Interrogazione a risposta orale

 

Iovene,   De  Zulueta.  ?  Al  Ministro  dell'Interno,  al  Ministro  della

Giustizia, al Ministro degli Affari Esteri ? Premesso:

 

-  che in un articolo comparso sul quotidiano "Il Manifesto" del 2 febbraio

2003, dal titolo "Stuprata ed espulsa - Legge di polizia - Bologna, espulsa

dalla  questura  anche se il giudice non è d'accordo" a firma Sara Menafra,

si legge:

 

"La  denuncia  della  violenza  subita  e  un provvedimento del giudice che

sospende l'espulsione non bastano: così una ragazza rumena è stata cacciata

dall'Italia.  Fermata  ed  espulsa dall'Italia nonostante il giudice avesse

ordinato  che  venisse  rimessa  in libertà. E' accaduto a una donna rumena

incappata  in  un  controllo  della  polizia  a Bologna e l'episodio sembra

segnare  l'avvio  di  un  nuovo  corso assunto dall'ufficio immigrati della

questura  di  Bologna  in  ossequio  alla  legge  Bossi-Fini. Una linea che

prevede che le espulsioni siano eseguite anche aggirando le decisioni prese

dai magistrati. Il caso clamoroso è avvenuto venerdì pomeriggio, quando una

ragazza  rumena  è  stata  riaccompagnata in patria con il volo organizzato

dalla  questura nonostante il giudice avesse annullato il "provvedimento di

trattenimento"  eseguito  il giorno prima. Alcuni mesi fa, T. C., ventenne,

aveva  subito  una  violenza  sessuale.  Per questo motivo aveva chiesto di

rimanere  in Italia per poter fare tutti gli accertamenti sanitari del caso

ed  eventualmente  ricevere  le  cure  adeguate, che difficilmente potrebbe

ricevere  in  Romania. Venerdì mattina il tribunale di Bologna aveva deciso

di revocare il trattenimento e di lasciare libera la ragazza. Una decisione

"non  recepita" dalla questura felsinea che ha preferito far rimanere T. C.

