SANDIROCCO: LE  ATTESE DEI NOSTRI CONNAZIONALI ALLíESTERO SONO ANDATE DELUSE

Líemigrazione italiana a PORTO ALEGRE  

EURO - DUE TESI ñ PRODI: INFLAZIONE CONTENUTA, MARTINO: COSTRUITO UNO SCHEMA RECESSIVO

TREVISO: CONVEGNO COLONIE LIBERE ITALIANE IN SVIZZERA

IL 20 E 21 GENNAIO A ROMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO INTERNAZIONALE SOCIALISTA

PORTO ALEGRE: AL TERZO FORUM SOCIALE PRESENTE UNA AMPIA DELEGAZIONE DEI DS

CRISI VENEZUELA: INTERROGAZIONE DI NAPOLETANO E PITTELLA

COSTITUITA LA CONFEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PUGLIESI NEL MONDO

BUDGET DIMEZZATO PER GLI ISTITUTI DI CULTURA ITALIANI ALLíESTERO

RIUNITA A ROMA LA PRESIDENZA DELLíAITEF

SIENA ACCOGLIE I FIGLI E I NIPOTI DEGLI EMIGRATI TOSCANI

IL CAPO DELLO STATO HA RICEVUTO AL QUIRINALE IL MINISTRO TREMAGLIA

PENSIONI, SPI CGIL: INACCETTABILI LE DICHIARAZIONI DI MARONI

GUERRA ALLíIRAQ: Eí ORA CHE IL PARLAMENTO ITALIANO SI PRONUNCI

LA NOMINA DI ANTONIO PERAGINE NEL CONSIGLIO NIAF

PRESENTATO A ROMA IL LIBRO DI ENRICO PUGLIESE SU ìLíITALIA TRA MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E MIGRAZIONI INTERNEî

LíASSOCIAZIONE ìRITORNAREî  VUOLE AIUTARE I DISCENDENTI DI ITALIANI IN ARGENTINA A TORNARE IN LOMBARDIA

MARTINI: ìFIDUCIA E SPERANZA HANNO ABBRACCIATO LULAî

A GLASGOW  LA PRECONFERENZA EUROPEA DEI GIOVANI TOSCANI

UNIONE EUROPEA ñ IL 21 GENNAIO CONSIGLIO FINANZIARIO IN ALLARME

TONY VACCARO PRESENTA A CAMPOBASSO ìLA MIA VITA PER IMMAGINIî

DOCUMENTAZIONE

RICORDO DI FRANCESCO DE MARTINO

 

SANDIROCCO: LE  ATTESE DEI NOSTRI CONNAZIONALI ALLíESTERO SONO ANDATE DELUSE

Líattivitý del CGIE per il 2002 si Ë conclusa in un clima  di delusione e di profonda insoddisfazione. Líattesa per la modifica e líaggiornamento delle leggi costitutive dei COMITES e del CGIE si Ë conclusa negativamente. La istituzione del nuovo ministero per le comunitý italiane allíestero, che tanto interesse e molteplici speranze aveva suscitato fra i nostri connazionali allíestero, nonostante il caparbio impegno e líorgoglio rivendicativo del ministro Tremaglia si Ë di fatto infranta contro il muro di ostilitý e il disimpegno sostanziale della compagine governativa.

Per strappare un marginale sostegno finanziario alla giusta richiesta di allargare ai pensionati italiani allíestero líaumento delle pensioni minime, il Cgie ha dovuto intervenire ripetutamente e duramente e lo stesso ministro Ë stato costretto ad attuare gesti clamorosi e ad annunciare le proprie dimissioni.

Dunque le cose, per quanto concerne le giuste sollecitazioni e le attese dei nostri connazionali nel mondo, stanno molto peggio di prima.

Alle dichiarazioni troppo spesso roboanti e declamatorie, alle annunciazioni propagandistiche non fanno seguito atti concreti.

Le prospettive per il  2003 sono inquietanti. Si deve procedere, nel corso dellíanno, al rinnovo dei Comites in tutto il mondo e successivamente alla rielezione del nuovo Cgie.

Ormai da anni Ë stata richiesta e proposta la modifica della legge istitutiva dei Comites e una nuova legge per la elezione del Cgie.

