Bologna, 9 settembre 2002

Leggo su “RIFORMA” (Settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi) n.33 del 30 agosto 2002 l’editoriale del pastore battista Emmanuele Paschetto. Mi sembra uno scritto molto ben fatto, sia per la concisione sia per i precisi riferimenti biblici, soprattutto per i valori che trasmette. Lo trascrivo e lo propongo alla vostra riflessione. Personalmente queste parole mi hanno fatto sorgere i seguenti interrogativi che pongo anche a voi tutti:

1) Se i riferimenti biblici che il pastore Paschetto mette in evidenza, sono veramente “parola di Dio”, questa “legge Bossi-Fini sulla immigrazione” che sta per entrare in vigore , è o non è conforme al volere di Dio?

2) Posto che tanti laici cristiani e molti episcopi e cardinali (come quelli di Bologna) frequentemente ci ricordano che "l'Europa e l'Italia hanno radici cristiane" chiedo a tutti costoro: questa legge sulla immigrazione è a loro avviso conforme e coerente con tali "radici cristiane" ?(si veda in particolare Mt 25, 31-40 e Lv 19, 33-34)

Si dice (se non erro) che il Vaticano stia emanando un “vademecum” contenente tutte le norme cui il “buon” deputato che si reputa appartenente alla chiesa cristiano-romana dovrebbe attenersi in Parlamento: dare cioè il proprio voto solo a leggi che non siano in contrasto con la morale cattolica.  Voglio davvero sperare – ma ho qualche dubbio – che via sia anche qualche norma in riferimento ai problemi inerenti “l’accoglienza dello straniero”, oltre a tutte le norme aventi già, come base, la sessuofobia imperante e gli “inciuci” con gli attuali governanti per ottenerne un piatto di lenticchie.

Shalom-salaam a tutti, ma proprio a tutti… specialmente a quei buoni parlamentari che – ritenendosi buoni cristiani cattolici semplicemente perché nati in Italia – si sentono in dovere di compiere il sacro rito del “bacio della pantofola” (ora ci si accontenta, come “captatio benevolentiae”, del bacio della mano) in Piazza San Pietro, eppoi alla Camera e al Senato votano in gregge secondo i voleri di  Bossi-Fini-Berlusconi. 

                                                                                                       Domenico Manaresi, tentativamente cristiano, senza aggettivi.

Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax 051-6233923 – e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it

 

ANCHE VOI FOSTE STRANIERI (E. Paschetto - “RIFORMA” N.33 DEL 30 AGOSTO 2002)

 


“Non maltratterai lo straniero e non l'opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto”

Esodo 22, 21

 

Più volte nella Torà compare la forte esortazione al rispetto per lo straniero. Ogni volta le parole si concludono ricordando ai destinatari di questo comandamento che anche loro sono stati stranieri in terra d'Egitto. Il primo motivo dunque, per cui chi viene da un altro paese deve essere accolto, risiede nella storia stessa di Israele, nella sua memoria collettiva. A ciò, qualche versetto più avanti di quello citato, si aggiunge una nota psicologica molto interessante: “Voi conoscete lo stato d'animo dello straniero”. Avete sperimentato nella vostra anima, sul vostro corpo che cosa significhi essere considerato diverso: sapete quali sono le speranze e i timori, le lotte e le delusioni, la durezza della vita in un paese ostile. Per questo in Levitico 19, 34 il comandamento diventa ancora più coinvolgente: “Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi, tu lo amerai come te stesso". È facile considerare prossimo il familiare o l'amico, il paesano o il connazionale: ricordati che lo straniero ti è prossimo quanto ognuno di loro.

 

Il secondo motivo ci viene illustrato da altri passi dove emerge una presa di posizione netta di Dio che sembra quasi una risposta a possibili obiezioni o perplessità: “Dio non ha riguardi personali... ama lo straniero e gli dà pane e vestito” (Deut. 10, 17-18). Siccome sono io che ti ho liberato dalla schiavitù, “ti ordino di fare così” (Deut. 24, 18) e se ancora ci fosse qualche tentennamento ricordatevi che “Io sono il Signore vostro Dio”, (sempre Levitico). C'è dunque una ragione oggettiva: la volontà di Dio, e una ragione soggettiva: la mia storia, la mia esperienza. Il Signore ci indica con precisione che cosa vuole da noi, ci espone con chiarezza i suoi comandamenti ma fa anche appello al nostro vissuto, alla nostra intelligenza, alla nostra sensibilità facendoci vedere quanto siano ragionevoli e razionali le sue richieste.

 

QUESTE parole chiare ci paiono di grande rilevanza per un paese come il nostro, che si avvia ad applicare la nuova legge sugli immigrati in un clima di ostilità verso gli stranieri, alimentato da esponenti politici che fomentano paure irrazionali, ignoranza, ottuso egoismo in persone bisognose di trovare un capro espiatorio per le loro frustrazioni. È chiaro che il fenomeno dell'immigrazione va regolato, è ovvio che fra coloro che arrivano da altri paesi ci sono anche dei delinquenti, ma l'indegna equazione fatta per stupidità o in malafede tra immigrato e spacciatore, tra extracomunitario e terrorista è una vergogna mostruosa. Per generazioni siamo stati un popolo di emigranti e dovremmo conoscere lo stato d'animo dell'immigrato: restituiamogli la sua dignità e accogliamolo con umanità. Fra l'altro la maggioranza degli italiani ha seguito per secoli con ossequio sollecito e spesso ipocrita le indicazioni del magistero romano, anche le meno nobili: perché le respinge ora che la Chiesa cattolica ha preso una posizione chiara ed evangelica?

 

Pastore (battista) Emmanuele Paschetto

Via Gerolamo Tiraboschi, 20 - 10149 - Torino  TO

Tel. 011-259167

 


 

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