srm materiali

materiali di lavoro e rassegna stampa sull’immigrazione

2002                                                                                                                      settembre          

 

 

 

 

 

 

Sommario

 

 

 

 

-       Una esperienza nelle nostre chiese:

     il Pellegrino della Terra

 

 

-       Tratta dal Tajikistan

 

 

-       “La Regolarizzazione”

 

 

-       Convegni

 

 

-       Siti internet

 

 

Supplemento

“RUTH”

n. 2

_________

 

 

 

a cura del:

 

SERVIZIO RIFUGIATI E MIGRANTI

 

della Federazione delle Chiese Evangeliche

in Italia

 

 

 

 

 

 

Via Firenze 38, 00184 Roma

tel. 06 48905101   Fax 06 48916959

E-mail: srm@fcei.it

 

 

 

 

 

Come nasce l'attività

 

Nel 1995 Vivian Wiwoloku - nigeriano, laureando in farmacologia, predicatore locale incaricato della cura della comunità africana che fa capo alle chiese metodista e valdese della Noce, - nella sua qualità di presidente della comunità nigeriana di Palermo, visita di casa in casa i suoi connazionali, entra in contatto con diverse ragazze che cominciano a frequentare la riunione di preghiera settimanale alla Noce. In queste riunioni emerge il peso che queste "nuove schiave" sono costrette a portare. Diverse di loro sono credenti, metodiste, presbiteriane, pentecostali, e prima di andare in strada, con la morte nel cuore leggono il Salmo 90, il 121, pregano, ma non possono uscire dalla rete in cui sono cadute.

Vivian le esorta a tornare, a raccontare la loro storia; sono state raggirate in Nigeria con la promessa di un lavoro in Italia; hanno firmato un impegno di riscatto a volte di diverse decine di milioni; in Italia sono finite sul marciapiedi e ogni tentativo di ritirarsi è stato bloccato da ricatti, minacce di ritorsione sui parenti in Nigeria, pratiche di magia nera Vudu. Quelle che hanno finito di pagare il loro riscatto sono "libere", ma non avendo altro mezzo di sostentamento continuano nell'unico "lavoro" che hanno imparato.

Una rete di contatti e collaborazioni viene stabilita per aiutare le ragazze "libere" che sono disposte a cambiare vita: con le Suore di S. Vincenzo, del Buon Pastore, con il Centro di accoglienza di S. Chiara all'Albergheria. Soprattutto è attiva la comunità nigeriana con collaborazioni di volontariato e con il negozietto di prodotti africani che i Nigeriani hanno aperto nel centro storico di Palermo, gestito dalla moglie di Vivian, che diventa un punto di riferimento e di appoggio di crescente importanza.

Nell'ambito di questa collaborazione si concretizzano aiuti per le prime ragazze che decidono di lasciare la strada. Una alla volta sono cooptate per aiutare nel negozietto africano in attesa di un lavoro stabile (in genere come colf); vengono aiutate per pagare l'affitto, per il vitto, per medicinali. Ma il grosso del problema rimane l'irregolarità della loro posizione come clandestine.

Al tempo della "sanatoria Dini", nel 1995, in un'assemblea dei Nigeriani di Palermo si manifesta da una parte la disponibilità a lasciare la strada avendo un permesso di soggiorno, dall'altra ad aiutare per il difficile periodo iniziale della nuova vita.

In Questura inizialmente Vivian incontra ostilità e diffidenza. La richiesta di revocare il decreto di espulsione che è stato ingiunto ad alcune ragazze viene rifiutata. Insistendo, Vivian convince il funzionario della Questura incaricato dei rapporti con gli extra comunitari a concedere il permesso di soggiorno alle ragazze che decidono di cambiare vita. Il funzionario è scettico ma si dice disponibile, chiedendo però che interlocutore della Questura sia un'associazione anziché un individuo.

Con l'assistenza del CESE, si costituisce così nel 1996 l'associazione "Il Pellegrino della Terra" che operava già informalmente dall'anno precedente. Ad essa aderiscono Africani della Nigeria, del Ghana, della Costa d'Avorio, dell'Africa Occidentale. E' la prima volta che a Palermo si uniscono insieme Africani di diversa nazionalità. Si costituisce così un portavoce autorevole della comunità africana palermitana e l'importanza di questo collegamento si riscontrerà nel 1999, quando gli extra comunitari saranno chiamati ad eleggere la Consulta per gli immigrati, organo consultivo del Comune: su 6 eletti, il rappresentante designato ed eletto dagli Africani è senza concorrenti Vivian Wiwoloku.