Il Cgie ha discusso ed elaborato le sue proposte mettendole a disposizione del governo e dei gruppi parlamentari.

Queste proposte, in larga misura unitarie ed espressione della grande maggioranza del Cgie, puntano ad accentuare líefficienza dei Comites facendone degli organi di rappresentanza effettiva delle nostre comunitý e di partecipazione e controllo democratico dellíattivitý dei Consolati e sottraendoli alle beghe ed alle ìcamarilleî locali. Solo su questa via e con un intervento finanziario pi˜ adeguato allo sviluppo della loro attivitý sarý possibile un rilancio effettivo del ruolo e della influenza dei Comites. Diversamente li si condannerý alla paralisi ed alla crescente consunzione.

Per quanto concerne la legge istitutiva del Cgie líunica prospettiva auspicabile e possibile Ë quella di una modifica volta ad accrescere líautonomia di questo organismo ampliandone nella misura possibile le competenze ed il ruolo.

La modifica costituzionale che ha introdotto la Circoscrizione Estero con la elezione di 12 deputati e 6 senatori in rappresentanza diretta delle nostre comunitý nel mondo, non solo non assorbe il ruolo del Cgie ma lo rafforza ed esalta facendone lo strumento di sostegno, di consulenza, di aiuto della nostra rappresentanza parlamentare allíestero e di collaborazione permanente con la stessa rappresentanza, al fine di garantire uníattenzione adeguata del Parlamento italiano sulla vita, le istanze, i processi di integrazione e le speranze dei nostri connazionali allíestero che, nonostante tutto, guardano alla madrepatria ancora con fiducia.

Ebbene chiamiamo il governo e il parlamento a questa prova decisiva. La responsabilitý primaria Ë del governo.

Il Cgie si Ë dichiarato contrario ad altri rinvii per il rinnovo dei Comites e del Cgie. Ha detto: si vada al voto nel 2003 ñ ma si vada al voto con una nuova legge sia per i Comites che per il Cgie, secondo le proposte dello stesso Cgie.

Ordunque non Ë pi˜ tempo di incertezze. Il governo si assuma le sue responsabilitý.

Il Parlamento non ignori la volontý che esprimono le rappresentanze istituzionali delle nostre comunitý allíestero.

(Luigi Sandirocco, Vice Segretario Generale del CGIE per la componente di nomina governativa)

 

Líemigrazione italiana a PORTO ALEGRE  

Nellíambito delle iniziative del World Social Forum che si svolge dal 23 al 28 gennaio 2003 nella cittý brasiliana capitale del Rio Grande do Sul, la FIEI (Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione), organizza, in collaborazione con la FILEF Nazionale e con l'adesione dell'Istituto Nazionale Fernando Santi per sabato 25 gennaio 2003, il seminario dal titolo:

ìCent'anni di migrazioni: dall'emigrazione italiana ed europea del '900 alle attuali migrazioni dal sud verso il nord del mondoî.

Il work-shop vuole costituire un momento di recupero di un pezzo fondamentale di storia del ë900 e ricollegarla alla attuale dimensione migratoria.

Il recupero di questa memoria storica collettiva che ha riguardato 28 milioni di italiani emigrati nel corso di un secolo verso America Latina, nord America, Europa, Oceania, (quasi metý dellíattuale popolazione italiana residente), ma che ha anche coinvolto tutti i loro familiari che in Italia sono rimasti, consente di ripercorrere le cause, le tappe, le situazioni di discriminazione, i processi di integrazione, le lotte per i diritti, la situazione presente, molto diversificata per aree e per paesi e permette di evidenziare le similitudini con gli attuali flussi migratori, trasmettendo un forte messaggio di solidarietý e di sostegno alla crescita di societý interculturali che sappiano riconoscere e valorizzare differenze ed identitý come una grande risorsa per un comune futuro cogliendo le grandi opportunitý di positiva cooperazione tra nord e sud del mondo che possono vedere come attori le collettivitý emigrate nei diversi paesi.

