Rassegna Stampa


dal 26 al 29 agosto 2003

 

1.WTO: farmaci a paesi poveri, non c'e' accordo (ANSA)

2.PROSTITUZIONE (1) ñ Il bilancio dell'associazione Lule nel 2003. 946 le ragazze contattate, 176 quelle accompagnate ai servizi sanitari. ''La legge antitratta pone líItalia all'avanguardia nel contrasto alla schiavit˜''. (Redattore Sociale)

3.PROSTITUZIONE (2) ñ Bilancio Lule: 52 le ragazze che hanno avviato percorsi di uscita dal circuito della tratta. I dati del Numero Verde. (Redattore Sociale)

4.PROSTITUZIONE (3) ñ L'attivitý di Lule: in aumento la presenza di ragazze (8%), soprattutto dell'Est. Alto l'indice di mobilitý sul territorio. (Redattore Sociale)

5.RIFUGIATI - Prosegue attivitý Unhcr in Iraq, nonostante sia stato dimezzato il numero di operatori internazionali. (Redattore Sociale)

6.AFRICA ñ Giovani rifugiati tengono accese le speranze. La vita dei profughi dei campi di Kakuma e Dadaab, in Kenia. (Redattore Sociale)

7.Corano a scuola? A Trento scoppia la polemica. La Provincia ha autorizzato la sperimentazione dello studio dell'Islam. Ma la Lega Ë salita sulle barricate. "Non se ne parla nemmeno". L'Imam: "L'iniziativa Ë lontana da qualsiasi estremismo". (Il Nuovo)

8.SCUOLA: Corte Conti, sempre piu' alunni stranieri nelle classi. (AGI)

9.MINORI ñ Aprono i lavori del campo estivo dell'Aibi in Montenegro. Presenti 130 giovani di sei nazionalitý. (Redattore Sociale)

10.Circolare Inps: le novitý in materia previdenziale introdotte dalla Bossi-Fini. (Stranierinitalia)

11.Calcio malato? La diagnosi di Bossi: "In campo troppi giocatori stranieri!". (Stranierinitalia)

12.IMMIGRAZIONE: abitanti Lampedusa bloccano lavori nuovo centro i cittadini protestano per la realizzazione della struttura  (Ansa)

13.Per rilasciare un permesso di soggiorno chiedevano alle immigrate prestazioni sessuali. In manette quattro poliziotti dell'isola d'Elba. (Stranierinitalia)

14.Bimbo albanese scomparso: recuperato il cadavere in mare. (Agr)

15.Immigrazione: arrestato scafista a Lampedusa. (Agr)

16.IMMIGRAZIONE ñ La quinta edizione de ''I giorni di Pulcheria'' sul tema delle donne e dei percorsi di integrazione. (Redattore Sociale)

17.Giovani lavoratori italiani e stranieri: diritti di serie B per chi paga le pensioni  (Stranierinitalia)

18.LOMBARDIA: ospedale Bergamo, spazi gratis per assistere immigrati. (AGI)

19.IMMIGRATI: Pdci, sindaco Treviso vuole barriere ospedaliere preannunciata interrogazione ad assessore veneto sanita'. (ANSA)

20.IMMIGRAZIONE: Battisti (Dl), un fallimento con i clandestini punito invece chi e' in regola, come donna morta di leucemia. (Ansa)

21.IMMIGRAZIONE ñ Chiuso ad Ancona un corso per facilitatici culturali rivolto a 10 donne dell'Est Europa. (Redattore Sociale)

 

 

1.WTO: farmaci a paesi poveri, non c'e' accordo  (Ansa),GINEVRA, 29 AGOSTO 2003. Colpo di scena a Ginevra: l' accordo sull'accesso dei Paesi poveri ai farmaci salvavita, che avrebbe dovuto essere formalmente approvato in nottata dal Consiglio generale della Wto, ha subito un rinvio e si rendono necessarie ulteriori consultazioni tra i 146 Paesi membri. L'intesa di cui era stato annunciato il raggiungimento, ma che viene ora rimessa in discussione, mira a facilitare l'accesso ai medicinali a buon mercato per i Paesi poveri privi d'industria farmaceutica. Se confermato, il consenso raggiunto - le regole dell' organizzazione prescrivono l'unanimita' - dovrebbe aprire la strada alla piena applicazione della Dichiarazione di Doha, approvata dalla Wto nel 2001, che stabili' la priorita' della salute pubblica sui diritti di proprieta' intellettuale, per facilitare l'accesso ai farmaci salvavita per le popolazioni povere colpite da gravi epidemie quali Aids, tubercolosi, malaria. Uno dei due documenti sottoposti all'approvazione dei 146 paesi membri della Wto ammorbidisce le regole di proprieta' intellettuale per consentire ai Paesi poveri senza capacita' produttive farmaceutiche di importare farmaci generici. Il secondo documento, una dichiarazione voluta da Washington, elenca alcune misure volte essenzialmente a lottare contro eventuali abusi. Il testo precisa tra l'altro che l'intesa dovra' essere usata in buona fede a scopi esclusivamente umanitari e non commerciali. Un meccanismo di controllo e' inoltre previsto per evitare che tali farmaci a buon mercato destinati ai poveri siano reimportati nei paesi ricchi. Il testo elenca infine una lista di Paesi industrializzati che si sono impegnati a non ricorrere alle deroghe previste dall'accordo. Secondo il portavoce della Wto, il Consiglio generale dell'organizzazione si riunira', per nuove consultazioni, gia' oggi (venerdi') in mattinata, ma a questo punto e' poco probabile che l'accordo possa essere raggiunto prima della riunione ministeriale di Cancun (Messico), in programma dal 10 al 14 settembre. ''Ci sono divergenze troppo importanti nell'interpretazione del testo di compromesso'', ha precisato Rockwell, riferendosi all'assemblaggio tra il documento gia' approvato nel dicembre scorso, tranne che dagli Stati Uniti, e la dichiarazione voluta poi da Washington per evitare abusi e stabilire meccanismi di controllo. A suo avviso, sembra improbabile che la situazione possa sbloccarsi prima di Cancun, e' questo e' ''molto deludente'', ha concluso.

 