Il rapporto con la Questura si consolida con la costituzione dell'Associazione. Se prima della costituzione una decina di ragazze ha lasciato la strada, in seguito e fino alla fine del decennio il numero aumenta fino ad arrivare al totale di 45. In Questura sono promossi ripetuti incontri da parte di rappresentanti della Curia, delle Suore di S. Vincenzo, del Pellegrino della Terra. Il Questore assicura che le domande di soggiorno presentate con la garanzia di questo "Comitato di libertà" verranno accolte. Vengono anche cancellati provvedimenti di espulsione già comminati.

La collaborazione si estende anche per i casi in cui le ragazze intendono denunciare i loro sfruttatori rifiutando di continuare a pagare il riscatto pattuito. In questo caso oltre al permesso di soggiorno il magistrato ordina il programma di protezione. Si impone l'allontanamento da una situazione di grave pericolo. il Pellegrino della Terra segue 10 di questi casi accompagnando la maturazione della decisione, fornendo informazione, appoggio, mediazione con la Questura. Una ragazza viene trasferita altrove e seguita con l'appoggio di opere evangeliche fino alla sua sistemazione con lavoro. Altre spariscono per paura. Il Pellegrino della Terra collabora con la Questura per l'arresto di una banda di 5 sfruttatori che importano ragazze dalla Nigeria e che subirà il processo quest'anno.

Intanto l'opera continua nei confronti di nuove arrivate: contatti, incontri, esame delle situazioni caso per caso. il Pellegrino della Terra si sta occupando attualmente di 10 ragazze che stanno lasciando la strada ma è in contatto con 150 che sarebbero disposte a uscire dal giro se avessero un'alternativa reale.

In tutti questi anni di attività e di servizio nella città di Palermo “Pellegrino della Terra”, ha ottenuto la fiducia e la simpatia di tutta la società civile palermitana, impegnata nella valorizzazione culturale della città, ed ha consolidato la collaborazione con le varie associazioni impegnate nel campo dell'immigrazione al punto che giorno 23 maggio 2001, in occasione della commemorazione del nono anniversario della strage di Capaci, l'Associazione Scuola di Formazione etico-politica G. Falcone ha consegnato presso Villa Niscemi a Palermo, contestualmente ad un incontro dal titolo "Mafie e nuove schiavitù - Una riflessione sul traffico degli esseri umani", la prima targa Giovanni Falcone a Vivian Wiwoloku, per il suo impegno a fianco delle giovani donne immigrate rese schiave dal racket della prostituzione.

 

 

L'opera di assistenza

 

I problemi principali da affrontare sono tre.

1.  Un periodo di pura assistenza in cui è necessario provvedere a tutto, dall'affitto al cibo, alle medicine, talvolta il vestiario. Questo periodo, in cui si ricerca un lavoro per la ragazza che ha lasciato la strada, e che spesso compie un periodo di apprendistato, è in media di tre mesi.

2.  Un periodo di apprendistato al lavoro, necessario per ragazze che talvolta non sanno neppure come si fanno le pulizie in modo accettabile. Continua a servire a questo scopo la preziosa collaborazione del negozietto di prodotti africani. Oltre a questo, nel novembre del 99 il Pellegrino della Terra ha aperto nel centro storico un Circolo culturale che oltre a svolgere un programma di interscambio culturale tra Africani e Italiani, avendo la licenza di spaccio interno dell'Associazione dà lavoro ad alcune ragazze che si alternano imparando a fare le pulizie in modo accurato. Il Circolo culturale è stato attrezzato in prevalenza con aiuti della Tavola valdese (fondi 8 per mille) e dall'Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI) oltre che dai soci. Due progetti sono stati presentati recentemente per sostenere e potenziare questa particolare iniziativa. Uno al Comune per finanziare l'attività culturale di aggregazione e intercambio e di assistenza; uno alla Tavola valdese (8 per mille) per finanziare posti di lavoro per il funzionamento del Circolo.

