EMIGRAZIONE NOTIZIE N.34 ñ 2 OTTOBRE 2002

 

LEGGE FINANZIARIA PER IL 2003

APPELLO SULLA SITUAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA 

BENI CULTURALI: LE NUOVE SCELTE DEL MINISTRO URBANI

UNA COMUNITAí ITALIANA IN GERMANIA PIUí ATTIVA E RESPONSABILE DOPO LA VITTORIA DI GERHARD SCHR÷DER

SCHR÷EDER: UN BUON CANCELLIERE ANCHE PER GLI ITALIANI IN GERMANIA

SOLITUDINE E BUGIE

LE PRECISAZIONI DI ZORATTO ALLE AFFERMAZIONI DI PITTELLA E COLONNELLA

NO A CAMPAGNE IDEOLOGICHE INTORNO AI SIMBOLI DELLA FEDE

XXVI PREMIO INTERNAZIONALE ìEMIGRAZIONEî

CHIETI: APERTO UNO SPORTELLO  PER GLI IMMIGRATI

RIUNIONE A PORTO ALEGRE DELLA COMMISSIONE STATALE PER LA ETNIA ITALIANA

A FIRENZE LA FESTA NAZIONALE DI LIBERETAí

DELEGAZIONE DELLA CONSULTA EMIGRAZIONE DELLíEMILIA ROMAGNA IN AMERICA

CARTA DíIDENTITAí EUROPEA: INCLUDERE ANCHE LA CARTA DI SOGGIORNO

A STOCCARDA CON ìPIACENZA NEL MONDOî

IL GOVERNO NON HA ANCORA NOMINATO IL NUOVO PRESIDENTE DELLíINPS

IL 14ƒ CONGRESSO DEI FOGOLARS FURLANS DEL CANADA

TRASFERIMENTO CONTRIBUTI SVIZZERI AVS ALLíINPS: UNA NOTA DELLA CGIL DI ZURIGO

 

DOCUMENTAZIONE

DAL BRASILE

DAGLI STATI UNITI

 

LEGGE FINANZIARIA PER IL 2003

Le leggi ìFinanziarieî, introdotte alla fine degli anni Settanta, come vincoli di indirizzi di programmazione, sono poi divenute momenti di discussione dei consuntivi e dei preventivi di tutti i saldi risultati dalle diverse leggi che nel corso degli anni hanno previsto tutte le entrate e tutte le spese dello Stato, dovendo cosÏ correggere tutte le variazioni risultate nellíanno dalla loro molteplice attuazione. In certo senso le leggi finanziarie hanno dovuto correggere gli effetti della legislazione condensando sui mesi finali di ciascun anno dibattiti generali che il Parlamento, date le scadenze che premono, deve comunque esaurire entro il 31 dicembre, mentre líoriginaria concezione della legge, di indirizzo programmatico generale, avrebbe permesso nel corso degli anni discussioni meno convulse e spesso drammatiche.

In tutto il periodo 1978-2002, a esempio, líindebitamento della pubblica amministrazione, svoltosi allíinizio con la grande inflazione dei primi anni ottanta, ha via via raggiunto gli oltre due milioni di miliardi (in lire), che non Ë ipotizzabile di riassorbire neppure con i pi˜ rigorosi vincoli europei di stabilitý. Anzi gli stessi vincoli europei, posti dal patto di stabilitý, giý spostati dal Vertice di Siviglia, sono ulteriormente rinviati ìal pi˜ tardi al 2006î, purchÈ vi siano ìcorrezioni strutturaliî di bilancio che comportino almeno la riduzione dello 0,5 per cento di ogni disavanzo rispetto al prodotto interno lordo (Pil).

Di qui deve procedere il discorso sul disegno di legge finanziaria 2003 che Ë stato presentato al Parlamento dal Governo. Il quadro della ìmanovraî generale, che non Ë tutta líentrata e la spesa, ma solo quella parte correttiva  di esse, Ë pari a 22 miliardi di euro (44.000 miliardi di vecchie lire), 12,5 dei quali dovranno incidere sulla riduzione del debito per portarlo allo 0,8 per cento alla fine del 2003. Intanto la crescita economica del Paese Ë fissata per lo stesso anno 2003 al 2,3 per cento.

Pi˜ in dettaglio, la manovra di 22 miliardi di euro, composta da entrate e uscite, sarý cosÏ ripartita.

Il deficit di questo anno (con crescita allo 0,6%) si avvicinerý al 2%, mentre per il 2003 si punta allo 0,8, con crescita al 2,3 per cento.

Líossatura della manovra Ë sostanzialmente definita. Oltre alla nuova tranche di cartolarizzazioni e agli incentivi per il rilancio dei consumi, Ë confermato sia il primo modulo della riforma Irpef (5,5 miliardi di euro), sia la prima riduzione dellíIrap (500 milioni di euro). Il concordato fiscale sarý inserito direttamente in Finanziaria: spetterý poi al Parlamento estenderne la portata e trasformarlo eventualmente in una sanatoria vera e propria. Eí in arrivo anche il concordato preventivo triennale per le Pmi, nonchÈ la riduzione di due punti dellíIrpeg (dal 36 al 34%), secondo quanto previsto nel Patto per líItalia. Il Governo lavora poi allíampliamento della platea dei pensionati che beneficeranno dellíaumento a 516 euro, al superamento progressivo del divieto di cumulo lavoro-pensione, mentre si discute se rafforzare líintero pacchetto previdenziale con líestensione erga omnes del metodo contributivo.

Una parte di rilievo dellíintera manovra (un terzo) Ë affidata ai risparmi da conseguire nella Pubblica amministrazione. Queste le misure: potenziamento del patto di stabilitý interno, con misure di contenimento che riguarderanno soprattutto la sanitý; blocco del turn over nella Pa e ricorso massiccio alla mobilitý nel pubblico impiego; taglio alle spese correnti dei ministeri, con interventi mirati sulla scuola; ampliamento del ricorso alle aste online per líacquisto di beni e servizi. Con la Finanziaria sarý finanziata la riforma degli ammortizzatori sociali (750 milioni di euro), mentre per i rinnovi dei contratti pubblici sono in arrivo 765 milioni di euro), di cui 550 milioni per incentivi alla produttivitý e 190 per il personale delle Forze armate e di Polizia.

La maggiore intensitý dei dibattiti parlamentari si svilupperý su alcuni punti in particolare:

Il primo modulo Irpef. Dal 1ƒ gennaio 2003 scatterý il primo modulo dellíIrpef a beneficio dei redditi fino a 25mila euro;

Irpeg e Irap. La Finanziaria prevederý la riduzione dal 36 al 34% dellíaliquota Irpeg, e i primi interventi di riduzione dellíIrap.

Tagli. Questo il men˜: potenziamento del Patto di stabilitý interno, con misure di contenimento che riguarderanno soprattutto la sanitý; blocco del turn over nel pubblico impiego e ricorso massiccio alla mobilitý; interventi mirati nella scuola; taglio alle spese correnti dei ministeri e alla scuola; ampliamento del ricorso alle aste on line per gli acquisti di beni e servizi da tutte le amministrazioni.

Previdenza. Ampliamento della platea dei beneficiari dellíaumento a 516 euro, nonchÈ al superamento del cumulo lavoro-pensione. Si discute se rafforzare il pacchetto previdenziale con líestensione erga omnes del metodo contributivo.

Per la parte, che pi˜ ci riguarda, ci preme sollevare una urgente obiezione che riassume il nostro severo dissenso dalla prassi che ha cancellato líintero capitolo degli Esteri, dedicato allíEmigrazione- e agli italiani allíestero che si esige sia riesumato nei lavori del Parlamento, come Ë in programma in un nostro apposito documento. (G.V.)

APPELLO SULLA SITUAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA 

I recenti tragici avvenimenti di Porto Empedocle dello scorso 14 settembre, che hanno visto la morte di 36 persone, sono stati presentati allíopinione pubblica come líennesimo tentativo di sbarco in Italia da parte di clandestini o immigrati irregolari. Poche voci hanno sottolineato la presenza, tra quelle persone, di tanti che sono scappati da realtý di guerra o conflitto, come la Liberia, e che si attendevano di trovare in Italia un aiuto di carattere umanitario e il riconoscimento del loro diritto di asilo.

Tale episodio costituisce líennesima dimostrazione di come in Italia la tutela del diritto di asilo sia divenuta, nel dibattito politico e culturale in corso, una sorta di appendice del tema dellíimmigrazione e non il riconoscimento di un diritto umano fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione e da Convenzioni internazionali di cui líItalia Ë firmataria.

La situazione dei richiedenti asilo in Italia, giý compromessa da diversi anni per la mancanza di una legge organica in materia, si Ë aggravata dopo líapprovazione della cosiddetta legge Bossi-Fini.

