EMENDAMENTI DS-ULIVO ALLA LEGGE FINANZIARIA 2003

La legge finanziaria sta per giungere alla sua conclusione alla Camera dei deputati, per poi passare al Senato. Numerosissimi gli emendamenti presentati nel corso dell’intero iter delle discussioni preliminari, con le parti istituzionali e sociali e in Parlamento. Il disegno di legge finanziaria è stato, infatti, discusso, nella prima fase, dopo la presentazione a fine settembre, con le Conferenze Stato-regioni e Stato-città, con i sindacati e la confindustria. Una parte degli emendamenti è stata esaminata, con scarsi risultati, altri lo saranno nei prossimi giorni. Giovedì 24 ottobre la Commissione bilancio della Camera ha dato il via libera all’articolo 1 del disegno di legge, fondamentale, contenente il livello massimo dei saldi da finanziare nell’ambito della manovra correttiva di 20 miliardi di euro, dei quali 8 miliardi di tagli alla spesa, 8 miliardi di euro di incasso dal concordato fiscale e altri 4 da vendite patrimoniali. Di questa entità della manovra abbiamo dato già notizia nel nostro primo servizio sulla legge finanziaria. Ieri è stato ancora approvato il cosiddetto modulo fiscale: accorpamento fiscale delle aliquote, no-tax area fino a un massimo di 7500 euro per i lavoratori dipendenti, 7000 per i pensionati e 4500 per gli autonomi.

Più complessa è la verifica delle grandi opere, come di quelle nel Mezzogiorno, le quali fanno parte di un altro provvedimento di legge, già definitivamente approvato dal Parlamento, ma da controllare nella sua esecuzione; ancora non si hanno, intanto, proposte e idee chiare sul destino della FIAT. A dette questioni facciamo solo un accenno, in quanto è noto che la materia economica e finanziaria non è valutabile solo in un rapporto con la legge finanziaria, ma anche con i bilanci dello Stato e altre leggi di raccolta e distribuzione delle risorse, e, inoltre, con l’esame della complessa materia degli stanziamenti pubblici e privati, di cui non si è affatto sopita la giustificata protesta delle parti sociali e, talora degli enti locali.

Diamo qui conto di alcuni particolari emendamenti, presentati dai DS e dall’Ulivo, che concernono la materia di cui ci occupiamo più direttamente, quella dell’emigrazione-immigrazione e degli italiani all’estero. Gli emendamenti sono stati formulati dagli Onn. Marina Sereni (responsabile Esteri dei DS), Gianni Pittella (responsabile per gli italiani all’estero dei DS) e dal senatore Franco Danieli (responsabile per gli italiani all’estero della Margherita).

 

 

EMENDAMENTI ALLA FINANZIARIA 2003

 

                                                      I

Spese funzionamento organismi di rappresentanza

 

Capitolo 3081 (Spese per elezioni Comites)

-      Da euro 5 milioni a euro 9.292.224 (+ 4.292.224)

Capitolo 3091 (Spese per elezioni CGIE)

-      Da euro 774.686 a euro 900.000  (+ 125.314)

Capitolo 4040, 4133, 4233, 4333, 4433 (Contributi Comites)

-      Accorpare la spesa in un unico capitolo intestato alla Direzione Generale degli Italiani all’Estero e passare da euro 2.274.995 complessivamente proposti a 8.000.000 (+ 5.725.005)

 

                                                      II

                             

                                     Interventi di solidarietà

Capitolo 1163 (Assistenza indiretta)

-      Da euro 9.981.000 a euro 10.481.000 (+ 500.000)

Capitolo 3121 (Assistenza diretta)

-      Da euro 13.427.879 a euro 18.427.879 (+ 7.500.000).

 

                                                     III

                   Promozione della cultura italiana all’estero

 

Capitolo 2761 (Istituti Italiani di Cultura)

-      Da euro 14.977.251 a euro 18.500.000 (+ euro 3.5222.749)

Capitolo 3122 (Attività culturali)

-      Da euro 2.453.171 a euro 5.000.000 (+ 2.546.829)

Capitolo 3153 (Contributi agli enti gestori)

-      Da euro 28.405.131 a euro 30.905.131 (+ 2.500.000)

 

                                                       IV

                                       Cittadinanza e voto

Capitolo 3092 (Censimento e anagrafe)

-      Da euro 2.749.359 a euro 3.009.359 (+ 259.994)

 

                                                        V

                                               Contrattisti

Capitolo 1501 (Contrattisti)

- Da euro 94.220.217 a euro 95.220.217 (+ 1.000.000)

Totale delle maggiorazioni proposte: euro 27.972.115

 

                                                        VI

                                     Trattamento previdenziale

                                  

                                       Emendamento Art. 29

                                                 Eliminare

 

                                    

                                        Emendamento Art. 29

Ai fini dell’accesso a tutte le prestazioni erogate dall’INPS soggette a requisito reddituale, si deve tenere conto di quei redditi prodotti all’estero che, se prodotti in Italia, sarebbero considerati rilevanti ai fini dell’accertamento del predetto requisito. I redditi prodotti all’estero devono essere accertati sulla base di dichiarazioni certificate dalla competente autorità consolare, che si avvale, senza oneri aggiuntivi, degli Enti di Patronato riconosciuti dalla legge. Con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e del Ministro per gli Italiani nel Mondo, sono definite le condizioni di equivalenza probatoria.

 

                                           Art. 29 bis

Nell’applicazione dell’art. 38 della legge 448/2001, il raggiungimento del tetto dei 516 euro previsti per i cittadini che hanno un trattamento pensionistico, è riconosciuto, a partire dal 1° gennaio 2002, anche ai pensionati residenti all’estero.

 

Firmatari di tutti gli emendamenti per gli italiani all’estero: Violante/Castagnetti/Sereni/Monaco/Calzolaio/Piscitello/Spini/G.Bianchi/Crucianelli/Folena/Cabras/Ranieri/Melandri.

Art. 29

Castagnetti/Cordoni/Monaco/Sereni/Piscitello/Calzolaio/G.Bianchi

 

 

LULA E’ IL NUOVO PRESIDENTE DEL BRASILE

Con oltre il 60% dei voti, Lula, al suo quarto tentativo, è stato eletto Presidente del Brasile.  E’ una vittoria storica per la sinistra brasiliana e per il Partito dei Lavoratori, fondato proprio dal neopresidente.

Lotta alla disoccupazione, contenimento dell’inflazione, alfabetizzazione, cure sanitarie garantite, attenuazione delle diseguaglanze sociali, guerra alla corruzione nell’amministrazione pubblica, questi i principali temi che hanno pesato sulle elezioni di un paese che, pur essendo la nona potenza economica del pianeta, ha almeno 50 milioni di persone che vivono in un completo stato di miseria e di indigenza, dei quali la metà sono minorenni.

L’ex operaio, l’ex sindacalista Lula, oggi ha finalmente coronato il suo sogno.  Insieme a lui, hanno partecipato ad una gioia incontenibile migliaia di persone, semplici elettori che si sono riversati entusiasti per le strade delle principali città brasiliane. 

Adesso, però, gli aspetta un compito difficilissimo, quello di risollevare le sorti di questa nazione, molto più simile ad un continente, per varietà geografiche e culturali, che ad un semplice stato.

