Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 201 del 9/10/2002
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3197)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Craxi. Ne ha facoltà.

BOBO CRAXI. Signor presidente, onorevoli colleghi, questo testo cerca di migliorare, se possibile, la legge Bossi-Fini anche se non è privo di qualche incongruenza e di qualche elemento discutibile. Esso raccoglie una sensibilità politica che peraltro emerse nel dibattito parlamentare dello scorso mese sulla legge. Certamente, non è un successo per tutti coloro che esprimono delle posizioni estreme sulla questione dell'immigrazione e per tutti coloro che hanno nei confronti di questo fenomeno un atteggiamento, oserei dire, capriccioso. In questa sede, non mi interessa fare raffronti sul numero degli sbarchi e sul numero delle espulsioni che sono avvenuti durante lo scorso Governo o durante questo Governo. Ciò che non possiamo non constatare e non vedere è che il fenomeno degli sbarchi non cessa e non cesserà, dal momento che vi sono viaggi della speranza che sono incoraggiati dalle notizie che dicono che in Italia si sta per varare una nuova legge sull'immigrazione. Questo di fatto, in qualche modo, ci obbliga a padroneggiare e a governare il fenomeno, non soltanto attraverso le leggi, ma anche attraverso altri provvedimenti di carattere governativo.
In occasione della discussione sulla legge sull'immigrazione avevo presentato un ordine del giorno riguardante il diritto di asilo che il Governo accolse. Ebbene, in occasione di questo voto, io chiedo al Governo che la questione del diritto d'asilo venga presa sul serio e che sia possibile armonizzare la legge del nostro paese alla disciplina delle direttive della Comunità europea sul diritto d'asilo. È un fatto di civiltà e un fatto politico di grande rilevanza ed è un vulnus da riempire perché esso rappresenta per noi - lo ripeto - non soltanto un obbligo, ma anche un'occasione per evitare che questi sbarchi clandestini siano trattati alla stregua di sbarchi di criminali. Si tratta, in parte, anche di cittadini che fuggono da regimi autoritari e che quindi chiedono, come è loro diritto, un asilo politico. Il testo del decreto-legge migliora le condizioni di reintegro di tutti coloro che hanno vissuto nel nostro paese fuori dalla legge in uno stato di irregolarità e di illegalità. Inoltre, in qualche modo, consentirà una riemersione del lavoro irregolare e accrescerà anche il numero degli obblighi e delle possibilità che le aziende avranno di potersi mettere in regola con la legge dello Stato.
Capisco che non piaccia a tutti coloro che in qualche modo avevano impedito durante la discussione sulla legge Bossi-Fini che questo potesse avvenire, ma il provvedimento fissa regole chiare e termini chiari ai quali si dovranno attenere tutti. Incomincia per noi, per questo Governo e, in generale, per il nostro paese, l'opportunità di governare l'immigrazione e di non subirla. Pertanto, mi rivolgo alle forze della maggioranza che sono scettiche su questo provvedimento: questo provvedimento in qualche modo aiuta tutti noi a comprendere quale dovrà essere l'atteggiamento nei confronti dell'immigrazione nei prossimi anni.
Con la paura non si va da nessuna parte, fare leva sulla paura è un cattivo esempio, è una cattiva politica, è una cattiva capacità di governare i problemi complessi come quelli che noi abbiamo di fronte.
Preannuncio il voto favorevole a questo provvedimento dei deputati del gruppo Misto-Liberal-democratici, Repubblicani,


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Nuovo PSI (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoni. Ne ha facoltà.