3.     Il terzo problema è la ricerca di lavoro per le ragazze che lasciano la strada. Gli apprendistati e la sosta nelle attuali strutture del Pellegrino della Terra sono solo un passaggio. Il punto finale deve essere un'occupazione stabile. Finora in massima parte le ragazze sono state collocate come collaboratrici familiari, spesso con un impiego comprensivo di alloggio. Ma non può essere questo il solo sbocco lavorativo, sia per il limite delle offerte di lavoro, sia per la necessità di valorizzare maggiormente le capacità delle persone liberate.

 

 

Prospettive e necessità

 

Se rispetto alle potenzialità di 150 casi il Pellegrino della Terra riesce ad occuparsi concretamente di poche unità, ciò è dovuto essenzialmente a due fattori:

-   la scarsità estrema dei mezzi con cui vanno assistite le ragazze nel periodo iniziale;

-   la limitatezza degli sbocchi lavorativi disponibili e ipotizzabili.

 

 

Centro di ascolto

 

L'associazione ha istituito un centro di ascolto in via delle Pergole 11, la cui conduzione è stata resa possibile dalla collaborazione di una missionaria della chiesa metodista dell'Ohio (U.S.A.).

Questo locale serve pure come punto di incontro con queste ragazze. Esse hanno bisogno di incontrare qualcuno del loro paese con cui parlare e sfogarsi.

Il primo periodo di circa tre mesi, in cui queste ragazze cercano di venire fuori dalla loro condizione, è una fase molto delicata da tenere in considerazione.

A questo punto noi cerchiamo di proteggere le ragazze dai loro persecutori mettendo a disposizione vitto e alloggio, prima di trovare un lavoro che permetta loro di vivere.

La difficoltà di sopperire ai bisogni di queste ragazze, in questa fase molto delicata, potrebbe creare uno stato di ricaduta.

Dopo aver ascoltato la storia di ognuna di loro cerchiamo di costituire un percorso individuale di inserimento sociale, avvalendoci spesso della collaborazione del Centro di Accoglienza delle “Suore del Buon Pastore” che accoglie anche ragazze madri.

Le ragazze provenienti da famiglie molto povere sono quelle che cadono più facilmente nella rete di organizzazioni senza scrupoli che con le lusinghe di un redditizio lavoro in Italia, iniziano ad esercitare una forte pressione psicologica sulle loro vittime, praticando riti Vudu e stregoneria. Questo stato di paura, continuamente alimentato con minacce di morte sia alle vittime che ai loro familiari in patria, crea uno stato di totale sottomissione di queste giovani sventurate che iniziano a pagare esorbitanti somme per riscattarsi da questa condizione.

Questo problema persiste anche per quelle che si sono rivolte a noi per ottenere aiuto; la paura di ritorsioni, anche magiche, lega la vittima ad essere fedele agli sfruttatori e impedisce loro di rivolgersi alla polizia anche dopo il pagamento del riscatto.

Per questa ragione non basta soltanto un lavoro alternativo per risolvere il problema ma ci vuole anche un aiuto psicologico e antropologico da parte di gente specializzata.

Alcuni successi li abbiamo ottenuti grazie ad alcuni specialisti africani, che gratuitamente hanno prestato la loro opera.

Il locale serve anche come punto di distribuzione di viveri e beni di prima necessità.

 

 

Assistenza e servizio sanitario

 

Di volta in volta si accompagnano le ragazze per visite mediche e ginecologiche, grazie anche alla collaborazione di alcuni operatori dell' ASL 6 che si prendono cura dei casi.

Fino ad oggi l’incomprensione dovuta alla lingua e alla tradizione “dell’altro” ha reso difficile ad alcuni immigrati l’accesso alle strutture ospedaliere. Sarebbe auspicabile che in tali strutture sia prevista la presenza di un mediatore socio-sanitario che faciliti il dialogo tra i pazienti immigrati e il medico curante. L’attivazione di corsi di formazione professionale in tal senso, da parte dei Comuni o della Comunità Europea, darebbe la possibilità a molte di queste ragazze che sono già in possesso di un diploma di assistente sanitario conseguito nel loro paese, di accedere più facilmente al mondo del lavoro in questa società.

Attualmente la collaborazione con C.R.I. rende questo servizio molto efficiente.

