Roma, 27 febbraio 2003

 

 

 

Si è svolto ieri l’incontro fra CGIL, CISL, UIL ed il Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Interno, On.Alfredo Mantovano per monitorare la situazione in merito alla regolarizzazione dei lavoratori immigrati.

Erano presenti, per la Cgil Pietro Soldini, per la Cisl Oberdan Ciucci e Mohamed Saady, per la Uil Giuseppe Casucci.

Per il Ministero dell’Interno, oltre al Sottosegretario, erano presenti vari funzionari.

 

Argomenti:

 

All’ordine del giorno avevamo inviato un promemoria trattante i seguenti punti:

 

A) Esame delle pratiche di regolarizzazione.

 

La lentezza dei procedimenti di regolarizzazione è un dato di fatto, malgrado le molte assicurazioni istituzionali. Nelle Province con oltre 10.000 domande, vanno rafforzati gli uffici con adeguato personale, avviando una metodologia che permetta di accantonare (senza respingere) quelle pratiche che pongano particolari problemi tecnici, rendendo più spedita la procedura per la grande maggioranza delle richieste. Le domande accantonate vanno poi riesaminate.

 

B) Uscita dal territorio nazionale dei regolarizzandi

 

Visto l’allungamento dei tempi di smaltimento delle pratiche, va studiata una forma tesa a garantire il ritorno in Patria di chi è in attesa di permesso di soggiorno, specie di fronte a casi gravi. La proposta di Cgil-Cisl-Uil è un permesso di soggiorno di breve durata (completo di rilievi fotodattiloscopi) capace di dare risposta a problemi di sicurezza, ma rispondere anche ai diritti della persona.

 

C) Casi di modifica del rapporto di lavoro prima dell’esame della pratica

 

Nei casi di cessazione di attività dell’azienda, licenziamento, dimissioni, in cui l’immigrato si presenta con un nuovo datore di lavoro, si è proposto che da parte ministeriale venga un chiaro orientamento alle prefetture, appoggiando quelle che già accettano la sostituzione del datore di lavoro. Si tratta di aumentare, inoltre, la durata di sei mesi già prevista in caso di morte del datore di lavoro (in attesa occupazione), estendendola per gli altri casi ad un anno.

 

A)   Sul primo punto, ci è stato risposto che la gara per l’assunzione di 1250 lavoratori interinali (900 circa sono di competenza del Ministero degli Interni, mentre 350 vanno al Welfare) è già stata assegnata e che in pochi giorni il personale entrerà in funzione nelle varie aree nazionali, che sono state scelte con criteri che tengono conto della quantità di pratiche presentate e delle difficoltà incontrate dalle strutture locali. Dal punto di vista organizzativo-logistico ci sono stati problemi iniziali ora in via di superamento.

 

 

 

In generale, comunque, ci viene assicurato che la macchina organizzativa”ha ingranato”. Mantovano ha citato alcuni dati: dall’11 novembre al 7 febbraio sono arrivate alle prefetture dalle poste circa 140.000 pratiche, mentre negli ultimi venti giorni ne sono arrivate oltre 52.000, a dimostrazione che le cose andrebbero meglio.

Abbiamo suggerito di utilizzare personale aggiuntivo dall’Inps, Inail ed altre amministrazioni disposte a “prestare” personale qualificato.

Dal Ministero dell’Interno viene l’assicurazione che tutti i mezzi saranno valutati.

Presso lo stesso Ministero è stato istituito un tavolo di monitoraggio settimanale composto da esperti del Ministero dell’Interno del Lavoro, dell’ Inps, delle Poste e dei Prefetti a turno da tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è monitorare l’andamento della sanatoria e correggere gli errori in corso d’opera.

Quando però abbiamo chiesto dati certi sull’andamento nazionale della regolarizzazione, non sono venuti numeri. Apparentemente i dati in possesso centralmente non sono del tutto affidabili.

 

B) Sulla richiesta di permettere il rientro in patria di regolarizzandi, la risposta è stata di fatto negativa, tranne una generica disponibilità a sensibilizzare Questure e Prefetture sui casi umani più gravi.

Secondo il Ministero dell’Interno, la proposta sindacale di permesso provvisorio potrebbe tradursi in una richiesta massiva di permessi per uscire, che finirebbe per ritardare i tempi della sanatoria. E’ stato fatto notare come il non permettere l’uscita delle persone per periodi lunghi, in contrasto tra l’altro con i tempi previsti dalla legge per la regolarizzazione, sia  una palese violazione dei diritti della persona, in contrasto con la normativa europea e con i trattati internazionali. Il Ministero è convinto che il problema diminuirà sensibilmente in pochi mesi e che il prossimo Natale sarà residuale il numero di persone non ancora regolarizzate che chiedono di uscire. Il sindacato su questo punto si riserva di valutare l’opportunità di azioni legali pilota anche in sede comunitaria.