In vista della piena efficacia degli articoli in materia di asilo (che avverrý in seguito allíentrata in vigore del regolamento di attuazione, non prima del 2003) Ë iniziato una sorta di ìperiodo di attesaî, nel quale sono state sospese le giý esigue misure di assistenza previste dalle normative in vigore e la stessa procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato Ë divenuta nebulosa e sempre pi˜ incerta.

Diversi i provvedimenti che vanno in questa direzione:

…         i lunghi tempi di attesa  e la sospensione, in molti casi, delle convocazioni dei richiedenti asilo, per líesame della loro istanza, da parte della Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato;

…         la sospensione, dal 1ƒ agosto 2002, del contributo di prima assistenza, erogato dalle Prefetture, per i richiedenti asilo;

…         il mancato rinnovo di molti permessi di soggiorno concessi per motivi di carattere umanitario;

…         la mancata erogazione a rifugiati riconosciuti del contributo di sostentamento previsto dalla attuale normativa. Inoltre, dal 1ƒ aprile 2002 le Prefetture non stanno accettando nuove istanze;

…         líinsufficiente finanziamento del Programma Nazionale Asilo, che ha costretto molti centri a ridurre al minimo gli ospiti e molti Comuni a ricorrere a fondi propri.

Le realtý firmatarie di questo appello: 

denunciano la condizione attuale dei richiedenti asilo in Italia, sempre pi˜ grave e spesso insostenibile. Molti di loro si trovano ormai da molti mesi senza assistenza, costretti a vagare ogni giorno da un Ufficio allíaltro, senza alcuna certezza sui tempi e le modalitý della propria richiesta díasilo;

chiedono alle Istituzioni competenti di accelerare il pi˜ possibile líesame delle richieste di asilo giý presentate e il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi umanitari.

Chiedono inoltre líimmediato ripristino delle forme di assistenza previste dalla normativa vigente;

invitano il Parlamento a porre al pi˜ presto in discussione le proposte di legge giý presentate in materia díasilo, perchÈ anche líItalia possa dotarsi di uno strumento capace di prevedere, in forma organica, misure di accoglienza, assistenza e integrazione di richiedenti asilo e rifugiati. 

» in gioco il destino di migliaia di persone, spesso vittime di soprusi e persecuzioni, e la dignitý delle nostre Istituzioni e del nostro Paese.

 

Assessorato alle Politiche Sociali-Comune di Roma, Caritas Diocesana di Roma, Casa dei Diritti Sociali-Focus, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Consorzio della Cooperazione Sociale Sol.Co Roma, Federazione delle Chiese Evangeliche (FCEI), Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, Fondazione Migrantes, ICS - Consorzio Italiano di solidarietý, Progetto Casa Verde.

 

 

BENI CULTURALI: LE NUOVE SCELTE DEL MINISTRO URBANI

ìAncora una volta ci si appresta a nominare nuovi dirigenti nel Ministero per i beni e le attivitý culturali senza alcuna chiarezza sulle ragioni e sui criteri che inducono a sostituire chi li ha precedutiî. Lo afferma Franca Chiaromonte, responsabile dei DS per la cultura a proposito dei nuovi incarichi attribuiti al Ministero per i beni e le attivitý culturali.

ìLe decisioni prese riguardano sia le Direzioni per il cinema e per lo spettacolo dal vivo sia settori importanti dei beni culturali; ma la direzione politica del Ministero non spiega quali principi e quali obiettivi sono alla base delle nuove scelte di direzione. Il Ministero, peraltro, sta vivendo una fase ancora iniziale di applicazione della riforma che lo riguarda e, proprio per questo motivo, sarebbe stato certamente opportuno e utile che il Ministro Urbani decidesse di avvalersi delle competenze, delle professionalitý e dellíesperienza delle persone che hanno guidato, con apprezzamento e stima riconosciuti, settori cosÏ importanti della sua struttura.

La discontinuitý, a prescindere dal valore e dalla qualitý delle singole persone, rischia di produrre effetti negativi sulla conduzione del lavoro e sulla realizzazione dei progetti. Ci preme poi richiamare líattenzione sul fatto che ñ conclude Franca Chiaromonte ñ gran parte delle persone sostituite sono donne cosa che indica come anche da questo punto di vista si stiano facendo molti passi indietroî.

UNA COMUNITAí ITALIANA IN GERMANIA PIUí ATTIVA E RESPONSABILE DOPO LA VITTORIA DI GERHARD SCHR÷DER
Ben si comprende la delusione e il fastidio del Consigliere del CGIE Bruno Zoratto per la vittoria e la riconferma del governo rosso-verde, guidato dal socialdemocratico Gerhard Schr–der, mal si intendono e si giustificano invece dichiarazioni fuorvianti e scientemente subdole rilasciate dallo
stesso all'agenzia di Stampa Adnkronos.   
Il consigliere Zoratto sa che le espulsioni di cittadini italiani dalla Germania avvengono soprattutto nei due L”nder, leggasi Baviera e Baden-W¸rttemberg, governate dai partiti conservatori della CDU e CSU, e gestite dai rispettivi ministri degli interni di quelle regioni competenti per la (dis)applicazione delle normative comunitarie. Bruno Zoratto dimentica di precisare che proprio nella circoscrizione consolare di Stoccarda, dove egli Ë residente, si Ë dovuto istituire un gruppo di lavoro paritetico Consolato - Funzionari del Ministero degli Interni del Land Baden W¸rttemberg, per porre un freno alla pratica abnorme delle espulsioni di quel Land.              Inesatta Ë poi l'affermazione che la chiusura di Radio Monaco sia da addebitare al governo federale. Tutta la comunit· italiana in Germania ha stigmatizzato e si Ë mobilitata e si mobilita contro questa decisionedell'ente radiofonico SWR (S¸dwest Rundfunk)e Bavarese (Bayerischer Rundfunk) di chiudere la trasmissione in lingua italiana e la loro diffusione ancora una volta nelle regioni del Sud della Germania e cofinanziati dai due L”nder a guida conservatrice, poichË una tale situazione fa venir meno una delle voci radiofoniche attive ed importanti per i nostri connazionali in Germania, e ne riduce la pluralitý, visto che altri programmi radiofonici in lingua madre trasmessi giornalmente, quali quelli di Radio Colonia, e quelli domenicali della HR (Hessischer Rundfunk) e di emittenti regionali, permangono. Zoratto si dimentica invece di sottolineare che grazie ai quattro anni di Governo a guida socialdemocratica la comunitý italiana ha visto riconosciuti nuovi diritti di cittadinanza, mai concessi in 16 anni di governo della CDU: la legge sulla cittadinanza che permette ai figli dei nostri connazionali in Germania, fin dalla nascita, di possedere tanto la cittadinanza tedesca quanto quella italiana. Da fine dicembre di quest'anno, poi (dopo che era stato avversato dai partiti conservatori della CDU e CSU con una campagna contro la doppia cittadinanza e alla quale hanno giý annunciato la loro opposizione applicativa, ancora una volta, i L”nder Baviera e Baden- W¸rttemberg, dove vive la stragrande maggioranza dei 700.000 connazionali residenti in Germania) lo stesso diritto alla doppia cittadinanza lo avranno anche le italiane e gli italiani di 1^ e 2^ generazione, grazie
all'accordo bilaterale tra il Ministero degli Affari esteri, guidato da Joschka Fischer, e la Farnesina, che sulla base del principio della reciprocitý permetterý l'acquisizione di questa nuova dimensione del diritto politico in questione. Ed inoltre le nuove disposizioni della nuova legge sugli stranieri  che lo sfidante Stoiber avrebbe subito voluto modificare - che eliminano, dal 1ƒgennaio 2003 la richiesta del permesso di soggiorno per i cittadini comunitari e quindi anche per gli italiani.             

E' giusto quindi ripristinare la veritý delle cose, altrimenti a rimetterci alla fine sono gli italiani e la loro capacitý di incidere nel tessuto politico e sociale in Germania.


Gianni Pittella
(Responsabile dei Ds per gli Italiani all'estero)       
Michele Santoriello   
(Portavoce Ds in Germania) 

SCHR÷EDER: UN BUON CANCELLIERE ANCHE PER GLI ITALIANI IN GERMANIA

Che la vittoria della coalizione rossoverde non sia piaciuta particolarmente al Sig. Zoratto Ë umanamente comprensibile. Meno comprensibile ed accettabile Ë che sfoghi la sua delusione facendo disinformazione in maniera scientifica (comunicato allëAdn-kronos del 24.09.02). La difesa della dignitý e dei diritti delle persone, che il Sig. Zoratto lamentava venir meno con la vittoria di Schr–der, fa parte da sempre del dna della socialdemocrazia tedesca. Erano socialdemocratici che lottavano per quei valori i primi Ñospitiì del campo di Dachau. Quella difesa Ë proseguita anche con i lavoratori stranieri nelle fabbriche e nei cantieri.