Eí in questo senso che FIEI (Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione), in collaborazione con FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie) e con l'adesione dell'Istituto Nazionale Fernando Santi organizza a Porto Alegre, sabato 25 gennaio 2003, nellíambito del terzo Forum Sociale Mondiale, un seminario a cui prenderanno parte rappresentanti degli emigrati italiani provenienti da tutti i paesi dellíAmerica Latina e dellíEuropa oltre a rappresentanti di organizzazioni associative, sindacali, politiche e di istituzioni italiane e brasiliane.

Oltre alle organizzazioni giý citate, hanno dato la loro adesione al seminario:

CGIL Nazionale - Roma

Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera ñ Zurigo

INCA-CGIL ñ Roma

Sindacato Pensionati Italiano - Roma

FILEF Cetra - Londra

I.E.R.F.- Parigi

CGIL-Bildungswerk - Francoforte

FIEI  Australia - Melbourne

FILEF Uruguay ñ Montevideo

FITEF ñ Rosario

FILEF ñ San Paolo del Brasile

FITEF  Rio Grande do Sul ñ Porto Alegre/Caxia do Sul

P.A.R.S.E.C. - Roma

Ital ñ UIL San Paolo del Brasile

 

EURO - DUE TESI ñ PRODI: INFLAZIONE CONTENUTA, MARTINO: COSTRUITO UNO SCHEMA RECESSIVO

Con líinizio del 2003 si cominciano a fare i conti con la moneta unica europea, fuori dalle euforie della prima ora e delle novitý dellíanno passato.

Due autorevoli interventi sono stati riferiti, il 29 dicembre 2002, dal quotidiano economico Il Sole-24 Ore, il primo, del Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, il secondo, del ministro della Difesa, Antonio Martino.

Degli interventi riportiamo i punti salienti. Per Prodi, líeuro Ë valido nellíambito del processo di integrazione. Líinflazione Ë stata limitata. Ecco i passi centrali:

ìlíeuro ha rafforzato líintegrazione dei mercati europei, non solo eliminando il rischio di cambio e i costi delle operazioni ma anche permettendo di superare una barriera invisibile, psicologica al commercio oltre frontiera. Dallíintroduzione dellíeuro, sono sempre di pi˜ i consumatori e le imprese interessati ad acquistare e vendere prodotti allíestero.

Non per niente Svezia e Danimarca stanno orientandosi verso líorganizzazione di referendum per líadesione e in Gran Bretagna questo Ë il dibattito centrale del momento (guerra esclusa ovviamente).

Tranne che in alcuni Paesi, líimpatto inflazionistico degli arrotondamenti, pur avendo superato dello 0,2%  le previsioni, ha avuto conseguenze limitate. Basta guardare i dati dellíinflazione nei Paesi guida, Francia e Germania, che sono rimasti estremamente contenuti. In tutti i Paesi che hanno adottato la moneta, alla vigilia della sua circolazione le autoritý nazionali e locali hanno vigilato contro il rischio di eccessi speculativi e hanno monitorato il corretto funzionamento degli accordi raggiunti al riguardo tra le associazioni dei consumatori e quelle dei commercianti, degli esercenti e degli altri operatori del mercato. Quasi ovunque la cosa ha funzionato. Le istituzioni europee hanno operato al meglio e garantito il successo dellíoperazione. Certo non si sono potute sostituire alle amministrazioni nazionali per quanto di loro competenza.

In alcuni Paesi invece il meccanismo nazionale di controllo non ha funzionato al meglio o non ha funzionato affatto. E cosÏ si sono verificati aumenti ingiustificati e immotivati per inaccettabili eccessi speculativi. Rincari che si sono concentrati soprattutto sui beni fuori dal paniere dellíinflazione, cosÏ che i dati ufficiali ne hanno risentito poco ma líimpatto sulle tasche dei cittadini Ë stato forte. I rincari si sono poi concentrati su quei prodotti che colpiscono pi˜ direttamente la percezione dei consumatori, come i ristoranti, gli hotel, i barÖî. 

