CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI

RILANCIAMO LA LOTTA PER I DIRITTI

 

Il Comitato Immigrati in Italia – una rete di associazioni, collettivi e singoli attivisti immigrati che si sta costruendo in tutto il paese – intende richiamare l’attenzione di tutti sulle drammatiche conseguenze dell’applicazione della legge “Bossi-Fini”, a quattro mesi dalla sua entrata in vigore.

Come abbiamo denunciato sin da subito, questa legge è razzista, xenofoba e disumana, introduce elementi di segregazione per gli immigrati, considerati servi in condizione di nuova schiavitù, sancendo una differenza inequivocabile e una diversità di trattamento tra lavoratori immigrati e lavoratori autoctoni.

Con l’introduzione del “contratto di soggiorno” – che vincola il diritto al soggiorno in Italia alla continuità del rapporto di lavoro – condanna i lavoratori immigrati a soggiacere alla volontà dei datori di lavoro che ritornano ad essere di nuovo i “PADRONI”.

La restrizione del diritto al ricongiungimento familiare e l’impossibilità di accedere legalmente in Italia nega il diritto alla libera circolazione e ci condanna a sottostare alla prassi di mercanteggiamento esistente nei nostri paesi per cercare lavoro all’interno delle quote previste annualmente nei flussi stabiliti dal governo italiano.

La criminalizzazione degli immigrati privi di permesso di soggiorno, la moltiplicazione dei centri di detenzione (CPT) confermano la natura disumana di questa legge.

Noi immigrati siamo considerati solo come “risorsa produttiva”, come fossimo una materia prima inerte, senza umanità, quindi senza diritti e a cui si può negare la dignità, siamo presentati all’opinione pubblica come individui potenzialmente pericolosi. Ciò riguarda tutti gli immigrati presenti in Italia, che siano qui da sei mesi o da dieci anni.

D’altra parte, anche la cosiddetta “sanatoria” che ha consegnato ai datori di lavoro il potere decisionale sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati (in realtà è stata un condono a vantaggio dei datori di lavoro) si sta dimostrando fonte di ingiustizie, sofferenze e incertezze per gli immigrati e richiede mobilitazioni di protesta immediate.

Migliaia di immigrati ne sono rimasti esclusi, non per la propria volontà di rimanere “clandestini”, ma perché i padroni preferiscono continuare a sfruttarli in nero; molti altri sono stati truffati e rischiano di vedersi negare il permesso; la maggior parte ha dovuto pagare i contributi di tasca propria e continua a farlo, vedendosi addirittura dimezzato lo stipendio. Non ci è riconosciuta, in un mercato del lavoro incerto, la possibilità di cambiare liberamente lavoro, in attesa della regolarizzazione.

Inoltre, chi ha presentato domanda di regolarizzazione non sa quando sarà esaminata la richiesta per l’inefficienza del sistema approntato dal governo, che prevede due o tre anni di attesa. Nel frattempo, i lavoratori immigrati non possono uscire temporaneamente dall’Italia, trovandosi sequestrati entro i suoi confini.

Per questi motivi la nostra opposizione alla Bossi-Fini è totale e continueremo a batterci fino alla sua abolizione, e insisteremo perché quella parte della società civile – che crede nella necessità di difendere la società italiana dall’imbarbarimento che la legge Bossi-Fini vuole istaurare – sia insieme a noi.

Le confederazioni Cgil-Cisl-Uil hanno indetto una campagna su questi temi dal 3 al 14 febbraio, la Cgil sta preparando una manifestazione nazionale a Milano sui diritti del lavoro e di cittadinanza per il 15 marzo, altre iniziative sono in cantiere. Ci auguriamo di essere coinvolti in tutte queste iniziative e di poter dare il nostro contributo affinché possano avere successo e risultati concreti per le centinaia di migliaia di persone gettate nell’incertezza o nella disperazione.

