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Titolo: Marcia per i diritti dei Rom e dei Sinti (20/02)

 

 

NOMADI IN MOVIMENTO

 

In questi giorni a Torino migliaia di donne e uomini vivono con angoscia le notizie di "guerra" che lasciano presagire solo morte, distruzione, sofferenza, miseria.
Donne e uomini cercano di affermare, manifestando la propria opposizione alla guerra, il principio che solo un mondo più giusto, meno squilibrato economicamente, più rispettoso dei diritti di tutti, può garantire un futuro per i propri figli.


Altre donne e altri uomini di Torino hanno motivo di angosciarsi non solo per una guerra che, se non sarà evitata, colpirà tutti, ma anche per gli ostacoli, ogni giorno più grandi, che devono affrontare per lavorare, per mandare i propri figli a scuola, per mantenere in vita la propria cultura di minoranza etnica, per sopravvivere. Sono i Rom e Sinti di Torino.

 

Rom e Sinti che scenderanno in piazza per difendere il diritto a vivere con dignità e per dire ai cittadini di Torino "Fate attenzione che quando una società discrimina e criminalizza una minoranza etnica colpisce se stessa perchè mina le basi stesse del vivere civile.


Aiutateci ad impedire che scelte politiche e amministrative demagogiche portino all'isolamento e alla disperazione una parte della popolazione".

 

Purtroppo negli ultimi tempi, a Torino, sono state adottate nei confronti dei nomadi, misure discriminatorie che contraddicono quanto nel corso degli anni è stato fatto per favorire l'inserimento sociale attraverso il lavoro, la scolarizzazione dei minori e la compartecipazione interculturale.

 

Le ultime scelte dell'Amministrazione di Torino fanno perdere il lavoro ai nomadi che oggi sono impiegati in piccole aziende o presso artigiani e impediscono l'accesso ai campi-sosta a chi ne ha diritto.

 

Infatti il Comune ha deciso che non vengano rinnovate le "borse lavoro" ai nomadi che hanno il permesso di soggiorno in fase di rinnovo. La conseguenza è che i datori di lavoro non possono tenerli alle proprie dipendenze mettendo così famiglie, anche con figli, nella pericolosa e degradante situazione di non avere un reddito legale.

 

Tale misura restrittiva è rivolta esclusivamente ai nomadi che vengono quindi trattati come "extracomunitari" con meno diritti degli stranieri che mantengono (giustamente, sia chiaro!) le borse lavoro anche durante la fase del rinnovo del permesso di soggiorno.

 

Questa decisione si configura quindi come atto discriminatorio, particolarmente grave, nei confronti di una minoranza etnica.

 

Per quanto riguarda l'accesso ai Campi Nomadi l'Amministrazione ha di fatto scelto di non concedere nuove autorizzazioni, pur essendo esse possibili a norma di regolamento. Pare quasi abbia deciso di regolare la fruizione dei campi sosta con criteri diversi da quelli indicati dai regolamenti comunali.


Sembrerebbe una scelta più finalizzata a "ripulire" la città in vista delle Olimpiadi che a gestire in modo corretto un servizio.

 

Ai nomadi di Torino viene sostanzialmente negato il diritto di lavorare, di vivere nei campi autorizzati e di mandare i figli a scuola. Li si mette nella necessità di occupare abusivamente altre aree (come ad esempio i giardini pubblici, argini pericolosi dei fiumi etc.) o di ricorrere a vari espedienti per sopravvivere.

 

L'Amministrazione di Torino che spesso ha affermato di operare per l'integrazione, l'inserimento della nostra società sulla base rispetto delle regole, crea invece nei fatti le condizioni per mettere i torinesi contro gli "zingari" quasi ignorasse che i bisogni reali di sicurezza dei cittadini trovano risposta in misure di giustizia sociale che migliorino le condizioni di vita di tutti.

 

 

LE ASSOCIAZIONI TORINESI DEI ROM E DEI SINTI
PROMUOVONO UNA MARCIA PER I DIRITTI

 

dal Municipio alla Prefettura

 

GIOVEDI' 20 FEBBRAIO ALLE ORE 10,30

 

Una delegazione porterà al Sindaco e al Prefetto le rivendicazioni. Tra le altre:

 

·       diritto alla formazione professionale dei giovani, alle borse lavoro per tutti i cittadini in difficoltà perchè sono propedeutiche all'inserimento lavorativo;

·       diritto alla sosta attrezzata per garantire il nomadismo (sia spontaneo che forzato);

·       diritto agli insediamenti abitativi stabili (inclusa l'autocostruzione, la ristrutturazione di cascinali, di edilizia popolare);

·       diritto alla regolarizzazione per tutte le persone che sono nate in Italia o che vivono da decine di anni (spesso non hanno neanche uno stato di provenienza);

·       rispetto della peculiare condizione socio-culturale, sovente misconosciuta e osteggiata, per poter conservare la propria identità in un clima di rispetto reciproco;

·       diritto alla scolarizzazione dei minori;

·       diritto alle prestazioni sanitarie, inclusi gli interventi per portatori di handicap, minori e anziani

 

 

DATE FORZA ALLA DIMOSTRAZIONE PARTECIPANDO!

promuovono la manifestazione:

 

Associazione Romani Buci, Associazione Romanò Pala Tetehara, Associazione Romanò Ilò, Opera Nomadi, Ass. It. Zingari Oggi, Unpress-Suore Luigine.


Hanno già dichiarato la propria adesione:

Rifondazione Comunista, Movimento dei Disobbedienti, Tavolo Nazionale Migranti del Social Forum, Comitato Diritti Negati, Legambiente-Circolo Ecopolis, Centro Culturale Deportazione e Resistenza – Mirafiori, Vittorio Negro – Presidente ANPI Torino, Ass. Gente di Falchera, Comitato per lo Sviluppo della Falchera, Ass. Sportiva Falchera, Pino Chiezzi – Capogruppo Regionale Comunisti Italiani, Enrico Moriconi – Capogruppo Regionale Verdi.

 

 

18/02/03