Molti guardano in lui, soprattutto nell’America Latina, come esempio di un socialismo equilibrato, ma deciso, che ha il coraggio di ribellarsi alle imposizioni ed allo strapotere del Fondo Monetario Internazionale.

Adesso il Brasile ha eletto Lula, come il Perù Toledo, ed il Venezuela Chavez.  Che un nuovo futuro stia sorgendo per l’America Latina?                                                                                                                                                                                                    (Lucio Filipponi)

 

 

DECISIONE EUROPEA SULLA LOTTA AL TERRORISMO

La Gazzetta ufficiale delle comunità europee ha pubblicato la “decisione quadro” sulla lotta al terrorismo, 2002/475/GAI, nel numero L/164 del 22 giugno 2002. I testi normativi, quali le decisioni e i regolamenti, sono direttamente applicabili in tutti gli Stati membri e sono obbligatori, mentre gli atti che richiedono specifiche leggi nazionali per la loro applicazione sono le direttive, anch’esse però obbligatorie. La natura della decisione “quadro” è data dalla sua natura, obbligatoria e da applicare in ogni suo articolo, con le eventuali integrazioni che uno Stato membro ritenga necessarie secondo la propria situazione. In nessun caso una “decisione” può essere disapplicata.

Gli articoli della decisione quadro sono tredici. Riportiamo alcuni dei più importanti, l’articolo 1, che stabilisce quali sono i reati terroristici, il 2 che elenca i reati riconducibili a un’organizzazione terroristica, i reati connessi (art. 3), l’istigazione (art. 4), le sanzioni (art. 5), la titolarità dell’azione penale (art. 9).

Di seguito le parti essenziali della decisione:

Articolo 1

Reati terroristici e diritti e principi giuridici fondamentali.

1.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché siano considerati reati terroristici gli atti intenzionali di cui alle lettere da a) a i) definiti reati in base al diritto nazionale che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno a un paese o a un’organizzazione internazionale, quando sono commessi al fine di:

-      intimidire gravemente la popolazione, o

-      costringere indebitamente i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere qualsiasi atto, o

-      destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche o sociali di un paese o un’organizzazione internazionale:

a)   attentati alla vita di una persona che possono causarne il decesso;

b)  attentati gravi all’integrità fisica di una persona;

c)   sequestro di persona e cattura di ostaggi;

d)  distruzioni di vasta portata di strutture governative o pubbliche, sistemi di trasporto, infrastrutture, compresi i sistemi informatici, piattaforme fisse situate sulla piattaforma continentale ovvero di luoghi pubblici o di proprietà private che possono mettere a repentaglio vite umane o causare perdite economiche considerevoli;

e)   sequestro di aeromobili o navi o di altri mezzi di trasporto collettivo di passeggeri o di trasporto di merci;

f)    fabbricazione, detenzione, acquisto, trasporto, fornitura o uso di armi da fuoco, esplosivi, armi atomiche, biologiche e chimiche, nonché, per le armi biologiche e chimiche, ricerca e sviluppo;

g)   diffusione di sostanze pericolose, il cagionare incendi, inondazioni o esplosioni i cui effetti mettano in pericolo vite umane;

h)  manomissione o interruzione della fornitura di acqua, energia o altre risorse naturali fondamentali il cui effetto metta in pericolo vite umane;

i)    minaccia di realizzare uno dei comportamenti elencati alle lettere da a) a h).

2.   L’obbligo di rispettare i diritti fondamentali e i principi giuridici fondamentali quali sono sanciti dall’articolo 6 del trattato dell’Unione europea non può essere modificato per effetto della presente decisione quadro.

 

Articolo 2

Reati riconducibili a un’organizzazione terroristica

1.   Ai fini della presente decisione quadro, per “organizzazione terroristica” s’intende l’associazione strutturata di più di due persone, stabilita nel tempo, che agisce in modo concertato allo scopo di commettere dei reati terroristici. Il termine “associazione strutturata” designa un’associazione che non si è costituita fortuitamente per la commissione estemporanea di un reato e che non deve necessariamente prevedere ruoli formalmente definiti per i suoi membri, continuità nella composizione o una struttura articolata.

2.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché siano punibili i seguenti atti intenzionali:

a)   direzione di un’organizzazione terroristica;

b)  partecipazione alle attività di un’organizzazione terroristica, anche fornendole informazioni o mezzi materiali, ovvero tramite qualsiasi forma di finanziamento delle sue attività nella consapevolezza che tale partecipazione contribuirà alle attività criminose dell’organizzazione terroristica.

 

  Articolo 3

Reati connessi alle attività terroristiche

Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché siano considerati reati connessi alle attività terroristiche i seguenti comportamenti:

a)   furto aggravato commesso per realizzare uno dei comportamenti elencati all’articolo 1, paragrafo 1;

b)   estorsione per attuare uno dei comportamenti elencati all’articolo 1, paragrafo 1;

c)    formazione di documenti amministrativi falsi al fine di porre in essere uno dei comportamenti elencati nell’articolo 1, paragrafo 1, lettere da a) a h), e nell’articolo 2, paragrafo 2, lettera b).

 

Articolo 5

Sanzioni

1.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie per garantire che i reati indicati agli articoli da 1 a 4 siano punibili con sanzioni penali effettive, proporzionate e dissuasive che possono comportare l’estradizione.

2.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinché i reati terroristici di cui all’articolo 1, paragrafo 1, e quelli elencati all’articolo 4, per quanto riconducibili a reati terroristici , siano punibili con una reclusione più severa di quella prevista per tali reati dal diritto nazionale in assenza della finalità specifica richiesta a norma dell’articolo 1, paragrafo 1, salvo qualora le pene previste siano già le pene massime contemplate dal diritto nazionale.

3.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie affinchè i reati elencati all’articolo 2 siano punibili con una reclusione di durata massima non inferiore a 15 anni per i reati di cui all’articolo 2, paragrafo 2, lettera b). Qualora il reato di cui all’articolo 2, ‘paragrafo 2, lettera a), si riferisce solo alla fattispecie di cui all’articolo 1, paragrafo 1, lettera i), la durata massima della reclusione non è inferiore a 8 anni.

 

Articolo 9

Giurisprudenza ed esercizio dell’azione penale

1.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie a stabilire la propria giurisdizione per i reati di cui agli articoli da 1 a 4 quando:

a)   il reato è commesso, anche solo parzialmente, nel suo territorio: ciascuno Stato membro può estendere la sua competenza quando il reato è stato commesso nel territorio di uno Stato membro;

b)  il reato è commesso a bordo di una nave battente bandiera del suo paese o di un aeromobile ivi registrato;

c)   l’autore del reato è uno dei suoi cittadini o vi è residente;

d)  il reato è commesso contro le sue istituzioni o la sua popolazione o contro un’istituzione dell’Unione europea o di un organismo creato conformemente al trattato che istituisce la Comunità europea o al trattato sull’Unione europea, e che ha sede nello Stato membro in questione.