2.PROSTITUZIONE (1) ñ Il bilancio dell'associazione Lule nel 2003. 946 le ragazze contattate, 176 quelle accompagnate ai servizi sanitari. ''La legge antitratta pone líItalia all'avanguardia nel contrasto alla schiavit˜''. (Redattore Sociale), MILANO, 29 agosto 2003. L'associazione Lule e la cooperativa Lule, impegnate rispettivamente dal 1998 e dal 2001 nellíintervento nel settore della prostituzione di strada e della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, ha presentato una relazione sullíattivitý svolta nel primo semestre 2003. In generale, ìLuleî Ë uníiniziativa che nasce nel 1996, come espressione dellíimpegno della Caritas decanale di Abbiategrasso, subito affiancato dal sostegno delle amministrazioni locali milanesi, impegnate a fronteggiare un fenomeno (quello della prostituzione) considerato e percepito come allarmante. Líassociazione Lule, inoltre, fa parte del ìCoordinamento interregionale trattaî della Caritas Ambrosiana e del Tavolo di coordinamento del ìGruppo ad hoc prostituzione e trattaî del Cnca. Tornando allíattivitý svolta nel primo semestre di questíanno, va detto che si tratta di un lavoro sociale e culturale svolto in termini di prevenzione sanitaria sulla strada e di gestione di percorsi di integrazione sociale, uníattivitý che mostra segnali di crescita. Ci soffermeremo sullíattivitý sociale delle due organizzazioni, che in estrema sintesi si puÚ riassumere in questi dati. Per ciÚ che concerne líattivitý di strada, si contano 357 uscite per un totale di 946 ragazze contattate e, in generale, 3598 contatti; 176, poi, sono state le ragazze accompagnate ai servizi sanitari e 811 le prestazioni sanitarie erogate.Per ciÚ che concerne líattivitý di pronto intervento, si sono avuti 82 colloqui di orientamento, 52 accoglienze di pronto intervento, 40 percorsi di integrazione sociale avviati e 6 rimpatri assistiti. Quanto allíattivitý di prima accoglienza, invece, sono stati 40 gli inserimenti in comunitý e 8 le minori seguite nella comunitý alloggio per adolescenti ìDianaî. Infine, il bilancio sintetico dellíattivitý di integrazione territoriale: 4 seconde accoglienze, 14 prese in carico territoriali e 9 percorsi di integrazione portati a termine. Affermano Marco Baiardo, presidente dellíassociazione Lule, e Stefano Montorfano, presidente della cooperativa Lule: ìLíapprovazione e líavvio per il quarto anno consecutivo da parte del Ministero per le Pari Opportunitý del programma di integrazione sociale ex art.18 del della legge 286/98, proposto dallíassociazione Lule e da altri 6 enti accreditati (con il coinvolgimento di 143 amministrazioni comunali, di 7 amministrazioni provinciali e della Regione Lombardia) costituiscono il segno tangibile di un impegno che le istituzioni e la societý civile intendono esercitare in un ambito di disagio sociale emergente per la drammaticitý da cui Ë connotatoî. Nel ricordare che continua anche líattivitý di orientamento e consulenza garantita con il numero verde nazionale contro la tratta (di cui Lule gestisce il punto rete regionale Lombardo), i due responsabili si mostrano soddisfatti anche per líimportante riscontro al lavoro avuto con ìla definitiva approvazione del disegno di legge sulla tratta, che pone líItalia allíavanguardia nelle normative sul contrasto della riduzione in schiavit˜ degli esseri umaniî.

 

3.PROSTITUZIONE (2) ñ Bilancio Lule: 52 le ragazze che hanno avviato percorsi di uscita dal circuito della tratta. I dati del Numero Verde. (Redattore Sociale), MILANO, 29 agosto 2003. L'attivitý di pronto intervento di Lule Ë finalizzata a sostenere e orientare líavvio di percorsi di integrazione sociale delle donne e dei minori che chiedono di uscire dal circuito della tratta, utilizzando i benefici previsti dellíarticolo 18 della legge 286.Líazione di orientamento Ë trasversale a tutte le altre, svolgendosi con modalitý differenti in strada, negli uffici della sede, durante gli accompagnamenti sanitari, nelle case di accoglienza e durante i colloqui. Líobiettivo dellíattivitý Ë aumentare la consapevolezza delle ragazze rispetto alle opportunitý di promozione sociale. I dati. Nel corso del primo semestre 2003 le ragazze che hanno sostenuto colloqui di orientamento sono state 69 (a fronte di 67 del primo semestre 2002). In particolare: 32 est europee, 19 nigeriane, 13 albanesi, 4 sudamericane e 1 cinese, per un totale di 77 colloqui. Complessivamente, i colloqui svolti nel periodo considerato sono stati 82, di questi 5 sono avvenuti con uomini italiani che hanno contattato líassociazione per ottenere una consulenza su come aiutare una ragazza conosciuta a lasciare la strada o a regolarizzare la propria posizione giuridica. Precisamente. 45 colloqui hanno avuto come oggetto líinserimento in comunitý, 25 líorientamento circa le opportunitý di reinserimento sociale offerte dai percorsi di integrazione ex art.18. Le ragazze che hanno avviato percorsi di uscita dal circuito della tratta facendo riferimento alla Lule sono state 52 (46 nel primo semestre 2002), e precisamente: 16 nigeriane, 16 rumene, 6 albanesi, 6 moldove, 2 equadoregne, 1 bulgara, 1 cinese, 1 lituana, 1 russa, 1 uruguaiana, 1 ragazza dello Zambia. ìRispetto allo scorso anno ñ si precisa ñ si rileva un netto incremento della quota di rumene in fuga dalla strada a scapito delle moldove. In ogni caso, ben il 48% delle ragazze accolte proviene dai Paesi dellíEst Europa, nonostante tale gruppo etnico rappresenti solo il 18% delle presenze sulla strada. Le nigeriane costituiscono sempre un gruppo molto consistente, mentre resta bassa la percentuale di albanesi che avviano programmi di integrazione socialeî. Tra le ragazze entrate in comunitý, 22 sono state indirizzate dalle Forze dellíordine, 20 dalle unitý di strada della Lule, 4 dal numero verde nazionale antitratta, 3 dagli enti del privato sociale, 2 da enti pubblici territoriali e 1 da clienti o amici.Commenta la Lule: ìIn termini generali, si evidenzia il basso numero di ragazze che hanno deciso di frequentare un corso di formazione professionale (3 su 18) o anche solo di conseguire la licenza media (7 su 18): ciÚ Ë legato alle motivazioni che le hanno portate in Italia, sostanzialmente legate al lavoro e alla possibilitý di inviare denaro nel Paese di origine. In secondo luogo emerge come la risorsa ëborsa lavoroí non sia particolarmente utilizzata e ciÚ Ë motivato dal fatto che nelle aree di intervento non si sono rilevate particolari difficoltý nella ricerca del lavoro e che sul territorio vi Ë stata una buona richiesta di manodopera non specializzata. In tutti i contesti della seconda accoglienza e della presa in carico territoriale si Ë fatto ricorso allíincontro con testimoni privilegiati, ovvero con donne che, pur partendo dalla medesima condizione di svantaggio, si sono inserite con soddisfazione nella realtý italiana costituendo il proprio percorso professionale e sociale. Uníaltra risorsa impiegata Ë stato il progetto ìcasa sicuraî, agenzia di intermediazione e garanzia attivata dallíassociazione Lule per favorire líaccesso alle abitazioni da parte delle fasce deboli della popolazioneî.Infine il numero verde anti-tratta. Líassociazione Lule infatti, su incarico della Provincia di Milano. Gestisce il Punto rete lombardo della linea telefonica, una iniziativa coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunitý e rivolta ad offrire informazione e orientamento in merito ai programmi di integrazione sociale secondo quanto disposto dallíart.18 della legge 286, nonchÈ sostegno e tutela a favore delle vittime della tratta. Il servizio, giova ricordarlo, Ë stato attivato nel mese di luglio del 2000 e garantisce una risposta 24 ore su 24.Anche in questo caso, ecco i dati: dallíattivazione del servizio al 30 giugno 2003 sono state ricevute complessivamente 1051 chiamate, di cui il 55% da donne in condizione di abuso, il 30% da uomini coinvolti in relazione con donne vittime di sfruttamento e il restante 17% da operatori di istituzioni e servizi che chiedevano consulenza in merito ai percorsi di protezione sociale. La media Ë di una chiamata al giorno; le principali nazioni di provenienza delle donne che hanno chiamato il Numero Verde sono state la Nigeria e líAlbania (rispettivamente 220 e 78 donne chiamanti). Gli esiti degli interventi sono stati: líavvio di 43 percorsi di integrazione sociale, 2 rimpatri assistiti e circa 350 invii ai servizi sanitari e sociali.