Pi˜ critico appare il ministro italiano, che attribuisce allíeuro un valore recessivo. Ecco alcuni suoi rilievi:

ìQuando, il 12 dicembre 1978, alla Camera si discuteva líadesione allo Sme, Luigi Spaventa, eletto come indipendente nelle liste del Pci, parlÚ di ìterrorismo ideologico e europeisticoî sostenendo che chi avanzava riserve veniva accusato di anti-europeismo. E concludeva: ìobiettare si deveî. La mia posizione Ë questa: io non sono anti-europeista, sono contrario a questo particolare sistema di Unione monetaria per ragioni tecniche. Rivendico il diritto di criticarlo come europeista, perchÈ uníEuropa in cui non si dibatte Ë uníEuropa mortaî.

ìSullíeuro i problemi erano due. Uno, attinente alla sua gestione. Io ero preoccupato da una possibile crisi di rigetto, perchÈ una moneta nuova, senza storia, per essere accolta richiede tempo.

Il rigetto cíË stato. Non traumatico ma cíË stato. Ha preso la forma del calo dellíeuro. Ora la quotazione comincia a risalire, il che suggerirebbe che finalmente  la gente lo sta accettandoî.

ìQuando si passa da una unitý piccola come la lira a una pi˜ grande come líeuro, líarrotondamento Ë inevitabile. I prezzi sono stati arrotondati al rialzo per una ragione tecnica, non per malvagitý dei commercianti. Sono state dette molte cose del tutto sbagliate. Questa non Ë inflazione; líinflazione ha una dimensione temporale. In questo Ë un fenomeno una tantum connesso allíeuro: i prezzi che erano bassi sono ora un poí pi˜ altiî. 

ìE la seconda ragione dei miei timori. Quello che con líeuro abbiamo predisposto Ë uno schema recessivo. La politica monetaria non Ë pi˜ in mano nostra e deve essere per forza gestita con prudenza, perchÈ l'euro deve affermarsi e la Bce non puÚ permettersi di alimentare dubbi circa la sua soliditý; una politica di bilancio di tipo keynesiano Ë impossibile per i vincoli del patto di stabilitý; la leva del cambio Ë inutilizzabile; i nostri mercati del lavoro sono pi˜ rigidi di quelli dei paesi con cui ci troviamo a competere: non conosco nessun economista disposto a sostenere che, in presenza di queste condizioni si possa avere crescita. Infatti, i paesi della zona dellíeuro sono in ristagno da cinque anni. Questíarea monetaria ñ cito ancora Spaventa ñ ìrischia oggi di configurarsi come uníarea di bassa crescita e di deflazioneî.î

Fuori da ogni euforia o pessimismo, Ë ovvio che bisogna porre molta attenzione. PuÚ servire a un inizio di essa anche la misura di imporre, contro le speculazioni, ancora per qualche tempo, líindicazione, in Italia, di un doppio prezzo sui prodotti, in euro e in lire. Ma occorrerý molto di pi˜ in Europa. Se una delle misure di controllo  antispeculativo Ë valida, cíË da farla seguire da politiche antirecessive le quali non possono che tener conto dei nuovi processi indotti dalla globalizzazione, completare il quadro delle riforme: ridurre il fisco e alimentare i consumi, gettare le basi dei prezzi e dei prodotti competitivi, cambiare la politica energetica con un nuovo rapporto tra elettricitý e petrolio, nuove energie alternative, grandi infrastrutture. E qui si entra nel campo delle grandi scelte strategiche, oggi contestate dalle forze mondiali che puntano anche sul terrore perchÈ nulla possa cambiarsi. (G.V.)

 

TREVISO: CONVEGNO COLONIE LIBERE ITALIANE IN SVIZZERA

Il 18 gennaio prossimo, a Treviso (Boscolo Hotel Maggior Consiglio) avrý luogo il Convegno dei Presidenti delle Colonie Libere Italiane in Svizzera  organizzato  dalla FCLIS in collaborazione con CGIL, EPASA-CNA, FILEF E ULEV sul tema: ìMigrazioni tra spinte xenofobe e politiche di integrazioneî.

La scelta di Treviso non Ë casuale. In effetti, la FCLIS ñ che Ë tra le pi˜ antiche, importanti e indipendenti organizzazioni di lavoratori italiani in Svizzera ñ intende affrontare il tema dellíintegrazione dei migranti nella cittý del sindaco che nei confronti degli emigrati, anzichÈ una intelligente politica dellíintegrazione, attua líarrogante esercizio dellíesclusione.