CARLO LEONI. Signor Presidente, annuncio - e vorrei motivarle brevemente - le ragioni del voto contrario del gruppo dei Democratici di sinistra.
Nella discussione di questa mattina, più volte diversi colleghi della maggioranza - tra questi il collega Landi di Chiavenna - hanno inteso insistere sul fatto che con questo decreto-legge si procede, non ad una sanatoria, ma ad una regolarizzazione. So che questa presunta differenza rappresenta un tema molto caro ai colleghi della Lega che non vogliono chiamare le cose con il loro vero nome. La sostanza non cambia, vi sono cittadini stranieri che lavorano in forma non regolare che con questo provvedimento vengono sanati. Si scelgono quei clandestini che dovevano essere ributtati da un giorno all'altro fuori dai confini del nostro paese, i quali vengono fatti oggetto di una sanatoria anche molto consistente.
Il fatto politico della vicenda è esattamente questo; dopo aver gridato, non solo durante la campagna elettorale, ma anche nei mesi scorsi e in occasione della legge Bossi-Fini contro le sanatorie e aver giurato che questo non sarebbe mai stato il Governo delle sanatorie, i colleghi della maggioranza e della stessa Lega nord si apprestano, premendo il pulsante verde, ad approvare la prima, ampia sanatoria di questo Governo.
L'onorevole Landi di Chiavenna, come altri colleghi, afferma che si tratterà della prima e ultima sanatoria. A questo punto inviterei i colleghi della maggioranza e del Governo a un po' di prudenza nel lanciarsi con sicurezza laddove non possono permettersi di agire con altrettanta sicurezza. Dico questo perché il decreto-legge in questione dimostra concretamente che, dopo un anno e mezzo di vita del Governo Berlusconi, già ci troviamo di fronte al fallimento della strategia dell'esecutivo sul tema dell'immigrazione. Certo, non era difficile che fallisse una strategia fatta di pura propaganda come se ci trovassimo ancora a vivere una lunga ed interminabile campagna elettorale. Gli argomenti di questa propaganda li conosciamo tutti molto bene; tutto ciò che avviene, secondo i colleghi della maggioranza, è sempre colpa della legge Turco-Napolitano e della precedente legislatura. Vedete, è passato un anno e mezzo, non dovete pensare che gli italiani, anche i vostri stessi elettori, siano così sprovveduti da non capire che dopo un anno e mezzo un Governo deve rispondere di quello che fa e di quello che non fa e non può ancora accampare scuse su pretese responsabilità di chi lo ha preceduto.
In secondo luogo, la maggioranza aveva sostenuto che nel momento in cui si fosse trovata in grado di governare non avrebbe permesso più sbarchi di clandestini.
Ricordo che qualche mese fa discutemmo in merito ad un decreto-legge del Governo (se non erro, il tema era esattamente quello di una maggiore rapidità ed efficacia nella distruzione dei natanti sequestrati) e nella relazione al suddetto provvedimento si disse di volerlo convertire per il fatto che stava per arrivare l'estate, stagione che, probabilmente, avrebbe fatto aumentare gli sbarchi clandestini nel nostro paese, per frenare tale fenomeno. I dati del Governo dimostrano, invece, l'esatto contrario: nelle settimane, nei mesi scorsi gli sbarchi sono aumentati. Mi risulta che anche quella strumentazione, che avrebbe reso così rapida la distruzione dei natanti sequestrati, non sia stata poi così efficace, considerate le proteste, per il sovraffollamento nel porto di Lampedusa, scoppiate nel corso di tutto il periodo estivo.
Infine, cardine della presunta strategia del Governo sull'immigrazione fin dall'inizio è rappresentato dal rifiuto di una logica di programmazione per gli ingressi regolari tant'è che il Governo si rifiutò di emanare il decreto flussi per il 2002 perché temeva di indicare una cifra.