 

4.PROSTITUZIONE (3) ñ L'attivitý di Lule: in aumento la presenza di ragazze (8%), soprattutto dell'Est. Alto l'indice di mobilitý sul territorio. (Redattore Sociale), MILANO, 29 agosto 2003. Bilancio dellíattivitý di Lule in Lombardia nel primo semestre 2003. Partiamo dallíattivitý di strada, condotta dallíassociazione e dalla cooperativa attraverso interventi informativi ed educativi rivolti alle persone che si prostituiscono e finalizzati a: prevenire e ridurre il rischio sanitario, prevenire e ridurre i comportamenti sociali devianti (lotte perm il controllo del territorio, aggressivitý, atti di vandalismo), costruire relazioni positive e significative in grado di valorizzare líidentitý personale e líautostima, promuovere il senso di fiducia verso le istituzioni e promuovere percorsi di autonomia, offrendo orientamento, sostegno e líopportunitý di scelte di vita alternative alla prostituzione. Il moto Ë quello dellííoutreachí, che propone di instaurare rapporti diretti ed amicali con i soggetti a rischio. I dati: le presenze medie rilevate sono state 495, di cui il 45,1% nelle ore diurne e il 54,9% negli orari notturni. In media: il 53,5% nigeriane, il 20,2% albanesi, il 18,4% dellíEst Europa e il 7,9% di altre nazionalitý (sudamericane, italiane e altri paesi dellíUe). Il numero di presenze medie nei vari distretti di intervento risulta in crescita dellí8% rispetto a quanto rilevato alla fine del 2002, ponendosi ad un livello intermedio tra le 457 del dicembre 2002 e le 556 del giugno scorso. In termini assoluti, líincremento si Ë manifestato soprattutto a carico della presenza di ragazze albanesi ed Est europee, mentre in termini percentuali cíË una crescita significativa delle Est europee (dal 14,9% al 18,4%) a fronte di un calo, soprattutto notturno, delle ragazze nigeriane (dal 58,4% al 53,5%). ìIl dato conferma il trend di crescita della presenza europea ñ affermano le due organizzazioni ñ legato in particolare ai maggiori flussi dalla Moldavia e dalla Romania, ed evidenzia per la prima volta una inversione di tendenza rispetto al progressivo calo della quota albanese. Molte di loro, infatti, ritornano sulla strada perchÈ dispongono oramai dei documenti di soggiorno e, in alcuni casi, stanno procurandosi la patente con la prospettiva di lavorare nella propria auto. Si ripropone, dunque, lo stesso percorso messo in atto circa un quarto di secolo fa dalle donne italianeî.Quanto alle uscite (357 in totale, di cui 163 diurne e 194 notturne), 946 sono state le ragazze contattate, di cui 577 nigeriane (61%), 123 albanesi (13%), 187 dellíEst Europa (19,8%) e 59 di altre nazionalitý (6,2%). Complessivamente, comunque, sono state incontrate sul territorio ragazze appartenenti, in base alle loro dichiarazioni, a 28 nazionalitý diverse.Venendo allíanalisi dei 3598 contatti, va detto che generalmente Ë la disponibilitý della ragazza al dialogo a determinare la durata dellíincontro. Tuttavia, líattivitý ha permesso agli operatori di valutare il turnover delle ragazze presenti sulla strada. CiÚ attraverso una distinzione, nelle schede di rilevazione, tra contatti con persone giý conosciute oppure di nuova conoscenza. CiÚ ha permesso di stabilire un indice di mobilitý. Dalla valutazione del turnover per nazionalitý, emerge che 1 ragazza albanese su 15 contattate costituiva un nuovo contatto, mentre 1 nigeriana ogni 9 era nuova e lo erano anche 1 dellíEst Europa ogni 6. ìComplessivamente, 1 contatto ogni 9 effettuati si riferiva ad una nuova ragazza, vale a dire che ad ogni uscita si Ë incontrato mediamente 1 nuova ragazza. Di fatto, si registra un consistente aumento di mobilitý delle ragazze nigeriane, determinata interamente da una accentuata rotazione manifestata da questa etnia nellíarea bergamasca. Sostanziale stabilitý per le albanesi, che resta líetnia pi˜ stanzialeî.In termini generali, si registra un indice di mobilitý che rappresenta il valore pi˜ alto riscontrato dal 1999 ad oggi e che, per gli operatori, ìrisente del sempre frequente ricorso a retate e rimpatri, dei crescenti flussi di ragazze dellíEst Europa, del ritorno in alcune aree delle ragazze albanesi e delle scelte strategiche adottate dal racket, che privilegia gli spostamenti per ovviare ai controlli delle forze dellíordine e per ëvivacizzareí il mercato, proponendo ragazze sempre nuove che, in quanto tali, guadagnano di pi˜î.Per quanto riguarda le fasce temporali, si conferma la pi˜ intensa rotazione cui sono sottoposte le ragazze che si prostituiscono di notte rispetto a quelle che si prostituiscono di giorno. Un riscontro in linea con quanto rilevato negli anni precedenti.Ma uno degli scopi dellíattivitý di strada Ë anche quello di favorire líaccesso ai servizi sanitari. In questo caso, le ragazze complessivamente accompagnate ai servizi sanitari sono state 176. Esse equivalgono al 18,6% del totale delle ragazze contattate, una quota in crescita rispetto al 13,8% dello stesso periodo del 2002. ìLíaumento del numero di ragazze accompagnate rispetto al primo semestre dellíanno precedente ñ dicono gli operatori ñ Ë dovuto principalmente allíaumento delle richieste esercitate da parte delle ragazze nigeriane. La loro tendenza a risiedere in luoghi pi˜ vicini a quelli in cui esercitano la prostituzione, rispetto ai luoghi tradizionali come Torino o Genova, Ë uno dei motivi che ha reso possibile realizzare un maggior numero di accompagnamenti per le ragazze di questa etnia.. Le sudamericane, díaltro canto, sono meno interessate agli accompagnamenti in quanto in genere risiedono in Italia da tempo, conoscono bene il territorio e gestiscono autonomamente i propri bisogni sanitariî.