2.   Se il reato rientra nella giurisdizione di più Stati membri, ciascuno dei quali è legittimato ad esercitare l’azione penale in relazione ai medesimi fatti, gli Stati membri in questione collaborano per stabilire quale di essi perseguirà gli autori del reato al fine di accentrare, se possibile, l’azione penale in un unico Stato membro. A tale scopo gli Stati membri possono avvalersi di qualsiasi organo o struttura istituiti in seno all’Unione europea per agevolare la cooperazione tra le rispettive autorità giudiziarie, nonché coordinare le loro azioni. Si tiene conto, per gradi successivi, dei seguenti elementi di collegamento:

-      si tratta dello Stato membro nel cui territorio sono stati commessi i fatti,

-      l’autore ha la nazionalità di tale Stato membro o vi è residente,

-      si tratta dello Stato membro di origine delle vittime,

-      si tratta dello Stato membro nel cui territorio è stato trovato l’autore dei reati.

3.   Ciascuno Stato membro adotta le misure necessarie per stabilire la propria giurisdizione anche per i reati di cui agli articoli da 1 a 4 se rifiuta di consegnare o di estradare verso un altro Stato membro o un paese terzo una persona sospettata di uno di tali reati o per esso condannata.

4.   Ciascuno Stato membro si adopera affinchè sia stabilita la sua giurisdizione nei casi riguardanti un reato di cui agli articoli 2 e 4 commesso anche solo parzialmente nel suo territorio, a prescindere dal luogo in cui l’organizzazione terroristica è basata o svolge le sue attività criminali.

5.   Il presente articolo non esclude l’esercizio della giurisdizione penale secondo quanto previsto da uno Stato membro conformemente al diritto nazionale.

 

 

ZURIGO - CASSA PENSIONE: CHE FINE?

E’ notizia di qualche giorno:

Il maggiore Istituto di Previdenza privata, abilitato anche a gestire numerosi fondi di cassa pensione, la Rentenanstalt, ha dovuto rettificare i dati negativi registrati nel primo semestre del 2002. Difatti la perdita finanziaria registrata in agosto pari a 386 milioni di Franchi svizzeri è stata elevata a ben 578 milioni. Trattasi di un errore contabile di natura informatica, dicono all’Istituto. Difatti per un errore di registrazione ben 192 milioni di Franchi non erano stati contabilizzati come perdite obbligazionarie effettive della compagnia d’Assicurazione vita. Un intoppo informatico sarebbe all’origine dello sbaglio, dopo che l’introduzione del nuovo sistema di amministrazione dei titoli di credito aveva già fatto denotare problemi funzionali. E’ un fatto grave che si accompagna a tutte le altre polemiche sorte negli ultimi mesi in merito alla gestione dei fondi di cassa pensione ed alle rispettive misure di contenimento della spesa. La Rentenanstalt parla giustamente di un errore grave, noi aggiungiamo, senza prudenza, che si tratta di un errore inconcepibile e che di certo non migliora l’immagine che gli Istituti di Assicurazione previdenziale si sono conquistati negli ultimi tempi. Se consideriamo che già l’anno scorso lo stesso Istituto Assicuratore aveva dovuto correggere il dato sulle perdite realizzate, da 254 milioni di Fr. di guadagno in un milione di perdita effettiva, notiamo elementi preoccupanti di mancanza di trasparenza contabile, gestionale e di direzione politica.

Ora si tratta di comprendere meglio quali saranno i risvolti (non solo borsistici), di questa “scoperta”, alla luce anche di quanto finora accaduto in termini politici nel campo della previdenza professionale, cioè delle Casse Pensioni. Soprattutto in considerazione del fatto che l’Istituto assicurativo imputato e’ stato tra i primi ad esercitare una pressione asfissiante verso il Governo Svizzero affinché si giungesse alla riduzione del tasso minimale di interesse sui fondi di cassa pensione.

Inoltre le maggiori Assicuratrici di Cassa Pensione in settembre avevano chiesto anche l’aumento dei premi mensili di Cassa Pensione!

Non si era ben capito se si trattava di una proposta alternativa o aggiuntiva a quella imposta dalle Compagnie di Assicurazione al Consiglio federale (Governo Svizzero) che aveva  deciso di ridurre il tasso di rendimento dei contributi.

Questo taglio e’ già notevole se si pensa che in prospettiva la rendita di previdenza professionale di un pensionato potrebbe subire una riduzione pari al 13%-15% rispetto al rendimento in vigore finora.

Con una delibera dello scorso 19 settembre 2002 il Governo elvetico ha proposto la riduzione del rendimento percentuale degli averi dall’attuale 4% al 3,25%; proposta di ordinanza normativa da presentare al Parlamento per la ratifica. Inoltre l’ordinanza prevede che il tasso venga adattato all’andamento economico e finanziario generale ogni due anni!

Ora, sia il Consiglio dei Stati che successivamente la Camera dei Deputati hanno ratificato la decisione del Governo.

Riassumendo nuovamente le decisioni approntate finora o da licenziare in fase di delibera legislativa, notiamo:

- decisone di ridurre il tasso di conversione degli averi di vecchiaia in rendite dal 7,2% al 6,8%;

- decisione  di riduzione del tasso di interessi sui capitali in gestione dal 4% al 3,25%;

- proposta di aumentare i premi mensili della contribuzione di cassa pensione, cioè aumentare le trattenute sulla busta paga. Ritorniamo così sul quesito di sempre:  tutto questo è il frutto di quale gestione degli averi di cassa pensione: gestione azzardata degli investimenti? Gestione sprovveduta durante il periodo delle vacche grasse? Gestione condivisa o consociativa del Governo elvetico e con poca lungimiranza rispetto a periodi storici di bassa congiuntura o addirittura di recessione, che nei flussi storici possono apparire e ritornare. Anche l’economia pubblica e politica ha le sue leggi e le sue regole di mercato e di ricorso genetico. C’è da rimarcare, nuovamente, che negli anni ’90, cioè durante gli anni dell’alta congiuntura economica, gli investimenti effettuati dalle Casse Pensioni (investimenti permessi e previsti dalla legge LPP) hanno fruttato tanti miliardi, che per la verità non sono stati ripartiti in favore degli assicurati. Circa 30 Miliardi sono il risultato dell’usufrutto accantonato dalle Casse Pensioni negli anni dei buoni risultati d’investimento.

Forse il Governo svizzero non si rende ancora conto che con le decisioni assunte e sostenute sta impoverendo il potere d’acquisto degli introiti dei futuri pensionati. Tra l’altro la società sta invecchiando: nel 2020 si registreranno (se l’andamento risulta quello odierno) più pensionati che lavoratori attivi nell’evoluzione demografica prospettata con i parametri odierni. Dei quasi 4 milioni di salariati lavoratori in Svizzera (integrali o parziali) ben il 75% è soggetto all’obbligo contributivo di cassa pensione. Pertanto la maggioranza subirà le conseguenze della riduzione dei tassi, dell’aumento dei premi assicurativi e della cattiva gestione degli Assicuratori.