 

Inserimento nel mondo del lavoro

 

La carenza di lavoro, soprattutto al Sud, dove non ci sono fabbriche, crea gran difficoltà. Se si riesce a collocare queste ragazze come collaboratrici familiari, si devono seguire per un certo periodo; qualche volta occorre fungere anche da mediatori tra lavoratore e datore di lavoro.

Un altro problema è legato alla difficoltà di ottenere in tempi rapidi il "permesso di soggiorno", per cui rimangono relegate nei centri di accoglienza, non potendo essere avviate al lavoro per mancanza di documenti.

Dai nostri dati risulta che molte di queste ragazze hanno un buon grado di istruzione; alcune sono insegnanti, infermiere, ecc. Pensiamo di poter creare delle situazioni di lavoro che valorizzino la loro preparazione specifica.

Abbiamo già avviato alcuni progetti ed altri sono in fase di elaborazione.

Grazie al sostegno della Tavola Valdese e dell’OPCEMI è stato possibile realizzare nel locale sito in via Candelai 12 a Palermo, un piccolo ristorante per la conoscenza e diffusione di piatti e prodotti tipici della cucina africana; con questa iniziativa siamo riusciti a collocare due ragazze che avevano già acquisito una certa esperienza nel campo della ristorazione nel loro paese di origine.

Una seconda iniziativa consiste nel progetto finanziato dal Comune di Palermo riguardante una iniziativa di scambio culturale dove hanno trovato collocazione due mediatrici culturali africane e due italiani.

Altre due ragazze, che sono riuscite ad uscire dal giro della prostituzione da oltre 3 anni, collaborano al Centro di ascolto di cui abbiamo accennato prima, sito in via Delle Pergole 11 a Palermo. Questo fa funzionare al meglio il Centro, in quanto le utenti possono parlare con delle persone che hanno vissuto in prima persona il problema di cui sono vittime, che parlano la loro lingua, che conoscono a pieno la loro cultura e sanno fornire i giusti consigli ottenendo la loro fiducia.

 

 

Risultati e prossimi obiettivi

 

Fino ad oggi siamo riusciti a togliere dalla strada 72 ragazze ed altre 10 stanno seguendo il percorso sociale in alcuni istituti. In un territorio avviato alla multirazzialità e alla multiculturalità, com’è quello siciliano, si fa avanti in maniera sempre più urgente, l’esigenza della conoscenza reciproca fra le culture coesistenti.

Da ciò nasce l'idea di un progetto che favorisca lo scambio di informazioni ed il dialogo fra etnie diverse e modi di vita differenti, e indichi come questi possono compenetrarsi per creare una società nuova, in cui vengano abbattute tutte le pregiudiziali e le diversità diventino una fonte di arricchimento reciproco, piuttosto che barriere fra i popoli.

L'obiettivo è di mettere a disposizione di istituzioni socioculturali e formative (scuole, Università, Associazioni, ecc. ) un organismo permanente e qualificato, che avvalendosi di una metodologia ispirata al dialogo, alla ricerca e al confronto, superi le difficoltà di entrare in contatto con i portatori della cultura “diversa”, ed utilizzando vari strumenti (audiovisivi, fotografie, giochi di società, musiche e canti, ecc.) metta in relazione esperienze varie, in quanto fondate su differenti tradizioni, usi e costumi.

I risultati finora conseguiti sono stati resi possibili grazie alla cooperazione stretta ed incondizionata di varie associazioni, al sostegno dell'O.P.C.E.M.I. e della Tavola Valdese, della FCEI, delle chiese locali metodista e valdese e di tutti coloro che in forma anche individuale ci hanno dato la loro solidarietà.

A tutti questi soggetti noi rivolgiamo il più caloroso dei ringraziamenti per aver contribuito ad essere un seme di speranza.