 

5.RIFUGIATI - Prosegue attivitý Unhcr in Iraq, nonostante sia stato dimezzato il numero di operatori internazionali. (Redattore Sociale), ROMA, 28 agosto 2003. ROMA ñ Dopo il drammatico attentato dello scorso 19 agosto al quartier generale delle Nazioni Unite a Baghdad, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) si trova a dover affrontare ulteriori difficoltý nello svolgimento delle proprie attivitý di assistenza umanitaria a favore di rifugiati e sfollati in Iraq.In una nota, líUnhcr sottolinea come ìle precarie condizioni di sicurezza nel paese mediorientale hanno infatti indotto a dimezzare il numero di operatori internazionali presenti nel paese: l'Agenzia dispone ora di 7 operatori internazionali a Baghdad (prima dell'esplosione al Canal Hotel erano in 13), 5 nell'ufficio di Basra (in precedenza erano in 9) e di 13 nel nord dell'Iraq, quasi tutti convogliati nell'ufficio di Erbil. Sono inoltre 50 gli operatori locali dell'UNHCR nel paeseî. Comunque, seppur a ranghi ridotti, l'Unhcr prosegue le proprie attivitý in Iraq. A Baghdad, continua la registrazione dei rifugiati palestinesi - finora oltre 8.200 - presso la struttura sportiva Haifa Sports Club. Nella struttura alloggiano circa 1.500 rifugiati palestinesi costretti ad abbandonare le case in cui vivevano, reclamate dai proprietari iracheni cui il regime di Saddam Hussein pagava un canone simbolico. L'Unhcr continua ad assistere questi rifugiati fornendo loro aiuti come materassi, coperte, stufe, taniche per l'acqua e sapone. Inoltre, circa 400 rifugiati palestinesi si trovano nel campo dell'UNHCR a Ruweishid, in Giordania, dopo essere stati bloccati per settimane nella terra di nessuno. In tutto sarebbero circa 80mila i rifugiati palestinesi presenti in Iraq, soprattutto a Baghdad e in altre cittý, giunti nel paese in diverse ondate a partire dal 1948.  La distribuzione di aiuti nel campo di Al Tash, nella provincia di Ambar ad ovest di Baghdad, dove da oltre 20 anni vivono pi˜ di 12mila rifugiati iraniani di etnia curda, e in altri tre grandi insediamenti nel sud-est del paese dove si trovano i rifugiati iraniani, continua ad essere portata avanti senza la presenza e il monitoraggio dello staff Unhcr, a causa delle precarie condizioni di sicurezza. Pi˜ di mille rifugiati iraniani di etnia curda hanno invece lasciato il campo di Al Tash a seguito di pesanti intimidazioni e si trovano ora bloccati nella cosidetta terra di nessuno, al confine tra Iran e Giordania, in difficili condizioni. îIl ritorno del terzo gruppo di 300 rifugiati iracheni dal campo di Rafha, in Arabia Saudita, inizialmente programmato per il 19 settembre e poi rinviato a seguito dell'attentato, Ë previsto per domenica prossima ñ afferma líUnhcr -. I rifugiati partiti da Rafha si trovano ora nel campo di Ar Raq'i Pilgrim City, 400 km ad est di Rafha. Finora oltre 500 rifugiati sono rientrati in Iraq da Rafha in due precedenti convogli, mentre sono pi˜ di 4mila gli iracheni che alloggiano ancora nel campo sauditaî. Continua anche il programma dell'Unhcr mirato a stabilizzare la situazione delle comunitý nel nord dell'Iraq, soprattutto nella regione di Kirkuk. A seguito della campagna di arabizzazione attuata dal passato regime, centinaia di migliaia di curdi sono stati costretti a lasciare le proprie case e migliaia di famiglie arabe vi sono state trasferite forzatamente. Ora, entrambe le comunitý stanno facendo ritorno nei loro villaggi di origine e l'UNHCR Ë impegnato a stabilizzare e rendere sostenibile il loro rientro, attraverso la fornitura di assistenza materiale e giuridica, soprattutto per le questioni relative alle proprietý. Di recente l'Alto Commissario Ruud Lubbers aveva rivolto un appello ai donatori per 90,6 milioni di dollari necessari a finanziare le attivitý dell'UNHCR in Iraq. L'Agenzia ha giý speso la maggior parte dei 60 milioni di dollari finora ricevuti per prepararsi al conflitto in Iraq e attualmente dispone di soli 1,4 milioni di dollari.

 

6.AFRICA ñ Giovani rifugiati tengono accese le speranze. La vita dei profughi dei campi di Kakuma e Dadaab, in Kenia. (Redattore Sociale), 28 agosto 2003. DAMA DIRINYE, una giovane rifugiata somala di sedici anni, sta per finire il suo quarto ed ultimo anno di scuola secondaria, a dispetto di numerose difficoltý, quali la paura di un matrimonio prematuro e delle responsabilitý domestiche.Sebbene viva nel campo profughi dal 1991, quando scoppiÚ la guerra civile nel suo paese, la Somalia, Dama vede la vita nel campo profughi come una fase della propria vita da cui saper cogliere occasioni. I suoi modelli di vita includono infatti Karl Marx e Madeleine Albright, entrambi grandi personaggi che vissero anche la sua stessa condizione di profugo.Nei torridi e polverosi campi profughi di Kakuma e Dadaab, nel nord del Kenia, non cíË molto per le circa 220,000 persone provenienti dalla Somalia e dal Kenia che non fanno altro che sopravvivere. Essi, da oltre dieci anni, fuggono le spietate guerre civili in corso nei loro paesi, in cerca di sicurezza temporanea per se stessi e per i loro figli. Ma, a dispetto di incredibili avversitý, la luce della speranza sta emergendo tra i giovani profughi, che non stanno soltanto imparando a sopravvivere nella loro condizione, ma guardano verso un futuro migliore.ìLa giovent˜ profuga puÚ raggiungere gli stessi traguardi raggiungibili dalla giovent˜ di qualsiasi altra parte del mondo - dice Dama -. Lavorando sodo e con determinazione, noi possiamo realizzare i nostri sogniî. Dama Ë tra le centinaia di giovani rifugiati che il mese scorso Ë andata a Nairobi, la capitale del ñ Kenya, per commemorare la Giornata Mondiale dei Rifugiati.Durante una festosa cerimonia presieduta da Moody Awori, ministro degli affari interni del Kenya, giovani rifugiati - provenienti prevalentemente dallíEtiopia, dal Sudan, dalla Somalia dalla Repubblica Democratica del Congo - hanno mostrato le loro numerose abilitý che vanno dallíarte e artigianato, alle creazioni di moda, al catering. Il tema della celebrazione di questíanno, ìLa giovent˜ profuga costruisce il futuroî, ha focalizzato la necessitý di educare i giovani in modo che abbiano la capacitý di partecipare la processo di pace e ricostruzione dei loro paesi in guerra. Ma per fare questo, i giovani rifugiati - che sono pi˜ del 60 per cento degli immigrati nel mondo - devono avere accesso ad una educazione di qualitý, come ha detto líagenzia profughi delle Nazioni Unite (UNHCR).Secondo Arun Sala-Ngarm, deputato della UNHCR e rappresentante del Kenya, i figli dei rifugiati sono ancora tagliati fuori dal sistema educativo che fornisce abilitý cruciali per cambiare la vita. E aggiunge che in Kenya, per esempio, ci sono 39 scuole primarie per 53,000 bambini, ma solo 3,000 di questi hanno accesso alla scuola secondaria. E ancora meno, circa 158, riescono ad andare allíuniversitý. ìIl nostro obbiettivo principale Ë educare quanti pi˜ giovani profughi possibileîha detto Arun Sala-Ngarm. ìlíeducazione non solo fornisce abilitý e conoscenza, ma Ë anche un investimento cruciale per la giovent˜ e per il futuro delle nostre societýî. A causa della loro condizioni, i giovani profughi sono anche pi˜ esposti allíincubo della violenza, della droga, e dellíHIV/AIDS. Nel caso delle ragazze, matrimoni precoci e impegni domestici rappresentano un ulteriore impedimento, ha puntualizzato Sala-Ngarm . La giovent˜ profuga inoltre Ë esposta al rischio dellíarruolamento forzato da parte di eserciti regolari o rivoluzionari, dove diventano facilmente bersaglio di abusi e maltrattamenti, ha aggiunto.ìLa maggior parte dei giovani nei campi ha visto la normalitý delle loro vite saltare in aria durante i combattimenti, ha rischiato in qualche occasione la propria vita, e ha visto morire familiari ed amici. Un numero discreto Ë nato in esilio, ereditando il fardello delle perdite dei genitoriî, ha detto Sala-Ngarm. Ma Dama Ë decisa a non diventare una vittima della guerra. ìLa vita potrebbe non essere pi˜ ciÚ che avevamo programmato o sperato fosse. Qualche volta si Ë fortunati, qualche volta no, ma speranzosi noi vivremo per imparare dalla nostra esperienzaî, ha detto. La vita dei rifugiati in Kenya Ë destinata a migliorare secondo un giornale del governo, che cerca di permettere ai rifugiati di lavorare nel loro paese ed avere uguali possibilitý di educazione e mediche.

