dal
14 al 19 agosto 2003
Attentato
alla sede Onu di Baghdad, 3 morti e molti feriti
(Il
Nuovo.it)
1.
LIBERIA. siglato l'accordo globale, ma il cammino verso
la democrazia è ancora lungo (Misna)
2. IMMIGRAZIONE: arrestati ad Agrigento
due presunti scafisti (Corriere della Sera.it)
3. AFGHANISTAN: uccisi in
un'imboscata due operatori umanitari (Corriere della
Sera.it)
4. IMMIGRAZIONE: soccorsa
imbarcazione nelle Egadi, a bordo 11 clandestini (Corriere
della Sera.it)
5. Melting pot Londra (Panorama)
7. IMMIGRATI: Lampedusa, commosse
lettere d'addio dei clandestini ospiti del centro per due mesi hanno lasciato
l'isola. (Adnkronos),
8. SICILIA:
premio al tunisino
che annego' per salvare bimbi. (agi)
9.
CLANDESTINI: Ue,
progetto italiano su modalita' espulsione. (agi)
10. UE: nel 2002 abitanti salgono a 379
milioni grazie a immigrati. (agi)
11. MARCHE: approvato piano di sostegno ai
diritti degli immigrati. (agi)
12. FRIULI
VENEZIA GIULIA: corsi
di formazione per badanti straniere. (agi)
13. Il senato boccia le
deportazioni dei «boat people», vanto del governo conservatore (Il Manifesto)
14. Storia di Arben, 4 anni, comprato per 10
milioni (Panorama)
15. Aversa, non passa lo straniero (Panorama)
Attentato alla sede Onu di Baghdad, 3 morti e molti
feriti
(Il
Nuovo.it)
Un'esplosione, pare causata da
un'autobomba, è avvenuta all'interno del Canal Hotel, sede del quartier
generale delle Nazioni Unite. Gravemente ferito il rappresentante Onu, il
brasiliano Sergio Vieira de Mello.
BAGHDAD - Un terribile attentato ha colpito oggi il quartier generale
delle Nazioni Unite a Baghdad. Secondo testimoni ci sarebbero almeno tre
vittime e circa sessanta feriti, tra cui anche il rappresentante speciale
dell'Onu, il brasiliano Sergio Vieira de Mello, che si trova in gravi
condizioni. Ma il bilancio dell'attacco potrebbe essere molto più
pesante: un poliziotto iracheno ha riferito di avere portato via dalle macerie
"diversi morti". Erano le 16:40 locali (le 14.40 in Italia) quando -
racconta Veronique Taveau, uno dei portavoce dell'Onu nella capitale irachena -
la deflagrazione ha interrotto la conferenza stampa di Benon Savan, direttore
generale del programma "oil for food".Non è ancora chiara la
dinamica dell'attacco che ha colpito la capitale irachena, teatro di continui
agguati contro le forze americane negli ultimi mesi. Secondo un portavoce
militare americano la deflagrazione sarebbe stata prodotta da un'autobomba. Un
dipendente Onu ha raccontato di avere visto un veicolo che saltava in aria:
"Era un furgone giallo che ha costeggiato il muro di cinta del Canal Hotel
e che poi è improvvisamente saltato in aria", ha detto. La notizia
è stata confermata da un funzionario americano che si occupa di
sicurezza: "E' stato probabilmente il gesto di un kamikaze", ha detto
ai giornalisti. Gli uffici Onu si trovavano all'interno del Canal
Hotel e sono frequentati da centinaia di persone ogni giorno. L'esplosione
è stata definita dal portavoce dell'Onu Fred Eckhard "una tragedia
personale" e uno "scacco politico".
1. LIBERIA. siglato l'accordo globale, ma il cammino verso la democrazia
è ancora lungo (Misna), 19
agosto 2003. Finalmente, ieri sera, è giunta la tanto attesa notizia.
Quella che tutti in Liberia sognavano ad occhi aperti: l'accordo di pace
globale tra i governativi del neo presidente Moses Blah e i due movimenti
ribelli attivi nel Paese: il Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la
democrazia) e il Model (Movimento per la democrazia in Liberia). L'intesa
è stata siglata ad Accra, in Ghana, e dovrebbe, almeno sulla carta,
mettere fine ad una delle più crudeli e sanguinose guerre civili nel
continente africano. In linea di principio tutti si dicono soddisfatti,
soprattutto i mediatori dell'Ecowas/Cedeao (Comunità economica dei Paesi
dell'Africa occidentale) che hanno sudato le sette camicie nel fine settimana
per covincere i ribelli del Lurd a rinunciare alla vice-presidenza. Il nuovo
governo di transizione, che dovrà essere rappresentativo di tutte le
componenti politiche, sociali e di liberazione, verrà insediato a
Monrovia, con il delicato compito di traghettare il Paese verso le tanto attese
libere elezioni che sanciranno la definitiva svolta democratica. Ma i
negoziati, è bene rammentarlo, non sono affatto conclusi. Il segretario
esecutivo dell'Ecowas/Cedeao, Mohamed Ibn Chambas, ha infatti precisato ieri
sera che le parti torneranno nuovamente ad incontrarsi oggi per riprendere le
discussioni sui nomi dei personaggi a cui verranno assegnati gli incarichi del
nuovo esecutivo. Una discussione che si preannuncia rovente viste le tante
anime presenti all'interno del governo uscente e delle formazioni ribelli.
