Robert EVANS (PSE, UK)
Relazione sull'asilo: procedura comune e sicurezza interna
Doc.: A5-0257/2002
Procedura: Consultazione non legislativa
Dibattito: 23.09.2002

Robert EVANS (PSE, UK) ha precisato che la relazione da lui elaborata è articolata in due parti distinte che per motivi di tempo e di procedura sono state esaminate insieme. Un elemento deve tuttavia essere sottolineato: il metodo aperto di coordinamento nella politica di asilo non deve sostituire il coinvolgimento del PE che dovrà continuare a svolgere il proprio ruolo nel processo legislativo. Nella relazione si propone fra l'altro, l'impiego delle prassi migliori e un periodo transitorio di applicazione del metodo stesso. La questione della sicurezza interna, poi, ha assunto una particolare importanza dagli eventi dello scorso settembre. Secondo la Convenzione. di Ginevra possono essere esclusi dalla concessione di asilo coloro che abbiano commesso crimini contro l'umanità e crimini terroristici (anche se attualmente non vi sono prove di terroristi che abbiano chiesto asilo). Il relatore è d'accordo con la Commissione per l'uso delle clausole di esclusione della Convenzione di Ginevra purché con attenzione, evitando di estradare persone in paesi in cui rischiano di essere condannate a morte. L'orizzonte di una politica comune di asilo e di politiche armonizzate fra i 15 Stati membri in questo settore è sempre più vicino, ha concluso l'oratore.

Il commissario responsabile per la giustizia e gli affari interni, António VITORINO, ha ricordato l'accordo raggiunto al Consiglio europeo di Siviglia, in base al quale è stato fissato il 2003 come data limite per i primi strumenti legislativi sulla politica d'asilo. Questo impegno era importante per la credibilità europea in un settore così delicato. Al momento i negoziati creano preoccupazione, ma la soluzione, secondo il commissario, non consiste nell'armonizzazione limitata al minimo comune denominatore. L'Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite ha partecipato al Consiglio informale dei ministri degli interni, a Copenaghen, riferendo importanti decisioni che saranno adottate dal comitato esecutivo: è prevista in particolare un'agenda per la protezione internazionale dei rifugiati, che contribuirà ad alimentare il dibattito.

Congratulandosi con il relatore per il testo presentato, Vitorino ha evidenziato che questo segna l'introduzione del metodo aperto di coordinamento. Secondo l'Esecutivo non vi è alcuna incompatibilità tra tale metodo e le procedure europee in materia d'asilo. Non tutti gli Stati membri concordano sul metodo, ma il Consiglio ha seguito le linee suggerite dalla Commissione, che ha chiesto la creazione di una rete per identificare le buone pratiche. A suo avviso, la Convenzione europea dovrebbe esprimersi sulla validità di tali strumenti.
Secondo la Commissione, il documento parlamentare consente di giungere a un giusto equilibrio tra le esigenze di sicurezza emerse dopo l'11 settembre e le garanzie sui diritti dei rifugiati: i rifugiati in buona fede, infatti, non devono essere vittime delle misure restrittive. Anche per questo l'Esecutivo privilegia l'orientamento proposto dall'Alto commissariato per i rifugiati. La Commissione, inoltre, aderisce all'appello del Parlamento per riformare la politica dell'Unione, confermando che i rifugiati non debbono essere estradati nei paesi in cui vige la pena di morte.

Eva KLAMT (PPE/DE, D) a nome del gruppo dei popolari ha affermato che la trattativa sulla questione dell'asilo è stata difficile e che in una situazione in cui il PE ha diritti limitati e il Consiglio deve decidere all'unanimità, il meccanismo di coordinamento aperto non sembra una soluzione adeguata. Il gruppo non è d'accordo con il suo relatore sull'applicazione del metodo, perché rischia di escludere il Parlamento dal processo decisionale, riducendo la procedura comune ad un livello governativo e quindi voterà contro la relazione, a meno che non siano accettati gli emendamenti proposti dal PPE.