 

Il Comitato Immigrati in Italia vuole sintetizzare una serie di obiettivi immediati che riteniamo debbano essere presenti tra le finalità di queste iniziative:

 

·     La riapertura dei termini per la regolarizzazione; gli immigrati rimasti fuori dalla “sanatoria” a causa dei datori di lavoro che non hanno voluto assumerli o che li hanno licenziati debbono poter regolarizzare la propria situazione; chiediamo inoltre l’adozione di un provvedimento che indichi un percorso di regolarizzazione per chi svolge attività di lavoro autonomo.

 

·     Rendere nettamente più celeri le procedure di regolarizzazione, chiediamo che siano seguiti criteri non discriminatori a seconda delle tipologie di occupazione, e che sia assunto il personale necessario all’ espletamento delle pratiche.

 

·     Riconoscere la ricevuta di richiesta di regolarizzazione come documento valido per l’espatrio temporaneo; infatti attualmente molti immigrati si vedono nella necessità di recarsi nei propri paesi temporaneamente ma rischiano di non essere regolarizzati se lasciano l’Italia perché impossibilitati a rientrare.

·     Consentire ai lavoratori immigrati in attesa di regolarizzazione di cambiare lavoro. Si sono verificati rifiuti dei datori di lavoro di proseguire la regolarizzazione, alcuni lavoratori sono stati licenziati e altri vorrebbero cambiare lavoro perché ne hanno trovato uno migliore, pertanto chiediamo che i nuovi datori di lavoro possano subentrare nella procedura di regolarizzazione.

 

·     Che si faccia chiarezza in merito al pagamento dei contributi previdenziali ed allo svolgimento del rapporto di lavoro durante la definizione delle domande di regolarizzazione, in coordinamento con le amministrazioni interessate (INPS, Ispettorato del lavoro, INAIL);

·     Il rilascio di un permesso di soggiorno di 6 mesi per ricerca di lavoro a tutti gli immigrati che sono stati truffati, ricattati o derubati in ogni modo;

·     Che siano immediatamente fermate le vessazioni nei confronti dei cittadini stranieri in attesa di regolarizzazione: lo stesso testo di legge stabilisce che non possono essere espulsi, ma siamo a conoscenza di numerosissimi casi in cui le autorità di polizia non tengono conto di tale disposizione, chiediamo che venga posto fine al clima di repressione e d’intimidazione nei confronti di tutti i lavoratori stranieri, in particolare di quelli che svolgono lavoro autonomo.

·     Il rilascio del permesso di soggiorno ai richiedenti asilo, chiediamo che sia rilasciato al momento di presentazione della domanda e che sia riconosciuto il sostegno economico e sociale come previsto dalla convenzione di Ginevra, che si eviti il loro incarceramento nei CPT e il loro rimpatrio perché per molti significa, nel loro paese, immediatamente il carcere e il rischio della vita.

 

 

Batterci oggi con determinazione per questi obiettivi legati all’emergenza creata dalla Bossi-Fini, ma ancora di più determinati da tutta una “politica dell’immigrazione”, applicata in questi anni dai diversi governi che si sono succeduti e che è stata contrassegnata più dall’azione repressiva in nome della sicurezza e della tutela dell’ordine pubblico, dimenticando i valori umani dell’accoglienza e del rispetto delle persone, non significa dimenticare gli effetti devastanti della Bossi-Fini sul medio-lungo periodo.

La certezza della crescente ingiustizia, dell’estensione della clandestinità, dell’aggravarsi della discriminazione ai danni degli immigrati, ci porta a prevedere rischio concreto del moltiplicarsi delle lacerazioni e l’approfondirsi delle divisioni tra i cittadini che vivono in questo paese, con conseguenze deleterie per l’insieme della società.

Quindi, contrastare oggi la Bossi-Fini significa per noi preparare il suo superamento, opporsi alle clamorose ingiustizie che provoca. Significa battersi per l’affermazione dei diritti umani e sociali degli immigrati e delle loro famiglie (dalla casa alla salute, dall’istruzione alla previdenza) così come di quelli civili e politici. Significa continuare la battaglia di civiltà per la chiusura dei Centri di detenzione temporanea (CPT) dove sono privati della libertà cittadini che non hanno commesso alcun reato e che altro non sono che dei campi lager.