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Noi denunciammo per tempo le conseguenze che sarebbero derivate da tale situazione. La situazione avrebbe portato ad un maggior numero di clandestini e ad una minore disponibilità di lavoratori regolari per le imprese industriali, agricole e per i servizi. Questi due elementi (più clandestini e meno disponibilità di lavoro regolare) avrebbero costretto inevitabilmente - è ciò che sta avvenendo oggi - a compiere un'ampia sanatoria. Poteva essere evitata la suddetta sanatoria? Certamente sì. Se fin dall'inizio si fosse adottata una strategia non di propaganda, ma di programmazione, se si fosse studiato, discusso con le regioni, con le associazioni ed elaborato il decreto flussi per il 2002, non vi sarebbe stato bisogno di una sanatoria.
Ricordo cosa si disse anche in quest'aula, in occasione della discussione del disegno di legge Bossi-Fini; secondo il collega Tabacci, e come diversi di noi sostenevano, sarebbe stato giusto, all'interno di un progetto di legge organico, che prevedeva già la regolarizzazione di colf e badanti, prevedere una misura di questo tipo. Ricordo le dichiarazioni espresse all'interno e all'esterno di quest'aula, alcune apparse sui giornali, di esponenti della Lega e di Alleanza nazionale del tipo: Tabacci, se lo scordi, non faremo alcuna sanatoria. Eccoci qua, con i vostri voti una sanatoria diventerà legge dello Stato.
È chiaro che nella situazione data, creata da voi dal rifiuto di una logica di programmazione, un provvedimento di sanatoria di regolarizzazione è inevitabile ed anche necessario. Tuttavia, per placare un certo disagio, certi umori, lo avete scritto che con tanta incongruità e con tali clamorosi errori da rendere impossibile per noi dell'opposizione l'espressione di un voto favorevole sul medesimo.
Non vi sono, al contrario di quanto avviene per tutti gli altri casi nel nostro paese, benefici per l'emersione, anzi vi è addirittura un'incertezza sulle cause di non punibilità per i datori di lavoro; vi è rigidità laddove invece voi predicate il massimo di flessibilità per il mercato del lavoro; non vi è alcuna copertura per il lavoro autonomo e stagionale; si parla di imprese, ma non di libere professioni o di associazioni (tutti aspetti che abbiamo già indicato oggi nel corso della discussione degli emendamenti). La cosa più grave è che non si concede la regolarizzazione a coloro che hanno subito una denuncia e non un giudizio (neanche di primo grado e neanche un rinvio a giudizio). Basta una denuncia, che può essere in sé anche strumento di calunnia o assolutamente infondata o ingiusta, per privare un cittadino straniero del diritto alla regolarizzazione, come è stato ricordato, con efficacia ed energia, oggi contro ogni principio di garanzie, contro il principio della presunzione di non colpevolezza.
Vi sono poi misure contraddittorie ed anche odiose, perché quella secondo la quale, per legge, l'imprenditore si deve rivalere sul lavoratore e sul suo stipendio per il pagamento dell'affitto dell'abitazione è una misura odiosa. È una di quelle misure, al pari di quella che rende così onerosa per il lavoratore la regolarizzazione, che disincentiverà la regolarizzazione in moltissimi casi. Ciò riproporrà la spirale della clandestinità. Ecco allora, cari colleghi, signor Presidente, dopo un anno e mezzo di governo, siamo al naufragio della strategia del Governo Berlusconi sull'immigrazione.
Varate una sanatoria, dopo aver giurato che non lo avreste mai fatto, perché vi siete costretti dalla vostra incapacità; al tempo stesso, create talmente tali ostacoli da rendere la strada spianata nuovamente ad altra precarietà, ad altro sfruttamento, ad altra clandestinità. Fenomeni così complessi non si governano con la propaganda a buon mercato, ma con l'equilibrio, la razionalità, la lungimiranza della quale voi non siete capaci. Queste sono le ragioni per le quali esprimeremo convintamente un voto contrario su questo provvedimento. (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo e del deputato Biondi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.


