Al Ministro degli Interni

 

Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

 

Al Ministro di Grazia e Giustizia

 

 

Premesso che

 

il cittadino filippino Romeo Pilotin, titolare di permesso di soggiorno per lavoro subordinato in corso di validità e residente nel comune di Empoli, in occasione dell'aggravamento della malattia della madre Fortunata Pilotin Hidalgo, con lui convivente, anch'essa titolare per oltre quattordici anni di permesso di soggiorno per lavoro subordinato, ha presentato alla questura di Firenze la domanda di ricongiungimento familiare per il padre Bernardo Pilotin, marito della signora Fortunata e residente nelle Isole Filippine, nonché per il fratellino minore Giuseppe, nato in Italia, onde consentire una doverosa e necessaria assistenza domiciliare, sia morale che materiale, alla madre in gravissime condizioni di salute;

 

tale domanda di ricongiungimento è stata presentata dal figlio Romeo, in quanto la  signora Fortunata Pilotin aveva dovuto cessare l'attività lavorativa a causa della malattia che l'ha, poi, portata alla morte il 2 ottobre scorso;

 

in questa situazione altamente drammatica per le condizioni di salute della propria madre, il cittadino filippino Romeo Pilotin si è visto opporre dalla questura di Firenze, in data 24 settembre 2002, un diniego al nulla osta di autorizzazione al ricongiungimento familiare, con motivazioni legate alla durata del contratto di locazione dell'alloggio di durata  annuale rinnovabile;

 

otto giorni dopo tale diniego la cittadina filippina, Fortunata Pilotin è deceduta presso l'ospedale Careggi di Firenze;

 

numerose istituzioni pubbliche e private, come la prefettura di Firenze ed il Comune di Empoli nonché la U.I.L. di Empoli, si sono attivate a favore dell'accoglimento del diritto all'unità familiare della famiglia Pilotin, durante il periodo della malattia della madre Fortunata, senza ottenere alcuna risposta dalle istituzioni preposte alla soluzione di un caso di questo genere;

 

il Dr.Vladimiro Barberio, persona che svolge attività professionale e sindacale presso la sede U.I.L. di Empoli, il quale si era umanamente e vivacemente attivato

 

 

 

per far conoscere alle istituzioni e ai mezzi di informazione la gravità totale del caso Fortunata Pilotin, ha dovuto subire ispezioni ed accertamenti della polizia di Stato, sia presso la propria residenza privata, sia presso il luogo di lavoro ed infine anche presso gli uffici del sindacato;

 

si chiede di sapere se

 

è stata correttamente applicata dalla questura di Firenze la normativa riguardante il diritto alla coesione del nucleo familiare e al conseguente ricongiungimento, disposti in apposito titolo nel testo unico sull'immigrazione, decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286, tenuto anche conto che recenti sentenze interpretative della Suprema Corte di Cassazione in tema di ricongiungimento familiare, quale la sentenza n. 9793 del 26.07.2000 della prima sezione civile, hanno disposto di rendere accessibile tale diritto universalmente riconosciuto e non di conculcarlo;

 

i Ministeri competenti, alla luce delle segnalazioni loro pervenute da privati cittadini e da istituzioni italiane, in merito alle richieste di intervento che consentissero di risolvere la drammatica situazione della cittadina filippina Fortunata Pilotin e di suo figlio Romeo da sempre presenti in Italia in qualità di lavoratori subordinai regolarmente soggiornanti, avrebbero dovuto orientare positivamente nel merito le loro strutture territoriali, in particolare la questura di Firenze;

 

il doloroso e drammatico decesso della cittadina filippina Fortunata Pilotin, nel momento del bisogno abbandonata dalle istituzioni  di Governo italiane, non contraddica nei fatti le dichiarazioni e le azioni del medesimo Governo in tema di immigrazione, ripetutamente tese a rassicurare i cittadini italiani e stranieri che la normativa vigente è correttamente applicata, alla luce dei principi universali fatti propri dal nostro Paese;

 

non intendano chiarire quale sia l'atteggiamento del Governo rispetto alla normativa di ingresso nel nostro Paese di congiunti e familiari in casi come quello indicato di gravi problemi di salute di persona regolarmente soggiornante in situazioni che necessitano di assistenza e cura continue, spesso incompatibili con la situazione economica dell'immigrato;

 

non intendano chiarire l'esistenza di nessi tra l'interessamento del Dr. Vladmiro Berberio per il caso umano che gli si presentava e le perquisizioni nei suoi ambienti familiare e di lavoro in tempi immediatamente successivi alle sue prese di posizione in favore della signora Fortunata Pilotin.

 

Sen. Stefano Boco