EMIGRAZIONE NOTIZIE N. 14/15 - 16/23 APRILE 2003

LA GUERRA ALLíIRAQ, ALLíINFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO: COMBATTERLE TUTTE, UNA PER UNA, CON CRITICA INTELLIGENZA

GUERRA IRAQ: AIUTI SUBITO O SARAí CATASTROFE

IRAQ ñ MARINA SERENI (DS): SPERIAMO CHE LE OPERAZIONI MILITARI SI CONCLUDANO AL PIUí PRESTO

IRAQ: CGIL, CISL E UIL CONFERMANO LíOPPOSIZIONE ALLA GUERRA

IRAQ: CGIL-CISL-UIL DECIDONO RACCOLTA FONDI PER INTERVENTI UMANITARI

IRAQ: LA CAMPAGNA DI AIUTI DELLíUNITAí E DEI DS

IRAQ ñ MARTINI:  ìATTIVARE I CANALI UMANITARI PER ALLEVIARE LE SOFFERENZE DELLA GENTEî

IRAQ: LE PAROLE E LA GUERRA

APPELLO DELLE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE

IRAQ - I DS A BERLUSCONI: ìNON HAI LA STOFFA DI PRIMO MINISTROî

Lí ASSEMBLEA PLENARIA DEL  C.G.I.E.

RIUNITO A ROMA IL COMITATO DIRETTIVO DELLA FUSIE

VIAREGGIO: SECONDA CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI TOSCANI

MONTEROTONDO: LíISTITUTO F. SANTI APRE UNO SPORTELLO PER GLI IMMIGRATI PRESSO IL CENTRO PER I DIRITTI DEL CITTADINO

IMMIGRAZIONE: EMANATA LA CIRCOLARE PER IL SUBENTRO DI UN NUOVO DATORE DI LAVORO

LETTERA ALLA PRESIDENTE DELLA RAI DI TRENTA PARLAMENTARI EUROPEI: ìPOCO ATTENTA LA RAI ALLíATTIVITAí DEL P.E.î

ACCORDO BANCA POPOLARE DI SONDRIO E ENTE POSTALE BELGA ìLA POSTEî PER IL VERSAMENTO DELLE PENSIONI INPS IN BELGIO

ATENE: FESTA DEGLI ITALIANI ORGANIZZATA DAL COMITES

MISSIONE UMANITARIA IN BOSNIA DEI BELLUNESI NEL MONDO

PARLAMENTO EUROPEO: VIA LIBERA ALLíALLARGAMENTO

MONACO DI BAVIERA: UNA RASSEGNA DELLíIIC DEDICATA A ANTONIO GRAMSCI

CUBA: CON LA REPRESSIONE NON SI COSTRUISCE IL FUTURO

FASSINO: LE CONDANNE DI CUBA  SONO ìINAMMISSIBILI E INGIUSTIFICABILIî

FRANCOFORTE ñ FORMAZIONE PROFESSIONALE: MOTIVAZIONI ALLíAPPRENDIMENTO PER GIOVANI MIGRANTI

CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE SULLíEMIGRAZIONE INDETTO DALLA ASSOCIAZIONE MANTOVANI NEL MONFDO

 

DOCUMENTAZIONE

Consiglio Generale degli Italiani allíEstero - Assemblea Plenaria (Roma, 8-10 aprile 2003)

Appello e Ordini del giorno

 

LA GUERRA ALLíIRAQ, ALLíINFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO: COMBATTERLE TUTTE, UNA PER UNA, CON CRITICA INTELLIGENZA

La campagna dëIraq non Ë ancora del tutto conclusa che giý si apre il vaso di Pandora della guerra politica: quello che deve servire da preparazione alle campagne successive, alla guerra infinita.

La rivoluzione culturale inaugurata della banda dei quattro di Washington deve dispiegarsi velocemente, adesso, ai quattro angoli dellëimpero.

Passiamo in rassegna brevemente alcune delle argomentazioni giý in campo, soprattutto nella Provincia Italiae:

ñ Chi ha manifestato contro la guerra Ë stato sconfitto perchÈ la guerra Ë stata vinta, per giunta velocemente, e con solo poche migliaia di vittime civili; non serve il dettaglio del caos di Bagdad e delle altre citt·, non serve dubitare sulle reali possibilit· di approdo democratico in Iraq, nÈ dei rischi di destabilizzazione nel medio oriente e nello stesso occidente; tantomeno Ë ammesso il rischio di crescente terrorismo.

ñ Chi continua a rompere le scatole con il pacifismo Ë essenzialmente un fottuto antiamericano, e non si rende conto che, invece, gli USA hanno inaugurato la nuova stagione di interventismo rivoluzionario che ridisegnerý totalmente la carta del mondo, secondo i principi di democrazia e libero mercato.

ñ Una delle conferme del grande cambiamento a cui stiamo assistendo Ë il fatto che gli eventi succedutisi con incalzante rapiditý hanno demolito in quattro e quattrëotto categorie obsolete che servono solo a nostalgici fuori dal mondo, a partire delle categoria di Ñdestraì e Ñsinistraì; ma se ne aggiungeranno altre a cui siamo affezionati.

Dal che si possono dedurre alcune cose di un certo rilievo:

La guerra non aveva come obiettivo il disarmo dellëIraq, o meglio delle armi di distruzione di massa, ma lëoccupazione militare e culturale del Medio Oriente, di cui questa campagna Ë solo il primo passo.

La guerra risponde ad un disegno strategico che assomiglia molto alla teoria della rivoluzione in ogni paese. La banda dei quattro non Ë tanto ispirata da Mao quindi, piuttosto da Trotsky; ma siccome Ë intimamente capitalista e crede fondamentalmente nel libero mercato sciolto da vincoli e lacciuoli, la sua prassi assomiglia di pi˜ ad un neocolonialismo globale che si dispiegherý militarmente sul terzo mondo (e chissý se solo sul terzo), ogniqualvolta le libere leggi del mercato troveranno un ostacolo fastidioso sul proprio cammino.

Per inciso, il libero mercato che la banda dei quattro ha in mente Ë quello per il quale gli USA possono continuare a prosperare sul debito finanziato da tutto il resto del mondo, attualmente pari al 22.5% del loro PIL, che diventerý il 50% nel 2010 e il 100% nel 2020. Mercato dunque poco libero e invece molto costretto, contrariamente alle indicazioni che líFMI dý a tutti i paesi del sud a cui suggerisce comportamenti del tutto diversi.

E¥chiaro che per ottenere questi trend risultano indispensabili due condizioni: la supremazia esclusiva del dollaro e quella delle tecnologie militari. Non da ultimo -almeno finchÈ la categoria del Ñconsensoì sarý ancora ritenuta costitutiva del tipo di democrazia che i nuovi profeti hanno in mente- risulterý essenziale il controllo dei media e dellëindustria culturale, anche per il pericoloso calo di audience che negli ultimi anni ha subito la teologia neoliberista ñe le sue succursali FMI e WTO in testa- a causa dei crolli del Messico, delle cosiddette tigri asiatiche (Corea, Taiwan, ecc.), e in rapida successione di Brasile, Russia, Argentina e Turchia.

E sembra quindi evidente che il disegno di Unificazione Europea, nel quadro descritto, appare a questi esegeti di inizio millennio come il fumo negli occhi, poichÈ il loro obiettivo Ë, per loro stessa ammissione, quello di impedire che altri paesi o gruppi di paesi possano diventare concorrenti strategici degli USA.

Ora, se le cose stanno in questo modo, non si vede il motivo per cui si debba riconoscere (dentro quella parte politica che continuiamo a chiamare Ñsinistraì) qualche potere di orientamento o di condizionamento del dibattito politico italiano ai vari Ferrara, Vespa, ecc.; ma anche il Direttore del ÑRiformistaì, Polito, non ci sembra il riferimento auspicato; lo vedremo, (Polito) sempre pi˜ spesso nei vari talk-show, ma questo rientra nelle ìnormalitýî del paese globale nei tempi che corrono.

Pi™ serio sarebbe sostenere alcune evidenze:

1)- siamo contro la guerra.

2)- siamo contro questi U.S.A.

3)- auspichiamo vivamente che alle prossime elezioni Bush sia sconfitto (auspicheremmo anche che gli elettori statunitensi si recassero in massa alle elezioni, anzichÈ quel misero 23-24% che rende come minimo asfittica la loro democrazia).

4)- dobbiamo operare per questo risultato, anche facendo comprendere agli elettori americani, che procedendo cosÏ non vanno incontro ad un futuro migliore; (visto che i circa 40 milioni di loro concittadini sotto la soglia di povertý potrebbero diventare 50 o 60); inoltre non gioca a loro favore questo insistere nellíobesitý agli ormoni o al transgenico multinazionale, ancora pi˜ se dallíaltra parte si muore letteralmente di fame.

5)- il popolo americano dovrebbe comprendere che nella maggior parte delle aree del pianeta gli USA sono vissuti come potenza negativa, che sÏ, incute timore, ma che di certo non hanno molto a che fare con una rappresentazione aurea della democrazia.

6)- lëimmagine di democrazia che emana dagli USA, anzi, rischia di distruggerne il valore (della democrazia); unëaltra categoria che se ne va !

7)- gli USA devono finirla con la prassi di creare dittatori in giro per il mondo, sostenerli e poi abbatterli quando la congiuntura economica lo richiede: sta diventando un gioco troppo evidente!

8)- gli USA vanno condannati per questa pratica, prima ancora che per le successive periodiche guerre che scatena. Vanno condannati per non aver sottoscritto líaccordo relativo al Tribunale Penale Internazionale, per quello di Kyoto sulle emissioni inquinanti, per la protervia con cui si oppongono alla liberalizzazione della produzione dei farmaci anti AIDS e contro le malattie pi˜ diffuse sul pianeta, per la unilateralitý con cui hanno scatenato una guerra di aggressione, per il fatto di possedere ben oltre il 90% di tutte le armi di sterminio di massa del pianeta.

9)- lëEuropa deve diventare potenza politica.

10)- lëEuropa deve costruire un asse strategico con il sud del mondo.

11)- lëEuropa deve esportare il suo modello di economia sociale di mercato, uníidea di welfare-globale progressivo, di multilateralitý e solidarietý tipicamente occidentale; questo modello puÚ essere accettato dalla grande maggioranza dei paesi.

12)-al popolo europeo va detto che in gioco cëË un futuro possibile la cui condizione Ë quella di far crescere il benessere di tutti, anche dei non europei; oppure un futuro possibile in cui le 457 famiglie pi˜ potenti del pianeta avranno tra breve un ìloro PILî equivalente a quello di 3 o 4 miliardi di persone (mentre giý oggi equivale a quello dei 2 miliardi di persone pi˜ povere).

13)-al popolo europeo va detto che non va sostenuto nessun politico che metta in discussione lëunitý europea o che assuma un comportamento ambiguo come ha fatto il nostro Presidente del Consiglio. Il 12 aprile, finalmente, egli (Berlusconi) ha sostenuto con estrema chiarezza che Ë a favore della banda dei quattro e che bisogna procedere rapidamente con la rivoluzione anche in Italia, modificando innanzitutto la Costituzione Italiana di ispirazione sovietica: gli interessava in particolare líArt.41 della Costituzione, alla cui lettura rimandiamo affinchÈ non ci siano equivoci sulle sue idee ed aspirazioni.