Anime che vorrebbero governare lottizzando il potere, mettendo in secondo piano
la società civile e i partiti d'opposizione. Non resta dunque che
attendere gli sviluppi di un processo di riconciliazione che avrà, per
certi versi, nell’attuale capo di Stato Moses Blah, una delle
figure-chiave. Da una settimana alla guida del Paese, dopo l'uscita di scena
del suo non certo compianto predecessore, Charles Taylor, Blah resterà
in carica fino al 14 ottobre prossimo, la scadenza ufficiale del suo mandato.
Forse solo allora, con il lancio effettivo del nuovo governo di unità
nazionale, sarà possibile sciogliere la prognosi di un paziente, la
Liberia, attualmente ancora in sala di rianimazione per i disastri causati dal
conflitto.
2. IMMIGRAZIONE: arrestati ad Agrigento
due presunti scafisti (Corriere della Sera.it) 19 ago AGRIGENTO - La polizia ha arrestato, in provincia di
Agrigento, due presunti scafisti trasportatori di clandestini sulle coste del
nostro Paese. Si tratta di due nordafricani: Sapir Pohane, 39 anni, marocchino,
e di Ben Mohamed Hedi, 29 anni, tunisino. Per loro l'accusa e' di
favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il primo avrebbe condotto
un'imbarcazione di immigrati giunta due giorni fa a Lampedusa, il secondo era
stato sorpreso da solo a bordo di un'altra barca mentre si allontanava dalle
coste italiane.
3. AFGHANISTAN: uccisi in un'imboscata
due operatori umanitari (Corriere della Sera.it) 19 ago MAZAR I SHARIF (Afghanistan) - Un agguato
che viene attribuito a un gruppo di talebani armati e' costato la vita,
domenica scorsa, a due operatori umanitari impegnati in Afghanistan. E' stato
reso noto dalle autorita' di polizia. Il fatto e' avvenuto presso Char Bolak, a
ovest di Mazar-i-Sharif, nel nord del Paese. Le due vittime,
dell'organizzazione "Save the children", sono state assalite e uccise
mentre viaggiavano in auto. Pochi giorni fa, sulla stessa strada, un automezzo
di un'agenzia per lo sminamento era stato preso di mira in un altra imboscata.
4. IMMIGRAZIONE: soccorsa imbarcazione
nelle Egadi, a bordo 11 clandestini (Corriere della Sera.it) 18 ago TRAPANI - Un'imbarcazione con a bordo 11
clandestini e' stata avvistata e soccorsa al largo di Marettimo,
nell'arcipelago delle Egadi. Il natante era sul punto di affondare quando sono
arrivate le motovedette della Capitaneria di porto e della Polizia. Gli
immigrati tratti in salvo sono tutti nordafricani.
5. Melting pot
Londra (Panorama) 18 agosto 2003 Gli stranieri hanno contribuito a spingere i prezzi delle
case più in alto di quelli del resto del Regno Unito. Una manna per
molti londinesi che hanno venduto per trasferirsi in campagna. Con effetti
paradossali.
L'arrivo degli stranieri ha visibilmente modificato Londra. Ovunque sono sorti nuovi quartieri etnici. Gli arabi si sono stabiliti da molto tempo a Bayswater, gli immigrati dai Caraibi a Brixton, gli indiani del Punjab a Southall e i cittadini del Bangladesh a Tower Hamlets. Adesso si trovano polacchi a Lambeth e Soutwark, algerini e marocchini a Finsbury Park, kosovari e albanesi a Enfield e Newham, iracheni a Carnet e congolesi a Croydon. Europei e americani vivono ovunque nelle zone centrali di Londra. Da molto tempo gli accenti stranieri sono diffusi quanto quelli locali a Mayfair, e la stessa situazione si riscontra in molte zone di Kensington, Chelsea, Holland Park e Notting Hill. I professionisti autoctoni, che vivevano in queste zone negli anni Settanta e Ottanta, sono stati costretti a colonizzare quartieri più pericolosi come Hackney e Lambeth.
SPINTA AI PREZZI - Gli stranieri hanno contribuito a spingere i prezzi degli immobili di
Londra più in alto di quelli del resto del Regno Unito. Negli ultimi
dieci anni, secondo le cifre fornite dalla Nationwide Building Society, i
prezzi a Londra sono saliti a una velocità di oltre il 50 per cento
superiore a quella del resto della Gran Bretagna. L'aumento dei prezzi degli immobili ha colpito chi
vuole acquistare. Ma per chi l'ha fatto in precedenza ha rappresentato una
manna. I proprietari di case si sono trovati seduti su montagne di denaro.
Ciò ha consentito loro di fare quello che i londinesi tradizionalmente
desiderano: trasferirsi fuori città. Gli inglesi hanno sempre avuto un atteggiamento
romantico nei confronti della campagna. Mentre i grandi ritratti olandesi raffigurano cittadini dallo sguardo
austero e quelli francesi signore semivestite in interni lussuosi, Gainsborough
dipingeva gentiluomini e mogli che esaminavano con aria compiaciuta i terreni
posseduti. I grandi romanzi francesi del Diciannovesimo secolo – Flaubert
e Balzac, per esempio – sono sicuramente di ambientazione borghese. I
grandi romanzi britannici del Diciannovesimo secolo prediligono atmosfere
rurali – Austen ed Eliot – o descrivono l'orribile vita urbana
– Dickens e la Gaskell.