 

7.Corano a scuola? A Trento scoppia la polemica. La Provincia ha autorizzato la sperimentazione dello studio dell'Islam. Ma la Lega Ë salita sulle barricate. "Non se ne parla nemmeno". L'Imam: "L'iniziativa Ë lontana da qualsiasi estremismo". (Il Nuovo), ROMA, 28 Agosto 2003. Insegnamento del Corano in classe? "Non se ne parla nemmeno".L'ultima crociata religioso-politica della Lega si combatte nella provincia autonoma di Trento, sui banchi di scuola.A far scatenare la scintilla dello scontro Ë stata la richiesta da parte della comunitý islamica di avere spazi, nelle scuole, dove i giovani possano coltivare la propria lingua, religione e tradizioni.

Una proposta che ha trovato un certo favore anche negli ambienti ecclesiastici trentini, ma che ha scatenato una bufera in quelli politici. Se infatti nella maggioranza di centrosinistra c'Ë qualcuno (della Margherita) che esprime dei dubbi, il centrodestra Ë pronto a salire sulle barricate. Primo tra tutti, Erminio Boso della Lega. "Vengono pian piano - afferma - e finchÈ sono pochi tacciono. Ma poi pretendono". Ma non sono da meno gli esponenti di Alleanza nazionale o del partito Autonomista. "Siamo per il confronto - dice Giacomo Bezzo - ma nelle nostre scuole si insegna la nostra religione".

Dal canto suo, Aboulkheir Breigheche, presidente dell'associazione delle comunitý islamiche del Trentino, spiega che l'idea da lui lanciata Ë lontanissima da ogni sospetto di estremismo. "Vorremmo soltanto - spiega - che queste lezioni si facessero nelle scuole, fuori dal programma e aperte a tutti, un'attivitý che vada nel senso della conoscenza reciproca".

Alle polemiche politiche, tuttavia, si aggiungono anche quelle di natura pi˜ "tecnica". Secondo l'ispettore all'insegnamento della religione cattolica, Ruggero Morandi, la richiesta dell'Imam sarebe "un po' confusa". "La scuola - sottolinea - ha i suoi programmi e docenti. Giý ora nell'ora di religione c'Ë un approccio laico e si parla anche del Corano. Se si tratta solo di concedere aule, questo non Ë un problema. Chiariamo perÚ che la scuola non c'entra niente".

 

8.SCUOLA: Corte Conti, sempre piu' alunni stranieri nelle classi. (AGI), 28 AGOSTO 2003. La presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane e' divenuta un fenomeno di dimensioni consistenti. Se pur variamente distribuito nelle diverse aree del Paese - osserva la Corte dei Conti in una analisi sullo stato dell'istruzione scolastica (Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2002) - e' un fenomeno al quale la nostra scuola e' chiamata a far fronte non piu' in termini di emergenza ma con interventi strutturali e programmati.Nel 2002 gli alunni stranieri hanno raggiunto il numero complessivo di quasi 182 mila unita', con particolare presenza nelle scuole elementari. Piu' precisamente la distribuzione e' stata la seguente: 36.806 nelle materne, 76.607 nelle elementari, 44.182 nelle medie, 24.062 nelle superiori. Dall'indagine emerge che in talune realta' scolastiche di territori fortemente interessati alla presenza di cittadini stranieri con nuclei familiari l'incidenza di alunni di nazionalita' non italiana e' alta e raggiunge mediamente anche il 6 %; senza contare singole scuole o classi con elevatissima presenza di alunni stranieri, quasi maggioritaria rispetto alla popolazione indigena. La media nazionale registra una presenza, rispetto agli alunni italiani, pari al 2,31 %, ma vi sono situazioni regionali diametralmente opposte, quali quelle dell'Emilia Romagna, con il 4,80 %, dell'Umbria, con il 4,31, della Lombardia e delle Marche, ciascuna con il 3,80, da una parte, e, dall'altra, della Campania, con lo 0,30 %, della Sardegna, con lo 0,34, della Basilicata, con lo 0,40. Rifacendosi a dati ministeriali la Corte dei conti evidenzia che a prevalere sono gli alunni con cittadinanza europea non appartenenti alla UE (41,64 %), seguiti da quelli con cittadinanza africana (28,43 %), asiatica (15,05 %), americana (12 %). Da una analisi piu' dettagliata per Paesi europei di provenienza, in testa sono gli alunni dell'Albania (32.268), seguiti a distanza da quelli della Romania (8.804), della Serbia (8.511), della Macedonia (5.035), della Russia (4.971), della Bosnia (2.686) e della Polonia (2.533). Per quanto riguarda i Paesi africani, maggioritario il numero degli alunni del Marocco (28.072); seguono a distanza quelli della Tunisia (4.187), del Ghana (3.025), dell'Egitto (2.546). Per quanto attiene ai Paesi asiatici, prevalente il numero degli alunni di origine cinese (9.795), seguiti da quelli filippini (4.194), indiani (3.833), pakistani (2.278). Quanto agli originari dell'America, e' piu' elevato il numero degli alunni peruviani (4.822), seguiti da quelli ecuadoregni (4.345) e brasiliani (2.639).

 

9.MINORI ñ Aprono i lavori del campo estivo dell'Aibi in Montenegro. Presenti 130 giovani di sei nazionalitý. (Redattore Sociale), ROMA, 28 agosto 2003. Si aprono lunedÏ 1 settembre in Montenegro i lavori del campo estivo ìI Giovani sulla strada della famigliaî, meeting organizzato da Amici dei Bambini (Aibi). Al campo parteciperanno 130 giovani appartenenti a diverse etnie e provenienti da Albania, Bulgaria, Bosnia Erzegovina, Romania, Kosovo e Italia. I ragazzi, di etý compresa fra i 18 e i 26 anni, si ritroveranno alla Casa della Solidarietý di Sutomore, una delle sedi della Croce Rossa in Montenegro per riflettere sul valore della famiglia. Insieme, malgrado le diversitý.îMentre assistiamo nei Paesi balcanici alla perdita dei valori e alla disgregazione della famiglia - spiega Marco Griffini, presidente Amici dei Bambini ñ líincontro intende favorire lo scambio di idee e di esperienze fra i giovani, e fornire spunti di riflessione sul ruolo della famiglia come veicolo per costruire una nuova societý di paceî.Inoltre, a fronte di una recrudescenza di episodi di violenza (Ë di poche settimane fa líuccisione di bambini serbi in Kosovo), líiniziativa rappresenta un momento positivo per porre basi solide alla costruzione dellíintegrazione multietnica, partendo proprio dalla famiglia. I ragazzi di ogni Paese porteranno allíattenzione dei coetanei il quadro della realtý in cui vivono, esprimendo la ricchezza nonchÈ il dramma delle diverse storie personali. Líiniziativa fa parte del progetto ìI Giovani per la paceî, co-finanziato dal dipartimento ìEducation and Cultureî dellíUnione Europea, dalla Fondazione Cariplo e dalla Provincia di Milano. Nellíambito del progetto saranno sviluppate forme di partnership e di collaborazione tra i ragazzi dei Balcani e quelli italiani, cosÏ da incentivare lo scambio culturale sulle politiche giovanili, con particolare riferimento allíintegrazione multiculturale, alla lotta alle discriminazioni e al diritto di ogni minore ad essere figlio.