nel  centro  di  permanenza  temporanea per cinque ore, in attesa del primo

aereo   diretto   in   Romania.  Gli  avvocati  che  difendono  la  ragazza

presenteranno  domani  un  esposto  alla  procura  di Bologna, ma quello di

venerdì  scorso  non  è  l'unico caso in cui la questura felsinea pare aver

sorvolato sul potere di controllo del tribunale competente. Ogni sabato dal

porto  di  Genova  parte  una nave che trasporta verso il paese d'origine i

marocchini  irregolari arrestati sotto le due torri. L'udienza di convalida

del  trattenimento,  però,  viene  esaminata dal giudice competente solo il

lunedì  successivo,  giusto un paio di giorni dopo che l'espulsione è stata

eseguita.  L'ufficio immigrati della questura di Bologna ha una nuova linea

dura  sulla legge Bossi Fini. Una linea che prevede che le espulsioni siano

eseguite  anche  aggirando  le  decisioni  prese  dai  magistrati.  Il caso

clamoroso  è avvenuto venerdì pomeriggio, quando una ragazza rumena è stata

riaccompagnata  in  patria con i voli organizzati dalla questura nonostante

il giudice avesse annullato il "provvedimento di trattenimento" eseguito il

giorno  prima.  Ripercorriamo  il  caso  con  ordine  e  con un occhio alla

tempistica  dei  fatti: giovedì pomeriggio una ragazza rumena che già aveva

ricevuto  un provvedimento di espulsione viene fermata e trattenuta nel Cpt

di  Bologna.  Non  può  essere  espulsa subito, perché manca l'aereo per la

Romania  che  parte  il  giorno  dopo.  Il  venerdì  mattina un giudice del

tribunale  di  Bologna  decide di non convalidare il trattenimento: durante

l'udienza  l'avvocato Anna Tonioni, che difende la ragazza, ha spiegato che

la  giovane  ha subito alcuni mesi prima una violenza sessuale e che non ha

ancora  fatto  tutti gli accertamenti sanitari necessari. Le sue condizioni

di salute potrebbero essere un buon motivo per annullare anche l'espulsione

(ma  su  questo punto, secondo la procedura, il ricorso va presentato ad un

altro  giudice)  dato  che in Romania le cure per alcune malattie trasmesse

tramite  rapporti  sessuali  hanno prezzi tanto elevati e inaccessibili che

Medici  senza  frontiere  ha  organizzato  per questo paese una campagna di

aiuti  analoga a quelle attuate nei paesi dell'Africa sub-sahariana. Tenuto

conto di tutti questi fatti, appunto, il giudice non convalida e alle 13.04

spedisce la sua ordinanza alla cancelleria della questura. Il provvedimento

avrebbe  valenza  immediata  eppure, la ragazza non esce. Non dopo un'ora e

neppure  dopo due. Uscirà solo alle 17 a bordo di una volante della polizia

diretta  all'aeroporto  Marconi di Bologna da dove prenderà il volo diretto

in  Romania.  "Non abbiamo intenzione di intervenire. Questa è la posizione

dell'ufficio  in  merito"  ha  spiegato  poco prima la dottoressa Gallieni,

sostituta  del  responsabile dell'ufficio immigrazione, all'avvocato che si

interessa  del  caso.  "E' una gravissima omissione e anche dolosa dato che

sia  la  sostituta  responsabile dell'ufficio che il funzionario di polizia

addetto sapevano da ore del provvedimento preso dal giudice", ha commentato

l'avvocato Tonioni che presenterà lunedì mattina un esposto alla procura di

Bologna   denunciando   l'episodio:   quasi  cinque  ore  per  ricevere  un

provvedimento  di  rilascio immediato che avrebbe potuto consentire a T. C.

di   rimanere   in   Italia   ed   eventualmente   ottenere  l'annullamento

dell'espulsione.

La  frase  pronunciata  dalla  responsabile  dell'ufficio  immigrati lascia

trasparire anche di più di quanto non rappresenti già questo caso di abuso.

Cioè quanto siano diventati ampi i poteri delle questure con l'applicazione

e  la  libera  interpretazione della legge Bossi Fini. E come sia diventato

possibile  prescindere anche dalle decisioni dei giudici se e quando questi

decidono di non accettare un provvedimento di trattenimento all'interno dei

Cpt. A Bologna è già la prassi quotidiana. Ogni sabato i marocchini fermati

tra  il  venerdì  sera e la giornata successiva vengono trasportati prima a

Genova  e  poi in nave fino al paese di origine. L'udienza di convalida del

trattenimento,  però,  sarà esaminata dal giudice competente solo il lunedì

successivo,  giusto  un  paio  di  giorni  dopo  che  l'espulsione  è stata

eseguita.  La  legge Bossi Fini lo consente. L'articolo 14 della legge dice

che  l'udienza  di  convalida  deve essere fissata entro le quarantotto ore

successive  al  fermo.  E  qualche  riga sopra l'articolo 13 stabilisce che

l'espulsione,  quando  è  possibile,  deve  essere eseguita immediatamente.

L'applicazione  che  ne  fa  la  questura di Bologna, insieme a molte altre

questure  in  Italia,  è dunque legittima? Non proprio, hanno affermato gli

avvocati  Tonioni e Sabattini che su questo punto hanno sollevato un dubbio

di legittimità costituzionale della legge presso il tribunale di Parma. Con

questa  applicazione,  infatti,  l'immigrato perde il diritto di difendersi

riconosciuto dalla stessa legge Bossi Fini.".

 

si chiede di sapere

 

-  se  i  ministri  in  indirizzo  non  ravvisino  la  necessità di avviare

urgentemente  una  indagine  interna  in  merito  ai  fatti sopra esposti e

censurare eventuali comportamenti o abusi che ne dovessero emergere;

 

-  se  non  ritengano,  altresì,  necessario  diramare  precise indicazioni

applicative  al  fine di evitare ambiti di discrezionalità in contrasto con

la norma di legge in materia di immigrazione e asilo;

 

-  se  il  ministro  degli  affari  esteri  non ritenga di doversi attivare

affinché  sia  assicurata  alla  signora T. C., nonostante l'espulsione dal

territorio  italiano,  tutta  l'assistenza  legale  prevista  e dovuta alle

vittime di violenza sessuale.

 

 

 

                                               Antonio Iovene