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GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero ciò che ha ribadito ora il collega Leoni. Questa cosiddetta regolarizzazione è una sanatoria striminzita, che mantiene tutto il suo carattere ingiusto, perché in realtà non è diretta a regolarizzare situazioni di persone che sarebbero nelle condizioni di ottenere un permesso di soggiorno, o come dite voi, un contratto di soggiorno, perché dispongono del lavoro, ma si cerca in realtà di mettere una toppa, minima ed indispensabile, al disastro compiuto attraverso la legge Bossi-Fini. Dopo quella legge nefasta, cattiva ed ingiusta per diversi aspetti, avete avvertito che vi erano problemi.
Si trattava di un problema di relazioni, un problema di proteste e di pressioni che sono venute dal mondo dell'imprenditoria e dalla Confindustria che chiedeva di porre riparo ai disastri che si sono compiuti con quella legge. Infine una serie di proteste del mondo laico esprimevano non soltanto delle istanze sul piano dei principi e della solidarietà con i cittadini stranieri, ma rappresentavano il bisogno di famiglie che senza questa manodopera straniera non avrebbero potuto fruire dello Stato sociale, che ormai non garantisce più nulla se non attraverso l'aiuto indispensabile che ci proviene dagli stranieri stessi.
In base a queste pressioni, ad una mediazione che ritengo mal riuscita all'interno della maggioranza, avete cercato di mettere una toppa. Si tratta di una toppa che mantiene la stessa logica e filosofia che sono proprie della legge Bossi-Fini ed è quindi una sanatoria che mantiene questo carattere di ingiustizia. È una sanatoria che non sana una serie di situazioni, che discrimina fra lavoratori e lavoratori, che spinge migliaia di persone ancora nella clandestinità. Pertanto, i più fortunati e quelli che avranno la possibilità, anche economica, di pagare, perché di questo si tratterà, questa cifra forfettaria che la maggior parte degli imprenditori si rifiutano di integrare potranno così regolarizzare la loro posizione e quindi in modo totalmente dipendente dal datore di lavoro potranno ottenere questi contratti di soggiorno assolutamente transitori; altri invece verranno spinti nella clandestinità per due ragioni di fondo. La prima è rappresentata dal fatto che naturalmente questi cittadini e cittadine stranieri sono arrivati superando ostacoli e difficoltà notevoli perchè non hanno nulla da perdere nel loro paese e sono pertanto disponibili a pagare qualsiasi prezzo, pur di cercare di migliorare la propria condizione. La seconda ragione è perché comunque il mercato e le famiglie italiane hanno bisogno di loro e vi è quindi una richiesta che questo provvedimento non riesce a sanare. Non la sana perché mette una serie di paletti che sono in contrasto con le esigenze del mercato, che voi tanto amate, e non la sana anche a causa di una serie di aspetti che aggiungono ingiustizia ad ingiustizia.
Abbiamo affrontato in modo dettagliato anche la questione relativa alla possibilità di trattenere i soldi per il pagamento delle case - senza alcun controllo e senza alcun consenso da parte del lavoratore questi contributi vengono automaticamente trattenuti dal datore di lavoro - ed è stato aggiunto anche un altro punto - anche questo proprio della legge Bossi-Fini - che riguarda il consolidamento e la conferma di una logica di doppio binario che tratta diversamente i cittadini stranieri da quelli italiani. Si mantiene per i cittadini stranieri l'abolizione di una serie di diritti dal punto di vista giuridico, si nega la presunzione di innocenza anche in questa facoltà di arrivare ad una regolarizzazione di questi cittadini, si confermano delle esclusioni persino giuridiche e non solo sociali.
Ma la sostanza di fondo di questo provvedimento è che la maggioranza di questo Parlamento da una parte, ogni giorno, chiede addirittura l'integrazione dei cittadini stranieri - termine che noi non abbiamo mai apprezzato, perché non crediamo che questo sia da chiedere a stranieri che vengono nel nostro paese; non si tratta di integrazione, della parificazione delle identità, ma della possibilità di convivere, ognuno con le proprie peculiarità culturali e storiche, all'interno di


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una stessa società, con il riconoscimento degli stessi diritti - e, dall'altro, nega persino la minima certezza nella vita quotidiana. Sostanzialmente confermate una perenne transizione, una provvisorietà totale, una precarietà e, quindi, una subalternità di fatto, in questo caso particolare, ai capricci e agli interessi dei datori di lavoro e a leggi che non hanno alcun criterio oggettivo nel loro fondamento.
Dunque, il nostro voto contrario, signor Presidente, deriva proprio dalla filosofia che attiene a questo provvedimento, che è una sanatoria ma non sana un bel nulla dal punto di vista dei principi e della logica che lo ispira. È una sanatoria che non mette riparo alla questione di fondo che è la filosofia della legge Bossi-Fini, che stabilisce comunque che in questo paese vi sono e vi saranno cittadini di serie A e cittadini di serie B nei diritti, quelli formalmente riconosciuti, e poi ci saranno i cittadini di serie C, che saranno i clandestini che si moltiplicheranno ancora una volta di più con questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.