 

10.Circolare Inps: le novitý in materia previdenziale introdotte dalla Bossi-Fini. (Stranierinitalia), ROMA, 28 agosto 2003. Con una circolare emanata l'8 luglio scorso, l'Inps ha riassunto le principali novitý in materia previdenziale introdotte dalla Bossi-Fini. Il documento spiega le disposizioni generali sull'ingresso per motivi di lavoro, ed il trattamento previdenziale dei lavoratori subordinati a tempo indeterminato, determinato e stagionale stranieri o apolidi. In particolare, l'Inps ribadisce che, a partire dall'entrata in vigore della nuova legge, i lavoratori stranieri che tornano in patria non possono pi˜ chiedere il rimborso dei contributi versati in Italia. Questi lavoratori conservano perÚ i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati, e a partire dal compimento del 65esimo anno d'etý percepiranno una pensione di anzianitý calcolata sulla base dei contributi versati, anche se non hanno raggiunto i requisiti minimi di versamento previsti per i lavoratori italiani. La circolare si sofferma infine su due casi particolari: i riflessi previdenziali della mancanza o del mancato rinnovo del permesso di soggiorno e la cessazione del rapporto di lavoro prima della regolarizzazione. Leggi la circolare Inps 122 dell' 8 luglio 2003Scarica la circolare Inps 122 dell' 8 luglio 2003

 

11.Calcio malato? La diagnosi di Bossi: "In campo troppi giocatori stranieri!". (Stranierinitalia), BRESCIA, 28 agosto 2003. Altro che false fideiussioni, diritti della pay tv e ricorsi al TAR: il vero problema del calcio italiano sono i giocatori stranieri! Mentre la penisola trema al pensiero di un autunno senza campionato, e il governo ha tanto preso a cuore la questione da decidere di risolverla a colpi di decreti leggi, anche Umberto Bossi ha voluto dire la sua sui mali che affliggono il mondo del pallone. Lo ha fatto nel comizio di ferragosto a Ponte di Legno, di fronte allo zoccolo duro del suo elettorato, forse per alleggerire, intervenendo nella querelle dell'estate, il suo lungo discorso su giustizia, riforme e dazi doganali. Per il senat˜r Ë inutile prendersela con Carraro, il presidente della Figc: "Sono molti altri - dice - i responsabili della grave situazione del calcio. "Sono i mediatori che vogliono giocatori giý pronti e che si rivolgono solo al mercato degli stranieri. Insomma Ë un mondo marcio che ha prodotto altro marciume". Marcio e marciume nati anche dal fatto che le squadre italiane fanno di tutto per sottrarsi ai rigori della legge che del leader del Carroccio ha preso il nome. » il caso di Perugia e Udinese, "che aggirano la legge Bossi-Fini, dicendo che gli extracomunitari sono studenti e il giorno dopo sono lý a giocare". Il ministro per le riforme probabilmente ne Ë sicuro: ai tifosi interessa pi˜ veder giocare dei compaesani, che vincere una partita grazie ai goal degli stranieriÖ "Non Ë giusto - conclude - che negli stadi costruiti con i soldi dei cittadini di Udine giochino solo degli stranieri". La replica del presidente perugino Luciano Gaucci non si Ë fatta attendere: "non siamo mai andati all'universitý a prendere gli atleti. Li abbiamo scovati nei campi di calcio, dove giý giocavano. Tutto alla luce del sole". Gli ha fatto eco Pierpaolo Marino, direttore generale dell'Udinese "Bossi dovrebbe documentarsi, altrimenti fa la figura di chi ignora la realtý dei fatti. I pochi extracomunitari in forza all'Udinese sono professionisti retribuiti e con permesso di soggiorno". Permesso di soggiorno o no, Ë difficile frenare Bossi, ormai lanciatissimo nella sua campagna per la salvaguardia del goal italianoÖ

 

12.IMMIGRAZIONE: abitanti Lampedusa bloccano lavori nuovo centro i cittadini protestano per la realizzazione della struttura  (Ansa), LAMPEDUSA, 28 agosto 2003. Anche stamane decine di persone hanno bloccato a Lampedusa l' inizio dei lavori di costruzione del nuovo centro di accoglienza per extracomunitari in contrada Imbriacola. E' la seconda giornata di protesta organizzata dai cittadini che impediscono agli operai e alle ruspe di avvicinarsi al cantiere. La nuova struttura Ë stata progettata per ospitare 400 persone e secondo i manifestanti causerebbe un grave danno ambientale. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Alla manifestazione partecipano anche i consiglieri comunali di minoranza ed esponenti di Legambiente.

 

13.Per rilasciare un permesso di soggiorno chiedevano alle immigrate prestazioni sessuali. In manette quattro poliziotti dell'isola d'Elba. (Stranierinitalia), LIVORNO, 27 agosto 2003. Costrette a cedere il proprio corpo per ottenere un permesso di soggiorno. A ricattare sei giovani cameriere straniere di un albergo dell'isola d' Elba non erano datori di lavoro senza scrupoli, come pure se ne sono visti tanti in tempi di regolarizzazione, ma uomini che vestivano quella stessa divisa che avrebbe dovuto difenderle. Quattro poliziotti del commissariato di Portoferraio sono stati arrestati ieri pomeriggio con l' accusa di associazione per delinquere finalizzata ad una lunga serie di reati, tra i quali concussione, corruzione e favoreggiamento dell' immigrazione clandestina. I quattro avrebbero chiesto alle loro vittime prestazioni sessuali in cambio del rinnovo o della concessione del permesso di soggiorno. Sarebbe stato lo stesso proprietario dell'albergo (anch' egli arrestato) a spingere le ragazze tra le mani degli agenti corrotti, facendo capire loro che, diversamente, non avrebbero mai potuto essere messe in regola. Non pago,l'albergatore avrebbe estorto alle sue dipendenti anche del denaro. Fortunatamente il ricatto non Ë riuscito a piegare una delle ragazze, che ha denunciato lo squallido traffico ai carabinieri. La delicatissima indagine, fatta di appostamenti, pedinamenti ed intercettazioni ha messo nelle mani degli inquirenti un numero di prove sufficienti per ordinare il provvedimento di custodia cautelare. "E' una giornata triste - ha commentato il questore di Livorno, Antonio Puglisi - ma posso assicurare che il nostro lavoro continua perchÈ i miei uomini operano onestamente e con grande sacrificio e anche quando vi sono delle mele marce sanno intervenire con tempestivitý". Torna alla mente un interrogativo antico: chi custodirý i custodi?