14)-le energie migliori per raggiungere questi obiettivi di multipolaritý, di multilateralitý, di equilibrio e diritto internazionale, di pace, sono essenzialmente di natura culturale e vanno ricercati in quel luogo in movimento di cui le giovani generazioni sono i migliori interpreti; siccome la guerra sarý lunga (pi˜ che decennale) e questi giovani diventeranno loro malgrado nel frattempo adulti, Ë su di loro che ci si deve concentrare. Papa Woytila lo ha compreso perfettamente, come lo ha compreso líOn. Adornato (Forza Italia, ex deputato di centro sinistra) che prefigura una campagna di acculturazione sui valori dellíoccidente (come lui se li immagina) fatta a partire dalle scuole; sono suoi accompagnatori in questo progetto, generali, ex generali, giuristi che tutti insieme ricordano il piano di rinascita nazionale dellíemerito Licio Gelli, grande amico di dittatori ed aspiranti tali a oriente ed occidente.

15)-in mezzo alla guerra ci sono infinite battaglie: non ci resta che imparare a combatterle tutte, coerentemente e direi ludicamente, dalla pi˜ piccola alla pi˜ grande, dal villaggio, alla provincia, alla metropoli, dentro ogni contesto, dentro ogni categoria presente e futura: destino degli uomini e delle donne Ë avere una testa, non una testata.

Rodolfo Ricci

 

GUERRA IRAQ: AIUTI SUBITO O SARAí CATASTROFE

Partono in macchina, in camion, sui carretti, i cittadini di Baghdad a centinaia fuggono dalla capitale bombardata. Le Nazioni Unite e la Croce Rossa: un corridoio umanitario per evitare la catastrofe.

L'Onu, la Croce Rossa e le altre organizzazioni lanciano l'allarme: in Iraq si rischia la catastrofe, devono arrivare subito aiuti e medicinali. Non sono ancora ´apertiª, infatti, i canali attraverso cui far transitare il materiale: serve un corridoio umanitario. Finora, dal Kuwait sono passati solo due camion di aiuti della Croce Rossa. Manca anche l'elettricitý. ´E' una corsa contro il tempoª, fanno sapere dalla Croce Rossa. I medici dicono che non si riescono pi˜ a contare i morti e i feriti.

I medici hanno smesso di contare vittime e feriti negli ospedali dell'Iraq. ´E' impossibile tenere statistiche, il flusso di feriti Ë ininterrotto - conferma la Croce Rossa internazionale (Cicr) -. Le ambulanze continuano a raccoglierne e altri arrivano a piedi. Non si riesce a riconoscere civili e militariª. Del resto, nelle corsie d'ospedale, il distinguo avrebbe poco senso. A maggior ragione ora: perchÈ prendersi cura di qualunque vittima di questa guerra diventa ogni giorno pi˜ difficile. E' un problema di uomini: ´I chirurghi lavorano senza sosta da giorni, sono strematiª, dice Osama Saleh al-Dulai, vice direttore dell'ospedale Al-Kindi di Bagdad. Ed Ë un problema di mezzi: nei 33 ospedali della Capitale, secondo il Cicr, cominciano a mancare anestetici, plasma, analgesici, scarseggia l'acqua potabile e l'energia elettrica proviene dai generatori. Se Ë possibile va peggio nei centri pi˜ piccoli, da Bassora a Karbala o Nassiriya. ´Laggi˜ i feriti sono troppi e manca materiale necessario in sala operatoria - dice da Amman Muin Kassis, della Croce Rossa. Poi i collegamenti sono saltati e non si possono trasferire persone a Bagdadª. E ancora non basta, secondo l'Organizzazione mondiale della sanitý sono sempre pi˜ alti i rischi di epidemie, in particolare fra i soggetti pi˜ deboli, come i 12 milioni di bambini iracheni. Ieri l'Onu ha lanciato l'allarme: ´La situazione Ë critica e potrebbe peggiorareª. Con il passare dei giorni aumenta il pericolo che la guerra apra le porte ad una durissima crisi umanitaria, dicono le Nazioni Unite. Ma ancora non ci sono canali attraverso cui far viaggiare aiuti per le vittime. Finora dal Kuwait sono passati 2 camion della Croce Rossa e 22 dell'Unicef, che Ë riuscita a fare arrivare (via Turchia) altri 2 Tir pieni d'acqua e kit medici. Poco. L'emergenza si fa pi˜ grave. ´E' una corsa contro il tempoª, dice Kassis.

La Croce Rossa internazionale puÚ contare su circa 120 persone tra Bagdad, Bassora e il Nord del Paese e continua a distribuire decine di migliaia di litri d'acqua potabile, a visitare i prigionieri di guerra e a tentare di ricongiungere membri della stessa famiglia separati dalla guerra. Ma in Iraq, sotto le bombe, sono all'opera varie organizzazioni. Fino a pochi giorni fa 6 volontari di Medici senza frontiere lavoravano a fianco dei chirurghi dell'Al-Kindi. ´Turni di 24 ore in sala operatoria ogni 2 giorniª, dicono i portavoce di Msf. Che perÚ ha interrotto le attivitý dopo che due componenti del team sono scomparsi a metý della settimana scorsa. Anche la Caritas fatica a mantenere i contatti con i suoi uomini a Bagdad distribuiti in 14 Centri e appoggiati alle 87 Chiese cattoliche. Le ultime notizie diffuse da Amman parlano di civili ospitati, nutriti e curati da religiosi e volontari Caritas in chiese caldee della capitale. Sempre a Bagdad, sotto le insegne di PremiËre Assistance, un gruppo di 15 ingegneri tenta di mantenere in funzione le sezioni d'emergenza di 11 ospedali. ´Riparano finestre e impianti idrici e, per aumentarne la ricettivitý, in ogni ospedale hanno costruito 2 tende da 20 posti - dice dalla Giordania Andrea Bodea -. Ma ormai fanno fatica anche solo a spostarsi dentro la cittýª. Nel Kurdistan iracheno, infine, sono aperti (da dicembre 2002) 2 centri chirurgici di Emergency, che ha allestito anche altri 2 centri per protesi e riabilitazione. ´Ci lavorano circa 650 persone, quasi tutte curde. Dall'inizio della guerra hanno assistito decine di feriti senza fare differenza fra soldati iracheni e peshmerga curdiª, dicono dall'associazione. Che attende di far entrare nel Paese 2 Tir di medicine e materiale ospedaliero ´parcheggiatiª in Giordania. Da Amman, se si troverý una via sicura per entrare in Iraq, dovrebbero passare anche gli aiuti raccolti dal Sermig di Ernesto Olivero.

´I belligeranti sono responsabili della sopravvivenza delle popolazioni civili e di garantire la sicurezza dei corridoi umanitariª, ricorda Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Che sottolinea: ´Gli aiuti, perÚ, devono essere distribuiti in maniera indipendente. La gestione spetta all'Onu e ad agenzie terze, perchÈ solo cosÏ l'azione umanitaria sarý imparziale e corretta. Con i militari si puÚ collaborare, ma Ë l'ultima risorsa. E la divisione dei ruoli dev'essere chiaraª. L'Unhcr ha allestito campi per rifugiati tra Giordania, Siria ed Iran e ha stoccato aiuti per 350 mila persone: ma per ora i campi sono vuoti. L'assenza di corridoi umanitari, infatti, impedisce l'ingresso di aiuti e anche l'uscita di profughi. ´Fino a quando dureranno le scorte alimentari del programma Oil for food, e noi calcoliamo la fine di aprile, i cittadini resisteranno - chiude Boldrini -. Ma poi, sarý davvero la catastrofeª.

Che cosa stabilisce Ginevra.

Dagli articoli 23, 55 e 59 della 4 Convenzione ´Ciascuna parte accordi libero passaggio per qualsiasi invio di medicamenti e materiale sanitarioª e dei ´viveri indispensabiliª. ´La potenza occupante ha il dovere di assicurare il vettovagliamento della popolazione con viveri e medicinaliª. In caso di necessitý

´la potenza occupante accetterý le azioni di soccorso e le faciliterýª. Tali azioni ´potranno essere intraprese sia da Stati, sia da un ente umanitario imparziale come la Croce Rossaª.

Paul Ricard, 8 aprile 2003

 

IRAQ ñ MARINA SERENI (DS): SPERIAMO CHE LE OPERAZIONI MILITARI SI CONCLUDANO AL PIUí PRESTO

ìAbbiamo sempre espresso líauspicio che la guerra in Iraq durasse il minor tempo possibile e oggi, di fronte allíaccelerazione delle ultime ore, non possiamo che sperare che le operazioni militari si concludano al pi˜ presto, a Baghdad e in tutto il paeseî ñ ha affermato Marina Sereni, responsabile esteri dei Democratici di Sinistra. ìSoltanto cosÏ si interromperanno le sofferenze e le distruzioni ñ ha proseguito ñ e sarý possibile far giungere alla popolazione irachena gli aiuti umanitari indispensabili.î

ìLe ragioni che ci hanno spinto a considerare sbagliata questa guerra, decisa fuori le sedi ed i principi della legalitý internazionale, restano ovviamente intatte. Per questo ñ ha concluso Marina Sereni ñ oggi riteniamo che sia una prioritý assoluta rimettere in campo pienamente le Nazioni Unite, affinchË sia questa istituzione a guidare la ricostruzione e a garantire un effettivo processo di transizione democratica dellíIraq. Chiediamo che líEuropa assuma in questa direzione una iniziativa comune e che il nostro paese si adoperi per questo obiettivo.î

 

IRAQ: CGIL, CISL E UIL CONFERMANO LíOPPOSIZIONE ALLA GUERRA

Le Segreterie Nazionali CGIL, CISL, UIL, riunite a Milano, confermano in un documento unitario ìlíopposizione alla guerra condotta dagli Usa e dai suoi alleati senza legittimitý internazionaleî. ìUna guerra ñ si dice ñ che provoca ancora una volta conseguenze molto gravi sulle persone, ripercussioni negative sul medio oriente, sulla politica internazionale, sullíeconomia e sul futuro ordine mondialeî.

ìLa guerra ñ prosegue la nota ñ non puÚ essere lo strumento per risolvere le controversie internazionali, nÈ lo strumento efficace contro il terrorismo, che rischia, anzi, di trovare in essa nuove motivazioni. Gli obiettivi di Cgil, Cisl, Uil sono: fermare la guerra, disarmare il regime, allontanare e incriminare Saddam presso il Tribunale Penale Internazionale. Questi obiettivi dovevano e devono essere raggiunti senza la guerra con gli strumenti della politica, dando autoritý e fiducia allíONUî.

ìLa divisione politica dellíEuropaî - per Cgil, Cisl, Uil ñ ìnon ha giovato a questo fine mentre líunitý della Confederazione Europea dei Sindacati, delle lavoratrici e dei lavoratori dellíEuropa intera, ad est come ad ovest, ha consentito, attraverso le mobilitazioni del 14 e 21 marzo, di chiedere con forza di far tornare in campo la politica come strumento di regolazione delle relazioni internazionali e la pace come principio ispiratore di un nuovo ordine mondiale fondato sulla Carta dellíONUî.

ìSono queste le considerazioni che hanno ispirato lo sciopero generale di due ore proclamato da Cgil Cisl e Uil il 20 marzo e che hanno mosso i Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil a richiedere al Governo di non mettere a disposizione dellíiniziativa bellica uomini, strutture militari e infrastrutture logisticheî.

Cgil, Cisl e Uil ìscelgono il dialogo, la non violenza e la legalitý come modalitý di espressione della propria cultura di pace. A questo fine riconfermano la proposta, avanzata da tempo in tutte le sedi, di porre al centro dellíazione di Cisl internazionale e CES il tema della riforma in senso pi˜ democratico degli organismi sovranazionali di governo mondiale, per rafforzare efficacia e credibilitý attraverso regole democratiche di funzionamento a cui tutti gli Stati devono rimettersi".