Il Sig. Zoratto sa benissimo che líAusl”ndergesetz fino ad oggi in vigore, non Ë un prodotto del governo rossoverde e che la sua applicazione Ë materia dei L”nder e guarda caso le regioni che si distinguono particolarmente nella prassi delle espulsioni sono quelle guidate dalla destra come il Baden W¸rttenberg e la Baviera di Stoiber. » merito invece del governo Schr–der líapprovazione di una moderna legge sullíimmigrazione che porterý vantaggi anche ai nostri connazionali, contro le barricate della destra che se avesse vinto le elezioni avrebbe legiferato in maniera molto restrittiva in materia.

Delle espulsioni il Sig. Zoratto si occupa principalmente con proclami mediatici e pubbliche denunce (molto comodo), pi˜ difficile e laborioso Ë invece occuparsi in concreto del problema dove questo si pone, con azioni preventive a livello generale presso gli organismi competenti ed interventi mirati per i casi singoli. Tutto ciÚ grazie al ruolo politico, anche se limitato nelle competenze,  che molti italiani sono riusciti a conquistare negli enti locali e che come me credono in uníintegrazione da italiani ed europei nella societý tedesca, proprio per poter essere utili anche ai connazionali. Mentre il Sig. Zoratto suona di continuo la grancassa, questi italiani, insieme ad organizzazioni politiche e socio-culturali lavorano per affermare il ruolo degli italiani in Germania in seno alla societý tedesca e per pi˜ stretti rapporti fra i cittadini dei due paesi favorendo contatti culturali ed economici.

Coinvolgere poi il governo Schr–der nella (speriamo ancora solo presunta)  chiusura di Radio Monaco, Ë un colpo da grande prestigiatore, poichÈ, sempre che si voglia colorare tutto politicamente, Ë noto a tutti che i due enti radiofonici coinvolti, l'SWR e il BR sono ubicati nelle due regioni di cui sopra e da sempre sotto líinfluenza politica dei conservatori.

Líabbassamento dellíaliquota fiscale díentrata per i redditi pi˜ bassi, che Ë passata dal 25,9% del 1998 al 19,9% del 2002 e che scenderý al 15% nel 2005, e líaumento degli assegni familiari passati da 112 EURO del 1998 ai 154 EURO del 2002 sono altrettanti fiori allíocchiello della politica sociale del governo Schr–der.

Imparare il tedesco non significa nÈ  assimilazione forzata nÈ rinuncia alla lingua e cultura madre, ma acquisire uno strumento indispensabile per avere successo a scuola e partecipare pienamente alla vita  sociale del paese in cui si Ë scelto di vivere. Volutamente Ë stato ignorato uno dei progetti che il prossimo governo vuole realizzare e di cui beneficeranno soprattutto gli stranieri e gli italiani: la scuola a tempo pieno. CiÚ faciliterý da un lato i genitori che lavorano e dallíaltro consentirý  ai ragazzi  di usufruire di un ulteriore sostegno nellíapprendimento. Piaccia o no questi sono i fatti e gli italiani di Germania lo sanno.

Fiorenza Colonnella, Consigliere Comunale a Monaco di Baviera

SOLITUDINE E BUGIE

La prima reazione Ë stata di indignato stupore. Avevo appena letto il dispaccio dellíagenzia ADNKRONOS, in cui il consigliere del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani allíEstero) Bruno Zoratto commentava la vittoria elettorale del Cancelliere Schr–der con questíacida previsione: ìla comunitý italiana residente in Germania continuerý a perdere la sua dignitý politica e culturaleî. Prova ne Ë che gli ìitaliani espulsi dalla Germania in questi ultimi anni sono stati numerosissimi e con la conquista elettorale di Schr–der continueranno ad aumentare in modo eccessivo. Il Governo italiano in stretta collaborazione con il Ministro per gli italiani del mondo Mirko Tremaglia, da molto tempo si sta occupando dei casi pi˜ urgenti di espulsione dalla Germania, ma questo non fermerý la coalizione di centro-sinistra che continuerý ad ignorare i dettami delle normative europeeî. Ma non basta. A riprova dellíaccanimento anti-italiano da parte del governo federale tedesco, Zoratto cita pure ìlíimminente chiusura di Radio Monaco, líunica emittente radiofonica in lingua italiana presente in Germaniaî (in realtý non líunica), dovuta, sempre secondo Zoratto, al fatto che il Cancelliere ìË un convinto assertore di quel concetto che tutti i cittadini ëstranierií residenti in Germania, italiani compresi, devono imparare obbligatoriamente il tedesco, per dar vita ad uníassimilazione forzata che nessuno perÚ riesce ad accettare, anche perchÈ Ë scientificamente provato che chi conosce bene la lingua madre ha maggiore probabilitý di potersi integrare anche nelle societý anglosassoniî.

Incredibile! Come puÚ una persona della reputazione di Zoratto indulgere a tali spudorate bugie?! Possibile che dopo tanti anni passati  in Germania, e dopo oltre un anno di alleanza elettorale e di governo del suo partito con la Lega Nord, Zoratto non sia stato ancora iniziato alle complessitý e alle sfaccettature del federalismo? In virt˜ delle quali, non Ë il governo federale tedesco a essere sotto accusa alla Corte di giustizia europea per le espulsioni di cittadini ìcomunitariî, bensÏ un Land particolare, il Baden-W¸rttemberg, dove risiede lo stesso Zoratto, e guarda caso, un Land governato dallo stesso partito che lui auspicava vincesse le elezioni. E a differenza di altri premier di nostra conoscenza, Schr–der non ha il controllo di tutti i mezzi di comunicazione del paese; il destino di Radio Monaco dipende unicamente dallíente radiofonico S¸dwest Rundfunk e Bayerischer Rundfunk, cofinanziati, ancora guarda caso, dai due L”nder meridionali a guida conservatrice, la Baviera di Stoiber e il Baden-W¸rttemberg. Zoratto quindi non pisci fuori dal vaso, se la prenda piuttosto con i suoi amici. Amici???

Ecco, ho cominciato a riflettere. E allíindignazione ha fatto seguito la comprensione ñ oserei dire la compassione. In fondo Zoratto Ë un uomo solo. Noi quando siamo venuti in questo paese abbiamo cercato i nostri Gleichgesinnten, e li abbiamo trovati ñ italiani, tedeschi o di altre nazionalitý ñ in chi, come noi, ama la molteplicitý delle voci, vuole che tutti si sentano a casa propria dovunque vadano, crede nella libera e pacifica convivenza tra diversi, nel valore del pluralismo culturale, in uníEuropa che ha ripudiato per sempre i nazionalismi e gli sciovinismi etnici e si dý quindi una costituzione e diritti di cittadinanza conseguenti, in chi, come noi, crede che ìnostra patria Ë il mondo interoî. Non che il dialogo sia sempre facile, ma almeno le premesse ci sono, e andiamo avanti. Chi sono invece i Gleichgesinnten di Zoratto? Chi strilla Ausl”nder raus? Chi paventa la durchmischte und durchrasste Gesellschaft? Chi vede nello straniero comunque un corpo estraneo da espellere non appena diventa un peso, non importa se ha legami e radici qui e non pi˜ nel luogo di origine? Chi disquisisce di una Leitkultur a cui gli altri si devono conformare e assimilare, e quindi si oppone ai corsi in lingua materna, e per risparmiare taglia come prima cosa i programmi in lingua straniera?

Insomma, questi sono coloro che Zoratto voleva alla guida della Germania. Certo, gli amici degli amici, non i suoi. Ma anche con i suoi amici italiani si possono ben immaginare non pochi problemi di comunicazione. Il nome del leader del suo partito figura tra i due padrini della legge che attualmente disciplina líimmigrazione in Italia. Una legge che sta creando il caos nelle famiglie, nelle imprese, e nellíintero paese, ma che vorrebbe tuttavia appagare il delirio di potere e di superioritý etnica di una parte producendo una classe di Untermenschen senza diritti, senza affetti o legami, senza prospettive, criminalizzati e soggetti. In quanto ìextracomunitariî. Ora, Zoratto sa benissimo, molto meglio dei suoi amici italiani, che la condizione ìextracomunitariaî Ë solo una convenzione. Non soltanto perchÈ alcuni ìextracomunitariî, come gli americani o i norvegesi, sono un poí meno extracomunitari degli altri. Ma anche perchÈ, come i greci, gli spagnoli e i portoghesi in Germania, gli extracomunitari di ieri possono diventare i comunitari di oggi. PerchÈ tutto consiste nel riconoscimento di particolari diritti; infatti il conservatore Baden-W¸rttemberg intende proprio disconoscere agli italiani tali diritti. Troverý Zoratto le parole per dirlo?