                                                                               (Antonio Giacchetta, Inca Zurigo)

 

 

MONACO DI BAVIERA: I DEMOCRATICI DI SINISTRA A CONGRESSO

Domenica 20 ottobre si e' tenuto il Congresso programmatico della Sezione
"Alexander Langer" dei DS di Monaco di Baviera.   
Ai lavori - durati l'intera giornata - hanno partecipato in momenti diversi
Alexander Reissl (vicesegretario della SPD di Monaco), Hervè Guyot
(vicesegretario della Sezione di Monaco del PS francese), Antonio Pellegrino
(presidente del Comites di Monaco), numerosi rappresentanti di circoli
culturali ed associazioni regionali operanti nel capoluogo bavarese, singoli
cittadini. Numerosi anche i messaggi di saluto ricevuti da dirigenti dell'SPD bavarese, da altre sezioni DS, da associazioni e personalità della
emigrazione italiana in Germania ed in Europa.
Tre i temi principali in discussione: il rapporto con la SPD e gli altri
partiti socialisti europei di Monaco, le proposte per le prossime elezioni
del Comites e del CGIE, le prossime iniziative culturali e politiche.
I lavori del Congresso sono iniziati con la decisione di inviare dei
messaggi di saluto e felicitazioni ai leader della coalizione rossoverde
vincitrice delle recenti elezioni tedesche - Gerhard Schröder e Joschka
Fischer - nonché alla neo-ministro per la famiglia Renate Schmidt. Un
messaggio di particolare ringraziamento è andato all'ex ministro federale
per la cultura Julian Nida-Rümelin, che in febbraio era stato ospite gradito
della Sezione all'incontro fra la Comunità italiana di Monaco ed il Sindaco
di Firenze - Leonardo Domenici - e l'ex sindaco di Palermo - Leoluca
Orlando.
Tentiamo qui un primo, "breve" riassunto della giornata, per forza limitato
e manchevole.    
1) il rapporto con la SPD e gli altri partiti socialisti europei di Monaco.
Il rafforzamento della cooperazione con la SPD e gli altri Partiti
socialisti europei presenti a Monaco sono stati discussi con il contributo
attivo e partecipe del vicesegretario dell'SPD monacense, Alexander Reissl.
Da tutti i presenti - italiani e non - è stata ribadita l'importanza
dell'esistenza della Sezione DS. La presenza organizzata dei DS fuori dai
confini nazionali è tanto più necessaria dopo l'approvazione della legge per
il voto degli italiani all'estero, per promuovere sempre maggiore
informazione, impegno e partecipazione nell'emigrazione. Anche l'aumento
dell'immigrazione dall'Italia registrato ultimamente - espressione sia della
emigrazione "classica", sia di quella delle nuove professionalità dello
studio e della ricerca - richiede la presenza di una forza politica italiana
riconosciuta, che faccia da "sponda" e sostengo ai nuovi arrivati, e da
"ponte" fra questi e la società, la politica e la cultura locali.
Questa orgogliosa rivendicazione dell'importanza della nostra presenza è
alla base della volontà di una maggiore partecipazione alla vita politica
tedesca. Forti e convinti della nostra identità, vogliamo infatti aumentare
la cooperazione con i vari partiti socialisti esistenti a Monaco.
I socialisti europei presenti alla discussione hanno espresso interesse ed
appoggio alla proposta di coordinare e rilanciare le varie iniziative già
esistenti (Forum dei partiti socialisti e socialdemocratici europei di
Monaco, Gruppo di lavoro europeo dell'SPD, Associazione della Sinistra
Alpina), arrivando all'organizzazione di un Congresso Annuale dei Socialisti
europei di Monaco e della Baviera, in cui vengano affrontate e discusse le
posizioni dei vari partiti sull'Europa, lo stato sociale, l'integrazione,
ecc. Solo attraverso il confronto, infatti, le varie identità e le varie
culture presenti nella "famiglia socialista europea" potranno "contaminarsi"
a vicenda, generando visioni e programmi comuni.    
2) Le proposte per le prossime elezioni del Comites e del CGIE.
La Sezione DS di Monaco di Baviera si rivolge ai vari circoli ed
associazioni operanti nella circoscrizione consolare affinché si arrivi alle
prossime elezioni dei Comites con candidature che esprimano un personale
nuovo e non compromesso con le fallimentari gestioni passate del Comites.
Occorre dare spazio a rappresentanti delle forze nuove dell'emigrazione
(giovani e professionisti). Occorre soprattutto garantire una presenza
qualificata di persone motivate, capaci di dare spessore all'attività del
Comites e disponibili a confronti e verifiche regolari con la Comunità
italiana che li ha eletti. 
La Sezione DS di Monaco auspica l'approvazione della legge di riforma dei
Comites. Occorre dotare i Comites di maggiori poteri e mezzi. Questo è
necessario perché in futuro i Comites avranno un ruolo ancora più importante
di oggi come strumenti di raccordo tra i cittadini italiani all'estero ed i
loro rappresentanti diretti in Parlamento (eletti in aree geografiche così
vaste da rendere impossibile un rapporto diretto e costante tra eletti ed
elettori).
Molti dubbi sono stati invece espressi sul CGIE, la cui esistenza - dopo
l'elezione in Parlamento dei rappresentanti degli italiani all'estero -
sembra a molti solo la riproposizione di un'ormai inutile burocrazia. Nel
caso la riforma del CGIE fornisse un senso nuovo all'organismo, unanime è
stata la convinzione che il metodo di elezione del CGIE debba essere
rivisto. È ora che anche i membri del CGIE si sottopongano democraticamente
al giudizio dei cittadini attraverso il suffragio universale. Le modalità di
elezione attuali (che arrivano a penosi mercanteggiamenti ed accordi
sottobanco fra rappresentanti di reali e sedicenti realtà locali) sono
infatti un'offesa alla dignità ed al buon senso.  
3) le prossime iniziative culturali e politiche.    
La Sezione dei DS di Monaco registra con piacere il rapporto di sempre
maggiore collaborazione che sta segnando l'attività di diversi circoli
culturali italiani locali. Uno degli esempi è l'iniziativa sulla "Giustizia
in Italia", l'intervista pubblica con il giudice Gian Carlo Caselli
(moderata dalla corrispondente da Roma della SZ, Christiane Kohl)
organizzata per il 30 novembre presso il Goethe Institut dal Circolo Cento
Fiori, dalla "Neue Richtervereinigung Bayern" e dalla "RichterInnen und
StaatsanwältInnen in ver.di Bayern", in collaborazione con il Goethe
Institut, Rinascita e.V., Scripta Manent e la Sezione DS "Alexander Langer"
Monaco.
Questo spirito di collaborazione nel rispetto delle diverse identità è un
buon esempio di impegno per tutta la Comunità italiana locale.
Anche la sempre maggiore apertura ad iniziative comuni con associazioni
tedesche è segno di integrazione e scambio multiculturale.
Questo è tanto più importante in un momento in cui il Governo Italiano preme
sempre di più su Consolati ed Istituti Italiani di Cultura per omologarne le
attività, impedendo l'espressione di voci indipendenti, bloccando ogni
iniziativa che voglia stimolare a ragionare e non limitarsi a trasmettere le
parole d'ordine della classe politica al potere ("l'attualità è scomparsa
dai programmi dell'Istituto Italiano di Cultura di Monaco", è stato notato
da alcuni interventi di tedeschi "italofili").      
Dai rappresentanti delle varie associazioni presenti è nata l'idea di un
"coordinamento" per aiutare la circolazione delle informazioni ed evitare
sovrapposizioni e ripetizioni. 
Da parte dei molti ospiti presenti è stato chiesto alla Sezione di
promuovere iniziative di approfondimento della realtà politica italiana.
Molto sentito è infatti il desiderio di intervenire - anche dall'estero -
nel dibattito politico italiano, in particolare nelle discussioni
all'interno del centrosinistra. 
A questo proposito, da tutti i partecipanti al Congresso giunge forte
l'invito ai compagni italiani affinché imparino a fare delle differenze
esistenti all'interno dei DS e dell'Ulivo una ricchezza aggiuntiva invece di
un problema, investendo sempre di più sulle nuove leve che a livello locale
si stanno dimostrando valide e capaci.    