CGIL, CISL e UIL ritengono ìurgente e necessario per il ristabilimento di condizioni di convivenza e di pace nellíarea medioorientale, un forte impegno della comunitý internazionale e dellíEuropa, per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, per raggiungere líobiettivo di due Stati in cui due popoli possano vivere in sicurezzaî.

 CGIL, CISL e UIL, di fronte alla tragedia  umanitaria ñ conclude il documento ñ daranno avvio ad una raccolta di fondi da destinare agli interventi umanitari in Iraq, ìin coerenza con quanto deciso dalla Confederazione europea dei sindacati (CES) e confermano la decisione di convocare il 1ƒ Maggio nazionale ad Assisi, simbolicamente luogo di convivenza e di paceî.

 

IRAQ: CGIL-CISL-UIL DECIDONO RACCOLTA FONDI PER INTERVENTI UMANITARI

Cgil-Cisl e Uil di fronte alla tragedia umanitaria, daranno avvio ad una raccolta di fondi da destinare agli interventi umanitari in Iraq.

La decisione Ë stata presa a conclusione della Segreteria unitaria che si Ë svolta a Milano il 7 aprile scorso ìin coerenza con quanto deciso dalla Confederazione europea dei sindacati (CES)î.

Le modalitý per la raccolta di fondi sono le seguenti:

Dati per i versamenti:

ISI ñ Progetto Sviluppo ñ CGIL Iscos ñ CISL ñ Progetto Sud ñ Uil

C/c N, 17400

Banca Popolare di Milano

CAB 03201

ABI 05584

 

IRAQ: LA CAMPAGNA DI AIUTI DELLíUNITAí E DEI DS

LíUnitý e i Democratici di Sinistra hanno deciso di promuovere una sottoscrizione nazionale per finanziare, attraverso le Organizzazioni non governative raccolte attorno al ìTavolo per líIraqî, sei diversi progetti di aiuto alla popolazione irachena.

I progetti che saranno finanziati con la campagna organizzata da Unitý e DS sono:

aiuto ai bambini di Bassora

Assistenza agli sfollati a Kerbala e Baghdad

Gestione di un campo per rifugiati iracheni in Iran

Accesso allíacqua potabile a Bassora e Baghdad

Aiuto agli orfani curdi-iracheni nel nord dellíIraq

Acquisto e invio di medicinali

Ecco dove inviare i contributi:

Conto corrente intestato a:

Democratici di Sinistra per la popolazione Iraq N. 263293

ABI: 03127 ñ CAB: 05006

UNIPOL BANCA Ag. 163 Largo Arenula, 32 ñ 00186 ROMA

 

IRAQ ñ MARTINI:  ìATTIVARE I CANALI UMANITARI PER ALLEVIARE LE SOFFERENZE DELLA GENTEî

ìHo tirato un sospiro di sollievo vedendo líavvicinarsi della conclusione del conflitto. Ho sempre ritenuto sbagliata questa guerra, che considero ingiustificata e fuori del diritto internazionale. Resto di questa opinione. Prima finisce e meglio Ë. Personalmente non ho rimpianti nei confronti della dittatura di Saddam e quindi vivo come un sollievo il fatto che possa essere giunto al capolinea il suo regime dittatoriale. Restano naturalmente sul terreno tutte le macerie materiali e politiche prodotte dalla scelta unilaterale del governo americano. Siamo impegnati pi˜ che mai ad alleviare le sofferenze della popolazione: ora che il conflitto sembra avvicinarsi alla conclusione tutti i canali umanitari dovranno essere aperti e attivati in modo da dare spazio alla solidarietýî. Con queste parole il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha commentato gli ultimi sviluppi della guerra in Iraq.

Il presidente Martini ha ricordato líimpegno della Regione in favore delle popolazioni vittime della guerra: il sostegno insieme ai Vescovi toscani, attraverso la Caritas locale, alla chiesa cattolica caldea e alle altre organizzazioni umanitarie operanti in Iraq (Medici senza frontiere, Emergency, Un ponte per Ö, Ics, ecc.); la disponibilitý allíaccoglienza delle strutture sanitarie toscane in particolare per i bambini.

ìQuanto agli aspetti politici ñ ha aggiunto Martini ñ il tema del rilancio dellíONU e dellíEuropa Ë diventato una prioritý assoluta per quanti vogliono la pace e dare un seguito allíimpegno straordinario del movimento pacifista. Su questo tema ho presentato un emendamento alla Convenzione europea nel quale si afferma che líUnione europea ìË contraria allíuso unilaterale della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali; promuove il rafforzamento e lo sviluppo dellíOrganizzazione delle Nazioni unite, come quadro e strumento fondamentale per líattuazione del diritto e della giustizia nei rapporti fra gli Stati, e come unica depositaria dei poteri di coercizione nei rapporti internazionali. Sto lavorando per trovare intorno ad esso il massimo del consensoî.

Il presidente Martini ha infine ricordato che il ruolo delle organizzazioni internazionali sarý al centro del prossimo meeting di San Rossore.

 

IRAQ: LE PAROLE E LA GUERRA

Riprendiamo alcune riflessioni di Giulio Vittorangeli, collaboratore del Centro ricerca per la pace di Viterbo, impegnato nella solidarietý internazionale, apparse sul Notiziario del Centro riguardanti ìle parole e la guerraî.

Dice Vittorangeli: ìDubito che ci si possa immedesimare con chi questa guerra oscena la subisce, ma Ë veramente ipocrita che ne discute comodamente seduti in poltrona.

Davvero la parola Ë niente di fronte a cadaveri sventrati, corpi mutilati e atroci pianti di madri; perchÈ la guerra ammala anche il linguaggio. Non se ne puÚ pi˜ dellíeufemismo che dice ìinterventoî invece che ìguerraî, che chiama le bombe ìuso della forzaî, dei giochini per cui la guerra Ë sempre fra ìgli alleatiî e ìgli uomini di Saddamî, mai fra ìlíIraqî e ìgli uomini di Bush e Blairî.

Ha scritto Mar AugÈ (ìIl manifestoî, 6 aprile 2003): ìLíaspetto pi˜ terrificante delle immagini e dicerie con cui si pretende di informarci Ë che le parole, lungi dal dare un senso alle immagini, hanno perso il loro significato. La democrazia, i diritti umani, la libertý, i fini umanitari: tutte nozioni massacrate dai bombardamenti di una retorica arrogante, tracotante, ingarbugliata e cialtrona. Come le cittý in rovina, le macerie semantiche testimoniano il trionfo della farneticazione (Ö). La guerra Ë dappertutto e da nessuna parte. Le immagini la mostrano, le immagini la mascherano. Le parole fuggono, le parole mancano. Quando le parole torneranno, sarý per dirci quel che le immagini non riuscivano a tacere. Che questa guerra non si doveva fareî.

Eppure la guerra teme la parola, in particolare quando diventa poesia. Un tempo la poesia Ë stata profezia e preveggenza, oggi conserva la capacitý di restituire alle parole il loro significato pi˜ profondo e autentico. Ieri come oggi i poeti vengono banditi dalle cittý e dalle case perchÈ smascherano líipocrisia dei politici e dei mercanti di morte. Si cerca di fare accettare líinaccettabile, usurpando e rovesciando il senso delle parole, cosÏ le guerre diventano giuste, umanitarie e sante, e quindi inevitabili e ñ perchÈ no? ñ desiderabili!

Da quando le bombe sono diventate intelligenti cíË di che preoccuparsi di come viene utilizzata la parola e líintelligenza. Per arrivare al ripugnante ìeffetto collateraleî con cui viene definita la morte di civili innocenti.

Per restare al far-west iracheno: le stragi al mercato nei due quartieri popolari di Baghdad, gli undici bambini bombardati nella fattoria, le famiglie sterminate dai razzi mentre fuggivano, quelle uccise (prevalentemente donne e bambini) su un furgoncino perchÈ non si sono fermati allíalt, ospedali sventrati, bambini morti o deturpati dalle bombe, persone disperate, case distrutte, macerie ovunqueÖ si puÚ fare líelenco di una lugubre litania. Ma sembra che non accada niente di grave: il crimine Ë ingrediente quotidiano e rischia di diventare assuefazione.

Nonostante tutto, la guerra e i suoi rappresentanti temono le parole perchÈ prima o poi torneranno a riprendersi il loro vero significato. Allora riappropriamoci della poesia perchÈ la parola pace possa raggiungere gli uditi meno sensibili, anche quelli dei potenti che solo con la forza tentano di dominare il mondo. Lo facciamo con un piccolo Promemoria scritto da Gianni Rodari:

ìCi sono cose da fare ogni giorno:

lavarsi, studiare, giocare,

preparare la tavola

a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:

chiudere gli occhi, dormire,

avere sogni da sognare,

orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai

NÈ di giorno nÈ di notte,

nÈ per mare nÈ per terra:

per esempio, la guerraî.

 

APPELLO DELLE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE

LíAssociazione delle Donne Democratiche Iraniane in Italia ha diffuso martedÏ 8 aprile, il seguente Appello:

ìIl governo disumano dellíIran vuole approfittare della guerra in Iraq. Negli ultimi giorni il governo iraniano ha posizionato delle truppe dei pasdaran lungo il confine con Iraq. Loro hanno pensato di approfittare del conflitto in corso per attaccare le basi del Mojahedin dellíIran, líunica resistenza forte e legittima iraniana, e anche prendere qualche pezzo della terra irakena da sempre desiderato. Questo governo dopo líultima elezione amministrativa in Iran, si Ë sentito ancora pi˜ disperato e non vede altra soluzione che uníazione militare per salvaguardare il potere in Iran.

Noi, simpatizzanti della resistenza iraniana, chiediamo un aiuto urgente per condannare questo complotto diffondendo e sottoscrivendo il nostro appelloî.

 

IRAQ - I DS A BERLUSCONI: ìNON HAI LA STOFFA DI PRIMO MINISTROî

ìLa sinistra Ë felice che la guerra finisca, che una dittatura spietata e sanguinaria non ci sia pi˜. La sinistra sarebbe stata pi˜ felice se, come era possibile, questo stesso risultato fosse stato ottenuto senza un intervento militare, che ha causato vittime e distruzioni e attraverso un impegno della comunitý internazionaleî.

Lo ha affermato Vannino Chiti, coordinatore della Segreteria nazionale dei Democratici di Sinistra.

ìBlair capisce líimportanza dellíunitý dellíEuropa e dellíOnu ñ continua Chiti ñ non mi stupisce che queste preoccupazioni non le abbia Silvio Berlusconi. Per averle bisogna avere la stoffa di primo ministro e di uomo di Statoî.

La dichiarazione del coordinatore della segreteria nazionale dei Ds fa riferimento a quanto Berlusconi ha detto a Pescara sulla ìcrisi profonda in cui si dibatte la sinistra italianaî, arrivando a sostenere che ìanche in questi giorni, dopo aver verificato le capacitý del primo ministro inglese che ha veramente riformato il partito laburista mi sono detto: ci fosse un Tony Blair nella sinistra italiana. Se ci fosse in questo momento dovrebbe battere un colpo. Ma purtroppo non cíËî.

 

Lí ASSEMBLEA PLENARIA DEL  C.G.I.E.

LíAssemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani allíEstero si Ë conclusa la sera del 10 Aprile con la discussione e la votazione di  molti ordini del giorno. Tre giorni di relazioni e di intensi dibattiti: ì Sulle attivitý del Governo verso gli italiani nel Mondoî (Ministro Ronca), quella  del Comitato di  Presidenza del CGIE (svolta dal Segretario Generale Franco Narducci), unanimemente apprezzata perchÈ anche suscitatrice di proposte e di approfondimenti positivi, che vi sono stati poi da parte di molti Consiglieri (Amaro, Farina, Conte, Micheloni, Fatiga, Fedi, Silvana Mangione, Losi, De Santis, Gazzola, De Matteo, ed altri ). Un serio apporto Ë stato dato dalle relazioni delle Commissioni tematiche.

La  ìrelazione-discorso programmaticoî del Ministro Tremaglia  Ë stata improntata a lasciare a futura memoria la traccia della propria appassionata attivitý e a testimoniare líapporto  dato in modo determinante dal Dipartimento del ìsuoî Ministero, composto anche da esperti di centro-sinistra. Un Consigliere ha affermato che Tremaglia rappresenta líattivitý innovativa, al contrario di Tremonti.

Il gran numero di problemi affrontati non permette di esprimere commenti su tutti, ma rende doveroso un parere e la citazione di alcuni. Il CGIE merita maggiore considerazione dal Governo (anche nel seguire il dibattito dellíAssemblea). Quella formale ce líha, ma Ë diminuita quella effettiva. Pi˜ passa il tempo e se le elezioni dei Comites non verranno effettuate entro Dicembre, come si Ë impegnato a fare dopo aver finalmente approvata la riforma della Legge, pi˜ si rischia di ridurre la partecipazione dei connazionali alla vita della loro rappresentanza nelle Istituzioni della madrepatria. Le Istituzioni saranno rafforzate con líelezione al Parlamento per corrispondenza se saranno valorizzati i Comites e il CGIE. Deve essere costituito un ìtrittico rappresentativoî, collegato nelle sue componenti e rafforzato se sarý istituito líOsservatorio delle Donne Italiane allíEstero. Nel CGIE le donne sono 10 tra i 92 Consiglieri.

La relazione del Governo vanta líimpegno finanziario per la promozione della cultura e della lingua italiana allíEstero (potremmo cominciare a scrivere nellíO.d.G. del CGIE  ìinterpellanze con risposta scrittaî, invece di ìQuestion timeî), per la previdenza e líassistenza, per il miglioramento della rete diplomatico- consolare. Il Consigliere Norberto Lombardi, Coordinatore del ìForumî, ha contestato con tabelle documentate che, come avvenuto líanno scorso con il Decreto nƒ 194, interverrý un Decreto ìblocca-spesaî che Ë giý stato presentato alle Camere in Febbraio.

Tra i tanti o.d.g. approvati sottolineo quello diretto allíAmbasciata Nigeriana per salvare Amina dalla lapidazione fissata per Giugno (unanimitý), la solidarietý alle giornaliste scampate al ìtragico errore di tiro di cannoneî contro líHotel Palestine e il cordoglio alle famiglie degli uccisi (2 contrari ed 1 astenuto); il voto per corrispondenza in atto il 15 Giugno per due referendum - sullíabolizione dellíart. 18 e sullíabrogazione coattiva dei residui tossici per gli alimenti; infine quello ìper la cessazione della guerraî e ìper la giusta soluzione della questione israelo-palestinese con il reciproco riconoscimento di  due Stati autonomi e sovraniî e per ìlíONU come regolatore delle relazioni  internazionaliî (8 astenuti).

Sergio Giulianati

 

RIUNITO A ROMA IL COMITATO DIRETTIVO DELLA FUSIE

La riunione (venerdÏ 11 aprile) Ë stata aperta da una relazione del presidente De Sossi il quale ha tirato un primo consuntivo dellíattivitý svolta illustrando anche le possibilitý di impegno per il prossimo futuro.

Il dibattito ha sottolineato il consenso e la fiducia dellíinsieme del Comitato Direttivo al lavoro svolto per il rilancio del ruolo della FUSIE.

Con il congresso ultimo si Ë chiusa una fase difficile di transizione mentre nel presente Ë in atto una intensa attivitý di rinnovamento e di adeguamento alle trasformazioni che interessano gli strumenti della comunicazione ed alla crescita di ruolo delle comunitý italiane allíestero.

Il presidente De Sossi concludendo i lavori ha messo in evidenza líautonomia della Fusie ma anche il buono stato dei rapporti con le istituzioni centrali, MAE e ministero degli italiani allíestero e con quelle locali, regioni ed enti locali.

CiÚ come precondizione per pi˜ efficacemente raggiungere gli obiettivi di breve e medio-lungo periodo sui quali il C.D. ha discusso nella riunione dando mandato agli organismi statutari di portarli avanti.

Il Comitato Direttivo, dopo la relazione favorevole dei revisori dei conti ha approvato allíunanimitý il bilancio consuntivo chiuso in attivo. (R.G.)

 

VIAREGGIO: SECONDA CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI TOSCANI

Il 24, 25 e 26 aprile prossimi, a Viareggio e Marina di Carrara, organizzata dalla Regione Toscana e dal Consiglio dei Toscani allíEstero, si terrý la seconda Conferenza mondiale dei giovani toscani con líalto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con la Provincia di Lucca, Comune di Viareggio, Provincia di Massa Carrara, Comune di Carrara.

Questo il programma:

GIOVEDIí 24 APRILE

ore 9.15 ñ Apertura dei lavori

Saluti delle Autoritý: Angelo Passaleva, Vice Presidente Giunta Regionale, Riccardo Nencini, Presidente Consiglio Regionale, Marco Montemagni, Giunta Regionale, Assessore Bilancio e Programmazione.

Autoritý Locali: Andrea Tagliasacchi, Presidente Provincia di Lucca

Relazione di: Mariella Zoppi, Presidente del Consiglio dei Toscani allíEstero

Lorenzo Murgia, Vice Presidente Vicario Consiglio dei Toscani allíEstero.

Ore 9.45 ñ Comunicazioni:

Lingua e Cultura: Prof. Francesco Sabatini, Presidente Accademia della Crusca

Globalizzazione, Volontariato, Formazione e Lavoro: Prof. Bill Kent, Direttore Monash University, sede di Prato

Ambiente: On.le Ermete Realacci, Presidente Legambiente

Comunicazione e Contatti fra i Giovani, Prof. Enrico Menduni, Universitý di Siena, Dip.to Scienze della Comunicazione

La memoria dellíEmigrazione: la Festa dei Toscani allíEstero, Dott. Francesco Pifferi, Consigliere Regionale, Presidente UNCEM-Regionale

Ore 11.00 ñ Insediamento dei Gruppi di Lavoro:

Lingua e Cultura

Testimonianze dei protagonisti ñ Intervento Ministro Gianfranco Varvesi, Segretario Generale Istituto Universitario Europeo

Globalizzazione: Volontariato ñ Formazione e Lavoro

Testimonianze dei protagonisti ñ Intervento Dott. Francesco Narducci, Segretario Generale CGIE

Comunicazione e Contatti fra i Giovani

Testimonianze  dei protagonisti ñ Intervento Prof. Enrico Menduni, Universitý di Siena, Dip.to Scienze della Comunicazione ñ I lavori dei gruppi saranno coadiuvati dai membri dellíUfficio di Presidenza: Filippo Luchi, Dino Nardi, Caterina Rapetti, Sergio Scocci

Ore 13.00 ñ Sospensione dei lavori

Ore 15.00 ñ Intervento di S.E. Mons. Alessandro Plotti, Presidente Conferenza Episcopale Toscana;

Ripresa attivitý dei Gruppi di lavoro

Ore 18.30 ñ termine dei lavori

VENERDIí 25 APRILE

Ore   9.00 ñ Ripresa dei lavori

Ore 13.00 ñ Sospensione dei lavori

Ore 15.00 ñ Visita a Viareggio e Lucca

SABATO 26 APRILE

Ore  8.00 Partenza per Marina di Carrara

Ore  9.00 Relazioni sulle attivitý dei gruppi di lavoro

Ore 11.30 Presentazione e approvazione ìDocumento Finaleî

Ore 12.30 Interventi di saluto: Giulio Conti Sindaco di Carrara, Franco Gussoni, Presidente Provincia di Massa Carrara

Ore 13.00 Conclusione dei lavori

On. Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel Mondo,

Mariella Zoppi, Presidente del Consiglio dei Toscani allíEstero

Claudio Martini, Presidente Giunta Regionale Toscana

Ore 15.00 Visite a Massa e Carrara

 

MONTEROTONDO: LíISTITUTO F. SANTI APRE UNO SPORTELLO PER GLI IMMIGRATI PRESSO IL CENTRO PER I DIRITTI DEL CITTADINO

Il 4 aprile, Ë stato inaugurato a Monterotondo (Roma) una sede dellíIstituto Fernando Santi per líaiuto agli Immigrati. Allíinterno  del nuovo Centro per i Diritti del Cittadino, aperto insieme a Caaf CGIL ed a Federconsumatori, in via Nomentana 39, a Monterotondo Scalo, líIstituto Fernando Santi assisterý gli immigrati nella applicazione della legge 189/02 (legge Bossi- Fini), darý indirizzi e consigli utili su come e dove richiedere i documenti necessari per entrare e restare in Italia, per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale, per líautocertificazione, per acquisire il libretto di lavoro e su come accedere ai servizi anagrafici.

LíIstituto opererý anche con mediatori culturali per líinsieme delle problematiche riguardanti la famiglia dei migranti, líinserimento dei minori nella scuola, per il sostegno allíintegrazione della lingua e della cultura italiana con quella dei paesi di provenienza, attraverso corsi di apprendimento ed iniziative specifiche. In particolare gli immigrati potranno rivolgersi allíIstituto Fernando Santi per la gestione della legge sulla immigrazione, per i ricongiungimenti familiari, per líiscrizione alla Camera di commercio, per líassistenza legale,  medico-legale e del commercialista,  per frequentare corsi di lingua e cultura italiana.

Nel corso dellíinaugurazione dei locali, svoltasi nella forma dellíassemblea aperta di cittadini, Rino Giuliani, vicepresidente dellíIstituto ha ricordato come ìemigrazione ed immigrazione sono due volti di una stesa medagliaî e come ìdal 1860 al 1973 siano emigrati dal nostro paese 24 milioni di italiani. Per questo - ha proseguito Giuliani - conosciamo bene le difficoltý e spesso le sofferenze degli immigrati. La legge Bossi-Fini evidenzia molti tratti di incostituzionalitý, non si Ë raccordata con líelaborazione giuridica e con le  norme comunitarie.

CíË, nei fatti, una restrizione delle possibilitý díaccesso alla immigrazione regolare in quanto si creano ostacoli agli ingressi, si rende precaria la condizione dello straniero regolarmente soggiornante. Pesanti, inoltre, sono le restrizioni per i ricongiungimenti familiari, difficili gli ingressi per vie legali ed infine líesecuzione immediata dei provvedimenti amministrativi di espulsione crea pi˜ problemi di quelli che si vorrebbe eliminareî. Giuliani ha concluso ricordando che, al contrario, occorre facilitare líinclusione sociale e la convivenza civile, fine dellíIstituto Fernando Santi, ma anche compito delle amministrazioni locali e delle organizzazioni sociali.

Il sindaco di Monterotondo, Tonino Lupi, Ë intervenuto sottolineando il carattere democratico ed ospitale del comune, confermando líimpegno civile per servizi ai cittadini sempre pi˜ efficaci e líattenzione per i problemi degli immigrati.