Lasciamo perdere le sguaiataggini di Bossi o di altri esponenti della Lega, certamente non pi˜ amici di Zoratto dei dirigenti del Baden-W¸rttemberg. Si pensi ai liberali a 24 carati che soloneggiano dalle colonne del quotidiano pi˜ moderato díItalia. CosÏ tra le ipotetiche clausole che sul ìCorriere della seraî del 17 luglio 2000 Ernesto Galli della Loggia vorrebbe sottoporre ai nuovi venuti spiccano le seguenti: che líimmigrato ìsia in grado di provvedere al mantenimento proprio e della propria famiglia senza dover ricorrere a sussidi pubbliciî e ìrinunci alla propria cittadinanza di origineî. Altro che voto agli italiani allíestero, per cui giustamente si Ë battuto Zoratto. Fa eco Angelo Panebianco sullo stesso giornale il 20 novembre 2000, commentando la proposta della Regione Emilia-Romagna di finanziare corsi di lingua araba per bambini nordafricani: ìIn qualunque paese interessato da flussi immigratori, il buon senso spinge le pubbliche autoritý a finanziare corsi per líapprendimento della lingua del paese ospitante, e solo quellaî. Per Panebianco Ë il tradizionale terzomondismo della sinistra a suggerire ìla brillante idea di usare i soldi dei contribuenti italiani per insegnare líarabo agli arabiî. Gliela spiega Zoratto a Panebianco e a Galli della Loggia líimportanza della valorizzazione della lingua materna proprio ai fini dellíintegrazione nel paese ospitante, la tirannia dellíassimilazione forzata, la natura illiberale della pretesa di negare líaccesso ai sussidi pubblici a chi vive e lavora in un luogo? Noi saremmo con lui.      

Questa Ë líaria che tira in Italia. Che ci sia sintonia tra Stoiber e la classe politica attualmente al potere da noi non cíË dubbio; ma quello che Ë meno chiaro Ë dove si collocano in questo contesto líesperienza e le istanze di Zoratto, che pare veramente solo e incompreso. » triste vedere un connazionale che si china a baciare il bastone che lo colpisce. Si puÚ ben comprendere che líuomo faccia un poí di confusione. In questo periodo tuttavia ci sono stati e ci saranno cambiamenti significativi a favore degli stranieri, in particolare degli italiani: la nuova legge sulla cittadinanza che introduce anche in Germania lo ius soli (ossia, si Ë cittadino se si nasce in un luogo indipendentemente dallíorigine etnica), lasciando ora solo noi in Italia a tenere alta la bandiera dello ius sanguinis (ossia, si Ë cittadini per filiazione). Dal dicembre di questíanno sarý possibile per gli immigrati italiani  della prima e della seconda generazione ottenere la doppia cittadinanza, grazie ad accordi bilaterali a cui i due soliti L”nder, Baviera e Baden-W¸rttemberg, hanno giý promesso la loro opposizione. Dal 1ƒ gennaio 2003 verrý meno infine líobbligo del permesso di soggiorno per i cittadini comunitari residenti in Germania, tra cui gli italiani ñ un passo avanti che sarebbe stato a rischio nel caso di una vittoria di Stoiber. Líintegrazione andrý ancora avanti ñ malgrado gli amici di Zoratto.

Toni Guardalavecchia  

LE PRECISAZIONI DI ZORATTO ALLE AFFERMAZIONI DI PITTELLA E COLONNELLA

Bruno Zoratto, membro del CGIE-Germania, in riferimento ad alcune affermazioni dellíOn. Gianni Pittella, Responsabile dellíUfficio Italiani allíEstero dei DS e della Signora Fiorenza Colonnella, Consigliere comunale di Monaco di Baviera, ha dichiarato:


ìChe nella ìGermania di Schr–der e di Fischerî il rispetto ed il riconoscimento dei diritti fondamentali sanciti dai Trattati non sia per tutti garantito, Ë un dato di fatto inconfutabile. Infatti, le espulsioni continuano su tutto il territorio, con intensitý diverse, ma in tutti i L”nder, mentre la Carta di soggiorno ai tanti connazionali meno abbienticontinua ad essere negata nel silenzio generale.

A ciÚ va aggiunta la mancanza di una adeguata politica scolastica, anche qui in tutti i L”nder, che permetta líintegrazione degli scolari italiani nel contesto tedesco, senza assimilarli, ma creando spazi nuovi ed adeguati, che rispettino la cultura e la lingua-madre e facilitino líapprendimento della lingua tedesca.

A conferma che la ìGermania di Schr–der e di Fischerî non garantisce il sacrosanto diritto alla libera circolazione e residenza, sancito a chiare lettere dallíarticolo 48 del Trattato di Roma per tutti i cittadini di un Paese dellíUnione, vi Ë il procedimento di infrazione, intrapreso dalla Commissione Europea di Bruxelles contro il ìGoverno tedesco di Schr–der e Fischerî, la quale non ha ritenuto valide le motivazioni da esso esposte sul problema espulsioni, ed ha deferito la ìGermania dal governo rosso-verdeî alla Corte di Giustizia Europea, che sicuramente condannerý Berlino per infrazione.

Nessun altro Paese dellíUnione Europea Ë stato mai oggetto di attenzione, di denuncia cosÏ chiara ed evidente da parte del Parlamento Europeo e dalla Commissione di Bruxelles come la ìGermania di Schr–der e Fischerî, che i compagni dei DS difendono strenuamente.

Tentare poi di riversare sui L”nder governati da un colore o da un altro la responsabilitý delle espulsioni, dei soggiorni negati e della mancata integrazione Ë troppo facile, Ë troppo superficiale, anche perchÈ i compagni dei DS dovrebbero sapere che quando il Ministro degli Interni del Baden-W¸rttemberg era Birzele, della SPD, le percentuali di espulsioni di italiani in questo Land sono state le pi˜ alte degli ultimi 10 anni.

Questo il compagno Pittella e la compagna Colonnella lo dovrebbero sapere, se vogliono essere seri nel legittimo confronto con chi ritiene ñ come il sottoscritto - una disgrazia la vittoria, per un pugno di voti, della coalizione rosso-verde, che nel cuore dellíEuropa ha provocato sino ad oggi ìsoloî 40 mila fallimenti di piccole aziende,  ìsoloî 4 milioni di disoccupati e una grande incertezza economica, che i 730 mila Italiani che qui vivono e lavorano toccano quotidianamente con mano propria, e non per sentito direî.

 

NO A CAMPAGNE IDEOLOGICHE INTORNO AI SIMBOLI DELLA FEDE

ìDare un calcio ai disperati che cercano di sbarcare sulle nostre spiagge e nello stesso tempo chiedere un posto díonore per il crocefisso in tutti i luoghi pubblici, mi pare uníoffesa per i primi ma anche una bestemmia verso il secondoî. Lo ha detto mercoledÏ 25 settembre il vicepresidente della Regione Toscana con delega alle politiche sociali, Angelo Passaleva, concludendo con un esplicito riferimento alla politica della Lega Nord i lavori del ìColloquio su religioni, spiritualitý, laicitý: fattori di tolleranza e apertura o di divisione ed esclusione?î, promosso dalla Regione di Bruxelles Capitale. ìNon Ë molto coerente ñ ha detto ancora Passaleva ñ appellarsi al crocefisso, immagine di un innocente sacrificato dal potere, e nello stesso tempo ignorare o disprezzare le tante persone crocefisse nella storia di ieri e di oggi. Il crocefisso non Ë un oggetto di arredamento, ma ha valore e senso se il suo messaggio si trasforma in stile di vitaî. A questo proposito, Passaleva si Ë detto convinto che ìuno Stato possa imporre la presenza, nei luoghi pubblici, della bandiera e del ritratto del presidente, ma non possa, con la stessa facilitý, imporre la presenza di un simbolo religioso, senza contraddire la sua laicitýî.Ma con la stessa forza il vicepresidente della Toscana ha fatto appello anche al mondo laico, ìperchÈ non contraddica se stesso, non ripercorra vecchie strade, non si associ a una possibile campagna ideologica contro il crocefisso e contro simboli della fedeî.

Portando a Bruxelles i temi di un dibattito italiano, di cui perÚ anche nella capitale europea si sono avvertiti gli echi, Passaleva ha voluto cosÏ disegnare il terreno sul quale ìtutti, credenti e laici, dobbiamo impegnarci a ricercare, e a custodire, un equilibrio coerente non solo con i valori della laicitý, ma anche con le tradizioni dei nostri paesi, comprese quelle, fortissime in Europa, che rimandano alla dimensione trascendente e religiosa della cultura cristianaî.