Il Convegno si propone come momento di riflessione, di incontro, di sensibilizzazione, con líintento ñ anche tramite le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la condizione dellíemigrato e con líapporto di esperienze sperimentate ñ di contribuire ad individuare le vie che conducono ad una reale integrazione presupposto della convivenza civile tra i popoli.

Al convegno sono stati invitati rappresentanti di Istituzioni, Organizzazioni e Associazioni sia italiani che svizzeri.

Questo il programma:

- Ore   9.00 -  Arrivo dei partecipanti

- Ore   9.30 -  Apertura dei lavori ñ Saluto delle Autoritý

- Ore 10.00 -  Relazione di Claudio Micheloni, Presidente della FCLIS

- Ore 10.20 -  Relazione del rappresentante delle associazioni degli immigrati

- Ore 10.40 -  Interventi di: CGIL, EPASA-CNA, FILEF, ULEV

- Ore 11.15 -  Pausa

- Ore 11.30 -  Dibattito e interventi degli ospiti

- Ore 13.15 -  Conclusioni lavori del mattino dellíOn. Livia Turco

- Ore 13.30 -  Pausa pranzo

Ore 15.00- Tavola Rotonda sul tema: ìMovimenti migratori in Europa tra spinte xenofobe e processi di solidarietý e integrazioneî

 con la partecipazione di personalitý istituzionali, di esponenti politici, sindacali, religiosi, di rappresentanti delle associazioni, della societý civile, del mondo della cultura e dellíinformazione.

Ore 16.45 -  Pausa

Ore 17.00 -  Ripresa dei lavori ñ Dibattito con il pubblico

Ore 17.45 ñ Conclusioni di Leonardo Zanier, Presidente onorario della FCLIS

Ore 18.00 ñ Conclusione dei lavori

Per presentare líiniziativa la FCLIS ha convocato  per venerdÏ 10 gennaio, presso la Sede della Associazione Stampa Estera, una Conferenza stampa aperta oltre che alla stampa, a personalitý del mondo politico, sindacale, associativo.

 

IL 20 E 21 GENNAIO A ROMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO INTERNAZIONALE SOCIALISTA

Il 20 e 21 gennaio 2002 si terrý a Roma, presso il Complesso Monumentale Santo Spirito (Borgo Santo Spirito 2), la riunione del Consiglio dellíInternazionale Socialista.

La riunione sarý ospitata dai due partiti italiani membri dellíIS, i Democratici di Sinistra (DS) e i Socialisti Democratici Italiani (SDI) e si svolgerý alla vigilia del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e del Forum Economico Mondiale di Davos.

Al centro della discussione vi saranno due grandi tematiche:

ìPer una globalizzazione pi˜ giustaî (for a more equal global society), dedicata alle sfide della globalizzazione, con gli obiettivi di giustizia sociale, di sviluppo sostenibile e del governo mondiale

ìGarantire pace e sicurezza nel mondoî (ìEnsuring peace and security in the worldî), con líobiettiv0o di approfondire la discussione e le proposte di risoluzione dei conflitti nelle diverse aree del mondo, con particolare riferimento al Vicino Oriente e allíarea dei Balcani.

Alla riunione parteciperanno leaders politici e rappresentanti dei 141 partiti ed organizzazioni membri dellíInternazionale, provenienti da tutti i continenti.

Nei giorni 17 e 18 gennaio 2002 si terrý, sempre a Roma, presso la Sala Convegni dellíHotel ES (Via Turati 171) la riunione del Bureau dellíInternazionale Socialista delle Donne (Socialist International Women).

 

PORTO ALEGRE: AL TERZO FORUM SOCIALE PRESENTE UNA AMPIA DELEGAZIONE DEI DS

Uníampia delegazione di Democratici di Sinistra sarý a Porto Alegre per il terzo Forum Sociale Mondiale.

LíOn. Marina Sereni, responsabile nazionale per la politica estera dei Ds, insieme ai Vice responsabili Nicola Manca e Donato Di Santo saranno a Porto Alegre per il Forum Sociale Mondiale.

