Strasburgo: al G8 violati i diritti umani

Il Parlamento europeo critica le violenze a Genova e promette occhi puntati sulle indagini in corso: daremo massima pubblicità a eventuali abusi
Sotto accusa anche Berlusconi «Preoccupa il conflitto di interessi»


Bruxelles

Quattro i capi di imputazione. Tutti indegni di un Paese di democrazia avanzata: violazione dei diritti umani durante il G8 di Genova, processi troppo lenti, conflitto di interessi e violenze contro gli immigrati. Il processo all'Italia celebrato ieri al Parlamento europeo diventa cosi imbarazzante: l'Italia è stato infatti il Paese più criticato durante la sessione annuale dell'Europarlamento sullo stato dei diritti umani nella Unione europea. Occorre comunque dire che, sebbene attenuate dalla preoccupazione di non togliere prestigio alla importante sessione che ogni anno l'Europarlamento dedica ai diritti umani, non sono mancate le critiche alla relazione che ci condanna. Soprattutto tra i banchi del centro (Popolari) e della destra (Europa delle Nazioni e qualche liberale), che hanno votato contro la risoluzione finale che era stata scritta e presentata dai parlamentari del partito socialista europeo e della sinistra. Ago della bilancia è stato il gruppo liberale, che ha votato in maggioranza in favore, così la relazione è passata, sia pure di stretta misura: 274 voti favorevoli, 269 contrari e 14 astensioni.
E vediamo le violazioni contestate all'Italia. La prima: l'Europarlamento «deplora la sospensione dei diritti umani durante manifestazioni pubbliche e in particolare quelle avute luogo durante il G8 di Genova». E promette (questa richiesta è stata inserita con una specifica mozione dal gruppo socialista) che «continuerà ad accordare particolare attenzione alle indagini amministrative avviate per accertare se in tale occasione si sia ricorso a trattamenti e punizioni disumane o degradanti». Insomma: il Parlamento di Strasburgo terrà gli occhi puntati sulle indagini. E denuncerà, dinanzi agli europei, abusi e deviazioni. Più di tanto, del resto, non può fare.
Seconda accusa: Il Parlamento «esprime preoccupazione per la situazione in Italia dove gran parte dei media e del mercato della pubblicità è controllato, in forme diverse dalla stessa persona». Niente nomi, ma più chiaro di cosi. Terzo capo di imputazione: desta viva preoccupazione «il grandissimo numero di casi in cui la Corte europea dei diritti umani ha constatato la violazione da parte dell'Italia del diritto a un termine (dei processi) ragionevole. L'Europarlamento chiede perciò all'Italia di attuare le misure necessarie per garantire procedimenti rapidi e equi».
Infine: in molti Paesi d'Europa (Austria, Belgio, Francia, Portogallo, Svezia, Gran Bretagna e, naturalmente, Italia) si sta diffondendo la preoccupante tendenza a lasciare impuniti «abusi e violenze della polizia o delle guardie carcerarie nei confronti di richiedenti di asilo, profughi e minoranze etniche». Fin qui le denuncie di Bruxelles. Che non avranno nessun seguito sul piano legale, ma creano certamente molto imbarazzo.
Attilio Moro


nostro servizio
16/01/2003