GIANNICOLA SINISI. La ringrazio, signor Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei annunciare il voto contrario dei deputati della Margherita, il gruppo che rappresento, sul disegno di legge di conversione del decreto-legge relativo alla regolarizzazione. Le ragioni per cui il nostro voto sarà contrario, nonostante la disponibilità che in un primo momento avevamo avvertito, discende non soltanto dai lavori in Commissione e in aula - nei quali non c'è stato alcun confronto reale e nemmeno formale sul merito di questo provvedimento -, ma anche da altre ragioni, alcune delle quali sono ragioni di metodo che vorrei brevemente tratteggiare.
Nel 1998, come Governo dell'Ulivo, procedemmo ad una regolarizzazione dei cittadini extracomunitari che si trovavano in una data certa - il 27 marzo 1998 - nel nostro paese e che avevano la disponibilità di una casa e un contratto di lavoro. La sanatoria che voi invece state facendo è una sanatoria a più tempi, senza data certa, con categorie differenziate e - in un caso almeno, quello di cui ci stiamo occupando - con un solo soggetto, il datore di lavoro, che può chiedere la regolarizzazione o la sanatoria
Questo ha generato una situazione di incertezza, un effetto annuncio che si è protratto per mesi e, in seguito a tale scelta, piuttosto rissosa e confusa, di procedere ad una sanatoria - mentre un'altra si era già aperta -, vi sono stati molti sbarchi di clandestini sulle coste siciliane e calabresi e si è registrato un incremento degli arrivi clandestini non meglio definiti, perché, ovviamente, nella loro oscurità, non sono facilmente conteggiabili. Si è tentato di oscurare tutto ciò attraverso un dato riguardante il decremento degli sbarchi di clandestini dall'Albania che è frutto di un lavoro che il Governo dell'Ulivo ha svolto per anni al fine di costruire le ragioni della democrazia, dell'economia e dello sviluppo, affinché i clandestini non partissero dall'Albania. Questo dato di cui certamente vi siete, in qualche misura, avvantaggiati non ha consentito, tuttavia, di portare un rendiconto positivo in quest'aula. Infatti, complessivamente, gli sbarchi sono aumentati e - ribadisco il dato - in Calabria e in Sicilia sono aumentati del 100 e del 150 per cento rispetto all'anno scorso.
Nell'ambito di tutto ciò si inserisce anche la scelta, assolutamente «capotica», di fare regolarizzazioni su regolarizzazioni per categorie differenziate in diversi provvedimenti di legge e come riferimento una data che, ancora oggi, non si capisce bene quale sia, tant'è che un ordine del giorno del collega Bielli è stato inopinatamente non accettato, affermando che era già previsto, mentre, invece, quell'ordine del giorno voleva cercare di dare almeno la seguente certezza: con il riferimento a tre mesi antecedente all'entrata in vigore del provvedimento di legge, non si chiedeva che il lavoratore avesse lavorato per tre mesi, continuativamente, prima dell'entrata