 

XXVI PREMIO INTERNAZIONALE ìEMIGRAZIONEî

Sabato 5 ottobre 2002, alle ore 17,30, presso líantico Palazzo Municipale di Pratola Peligna, sarý inaugurata la rassegna di arti visive intitolata ìPaese mioî. La mostra, organizzata dallíAssociazione culturale ìLa Vice dellíEmigranteî, presieduta dal prof. Angelo De Bartolomeis e dal sindaco di Pratola Peligna, dott. Corrado Di Bacco, si avvale del patrocinio del Ministero per gli Italiani nel Mondo, della collaborazione della Regione Abruzzo ed Ë curata dal critico díarte Leo Strozzieri.

Líimportante rassegna, documentata da un elegante volume con la riproduzione di tutte le opere esposte e testi del sindaco Corrado Di Bacco, Angelo De Bartolomeis e Leo Strozzieri, síinserisce nellíambito del XXVI Premio Internazionale ìEMIGRAZIONEî, che ha ormai alle spalle una storia ben consolidata, per la presenza di illustri personaggi del mondo della cultura.

La mostra Ë strutturata in due sezioni: una sala omaggio al maestro Achille Pace, uno dei protagonisti pi˜ significativi dellíarte astratta italiana del dopoguerra ed una sezione ad invito con 111 presenze, alcune delle quali di assoluto valore storico. Troviamo, infatti, opere dellíindimenticabile Remo Brindisi, di Giuseppe Di Prinzio, scomparso qualche tempo fa ed ancora di Bruno Aller, Elio Di Blasio, Lia Garofano, Ettore Le Donne, Salvatore Emblema, Fernando Battista, Carma, Eraldo Zecchini, Serafino Gattucci.

Durante la cerimonia inaugurale sarý consegnata ad Achille Pace una medaglia díoro per i meriti nel campo dellíarte, dando cosÏ il via alle manifestazioni previste per gli 80 anni del gran maestro nel 2003. All'inaugurazione terrý una relazione scientifica il critico Leo Strozzieri.

La mostra rimarrý aperta fino al 13 ottobre con il seguente orario: 10.00-13.00, 16.00-20.00. Catalogo in omaggio ai visitatori ed ingresso libero.

 

CHIETI: APERTO UNO SPORTELLO  PER GLI IMMIGRATI

Líapertura di un punto informazioni per gli immigrati Ë stata annunciata dallíassessore alle Politiche sociali del comune di Chieti, Emilia Di Matteo.

Lo sportello di segretariato sociale, giý attivo presso líassessorato, Ë stato istituito in convenzione con líassociazione ìDonne Immigrateî, ed ha lo scopo di offrire una migliore accoglienza agli immigrati fornendo consulenze, orientamenti e informazioni aggiornate e puntuali a tutti gli immigrati sia residenti che di passaggio.

Líiniziativa síinserisce nel quadro di una serie di attivitý che il Comune di Chieti va portando avanti ormai da tempo in questa direzione.

Líassistenza sarý garantita da mediatori e interlocutori di diverse etnie in lingua inglese, francese, albanese, araba e spagnola. Il punto informativo darý la possibilitý di avere delucidazioni circa i visti díingresso, i permessi di soggiorno, le certificazioni e le domande da inoltrare ad enti pubblici.

 

RIUNIONE A PORTO ALEGRE DELLA COMMISSIONE STATALE PER LA ETNIA ITALIANA

Si Ë svolto a Porto Alegre, in Brasile, un importante incontro presso il Centro amministrativo dello Stato, con la riunione della Commissione statale per la etnia italiana, alla quale sono state invitate tutte le associazioni italiane della regione, coordinate dalla Fibra, presieduta dal dr. Paulo JosÈ Massolini. 

Oltre a vari problemi organizzativi e al tema sempre di attualitý dellíinsegnamento della lingua italiana in quellíarea, si Ë affrontato anche il programma dei festeggiamenti per i 127 anni della emigrazione italiana in Rio Grande do Sul.

La riunione si Ë conclusa con una visita al nuovo console italiano a Porto Alegre, dr. Mario Panaro al quale, oltre agli indirizzi di benvenuto, sono stati illustrati i numerosi motivi di rivendicazione legati al riacquisto della cittadinanza e allíenorme numero di pratiche giacenti in Consolato in attesa di esame e definizione. (ABM News)

 

A FIRENZE LA FESTA NAZIONALE DI LIBERETAí

I diritti e líinformazione che non cíË. Sono questi i due temi che hanno caratterizzato la Festa nazionale di Liberetý (mensile dello Spi Cgil), giunta alla XXIV edizione, che si Ë svolta dal 27 al 28 settembre a Firenze nella Fortezza da Basso.

La Festa, promossa dal Sindacato pensionati della Cgil ha avuto il seguente svolgimento: presentazione di una indagine realizzata dalla Ge.Ca Italia e promossa dallo Spi Cgil sulla visibilitý degli anziani nella informazione televisiva. Una indagine dalla quale emerge quanta poca attenzione i Tg Rai e Mediaset dedicano ai problemi degli anziani e, pi˜ in generale, al problema dellíinvecchiamento. Alla presentazione della indagine Ë seguita una tavola rotonda con Albino Longhi, ex direttore del Tg1, Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi, Roberto Natale, segretario del sindacato giornalisti Rai, Sergio Staino, giornalista, disegnatore, Daniela DíUva, ricercatrice Ge.Ca Italia, Anna Milani, segretaria nazionale Spi Cgil.

Successivamente si Ë svolta la cerimonia di premiazione per i diffusori di Liberetý, in collaborazione con líArchivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Ha coordinato Alba Orti e partecipato la scrittrice Clara Sereni.

Il giorno succesivo, sabato 28 settembre, la Festa si Ë spostata in Piazza Strozzi, con una manifestazione pubblica con Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil e Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil.

 

DELEGAZIONE DELLA CONSULTA EMIGRAZIONE DELLíEMILIA ROMAGNA IN AMERICA

Una delegazione della Consulta emigrazione della regione Emilia Romagna, guidata dal presidente Ivo Cremonini e composta dai consiglieri regionali Daniele Alni, Daniela Guerra, Vittorio Lodi, dal presidente della Provincia di Modena Graziano Pattuzzi e dallíassessore provinciale alla cultura e sport Mario Lugli, si Ë recata negli Stati Uniti dal 21 al 30 settembre per una serie di appuntamenti.

Sabato 21 settembre la delegazione ha incontrato la comunitý emiliano romagnola di New York consegnando due benemerenze: una allíex poliziotto Paul Draghi, che ha prestato servizio nella polizia di New York per 37 anni e per líimpegno profuso nel coordinamento delle associazioni emiliano-romagnole, e líaltra a Luigi Cacchioni, parmense, vigile del fuoco, per líeroismo dimostrato durante la tragedia dellí11 settembre. La delegazione ha anche visitato il museo dellíemigrazione di Ellis Island, e incontrato il Console Generale díItalia a New York, Giorgio Radicati.

Un altro impegno importante Ë stato quello presso líIstituto Italiano di Cultura di New York dove si Ë tenuta la celebrazione del centenario della morte di Guglielmo Marconi, alla quale ha partecipato, tra gli altri, Elettra Marconi.

La visita della delegazione della Consulta Ë stata anche líoccasione per inaugurare una nuova associazione degli emiliano romagnoli nellíIllinois. Un momento di grande commozione per tutta la comunitý italiana si Ë avuto con la visita alla miniera di Cherry dove morirono tragicamente 40 modenesi. Per onorarne la memoria si Ë tenuto un concerto al quale ha partecipato una delle associazioni di pi˜ antica permanenza (festeggia in questi giorni il suo 95ƒ anno di attivitý) negli States, líAssociazione Modenese di mutuo soccorso.

 

CARTA DíIDENTITAí EUROPEA: INCLUDERE ANCHE LA CARTA DI SOGGIORNO

Líeuroparlamentare Ds Gianni Pittella ha presentato al Parlamento europeo una interrogazione scritta sulla carta díidentitý europea.