PRESSIONE SUI SERVIZI PUBBLICI - Gli elevati livelli di immigrazione hanno fornito
un motivo e la possibilità di trasferirsi fuori città a chi
ritiene che il mix etnico di Londra sia una minaccia. E hanno aumentato la
pressione sui servizi pubblici di Londra, già al limite. Un maggior numero di immigrati significa
maggior numero di bambini che ha problemi a parlare inglese. Questi studenti
fanno fatica a scuola e rendono la vita difficile agli insegnanti. Nelle zone
centrali di Londra, i bambini che riescono a passare gli esami intermedi di
scuola superiore (Gcse) in almeno cinque materie sono il 38%; in Gran Bretagna
la percentuale è del 48%.
MANCANO INSEGNANTI E INFERMIERI - L'aumento dei prezzi immobiliari ha reso più
difficile l'assunzione di insegnanti e infermieri. A Londra, il 12% degli
insegnanti non possiede i requisiti necessari o è assunto in maniera
temporanea. In tutto il Regno Unito queste figure professionali sono solo il
6%. I ricchi, di conseguenza, si sentono condannati a mandare i propri figli in
costosissime scuole private (intorno ai 15 mila euro all'anno per la scuola
superiore): a Londra, il 16% degli studenti delle scuole superiori frequenta
scuole indipendenti, rispetto all'8% di tutta il paese. Gli svantaggi di vivere
a Londra sono aumentati, mentre sono diminuiti quelli della vita in campagna. «Non solo in campagna si trovano le
migliori scuole e i migliori ospedali», sottolinea Tony Travers,
responsabile del Greater London Group alla London School of Economics «ma
si dispone anche di una fornitura universale di servizi, come uffici postali e
autobus, resi obbligatori dal governo centrale. La banda larga è ora
disponibile pressoché ovunque». © The Economist
6. "Dialogo tra religioni contro il terrorismo". E' la
proposta del ministro dell'Interno Pisanu: dialogo interreligioso a livello
europeo. Sul fronte interno, invece, "si indaga su piste sempre meno
oscure". (Il Nuovo), Roma, 18
agosto 2003. “I buoni risultati non mancheranno”. Il ministro
dell’Interno Giuseppe Pisanu torna sul terrorismo interno, sottolineando
che gli investigatori indagano su “piste sempre meno oscure”. Tutto
questo è stato possibile, secondo il ministro, perché nelle
indagini “ci sono stati dei progressi”. L'Italia, dice Pisanu,
"è un paese dove il grado di sicurezza è superiore alla
media europea". Ma, ha aggiunto, "questo non ci autorizza a cullarci
sugli allori". Ci sono, rincara il ministro, ancora molte cose da fare,
per “migliorare e stabilizzare i risultati raggiunti”. Il
terrorismo "si sconfigge soltanto con il dialogo". Pisanu lancia la
proposta di creare "anche in sede europea" un dialogo interreligioso,
"come fattore di coesione sociale". "Il tema
che più mi suggestiona – spiega in un’intervista al canale
di Radio Vaticana - e sul quale sto lavorando anche in sede europea, è
quello del dialogo interreligioso come fattore di coesione sociale nei paesi
europei che sono destinatari delle principali correnti immigratorie e come
strumento di pace nell'area mediterranea". A questo tema sarà
dedicato l'incontro dei ministri dell’Interno di tutta Europa del 30
ottobre prossimo. "La discussione – spiega Pisanu -, sarà introdotta
da leader religiosi europei, cristiani, musulmani ed ebrei".
7. IMMIGRATI: Lampedusa, commosse
lettere d'addio dei clandestini ospiti del centro per due mesi hanno lasciato
l'isola. (Adnkronos), PALERMO, 18 agosto 2003. ''Voi siete come
le stelle che brillano nel cielo...'', ''... riuscite a non fare pensare i
nostri cari...'', ''... grazie per il vostro affetto...''. Lettere d'addio e
qualche immancabile lacrimuccia per un gruppo di circa sessanta immigrati
clandestini, prevalentemente marocchini, che questa mattina all'alba ha
lasciato il Centro di accoglienza di Lampedusa, dopo quasi due mesi di
permanenza. Prima di andare via, quattro di loro hanno voluto affidare il
proprio pensiero a un foglio di carta lasciato sulla scrivania del direttore
del Centro gestito dai volontari della 'Misericordia', Claudio Scalia.
8.
SICILIA: premio
al tunisino che annego' per salvare bimbi.
(agi), ragusa, 16 agosto 2003. Mohamed Abid, il tunisino che annego' dopo aver
salvato tre bambini in difficolta' nel mare di Agrigento, e Corrado Scala, il capitano
del peschereccio "Cico" che soccorse un gruppo di migranti in
pericolo di naufragio e che per questo e' stato inquisito dalla magistratura
per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono tra i premiati della
terza edizione dell'"Oscar del Mare", svoltasi a Santa Croce
Camerina, in provincia di Ragusa, svoltasi speciale alla memoria di Mohamed
Abid e ritirato da sua figlia e dal sindaco di Favara, il paese dove il
tunisino abitava. "Abbiamo deciso di assegnare il premio alla memoria di
Mohamed Abid - spiega Lucio Schembari, sindaco di Santa Croce Camerina -
perche' riteniamo che si tratti di un eroico esempio su cui riflettere anche
rispetto alle iniziative che quotidianamente mettiamo in campo per quanto
riguarda l'integrazione sociale".
9.