Anna TERRÓN i CUSÍ (PSE, E) a nome del gruppo socialista è intervenuta rilevando la preoccupazione dell'opinione pubblica europea sulle questioni relative all'immigrazione e alla sicurezza ed esprimendo il sostegno del suo gruppo alla proposta della Commissione sul metodo aperto di coordinamento, che costituisce un passo in avanti nella politica comune di asilo. Il metodo non sostituisce la legislazione necessaria, ma aiuta a rafforzare le politiche nazionali e la collaborazione con le varie ONG. L'asilo, ha ricordato l'oratrice, è un diritto che i nostri Stati concedono a persone perseguitate nei propri paesi, per tutelare la libertà ed è motivo di orgoglio e soddisfazione per le società che accolgono i rifugiati. Ridurre la libertà vuol dire anche ridurre le misure di protezione di queste persone : l'applicazione della Convenzione di Ginevra, la definizione comune di terrorismo e del mandato europeo di ricerca e cattura dovrebbero essere sufficienti per ottenere maggiore sicurezza senza ridurre il diritto d'asilo. Esprimendo preoccupazione per i paesi che applicano la condanna a morte, l'oratrice ha dichiarato che il suo gruppo è contrario, infine, all'estradizione verso tali paesi.

Per Olle SCHMIDT (ELDR, S) è necessario far fronte contemporaneamente alla domanda di manodopera in Europa, alle esigenze di sicurezza interna e al rispetto del diritto internazionale. Servirebbe una politica comune, ma la realtà dei fatti è eloquente: vi sono provvedimenti nazionali adottati in modo non coerente; la Germania, ad esempio, garantisce un'accoglienza sempre più circoscritta. Bisogna inoltre definire una politica comune di gestione delle relazioni esterne, ispirandosi forse agli Stati Uniti e alla loro crescita economica. Il metodo aperto di coordinamento nel settore del diritto d'asilo presuppone l'esigenza di identificare le buone pratiche. Bisogna poi tenere conto delle esigenze dei paesi candidati e assicurare che nessuno venga estradato in paesi che applicano la pena di morte. Il fatto che oggi nell'Unione si trasportino i rifugiati come fossero animali contravviene a tutti i principi di apertura. I diritti fondamentali non devono essere sacrificati di fronte alla lotta contro il terrorismo.

Arlette LAGUILLER (GUE/NGL, F) ha protestato per l'esclusione dei rifugiati politici, che contravviene al rispetto dei diritti più elementari. L'oratrice ha criticato in particolare l'estradizione in Italia di Paolo Persichetti, concessa dal governo francese, mentre la Francia ha garantito esili dorati a molti dittatori caduti in disgrazia. Tutti i paesi europei dovrebbero invece regolarizzare le persone sfuggite a dittature, a regimi oppressivi o alla miseria: il rifiuto di fornire loro documenti è segno di una politica inumana o retrograda. Oggi vi è una categoria di uomini e donne trasformata in selvaggina per gli amanti del lavoro nero: se il Parlamento vorrà dare un segnale progressista, dovrà assumere una posizione chiara, consentendo a tutti i cittadini dell'Unione di avere una vita dignitosa, ma riconoscendone i diritti sindacali e politici.

Jean LAMBERT (Verdi/ALE, UK) ha affermato che assemblando due questioni sensibili che di solito non sono collegate fra loro il relatore ha fatto un buon lavoro e che il suo gruppo concorda. con lui nella difesa dei diritti umani e delle libertà civili, che non sono secondarie rispetto alla sicurezza. Il gruppo dei verdi è d'accordo sul fatto che i governi debbano attenersi agli obblighi internazionali ed integrare la politica comune di asilo in modo orizzontale nelle altre politiche. Resta ancora qualche dubbio sul metodo aperto di coordinamento ma forse applicandolo si troveranno le soluzioni per i problemi più difficili.