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in vigore di tale provvedimento. Ma, anche su questo, si è preferito fornire un'argomentazione vaga è un po' menzognera, ossia quella di affermare che ciò era già previsto.
Il continuum delle mistificazioni che si sono susseguite in quest'aula fa parte dell'oscurantismo calato sul problema dell'immigrazione nel nostro paese. Il problema non esiste perché non se ne parla più. Il problema non esiste perché le televisioni non ne danno più notizia, a meno che non si tratti di casi di morte e quante morti ci sono state, purtroppo, in questo periodo!
Ma entriamo rapidamente nel merito del provvedimento per spiegare tutte le ragioni che stanno alla base del «no». La sanatoria doveva essere fatta in un corpo solo e con riferimento a una data precisa e doveva riguardare tutte le categorie dei lavoratori perché questo avrebbe consentito emersione e sicurezza nel nostro paese, oltreché lo sviluppo delle nostre aziende. Invece, questo procedere a singhiozzo e per categoria ha provocato e provocherà certamente, non solo confusione, ma anche una rincorsa a precostituire falsi titoli che andranno a determinare ulteriore illegalità nel nostro paese.
Si è scelto di consentire solo ai datori di lavoro di presentare la domanda ma nessuno si è interessato dell'emersione dei lavoratori. Quindi, alla mancata emersione, si aggiungerà il ricatto. In questa sede, vorrei ancora ricordare un fatto tragico: un lavoratore ha tentato il suicidio perché il datore di lavoro si è rifiutato di presentare la domanda di regolarizzazione per il rapporto di lavoro, sebbene il lavoratore ne avesse diritto. Ma non solo.
A questa regolarizzazione, seguiranno i benefici soltanto per il datore di lavoro - i lavoratori che saranno regolarizzati, se sono incorsi in infrazioni amministrative o reati penali in conseguenza del loro rapporto di lavoro, dovranno, in ogni caso, pagare le sanzioni -, per arrivare a quella norma assurda che prevede la possibilità, per il datore di lavoro - invertendo quello che è stato scritto nella legge Bossi-Fini - di prelevare dallo stipendio del lavoratore fino ad un terzo del suo salario per quella casa che, invece, in base alla legge Bossi-Fini, doveva pagare il datore di lavoro; un esproprio non consentito e per il quale sono già maturati determinati diritti.
Infine, sul piano delle garanzie, avete previsto che la sola denuncia, la sola sottoposizione ad un procedimento penale, a prescindere da qualsiasi valutazione di un giudice, potrà costituire valido titolo per l'espulsione: ma rimettere la libertà dei cittadini nelle mani dei singoli, dei privati è incostituzionale! Mi auguro che i cittadini stranieri impugnino questa norma profondamente illiberale che si pone contro i principi di democrazia del nostro paese.
Da ultimo, signor Presidente, onorevoli colleghi, si prevede che anche le espulsioni dei regolarizzandi dovranno procedere: io ho un diritto, lo posso vantare ma, nel tempo stabilito dalla legge per poterlo vantare, posso essere espulso! Che clamorosa incongruenza! Si tratta di un errore non soltanto tecnico-giuridico, ma anche di una contraddizione rispetto alla previsione del testo di legge che voi stessi avete presentato!
Per questi motivi, ma soprattutto per la ragione di fondo che dietro questo provvedimento vi sono ancora tanta discriminazione, tanta intolleranza ed un progetto di società ostile e conflittuale che non ci piacciono, il gruppo della Margherita voterà contro questo provvedimento con grande convinzione ed impegnandosi, per il futuro, non soltanto a far mutare opinione nel paese, ma anche a modificare il testo di legge non appena si presenterà - speriamo presto - l'occasione (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.

GIAMPIERO D'ALIA. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo dell'UDC (CCD-CDU) chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce


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al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza ne autorizza la pubblicazione sulla base dei consueti criteri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Signor Presidente, nel richiamare le motivazioni da me illustrate in sede di discussione sulle linee generali e nel preannunciare il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale, chiedo l'autorizzazione all'eventuale pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto, che mi riservo di depositare.