ìLíart. 17 del Trattato CE ñ spiega Pittella - conferisce ad ogni cittadino di uno Stato membro la cittadinanza dellíUnione. In assenza di una carta di identitý europea, la legislazione comunitaria prevede che solo due documenti siano ammessi a comprovare la nazionalitý di un cittadino europeo in caso di un controllo allíinterno della stessa Comunitý: la carta di identitý e il passaporto nazionale.î

ìA tal riguardo - chiede il parlamentare  diessino ñ la Commissione non crede che tra i documenti sopracitati debba essere ammessa anche la carta di soggiorno? Non ritiene infatti la Commissione che la carta di soggiorno, proprio perchÈ rilasciata dallíautoritý pubblica del luogo di residenza sulla base dei dati desunti dalla carta díidentitý nazionale o dal passaporto, abbia lo stesso valore e la stessa ufficialitý di un documento di identitý? Non crede la Commissione che il non riconoscere alla carta di soggiorno, rilasciata in virt˜ di un atto normativo europeo, la validitý di un documento di identitý significherebbe sminuire quel concetto di cittadinanza europea contenuto nel Trattato CE?î

 

A STOCCARDA CON ìPIACENZA NEL MONDOî

Due avvenimenti culturali di rilievo hanno avuto luogo, a metý settembre, nella capitale del Baden W¸rttemberg promossi dallíAssociazione ìPiacenza nel Mondoî, dallíIstituto Italiano di Cultura e dalla direzione della Biblioteca Universitaria di Stoccarda. Nella sede della Biblioteca dellíuniversitý di Stoccarda Ë stata inaugurata la mostra fotografica su ìVentíanni della storia díItalia di Tino Petrelli e un concerto lirico e musicale organizzato dal Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza. Ai 36 pannelli della mostra itinerante del Petrelli, che ìPiacenza nel mondoî ha giý esposto in molte cittý dellíestero dove risiedono nostri connazionali emigrati, ne sono stati aggiunti quattro inediti. Sempre nella  Biblioteca dellíUniversitý di Stoccarda Ë stato eseguito un concerto di musica lirica  durante il quale si sono esibiti cantanti che, diplomatisi nei loro paesi asiatici, hanno frequentato corsi di perfezionamento al conservatorio ìNicoliniî di Piacenza. Pezzi di opere di Puccini, Verdi, Mozart, Rossini, Donizetti e Bellini sono stati cantati dal soprano Lee Hyun Sook, dal tenore Park Young Bum, dal basso Lee Jin Seuk. Accompagnati al piano dal professor Corrado Casati, Rita Mascagna di Bologna con il violino e Keiko Azawa al pianoforte hanno eseguito musiche di Schumann ed altri autori. Successivamente il maestro Fabrizio Garilli, direttore del Conservatorio ìNicoliniî  di Piacenza, la direttrice dellíIstituto italiano di cultura Adriana Cuffaro e il presidente di ìPiacenza nel Mondoî, On. Luigi Tagliaferri hanno avuto un incontro con il direttore del Conservatorio musicale di Stoccarda per sviluppare rapporti di collaborazione tra i due istituti per consolidare ulteriormente i legami con líestero, in particolare con líEuropa.

 

IL GOVERNO NON HA ANCORA NOMINATO IL NUOVO PRESIDENTE DELLíINPS

ìEí singolare e anche grave che la maggioranza, in Commissione Lavoro della Camera, non abbia proceduto alla votazione del Dott. Trizzino alla Presidenza dellíInps, lasciando cosÏ vacante la direzione di un ente fondamentaleî. Lo afferma Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds che sottolinea anche come ìil governo disattenda le indicazioni di un ministro e che compia uno sgarbo nei confronti di una persona di grande valore professionale e morale qual Ë il Dott. Trizzinoî.

 

IL 14ƒ CONGRESSO DEI FOGOLARS FURLANS DEL CANADA

Sault Ste. Marie nellíOntario, in Canada, ha accolto tra la fine di agosto e i primi di settembre il 14ƒ congresso dei Fogolars Furlans del Canada, evento che si rinnova ogni due Anni e che Ë ormai divenuto un momento di irrinunciabile confronto per le 16 associazioni di immigrati friulani della grande nazione nord americana.

Il primo ministro canadese Jean CrÈtien, con un caloroso saluto, ha aperto i lavori del congresso, esprimendo da parte dellíintera nazionale il pi˜ vivo apprezzamento per la presenza dei friulani in Canada.

In Canada i Fogolars si sono riuniti dal 1975 in una federazione, che affianca la Societý femminile friulana di Toronto attiva dal 1938 e la Federazione dei giovani friulani. Questi organismi sentono particolarmente la necessitý di aggiornare continuamente i loro programmi di lavoro e le loro linee di intervento, anche per rispondere alle necessitý di una realtý complessa e in continua evoluzione come quella canadese.

A questo proposito durante gli incontri di questo congresso non potevano mancare delle ampie riflessioni su quanto successo lí11 settembre e quanto questo influisca sui flussi migratori, sulla qualitý della loro percezione, sulle conseguenze che ne sono derivate per i migranti. Questi temi sono stati trattati in alcuni laboratori ai quali hanno partecipato i rappresentanti dei Fogolars Furlans di New York e del Canada, anche a sancire la comunanza di percezioni fra le due nazioni confinanti.

In rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia era presente al congresso dei Fogolars Furlans del Canada il consigliere regionale Giorgio Baiutti e Claudio Sandruvi del Consiglio provinciale di Udine.

Baiutti, nel corso dei lavori si Ë soffermato sulla Legge regionale 7/2002 relativa alla disciplina degli interventi per i corregionali allíestero, mentre Sandruvi ha illustrato i piani della Provincia di Udine per la valorizzazione e líoperativitý della Legge nazionale 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche. Accanto ai momenti di studio, che hanno compreso anche una dettagliata relazione sullíemigrazione friulana dal 1945 al 1970 e sulle sue conseguenze economico-sociali per le regioni di partenza e di arrivo, durante il congresso si sono avuti anche momenti di svago, con líesibizione di artisti friulani e friulano-canadesi, e di raccoglimento con la celebrazione della messa in friulano da parte di don Adelchi Bertoli di Montreal.

Alla fine dei lavori Ë stata stabilita la cittý nella quale avrý luogo il prossimo congresso, Vancouver il grande porto sul Pacifico, e sono state confermate le cariche di rappresentanza con Paola Modotti Filippin come presidente della federazione, Ivano Cargnello vicepresidente, Enrico Ferrarini tesoriere e Sergio DíAgnolo segretario.         

 

TRASFERIMENTO CONTRIBUTI SVIZZERI AVS ALLíINPS: UNA NOTA DELLA CGIL DI ZURIGO

Lo scorso 24 luglio 2002, il Senato della Repubblica Italiana aveva definitivamente convertito in legge il Decreto che il Consiglio dei ministri italiano aveva a sua volta approvato il 6 giugno 2002 che, tra le altre cose, regolamenta il diritto alla pensione di anzianitý in favore dei lavoratori emigrati in Svizzera che dal 1/6/2002 non potranno pi˜ trasferire i contributi svizzeri AVS allíINPS. Il Decreto, convertito in legge, era stato pubblicato in Gazzetta ufficiale nr. 135 dellí11 giugno 2002 ed era stato anche promulgato dal Presidente della Repubblica alla fine di giugno, prevedeva il conseguimento del diritto alla pensione italiana di anzianitý dopo 35 anni di lavoro con il trasferimento virtuale, cioË con il computo figurativo dei contributi svizzeri.

La pensione da erogare sarebbe totalmente a carico dellíINPS e viene erogata sulla base delle retribuzioni svizzere convertite in retribuzione pensionabile italiana, con il risultato di ottenere una pensione mensile lorda di ca. 700 Euro fino allíetý pensionabile svizzera (65 anni per gli uomini e 64 anni per le donne). Il Decreto prevederebbe tale possibilitý solo per i lavoratori emigrati rimasti disoccupati. Il Decreto inoltre darebbe la possibilitý di questo tipo di pensionamento soltanto fino al 31.12.2002.

Abbiamo finora usato il condizionale nelle espressioni, poichÈ líelemento pi˜ importante manca ancora, cioË il regolamento applicativo della nuova legge. Sembra infatti un compito arduo da parte dellíIstituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) redigere ed approvare, in breve tempo, un regolamento interpretativo ed attuativo della nuova normativa. Per ora, in base al testo letterale del disposto normativo, possiamo solo esprimere nuovamente, ribadendo pensieri giý pubblicati in precedenza, la nostra perplessitý, anzi stupefacenza e rimarcare i seguenti punti:

a) líemigrazione italiana in Svizzera ha richiesto una proroga di 5 anni (a partire dallíentrata in vigore  degli Accordi Bilaterali CH-UE) in favore del trasferimento reale dei contributi; il Decreto convertito in legge prevede unicamente una proroga fino al 31/12/2003!!

b) líemigrazione italiana in Svizzera ha chiesto la possibilitý di trasferire realmente i contributi svizzeri per la durata della proroga quinquennale in favore di tutti i cittadini italiani che con la vecchia convenzione bilaterale di sicurezza sociale poteva usufruire di questi diritto; il Decreto convertito in legge limita líapplicazione solo ai disoccupati;

c) la discriminazione summenzionata, creata dal Decreto Legge e quindi dalla legge, sarý certamente  imputata ed impugnata in giudizio costituzionale.

