Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2003

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Dichiarazione della Commissione - Programma legislativo e di lavoro per l'anno 2003
Dibattito: 20.11.2002
Votazione: 5.12.2002

Il Presidente della Commissione europea, Romano PRODI, ha presentato il programma legislativo e di lavoro dell'Esecutivo per il prossimo anno. Il programma di quest'anno è frutto di un metodo nuovo: in base all'accordo di gennaio, le principali istituzioni hanno dato vita ad un dialogo politico strutturato. Vi è grande apprezzamento della Commissione per il contributo del Parlamento. I risultati sono positivi, ma il processo potrà essere migliorato già dall'anno prossimo per una pianificazione più integrata e coerente. Per la prima volta il programma non contiene solo le nuove proposte della Commissione, ma anche le principali proposte che questa ha già adottato e che devono essere ancora esaminate dal Consiglio. Ciò permetterà al Parlamento di partecipare alla programmazione anche di tale aspetto. Si spera che entro fine anno si possa trovare un accordo sulla dimensione interistituzionale della programmazione. Il nuovo metodo di lavoro, però, non si fonda solo sul dialogo interistituzionale, ma anche su un costante scambio d'informazioni e sulla più totale trasparenza verso i cittadini. Nel 2003 la Commissione trasmetterà relazioni mensili di pianificazione operativa al Parlamento e al Consiglio e i cittadini potranno seguire tutte le fasi del dialogo poiché i documenti saranno accessibili su Internet. Si stanno così realizzando le linee direttrici del Libro bianco sulla governance dello scorso anno.

Le priorità di lavoro della Commissione per il 2003 sono: allargamento, stabilità e sicurezza, economia stabile e solidale. Sull'allargamento, la Commissione si impegna a garantire che tutte le parti coinvolte siano in grado di far fronte alle proprie responsabilità sin dal giorno dell'adesione. L'acquis comunitario dovrà diventare nei Paesi candidati normativa nazionale di diritto e di fatto. Vi è poi l'estrema urgenza di una ridefinizione dell'architettura dell'Unione: Prodi confida nella saggezza della Convenzione e nella Conferenza intergovernativa.

L'obiettivo di garantire la stabilità e la sicurezza nell'Unione resta in cima alle preoccupazioni: da esso dipende la convivenza armoniosa e la prosperità dei cittadini. L’armonia però non si può raggiungere se non con l’equilibrio tra lotta al terrorismo e alla criminalità e pieno rispetto delle libertà e dei diritti che caratterizzano il modello politico e sociale europeo. Così si potrà costruire un'area di libertà, di sicurezza e di giustizia. Bisogna poi integrare la sorveglianza delle frontiere esterne; serve una preparazione particolare per i futuri Stati membri che si troveranno a gestire la maggior parte delle frontiere terrestri dell'Unione. Occorre anche consolidare le politiche sui flussi migratori, sul diritto di asilo e sull'integrazione dei cittadini che arrivano legalmente nel territorio europeo. Bisogna rimettere al centro della politica di immigrazione la necessità di integrare gli immigrati legali poiché l'immigrazione legale aumenta la forza culturale ed economica dell'Europa.

È anche essenziale dare nuovo vigore alla politica nei confronti dei vicini più prossimi e costruire una strategia globale per i Paesi che circondano l'Unione allargata: dalla Russia al Mediterraneo. Bisogna spezzare la logica che contrappone chi è dentro e chi è fuori dall'Unione, proponendo forme nuove di partenariato. Non si possono immaginare i confini come una muraglia, ma nemmeno come un elastico. L'obiettivo è di arrivare a condividere, in uno spazio che va dalla Russia al Marocco tutto tranne le istituzioni. Questi legami richiedono anche un grande impegno finanziario per giungere a un'Europa circondata da un anello di amici: il dibattito sui confini non può essere rinviato. La Commissione intende poi svolgere in pieno la sua parte di protagonista sulla scena internazionale, consolidando la stabilità nei Balcani e continuando a cercare nuove condizioni per portare la pace in Medio Oriente.