Lo sportello sarý aperto il mercoledÏ ed il venerdÏ dalle ore 16,00 alle ore 19,00.  Per maggiori informazioni, si puÚ consultare il sito dellíIstituto Fernando Santi del Lazio, allíindirizzo www.istitutosanti.net, oppure scrivere allíemail:      monterotondo@istitutosanti.org o telefonare allo 06.4828335.

 

IMMIGRAZIONE: EMANATA LA CIRCOLARE PER IL SUBENTRO DI UN NUOVO DATORE DI LAVORO

ìUna vittoria del buon senso e dellíiniziativa di mobilitazione del sindacato e dei lavoratori immigratiî. CosÏ  Piero Soldini, responsabile dellíUfficio Immigrazione della Cgil nazionale, si Ë espresso riguardo alla circolare che ìfinalmenteî Ë stata emanata dal ministero del Welfare, che ìsulla falsariga dellíaccordo di Milano e di alcune altre prefetture, risolve il problema del subentro di un nuovo datore di lavoro nella regolarizzazione dei lavoratori immigratiî.

Per Soldini, superato questo primo scoglio, deve continuare la mobilitazione perchÈ ci sono ancora altri ìgravissimi problemi da risolvereî. ìInnanzitutto ñ spiega il sindacalista ñ non Ë ancora risolta la situazione di impedimento per i lavoratori immigrati in attesa di regolarizzazione ad uscire dallíItalia per recarsi nei loro paesi díorigine a visitare le loro famiglie. Una grave limitazione, questa, della libertý, particolarmente odiosa ed intollerabile considerando i tempi lunghissimi della regolarizzazione.

Secondo, il Governo, con in testa il ministro Maroni, dopo aver bloccato per 4 mesi la circolare, oggi finalmente sbloccata, continua a bloccare, cosa ancora pi˜ grave, i regolamenti previsti dalla Bossi-Fini, che faciliterebbero tutto líiter attuativo della legge. Sia per la regolarizzazione che per i flussi ordinari, sia per líasilo che per i ricongiungimenti familiari.

I regolamenti ñ conclude Soldini ñ avrebbero dovuto essere pronti entro febbraio ed invece non hanno ancora visto la luceî.

 

LETTERA ALLA PRESIDENTE DELLA RAI DI TRENTA PARLAMENTARI EUROPEI: ìPOCO ATTENTA LA RAI ALLíATTIVITAí DEL P.E.î

Trenta deputati europei hanno sottoscritto una lettera, proposta dallíeuroparlamentare diessino Gianni Pittella, nella quale chiedono al nuovo Presidente della RAI, dottoressa Lucia Annunziata, che la RAI dedichi maggiore attenzione allíattivitý del Parlamento Europeo e della deputazione italiana.

Ecco il testo della lettera con i sottoscrittori:

ìAllíattenzione della dott.ssa Lucia Annunziata, Presidente della RAI

 Bruxelles, 7 aprile 2003

Gentile Signora Presidente, il crescere progressivo del ruolo delle istituzioni europee, ed in particolare del Parlamento Europeo, non Ë stato accompagnato da uníadeguata attenzione da parte del mondo dellíinformazione italiano.

Anche la RAI, se si eccettua la pur preziosa finestra di ìGiorni díEuropaî, peraltro trasmessa in orari proibitivi, non ha sinora offerto una veicolazione efficace del lavoro parlamentare che, pure, ha espresso ed esprime, spesso proprio ad opera di deputati italiani, risultati e posizioni di tutto rilievo.

Líopinione pubblica Ë quindi pressochÈ priva di una fonte informativa utile, in alcuni casi, essenziale per seguire le dinamiche europee che incidono nella vita di tutti i cittadini con la legislazione comunitaria e la programmazione delle risorse.

Una maggiore attenzione, come quella ad esempio assicurata alla vita del Parlamento Italiano, sarebbe anche ai cittadini la possibilitý di un giudizio sereno e critico, ma consapevole, sul lavoro dei propri rappresentanti, comíË fondamentale che sia in democrazia.

Noi deputati europei ci sentiamo in dovere di chiedere un Suo intervento, anche in vista dellíavvicinarsi delle prossime elezioni europee, previste per il 2004, affinchÈ si inserisca, nella prossima programmazione televisiva, una specifica trasmissione che segua pi˜ da vicino le vicende del Parlamento Europeo.

Sappiamo di trovare in Lei un interlocutore attento e sensibile, e confidiamo, quindi, in un riscontro positivo.

Con viva cordialitý,

Gianni Pittella, Generoso Andria, Roberta Angelilli, Roberto Felice Bigliardo, Marco Cappato, Massimo Carraro, Luigi Cesaro, Luigi Cocilovo, Armando Cossutta, Gianfranco DellíAlba, Antonio Di Pietro, Carlo Fatuzzo, Nino Gemelli, Fiorella Ghilardotti, Renzo Imbeni, Vincenzo Lavarra, Mario Mantovani, Claudio Martelli, Francesco Musotto, Giorgio Napolitano, Mauro Nobilia, Guido Podestý, Giovanni Procacci, Guido Sacconi, Amalia Sartori, Luciana Sbarbati, Antonio Tajani, Franz Turchi, Maurizio Turco, Gianni Vattimoî.

 

ACCORDO BANCA POPOLARE DI SONDRIO E ENTE POSTALE BELGA ìLA POSTEî PER IL VERSAMENTO DELLE PENSIONI INPS IN BELGIO

Il 7 aprile Ë stato presentato al Consolato díItalia a Bruxelles líaccordo concluso tra la Banca Popolare di Sondrio e líente postale belga ìLa Posteî, per il versamento delle pensioni INPS ai lavoratori residenti in Belgio direttamente su conti correnti postali. Tale accordo sarý operativo nel corso del prossimo mese di maggio 2003. Il servizio andrý a beneficio di 17.695 italiani pensionati dellíINPS che vivono attualmente in Belgio.

La Banca Popolare di Sondrio, a seguito di partecipazione a specifica gara díappalto, Ë risultata assegnataria del servizio di pagamento delle pensioni INPS in tutti i Paesi europei che hanno adottato líeuro. La Banca Popolare di Sondrio, specialista in particolare nel pagamento di pensioni dallíestero in Italia dove ha una quota di mercato del 53%, ha nel comparto in parola una certificazione di Qualitý ISO 9002 ed Ë líistituto di credito che dal 1ƒ luglio 2002 paga le pensioni dellíOffice National des Pensions belga in Italia.

Relativamente alle pensioni INPS, per il Belgio la Banca Popolare di Sondrio ha scelto quale ente incaricato del pagamento, sia a mezzo assegno, sia a mezzo accredito conto corrente bancario o postale, ìLa Posteî che ha una grande esperienza nel settore e una rete di sportelli capillarmente diffusa su tutto il territorio.

Alla cerimonia organizzata dal Consolato erano presenti anche i responsabili dei Patronati italiani operanti in Belgio (ITAL-UIL, INCA, ACLI, ENASCO, EPASA, INAS-ADACI  e SIAS), nonchÈ rappresentanti degli organismi elettivi della collettivitý e di tutti gli uffici consolari italiani in questo paese.

 

ATENE: FESTA DEGLI ITALIANI ORGANIZZATA DAL COMITES

Il Comites Grecia ha organizzato sabato 5 aprile una Festa degli Italiani nei prestigiosi locali dellíAthens View, nella zona Galatzi. Pi˜ di duecento italiani erano presenti al classico appuntamento ateniese della Comunitý italiana di Atene. Mozzarelle di bufala alla caprese del Consorzio Francia di Sonnino (Latina), offerte dallíimprenditore Giuseppe Calderozzi, hanno fatto da sfondo mediterraneo ad altrettante pietanze e antipasti della cucina greca. Un dessert di gelato Ë stato offerto dal Consigliere del Comites di Rodi, sig. Cagigiorgio. Il complesso musicale dei ìClandestiniî diretto dal D.J. Stavros ha saputo coinvolgere musicalmente in balli tradizionali e moderni quasi tutti i commensali. Su richiesta di molti, poi, si Ë esibito alla chitarra Davide Latilla (figlio di Gino e Carla Boni), cantando magnificamente il noto motivo di Pino Daniele, ìIo soí pazzoî. Erano presenti: Rosa Di Bartolomeo Presidente del Comites, il segretario Angelo Saracini, rappresentanti della Dante Alighieri, della Scuola Italiana di Atene, rappresentanti dellíIstituto Italiano di Cultura e della confraternita di San Francesco di Atene.

 

MISSIONE UMANITARIA IN BOSNIA DEI BELLUNESI NEL MONDO

La Famiglia ex emigranti di Sovramonte, diretta dalla sig.ra Natalina Forlin, ha portato a compimento la sua generosa iniziativa di solidarietý a favore di un Centro per ragazzi disabili e un orfanotrofio di Mostar, in Bosnia, ai quali sono stati donati generi alimentari, vestiti, giocattoli, materiale di cancelleria e altro ancora. A ciÚ si sono aggiunti aiuti alla nuova ìFamiglia Belluneseî di Sarajevo, visitata, nellíoccasione, per la prima volta, dallíABM, con il presidente Bratti, il vicepresidente De Fanti e il cons. Sechi. La delegazione bellunese ha poi visitato la comunitý italiana di Tuzla, sempre in Bosnia, ove vivono 25 famiglie bellunesi, originarie dal Feltrino e dal Cadore, e dove si pensa di costituire uníaltra ìFamigliaî. Non sono mancati momenti di grande emozione negli incontri con i nostri emigranti o i loro discendenti, in un territorio sino ad oggi cosÏ appartato, ma soprattutto ci si Ë resi conto delle grandi difficoltý in cui vivono quelle popolazioni a seguito di una guerra che ha lasciato delle ferite difficilmente rimarginabili in tempi brevi.

 

PARLAMENTO EUROPEO: VIA LIBERA ALLíALLARGAMENTO

Il PE ha approvato con una larghissima maggioranza i rapporti relativi ai 10 paesi candidati allíadesione allíUnione Europea.

Secondo líeurodeputato diessino Gianni Pittella, si tratta di una risposta forte e determinata agli ostacoli, alcuni obiettivi, altri strumentalmente frapposti, che il processo di allargamento ha incontrato in questi ultimi mesi.

Prevale, a giudizio di Pittella, la ferma volontý politica di rispettare i tempi, e di condurre in porto la pi˜ grande vittoria dellíEuropa: ampliare i suoi confini, rafforzare il suo ruolo politico, creare il pi˜ grande mercato interno del mondo.

Il voto del Parlamento Europeo Ë tanto pi˜ significativo perchÈ avviene nonostante il grave vulnus subito ad opera del Consiglio. Questíultimo ha, infatti, proceduto unilateralmente alla revisione delle prospettive finanziarie per líUnione allargata senza la prescritta partecipazione del Parlamento Europeo, fissando i relativi importi sulla base di quanto deciso dai Capi di Governo, al Consiglio di Copenaghen, nel dicembre 2002.

Avremmo potuto alzare una sacrosanta barricata, avremmo potuto rompere líaccordo istituzionale e costringere il Consiglio in un angolo. Se non líabbiamo fatto Ë perchÈ con ciÚ avremmo dato fiato ai nemici dellíallargamento.

Non significa, continua Pittella, che la questione del rispetto delle prerogative del Parlamento sul bilancio e sulle prospettive finanziarie sia stata messa in un cassetto.

Ora vada avanti líallargamento. Ma la questione dovrý essere ripresa ed affrontata con rigore, nel futuro, anche per garantire ai nuovi Stati membri la titolaritý a codecidere attraverso i loro europarlamentari le scelte finanziarie ed il bilancio dellíUnione.

