Mandiamo questa mail alle mailing-list del RomaMigrantForum, dell’Antirazzismo e del Social Forum, perché dopo un anno di attività politica nel RMF abbiamo capito che per noi Rom non c’è via d’uscita e vogliamo che tutti conoscano la nostra posizione:

 

In ogni intervento, in ogni proposta, in qualsiasi cosa sia uscita da noi Rom (e abbiamo partecipato a tutti gli incontri cittadini, nazionali e internazionali, intervenendo sempre), abbiamo cercato di spiegare e fare capire perché, secondo noi, la battaglia sui Rom deve essere condotta separatamente (ma sicuramente PARALLELAMENTE) rispetto quella degli altri migranti; ma mai è stato riportato nulla nei verbali o nelle relazioni finali di tali incontri.

 

Sono tanti anni che noi Rom, provenienti dai Balcani, siamo presenti sul territorio italiano ed europeo, e da sempre abbiamo notato lo stesso atteggiamento politico nei nostri confronti.

Abbiamo capito che il vero motivo per cui non è mai stato cambiato nulla nella politica sui Rom è, in realtà, la mancanza di volontà di aiutare i Rom nel percorso di emancipazione e autorganizzazione, neanche quando qualcuno di noi (e non è vero che non siamo politicizzati e pronti a lottare) si ribella a questo stato di cose ed esprime la volontà di affrontare una battaglia politica per migliorare la situazione. Spesso veniamo ostacolati proprio da quelle persone che ottengono finanziamenti per interventi nei nostri confronti che dovrebbero portare a quanto sopra.

Questo è uno degli elementi che ci hanno fatto capire qual è la politica nei confronti dei Rom e cioè (per chi non lo sapesse!!!) che l’interesse nei nostri confronti è esclusivamente legato ai finanziamenti pubblici stanziati per “risolvere le nostre problematiche”; ed è proprio l’atteggiamento di alcuni operatori sociali che tendono solo a dividere le comunità forti ed unite insinuando malafede e tradimenti, ricattando i più deboli facendo leva su permessi di soggiorno o lavoro (che certamente degli operatori sociali non possono davvero promettere), ci ha fatto ancora di più capire che se i Rom davvero riuscissero a rendersi autonomi, ciò creerebbe non pochi scompensi agli Enti pubblici e privati che ruotano intorno a noi.

 

Vogliamo sottolineare che la diversità culturale non è strettamente legata alla “emancipazione”, infatti possiamo notare delle differenze tra i Rom di vecchio insediamento e i Rom di recente insediamento sul territorio italiano, ciò la dice lunga sugli interventi finora adottati nei confronti dei Rom.

Per questo non possiamo credere che, ad oggi, è in previsione a Roma la costruzione di 6 nuovi CAMPI SOSTA e 7 nuovi VILLAGGI ATTREZZATI (e questo sta avvenendo anche in altre città italiane) nonostante si sia già riscontrato che questo tipo di intervento abitativo non ha migliorato la nostra situazione.

Come abbiamo già evidenziato nelle proposte politiche da noi fatte al Comune di Roma, è del tutto inutile e deleterio spendere tutti quei soldi (25 miliardi delle vecchie Lire) per la costruzione di nuovi campi; infatti, in questi ultimi sei anni si è riscontrato che ciò è servito solo ad aumentare il malessere e l’emarginazione, riducendo sempre di più la possibilità di sopravvivenza; quando invece gli stessi soldi potrebbero essere investiti per l’inserimento dei Rom in case popolari o private, e sappiamo tutti che ciò porterebbe sicuramente ad una reale interazione culturale e sociale tra i vari popoli presenti sul territorio italiano e quindi si avvierebbe un percorso naturale di inserimento nel tessuto sociale e lavorativo anche del popolo Rom.