La terza grande priorità riguarda la politica economica. I cittadini si chiedono cosa farà l'Unione per rilanciare la crescita e l'occupazione: «bisogna raggiungere gli obiettivi di prosperità economica sostenibile e di inclusione sociale che ci siamo dati», ha detto Prodi. Nei prossimi giorni saranno avanzate proposte per migliorare l'applicazione del Patto di stabilità. Si devono gestire le politiche di bilancio nell'Unione economica e monetaria in modo più coordinato allo scopo di rendere le finanze pubbliche più solide e più sostenibili e di rafforzare il coordinamento della politica e della governance economica. Nel 2003 il mercato interno avrà dieci anni; sono stati compiuti passi da gigante, ma in alcuni settori l'opera non è completa, in particolare per quanto concerne i servizi e soprattutto i servizi finanziari. Il 2003 rappresenta la scadenza per integrare il mercato dei capitali di rischio e quello dei titoli.

L'innovazione, che è alla base della crescita e dell'occupazione, gli investimenti nelle risorse umane e nella tecnologia saranno uno dei punti centrali della prossima relazione di primavera. Le risorse che tutti gli Stati membri mettono a disposizione dell'innovazione, però, non crescono. Per questo Prodi ha lanciato un appello: l'Europa non investe nella ricerca, nello sviluppo, nell'innovazione e nelle risorse umane: questi sono i settori colpiti dai primi tagli quando uno Stato si trova in difficoltà. È indispensabile invece uno sforzo per l'innovazione o l'Europa non riuscirà a far fronte agli USA, ma nemmeno all'Asia che sta dando prova di enorme capacità di assorbimento tecnologico.

Sul piano esterno, l'obiettivo è quello di gestire la globalizzazione e far sì che i suoi effetti positivi ricadano sul maggior numero possibile di persone. Il progetto europeo di integrazione è riconosciuto da tutti come unico esempio di gestione democratica della globalizzazione, che non si può far mancare al mondo e soprattutto alle regioni più povere. A settembre, alla riunione ministeriale dell'OMC che si terrà a Cancun, la Commissione vigilerà sul rispetto degli impegni presi a Kyoto, a Monterrey e a Johannesburg: «dobbiamo rispondere concretamente alle grandi speranze che il mondo ripone in noi per una gestione intelligente dei problemi dell'ambiente, del commercio e dello sviluppo». L'Europa rappresenta l'unica speranza, anche se sempre più spesso viene classificata tra i «cattivi».

Dal prossimo anno la Commissione inizierà a realizzare analisi preliminari di sussidiarietà e di proporzionalità per circa 40 proposte selezionate e ne studierà le conseguenze economiche, sociali e ambientali. Tali analisi semplificano e sostituiscono gli attuali strumenti di valutazione di impatto. Dal 2004 tale sistema sarà integrato in tutto il processo normativo. Questo programma di lavoro, ha concluso Prodi, mira a dare ancor più continuità e coerenza all'azione politica, attraverso una cooperazione sempre più stretta tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Il progetto di integrazione europea ha quasi mezzo secolo ma in termini storici è ancora giovanissimo e il 2003 sarà un passaggio cruciale per la storia europea. Nella riflessione sull'avvenire, è molto importante tenere conto di tutte le potenzialità del sistema per capire quali sono gli elementi da riformare.

Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, F) a nome del partito popolare ha commentato favorevolmente l'iniziativa della Commissione che permette uno più stretto coordinamento fra le istituzioni, impegnate in un dialogo costruttivo ed ha proposto che ogni commissario presenti in futuro un documento di orientamento per ogni settore. Bene accetta è anche l'idea delle relazioni mensili al Parlamento così come le tre priorità politiche.