Il decreto legge convertito ha effetto immediato dalla data della sua pubblicazione. Durante il procedimento di conversione, sia alla Camera dei Deputati che al Senato nulla Ë stato modificato rispetto allíarticolato licenziato dal Governo in sede di approvazione originaria. Tutti i riferimenti sono rimasti eguali ed aggiungiamo anche i pasticci che la nuova normativa comporterý. Allo stato attuale quindi la norma rimane inapplicabile. CiÚ potrebbe significare che il lavoratore emigrato che vanta líambizione di pensionarsi in Italia con la nuova legge sul ìtrasferimento virtualeî per ora vede solo una pensione virtuale e pertanto rischia, se rimpatria, di rimanere senza lavoro, senza indennitý di disoccupazione svizzera e senza pensione italiana vera.

Penso quindi ora sia compito di tutta líemigrazione fare ulteriore pressione sui gruppi parlamentari, sullíamministrazione e sul Governo, affinchË si elabori una nuova proposta normativa interna o comunitaria, sulla scorta delle rivendicazioni giý esplicitate in precedenza da tutte le organizzazioni, rinnovando líattenzione al Governo ed al Parlamento che ben 12.000 emigrati hanno sottoscritto la petizione contro il blocco immediato del trasferimento reale dei contributi. Questo sempre in attesa che líINPS licenzi il regolamento applicativo della norma!

 (Antonio Giacchetta, Inca Cgil Zurigo)

 

DOCUMENTAZIONE

 

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, dal ìForum Democraticoî, Rivista Italo-brasiliana dellíAssociazione Anita e Giuseppe Garibaldi di San Paolo del Brasile, alcune riflessioni sintetizzate in punti programmatici, per la costituzione di un gruppo promotore per rafforzare, organizzare ed estendere una area di opinione unitaria ispirata al centrosinistra per un comune progetto politico, a partire dalla cittý di San Paolo.

 

 

1) Si ritiene opportuno dare vita ad un gruppo promotore per rafforzare, organizzare ed estendere una area di opinione unitaria ispirata al centro sinistra e ai valori di democrazia e progresso a partire dalla realtý di San Paolo, realtý decisiva per ogni progetto politico per il numero e la qualitý dellíinsediamento italiano. Non si ritiene opportuno sottolineare le appartenenze partitiche di ognuno, ma lavorare per un vasto fronte politico e sociale di coloro che non condividono il programma e le realizzazioni del governo italiano e che si riconoscono nei partiti, nelle organizzazioni sociali e culturali e nei movimenti che si oppongono al governo di centro destra; vogliamo quindi creare un punto di incontro e di discussione in Brasile per chi simpatizza per i partiti dellíUlivo (Democratici Sinistra, Margherita, Verdi, Comunisti Italiani, Udeur, SDI), la Lista Di Pietro, Rifondazione Comunista, i sindacati dei lavoratori, il movimento no global.

2) La scadenza normale della legislatura italiana Ë il 2006; in occasione di questa scadenza per la prima volta i cittadini italiani residenti allíestero potranno votare in loco, nel paese di residenza, per eleggere i propri rappresentanti al parlamento italiano. Questa innovazione legislativa rende effettivo il diritto di partecipare alla scelta dei futuri parlamentari da parte degli italiani residenti allíestero. Forse erano possibili soluzioni migliori di quella incontrata dal legislatore, ma ormai Ë definito il quadro in cui Ë necessario muoversi. La prova generale delle elezioni politiche Ë rappresentata dal rinnovo dei Comites (con elezione diretta almeno nella realtý brasiliana) e del CGIE (con elezione indiretta) entro il giugno 2003. Líelezione di questi organismi di rappresentanza, di cui si auspica la rapida approvazione in parlamento di una nuova normativa che ne garantisca maggiori poteri, Ë il primo appuntamento in cui si misureranno la forza e i voti degli schieramenti politici di centro sinistra e di centro destra. Eí necessario intensificare una azione di organizzazione e rafforzamento di una area di opinione di centro sinistra che ci metta in grado di concorrere al rinnovo di questi organismi con qualche possibilitý di successo.

3) A San Paolo si ritiene necessario dare vita a un gruppo promotore che si colleghi nelle altre circoscrizioni consolari italiane a gruppi che abbiano lo stesso orientamento per costituire un coordinamento nazionale di questa area di opinione che realizzi in tempi brevi un archivio di tutti coloro che possono essere interessati a lavorare e impegnarsi, nelle associazioni regionali e in ogni altro luogo di incontro, per fare crescere questa area di opinione. Da questo punto di vista non si deve avere timore di aprire un chiaro dibattito per sottolineare quello che divide destra e progressisti. Dobbiamo mettere queste differenze, e i valori positivi che noi vogliamo rappresentare, al centro anche della richiesta di darci il voto. Il semplice fatto che ormai anche la destra e i suoi elettori si dichiarino sensibili per la situazione dei meno favoriti e che sostengano la necessitý di un qualche tipo di aiuto Ë solo il segnale che i valori del fronte progressista hanno ormai imposto líagenda anche alla destra. La differenza sta nel fatto che la destra propone una visione caritatevole e al massimo politiche compensatorie, mentre noi vogliamo porre al centro la tutela dei diritti individuali e collettivi di ogni individuo e di tutte le persone. La destra sta portando avanti in Italia una vera îlotta di classeî, nel senso che, con la privatizzazione, strisciante o palese, vuole dare ai meno abbienti servizi sempre peggiori nel campo sanitario, della scuola e degli altri servizi di base. Noi, che conosciamo qua in Brasile i costi umani e sociali di una privatizzazione giý realizzata, vogliamo trovare i modi per superare questo modello che penalizza inizialmente i pi˜ poveri e in seguito tutta la popolazione tramite il collasso sociale. La destra porta avanti una politica razzista vedendo nello straniero una mano díopera semi schiava, mentre noi, italiani e discendenti residenti in Brasile, siamo la dimostrazione vivente della possibilitý per gli stranieri di integrarsi in un altro paese collaborando a farlo crescere.

4) Rispetto alla nostra condizione di italiani residenti in Brasile cosa possiamo chiedere ai nostri rappresentanti nei Comites e CGIE nel 2003 e, nel 2006, ai nostri parlamentari? Gli orientamenti complessivi illustrati al precedente punto 3 devono essere punto di riferimento della scadenza elettorale del prossimo anno per Comites e CGIE insieme a piattaforme con richieste specifiche, se necessario diversificate in ogni circoscrizione consolare (Rio Grande do Sul, Curitiba, San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Recife).Fra i temi da inserire in queste piattaforme si citano: la rivendicazione del diritto di voto nelle elezioni amministrative per gli italiani in Brasile e per i brasiliani in Italia e in Europa; un percorso di ricostruzione di servizi pubblici di qualitý a partire dalla sanitý e dallíeducazione; un modo di amministrare le cittý che dia spazio alla partecipazione dei cittadini; iniziative nellíambito della politica di sicurezza e di lotta alla criminalitý che uniscano intervento sociale, investimenti consistenti, rispetto dei diritti umani, effettivitý della pena, lotta alla corruzione. Per quanto riguarda i nostri rappresentanti parlamentari da eleggere nel 2006 Ë necessario intanto tenere conto che saranno una piccola minoranza numerica (12 deputati e 6 senatori, eletti in tutto il mondo) allíinterno del parlamento. Proprio per questo dato numerico sembra ovvia la seguente ipotesi: o gli eletti nella circoscrizione estero entreranno a pieno titolo nei gruppi di riferimento italiani, centro destra e centro sinistra, cercando di contribuire alla definizione di politiche generali e specifiche, oppure potrebbero essere tentati di fare una politica tutta di immagine, di difesa di una presunta ìitalianitý allíesteroî. I temi tradizionali che hanno caratterizzato il dibattito sulle comunitý italiane allíestero sono noti: insegnamento della lingua italiana, stampa italiana e informazione, servizi consolari, accordi bilaterali (previdenza, sanitý, fisco). Eí necessario iniziare a discuterne per individuare proposte innovative.

5) Dopo aver costituito formalmente il gruppo promotore sarebbe opportuno programmare prime iniziative di pubblico dibattito ad esempio sui temi della nuova normativa pensionistica italiana, delle future elezioni presidenziali in Brasile, del diritto di voto per gli italiani allíestero, della situazione politica italiana. Eí utile prendere contatto con tutti i partiti politici e i movimenti politici e sociali italiani a cui ci sentiamo affini per conoscere la loro opinione sui temi sollevati e per fare in modo che in occasione della visita in Brasile di loro esponenti siano organizzate iniziative di discussione nelle maggiori cittý brasiliane.