CLANDESTINI: Ue,
progetto italiano su modalita' espulsione. (agi), roma, 16 agosto
2003. Il coordinamento fra le
autorita' dei Quindici paesi membri dell'Unione Europea in materia di
espulsione degli immigranti clandestini, o degli stranieri cui sia stato
rifiutato il permesso di residenza o dell'asilo politico in uno dei Quindici,
e' contemplato in un documento di lavoro proposto dalla presidenza di turno
italiana, attualmente in fase di discussione. Il documento e' inteso - fra
l'altro - ad evitare che uno straniero cui l'asilo sia stato rifiutato in uno
dei paesi membri vada a ripresentare la medesima richiesta negli altri paesi
dell'UE. E una volta spiccato l'ordine di espulsione, l'esecuzione dovra'
avvenire "entro 36 ore", sotto scorta di polizia, ma con mezzi di
trasporto che non dovrebbero essere caratterizzati dai contrassegni militari o
di polizia. I cittadini di paesi terzi, si legge nel documento italiano di lavoro,
saranno accompagnati dagli agenti di polizia per tutto il viaggio fino al paese
di origine, o di partenza del loro viaggio verso l'UE. E in caso di viaggio per
via di terra, si potra' fare ricorso a mezzi di trasporto pubblici, quali
pullman o treni, o di autovetture della polizia senza contrassegni.Tuttavia,
non potra' in alcun caso essere eseguito un ordine di espulsione nei confronti
di un immigrante clandestino che, nel paese di origine o di destinazione,
rischiasse di subire trattamenti disumani o umilianti, torture o condanna a
morte. Secondo fonti dei paesi membri interpellate dall'agenzia AFP a
Bruxelles, la proposta italiana avra' buone probabilita' di essere accolta con
favore, quando verra' presentata formalmente, il che dovrebbe avvenire entro un
paio di mesi. Tuttavia, il documento italiano di lavoro non trova d'accordo
alcune organizzazioni paladine dei diritti umani: Statewatch, che vigila sulle
liberta' civili nei paesi membri della UE, condanna la proposta italiana
giudicandola lesiva della dignita' e della liberta' personale degli eventuali
clandestini, espulsi "forse in catene", o forse in vagoni piombati
"che richiamano alla mente un'altra epoca", e senza alcuna
possibilita' di controllare quale trattamento potra' essere loro inflitto na
volta lasciati nei paesi cui siano stati destinati.
10. UE:
nel 2002
abitanti salgono a 379 milioni grazie a immigrati. (agi), bruxelles, 16
agosto 2003. La popolazione
europea e' cresciuta dello 0,3% nel 2002 raggiungendo un totale di 379 milioni
di persone; tre quarti della crescita sono dovuti a immigrazione. Ben lontano
dalla Cina, 1,28 miliardi di persone, e dall'India (1,04 miliardi di abitanti),
l'Unione europea a 15 nazioni e' al terzo posto quanto a numero di abitanti,
con gli Usa che seguono a 289 milioni di abitanti. Lo rende noto Eurostat. Con
un marcato rallentamento delle nascite, e' l'immigrazione a fornire nuovi
abitanti ai 15 Paesi dell'Ue: lo scorso anno gli immigrati hanno aggiunto un
milione di persone alla popolazione europea, tre quarti della crescita totale.
Anche la popolazione dei 12 Paesi dell'area dell'euro e' ben al di sopra di
quella degli Stati Uniti, 305.577.500 persone. In Europa, fra i 15, la crescita
maggiore si e' registrata in Irlanda, con l'1,52% di aumento della popolazione,
e in Lussemburgo (+0,95), mentre i tassi demografici piu' bassi sono di
Germania (+0,12%) e Italia (+0,14%). Nel nostro Paese, inoltre, la crescita si
e' formata esclusivamente grazie all'immigrazione. Lo sviluppo demografico
naturale dell'Italia (in buona sostanza il saldo fra nati e morti) nel 2002 e'
stato negativo (-0,05%), mentre la quota di immigrati ha portato un aumento di
+0,19% per un incremento reale della popolazione pari appunto a +0,14%. Sempre
riguardo all'Italia, va poi segnalato come anche anche il tasso d'immigrazione
abbia imboccato una parabola discendente: dal +0,22% del 2001 al +0,19% dello
scorso anno. In termini assoluti, per l'Italia la crescita della popolazione ha
significato 78.000 persone in piu'. Eurostat rileva pure come la crescita dei
Paesi Ue (+1.290.000 persone) rappresenti circa il 2% rispetto allo sviluppo
demografico mondiale che nel 2002 ha registrato un aumento complessivo di 74
milioni di persone. Il maggior contributo allo sviluppo demografico mondiale e'
venuto dall'India con 15,6 milioni di persone (il 21% della crescita totale) e
dalla Cina che con 7,9 milioni di persone in piu' ha contribuito per l'11% alla
crescita demografica mondiale. Il grosso dell'incremento demografico (47,3
milioni di persone per il 63% della crescita) si e' registrato nei Paesi in via
di sviluppo. Ecco sintetizzate nella tabella seguente le variazioni
demografiche per l'Ue a confronto con Usa e Giappone.
PAESI |
ABITANTI |
VARIAZIONE |
ASS. VAR. % |
UE |
378.898.100 |
1.290.000 |
0,34 |
EURO-12 |
205.577.500 |
1.078.400 |
0,35 |
ITALIA |
57.071.700 |
78.000 |
0,14 |
BELGIO |
10.355.800 |
46.100 |
0,45 |
DANIMARCA |
5.382.500 |
15.200 |
0,28 |
FINLANDIA |
5.206.300 |
11.400 |
0,22 |
FRANCIA |
59.625.900 |
288.000 |
0,48 |
GERMANIA |
82.542.000 |
101.700 |
0,12 |
GRAN BRETAGNA |
59.086.300 |
164.700 |
0,28 |
GRECIA |
11.018.400 |
30.400 |
0,28 |
IRLANDA |
3.961.300 |
59.900 |
1,52 |
LUSSEMBURGO |
448.300 |
4.300 |
0,95 |
OLANDA |
16.192.800 |
87.600 |
0,54 |
AUSTRIA |
8.058.200 |
19.300 |
0,24 |
PORTOGALLO |
10.413.700 |
78.100 |
0,75 |
SPAGNA |
40.683.000 |
273.700 |
0,68 |
SVEZIA |
8.940.800 |
31.700 |
0,35 |
USA |
289.009.000 |
2.659.300 |
0,92 |
GIAPPONE |
127.140.200 |
161.400 |
0,13 |
11.