Il gruppo popolare ricorda che è essenziale un buon esito dell'allargamento e la corretta applicazione dell'acquis (necessario in tal senso fornire a tutti i Paesi candidati una versione nella lingua nazionale della legislazione comunitaria e assicurarne la corretta applicazione). Garantire la stabilità e la sicurezza è la seconda priorità: in questo ambito sono apprezzabili le misure decise per progredire nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, relativamente a tutti gli aspetti della vita associata, dai trasporti alla salute pubblica. Importante è pure la creazione del procuratore europeo ma è opportuno aspettare le conclusioni della Convenzione al riguardo. Per quanto concerne il sistema integrato di gestione delle frontiere e le misure contro l'immigrazione clandestina la Commissione dovrebbe presentare delle proposte facendo distinzione fra chi chiede asilo, chi immigra per lavorare e chi chiede protezione internazionale. Il partito popolare richiede inoltre un preciso follow up sull'azione della Corte penale internazionale.

La terza priorità riguarda la definizione di un ambiente economico e di un mercato del lavoro più flessibile e integrato. Il Patto di stabilità presenta alcune lacune e nel programma della Commissione non si fa menzione del pacchetto fiscale né di progressi sull'IVA e sulla base di tassazione (necessaria per un buon funzionamento del mercato unico). Occorre una riduzione delle imposte generali e degli oneri amministrativi e un rafforzamento delle strutture, soprattutto dei trasporti. In particolare occorrono proposte di accordi bilaterali sui trasporti aerei e un'attenzione specifica al libero scambio nell'ambito di Euromed. Le ultime osservazioni riguardano il metodo di lavoro in una comunità a 25 Stati membri, il dialogo transatlantico, il rispetto degli accordi di Kyoto, lo statuto del personale delle istituzioni e lo statuto dell'OLAF che va rafforzato.

Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) ha preso subito dopo la parola, esprimendo preoccupazioni sulla tendenza che sembra emergere dalla Commissione e dal Consiglio a non coinvolgere il Parlamento europeo nella definizione delle future priorità programmatiche ed ha chiesto rassicurazioni in tal senso. Il gruppo socialista accoglie con favore il rilievo dato dal Presidente Prodi alla dimensione sociale dell'allargamento ma ritiene che la Commissione debba impegnarsi di più sull'allargamento: si ricorda che dalla relazione della Corte dei Conti risulta che il programma SAPARD ha speso solo lo 0,1% dei fondi disponibili. Si fa riferimento, poi, allo spirito di Lisbona e Göteborg ma eventi recenti hanno dimostrato che l'Unione non sta svolgendo un ruolo da polo di crescita economica né rafforza la governance. La Commissione ha proposto un Libro verde sui servizi di interesse generale ma i socialisti preferirebbero una direttiva quadro.

Sull'immigrazione si dovrebbe avere un atteggiamento più attivo, ricordando che l'Europa non è solo cristiana (anche la Convenzione dovrebbe riflettere meglio su questo punto). Barón Crespo ha poi invitato la Commissione ad essere più dinamica sul fronte della concentrazione dei media e della libertà di espressione su cui il Parlamento adotterà una risoluzione. Un ultimo problema è costituito dalla necessità di stabilire una data per il mandato finale dell'attuale Commissione: il gruppo socialista non accetta che sia il Consiglio Affari generali a prendere una decisione unilaterale senza aver sentito il PE al riguardo e chiede che un accordo interistituzionale sia presentato al Vertice di Copenaghen.

Nicholas CLEGG (ELDR, UK) ha detto che il suo gruppo è sempre stato critico sull'incoerenza dei programmi annuali della Commissione, ma riconosce i progressi di quest'anno in merito alla direzione politica e alla discussione fra le istituzioni. Le tre priorità presentate da Prodi sono però troppo ampie e le azioni illustrate in quattordici pagine coprono anche ambiti che vanno ben al di là delle priorità illustrate. Il livello di dettaglio fornito per ogni azione legislativa proposta è migliore che nel passato ma ancora insufficiente. Se, come propone la Convenzione, si dovranno coinvolgere i Parlamenti nazionali, occorre fornire documenti chiari e precisi per far capire le proposte. In terzo luogo, sulla valutazione d'impatto per le iniziative da intraprendere il gruppo liberale non crede che la Commissione possa essere l'unico giudice delle proprie azioni e ritiene che la valutazione debba essere indipendente, coinvolgendo anche le altre istituzioni.

