E per gli albanesi spunta la beffa: non c’è carta per poter rilasciare i passaporti.

Sotto accusa un’azienda diventata fantasma

 

Spuntano i primi grattacapi. Uno dei problemi maggiori che si sta presentando riguarda il documento d’identità che lo straniero deve presentare insieme alla dichiarazione di emersione dal lavoro nero al Ufficio Territoriale del Governo presso le Prefetture. Le associazioni segnalano che in alcune Prefetture sarebbe sufficiente anche la copia di documenti non equipollenti al passaporto, cioè anche semplici attestazioni di identità consolare, mentre in altre viene richiesto rigorosamente solo la copia di un passaporto in corso di validità. Facile a dirsi ma non a farsi. Primo perché non tutti i paesi stranieri hanno delle rappresentanze diplomatiche in Italia e secondo perché molte ambasciate straniere si rifiutano o non sono in grado di emettere passaporti. Il problema riguarda principalmente i cittadini dell’Europa dell’est, in particolare albanesi, rumeni, bulgari, moldavi: incontrano enormi difficoltà per ottenere il passaporto sia al loro paese d’origine che tramite le ambasciate. Motivo? Non è chiaro. Una cosa è sicura, il Ministero degli Interni in Italia conosceva molto bene questa situazione perché segnalata per tempo da quasi tutte le Questure. Per quanto riguarda i cittadini albanesi in possesso del “vecchio” passaporto non ci sono grossi problemi poiché un timbro del consolato per la proroga della validità sarebbe sufficiente, ma per quelli che non hanno proprio un passaporto l’ostacolo è davvero insormontabile. I consolati non lo rilasciano e neanche le Questure albanesi. Ma almeno per loro si conosce la causa: “manca la carta”. Roba da non credere, ma è la verità. Luan Rama, Ministro degli Interni del neogoverno albanese, ha dichiarato qualche giorno fa che la società vincitrice dell’appalto per la produzione dei passaporti albanesi, la tedesca “BUND ESK-DRUCKEREI” si è indebitamente appropriata di circa 2,8 milioni di dollari e si è dileguata senza rispettare il contratto. (“Koha Jone” del 16 settembre 2002). Non sono ancora chiare le misure che dovrà prendere il governo albanese in merito, ma di sicuro non si prevedono tempi celeri. E nel frattempo i cittadini albanesi interessati alla sanatoria in Italia cosa dovrebbero fare?

 

I. Gjergji