MARCHE: approvato
piano di sostegno ai diritti degli immigrati.
(agi), ancona, 16 agosto 2003. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore Ugo
Ascoli, ha approvato il Piano annuale 2003 per il sostegno dei diritti degli
immigrati, prodotto dell'integrazione fra le politiche sociali, del lavoro e
formazione professionale e quelle della sanita', curate dagli specifici servizi
regionali. Alla predisposizione ha collaborato anche l'Osservatorio
Epidemiologico sulle Diseguaglianze. Nell'ottica di superare le differenze di
disagio degli immigrati sono necessari interventi per evitare l'esclusione
sociale. Il piano prevede interventi per l'inserimento non conflittuale e un
percorso di cittadinanza, promuovendo la collaborazione tra Enti Locali,
Associazioni e Federazioni degli immigrati, per garantire la loro
partecipazione alle iniziative. Sosterra' l'integrazione, intercultura e
conoscenza della lingua italiana, i centri di accoglienza e dei servizi,
oltreche' le attivita' proposte da Associazioni e Federazioni, piu' alcuni
progetti sperimentali. Il programma regionale supporta le azioni dei Comuni e
delle Comunita' montane ricompresi nei 24 Ambiti Territoriali, utili a una
politica integrata. Alle Province spetta il coordinamento su: formazione,
promozione, monitoraggio e analisi, rapporto con il Terzo settore. In
particolare gli obiettivi previsti sono: il diritto all'integrazione,
all'educazione interculturale, all'inserimento scolastico, all'apprendimento
della lingua e all'alfabetizzazione, all'abitazione, all'accoglienza e presenza
legale, favorendo la conoscenza delle normative. Ultimo obiettivo infine e' il
diritto all'Associazionismo e alla partecipazione, in particolare delle donne.
Per le politiche attive del lavoro e della formazione sono stati inseriti
all'interno dello specifico Piano di settore progetti quali: il Call Center
Immigrati, con nuovi strumenti di informazione e comunicazione; Inserimento
lavorativo assistito, per l'inserimento a tempo determinato di giovani in
situazione di disagio sociale con la formazione on the job; Badanti, che
affronta la regolarizzazione e formazione delle lavoratrici presso le famiglie
in attivita' di cura. Per la sanita' si fa riferimento al Piano regionale
individuando i settori piu' delicati e diversificando gli interventi: Immigrati
e comunita' zingare: miglioramento delle condizioni e tutela del diritto alla
salute. Le azioni si sviluppano con accordi territoriali per prima e seconda
accoglienza, miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie nei campi
nomadi, prevenzione e riduzione del disagio psichico e delle dipendenze
patologiche (alcool), facilitazione di iscrizione al Servizio sanitario
nazionale e percorsi facilitati per l'accesso ai servizi. Le risorse
finanziarie per gli interventi a favore degli immigrati sono pari a 573.842,87
euro e provengono dai Fondi regionali (438.988,37 euro), da una quota del Fondo
unico nazionale per le Politiche Sociali (pari a 127.468,54 euro), dal Fondo
Nazionale per le Politiche Migratorie anno 2000 (7.385,96 euro).
12.
FRIULI VENEZIA GIULIA: corsi di formazione per badanti straniere. (agi), trieste, 16 agosto
2003. - L'assessore regionale
all'Immigrazione, Roberto Antonaz ha proposto dei corsi di formazione
permanente per straniere immigrate in Friuli-Venezia Giulia avviate alla
professione di badante. Della stessa proposta, Antonaz discutera' con il
direttore scolastico regionale e, successivamente, con tutte le parti interessate
a collaborare all'elaborazione del progetto.
13. Il senato
boccia le deportazioni dei «boat people», vanto del governo
conservatore (Il Manifesto) 14
agosto 2003 AUSTRALIA Basta con la politica
della deportazione di massa dei migranti del governo australiano. A dirlo,
finalmente, è una commissione del Senato di Canberra, che ieri ha
inviato al governo conservatore una «raccomandazione» con cui
chiede di mettere fine alla cosidetta Pacific solution. Il fulcro di questa
normativa, introdotta nel 2001, è dirottare tutte le navi di immigrati e
profughi dirette in Australia verso campi di detenzione creati in alcune isole
del pacifico, e in particolare verso le isole della Papua Nuova Guinea o del
minuscolo stato di Nauru. Una politica difesa strenuamente dal ministro
dell'immigrazione Phillip Ruddock che già ieri ha respinto le
indicazioni arrivate dalla commissione parlamentare - di cui fanno parte membri
della maggioranza e dell'opposizione - rivendicando il «successo»
di un provvedimento che dal giorno della sua entrata in vigore ha eliminato il
problema degli «arrivi non autorizzati». Secondo il Senato, invece,
gli accordi presi con gli altri stati del Pacifico sono «poco
trasparenti» e devono essere interrotti. Il modello australiano, contro
cui protestano tutte le organizzazioni per i diritti umani, è guardato
da tempo con benevola attenzione da alcuni governi europei. La Gran Bretagna in
particolare punta da tempo su progetto speculare a quello australiano, che
preveda la trasformazione dei campi di accoglienza già esistenti a Cipro
e a Malta in mega campi di detenzione in cui trattenere tutti i clandestini e
profughi in arrivo. Il piano era stato presentato e bocciato al vertice europeo
di Salonicco. Ma l'idea potrebbe essere ripescata durante il semestre di
presidenza italiana. (sa. m.)