Per Yasmine BOUDJENAH (GUE/NGL, F) le tre priorità politiche devono essere valutate rispetto alle sfide che l'Unione si trova ad affrontare, ma non sembra che esse siano in grado di fornire risposte. È necessario rafforzare la partecipazione dei cittadini, ma vi è un divario sempre maggiore: lo si è visto anche al Social forum di Firenze. L'UE porta avanti una politica di sicurezza e difesa basata sulla capacità militare più che sulla prevenzione dei conflitti. A Firenze, ha ricordato, i giovani si sono espressi per un'Europa fraterna, solidale e aperta al mondo. La Commissione invece propone sempre più un'«Europa fortezza». La politica di immigrazione e di asilo non deve essere subordinata al terrorismo: i potenziali lavoratori non devono essere considerati come criminali. Bisogna poi accordare il diritto di voto ai residenti stranieri, già dalle prossime elezioni, quale segnale di un'Europa generosa e fraterna, ma in modo diverso rispetto al progetto della Commissione. La Convenzione, d'altra parte, ha espresso auspici vaghi sulla questione sociale; in tale settore bisogna tenere conto delle aspirazioni dei cittadini, nonché del diritto alla salute, all'alloggio, alla cultura. È poi necessario trattare del dogma della concorrenza e della fissazione di nuovi criteri di crescita, tenendo conto che ci sono dei servizi pubblici da considerare. L'Europa deve avere un nuovo ruolo per la pace e l'aiuto allo sviluppo. La rappresentante della Sinistra unitaria ha infine detto che l'annullamento del debito dei Paesi poveri sarebbe un buon obiettivo, ma in generale servono più iniziative politiche, anche sul Medio Oriente.

Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B) è d'accordo sull'approccio complessivo del programma, ma come rappresentante dei Verdi ha insistito sull'agenda per lo sviluppo sostenibile, non solo nell'Unione europea ma anche al suo esterno. Tale punto resta vago e retorico. Si spera che il rapporto sullo sviluppo sostenibile previsto per il Vertice di primavera non arrivi all'ultimo momento. È stato inoltre sollecitato il rapporto sulle partnership previste per acqua e elettricità, quale follow-up del Vertice di Johannesburg. Per quanto concerne la riuscita della riunione di Cancun, la portavoce dei Verdi ha sollecitato a coinvolgere il Parlamento in merito alle argomentazioni che la Commissione terrà in quell'occasione in modo da non trovarsi di fronte alla stessa situazione verificatasi a Johannesburg, quando un accordo tra UE-USA che segnava il prevalere delle questioni economiche su quelle ambientali sembrava cosa fatta ed è stato sventato all'ultimo momento. Si teme che una mossa analoga sia nuovamente tentata a Cancun.

La valutazione di impatto per gli accordi internazionali è positiva, ma si tratta di un impegno difficile da realizzare anche a causa della mancanza di risorse. Si attende poi la relazione sui servizi d'interesse generale, per i quali si auspica una proposta di direttiva. La rappresentante ha anche chiesto che cosa si intenda fare in merito alla Convenzione delle Alpi e al relativo protocollo sui trasporti. Prendendo come esempio le misure sul PVC, attese per l'estate ma non ancora approvate, Frassoni ha affermato che è inutile negoziare per migliorare la programmazione legislativa se poi le cose non si fanno. I Verdi sono anche preoccupati dell'impatto delle lobby industriali sulle scelte degli strumenti legislativi e paralegistativi dell'UE.

«Lunga vita a tutti», ha esordito Carlo FATUZZO (PPE/DE, I) chiedendo maggiore attenzione sulle pensioni e invitando la commissaria Anna DIAMANTOPOULOU a chiarire le responsabilità della Commissione rispetto alle competenze dei governi nazionali che tagliano le pensioni dei loro cittadini costringendoli a grandi sacrifici.