Un nutrito gruppo di senatori e deputati Ds prenderý parte, oltre che al FSM, al Foro dei Parlamentari. Tra questi Maria Chiara Acciarini e Nuccio Iovene, Valerio Calzolaio, Elena Cordoni, Famiano Crucianelli, Pietro Folena, Giovanna Grignaffini, Roberta Pinotti, Fabrizio Vigni, Katia Zanotti.

Parteciperanno inoltre al Forum di Porto Alegre diversi iscritti dellíAutonomia Tematica Altrimondi tra cui due dei membri dellíEsecutivo nazionale dellíassociazione, Alfredo Somoza e Mario Schina.

ìLíappuntamento di Porto Alegre ñ ha sottolineato líon. Sereni ñ sarý anche questíanno denso di incontri, seminari, conferenze, manifestazioni. Cercheremo di seguire quante pi˜ iniziative Ë possibile, privilegiando alcuni temi prioritari: líiniziativa per la pace in Medio Oriente e contro la guerra in Irak, la cooperazione allo sviluppo, il ruolo dellíEuropa nel mondo e le relazioni tra Europa e America Latina. Con la vittoria di Lula in Brasile si Ë aperta una grande speranza per tutto il continente latino-americano e noi pensiamo che líEuropa ñ ed in particolare la sinistra europea ñ debba saper corrispondere alle domande di apertura, collaborazione, riequilibrio negli assetti mondiali che da questa area del mondo ci vengonoî.

Al termine del Forum Sociale Mondiale Marina Sereni e Donato Di Santo proseguiranno il viaggio per una breve visita in Argentina dove si incontreranno con esponenti delle forze politiche e sociali della sinistra. In questa stessa occasione inoltre si terranno incontri volti a dare líavvio operativo alla campagna dei Democratici di Sinistra ìNiÒos ñ manda un buono pasto ai bambini argentiniî che in circa un mese ha portato alla raccolta di oltre 100 mila euro.

 

CRISI VENEZUELA: INTERROGAZIONE DI NAPOLETANO E PITTELLA

Gli onorevoli Pasqualina Napoletano, Presidente del Gruppo DS al Parlamento Europeo e Gianni Pittella, parlamentare europeo e Responsabile degli italiani allíestero dei DS, hanno presentato in data 9 gennaio 2003, una interrogazione alla Commissione Europea sulla grave crisi che attanaglia il Venezuela.

I parlamentari Napoletano e Pittella, dopo aver premesso che:

-  il Venezuela sta vivendo una crisi politica e sociale drammatica con una profonda lacerazione, nella quale si inseriscono, da un lato, i fenomeni di violenza organizzati dei settori pi˜ radicali vicini al Governo del presidente Chavez, dallíaltro, gli atti al limite del colpo di Stato di alcuni settori estremisti dellíopposizione;

tale situazione rappresenta una minaccia reale per la democrazia e la libertý;

in Venezuela vive una vastissima collettivitý di origine europea (allíinterno della quale Ë presente una folta comunitý di origine italiana),

chiedono quali interventi siano giý stati esperiti (e con quali risultati), e cosa si intenda ancora fare perchÈ líUnione Europea concorra a rafforzare il ruolo della comunitý e delle istituzioni internazionali, ruolo decisivo ai fini del superamento della crisi nel quadro del negoziato politico e del rispetto dellíordine democratico e della Costituzione.

 

COSTITUITA LA CONFEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PUGLIESI NEL MONDO

Eí stata costituita la Confederazione dei pugliesi nel mondo a cui aderiscono al momento: il CRATE, Molfettesi nel Mondo, Amici della Puglia di Mestre (VE), Associazioni  regionali di Charleroy (Belgio), Sydney (Australia), Buenos Aires, Tucuman e Mendoza (Argentina). Ne dý notizia il Dr. Antonio Peragine, presidente del Crate. La Confederazione delle Associazioni dei pugliesi nel mondo (CAPM) Ë una confederazione volontaria di Associazioni che operano per alimentare nei cittadini di origine pugliese e italiana, nei vari paesi di residenza, i valori che provengono dalla comune origine, per valorizzare il ruolo sociale, culturale, economico, istituzionale e per consentire anche la migliore integrazione degli immigrati in Italia. La Confederazione intende operare per la soluzione dei problemi dellíemigrazione e della immigrazione, per la difesa dei diritti politici, civili, sociali dei pugliesi residenti in altri paesi, per la loro integrazione paritaria nei paesi ospitanti, nel rispetto delle singole peculiaritý culturali e linguistiche. Alla Confederazione possono aderire tutte le Associazioni dei pugliesi nel mondo, Associazioni degli immigrati in Puglia, le Federazioni e gli Enti pubblici e privati. Alla guida della Confederazione Ë stato eletto il Dr. Antonio Peragine, presidente del Centro Regionale Assistenza e Tutela degli Emigranti della Puglia.