(Gianni Pittella, europarlamentare DS/PSE)

 

MONACO DI BAVIERA: UNA RASSEGNA DELLíIIC DEDICATA A ANTONIO GRAMSCI

MercoledÏ 9 aprile ha avuto inizio la rassegna che líIstituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, in collaborazione con la Offene Akademie della Műnchne Volkshochschule dedicata ad Antonio Gramsci, un precursore della nostra societý civile.

La rassegna ha preso líavvio al Black Box del Gasteig con la proiezione in lingua italiana del film di Giorgio Baratta ìNew York e il mistero di Napoli. Viaggio nel mondo di Gramsci raccontato da Dario Foî. Ha fatto seguito una tavola rotonda cui hanno partecipato lo stesso prof. Baratta ñ che ha dedicato a Gramsci numerosi saggi e la cura di diversi volumi, oltre a iniziative culturali, lavori audiovisivi e teatrali -, il prof. Wolfang Fritz Haug, coeditore dei ìQuaderni del carcereî e la prof.ssa Ursula Apitzsch, curatrice dello scambio epistolare ìGramsci/Tania Schuchtî.

GiovedÏ 10 aprile, alle ore 19.00, allíIstituto Italiano di Cultura cíË stata la rappresentazione ìDialogo fra Gramsci e la sua ombra . Idea scenica in nove quadri di Giorgio Baratta, liberamente tratto dallo scambio epistolare fra Antonio Gramsci e Tania Schucht, che ha visto in scena gli attori Rahel Comtesse e Armin Berger, con líaccompagnamento musicale di Corrado Conforti.

Líattualitý del pensiero di Antonio Gramsci (1891-1937) Ë da ricercarsi nella sua sfaccettata analisi e domande capitali per lo sviluppo ella societý: ìQual Ë líessenza della societý?î, In forza di quale tipo di consenso essa rimane in vita?î, ìCome diventano dominanti determinate concezioni del mondo e della societý?î. Da poco tempo anche in Germania Ë disponibile la traduzione integrale dellíopera teorica pi˜ importante di Gramsci: ìI Quaderni del carcereî

 

CUBA: CON LA REPRESSIONE NON SI COSTRUISCE IL FUTURO

di Marina Sereni * e Pietro Marcenaro **

In questi giorni, a Cuba, continuano gli arresti e le incarcerazioni. Sono ormai quasi un centinaio i giornalisti indipendenti, gli attivisti dei diritti umani, gli esponenti della dissidenza democratica e non violenta ñ sia aderenti al Progetto Varela che ad altre correnti politiche -, ad essere stati rinchiusi nelle carceri cubane, senza uno straccio di accusa a carico e senza nessuna garanzia di poter essere difesi da avvocati minimamente indipendenti dal potere.

Eí una delle pi˜ grandi retate contro gli oppressori messe in atto dal regime negli ultimi anni. Non pare casuale la coincidenza con lo scoppio della guerra in Irak: reprimere massicciamente quando líattenzione della opinione pubblica internazionale Ë rivolta da uníaltra parte Ë un atteggiamento classico e per nulla inedito dei regimi autoritari.

Dichiarazioni dei massimi esponenti del governo cubano suggeriscono, quale pretesto per questa massiccia repressione, le iniziative dei dirigenti dellíìUfficio díinteressi USAî nellíisola, e le dure condanne inflitte dai tribunali statunitensi a cinque diplomatici cubani. Se anche cosÏ fosse, sarebbe quantomeno discutibile una ritorsione che, anzichÈ dirigersi verso i rappresentanti statunitensi a Cuba, si abbatte vigliaccamente su decine e decine di propri concittadini, la cui unica colpa Ë quella di avere opinioni diverse da quelle ufficiali del governo. Eí un atteggiamento ipocrita, totalmente in linea con quello che portÚ, alcuni anni fa, allíarresto e alla lunga detenzione (cinque anni) dellíesponente socialdemocratico Vladimiro Roca, reo di avere opinioni contrarie al partito unico.

Eí lampante la contraddizione tra quanto sta concretamente accadendo, con líirruzione della polizia politica in decine di case cubane per catturare persone accusate di reati díopinione, e le dichiarazioni falsamente concilianti del Ministro degli esteri cubano che a Ginevra, alla Commissione per i Diritti Umani dellíONU, ha paventato il ìpericolo che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani rimanga lettera morta, a 55 anni dalla sua proclamazione (sic!), ed ha sottolineato ìla necessitý di prestare la stessa attenzione, tanto alla difesa dei diritti civili e politici, quanto alla promozione dei diritti economici, sociali e culturaliî. La dissonanza tra le parole altisonanti e la cruda realtý della repressione Ë evidente, ed anche offensiva dellíintelligenza degli interlocutori.

I Democratici di Sinistra italiani hanno giý fermamente e pubblicamente condannato, nei giorni scorsi, le misure repressive messe in atto dal governo cubano. Vogliamo ora rimarcare che il nostro atteggiamento non Ë dettato da alcuna prevenzione. Abbiamo sempre guardato con attenzione e senza pregiudizi al processo storico cubano. Ci siamo sempre schierati a favore di una piena ed effettiva democratizzazione di Cuba e, parallelamente, non abbiamo smesso di condannare tutte le politiche di embargo economico poste in essere dagli USA nei confronti dellíisola. In effetti pensiamo che, come ci ha pi˜ volte detto líoppositore socialista Manuel Cuesta Mor˜a, devono finire ìi due embarghiî: quello economico, degli Stati Uniti contro Cuba, e quello democratico, del regime autoritario contro il popolo cubano.

Proseguiamo tenacemente a chiedere che finalmente si receda dalle misure amministrative e oltraggiose dei diritti umani e civili e si avvii un dialogo politico dentro Cuba, finalizzato alla democratizzazione. Questo dialogo, sempre pi˜ urgente, Ë da troppi anni rinviato.

Con questo spirito, da molti anni, abbiamo deciso di proseguire il confronto, spesso duro e difficile, con le autoritý cubane e, allo stesso tempo, di stringere i legami con numerose forze ed esponenti della opposizione democratica e di sinistra dellíisola.

Inviamo un saluto solidale alle decine di persone arbitrariamente incarcerate ed ai loro familiari. Ci rivolgiamo anche alle autoritý cubane, esprimendo la nostra condanna per quanto sta avvenendo e la ferma richiesta che coloro che sono stati ingiustamente arrestati a causa delle proprie idee, vengano al pi˜ presto rimessi in libertý.

* Marina Sereni, della Commissione esteri della Camera, Ë responsabile della politica estera della Segreteria nazionale dei DS.

** Pietro Marcenaro, Segretario regionale dei DS piemontesi e componente della Direzione nazionale, ha partecipato nel gennaio scorso, a líAvana ñ a nome dei DS ñ al primo Congresso della Corrente Socialista Democratica Cubana.

 

FASSINO: LE CONDANNE DI CUBA  SONO ìINAMMISSIBILI E INGIUSTIFICABILIî

ìInammissibili e ingiustificabiliî. CosÏ il Segretario dei DS Piero Fassino ha definito le durissime condanne inflitte dai Tribunali cubani a decine e decine di giornalisti indipendenti, intellettuali, persone impegnate a difesa dei diritti umani.

ìSono stati dei processi-farsa, dei giudizi assolutamente sommari ñ continua Piero Fassino ñ e senza le minime garanzie legali che hanno colpito persone la cui unica colpa Ë di avere opinioni diverse da quelle del regime. Eí una gravissima ondata repressiva che, come in un copione ben studiato, approfitta di queste drammatiche giornate in cui líattenzione dellíopinione pubblica mondiale Ë concentrata sulla guerra in Iraq, per incarcerare un numero impressionante di personeî.

ìCondanniamo con forza queste misure repressive che, a colpi di sentenze di condanna a 15, 20, 27 anni di carcere, tentano di mettere a tacere persone che, in forme assolutamente pacifiche e non violente, esprimono il proprio dissenso e la propria legittima opposizione al regime cubano. Ci stringiamo attorno alle tante persone ingiustamente condannate ed alle loro famiglie, con tutta la nostra solidarietýî.

ìFacciamo appello ñ ha concluso Fassino ñ alle autoritý di Cuba affinchÈ recedano immediatamente da questo atteggiamento che non solo Ë inammissibile, ma le isola anche da quella opinione pubblica che ha sempre guardato con simpatia alla vicenda cubanaî.

 

FRANCOFORTE ñ FORMAZIONE PROFESSIONALE: MOTIVAZIONI ALLíAPPRENDIMENTO PER GIOVANI MIGRANTI

ìErh–hung der Ausbildungsbereitschaft bei jugendilichen Migrantinnen und Migranten in der Region Rhein-Mainî Ë questo il nome del progetto iniziato dal CGIL-BILDUNGSWERK e. V. sei mesi fa e che mira ad aumentare la disponibilitý alla formazione professionale dei giovani di origine straniera nella regione Rhein-Main.

Allíorigine dellíiniziativa   ci sono cifre preoccupanti: nel 2001 pi˜ di 3500 giovani della regione risultavano disoccupati. Ufficialmente il 40% per cento con passaporto straniero, ma secondo i funzionari addetti, la percentuale dei giovani disoccupati con un background di immigrazione raggiunge in realtý il 60-70 per cento.

ìI gruppi pi˜ colpiti sono quelli dei turchi, degli italiani e dei marocchini. Bisognava fare qualcosa e cosÏ Ë nato il nostro progetto. Il CGIL-BILDUNGSWERK e. V. punta su manifestazioni bilingui di informazione e sensibilizzazione, e funge da ponte fra i giovani, i loro genitori, le scuole, gli uffici pubblici e le imprese"î dice Franco Marincola, presidente dell'Ente di formazione. "In questo modo i giovani si rendono conto di quali conoscenze siano indispensabili per una fruttuosa ricerca di un posto di formazione professionale, inoltre scoprono altri settori professionali nei quali il bilinguismo apre nuove prospettive di trovare un posto di formazioneî.

Il progetto interessa le cittý di Francoforte sul Meno e Offenbach, e i distretti di Offenbach e del Main-Taunus. Si tratta di uno dei 7 progetti del programma europeo EQUAL nel quadro della cooperazione per lo sviluppo MARE ñ Migration und Arbeit Rhein-Main (Emigrazione e Lavoro Rhein-Main).

ìI risultati di questo primo semestre ci dicono che siamo sulla giusta viaî dice Elisabetta Fortunato, del gruppo di direzione del progetto. ìCirca 190 giovani, i loro genitori e rappresentanti dellíemigrazione hanno preso parte alle nostre manifestazioni bilingui. Temi fondamentali erano: informazioni sul sistema della formazione professionale e la presentazione di istituzioni e impreseî.

Inoltre ottanta insegnanti provenienti da dieci scuole con alta presenza di scolari di origine straniera sono interessati attivamente al progetto e sono disponibili a partecipare allíorganizzazione di manifestazioni per gli studenti.

ìIl punto di forza del progetto Ë la cooperazione con la realtý localeî sottolinea Vicky Pompizzi, membro della direzione del progetto. ìInsieme a 20 uffici pubblici, camere di commercio, sindacati, rappresentanze degli immigrati stranieri, enti privati di formazione e imprese si sono discusse e fissate possibilitý di cooperazione per líintera durata del progetto, fino al 2005î.

