mg_emig_2.htm). I dati citati sono tratti dal suo libro ìThe Work of Strangersî (ILO, 1994).

[v]  Dati forniti da UNPD Human Development Report 2001 ed. Oxford University Press, 2001 (http://www.undp.org/hdro). Ogni anno, dal 1990, líUNDP (United Nations Development Programme) commissiona  un Report ad un team indipendente di esperti, sui maggiori temi di interesse globale.

[vi]    Dati tratti da UNPD Human Development Report 2001.

[vii]    Cfr. il sito internet UNPD http://www.undp.org.lb/tokten/history.html

[viii] Dati tratti da Mario Cervantes e Dominique Guellec  (www.oecd.org/migration) The brain drain: Old myths, new realities May 07, 2002 riportato nel sito:

http://www.oecdobserver.org/news/printpage.php/aid/673/The_brain_drain:_Old_myths,_new_realities.html

[ix]  Il Parlamento Europeo, nella Raccomandazione n. A5-0412/2001 del 21 novembre 2001 concernente la proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dellíaccordo di partenariato fra gli Stati ACP e la Comunitý europea, metteva in evidenza come: ìIncalzata dallíevoluzione demografica e dalla necessitý economica, líUE ha deciso di aprire le frontiere a talune categorie di immigrati, e segnatamente nel settore delle nuove tecnologie. Questa ricerca di manodopera qualificata e a basso costo non solo contribuisce alla fuga di cervelli dai paesi in via di sviluppo, essa Ë anche contraria alle politiche di sviluppo delle capacitý stesse dei paesi ACP. Dopo lo schiavismo, essa rischia di diventare il nuovo saccheggio delle risorse, nell'interesse dei paesi pi˜ ricchiî.

[x]  I dati sono riportati nel libro ìCervelli in fuga: storie di menti italiane fuggite all'esteroî, pp. 200, redatto dallíADI (Associazione dei Dottori di Ricerca Italiani, http://www.cervelliinfuga.it), con prefazione di Piero Angela e Burton Richter (Premio Nobel per la fisica nel 1976).

[xi]  Dati tratti dal Convegno "Gli studenti stranieri nelle universitý italiane" - Seminario di studi indetto dalla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana)  e dal CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) a Roma il 14.11.2001, consultabile al sito internet http://www.fuci.it/documenti/udu/udu.htm

[xii]  Il rapporto Ë pubblicato sul sito internet del CENSIS http://www.censis.it/censis/ricerche/2002/cervelli/

[xiii]  CosÏ Anna Maria Artoni, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria  nel Convegno tenuto a Santa Margherita Ligure 8 giugno 2002 ìLa sfida delle inclusioni: líimmigrazione, attore non protagonista della globalizzazioneî e riportato nel sito http://www.mauriziopistone.it/confessioni/giovani_confindustria.html.

[xiv]  Cfr. Messaggio Ambasciata díItalia a Rabat,  n. 1684 del 25 giugno 2002, riferendo  contatti recentemente avuti con il Ministero del Lavoro marocchino.

[xv]  CosÏ Anna Maria Artoni, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria nella precitata relazione al  Convegno di Santa Margherita Ligure, 8 giugno 2002. Si sottolinea, in proposito, come nella sola cittý di Milano,  le imprese individuali intestate ad immigrati sono aumentate del 20% in un anno. Tra i settori favoriti oltre al commercio, vi Ë anche líedilizia, il manifatturiero, i trasporti e líinformatica. Secondo la Caritas, i lavoratori immigrati in Italia sono oggi 840mila, pari al 3,6% della forza lavoro complessiva. Il lavoro degli immigrati ha consentito nell'ultimo decennio la sopravvivenza, o ha rivitalizzato, interi settori produttivi. Tra gli esempi pi˜ evidenti, la pesca a Mazara del Vallo, la floricoltura in Liguria, la pastorizia in Abruzzo e nel Lazio. Nell'insieme, il lavoro immigrato svolge oggi una funzione complementare piuttosto che concorrenziale rispetto a quello svolto dai cittadini italiani, favorendo cosÏ un reciproco co-sviluppo.

[xvi]  Eí stanziato anche un Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB) istituito presso il MURST, con il quale in attuazione dellíarticolo 104 della Legge n. 388 del 23.12.2000, il Ministero interviene a sostegno di attivitý di Ricerca di Base definite come attivitý che mirano allíampliamento delle conoscenze scientifiche e tecniche non connesse a specifici ed immediati obiettivi industriali o commerciali, a favore di progetti autonomamente presentati per lo svolgimento di attivitý di ricerca ad alto contenuto scientifico e tecnologico, anche a valenza internazionale.

[xvii]  CosÏ  Umberto Venturini, articolo apparso su Corriere Economia, inserto del Corriere della Sera di lunedÏ 9 ottobre 2000.

[xviii]  CosÏ riporta il giornalista Marco Gasperetti, nellíarticolo apparso su Corriere Economia di lunedÏ 9 ottobre 2000. Líautore cita due esempi significativi. I sogni di una minuscola azienda come la List fondata nel 1985 da un ex ricercatore, Enrico Dameri e dall'informatico Andrea Simonelli sono volati in alto: la minuscola S.r.l. ha aperto uffici anche a Londra e New York e tra i clienti annovera Deutsche Bank, Merril Lynch, Paribas, Ing group, Cs First Boston. La List Ë stata tra le prime aziende italiane a capire che Internet e la New Economy avevano bisogno di transazioni veloci e sicure e hanno creato sistemi come Tsss, Marketview e Mts, con i quali si possono acquistare online azioni, obbligazioni e titoli di stato. Arte e grafica computerizzata sono invece le armi di Numeri S.p.a., specializzata nella creazione di cartoni animati e presentazioni multimediali, che ora scala il mercato internazionale dell'intrattenimento elettronico facendo accordi con Rai, Telecom ed Enel.