PER UNA CULTURA DEL DIALOGO IN UNA SOCIETA’ MULTICULTURALE: L’INSEGNAMENTO DELLA STORIA

Sotto questo titolo si è svolto a Roma il 23 e 24 ottobre 2002 il Convegno Nazionale di studio promosso ed organizzato dalla Associazione degli exparlamentari della Repubblica.

Si è trattato di una iniziativa molto impegnativa e ben riuscita che ha visto susseguirsi alla tribuna degli oratori diversi ex parlamentari (tra questi Carlo Pollidoro, Carlo Buzzi, Lionello Puppi), professori universitari (Massimo Vedovelli, Ennio Triggiani, Giuliano Procacci, Antonio Augenti, Gianni Orlandi, Anna Foa, Moahmed Salem Elsheich), studenti e un folto e qualificato pubblico.

Un merito particolare va riconosciuto all’On. Paolo Cavezzali e al Prof. Francesco Spinelli.

Il dibattito è stato approfondito e appassionato.

Sostanzialmente si doveva rispondere a questo quesito: quale deve essere il modo di insegnare la storia ponendo i presupposti affinchè tale insegnamento contribuisca al dialogo interculturale?

Giustamente è stato detto che la storia non è “il passato” (che può essere morto e sepolto); ma è, costituisce “le radici” dell’albero che oggi noi siamo.

Il prof. Buzzi, nelle sue conclusioni, ha elencato dieci indicazioni di lavoro (che pubblichiamo a parte), che rappresentano le condizioni minime perché l’insegnamento della storia giovi al dialogo tra i vari popoli e le differenti culture.

Particolare attenzione è stata dedicata ai popoli che si affacciano sul Mediterraneo e all’intreccio dei loro rapporti nel corso dei secoli.

E’ questo un discorso di tale importanza che lo riprenderemo nei prossimi giorni.

 

 

INIZIATIVE CULTURALI DEI DS A MONACO DI BAVIERA

Un ricco programma di iniziative culturali vede impegnati i Democratici di sinistra a Monaco di Baviera. Dopo le celebrazioni dei 30 anni di vita associativa del locale Circolo Rinascita, con manifestazioni politiche, culturali e ricreative, di cui abbiamo dato notizia nei nostri precedenti Notiziari, segnaliamo, nell’ambito della rassegna “Scene da un romanzo: cinema e letteratura a confronto", la presentazione, il 18 ottobre scorso, di Emilia Sonni Dolce del romanzo di Antonio Tabucchi  e del film di Roberto Faenza “Sostiene Pereira” organizzata da ItalLIBRI in collaborazione con il Circolo Centofiori, mentre, presso l’Istituto Italiano di Cultura, si è discusso sul rapporto tra lingua e creatività, con la partecipazione del “Gruppo di Letteratura spontanea” con: Pensieri – poesie – proiezioni.

Dal 28 ottobre al 2 novembre, nell’ambito della rassegna “Cinque giorni ed una notte italiana” che si terrà al Gasteig (Rosenheimerstr. 5), segnaliamo i film organizzati dal Circolo Centofiori: lunedì 28, il film “Spiel mir das Lied vom Tod”, di Sergio Leone, musica di Ennio Morricone; martedì 29, il film “Gli occhiali d’oro”, di Giuliano Montaldo, musica di Ennio Morricone; mercoledì 39, proiezione del film “La chiave”, di Tinto Brass.musica di Ennio Morricone; giovedì 31 ottobre verrà proiettato, sempre nell’ambito della rassegna “Una notte italiana”, il film “La scorta”, di Ricky Tognazzi, musica di Ennio Morricone e venerdì 1 novembre il film “Cinema Paradiso”, di Giuseppe Tornatore, musica di Ennio Morricone.

Ulteriori informazioni sono reperibili nel sito del Circolo Centofiori (http://www.hometown.aol.com/infocentofiori)

 

 

BELLUNO: CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER VOLONTARI OSPEDALIERI 2002 

L’A.V.O., come ogni anno organizza, a partire da lunedì 21 ottobre prossimo, il 12^ Corso di formazione ed aggiornamento per volontari ospedalieri per il 2002. Il corso, che comprende dieci lezioni, della durata di 2 ore circa ciascuna, si terrà nella sala riunioni dell’Ospedale San Martino di Belluno, ed ognuna di esse avrà un tema specifico. La prima, alle 17.30 del 21 ottobre, sarà tenuta dal dott. Lucio Di Silvio, Direttore Sanitario dell’ULSS n. 1 sul tema “Quale Sanità sostenibile nel XXI^ secolo”; la seconda, giovedì 24 ottobre, sempre alla stessa ora e nello stesso luogo, avrà quale docente il prof. Antonio Saracino, consigliere delegato regionale FEDERAVO, sulla “Storia, struttura e finalità dell’Avo in Italia e a Belluno”; la terza, lunedì 28 ottobre si terrà sulle “figure professionali” che si incontrano in reparto: il medico, la caposala, l’infermiera, e sui principi di igiene ospedaliera”, mentre giovedì 21 ottobre il sig. Moreno Tollot, assessore provinciale alle pratiche sociali e al volontariato, parlerà sul tema: il ruolo del volontariato in provincia di Belluno”. Lunedì 4 novembre saranno le volontarie Avo a illustrare il loro decalogo; mentre giovedì 7 novembre sarà don Ivano Brambillla, cappellano dell’Ospedale a spiegare l’”ascolto come terapia”. Martedì 12 novembre la dott.ssa Maria Rosa Candeago, medico neurologo dell’ospedale di Belluno, parlerà sulle “depressioni del malato anziano” e lunedì 18 novembre, sarà il prof. Paolo Colleselli, primario di pediatria, a intrattenere i presenti sulla presenza del “volontario nel reparto di pediatria”. Giovedì 21 novembre, il dott. Giuseppe Tormen parlerà sulla “dignità, i bisogni e i diritti del malato”. Nell’ultima lezione, lunedì 25 novembre, parleranno i volontari sulle loro esperienze di servizio nei vari reparti.

L’Associazione volontari ospedalieri, formata da volontari che dedicano gratuitamente parte del loro tempo al servizi dei malati, sono “una presenza amica nella sofferenza e nella solitudine”. Questo può sembrare difficile, ma l’ammalato sente che chi lo avvicina non lo fa per un interesse personale ma solo con lo scopo di offrire con l’aiuto, anche amicizia e solidarietà.