PRESIDENTE. La Presidenza ne autorizza la pubblicazione sulla base dei consueti criteri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, respingo i tentativi della sinistra di paragonare questa proposta alle loro sanatorie, per ottenere le quali a chiunque bastava la ricevuta di una pizzeria recante una data antecedente a quella dell'entrata in vigore della loro legge. Ricordo che ora servono un posto di lavoro, una casa ed un'identificazione certa: queste sono le differenze tra quello che hanno proposto loro della sinistra e quello che modifichiamo noi!
Comunque, per ragioni di economia dei nostri lavori, rinvio anch'io alle considerazioni da me svolte stamane e, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo della Lega nord Padania, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna di alcune considerazioni integrative della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dussin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, i deputati Verdi, tutti i deputati dell'Ulivo, tutti i deputati dell'intera opposizione voteranno contro questo disegno di legge di conversione del decreto-legge 9 settembre 2002, n. 195.
Ovviamente, noi siamo favorevoli alla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, ma siamo contrari al modo in cui la regolarizzazione viene prevista in questo decreto-legge. Per questa ragione voteremo contro.
Siamo di fronte ad un modo schizoide di legiferare! Soltanto pochi mesi fa il Parlamento ha esaminato ed approvato la nuova legge sull'immigrazione, prevedendo la regolarizzazione delle cosiddette colf e badanti. In quell'occasione, noi, tutta l'opposizione, con i nostri emendamenti, avevamo posto la questione dei lavoratori extracomunitari irregolari allo scopo di arrivare a una regolarizzazione dello stesso tipo di quella che si stava introducendo per le colf e le badanti, ma i nostri emendamenti furono respinti dalla maggioranza di centrodestra.
Anche il collega Tabacci, sulla scorta di un parere espresso pressoché unanimemente (con l'eccezione dei soli deputati della Lega nord Padania) dalla X Commissione, da lui presieduta, aveva posto con forza e convinzione la medesima questione. Come ricordiamo bene tutti, neanche l'emendamento Tabacci fu accolto, ma l'UDC (CCD-CDU) ha giustamente sollevato, nell'ambito della maggioranza - di questo voglio dare pubblicamente atto alla menzionata componente - una questione politica. Così, sia pure tardivamente e malamente, è nato il decreto-legge al nostro esame.
Purtroppo, molti sono i problemi che sono rimasti aperti: è rimasto escluso il lavoro autonomo, la durata di un anno è troppo limitata, la questione della casa ha rovesciato la previsione della stessa legge votata dalla maggioranza di centrodestra, prevedendo, in questo caso - come ha ricordato Sinisi poco fa - l'esproprio di un


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terzo del salario; il problema dei lavoratori stagionali posto da vari emendamenti anche per quanto riguarda la peculiarità dei lavoratori stagionali fino a tre mesi (posto dall'emendamento Zeller, che anch'io ho sottoscritto); la questione delle garanzie processuali dello Stato di diritto, che si dice a parole debbano essere applicate a tutti cittadini ma che con questa legge negate agli extracomunitari; la penalizzazione dei lavoratori rispetto alla non disponibilità di quei datori di lavoro che non vogliono presentare la richiesta di regolarizzazione ma che vogliono continuare ad utilizzarli; in questo caso, allora, bisogna dire: a sfruttarli impunemente in nero; la questione delicata e complessa dell'utilizzo dei rilievi fotodattiloscopici per gli extracomunitari e dei rilievi dattiloscopici per gli italiani, che pone gravi problemi sotto il profilo dell'archiviazione, dell'accesso agli archivi, della gestione dei dati (problemi posti dall'Autorità per la garanzia della privacy a tutte le forze politiche italiane e a tutte le istituzioni italiane).
È giusto, colleghi, combattere la criminalità italiana e straniera, ma è profondamente ingiusto varare norme così stringenti ed al limite del vessatorio, che rischiano di rendere difficile e precaria la regolarizzazione, di aumentare l'instabilità e l'insicurezza, di confermare spesso l'emarginazione e di alimentare purtroppo nuovi fenomeni di clandestinità; in alcuni casi, possono anche nascere fenomeni di criminalità indotta.
Questi sono i motivi, signor Presidente, colleghi, del nostro voto contrario, nostro come Verdi, nostro come gruppo dell'Ulivo, nostro come intera opposizione. Da quest'Assemblea noi vogliamo salutare con amicizia i lavoratori che potranno avvalersi di questo pur difficile e tortuoso percorso. Vogliamo anche salutare quegli imprenditori che sapranno assumersi le proprie responsabilità a questo riguardo, ma ci batteremo e continueremo a batterci perché gli altri non siano inutilmente emarginati e colpiti da norme ingiuste (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, anche il gruppo dei Socialisti democratici italiani voterà con convinzione contro questo decreto-legge, perché la cultura della solidarietà, la cultura della tolleranza, la cultura che ha contraddistinto e contraddistingue i socialisti democratici italiani in questo decreto-legge è totalmente scomparsa; non vi è nessuna traccia di una solidarietà reale nei riguardi degli immigrati. È stato già detto da tanti colleghi della maggioranza, che sono intervenuti e che hanno evidenziato - come ha fatto poco fa l'onorevole Boato - il percorso della legge Bossi-Fini, delle prese di posizione di un'area importante della maggioranza: l'area cattolica dell'UDC, che ha tenuto una inequivocabile e chiara posizione su alcune questioni poste all'interno di questo decreto. Noi ci aspettavamo, oggi, una posizione ferma dell'UDC su questo decreto-legge, che, secondo il nostro punto di vista, non prevede condizioni chiare di solidarietà nei confronti della gente extracomunitaria.
Che cosa, in buona sostanza, abbiamo tentato di modificare con questo decreto-legge? Abbiamo tentato di modificare quei punti che, secondo il nostro punto di vista, erano e sono inconciliabili, incompatibili, visto che creano ulteriori difficoltà - al di là delle questioni della sanatoria che sono stati sottolineati dagli interventi che mi hanno preceduto - soprattutto per quanto riguarda la questione del sommerso, portando a condizioni di non vivibilità e rendendo possibile la continuazione del fenomeno della criminalità all'interno di questo paese.
Il fatto stesso che non si diano possibilità ai lavoratori agricoli che si recano nel Mezzogiorno d'Italia, sta a significare che esiste una logica chiara da parte del Governo. Non si può dire che vi sia una legge riguardante i lavoratori stagionali, perché bisogna verificare i percorsi successivi che in questo decreto e nella stessa legge sono stati definiti e che determinano