D’altra parte non riusciamo a capire come sarà possibile inserire (in base alla legge Turco-Napolitano e alle successive modifiche denominate Bossi-Fini), i Rom nei campi e nei villaggi sopra descritti se tutti insieme (politici, società civile, …) prima non si interviene direttamente nei confronti delle Prefetture e delle Questure per avviare una sorta di regolarizzazione, anche se per breve tempo, che possa permettere l’inserimento lavorativo di quei Rom (di solito i più deboli e volenterosi) che davvero lo vogliono e di conseguenza quindi per permettere un futuro rinnovo in base le leggi attuali (contratto di soggiorno)

 

Abbiamo partecipato a tutte le manifestazioni contro la Bossi-Fini e spesso ci siamo chiesti che fine avessero fatto quei compagni che sempre si arrogano del diritto di avere solo loro le soluzioni giuste in tasca e quindi di poter decidere per noi.

E così negli incontri nazionali, spesso ci domandiamo se i compagni ci capiscono quando parliamo, perché abbiamo notato che non ce n’è uno che di sua spontanea volontà affronti la questione Rom.

Inoltre abbiamo notato che l’atteggiamento “egemone” dei compagni italiani nei confronti dei compagni Migranti e Rom ha portato solo all’allontanamento degli ultimi dai gruppi politici misti.

 

Dopo tanto tempo, il 19/01, i migranti sono scesi in piazza numerosi, rischiando in prima persona  per combattere la legge Bossi-Fini e per far rispettare i propri diritti in quanto esseri umani e lavoratori, così come è successo a Vicenza;  ma da allora, sappiamo a quanti Migranti e Rom è stata notificata l’espulsione e quanti sono stati rimpatriati? Noi siamo coscienti che questa è anche la conseguenza di tanta determinazione, per questo siamo convinti che non è più possibile che pochi compagni italiani decidano le sorti di tanti compagni Migranti e Rom.

Qualcuno si è mai chiesto che fine abbiano fatto i Migranti che hanno partecipato all’incontro nazionale del Migrant Forum tenutosi quest’inverno a Brescia?

Eppure già a Firenze, nell’incontro di maggio, qualcuno avrebbe dovuto chiederselo visto che la presenza dei Migranti è stata ristrettissima (qualcuno può pensare, anche giustamente in parte, che tale assenza sia dovuta ad una questione finanziaria, ma ciò sarebbe risolvibile attraverso un sostegno ai Migranti derivante da iniziative fatte per l’occasione!!!!).

Eppure i compagni Migranti e Rom ci sono e sono ancora forti, organizzati e determinati.

A Roma il 30/06 e a Genova il 19/07, si è sentita forte la mancanza dei Migranti, ma comunque si sono prese decisioni nei loro confronti, nella maggior parte dei casi, non approfondite con i diretti interessati.

Stiamo (ancora) aspettando la relazione, o il verbale che sia, dell’incontro di Genova, perché siamo curiosi di vedere se è servito a qualcosa lasciare, questa volta, agli atti il documento in cui sono descritti gli impegni che intendiamo portare avanti per migliorare la nostra situazione.

Crediamo non ci sia bisogno di sottolineare il fatto che tali impegni intendiamo portarli avanti come Rom che si sentono parte integrante del RomaMigrantForum e che è comunque nostra intenzione portarli a buon fine.

 

Per tutto ciò, vogliamo ribadire che per essere forti e determinanti dobbiamo essere uniti, “tanti e diversi”, e che non è più possibile che le decisioni, che riguardano Migranti e Rom, possano essere prese solo da una parte, perché senza noi che viviamo sulla nostra pelle, in ogni istante della nostra vita le conseguenze dell’insicurezza, della paura, della fame, dell’emarginazione e dell’esclusione, nessuno può realmente capire ed essere sicuro di come intervenire senza rischiare di creare danni maggiori, quindi solo noi Migranti e Rom possiamo davvero trasmettere quello di cui realmente abbiamo bisogno e solo poi tutti insieme (italiani e non) indirizzare ed intraprendere battaglie più forti, sicure e vincenti.

 

Ci scusiamo se qualcuno interpreta male questa lettera, non siamo abbastanza preparati con la lingua italiana, vogliamo essere positivi e propositivi, la nostra reale intenzione è quella di migliorare i rapporti individuando alcune dinamiche negative per poi scardinarle e quindi per poter continuare un percorso politico più sereno e vincente.

 

Roma, 24/07/2002

 

Memed Alija 

Associazione di Promozione Sociale “SUTKA”