Per diventare volontari AVO è necessario seguire il ciclo di lezioni del corso di formazione, impegnarsi in un tirocinio di sei mesi in ospedale, affiacando un volontario già in servizio e offrendo una mattina o un pomeriggio alla settimana di presenza in un reparto che gli verrà assegnato e, naturalmente, anche se non sono fissati limiti di età, essere in buone condizioni fisiche e psichiche. Dopo sei mesi di presenza riceverà il distintivo dell’Associazione ed entrerà a far parte dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Belluno, sottostando al Regolamento dell’Associazione ed in particolare ad un impegno settimanale di due ore e mezza continue.

L’Avo di Belluno ha festeggiato di recente con una solenne e festosa cerimonia, alla presenza delle autorità e di tanti amici “volontari” ospedalieri in attività, i suoi primi dieci anni di vita nell’ospedale di città e nella casa di riposo “Maria Gaggia Lante”. Era presente anche il presidente della FEDERAVO Nazionale, prof. Erminio Longhini che, nel suo pregevole intervento, ha illustrato sotto i più vari aspetti, la preziosa opera che svolgono con la loro presenza nei reparti ospedalieri i nostri volontari. Sincere parole di riconoscenza sono state quelle del direttore generale dell’ULSS 1 di Belluno, dott. Angelo Lino Del Favero che, dieci anni or sono, aveva accolto con entusiasmo l’iniziativa presentata da un piccolo nucleo di volontari con a capo, la signora Barcelloni Corte, che essendo in servizio da dieci anni hanno ricevuto un piccolo e prezioso dono per l’attività prestata in questo primo decennio di vita dell’Avo con la presenza -  che è del tutto gratuita - l’umiltà, l’attenzione ma, soprattutto, amore e amicizia per la persona sofferente.

 

 

I VINCITORI DELLA XXVI EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE “EMIGRAZIONE”

Un successo senza precedenti è arriso alla XXVI edizione del Premio Internazionale “Emigrazione”,  operante con le sezioni di saggistica, giornalismo, narrativa e poesia e del Premio “Onore al merito”, istituito in favore di coloro che con il lavoro hanno onorato l’Italia nel mondo, organizzata dall’Associazione Culturale “La Voce dell’Emigrante” e dal Comune di Pratola Peligna, con la collaborazione della Regione Abruzzo, del Comitato Regionale Emigranti Abruzzesi e sotto l’alto patrocinio del Ministero per gli Italiani nel Mondo.

Presenze prestigiose e di respiro internazionale, unitamente all’ elevata qualità letteraria e accademica, hanno caratterizzato la manifestazione con saggi, racconti, articoli e poesie apprezzati e applauditi dal numeroso e qualificato pubblico presente.

La cerimonia di premiazione è avvenuta presso l’aula consiliare del Comune di Pratola Peligna alla presenza del dott. Laureano Leone, console onorario del Canada in Italia, dell’assessore provinciale Danilo Rossi e del sindaco dott. Corrado Di Bacco che ha letto i messaggi augurali del governatore Giovanni Pace e del Ministro Mirko Tremaglia.

La giuria, composta dal Corrado Di Bacco, esperto dei problemi economici comunitari, Vittoriano Esposito, scrittore e critico letterario; Liliana Biondi Di Fabio, docente di letteratura italiana nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università dell’Aquila; Vincenzo Centorame, giornalista e presidente del Centro Studi sul Multiculturalismo; Angelo De Bartolomeis, direttore de “La Voce dell’Emigrante” e presidente dell’omonima associazione; Pina Di Berardino, segretaria, ha assegnato i premi come seguono:

Sezione saggistica: 1.premio a Santa Casciani di Cleveland, OH, U.S.A. per l’opera “Una nuova visione della storia Italo Americana. La storia e la verità della narrativa”; 2. premio a Marcello Bonitatibus, Pettorano sul Gizio (AQ), “Tra memoria e futuro. Sulmona e il suo territorio dall’archeologia a internet”; 3.premio a Virginia Sciutto, Assergi (AQ), “Le rappresentazioni del partire. Almost America”. Segnalati: Liceo Sociopsicopedagogico, classe IV sez.B, Sulmona (AQ), “Il viaggio della speranza”, indagine statistica e sociologica sul fenomeno dell’emigrazione di Sulmona; Generoso D’Agnese, Pescara e Dom Serafini, New York, U.S.A., “Abruzzoamerica”.

Sezione giornalismo: 1.premio a Generoso D’Agnese, Pescara, “Gli italiani controcorrente”; 2.premio a Athe Gracci Biasci, Pontedera (PI), “Figurinai della Lucchesia”; 3.premio a Beniamino De Nardis, Francavilla al Mare, “Globalizzazione, emigrazione abruzzese all’estero e identità imprenditoriale”.

Sezione narrativa (edita): 1.premio a Jo Pagano, Denver, Colorado, U.S.A., “Nozze d’oro”, Avagliano Editore; 2.premio a Nicola Di Paolo, Siena, “Mentuab”; 3.premio a Francesco Dell’Apa, Roma, “Il cielo è uno”. Segnalati: Fulvio Di Lieto, Roma, “Ritorno a Pasidonia”; Luca Nicolae, Bucarest, Romania, “Il sopravvissuto”.

Sezione narrativa (inedita): 1.premio a Lucia Marcone, Teramo, “Come una rondine che non fa primavera”; 2.premio a Silvana Perotti, Napoli, “Il figlio”; 3.premio a Patrizia Lombardi Rossi, Teramo. Segnalati: Antonella Tafuri, Roma, “Il ritorno”; Nino Agnello, Agrigento, “Elegia della memoria”.

Sezione poesia (edita): 1.premio a Benito Sablone, Chieti, “L’angelo di Redon”; 2.premio Anila Hanxhari, Durazzo, Albania, “Assopita eraba dell’est”; 3.premio a Angelo Terrasi, Sulmona (AQ), “L’ultima spiaggia”. Segnalato: Ismail Bresku, Durazzo, Albania, “Come una farfalla”.

Sezione poesia (inedita): 1.premio a Teodora D’Onofrio, Filiano (PZ), “Nella terra dei calanchi”; 2. premio a Giuseppe Vetromile, Madonna dell’Arco (NA), “Per una donna del vicino est straziata”; 3.premio a Franca Battista, Fontana Liri (FR), “Partenza”. Segnalati: Maria Rosa Viglietti, Pescara, “Il lungo viaggio”, Gian Marco Pedroni, Vignola (MO), “1873, da Fairbanks”; Stefano Stringini, Vasto (CH), “Foglio di via”.

Nel corso della serata sono state consegnate l’onorificenza “Onore al merito” e sono stati ascoltati sette personaggi dell’emigrazione che, con il lavoro, hanno onorato l’Italia nel mondo. Dal Venezuela: Americo Belviso, Pasquale Di Giampaolo Buccella, Francesco Michelangelo, Franca Maria Rasetta in Michelangelo; dall’Argentina: Guillermo Ignacio Rucci; dall’Italia: Osvaldo Bonsignori e Nicola Di Paolo. 