 

14.Bimbo albanese scomparso: recuperato il cadavere in mare. (Agr), RAGUSA, 27 agosto 2003. Un volontario della protezione civile ha individuato il cadavere che galleggiava a pochi metri dalla riva. Cosi' si e' appresa la morte di Kapo Duraj, il bambino albanese di sette anni scomparso in mare ieri pomeriggio a Marina di Ragusa.

 

15.Immigrazione: arrestato scafista a Lampedusa. (Agr), AGRIGENTO, 27 agosto 2003.  Era al timone dell'imbarcazione sbarcata lunedi' a Lampedusa con 36 immigrati. La Squadra Mobile di Agrigento ha arrestato Ahmed Ismael, 34 anni, con l'accusa di essere lo scafista che ha traghettato il gruppo. L'uomo, che avrebbe tentato anche di speronare un motopeschereccio durante le operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia, deve rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

 

16.IMMIGRAZIONE ñ La quinta edizione de ''I giorni di Pulcheria'' sul tema delle donne e dei percorsi di integrazione. (Redattore Sociale), ROMA, 27 agosto 2003. Si svolgerý allíinsegna dellíinterculturalitý e della multietnicitý la quinta edizione de ìI giorni di Pulcheriaî, manifestazione in programma dal 5 al 7 settembre nel centro storico di Piacenza. Filo rosso delle giornate il tema ìDonne e altre donne di oggi e domaniî, articolato come di consueto in tre principali aree: culture, professioni e saperi. In particolare questíanno la prima area dedicherý la maggiore attenzione alle tradizioni delle comunitý straniere presenti nel territorio, attraverso incontri e dibattiti sui temi riguardanti la vita delle donne negli aspetti quotidiani e nei modi differenti di affrontare problematiche e difficoltý. ìIn considerazione dellíinteresse suscitato tra la cittadinanza nella scorsa edizione e nellíintento di favorire líintegrazione facendo conoscere meglio le usanze e le tradizioni dei ënuovií cittadini stabilitisi a Piacenza, sarý dato ampio spazio alle donne straniere le quali, insieme alle associazioni di donne dedite al no-profit, esporranno le loro opere per il settore ësaperií, sotto le arcate del pi˜ rappresentativo monumento cittadinoî, rilevano i promotori dellíiniziativa. Inoltre ad alcune giovani artiste verrý affidata la realizzazione di alcune opere o di uníopera collettiva da collocare, eventualmente, in luogo pubblico e, sempre per incentivare líespressivitý creativa delle giovani donne, la realizzazione dellíesposizione stessa verrý affidata a una giovane architetto. Infine, per sostenere e incentivare líimprenditoria femminile e giovanile in ambito cittadino, verranno presentate - in collaborazione con líAmministrazione provinciale - nuove imprese femminili con i requisiti per líaccesso al credito agevolato, che potranno ricevere un ulteriore sostegno economico da parte del Comune. ìLa manifestazione, che ha il merito di essere stata la prima nel suo genere, riveste uníimportanza particolare ñ fanno notare gli organizzatori - nei programmi dellíAmministrazione comunale in materia di Pari opportunitýî.

 

17.Giovani lavoratori italiani e stranieri: diritti di serie B per chi paga le pensioni  (Stranierinitalia), 27 agosto 2003. Niente da fare. Le pensioni non si toccano! Berlusconi ci ha provato, ma il massimo che Ë riuscito ad ottenere Ë stato un gran trambusto, ed i soliti veti incrociati giý promettono una finta riforma il cui unico risultato sarý quello di aumentare del 30% lo stipendio di chi rinuncia ad avvalersi dell'ingiusto diritto ad andare in pensione prima dei 65 anni. Come se la vecchia generazione che governa l'Italia non si fosse giý messa in tasca pi˜ ricchezza di quanta ne ha prodotta! Si sa hanno fatto l'Italia cosÏ com'Ë, e gliene siamo grati. Dinanzi a questo gran merito cosa sarý mai quei 1.400 miliardi di euro di debito pubblico che hanno piazzato sulle spalle delle nuove generazioni. Solo degli stolti, poi, potrebbero negargli di andare in pensione quando gli pare con il 70% dell'ultimo stipendio percepito. Che importa se un trentenne di oggi andrý in pensione non prima dei 65/67 anni con appena il 30% dell'ultimo stipendio percepito. Vergogna! L'egoismo della vecchia generazione che governa l'Italia non ha davvero limiti. Incuranti di tutto e di tutti sono pronti a distruggere quello stesso wellfare che loro hanno costruito pur di mettersi qualche soldo in pi˜ in tasca. Non credete che siano egoisti? Allora, eccovi l'ennesimo esempio. Sulle pagine del "Corriere delle Sera", Massimo Livi Bacci, accademico dei Lincei e docente di Demografia all'universitý di Firenze, lo dice senza mezzi termini: "il sistema Italia si regge solo e soltanto grazie alle generose iniezioni di forza lavoro garantite dall'immigrazione." Certo, perchÈ in un Paese che non fa abbastanza figli i lavoratori stranieri non soltanto svolgono lavori che altrimenti nessuno farebbe, mantenendo basso il costo di molti beni e servizi (per tutti valga l'esempio dell'assistenza domiciliare agli anziani), ma finiscono anche per pagare le pensioni ai vecchi italiani attraverso i contributi che mensilmente versano. Bisognerebbe, quindi, essere grati a questi 2.000.000 di giovani uomini e donne che ogni giorno contribuiscono a tenere in piedi il nostro Paese. Ed invece no! Provate a chiedere a chi ci governa di riconoscere ai lavoratori stranieri il diritto al voto almeno nelle elezioni amministrative. Ve ne diranno di tutti i colori. Ma allora provate a chiedere qualcosa di meno. Magari che a tutti i cittadini stranieri che vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia venga dato il diritto all'assegno di maternitý, il diritto all'invaliditý civile, il diritto di accesso all'edilizia domiciliare residenziale pubblica o gli altri diritti di assistenza sociale. Scoprirete che questi diritti spettano soltanto a quei pochi che riescono ad avere, dopo 6 anni di regolare permanenza in Italia, un documento sconosciuto ai pi˜ che si chiama carta di soggiorno. Ma allora facciamo pagare i contributi soltanto dopo il rilascio della carta di soggiorno! No, i contributi si pagano subito, mentre una lavoratrice straniera sappia che se farý un figlio prima di avere la carta di soggiorno non avrý diritto neanche ad uno straccio di assegno di maternitý. Allo stesso modo un lavoratore straniero sappia che se diventerý cieco o se finirý su di una sedia a rotelle prima di avere la solita carta di soggiorno lo stato non si occuperý di lui. Per non parlare, poi, dell'efficienza degli uffici che rilasciano i permessi di soggiorno. Ormai si attende dai 7 ai 9 mesi per averne uno, anche se si tratta soltanto di un rinnovo. Servizi e diritti e pensioni di serie B per cittadini di serie B. Anche se quando pagano le tasse diventano di serie A! E allora, siamo o non siamo governati da una vecchia generazione egoista e rapace che relega alla condizione di "stranieri in Italia" i suoi giovani benefattori italiani e non? Per i giovani sfruttati italiani e non una consolazione ed insieme una consapevolezza, siamo in tanti e presto o tardi toccherý a noi governare ed allora ci ricorderemo di come siamo stati trattati.