Forum Democratico, Rivista Italo-brasiliana dellíAssociazione Anita e Giuseppe Garibaldi

 

GUERRA ALLíIRAQ: LE DOMANDE CHE NESSUNO OSA CHIEDERE

di Ron Paul

Il contributo che pubblichiamo di seguito nella traduzione italiana Ë stato scritto il 10 settembre da Ron Paul, parlamentare Usa repubblicano eletto in Texas, da sempre contrario alla guerra allíIraq (vedi Notizie dal Ponte no. 2, 8-9 e 13-14) e strenuo sostenitore della necessitý di un voto da parte del Congresso.

Speriamo di avere presto delle audizioni sulla guerra allíIraq che incombe. Sono preoccupato che ci siano domande che non verranno fatte e che forse non verrý neanche consentito fare.

Ecco alcune delle domande a cui vorrei che rispondessero coloro che ci stanno spingendo a dare inizio a questa guerra.

Non Ë vero che il motivo per il quale non bombardammo líUnione Sovietica al culmine della Guerra Fredda era che sapevamo che poteva reagire?

Non Ë vero anche che adesso siamo disposti a bombardare líIraq perchÈ sappiamo che non puÚ reagire ñ il che conferma che non esiste nessuna minaccia reale?

Non Ë vero che coloro che sostengono che anche con le ispezioni non possiamo essere sicuri che Saddam Hussein non nasconda armi, suggeriscono al tempo stesso che possiamo esser pi˜ sicuri che le armi esistano in assenza di ispezioni?

Non Ë vero che líAgenzia Internazionale per líEnergia Atomica dellíOnu Ë stata in grado di completare la sua missione annuale di verifica in Iraq proprio questíanno con la cooperazione dellíIraq?

Non Ë vero che líintelligence internazionale non Ë stata in grado di sviluppare un caso che colleghi minimamente líIraq al terrorismo globale, meno che mai agli attacchi dello scorso anno contro gli Stati Uniti? Qualcuno ricorda che 15 dei 19 dirottatori venivano dallíArabia Saudita e che nessuno veniva dallíIraq?

Líex capo dellíantiterrorismo della CIA, Vincent Cannistraro, si sbagliava quando ha detto di recente che non esistono prove confermate di collegamenti fra líIraq e il terrorismo?

Non Ë vero che la CIA ha concluso che non ci sono prove che sia avvenuto un incontro a Praga fra il dirottatore dellí11 settembre Atta e líintelligence irachena?

Non Ë vero che il nord dellíIraq, dove líAmministrazione sostiene che si nasconde al Qaeda, Ë sotto il controllo dei nostri "alleati", i kurdi?

Non Ë vero che la grande maggioranza dei leader di al Qaeda che sono fuggiti sembra si siano messi al sicuro in Pakistan, un altro dei nostri cosiddetti alleati?

Qualcuno ha notato che líAfghanistan sta precipitando rapidamente nel caos totale, con bombe e assassinii che diventano avvenimenti quotidiani, e che, secondo un recente rapporto dellíOnu, al Qaeda "Ë, a detta di tutti, viva e vegeta e pronta a colpire di nuovo, come, quando e dove sceglierý"?

PerchÈ stiamo distogliendo risorse militari e di intelligence preziose dalla ricerca di coloro che hanno attaccato gli Stati Uniti ñ e che possono nuovamente attaccarli ñ per usarle per invadere paesi che non hanno attaccato gli Stati Uniti?

Un attacco allíIraq non confermerebbe i peggiori sospetti del mondo arabo sugli Usa, e non Ë quello che voleva bin Laden?

Come puÚ Saddam Hussein essere paragonato a Hitler quando non ha marina o aviazione, e adesso ha un esercito che Ë 1/5 di quello di 12 anni fa, che anche allora si dimostrÚ del tutto incapace di difendere il paese?

Non Ë vero che il potere costituzionale di dichiarare guerra Ë esclusivamente quello del Congresso?

I presidenti, in contrasto con la Costituzione, dovrebbero consentire líaccordo del Congresso solo sotto la pressione dellíopinione pubblica? Ai presidenti Ë consentito affidarsi alle Nazioni Unite per avere il permesso di andare in guerra?

Siete al corrente di un rapporto del Pentagono sulle accuse secondo le quali gli iracheni avrebbero "gassato" migliaia di kurdi in un villaggio, che non ha trovato prove inoppugnabili della responsabilitý irachena, e al corrente del fatto che líIran occupava proprio la cittý in questione, e che le prove indicavano che il tipo di gas usato era pi˜ facilmente controllato dallíIran e non dallíIraq?

Non Ë vero che dai 100.000 ai 300.000 soldati Usa hanno sofferto della Sindrome del Golfo dalla prima guerra del Golfo, e che migliaia possono essere morti?

Siamo preparati allíeventualitý di migliaia di vittime americane in una guerra contro un paese che non ha la capacitý di attaccare gli Stati Uniti?

Siamo disposti a sostenere líonere economico di una guerra da 100 milioni di dollari contro líIraq, con i prezzi del petrolio che si prevede andranno alle stelle e scuoteranno ulteriormente una economia americana giý traballante? E che dire della previsione dei 30 anni di occupazione dellíIraq che alcuni hanno stimato necessari per "costruirvi la democrazia"?

Le presunte violazioni di risoluzioni dellíOnu da parte dellíIraq vengono addotte come motivo per iniziare un attacco, tuttavia non Ë vero che centinaia di risoluzioni Onu sono state ignorate da vari paesi senza sanzioni?

Líex Presidente Bush non ha citato la risoluzione Onu del 1990 come il motivo per cui lui non potÈ entrare a Baghdad, mentre coloro che sostengono un nuovo attacco asseriscono che Ë proprio la ragione per cui possiamo entrare a Baghdad?

Non È vero che, contrariamente alle affermazioni attuali, le no-fly zone vennero istituite da Gran Bretagna e Stati Uniti senza una approvazione specifica delle Nazioni Unite?

Se rivendichiamo líappartenenza alla comunitý internazionale e ci adeguiamo alle sue regole solo quando ci fa comodo, questo non serve a indebolire la nostra posizione, indirizzando animositý nei nostri confronti da parte sia di amici che di nemici?

Come puÚ il nostro obiettivo dichiarato di portare la democrazia in Iraq essere credibile quando sosteniamo dittatori in tutto il Medio Oriente e appoggiamo tiranni militari come Musharraf in Pakistan, che ha rovesciato un presidente eletto democraticamente?

Avete familiaritý con le audizioni del Senato del 1994 che hanno rivelato che gli Usa fornirono consapevolmente materiali chimici e biologici allíIraq durante la guerra Iran-Iraq e fino al 1992 ñ anche dopo il presunto attacco iracheno con i gas a un villaggio kurdo?

Non abbiamo aiutato líascesa al potere di Saddam Hussein, appoggiando e incoraggiando la sua invasione dellíIran? Eí onesto criticare Saddam adesso per la sua invasione dellíIran, che noi allíepoca abbiamo sostenuto attivamente?

Non Ë vero che guerra preventiva Ë sinonimo di atto di aggressione, e non Ë mai stata considerata una politica Usa morale o legittima?

PerchÈ i dirigenti delle societý petrolifere sostengono fortemente questa guerra se il petrolio non Ë la vera ragione per cui intendiamo occupare líIraq?

PerchÈ coloro che non hanno mai indossato una divisa e sono sicuri che non dovranno combattere personalmente questa guerra sono pi˜ impazienti di farla dei nostri generali?

Qual Ë la ragione morale per attaccare una nazione che non ha iniziato una aggressione contro di noi, e non potrebbe anche se volesse?

In che punto la Costituzione ci dý il permesso di far guerra per ragioni diverse dallíautodifesa?

Non Ë vero che una guerra contro líIraq rigetta i venerandi principi del Trattato di Wesfalia, di circa 400 anni fa, secondo cui un paese non dovrebbe mai attaccare un altro allo scopo di cambiarne il regime?

Non Ë vero che pi˜ una societý Ë civilizzata, meno Ë probabile che i disaccordi vengano composti con la guerra?

Non Ë vero che dalla Seconda Guerra Mondiale il Congresso non ha dichiarato guerra e ñ non per caso ñ da allora non abbiamo avuto una vittoria netta?

Non Ë vero che il Pakistan, specialmente attraverso i suoi servizi segreti, era un sostenitore attivo e un organizzatore principale dei Talibani?

PerchÈ coloro che vogliono la guerra non portano una risoluzione con una dichiarazione di guerra formale davanti al Congresso?