Considerando che il regime d'asilo europeo è ormai sotto pressione, Hans BLOKLAND (EDD, NL) ha affermato che è necessario dare priorità alla politica comunitaria. Molte persone bussano alle porte dell'Europa, ma la maggior parte non soddisfa i requisiti richiesti per lo status di rifugiato. La configurazione della politica d'asilo dipende dalla definizione del concetto di rifugiato. Ma la definizione della politica europea per i rifugiati dipende da quella delle migrazioni. Bisogna confrontare le normative degli Stati membri per procedere sulla via della cooperazione. La vera soluzione, secondo l'oratore, è costituita da un rapporto costante con i paesi di provenienza: finché esiste l'attuale divario tra Nord e Sud del mondo, continuerà ad esserci un flusso migratorio verso l'Europa. Queste persone devono essere accolte a condizioni dignitose. D'altra parte, le restrizioni introdotte dopo l'11 settembre si ispirano a un principio di giustizia e devono essere applicate per assicurare la sicurezza dei cittadini.

Mario BORGHEZIO (NI, I) ha sottolineato che la relazione sembra commettere il grave errore di confondere il diritto di asilo ('diritto fondamentale e sacrosanto dell'Unione', ha detto) con il tema complesso dell'immigrazione, che va tenuto separato. La relazione ha per oggetto la configurazione giuridica del diritto di asilo e contiene proprio nella premessa una confessione preoccupante: la procedura in materia di asilo è spesso l'unico modo per accedere al territorio dell'Unione. Se è così, occorre fare in modo che ciò non avvenga e contrastare chi manipola lo strumento dell'asilo per far accedere all'Unione chi non ne ha diritto o peggio ancora per favorire chi svolge attività terroristiche. All'affermazione del relatore sulla mancanza di prove di terroristi che abbiano utilizzato lo strumento dell'asilo, l'oratore ha replicato che se si ammette l'idea che migliaia di potenziali terroristi fondamentalisti si sono infiltrati in Europa non si può escludere che vari terroristi si siano introdotti in Europa utilizzando lo strumento dell'asilo.

Il commissario Antonio VITORINO ha replicato in chiusura di dibattito con due osservazioni: prima di tutto i due temi trattati nella relazione discussa non sono stati raggruppati dalla Commissione ma dal PE per motivi di organizzazione interna. In secondo luogo il metodo aperto di coordinamento è una necessità, considerando che fin dal trattato di Amsterdam è stato chiaro che la politica di asilo si svilupperà in due fasi: l'elaborazione di norme minime comuni e poi la creazione di un sistema comune di asilo. Entrambe le fasi dipendono dalla normativa che si riesce a fissare, anche se a volte non si è d'accordo sulle soluzioni. Un anno dopo Tampere la Commissione ha proposto alcune norme comuni in una situazione di estrema difficoltà, che forse 'le faranno ottenere un premio Nobel per la chimica; visto che si prevede l'istituzione di una regola e quindici deroghe, una per ogni Stato membro!' ha detto il commissario. Il metodo di coordinamento comporta trasparenza e rispetta il principio di sussidiarietà: non vi sarà infatti un sistema di asilo centralizzato ma ogni Stato tratterà le richieste di asilo in proprio. E' però necessario scambiare informazioni e il metodo proposto aggiunge trasparenza nella gestione dell'intera a questione dell'asilo, ha concluso.

 

Robert EVANS (PSE, UK)
Relazione sull'asilo: procedura comune e sicurezza interna
Doc.: A5-0257/2002
Procedura: Consultazione non legislativa
Dibattito: 23.09.2002
Votazione: 24.09.2002

La relazione di Robert EVANS (PSE, UK) in merito all'introduzione di un metodo aperto di coordinamento quale misura di transizione verso una procedura comune di asilo è stata respinta dall'Aula (232 i voti a favore, 243 quelli contrari e 42 le astensioni). Il relatore aveva fatto affidamento su una coalizione fra i vari partiti che evidentemente non ha retto alla prova della votazione. Dopo il voto Evans ha voluto sottolineare in una dichiarazione che l'Aula ha votato contro una maggiore cooperazione nel campo della politica di asilo dell'Unione europea, contro la condivisione delle prassi migliori e contro le buone idee e le buone misure che avrebbero evitato gli abusi del sistema di asilo, ad esempio da parte di terroristi.