14. Storia di
Arben, 4 anni, comprato per 10 milioni (Panorama)
14 agosto 2003 - Albania, 1999: un
bambino viene venduto a un italiano attraverso un intermediario. La mamma, in
cambio, riceve un televisore. Non è un caso isolato. Come sta provando
un'inchiesta a Pescara. Con risvolti inquietanti.
Ecco la prova. Ha il timbro della voce della mamma di un bambino
albanese comprato a quattro anni, nel 1999, da un anziano proprietario terriero
calabrese: "Era giugno, sono venuti a prelevarlo a casa e l'hanno portato
via con la nave della sera". La firma sotto un assegno di 10 milioni di
lire è il prezzo pagato per far arrivare in Italia il piccolo,
"accompagnato" in questo viaggio senza ritorno da una trafficante di
esseri umani che lo teneva in braccio come se fosse suo figlio. L'inchiesta che
polizia e magistratura di Pescara stanno conducendo da tempo sul mercato dei
minorenni che arricchisce la malavita internazionale (non senza
complicità nel nostro Paese) è a una svolta decisiva. Il racconto
fatto oggi dalla mamma del piccolo, che chiameremo Arben, è la prima,
drammatica prova di quel business che si sviluppa da una sponda all'altra
dell'Adriatico. Illumina gli allarmi di una luce sinistra e dà corpo al
sospetto che l'infanzia più povera e deprivata dei paesi dell'Est sia
stata trasformata in merce. Da acquistare al mercato nero e poi rivendere nella
borsa delle adozioni illegali, dell'accattonaggio, della pedofilia e, in alcuni
casi, persino del traffico di organi. La madre di Arben è stata
rintracciata dall'ispettore della squadra mobile di Pescara, Giovanni Di
Persio, inviato in missione speciale in Albania per ricostruire la trama del
passaggio clandestino di bambini e ragazzi tra Bari, Durazzo e Ancona.
Passaggio scoperto nel settembre del 2002 con l'arresto, tra gli altri, di
Ramis e Xhuljeta Petalli, i coniugi arrivati nel capoluogo abruzzese da Elbasan
per fare l'operaio in un'impresa di pompe funebri e la donna delle pulizie. Ma
che, lo hanno confessato dopo dieci mesi di carcere, per integrare i loro
guadagni sono entrati a far parte, sia pure nei ranghi più bassi,
dell'organizzazione specializzata nel traffico degli esseri umani. "Un
giorno, era il mese di maggio 1999, viene a casa mia Xhafa Besnik e dice che
vuole parlare con mio marito" ha raccontato alla polizia Fatmira, la madre
del piccolo Arben. Facendo il primo di una serie di nomi che, il 25 giugno
scorso, hanno fatto finire in carcere a Durazzo proprio Xhafa Besnik, insieme
con Gjergji Shkembi, 54 anni, e il padre di Arben, Kujtim, 56. Arben, di cui ancora non si conosce la
sorte, è il più piccolo di sette figli che a stento i genitori
riescono a sfamare con quel pugno di leke guadagnati ogni mese pulendo le
strade polverose di Durazzo. "Besnik era stato mandato da noi da Gjergji
Shkembi, che aveva conosciuto mio marito in prigione tra il 1975 e il 1983 e
sapeva che c'era un italiano che voleva prendere uno dei miei bambini"
sono ancora le parole della mamma di Arben. "Io risposi che sarei stata
d'accordo soltanto se Arben fosse stato adottato, altrimenti niente. E dissi anche
che se l'italiano voleva il bambino doveva aiutarmi economicamente". Le
trattative vanno avanti per circa un mese e, di fronte alle insistenze di
Gjergji, la donna un giorno arriva a cacciarlo di casa. "Quello è
un uomo che fa imbrogli" urla Fatmira al marito che però, in uno
dei frequenti momenti in cui è ubriaco, si fa convincere. A questo
punto, a chiudere il cerchio, entra in scena Besin Metani, detto
"Besi", il temuto boss che controllava tutte le pedine del mercato
degli uomini. Diventato ricco tessendo le fila di questo traffico impastato di
miseria e paura, dirigeva lo smistamento della domanda e dell'offerta di
ragazzini da far entrare in Italia. E aveva messo in piedi una fabbrica di
falsi documenti di identità e permessi di soggiorno che gli è
valsa il passaggio da ex muratore emigrato a Brindisi a "rentier" con
villa mansardata non lontana dal lungomare di Durazzo. All'alba del 4 aprile
scorso, la polizia italiana e albanese ha circondato con 120 uomini delle forze
speciali la sua villa. Una volta in carcere Besin Metani, l'inchiesta condotta
dal pubblico ministero di Pescara, Giampiero Di Florio, ha un'accelerazione.
L'omertà che il
boss era riuscito a garantirsi terrorizzando chiunque entrasse in contatto con
lui si scioglie. La madre di Arben, che sa la notizia dell'arresto di
"Besi" guardando la televisione, si sente meno vulnerabile, anche nei
confronti del suo stesso marito, e si decide a parlare. È stato
"Besi" a procurare i documenti falsi per far arrivare Arben in Calabria.