Per il 2003 Ë prevista una campagna con manifesti che recano il messaggio ìAusbildung lohnt sich ñ auch f¸r Dich!î (Formazione: ne vale la pena ñ anche per te!). Verranno interessati centri giovanili, scuole e rappresentanze degli emigrati. Inoltre sono in preparazione spot-audio e materiali informativi in diverse lingue.

Particolarmente originale Ë poi líidea di vestire alcune squadre giovanili internazionali di calcio con una divisa recante la scritta ìAusbildung Macht fitî (la formazione fa bene) per la seconda metý della stagione.

Per i giovani con un background di emigrazione, la formazione Ë forse ancora pi˜ importante che per altri loro coetanei: per loro una qualifica professionale significa un primo passo per avere successo nella vita, in una societý che non sempre percepisce i loro bisogni. Il progetto del CGIL-BILDUNGSWERK e. V. Ë uníalternativa  reale per raggiungere questo scopo. (Maurizio Libbi, Corriere díItalia)

 

CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE SULLíEMIGRAZIONE INDETTO DALLA ASSOCIAZIONE MANTOVANI NEL MONFDO

Il Premio Enea, 1ƒ Concorso Letterario Internazionale sullíEmigrazione nasce per conservare e stimolare la memoria dellíEmigrazione Lombarda e Italiana, nonchÈ per dare visibilitý alle storie dei protagonisti di tale fenomeno. Il Premio sarý ospitato, come manifestazione collaterale di alta rilevanza, nel contesto del prossimo ìFestivaletteraturaî che si svolgerý a Mantova dal 3 al 7 settembre 2003.La motivazione del premio Ë dettata dalla consapevolezza degli organizzatori dellíesistenza di una miniera, spesso celata, di accadimenti, tradizioni e costumi, pieno patrimonio dei nostri emigranti allíestero. Un concorso letterario Ë quindi in primo luogo finalizzato a far riemergere questa memoria, permettendo di fare luce su aspetti culturali propri della nostra tradizione che oggi si stanno perdendo nelle stesse terre di origine. Infine Ë da sottolineare líutilitý dellíarchiviazione di queste opere a futura memoria.

 

DOCUMENTAZIONE

 

Consiglio Generale degli Italiani allíEstero - Assemblea Plenaria (Roma, 8-10 aprile 2003)

APPELLO

Il Consiglio Generale degli Italiani allíEstero, riunito a Roma dal 7 allí11 aprile 2003, a nome delle comunitý che rappresenta riafferma ñ cosÏ come ha ripetuto pi˜ volte il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi - i valori fondamentali della pace contenuti nella Costituzione italiana, che ´ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertý degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionaliª. La tragedia dellí11 settembre e il timore che si possa ripetere in America o in altre parti del mondo hanno unito la comunitý internazionale contro il terrorismo, ovunque annidato, per estirparne le cause prima che possa provocare nuovi disastri e per favorire la costruzione della democrazia attraverso la giustizia e la partecipazione. La guerra contro il regime tirannico e sanguinario di Saddam Hussein, non sancita dallíONU e dalla prassi della comunitý internazionale, rischia di produrre effetti drammatici e destabilizzanti fra civiltý e culture diverse.

Per questa ragione il CGIE chiede la cessazione della guerra che ha richiesto prezzi umani elevatissimi che colpiscono le nostre coscienze di donne e di uomini ancor prima che di rappresentanti delle comunitý italiane allíestero. Non si tratta soltanto di indignazione morale, ma del rifiuto che viene dalla cultura della difesa suprema della fraternitý e del dialogo fra gli uomini, che ha radici profonde in ogni popolo.

Il sacrificio di tante vite richiede che la comunitý internazionale si faccia carico delle emergenze umanitarie, superando qualunque ostacolo alla distribuzione di cibo ed acqua, alla cura dei feriti, alla fornitura di medicinali, alla libertý di movimento e al ricongiungimento delle famiglie, ed a tutti gli altri interventi, richiesti da Agenzie come la Croce Rossa  e la Mezzaluna Rossa e le ONG, per portare un efficace aiuto alle popolazioni colpite, sotto líegida e con il coordinamento delle Nazioni Unite. Le funzioni dellíONU come regolatore delle relazioni internazionali ed il suo prestigio di organismo voluto e costituito per proteggere le condizioni favorevoli alla pace in tutto il mondo devono essere pienamente reintegrate, attribuendo ad essa il compito di garantire un sereno processo di autodeterminazione del popolo iracheno e delle etnie in esso rappresentate, nonchÈ la ricostruzione fisica dellíIraq, che sono le premesse della stabilizzazione di tutta líarea medio-orientale, senza trascurare la soluzione dellíannosa questione israelo-palestinese, attraverso il reciproco riconoscimento di due stati autonomi e sovrani.

In questa terribile vicenda, insieme alle conseguenze drammatiche giý denunciate, vi Ë quella della divisione allíinterno dellíEuropa, che si appresta a votare la sua nuova Carta costituzionale, mentre deve ancora definire le proprie posizioni in materia di politica estera e di difesa, anche al fine di prevenire operazioni strumentali alla vigilia dellíallargamento dellíUnione. LíEuropa deve infatti assumere in pieno la responsabilitý ed il ruolo di interlocutore forte e di credibile contrappeso nella comunitý internazionale, pur nel mantenimento del partenariato transatlantico allíinterno della NATO.

Il CGIE, che ha al suo interno le rappresentanze di molte nazioni, forme di governo e culture, presenti nei cinque continenti, piange tutte le vittime, compresi i discendenti degli italiani caduti al fronte e sente il dovere di unire il proprio appello alle  pi˜ autorevoli voci, prima fra le quali quella del Papa, che hanno ammonito il mondo a non trasformare questo conflitto in una guerra di religioni, razze e civiltý.

Il CGIE chiede quindi che líimpegno dei popoli e delle istituzioni sia messo al servizio della pace, per eliminare le ingiustizie, la povertý, le oppressioni, la proliferazione delle armi e della violenza.

APPROVATO A MAGGIORANZA, 8 ASTENUTI

 

CGIE ñ ASSEMBLEAPLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n. 1

Questioni dell'informazione concernente gli Italiani all'estero

La Prima Commissione Informazione e Comunicazione del CGIE

ritiene necessario che la ristrutturazione degli interventi finanziari nel settore informazione si richiami allíesigenza del reale potenziamento delle strutture giý esistenti sul campo e che lavorano da anni nel settore dellíinformazione italiana allíestero, dando dimostrazione di realizzare un buon servizio anche in presenza di finanziamenti limitati;

ritiene che debba in ogni caso prevedere rapporti con strutture che operano nel settore da diversi anni ed abbiano quindi fornito garanzie in concreto, sulla capacitý di realizzare un servizio adeguato;

ritiene che nelle sedi competenti si debba, comunque, prevedere uníintegrazione del capitolo di bilancio da cui líUfficio II della DGIEePM finanzia líinformazione;

prende atto che il problema di informazione di ritorno, per quanto riguarda la parte televisiva, Ë stato affrontato nella convenzione stipulata tra il MIM e la RAI che rimane il problema dellíinformazione su carta stampata, in particolare a livello regionale, la cui soluzione richiede un ulteriore riflessione e líesistenza di strutture e contatti operativi in Italia;

prende atto con interesse dei contenuti di un progetto di fattibilitý nel settore di comunicazione tecnologica illustrata durante i lavori della Commissione.

Esprime apprezzamento per i  progetti presentati da varie testate giý esistenti, sottoposti allíattenzione della Commissione, che si pongono líobiettivo strategico dellíinformazione di ritorno ritenendo tuttavia che tali progetti necessitino la partecipazione di altri soggetti, in primo luogo le strutture informative in Italia.

La Commissione, infine, ritiene che essendosi costituita la Publifusie S.r.l., struttura specificamente rivolta alla raccolta ed alla distribuzione della pubblicitý per le testate italiane allíestero, sia auspicabile che, díora in poi, il flusso pubblicitario istituzionale verso tali testate passi attraverso tale Societý che, facendo capo alla FUSIE, offre le pi˜ ampie garanzie di trasparenza, pluralismo e democraticitý.

APPROVATO ALL'UNANIMIT¿ DALLíASSEMBLEA PLENARIA DEL CGIE

Roma, 10 aprile 2003

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA ñ ORDINE DEL GIORNO N. 2

SENTENZA DI MORTE PER LAPIDAZIONE CONTRO AMINA

Le donne e gli uomini del Consiglio Generale degli Italiani allíEstero (v. elenco accluso)*, riuniti in Assemblea Plenaria (Roma, 8-10 aprile 2003),

essendo a conoscenza  della sentenza di morte per lapidazione ratificata dal Tribunale Supremo della Nigeria contro AMINA,

ribadiscono con forza la propria ferma condanna di ogni forma di discriminazione e di lesione dei diritti umani,

aderiscono alla raccolta di firme promossa da Amnesty International per salvare la vita di AMINA.

*) Da inviare a www.amnistiapornigeria

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA ñ ORDINE DEL GIORNO N. 3

Coinvolgimento del CGIE nelle iniziative del Governo riguardanti la diffusione della lingua e cultura italiane

Il CGIE, riunito in Assemblea Plenaria a Roma (8-10 aprile 2003),

preso atto della recente realizzazione della Conferenza degli Scienziati di origine italiana nel mondo e della Conferenza dei Direttori degli Istituti Italiani di Cultura,

esprime le proprie rimostranze per non essere stato adeguatamente coinvolto nella pianificazione e nello svolgimento dei due eventi, benchÈ questi riguardassero materie di competenza del Consiglio,

chiede di prendere attivamente parte alla preparazione e alla realizzazione dei prossimi eventi concernenti le collettivitý italiane allíestero preannunciati dal Governo (e ad iniziative analoghe successive).

Il CGIE esprime la propria preoccupazione che il mancato coinvolgimento del CGIE sia la manifestazione di una impostazione politica generale che ñ sullo sfondo della progressiva assimilazione delle attivitý di promozione culturale alle attivitý di promozione economica ñ tende a marginalizzare il ruolo degli italiani nel mondo sia in quanto fruitori sia in quanto moltiplicatori di cultura italiana allíestero.

Il CGIE, essendo a conoscenza dellíavanzato stato di elaborazione di disegni di legge di iniziativa governativa per la riforma delle leggi 153/71 e 401/90,

chiede di acquisire immediatamente tutta la documentazione relativa agli orientamenti seguiti e alle proposte elaborate in tal senso, per potersi esprimere in materia, 

chiede che i progetti di legge in questione recepiscano gli  indirizzi forniti dal CGIE per gli interventi scolastici e culturali allíestero e, segnatamente, quella concezione forte e autonoma della cultura pi˜ volte ribadita dallíAssemblea Plenaria del CGIE e dalla recente Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE.

Il CGIE ribadisce líurgenza della riforma delle leggi 153/71 e 401/90, da collocare in un quadro programmatico che sia organicamente unitario, pur nel rispetto della specificitý e della distinzione dei due campi díintervento legislativo.

Chiede di essere messo nella condizione di concorrere con indicazioni proprie allíelaborazione definitiva di tali riforme nel corso dellíattuale legislatura del CGIE.

APPROVATO A MAGGIORANZA

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA ñ ORDINE DEL GIORNO N. 4

Circolare n. 28 del 23 dicembre 2002 del Ministero dell'Interno  sulla cittadinanza italiana

Con Circolare n. 28 del 23 dicembre 2002, il Ministero dellíInterno ha fornito chiarimenti in merito allíiscrizione nei registri anagrafici dei discendenti di cittadini italiani per nascita, in possesso di  permesso di soggiorno, indipendentemente dalla durata dello stesso e del titolo per il quale Ë stato concesso. Quindi, contrariamente a quanto avveniva fino ad un recente passato, il cittadino straniero di origine italiana  puÚ ottenere la residenza in un comune italiano anche producendo il permesso di soggiorno turistico e la documentazione, tradotta e legalizzata, comprovante le origini italiane iure sanguinis.