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vincoli sicuramente eccessivi, che creeranno, nel prossimo futuro, anche ulteriori condizioni di caporalato.
Come è possibile definire queste come le condizioni per creare una possibilità reale di cittadinanza di questi lavoratori all'interno di uno Stato, come il nostro, che deve garantire l'uguaglianza ed i diritti delle persone? Non è previsto nel decreto-legge al nostro esame e non sono certamente affrontate le questioni riguardanti il sommerso che, anzi, sono accentuate. Le aziende artigianali sono in difficoltà, come spiegavano bene quest'oggi i colleghi dell'opposizione presenti nel Comitato dei nove quando evidenziavano ciò che avviene nella realtà del centro nord, dove è presente una competitività diversa.
Con questo decreto-legge non si consente di realizzare l'emersione dal sommerso e una libera concorrenza tra cittadini extracomunitari e cittadini italiani, fra piccole imprese di extracomunitari ed imprese italiane.
Vi sono contraddizioni di fondo nello Stato di diritto. Colleghi, come è possibile pensare che un cittadino possa essere cacciato con una semplice denuncia? Mi chiedo se sia questo lo Stato di diritto che vogliamo, se sia questa l'uguaglianza dei cittadini che desideriamo e se sia questa la sensibilità presente all'interno del vostro schieramento nel determinare queste condizioni.
Penso sia necessario riflettere con molta attenzione, sapendo che state deliberando la costruzione di un processo che non va a garanzia ed a tutela di un sistema multirazziale e multietnico. State costruendo un sistema in cui esistono disuguaglianze, non certezze e possibilità di ulteriori fenomeni malavitosi. Per questo siamo profondamente convinti nell'annunciare il nostro voto contrario a questo decreto-legge.
Vorrei concludere sottolineando una frase che, qualche tempo fa, diceva il premier albanese: è probabile che tra qualche tempo saranno gli italiani ad emigrare in Albania. Riflettete su ciò, perché potremmo subire lo stesso trattamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin.

PIERANTONIO ZANETTIN. Nel preannunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza sulla base dei consueti criteri.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

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