 

 

 

Pellegrino della Terra

Tajik women remain at high risk of trafficking

(informazioni da Teresa Albano - OIM Roma)


DUSHANBE, - Travelling on a local bus in the northern Tajik city of Khujand, 13-year-old Lola was abducted by a woman who told onlooking passengers that she was her mother. Despite her persistent cries for help, she was taken to a house where 14 other girls, hooked on heroin, were kept and sold to men every night.
But Lola was fortunate. Before the traffickers could send her abroad, the teenage girl was rescued by a local NGO called Modar. Sadly thousands more are not so lucky and the trafficking of young girls and women in this impoverished Central Asian nation remains rife.
While there are no real statistics on the scale of trafficking in Tajikistan, according to a recent study carried out by the International Organisation for Migration (IOM), as economic conditions worsen, the region remains fertile ground for trafficking to increase.
Speaking to NGOs, youth groups, teachers, doctors, officials, as well as victims, IOM found it particularly difficult to break down barriers with the women themselves. Already deceived once, they were reluctant to divulge information about their experiences. "The purpose of the study [Deceived Migrants from Tajikistan] for us was to find out how it works, rather than the scale, as we can never find accurate statistics," IOM country head, Igor Bosc, told IRIN in the capital, Dushanbe.
Although the estimated number of women trafficked every year is 1,000, Bosc believes this figure to be 10 times higher and one that is rapidly increasing. The majority of the victims range in age from 21 and 25, with most coming from the capital and Khujand in the north.
But it is way the women are initially deceived that is most revealing. Many women surveyed said they had been trafficked after responding to adverts promising lucrative shopping trips abroad to resell items back in Dushanbe and Khujand, the report said.
"Our friend advised my beautiful daughter to go and work in Abu Dhabi as a cleaner in the villa of a very rich person for a salary of US $4,000," said Irina, another respondent to the survey. But in a country where the average wage is $50 per month, it is no wonder that women are becoming increasingly desperate to find work elsewhere, not realising the consequences they could face.
Most victims from Tajikistan end up in Muslim nations such as Dubai, Turkey, Yemen, Syria, Saudi Arabia and Bahrain. Once there, the risk of catching diseases is extremely high as 95 percent of respondents to the survey said they had been forced into sexual acts without protection against venereal diseases.
But while the issue of trafficking remains largely a taboo subject, even in this fairly liberal Muslim society, the authorities are toughening their stance. "I think the government is doing a good job and deserves some credit for this," Bosc said. They had at least recognised the problem when countries such as the United Arab Emirates (UAE) and other Arab nations did not acknowledge it, he added. Indeed, the government had ratified a convention to combat crime in 2000 and was trying to increase the punishment for trafficking.
Furthermore, Dushanbe was raising the age of women able to visit Dubai. Those aged between 15 and 35 are not permitted to travel there. "We believe that our tough position on this matter is helping to curb the problem and we have had very few cases over the past six months," press officer for the Tajik Interior Ministry, Asoev Khudoynazar Fayziddinovich, told IRIN. In addition to their support for a national media campaign to get the message out, he added that they were still in need of technical resources to work effectively.
But with at least 200,000 Tajiks out of a population of six million known to be seasonal migrants, the IOM has called for an even greater need for awareness. Together with the Swiss Development Agency, the agency launched an information campaign in April advising labour migrants, particularly women, of the dangers they could face. Leaflets were distributed at major airports and train stations. "Lack of education, especially in rural areas, exacerbates the problem," Bosc said.
To date, the IOM has received hundreds of phone calls from people who were thinking of migrating, asking how it could be done safely. Although women are the main victims, Bosc also raised the issue of male migrants being forced into intensive labour. "Many are forced to work in sweat shops, especially in places such as Russia," he explained.
Bosc warned that traffickers were adopting more and more cruel methods, and the harrowing case of two doctors and a nurse in Dushanbe found guilty of selling a newborn boy for US $500 and a newborn girl for US $300 to be trafficked, bears testament to this.
But according to the survey, the trafficking system is firmly established. In one incident, a trafficker named Tursonoi maintained a network of apartments in Khujand where up to 70 young women, ranging in age from 13 to 30 - including ethnic Tajiks, Russians, Ukrainians and Kazakhs - were routinely exploited. Operating since 1975, he was arrested in 2000 and sentenced to nine years in prison.
Highlighting the problem, Modar, in conjunction with the United Nations Development Fund for Women {UNIFEM}, held an international conference on trafficking last year. "This was major progress as trafficking and prostitution are taboo subjects," Modar chairwoman, Gulchehram Mirzoeva, told IRIN.
Present at the conference was the Tajik deputy minister of interior, who recalled a remark made by a taxi driver in Dubai over how beautiful Tajik women were. Only later, after attending the conference, did he realise what the taxi driver was talking about and felt saddened that women were being deceived in such a way.
Modar carried out a country-wide survey in 2000 using a sample of 1,500 women. It also found that most women were deceived into being trafficked. Again the most popular destination was the United Arab Emirates (UAE), where according to the interior ministry, there are reportedly 300 Tajik women. The real number, however, is believed to be higher.
In an effort to raise awareness of trafficking among Tajik society, Modar is distributing leaflets encouraging more women to come forward and tell their stories. "Each story is horrible as they are all young women who have been tricked," Mirzoeva lamented.
Citing one of the worst cases, she noted the horrific experiences of 35 women returning from Moscow to Dushanbe in December 2000. Tricked into leaving the train they were travelling in for taxis at a cheaper fare, the women were taken to an isolated warehouse where they were sold and resold to men.
According to the NGO, there are two groups of women being trafficked. Those who go willingly and those who are tricked into going. Females from rural areas are at a higher risk of being deceived than those living in urban areas.
Mirzoeva spoke of one case where a mother of five in rural Tajikistan was ready to sell herself for less than two dollars a night. "When those who are willing to sell themselves hear they can earn a lot more abroad, they are desperate to leave the country," she explained. "When I see women being sold like this it makes my heart ache," she said.
However, unless greater efforts are taken, the pain and suffering of these women looks set to continue. Meeting the challenge, Shurat Rajabov, acting head of UNIFEM in Dushanbe said female empowerment is key. "We are proposing a new economic project for women in rural areas to give them land rights so they can earn a decent living," he said. The fact that over 65 percent of the population works on the land highlights the importance of equal land ownership - a major problem in Tajikistan.
"Many women are left in villages alone to fend for their families when their husbands leave for Russia to find work there. It is vital for them to be able to earn a living," he explained. Some one million people have already left Tajikistan for Russia in search of a better life and until greater opportunities arise for the women of Tajikistan and other Central Asian countries, they will continue to fall pray to traffickers, he warned.
According to a US state department report on trafficking last month, the global magnitude of this crime is staggering. Annual estimates range from 700,000 to four million people bought, sold, transported and held in slavery-like conditions for sex and labour exploitation. However, the nature of the crime - underground, often under-acknowledged - contributes to the inability to determine the number of victims each year.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La "Regolarizzazione" della legge 189

