Appello

sulla situazione dei richiedenti asilo in Italia

 

 

I recenti tragici avvenimenti di Porto Empedocle dello scorso 14 settembre, che hanno visto la morte di 36 persone, sono stati presentati all’opinione pubblica come l’ennesimo tentativo di sbarco in Italia da parte di clandestini o immigrati irregolari. Poche voci hanno sottolineato la presenza, tra quelle persone, di tanti che sono scappati da realtà di guerra o conflitto, come la Liberia, e che si attendevano di trovare in Italia un aiuto di carattere umanitario e il riconoscimento del loro diritto di asilo.

Tale episodio costituisce l’ennesima dimostrazione di come in Italia la tutela del diritto di asilo sia divenuta, nel dibattito politico e culturale in corso, una sorta di appendice del tema dell’immigrazione e non il riconoscimento di un diritto umano fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione e da Convenzioni internazionali di cui l’Italia è firmataria.

 

La situazione dei richiedenti asilo in Italia, già compromessa da diversi anni per la mancanza di una legge organica in materia, si è aggravata dopo l’approvazione della cosiddetta legge Bossi-Fini.

In vista della piena efficacia degli articoli in materia di asilo (che avverrà in seguito all’entrata in vigore del regolamento di attuazione, non prima del 2003) è iniziato una sorta di “periodo di attesa”, nel quale sono state sospese le già esigue misure di assistenza previste dalle normative in vigore e la stessa procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato è divenuta nebulosa e sempre più incerta.

 

 

Diversi i provvedimenti che vanno in questa direzione:

·       i lunghi tempi di attesa  e la sospensione, in molti casi, delle convocazioni dei richiedenti asilo, per l’esame della loro istanza, da parte della Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato;

·       la sospensione, dal 1° agosto 2002, del contributo di prima assistenza, erogato dalle Prefetture, per i richiedenti asilo;

·       il mancato rinnovo di molti permessi di soggiorno concessi per motivi di carattere umanitario;

·       la mancata erogazione a rifugiati riconosciuti del contributo di sostentamento previsto dalla attuale normativa. Inoltre, dal 1° aprile 2002 le Prefetture non stanno accettando nuove istanze;

·       l’insufficiente finanziamento del Programma Nazionale Asilo, che ha costretto molti centri a ridurre al minimo gli ospiti e molti Comuni a ricorrere a fondi propri.

 

Le realtà firmatarie di questo appello:

 

denunciano la condizione attuale dei richiedenti asilo in Italia, sempre più grave e spesso insostenibile. Molti di loro si trovano ormai da molti mesi senza assistenza, costretti a vagare ogni giorno da un Ufficio all’altro, senza alcuna certezza sui tempi e le modalità della propria richiesta d’asilo;

 

chiedono alle Istituzioni competenti di accelerare il più possibile l’esame delle richieste di asilo già presentate e il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi umanitari.

Chiedono inoltre l’immediato ripristino delle forme di assistenza previste dalla normativa vigente;

 

invitano il Parlamento a porre al più presto in discussione le proposte di legge già presentate in materia d’asilo, perché anche l’Italia possa dotarsi di uno strumento capace di prevedere, in forma organica, misure di accoglienza, assistenza e integrazione di richiedenti asilo e rifugiati.

 

È in gioco il destino di migliaia di persone, spesso vittime di soprusi e persecuzioni, e la dignità delle nostre Istituzioni e del nostro Paese.

 

Acli, Agesci, Asgi, Assessorato alle Politiche Sociali-Comune di Roma, Caritas Diocesana di Roma, Casa dei Diritti Sociali-Focus, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Comunità di S. Egidio, Consorzio della Cooperazione Sociale Sol.Co Roma, Federazione delle Chiese Evangeliche (FCEI), Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, ICS - Consorzio Italiano di solidarietà, Progetto Casa Verde