Una volta ottenuta in questo modo líiscrizione anagrafica, il connazionale puÚ avviare la procedura per il riconoscimento della cittadinanza e, quindi, chiedere la trasformazione del permesso di soggiorno turistico in quello con la motivazione ìin attesa del riconoscimento della cittadinanza italianaî.

La nuova disposizione, che ha fatto seguito anche a precise richieste della Commissione Continentale America Latina del C.G.I.E., nonchÈ di alcune Regioni e Province autonome, Ë stata accolta con grande soddisfazione da tanti connazionali in Argentina, ma anche in Uruguay ed in altri Paesi del Sudamerica che vivono momenti di grave difficoltý. Inoltre la disposizione consegue líevidente risultato di diminuire il carico di lavoro delle nostre Rappresentanze allíestero, diluendo potenzialmente le richieste e le procedure di  riconoscimento della cittadinanza anche su tutti i Comuni della Repubblica.

Purtroppo, tuttavia, si Ë recentemente verificato che il permesso di soggiorno  con la motivazione ìin attesa del riconoscimento della cittadinanzaî non consente líavviamento al lavoro.

In pratica si verifica la circostanza che, mentre si offre al connazionale líopportunitý di avviare in Italia la procedura per il riconoscimento della cittadinanza, dallíaltro, di fatto, non gli si consente la concreta possibilitý di stabilirsi in Italia, in quanto egli non potrebbe qui lavorare, almeno fino alla conclusione della pratica di riconoscimento.

Alcuni connazionali giý si trovano in Italia in queste condizioni e giý con la concreta possibilitý di un lavoro, che tuttavia non possono assumere, con grave danno loro e degli stessi datori di lavoro.

Tale situazione richiede pertanto da parte delle Autoritý competenti un intervento immediato al fine di risolvere líevidente assurditý, che contraddice anche  líimpegno a sostegno dei connazionali che in Sudamerica vivono momenti veramente difficili.

Il presente Ordine del Giorno Ë presentato con líadesione anche dei rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

 

CGIE - ASSEMBLEA PLENARIA ñ ORDINE DEL GIORNO N. 5

Referendum

Il 15 giugno 2003 si voterý per due referendum: líabrogazione delle servit˜ coattive da elettrodotto e líabrogazione dellíart. 18 della Legge n. 300 del 1970.

Il CGIE rileva che per la prima volta si potrý votare allíestero rispedendo la busta giý preaffrancata ai rispettivi consolati. Il voto assume un carattere straordinario anche per gli impegni elettorali ulteriori, soprattutto il voto alle prossime elezioni politiche.

Il CGIE, consapevole dei limiti della consultazione elettorale per gli aspetti specifici che incontra e per le modalitý stesse della votazione, invita tutti i connazionali ad impegnarsi per una grande mobilitazione affinchË la partecipazione al voto sia la pi˜ alta possibile.

I Consiglieri del CGIE si impegnano, con il sostegno del Ministero degli Esteri e del Ministro degli Italiani nel Mondo, a svolgere iniziative di sensibilizzazione in tutte le circoscrizioni elettorali, di concerto con i Comites e coinvolgendo anzitutto le Associazioni ed i Patronati. Per svolgere una estesa campagna informativa Ë necessario líuso dei ìmediaî nazionali e locali e di strumenti efficaci per spiegare i contenuti dei referendum e líinteresse dellíemigrazione per il voto.

APPROVATO ALLíUNANIMITAí

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n. 6

Scuola italiana Antonio Raimondi di Lima

Dopo essere stati informati che:

La collettivitý italiana del Per˜ edificÚ allíinizio del secolo scorso la Scuola Italiana Antonio Raimondi dove si sono formate oltre quattro generazioni di italiani e discendenti;

che negli anni í70, governando il Per˜ un gruppo di Generali, le scuole straniere minacciate dallíesproprio dovettero prendere dei provvedimenti;

che i dirigenti della collettivitý italiana di allora decisero di fare un accordo con líAmbasciata italiana per il quale il locale della Scuola Raimondi passasse in proprietý al governo italiano finchÈ le condizioni politiche del Per˜ non si fossero normalizzate;

che nel 1980, con líarrivo della democrazia, la collettivitý - attraverso líAssociazione educativa Antonio Raimondi, erede della Societý Domus Italica, antica proprietaria della Scuola - iniziÚ uníinterminabile e penosa battaglia con le diverse istituzioni governative italiane coinvolte ricevendo solo risposte negative;

che la proprietý non era stata ancora iscritta nel Demanio dello Stato italiano, motivo per il quale non risultava facile la restituzione;

che finalmente nel 2000 il Consiglio di Stato si pronunciÚ in senso che prima si sarebbe dovuto iscrivere la proprietý nel Demanio, dopo di chË si sarebbe studiata la restituzione, non dimenticando perÚ di garantire allíIstituto Italiano di Cultura una sede idonea per continuare ad operare a Lima;

che con líAmbasciata di Lima, dopo diverse riunioni, si concordÚ che líAssociazione educativa Antonio Raimondi iniziasse un processo legale di usucapione, dato che durante tutti gli anni trascorsi in questa situazione tutte le spese di manutenzione dellíimmobile furono affrontate dallíAssociazione stessa;

che quando le Autoritý peruviane, accolta líusucapione, dettero avviso allíAmbasciata italiana questa si oppose ricattando la collettivitý nel senso che solo avrebbe accettato líusucapione quando la collettivitý in cambio avesse donato un locale idoneo come sede dellíIstituto italiano di Cultura;

il C.G.I.E., accogliendo la richiesta del Consigliere del Per˜ - con líappoggio della IIIƒ Commissione Tematica Diritti Civili, Politici e Partecipazione - chiede al Ministero degli Affari Esteri e al Ministero per gli Italiani nel Mondo che si adoperino per far pressione su chi di competenza affinchÈ si permetta alla collettivitý italiana del Per˜ di recuperare la proprietý della Scuola italiana Antonio Raimondi di Lima, frutto solo del suo sforzo, cancellando il vergognoso fatto che il Governo italiano, chiamato a difendere la proprietý da un esproprio, si fosse costituito invece di fatto nellíespropriatore.

APPROVATO, CON UNA ASTENSIONE

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n. 7

Riforma dei Comites

LíAssemblea Plenaria del CGIE, riunitasi a Roma dallí8 al 10 aprile 2003,

premesso che dal testo del disegno di legge sulla riforma dei Comites approvata dal Consiglio dei Ministri, risulta essere stato modificata in termini sostanziali la proposta giý predisposta ed approvata dal C.G.I.E.;

considerato che per il C.G.I.E. le elezioni per il rinnovo dei Comites dovranno improrogabilmente essere svolte entro il 31 Dicembre 2003 con la nuova legge.

chiede al Ministro per gli Italiani nel Mondo, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, ai Presidenti dei Comitati parlamentari per gli italiani allíestero, ai Capi Gruppo di Camera e Senato di presentare e sostenere nelle competenti Commissioni Parlamentari gli opportuni emendamenti per recuperare nella legge di riforma dei Comites i contenuti del testo giý approvato dal C.G.I.E.

APPROVATO A MAGGIORANZA,  CON 3 VOTI CONTRARI E 1 ASTENSIONE

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n. 8

Piano informativo sul voto all'estero

Il Consiglio Generale degli Italiani allíEstero

APPRESI

con preoccupazione i risultati delle operazioni di aggiornamentoñadeguamento dei dati relativi allíelenco unico degli Italiani allíestero;

CONSIDERATO

che la limitata restituzione dei documenti possa segnalare una condizione di disattenzione e forse di disaffezione rispetto alla possibilitý di esercitare in loco il voto politico, dovuta alla mancanza di adeguata informazione e allíobbiettiva difficoltý di costruire una rete di rapporti pi˜ continui con i milioni di titolari del diritto di voto;

RILEVATE

líopportunitý e líurgenza di compiere uno sforzo di comunicazione straordinario per elevare il livello di conoscenza e di motivazione degli aventi diritto al voto;

CHIEDE

al Governo di predisporre un piano informativo e di contatto, sostenuto da risorse adeguate e straordinarie, rivolto alle Comunitý allíestero, nel quale, oltre allíutilizzazione degli strumenti di comunicazione in lingua locale, vi sia il pieno coinvolgimento della stampa di comunitý e dei soggetti associativi, sindacali e di patronato che quotidianamente operano a contatto con gli italiani allíestero.

APPROVATO A MAGGIORANZA,  2 ASTENUTI

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n. 9

Sospensione della procedura di attribuzione di fondi residui del Ministero del Lavoro a Enti gestori di Germania, Francia, Gran Bretagna per iniziative di FP

Il CGIE, riunito in Assemblea Plenaria (Roma, 8-10 aprile 2003),

rilevato che, a pi˜ di due anni dalla  sospensione della procedura di attribuzione di fondi residui gestiti dal Ministero del Lavoro per attivitý di formazione professionale per italiani allíestero, tali fondi risultano ancora giacenti presso il Ministero competente;

preso atto che tali fondi erano stati destinati ad attivitý per connazionali residenti in Paesi europei contraddistinti da situazioni di particolare svantaggio nel campo della qualificazione, dellíoccupazione o dellíintegrazione sociale;

preso atto inoltre che il Comitato di valutazione, istituito dal Ministero del Lavoro, ha esaminato i progetti presentati di formazione professionale operanti in Germania, Francia Gran Bretagna, istituendo una conseguente graduatoria;

rilevato il persistere e ñ in taluni casi ñ líaggravarsi delle emergenze che avevano originariamente fornito il contesto giustificativo degli orientamenti delineatesi nellíindividuazione degli obiettivi da perseguite con líerogazione dei fondi;

chiede  di essere informato su quali siano gli ultimi sviluppi dei suddetti progetti.

APPROVATO CON 30 VOTI FAVOREVOLI, 9 CONTRARI E 4 ASTENUTI

 

CGIE ñ ASSEMBLEA PLENARIA - ORDINE DEL GIORNO n.10

Solidarietý a giornaliste RAI in Iraq e per i giornalisti caduti in zona di guerra

Líassemblea  Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani allíEstero (C.G.I.E.), riunita nei giorni 8/10 aprile 2003,

conosciuti e valutati

i contenuti di una interrogazione che costituiscono e rappresentano infamanti e calunniose insinuazioni nei confronti di due giornaliste nominativamente indicate e, altresÏ, forme di intimidazione di tutti gli operatori dellíinformazione;

condanna

qualsiasi iniziativa ñ ancorchÈ assunta a titolo personale ñ che rappresenti e costituisca una intollerabile e illiberale limitazione della totale libertý di espressione e della piena autonomia di tutti gli operatori dellíinformazione;

esprime

incondizionata solidarietý alle inviate della RAI in Iraq, Gruber e Botteri, ed agli altri colleghi giornalisti che hanno svolto e svolgono ñ in gravi condizioni di difficoltý ed a rischio della loro vita ñ il proprio lavoro di informazione con indubbia professionalitý;

partecipa

al dolore che ha tragicamente colpito le famiglie di colleghi giornalisti caduti nellíadempimento del loro lavoro in zona di guerra.

APPROVATO A MAGGIORANZA, CON 2 VOTI CONTRARI E UN'ASTENSIONE