 

 

Questa regolarizzazione è anche una chance per le donne che riescono ad uscire dalla tratta. Per informazioni rimandiamo a SRM Materiali Inform.Legge, che smista informazioni in merito alla "Regolarizzazione". 

Consigliamo inoltre di visitare il sito di Sergio Briguglio:  http://briguglio.frascati.enea.it/immigrazione-e-asilo

 

Il Servizio Rifugiati e Migranti è a disposizione per tutte le informazioni in suo possesso.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONVEGNI

 

 

European Conference on preventing and combating trafficking in human beings

Global Challange for the 21st century

18 - 20 Settembre 2002 a Bruxelles

Organizzato dalla Commissione Europea e OIM

 

 

 

"Riparliamo di Tratta"

La tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale: il fenomeno, la cultura, gli interventi

4 Ottobre 2002  dalle ore 9.00 alle ore 17.00

Piazza Belgioioso n.1 - Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

SITI INTERNET SU TEMI DI ASILO E IMMIGRAZIONE

 

 

ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione): www.stranieri.it

digilander.libero.it/asgi.italia/ (sito curato da Silvia Canciani dell'ASGI)

 

Sergio Briguglio per il Gruppo di Riflessione: 

http://briguglio.frascati.enea.it/immigrazione-e-asilo

 

ACNUR /Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati): www.unhcr.ch

 

ECRE (European Consultation on Refugees and Exiles): www.ecre.org

 

UNIONE EUROPEA: http://europa.eu.int.

 

GOVERNO: http://www.governo.it

 

 

Elena Rozzi (sito di Save the Children sui minori stranieri non accompagnati): www.savethechildren.it/minori/minori_home.htm

 

Chiara Favilli (sito di UCODEP sulla politica europea di immigrazione e asilo): www.ucodep.org/banca_dati/argomenti.asp

 

TRAFFICKING: http://www.december18.net/traffickingconventions.htm