Giovanni PROCACCI (ELDR, I), accogliendo i grandi obiettivi indicati, ha sottolineato la necessità di definire il futuro dell'Europa e dei rapporti con i nuovi «vicini», soprattutto dopo l'ingresso di Romania e Bulgaria nel 2007. Apprezzando il processo di stabilizzazione volto a creare un anello di paesi amici, Procacci ha affermato che ciò non deve precludere loro la possibilità di accedere in futuro all'Unione alle stesse condizioni degli altri, in modo da estendere il progetto europeo anche al di fuori dei confini geografici del continente. Bisogna prendere coscienza di tale prospettiva: quando la Russia, anche se fra molto tempo, entrerà nell'UE non potrà farlo limitatamente all'area fino agli Urali. Bisogna quindi pensare ad anelli concentrici ed evitare che l'Unione perda una parte fondamentale della sua ragione di essere.

Renato BRUNETTA (PPE/DE, I) ha pregato innanzitutto di non abusare del termine «sostenibile» perché, in fondo, economia sostenibile non significa niente e costituisce solo una «strizzatina d'occhio» all'ambientalismo, alla sinistra e ai Verdi. L'unico ciclo di coordinamento per le politiche economiche, menzionato da Prodi, è necessario perché gli obiettivi del Patto di stabilità devono coniugarsi con gli obiettivi dell'economia reale, del lavoro e del welfare. Se, infatti, il mercato del lavoro è già coordinato dal processo di Lussemburgo, non altrettanto avviene per il processo di Laeken per quanto riguarda il welfare: i due sistemi sono squilibrati, dunque occorre sincronizzarli.

Adriana POLI BORTONE (UEN, I) ha apprezzato gli intenti di Prodi nel settore della solidarietà e della riconversione nel mondo del lavoro ed ha invitato le istituzioni a riflettere sulle politiche importanti per il futuro dell'Europa allargata, in particolare sulla questione dell'immigrazione. «L'integrazione è forse comparabile, a volte, alla sopraffazione di una cultura su un'altra», ha affermato l'oratrice, ma non bisogna temere il confronto e discutere meglio sulla globalizzazione, su Nord e Sud del mondo nonché su Est e Ovest, sull'eventuale sopraffazione nei riguardi di popolazioni che emigrano e che hanno voglia di ritornare nella loro terra. L'immigrazione e il lavoro, insomma sono gli elementi di una nuova conflittualità, alimentata anche dalla crisi dell'industria nei Paesi membri e dalla riconversione del lavoro.
Hans BLOKLAND
(EDD, NL) ha affermato che preparare l'allargamento è una priorità che va interpretata come il dovere di rispettare le diversità culturali, garantendo stabilità e sicurezza. Una migliore gestione delle frontiere comporta, poi, anche il miglioramento dei flussi di emigrazione legale. Lo sviluppo sostenibile continua ad essere una priorità per la Commissione, ma occorre maggiore attenzione alla nuova legislazione ambientale e alla realizzazione del mercato interno, perché, a parte i bei discorsi, i settori dell'energia e dei trasporti richiedono più iniziative. Il problema maggiore sarà il mantenimento in futuro dell'attuale legislazione in un'Unione a 25 Paesi per uno sviluppo adeguato che tenga conto dell'ambiente.

Il Presidente PRODI ha risposto subito ad alcune domande, affermando che la necessità storica ha spinto la Commissione a rafforzare prima la politica impostata a Barcellona e poi ad avviare nuove politiche che si spera possano essere promosse dalla presidenza greca e da quella italiana, in particolare la politica mediterranea. È stato chiesto un rapporto programmatico di ogni commissario alle commissioni parlamentari ma occorre evitare il rischio di frammentazione.