Per informazioni e chiarimenti:

e-mail: info@crate.it ñ www-crate.it

e-mail: info@pugliesinelmondo.com ñ www.pugliesinelmondo.com

 

BUDGET DIMEZZATO PER GLI ISTITUTI DI CULTURA ITALIANI ALLíESTERO

Nuovo corso per la cultura italiana nel mondo; anche se Ë un ìcorsoî un poí povero. Il ministero per gli Affari esteri ha diffuso una nota riservata a tutti gli Istituti italiani di cultura nel mondo specificando che, a partire dal 2003, le iniziative che sosterranno dovranno essere indirizzate soprattutto alla diffusione e al sostegno dellíimmagine produttiva del nostro paese. Insomma: vendere, vendere, vendere! Attitudine non esattamente pertinente delle nostre ambasciate culturali nel mondo. Ma non Ë questo il vero nodo della questione: il guaio Ë che per raggiungere il loro risultato (che Ë come dire il loro fatturato), queste piccole-grandi aziende avranno a disposizione un budget dimezzato, come previsto dalla legge finanziaria appena, faticosamente approvata. In molti casi, il taglio dei finanziamenti 2003 agli Istituti, infatti, raggiunge il 50%. (da ìil Riformistaî, 8 gennaio)

 

RIUNITA A ROMA LA PRESIDENZA DELLíAITEF

In occasione del Nuovo Anno, il Comitato di Presidenza dellíAITEF, riunito a Roma in via straordinaria, sentito le relazioni del Presidente Caria, del Segretario Generale Ortu e dei Responsabili regionali, ha deliberato di rivolgere a tutti i connazionali allíestero ñ in qualunque latitudine vivano ed operino ñ un ideale, caloroso e fraterno augurio di sempre maggiore prosperitý ed il pi˜ vivo apprezzamento per avere dato un determinante contributo umano e lavorativo alla creazione di condizioni di sviluppo e di progresso dei Paesi di adozione e dellíItalia, nonchÈ di rapporti di feconda collaborazione tra loro.

La Presidenza AITEF ha deliberato, quindi, di ribadire il proprio impegno a proseguire, con rinnovata determinazione, nella propria opera di proposta anche in sede politico-parlamentare affinchÈ le Istituzioni centrali e regionali dimostrino maggiore sensibilitý nellíaffrontare le problematiche migratorie tuttora insolute.

La Presidenza AITEF ha espresso condivisione, infine, sui contenuti degli schemi di proposte di legge elaborati dal Segretario Generale Ortu in materia di assistenza, di associazionismo e di informazione: schemi che verranno approvati, nella loro stesura definitiva, in occasione della prossima riunione del 26 gennaio.

 

SIENA ACCOGLIE I FIGLI E I NIPOTI DEGLI EMIGRATI TOSCANI

Vengono dallíArgentina e dal Brasile, dallíUruguay e dallíAustralia. IN tutto sono 26, tra ragazze e ragazzi e dal 9 gennaio hanno incominciato a frequentare i corsi di lingua e cultura italiana organizzati dalla Regione Toscana presso líUniversitý per stranieri di Siena. Per molti di loro si tratta del primo viaggio nella terra dei loro nonni o genitori, di uníoccasione straordinaria per realizzare un sogno, vissuto finora attraverso ricordi e racconti di famiglia. Ma Ë soprattutto un modo secondo la ìfilosofiaî di questi corsi previsti dal Piano regionale di interventi per i toscani allíestero ñ per riscoprire le proprie radici culturali e per mantenere vivo il rapporto con la Toscana.