Oltre a questi aspetti, riteniamo meriti una speciale attenzione la situazione della popolazione rom. Recentemente anche la Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza ha sottolineato la gravità dei problemi di discriminazione e di xenofobia che anche in Italia colpiscono una delle più antiche minoranze presenti in Europa. Noi siamo al fianco del popolo rom e chiediamo ne siano rispettati la cultura, la lingua e la vita, e sia garantito l’accesso al lavoro, all’istruzione, all’abitazione, alla salute, battendo i pregiudizi e bloccando ogni forma di persecuzione.

Il nostro appello si rivolge quindi alle organizzazioni sindacali ma anche all’associazionismo alle reti antirazziste, ai movimenti, a tutte le forze sane e democratiche di questo paese affinché siano a fianco a noi nelle iniziative che porteremo avanti. La posta in gioco è molto importante, non chiediamo di batterci solo per la dignità e i diritti di noi immigrati, ma per il futuro di questo paese, per il mondo nuovo e possibile che siamo chiamati a costruire insieme con tutti i cittadini, i lavoratori, gli anziani, i bambini di questo paese e del mondo.

 

 

 

COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA

 

comitatoimmigrati@libero.it

 

Aderiscono al Comitato Immigrati in Italia:

Coordinamento dei Migranti di Caserta; Coordinamento antirazzista Cesar K (Verona); Gruppo migranti del movimento di lotta per la casa (Firenze); Assoc. Interculturale Todo Cambia (Milano); Associazione Multietnica 2001 (Milano); Forum Sociale di Correggio; Immigrati in movimento (Napoli); Comunità Burkina Faso ARBI (Napoli); Comunità Bangladesh (Roma); Comunità Pakistan (Roma); Associazione Latinoamericana El Condor (Roma); Unione dei lavoratori Sri lankesi in Italia - Comunità Sri Lanka- (Roma); Associazione indiana; Org. Dhuumcatu (Roma); Associazione Sunugal (Roma); UAWA (Roma); Comunità Moldava (Roma); Associazione dei Rom-Macedoni - SUTKA (Roma); Associazione di Albanesi - Illiria (Roma); Associazione Filippina (Roma); Associazione Ital-Bangla e Sviluppo (Roma); Associazione Culturale Euro-Asia (Roma); Associazione Inca Perú - Comunità Peruviana (Roma); Associazione Cittadini del mondo(Roma); Associazioni PHILOXENIA ONLUS (Roma);

Forum Associazioni immigrati (Brescia): Ass. Cultura del Bangladesh – Comunità del Bangladesh, Comunità della Tunisia, Comunità del Burkinafasso, Som-Italia – Comunità Somala, Ass. Nigeria Comunity, Ass Wellfair Society – Comunità Pakistan, Ass. Le aquile – Comunità Albanese, Comunità Cinese, Ass. Costa D’avorio, Ass. Scambi Internazionali – Comunità Pakistan, Associazione Evangelica – Comunità Ghanese, JVP Sri Lanka – Comunità Sri Lanka, Comunità Argentina, A.B.I. Benin - Comunità Benin, Ass. Lavoratori Senegalesi – Comunità Senegalese, Ass. West Africa – Comunità Ghana Nigeria, Comunità Egiziana, Ass. Mali – Comunità del Mali, Camerun – Comunità Camerun, Al Wafa Marocco – Comunità Marocco, Essalam – Comunità Marocco, Mohagir - Comunità Marocco, Comunità Brasile, Immigrati Franciacorta – Comunità Senegal, Comunità Giordana, Comunità Perú; Coordinamento immigrati CGIL (Brescia); Associazione Latinoamericana di Cremona; Said Boutaga (Cremona); Circolo Arci Primo Passo (Grosseto e Follonica); Comunità Senegalese di Grosseto; Rete antirazzista di Venezia; Associazione Latinoamericana (Parma); Associazione peruviana (Parma); Coordinamento Immigrati CGIL (Parma); Associazione Perchè no (Parma)