 

18.LOMBARDIA: ospedale Bergamo, spazi gratis per assistere immigrati. (AGI), bergamo, 27 AGOSTO 2003. Gli Ospedali Riuniti di Bergamo hanno stretto un accordo con l'associazione Oikos che concede l'uso gratuito di alcuni spazi di via Borgo Palazzo per l'assistenza di primo livello alle persone immigrate non iscritte alle Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di locali, (2 ambulatori, sala d'aspetto e segreteria) gia' adibiti ad uso ambulatorio di terapia fisica idonei all'Associazione. L'accordo permettera' all'Associazione di riprendere l'attivita' sospesa proprio a causa della mancanza di una sede ideonea. "L'accordo, spiega il Direttore Generale, Stefano Rossattini, conferma l'impegno dell'azienda ospedaliera a rispondere alle esigenze del territorio e della popolazione che comprende anche gli immigrati, aumentati notevolmente negli ultimi anni. La Direzione ha deciso di concedere l'uso gratuito dei locali di Borgo Palazzo in considerazione della rilevanza etica e sociale delle finalita' dell'associazione"."E' un'iniziativa di significativa solidarieta' che dimostra grande sensibilita' da parte dei Riuniti, ha commentato Orazio Amboni, Responsabile politiche della salute e del territorio Segreteria CGIL Bergamo, in sintonia con lo spirito di accoglienza e di aiuto sempre dimostrato dalla popolazione bergamasca".

 

19.IMMIGRATI: Pdci, sindaco Treviso vuole barriere ospedaliere preannunciata interrogazione ad assessore veneto sanita'. (ANSA) - TREVISO, 26 AGO - "Dopo i dazi doganali, siamo alle barriere ospedaliere. L'incivile politica xenofoba del Carroccio non si ferma neppure di fronte alla sofferenza, questa gente esprime oramai soltanto la cultura del filo spinato. Questi xenofobi non si fermano neppure davanti alla sofferenza": cosÏ il segretario veneto dei Comunisti Italiani Atalmi ha commentato le dichiarazioni alla stampa del sindaco di Treviso Giampolo Gobbo, che ha chiesto, per l'assistenza sanitaria nel territorio della Marca, la precedenza per trevigiani e veneti rispetto agli stranieri e ai pazienti residenti in altre Regioni italiane."Il consigliere regionale dei Comunisti Italiani Severino Galante - ha annunciato Atalmi - presenterý domani una interrogazione urgente all'assessore alla Sanitý Fabio Gava per chiedere se l'assistenza sanitaria veneta del futuro sarý rispondente ai 'desiderata' di Gianpaolo Gobbo, che oltre ad essere Sindaco di Treviso Ë anche segretario nazionale della Liga Veneta-Lega Nord, partito che fa autorevolmente parte della maggioranza che sostiene la Giunta Galan"."Gobbo - ha detto Atalmi - parla senza cognizione di causa, visto che non ha la minima idea del numero di cittadini veneti che usufruiscono delle strutture sanitarie di altre Usl - rispetto a quelle di residenza - o addirittura di altre Regioni, soprattutto per quanto riguarda interventi specialistici. Inoltre - ha concluso - il Sindaco di Treviso dimentica che gli stranieri residenti nel territorio dello Stato versano i contributi per il Servizio sanitario nazionale come gli italiani e quindi hanno lo stesso diritto alla salute. Cosa dovrebbe fare un residente di nazionalitý americana che si rompe una gamba a Venezia? Tornare negli Usa per farsela ingessare? Gli extracomunitari non hanno nulla a che fare con le liste d'attesa, le affermazioni del primo cittadino di Treviso sono pura e rozza propaganda".

 

20.IMMIGRAZIONE: Battisti (Dl), un fallimento con i clandestini punito invece chi e' in regola, come donna morta di leucemia. (Ansa), ROMA, 26 agosto 2003. La legge Bossi-Fini sull'immigrazione fallisce contro i clandestini e punisce chi Ë in regola. E' quanto sostiene il senatore della Margherita Sandro Battisti."La Bossi-Fini - spiega Battisti - Ë un fallimento totale come testimoniano l'assurdo caso della cittadina colombiana sposata con un italiano e morta di leucemia perchÈ non Ë stato consentito alla sorella di venire in Italia per donarle il midollo osseo per l'indispensabile trapianto e il grave incidente avvenuto a Torino sabato notte provocato da quattro romeni, di cui uno solo in possesso del permesso di soggiorno"."La legge sull'immigrazione - prosegue il senatore della Margherita - Ë esageratamente punitiva nei confronti di tutti i cittadini stranieri che vogliono lavorare onestamente nel nostro Paese e totalmente fallimentare sotto il profilo dei controlli e della lotta all'immigrazione clandestina"."Le procedure farraginose e insensate previste dalla Bossi-Fini - conclude quindi Battisti - per garantire l'ingresso degli immigrati in Italia, il flop delle regolarizzazioni, hanno determinato come unico risultato, una precarizzazione delle condizioni lavorative degli immigrati e un rallentamento del processo di integrazione".

 

21.IMMIGRAZIONE ñ Chiuso ad Ancona un corso per facilitatici culturali rivolto a 10 donne dell'Est Europa. (Redattore Sociale), ANCONA, 26 agosto 2003. Un corso rivolto a 10 donne dellíEst Europa e promosso dal ìProgetto Etnicaî, si Ë tenuto nel mese di luglio presso la sede dellíAss. Free Woman di Ancona. Obiettivo dellíiniziativa: trasferire conoscenze utili alle partecipanti e che possano essere poi da queste diffuse attraverso le proprie reti di relazioni amicali. Líintento Ë quello di contribuire a favorire la circolazione di informazioni corrette su diritti, doveri e opportunitý offerte dalla societý italiana, allíinterno dei gruppi di origine delle immigrate.Il corso per facilitatici culturali, al quale hanno partecipato donne di etý compresa tra i 20 e i 50 anni, si Ë svolto in 3 incontri durante i quali sono state affrontate tematiche inerenti la salute della donna, líaccesso ai servizi sociali e sanitari e la legislazione sullíimmigrazione. Al termine di ciascun incontro Ë stato consegnato alle partecipanti del materiale informativo relativo al tema affrontato. CiÚ porterý tra líaltro, a breve, alla redazione di un opuscolo volto alla tutela della salute femminile, che tratterý di prevenzione, cura, maternitý ed altro, insieme ad un elenco dei consultori familiari e degli altri servizi socio-sanitari presenti nella provincia di Ancona.ìLa scelta di rivolgersi a donne dellíEst Europa ñ affermano due delle promotrici dellíiniziativa, Simona Lucchetti e Giovanna Trucchia - Ë legata allíincremento della presenza nel territorio anconetano di donne rumene, ucraine, albanesi, moldave che, giunte con la speranza di trovare un lavoro e di migliorare la qualitý della loro vita, desiderano integrarsi nella realtý locale. Il ìProgetto Etnicaî, anche attraverso iniziative come questa, intende apportare il proprio contributo a favore di una sempre pi˜ positiva integrazione sociale, in uníottica multiculturale, promuovendo una proficua interazione fra le istituzioni, i servizi e i cittadini immigratiî.ìEtnicaî si avvale della collaborazione di numerosi partner: soggetti pubblici, organizzazioni sindacali e datoriali e del privato sociale. Eí reso possibile dal finanziamento dellíUnione Europea, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e della Regione Marche.

 

 

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