Costo dell'operazione: 5 milioni di lire. È il 1999 e Besin Metani, che
oggi ha 43 anni, ha impiantato la sua attività di export di vite umane.
L'organizzazione deve ancora estendersi e affinare i propri strumenti. Questa
volta, per portare a buon fine la vendita di Arben, "Besi" si avvale
della collaborazione di sua moglie Teuta: è lei che sostituisce sul
permesso di soggiorno la foto del proprio figlio con quella di Arben e poi si
imbarca con lui sulla motonave Palladio per consegnarlo al compratore, in
Italia. L'uomo che Fatmira indica come acquirente di suo figlio (e di cui Panorama non fornisce ulteriori elementi per non
intralciare le indagini) ha pagato Arben con un assegno di 10 milioni. "Ma
io non ho avuto nemmeno un soldo, si è tenuto tutto Gjergji" giura
Fatmira, che in cambio della propria creatura ha avuto soltanto un televisore a
colori e qualche vestito, che l'anziano calabrese avrebbe dato alla sua
famiglia. Così almeno ha dichiarato alla polizia il padre di Arben,
Kujtim, il quale ha raccontato pure come si fece convincere dall'ex compagno di
cella Gjergji: "Mi disse che siccome io avevo tanti bambini aveva pensato
che avrei potuto regalarne uno a un suo amico italiano che non aveva figli. Che
questo sarebbe stato un bene per me e per la mia famiglia". "Regalare".
Ha pronunciato proprio questa parola il padre di Arben? Verrebbe voglia di
sperare in un errore del traduttore, in una svista di chi ha messo a verbale le
dichiarazioni di quest'uomo cui alcol e povertà sembrano aver scomposto
il codice che regola il linguaggio, anche quello dei sentimenti primordiali.
Chissà dov'è ora suo figlio. Se avesse gridato "mamma,
mamma", tutti avrebbero capito che quella che gli teneva la mano non lo
era. A lui, che aveva soltanto 4 anni, non si poteva spiegare che mai e poi mai
avrebbe dovuto tradirsi, dichiarare il vero nome, dire che stava affrontando un
viaggio di cui non conosceva le ragioni né la destinazione finale. E
invece proprio queste sono le disposizioni che vengono impartite ai più
grandi, quelli che salgono sul traghetto sotto falso nome e con documenti
contraffatti. Chi per sfuggire alla povertà, chi per mettersi sotto la
tutela della criminalità organizzata, chi per ricongiungersi a un
familiare immigrato clandestinamente in Italia. "Quando è arrivato
il momento di partire" racconta a Panorama Sophije "mi hanno chiesto di imparare a
memoria un nome. Da quel momento, a chiunque me lo avesse chiesto, avrei dovuto
dire che mi chiamavo così".L'inchiesta di Pescara, che per ora ha
coinvolto anche un legale del capoluogo abruzzese e un investigatore privato di
Teramo, ha accertato che oltre cento minorenni hanno dovuto imparare un'altra
identità per affrontare la traversata dall'Albania all'Italia. Per circa
60 di loro, il viaggio, seppure traumatico, è servito per conquistare la
speranza di una vita migliore. Ma per altri 40, molti prelevati allo sbarco ad
Ancona da sconosciuti, il sospetto è che abbiano seguito lo stesso
percorso di Arben. Di certo, come lui, non regalati. Perché in questo
affare, il più sporco che possa esserci, i regali non sono previsti.
Ahmed Imtiaz, 39 anni, pachistano, venditore di caldarroste d'inverno
e di collanine d'estate, aveva fatto le cose per bene. Aveva fatto stampare 700
facsimile con la sua faccia, insolitamente seria, il nome della sua lista,
Stranieri uniti per Aversa, di cui era candidato unico, e se n'era andato casa
per casa, tra gli immigrati, a fare campagna elettorale. "Bussavo alle
porte, spiegavo che ero candidato al consiglio comunale, li invitavo a votare
per me e quelli mi guardavano sbalorditi, poi scoppiavano a ridere: pensavano
che scherzassi".Se questa era l'aria, c'era da aspettarselo che l'elezione
del trentunesimo consigliere nel municipio di Aversa, 56 mila abitanti, a metà strada fra
Napoli e Caserta, naufragasse per scarsezza di elettori. Domenica 20 luglio,
dalle 8 alle 20, appena un'ottantina dei 671 immigrati regolari residenti si
sono presentati al seggio, insediato per l'occasione e debitamente vigilato
dalla polizia. Col risultato che le elezioni sono state annullate perché
il quorum richiesto era di un terzo dell'elettorato, ovvero 224 votanti. Si
duole il sindaco Domenico Ciaramella, 54 anni, commercialista, di Forza Italia,
sindaco da un anno, a capo di una giunta di centrodestra: "Per me è
stata una delusione enorme, è come se avessi perso
un'elezione".Racconta: "La domenica del voto, quando ho visto che non
veniva quasi nessuno, sono sceso giù, davanti al seggio, fra i
candidati. Ma andate a chiamare i vostri connazionali, dicevo, portateli a
votare. E loro muti. Oppure rispondevano: noi suoniamo alla porta, ma quelli
non ci aprono". Una storia singolare, in apparenza. E che abbia per teatro
il paese delle bufale, quell'Aversa celebre per la bontà delle sue
mozzarelle, dà un tocco d'ironia a tutta la faccenda. Tra i dieci
candidati, schierati in ben sei liste, c'era Roger Adjicoude, 42 anni, africano
del Benin, da 9 anni in Italia, sposato con un'italiana, responsabile del
settore immigrazione della Caritas di Aversa. "L'idea era lodevole"
commenta "l'occasione bellissima, grazie di cuore al comune, ma gli
immigrati sono stati messi in condizione di capire tutto questo? Di punto in
bianco qualcuno si è alzato e ci ha detto: avete un mese di tempo per
votare il vostro rappresentante. Ma senza neppure consultarci". Continua:
"La domenica elettorale sono andato a prendere una donna ucraina, che fa
la badante, per portarla al seggio. Com'è strano il mondo, mi ha detto.