Il Presidente, Prof. Angelo De Bartolomeis

 

 

LA GUERRA STRIDE CON LE COSCIENZE

Le forti tensioni politiche che da oltre un anno scuotono questo nostro mondo con nuovi rigurgiti di guerra, sabato scorso, hanno richiamato nella sede della sezione dei Ds di Zurigo diverse decine di iscritti e simpatizzanti intervenuti per ascoltare il dibattito sul tema: ”Prima di tutto la pace. Perché la guerra in Iraq?”. Ospiti della discussione, Salvatore Loiarro, responsabile della segreteria dei DS in Svizzera per le politiche del lavoro, Laura Fazioli, esponente del Partito Socialista ticinese, Koni Loepfe, segreterio zurighese del Partito Socialista Svizzero, Filippo Penati, membro della direzione dei DS e segretario della federazione di Milano, e  Michele Schiavone, segretario nazionale dei DS in Svizzera.

Il dibattito, come era previsto, ha messo a nudo le diverse sensibilità sull’interventismo in Iraq e sul radicalismo pacifista che contraddistinguono del resto anche le posizioni delle forze di sinistra del nostro continente. Argomenti a favore e contrari ad un intervento degli americani in Iraq, comprese le peculiari differenze, sono state evocate nell’intervento introduttivo di Salvatore Loiarro, che come sua abitudine  è riuscito a trasmettere ai presenti forti sentimenti emotivi, motivando il suo pacifismo quale condizione per ridurre ed appianare gli squilibri che contraddistinguono i paesi ricchi dai paesi poveri, le società più avanzate da quelle condannate alla subordinazione economica, finanziaria, sociale e culturale. Battagliere le considerazioni di Laura Fazioli, che ha sottolineato come in questa guerra guerreggiata i protagonisti occidentali non sempre hanno il coraggio di ammettere il vero scopo del loro accanimento bellico, quando è evidente che gli interessi che perseguono gli americani e gli inglesi sono di natura economica e miranti all’egemonia su aree geografiche ricche di materie prime.

Lo stesso Koni Loepfe ha sottolineato che l’interventismo americano non è dettato necessariamente dalla lotta al terrorismo, che ciò  ha le sembianze di un alibi camuffato quale  risposta alle atrocità dell’11 settembre, ma dalla volontà di guerra che avrebbe l’effetto di ricompattamento patriottico per distogliere l’attenzione dei cittadini dalle difficoltà interne dell’attuale governo. Una tesi sostenuta anche da Filippo Penati, che ha illustrato le differenziazioni emerse nel voto del centro sinistra italiano al momento della decisione di inviare il battaglione di alpini in Afganistan, indipendentemente dalle decisioni dell’ONU. Una differenziazione sui contenuti che da sempre contraddistingue le diverse anime della sinistra e del centrosinistra, che su questioni di principio quali la guerra e la pace  non può e non riesce ad attenersi alla disciplina di partito, perché sono argomenti che stridono con la coscienza soggettiva di ognuno. Sono queste del resto decisioni che  è improprio assumere ad esempio quando si parla di coerenza sulla politica estera delle forze che siedono in parlamento. Le stesse motivazioni della guerra ci fanno capire, a detta dello scrivente, che la pace non viene più percepita come un dogma, come una condizione per la libera coesistenza di idee, di culture, di religioni, come hanno insegnato Martin Luther King, Ghandi, Nelson Mandela o semplicemente John Lennon con le sue canzoni. Da oltre un decennio eufemismi, nuove dizioni, elaborazioni filosofiche teorizzano e giustificano la guerra giusta, la guerra preventiva, la guerra santa. Resta a tutti noi il compito quotidiano per  tenere alto il valore della pace, per farci affermare che sempre ed ovunque la pace è possibile. Questo era sicuramente il messaggio e l’obiettivo dell’incontro promosso dai Ds e dalla Colonia libera italiana di Zurigo.   

                                                                                                         Michele Schiavone

 

 

BASILEA: LA GIORNATA DELLA POESIA E DELLA PROSA

Domenica 20 ottobre ha avuto luogo a Basilea la prima edizione del Concorso di poesia e prosa organizzato dal Circolo Culturale Realtà Nuova.

Un folto pubblico ha assistito alla premiazione e alla lettura delle opere, nella sede dell’associazione. Erano presenti, tra gli altri, il Console Generale di Basilea Antonio Mescolini con la consorte e Giovanna Meyer Sabino, studiosa dell’emigrazione italiana in Svizzera. Rocco Burdino, rappresentante del comitato direttivo del circolo, ha salutato i convenuti e ha presentato la giuria (incaricata di selezionare le opere e nominare i vincitori), composta da Leonardo Zanier, presidente della Fondazione ECAP in Svizzera e poeta affermato egli stesso, da Giulia Egli, insegnante di Basilea, e da chi scrive.

Quasi settanta lavori inviati da ogni parte della Svizzera – qualcuno anche dall’Italia – sono stati nelle scorse settimane accuratamente esaminati e valutati dai membri della giuria, dapprima separatamente quindi nel corso di una riunione congiunta in cui le singole valutazioni sono state messe a confronto e ridiscusse per arrivare ad un giudizio comune.

Il lavoro di selezione si è rivelato più arduo del previsto in quanto numerose sono state le opere di qualità sia sotto il profilo stilistico che nei contenuti e comunque tutte sono state espressione del mondo interiore dei loro autori.

Il linguaggio della poesia infatti si fonda sulla ricchezza delle immagini e dei suoni ed assolve una funzione squisitamente emotiva, rivelatrice di un complesso ariticolarsi di sentimenti profondi e riflessioni soggettive.

È risultata vincitrice la poesia “Canzonetta antica con geografia” di Paola Gallo Jarre, residente a Zurigo, nella quale si evidenzia la leggerezza dell’espressione unita all’affettuosa ironia con cui l’autrice si rivolge ad un mondo di operosità femminile.

Il secondo premio è stato assegnato a “La via delle carrozze” di Giovanni Cantarini, di Basilea, per la descrizione accurata e sentita di una realtà cittadina rivisitata con gli occhi della memoria: capacità di creare un affresco anche ricercando il ritmo e la rima, ma senza forzatura.

Terzo premio a “Lungo il viale” di Franco De Guglielmi, di Losanna: rapide e suggestive emozioni evocate da una personale esperienza d’amore che lascia uno strascico lieve di rimpianto.

Sono state inoltre segnalate altre due produzioni: “Donna” di Maria Cristina Burdino, di Basilea, per la forza dei sentimenti e l’affettuosa rievocazione di un mondo contadino visto al femminile, e il breve racconto “La vendetta è un piatto da servire … liquido” di Gabriele Galgani di Coira, dove il gioco ironico e una vivace allegria permeano la vicenda narrativa.

Attestati di partecipazione sono stati consegnati a tutti coloro che hanno inviato una o più opere. Si è quindi proceduto alla lettura delle opere vincitrici, intervallata da piacevoli “stacchi” musicali eseguiti da Pietro Amantea, medico a tempo pieno e apprezzato pianista per passione.

Alla premiazione ha fatto seguito un vivace dibattito sul significato della poesia nel mondo dell’emigrazione, al quale hanno preso parte tutti, dal Console ai membri della giuria ai poeti presenti fino ai “veterani” che hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza anche dolorosa dell’abbandono della patria, ma che hanno anche saputo esprimere vigorosamente nel dialetto natio le proprie emozioni.

