Martedì 24 Settembre 2002

IL DECRETO

Sanatoria, pronta la proroga:
un mese in più per gli operai

di CORRADO GIUSTINIANI

ROMA - Ci sarà tempo fino all’11 novembre per far emergere gli immigrati dipendenti dalle imprese. La proroga di un mese del termine in vigore, per allinearlo a quello già previsto per le colf e le assistenti a domicilio, è ormai cosa fatta. «L’emendamento è pronto e non si prevedono opposizioni. La proroga varrà per tutti, extracomunitari con e senza foglio di via», afferma il senatore di Forza Italia Gabriele Boscetto, che è relatore sul decreto legge approvato dal governo il 10 settembre scorso. Proprio oggi, alle 15, le commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro tornano a riunirsi per la conversione del decreto. Si prevede una seduta notturna e un rapido passaggio all’aula di Palazzo Madama, che potrebbe votare il provvedimento questa settimana, per girarlo poi alla Camera per l’approvazione definitiva.
Un fatto è certo: la sanatoria non ha ancora messo il turbo. Il ministero dell’Interno non ha voluto divulgare i dati sulla seconda settimana di domande. Nella prima i kit di emersione inoltrati dai datori di lavoro agli uffici postali erano stati soltanto 50 mila, 35 mila per le colf e 15 mila per gli immigrati delle imprese. La sensazione è che il totale non superi oggi le 70-80 mila richieste. C’è un allarme licenziamenti, denunciato ieri dal sindacato Api Colf: molti anziani preferiscono sbarazzarsi della badante, per non pagare stipendi più alti e contributi. Ma a pesare è stata anche l’incertezza, finalmente rimossa, legata agli immigrati che hanno ricevuto un foglio di via.
L’accordo raggiunto con la Lega, che verrà recepito oggi in un emendamento a firma dello stesso Boscetto e di Tommaso Zanoletti (Udc) prevede che vengano ammessi alla sanatoria non solo gli immigrati che sono rimasti in Italia dopo aver ricevuto un provvedimento d’espulsione per mancato rinnovo del permesso di soggiorno, ma tutti coloro per i quali "sussistano le condizioni per la revoca del provvedimento in presenza di circostanze obiettive riguardanti l’inserimento sociale". In parole povere: chi può dimostrare di avere una casa e un lavoro (ovviamente, dal 10 giugno scorso). Per andare incontro a Bossi, il numero degli espulsi sanati verrà sottratto alla quota di ingressi legali che sarà definita per il 2003.
Niente sanatoria per gli espulsi con accompagnamento tornati sul nostro territorio e per tutti coloro che hanno avuto una semplice denuncia in base agli articoli 380 e 381 del codice penale. «Basta l’accusa di tentato furto di una lattina in un supermercato per esser fuori, o quella di aver forzato un lucchetto per prendere una bicicletta, senza che vi sia una sentenza. E’ costituzionale tutto ciò?» La domanda è di Marco Paggi, avvocato di punta dell’Asgi, l’Associazione Studi giuridici sull’immigrazione. Gli risponde il senatore Boscetto: «Certo, era preferibile una sentenza in giudicato. Ma la nostra è una comprensibile misura cautelativa di fronte a chi ha già più volte violato la legge, come clandestino e come espulso "resistente"».
Su un punto, invece, Forza Italia conviene con Paggi: occorre precisare che la revoca del provvedimento sarà decisa "d’ufficio" dal Prefetto, in modo da non costringere l’interessato a presentare un’istanza. «Ci sembrava implicito - osserva Boscetto - ma forse è bene precisarlo». L’avvocato Paggi mette in evidenza altre contraddizioni: «In base al decreto legge non è ammesso alla sanatoria chi sia stato trovato con in mano un permesso di soggiorno falso. E’ ammesso, invece, se a falsificarlo è stato lui, cambiando il nome e le date con la scolorina».