Vivo ad Aversa da 5 anni, nessuno mi ha mai cercato. Poi un giorno suonano alla
porta, sei tu e mi dici: vieni a votare". In municipio Giuseppe Menale, 52
anni, dirigente dell'ufficio elettorale, ha l'aria davvero dispiaciuta:
"Avevamo stampato 300 manifesti con le liste e i candidati, li avevamo
fatti affiggere in tutta la città. Abbiamo pure tradotto in francese le
istruzioni di voto, arrangiandoci tra noi. E siamo stati qui per dare una mano
a chi votava: tanti immigrati vengono da paesi senza democrazia, non hanno idea
di come si fa". Fra gli extracomunitari di Aversa, un numero almeno doppio
rispetto ai 671 con regolare permesso di soggiorno, prevalgono gli algerini. Ma
tutta la nuova immigrazione arriva dall'Est europeo: da Polonia, Ucraina, Moldavia.
Le donne lavorano come badanti o come colf, gli uomini soprattutto come
venditori ambulanti. Confessa il sindaco Ciaramella: "Io sono cattolico,
ho sempre avuto un debole per questi signori che vengono da lontano".
Tanto da battibeccare col suo collega primo cittadino di Castelvolturno,
Antonio Scalzone, anche lui di Forza Italia, a proposito del voto agli
stranieri. "Un
immigrato in consiglio? Folclore" aveva ironizzato Scalzone, che ha
invitato nel suo paese, a un tiro di schioppo da Aversa, il leghista Mario
Borghezio per dimostrare tutta la sua avversione contro gli extracomunitari.
Adesso, nel naufragio del trentunesimo consigliere, il sindaco sente odor di
boicottaggio: "Alcuni candidati erano legati alla sinistra e non sono
neppure venuti a votare. È una mia cattiveria, ma non vorrei che la
gelosia politica abbia pesato: hanno fatto fallire l'elezione per non dare a
noi del centrodestra questo lustro". Ahmed Imtiaz ha spiegazioni meno
machiavelliche: "L'80 per cento degli immigrati non sapeva neppure che si
votasse. I manifesti? C'erano, è vero, ma solo in piazza. E poi quanti
stranieri sanno leggere l'italiano?". E i candidati che non hanno neppure
votato per se stessi? "Uno l'ho incontrato" racconta Roger Adjicoude.
"Mi ha detto: si è dimesso il sindaco, è chiaro che salta
tutto, che votiamo a fare?". Venerdì 4 luglio Ciaramella aveva
annunciato le dimissioni, ma al solo scopo di spronare la maggioranza a
occuparsi del piano regolatore generale. Tanto che, il 23 luglio, il sindaco
è tornato sui suoi passi. Ma nel frattempo le elezioni tra gli
extracomunitari si sono svolte sullo sfondo di un'amministrazione pericolante.
Ora, scampato il pericolo di una crisi di giunta, in comune cominciano a
pensare che forse val la pena di modificare il quorum, troppo alto, o di
abolirlo del tutto. Spiega Adjicoude: "Ad Aversa tanti stranieri passano e
non si fermano. Quando giravo per la campagna elettorale, in parecchi mi
dicevano: non mi interessa votare, sto per andar via". Senza contare che
la stessa legge che dà ai comuni la facoltà d'inserire nello
statuto l'elezione di un consigliere immigrato dà all'eletto uno status
poco soddisfacente. Riassume il sindaco: "Può partecipare alle
sedute, intervenire, ma non votare, in più non ha il gettone di presenza
né il permesso di assentarsi dal lavoro. È assurdo: il consiglio
comunale sul piano regolatore è durato 14 ore, altri vanno avanti per
due giorni. Come può l'extracomunitario partecipare se non si cambia la
legge?". Comunque vada, in primavera si ritenterà l'esperimento.
Suggerisce Adjicoude: "Sarebbe bene creare un forum, un osservatorio che
sia l'orecchio del comune sulle comunità degli immigrati. È
finito il tempo in cui si facevano le cose per gli stranieri, oggi è
più saggio farle con". Così si eviterebbero sorprese. Come
quelle toccate ad Ahmed Imtiaz: "Per la campagna elettorale sono andato a
bussare di porta in porta agli indirizzi degli extracomunitari censiti in
municipio. E in quelle case trovavo quasi sempre gente diversa, altre persone.
Spesso, clandestini".
La rassegna stampa è curata
dall’ufficio stampa dell’OIM: Tel. 06 44186 223 E-mail iomromepress@iom.int ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER
LE MIGRAZIONI (OIM) Missione di
collegamento in Italia e di coordinamento per la Regione del Mediterraneo Via Nomentana 62
• 00161 Roma • Italia Tel: +39.06.44 23
14 28 • Fax: +39.06.440 25 33 • E-mail:
MRFRome@iom.int • Internet: http://www.iom.int |
La rassegna stampa può essere consultata
anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto
comunitario "Immagine degli immigrati in Italia tra
media, Società civile e mondo del Lavoro" |