                                                                                                                 Silvia Casadei

 

 

BRISBANE: INAUGURATA UNA NUOVA ASSOCIAZIONE DEI LUCANI

Si è conclusa la visita della delegazione della Regione Basilicata in Australia.

La delegazione ha partecipato alle celebrazioni per il 30° anniversario dell’Associazione dei Lucani di Sydney ed ha inaugurato la nuova associazione dei Lucani di Brisbane. La delegazione, di cui faceva parte il Presidente della Commissione regionale dei Lucani nel Mondo, On. Rocco Curcio,  ha anche incontrato la Comunità Lucana di Melbourne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                          DOCUMENTAZIONE

 

Roma, 23-24 ottobre 2002 – Convegno nazionale di studio sul tema:

“PER UNA CULTURA DEL DIALOGO IN UNA SOCIETA’ MULTICULTURALE: L’INSEGNAMENTO DELLA STORIA”

 

Proposta di documento conclusivo (e di dieci indicazioni di lavoro)

 

A – Nel cammino di ricerca culturale che l’Associazione ex Parlamentari della Repubblica si propone secondo le sue finalità statutarie, l’Europa e le relazioni con i Paesi del bacino Mediterraneo occupano un posto centrale per ragioni storiche e per le prospettive che al tema si ricoleggano anche in relazione alla svolta segnata dalle conclusioni della conferenza DI Barcellona (1995).

L’allargamento ormai prossimo dell’Unione Europea ai Paesi dell’Est e la fase di innovazione istituzionale inaugurata con la Carta di Nizza e la Convenzione per lo Statuto Europeo pongono nuovi problemi che devono essere affrontati secondo il carattere multiculturale della società italiana ed europea e i processi di cambiamento sociale che essi comportano.

Tali problemi investono l’area mediterranea e postulano un rafforzamento del partenariato anche per riscoprire i riferimenti di una storia comune.

La globalizzazione, come nuova dimensione del problema sociale, comporta inoltre la mondializzazione dei rapporti culturali, sociali, economici e politici con significati e valenze, nuovi nel loro modo di porsi, nelle loro potenzialità e nei loro sviluppi anche per ciò che è specifico dell’area mediterranea.

                                 

B – Preso atto che il carattere multiculturale della società italiana ed europea costituisce un dato di fatto ineludibile nelle sue implicazioni, si deve constatare la persistente inadeguatezza dei modi e degli strumenti, quasi esclusivamente assistenziali o giuridico-amministrativi, con i quali si intende affrontare la situazione e promuovere un positivo processo di integrazione.

Risulta evidente alla considerazione del Convegno che la problematica attuale è fondamentalmente di natura esistenziale e pertanto investe la condizione delle persone nella vita di relazione famigliare, sociale e politica, tale quindi da doversi affrontare primariamente sul piano culturale e formativo promuovendo una coscienza diffusa di responsabilizzazione e di dialogo.

Il processo di integrazione delle persone nel contesto sociale esige cioè insieme ad un quadro normativo ispirato a valori di democrazia e solidarietà, una cultura diffusa di rispetto delle identità originali delle persone e dei gruppi di appartenenza nel loro divenire storico quale può formarsi soltanto attraverso il dialogo.

Nel rapporto con “l’altro” come nei rapporti tra popolazioni e istituzioni la cultura del dialogo, se accettata e vissuta come valore stabilisce la condizione unica e necessaria per il superamento delle naturali difficoltà.

 

C – Il convegno, nell’enunciato stesso del tema, intende affermare che una via di accesso ad una coscienza diffusa della validità del dialogo può fondarsi su una coscienza storica formata.

La memoria storica del proprio passato e la conoscenza del passato “dell’altro” – persona, popolo, nazione, gruppo etnico, gruppo religioso e della loro interferenza nel tempo e nello spazio – se illuminate da una interpretazione critica che valga a rimuovere visioni esclusive e unilaterali, purtroppo largamente diffuse, possono favorire il reciproco riconoscimento e conferire al dialogo un valore costruttivo nel senso del rispetto, della tolleranza e della solidarietà per una convivenza civile e democratica.

Considerando i numerosi interventi che a livello europeo (Consiglio e Assemblea d’Europa) nel corso dell’ultimo decennio, sono stati compiuti per promuovere l’insegnamento della storia nei nostri Paesi, il convegno ritiene che in questa stessa direzione debbano essere rivolti ulteriori sforzi con la valorizzazione a questo fine delle opportunità offerte dalla scuola e dalle università, dagli istituti di cultura, dai movimenti e dalle associazioni presenti e operanti nella società.

 

D – Le relazioni svolte nel corso del convegno e il dibattito che ne è seguito hanno offerto indicazioni operative importanti da sviluppare ulteriormente e tradurre in progetti. Tali indicazioni possono essere così riassunte:

1.   Promuovere la formazione degli insegnanti di storia secondo una visione dell’insegnamento che ne consideri la natura interculturale, il valore formativo e l’organica connessione con le varie discipline;

2.   Promuovere la ricerca storica nelle università e nelle libere istituzioni favorendo la diffusione e il confronto critico con la dovuta attenzione ai temi della storia contemporanea senza preclusioni;

3.   Adeguare gli ordinamenti che regolano l’insegnamento della storia quanto a orari scolastici, piani di studio, programmazione, apporti della libera ricerca, confronto con gli altri Paesi;

4.   Nell’ambito dell’autonomia riconosciuta alle scuole e nel rispetto della libertà culturale e didattica degli insegnanti favorire programmi scolastici aperti e flessibili per una più adeguata rispondenza alle esigenze del territorio e alle condizioni ambientali;

5.   Assicurare il rispetto e la giusta espressione delle minoranze linguistiche ed etniche nella loro identità storica e sociale;

6.   Promuovere e valorizzare le competenze linguistiche degli alunni e degli insegnanti anche attraverso soggiorni all’estero, partecipazioni a corsi scolastici e seminari di studio presso dipartimenti e istituti di studi storici;

7.   Promuovere la conoscenza storica nel quadro delle attività di educazione permanente come elemento costitutivo della formazione del cittadino valorizzando a questo fine musei, monumenti, ecc.;

8.   Per l’importanza che assume il dialogo inter religioso ai fini della promozione di una convivenza pacifica e solidale, la conoscenza storica delle religioni, in forma adeguata al tipo e al grado di scuola, deve essere compresa nei programmi scolastici;

9.   Considerata la positività dell’esperienza compiuta, il Ministero dell’Istruzione ricostituisca la Commissione Ministeriale per l’Educazione Interculturale come riferimento di partecipazione e monitoraggio delle iniziative promosse dalle scuole;

10.       L’iniziativa di un’assemblea paritetica come luogo democratico del dialogo istituzionale tra l’Unione Europea e i Paesi del Bacino Mediterraneo deve essere rilanciata per la realizzazione di una esperienza concreta di conoscenza e solidarietà nella prospettiva di una comunità Euro-Mediterranea aperta alla nuova dimensione della globalità/mondialità.

 

E – Il convegno riconosce l’impegno dell’Associazione per una problematica di così urgente attualità e auspica ulteriori iniziative di approfondimento, di confronto e di promozione della partecipazione rivolte alle istituzioni e alla società civile con particolare riferimento alla scuola, al mondo universitario e alle associazioni di volontariato.