Per quanto riguarda il problema dello statuto dei partiti politici la Commissione presenterà una proposta su cui chiederà l'accordo del Parlamento. Il coordinamento legislativo è essenziale: non si può immaginare senza difficoltà, per il funzionamento della macchina comunitaria, un Parlamento nuovo insieme ad un cambiamento della Commissione. In tema ambientale, pur condividendo le preoccupazioni sullo sviluppo sostenibile e sui trasporti, Prodi ha ricordato che la Commissione ha il merito di aver spinto sia a Johannesburg che a Kyoto, per la maggiore apertura dei mercati e per l'aiuto allo sviluppo.
Sulla questione del pluralismo è innegabile che la Commissione debba continuare a svolgere un ruolo di leadership ma per tenere vivi tutti i dibattiti in modo credibile occorre un impegno finanziario e una adeguata gestione delle risorse, altrimenti si fanno solo moralismi e non si cambia la situazione mondiale. Per quanto riguarda l'immigrazione è vero che non c'è solo quella illegale e che l'integrazione deve essere migliorata, ma la maggior parte degli immigranti è sempre più stabile e desiderosa di integrarsi in Europa e non si può rischiare una società frammentata: l'integrazione è l'unico modo per poter garantire a tutti la parità nel rispetto assoluto di tutte le culture e le tradizioni, senza conflitti
. Ciò comporta ovviamente una politica dell'immigrazione più articolata.

Loyola de PALACIO ha replicato esprimendo soddisfazione per il dibattito positivo, ribadendo poi l'impegno già espresso da Prodi sull'allargamento, sulle relazioni con i Paesi balcanici e i nuovi futuri vicini dell'Unione, sui cambiamenti strutturali necessari a promuovere i concetti di Lisbona, ovvero una società basata sulla conoscenza, sulla piena occupazione e sulla maggiore concorrenzialità.

Ha poi ricordato, per quanto riguarda la comitatologia, che il gruppo di alto livello di cooperazione interistituzionale sta negoziando con il Consiglio per trovare un terreno comune. Le ambizioni della Commissione, pur essendo ampie, possono essere realizzate ma occorrono maggiori risorse. Un'ultima precisazione ha riguardato il cielo unico, il compito di coordinamento della Commissione, nonché gli ambiti di competenza di Eurocontrol e dei governi nazionali. La commissaria ha infine menzionato i pacchetti di misure ambientali Erika I ed Erika II, la cui applicazione è resa ancora più urgente dal recente disastro della petroliera Prestige al largo delle coste spagnole.

La commissaria Anna DIAMANTOPOULOU ha affermato che le iniziative legislative per il prossimo anno si basano sull'agenda sociale adottata a Nizza e sulle nuove proposte scaturite dai dibattiti in commissione parlamentare, segno di una proficua collaborazione tra istituzioni. Nel 2003 dovrebbe essere effettuata la revisione dell'agenda sociale e il Parlamento ne sarà coinvolto; lo «scoreboard» sarà pubblicato a gennaio e a marzo saranno valutate le eventuali integrazioni necessarie. Per quanto riguarda le pari opportunità, è prevista la codificazione di tutta la legislazione presentata negli ultimi anni; la parità tra sessi è una questione orizzontale che necessita di impegni qualitativi e quantitativi. Su tale tema è poi prevista una relazione sul «mainstreaming» delle varie politiche.

In merito alla strategia per l'occupazione, la commissaria ha sottolineato che vi sono raccomandazioni a quasi i tutti i Paesi membri, segnalando peraltro la mancanza di cooperazione nella definizione di programmi nazionali per l'occupazione; tale obiettivo può essere raggiunto facendo riferimento alle migliori prassi o ripensando il ruolo dei Parlamenti nazionali sulla materia nell'ambito della Convenzione. Nel 2003 inizierà un coordinamento tra strategia per l'occupazione e misure di tipo economico: ciò è fondamentale per uno sviluppo sostenibile, poiché si considerano le conseguenze sociali per ogni decisione di carattere economico e ambientale. Nel 2002 per la prima volta a livello europeo si è raggiunto infine un accordo per affrontare la questione delle pensioni, che finora ricadeva nella sfera della politica finanziaria. Oggi sono stati fissati tre principi guida per i sistemi pensionistici: sostenibilità, adeguatezza e capacità di adattamento e per la prima, è stato usato il metodo aperto di coordinamento. Tra qualche giorno vi sarà la prima relazione basata su tale approccio e una comunicazione sulla sicurezza sociale è prevista per il 2003.