 

C) Sui casi di licenziamento, dimissioni, cessazione dell’attività aziendale, l’On. Mantovano ha convenuto con le nostre argomentazioni a favore delle dimissioni del lavoratore con l’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro. Ci sono comunque problemi, emersi nel corso della riunione, che impediscono di fatto una disposizione formale da parte del Ministero dell’Interno:

 

a)     La competenza del tema è del Ministero del Welfare che non si è ancora formalmente espresso;

b)    Il subentro di altro datore di lavoro, sia pur facilitato nei fatti dalle prefetture, è teoricamente messo in discussione dalla non regolarità dell’immigrato, il che potrebbe comportare la contestazione in sede giudiziaria dell’assunzione e regolarizzazione.

In pratica, pur favorendo a livello locale le soluzioni basate sul buon senso, il Ministero dell’Interno non farà alcuna circolare in materia, almeno fino a che il Welfare non si sarà espresso nel merito.

Nel frattempo però INPS e Inail stanno accettando contributi dai nuovi datori di lavoro. Questo, ovviamente, in sintesi con le decisioni assunte da alcune prefetture.

Una volta superato l’ostacolo dell’accettazione del nuovo datore di lavoro, il permesso potrà avere la durata di un anno.

 

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D) Circolare D’Ascenzo, abbiamo chiesto inoltre chiarimenti in merito alla circolare della D’Ascenzo che al punto 3 sembrava assegnare alla Questura l’autorità di decidere l’espulsione dei lavoratori che non possono essere regolarizzati e comunicare l’avvenuto rimpatrio alla  Prefettura che invece secondo la legge è l’unica che può decidere l’espulsione per poi farlo eseguire alla Questura.

Ci è stato risposto in proposito che effettivamente la circolare ha ingenerato qualche confusione e che dovrebbe tra breve intervenire una nuova comunicazione di chiarimento nel senso da noi specificato.

 

Si sono infine toccati due temi già discussi da Cgil-Cisl-Uil in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri (regolamento di attuazione):

 

1.             La richiesta sindacale che il rilascio di permesso di soggiorno per sei mesi (in attesa di occupazione), riguardi solo chi è al primo rinnovo e che disposizioni di cui all’art. 36 comma 4 del DPR 31/08/1999 n. 394, riguardino soltanto i primi ingressi;

2.             precisare che rientrano nella “fonte lecita” del reddito (art. 13 comma 2 del DPR 31/08/1999) la “garanzia” di terzi e non solo dei familiari.

 

Su questi aspetti la controparte si è detta fortemente favorevole ad inserire le proposte sindacali nel nuovo regolamento di attuazione, così anche come emerso nelle riunioni nostre con il rappresentante della Presidenza del Consiglio dei  Ministri.

 

Considerazioni conclusive

 

Il tavolo del Ministro dell’Interno è senz’altro una sede importante e positiva di confronto e di monitoraggio, ma non può essere esaustivo rispetto a tutti i  nodi da noi sollevati. Occorre, quindi tenere alta la nostra iniziativa nei territori dove la campagna di mobilitazione che abbiamo svolto ha avuto una funzione importante per rimuovere pigrizie, inefficienze e pregiudizi burocratici. Occorre continuare per generalizzare le intese fra Prefetture e Inps che consentono il subentro di un nuovo datore di lavoro anche nel caso di dimissioni.

Occorre intensificare la nostra iniziativa nei confronti del Ministero del Lavoro che rimane il punto più arretrato e d’empasse per una corretta gestione di tutta la materia sia in riferimento alla regolarizzazione, sia per quanto attiene alla programmazione dei flussi  che della predisposizione dei regolamenti attuativi della Bossi-Fini.

 

Nei prossimi giorni CGIL-CISL-UIL si incontreranno per valutare le iniziative da assumere, nel caso in cui l'On. Ministro Maroni non risponderà alla lettera inviata dai Segretari Generali di CGIL-CISL-UIL.

 

Cordiali saluti.

 

 

                        Pietro Soldini                                  Oberdan Ciucci                    Guglielmo Loy

                             (Cgil)                                       (Cisl)                                          (Uil)