Antonio VITORINO ha richiamato l'attenzione sul fatto che sulle politiche scritte l'impegno della presidenza danese ha portato ad un lavoro intenso sull'Afganistan. La Commissione presenterà nel 2003 un progetto di direttiva su norme minime per il riconoscimento delle misure di rientro. Per la politica di integrazione sono previsti alcuni progetti pilota da lanciare entro il 2005, promuovendo prassi migliori, ma non c'è base giuridica per una politica di integrazione coordinata a livello europeo. Sull'immigrazione e sull'asilo la Commissione ha già presentato tutte le proposte richieste dai Consigli di Tampere e Laeken ed ora spetta al Consiglio decidere. Gli unici elementi nuovi sono la politica di ristabilimento e la protezione a livello regionale (ovvero la richiesta di asilo anche fuori dell'UE). Nuovi accordi sono in preparazione con Cina, Algeria e Turchia e presto sarà presentata una relazione sulla suddivisione degli oneri per il controllo delle frontiere esterne. Ciò richiede un partenariato con i Paesi terzi per affrontare l'immigrazione illegale e trovare gli strumenti finanziari adeguati, a parte le iniziative già avviate come il controllo comune delle frontiere esterne finanziate con il programma ARGO. Nella lotta al terrorismo la priorità è per l'identificazione delle fonti finanziarie del terrorismo. Si sta lavorando, infine, a norme minime di garanzia di procedura penale nei Paesi membri.

Erkki LIIKANEN ha replicato brevemente assicurando che i servizi del commissario Chris PATTEN collaborano attivamente con i suoi e che presto si terrà una riunione di tutti i commissari responsabili delle relazioni esterne per ridefinire la politica dell'Unione e far sì che l'industria della difesa sia in grado di affrontare le nuove sfide, ma questo sarà argomento di altro dibattito.

Poul NIELSON condivide la preoccupazioni di alcuni sul Vertice di Johannesburg: si può infatti parlare di «non eventi» per quella riunione perché non vi è stato nulla di nuovo, non è stato aggiunto o tolto nulla agli attuali accordi OMC. Si è valutato un eventuale cambiamento del calendario, ma ciò non è avvenuto: se non si può essere soddisfatti, non bisogna nemmeno essere completamente insoddisfatti. Il nucleo centrale del follow-up sarà l'iniziativa europea su acqua ed energia, su cui si sta lavorando con gli Stati membri in vista del Consiglio di primavera. Serve maggiore rapidità nell'attuazione delle misure, soprattutto per le attività del Fondo di sviluppo. In tale ambito, si stanno compiendo progressi ma ci sono problemi di strutture. Si attende il via libera dell'ultimo Paese, poi, per dare avvio al 9° programma di sviluppo. Anche il profilo agricolo dell'Europa rientra nel banco negoziale globale post-Johannesburg.

A conclusione del dibattito è intervenuto a nome del Consiglio Bertel HAARDER il quale si è rallegrato per questo dialogo istituzionale, primo nel suo genere. La presidenza danese accoglie con favore le priorità della Commissione e sollecita la conclusione di un accordo interistituzionale più progredito in merito al programma di lavoro. Bisogna dimostrare flessibilità: il Consiglio è disposto a fare concessioni su alcuni temi, ma per altri sarà difficile, ad esempio per quanto riguarda la comitatologia perché vi sono situazioni molto diverse negli Stati membri. A dicembre sarà presentato il programma di lavoro per le presidenze in carica nel prossimo anno: Haarder è convinto che esse non faranno riferimento solo al programma dell'Esecutivo, ma terranno conto delle opinioni espresse dai deputati.