ìNon mancherý líoccasione per incontrarsi personalmente ñ dice líassessore regionale alla cultura e alle comunitý toscane allíestero, Mariella Zoppi ñ ma intanto voglio subito salutare calorosamente questi ragazzi. Líinvito che mi sento di rivolgere a tutti loro Ë quello di far fruttare fino in fondo questa opportunitý non solo per approfondire la conoscenza della lingua e della cultura italiana, ma soprattutto per avere un confronto con i loro coetanei toscani, attraverso il quale apprezzare il senso e il valore delle loro comuni originiî.

Questo secondo ciclo di corsi ñnel luglio-agosto 2002 si Ë svolta la sessione estiva, cui hanno partecipato altri 71 giovani, divisi tra Siena e il Collegio Colombo di Viareggio ñ si concluderý il 31 gennaio prossimo. Il programma prevede, oltre alle lezioni, anche visite a musei e monumenti di altre cittý díarte toscane.

 

IL CAPO DELLO STATO HA RICEVUTO AL QUIRINALE IL MINISTRO TREMAGLIA
Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, Ë stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Il Ministro Tremaglia ha rinnovato al Capo dello Stato, come giý aveva fatto telefonicamente la sera del 31 dicembre, le espressioni di vivo apprezzamento per le parole dedicate agli italiani nel mondo durante il messaggio alla Nazione per il Nuovo Anno, quando il Presidente aveva rimarcato la propria ìriconoscenzaî verso le comunitý allíestero ìper il loro straordinario attaccamento allíItaliaî. Nel corso del colloquio, il Ministro Tremaglia ha illustrato nel dettaglio i risultati ottenuti circa il riconoscimento dei minimi di pensione e le molteplici iniziative che il Ministero ha in programma nel corso dellíanno per favorire la promozione dellíimmagine degli italiani nel mondo, entrati a pieno titolo, con il fondamentale riconoscimento dellíesercizio del diritto di voto, nella Costituzione della Repubblica acquisendo, di conseguenza, líassoluta paritý, sul piano dei diritti, con gli italiani in Italia.

 

PENSIONI, SPI CGIL: INACCETTABILI LE DICHIARAZIONI DI MARONI

Lo Spi Cgil esprime forte preoccupazione per le dichiarazioni del ministro del Lavoro Maroni in merito alla riforma pensionistica. PerciÚ ribadisce la contrarietý sia alla proposta di contribuzione previdenziale per i nuovi assunti, che metterebbe a rischio le casse degli enti previdenziali e quindi le pensioni degli attuali pensionati, sia allíobbligatorietý del trasferimento del Tfr ai fondi pensioni; dal momento che deve essere rispettato il diritto dei lavoratori a decidere líuso del proprio salario differito (tale Ë appunto il Tfr).

Lo Spi Cgil ritiene, inoltre, improprio riaprire una discussione sullíinnalzamento dellíetý pensionabile perchÈ nellíattuale situazione di grave crisi di grandi settori industriali e di invecchiamento della popolazione il problema vero Ë non solo incentivare con strumenti contributivi e fiscali la permanenza al lavoro degli anziani, ma anche proporre una politica per líoccupazione dei lavoratori anziani che oggi sono espulsi dallíattuale mercato del lavoro. Del resto la stessa proposta di decontribuzione per i nuovi assunti renderebbe pi˜ conveniente per le aziende sostituire lavoratori maturi con lavoratori giovani.

Se si vuole ottenere una permanenza al lavoro pi˜ lunga degli italiani bisogna costruire politiche coerenti con líobiettivo, che non puÚ essere raggiunto con semplici imposizioni legislative che produrrebbero contemporaneamente aumento della disoccupazione e impoverimento della popolazione anziana.

 

GUERRA ALLíIRAQ: Eí ORA CHE IL PARLAMENTO ITALIANO SI PRONUNCI

Una petizione che chiede líavvio di una iniziativa diplomatica italiana volta a fermare la guerra allíIraq Ë stata inoltrata lunedÏ 13 gennaio 2003 al Presidente della Camera, On. Casini. La petizione, promossa dalla associazione Un Ponte per Baghdad e corredata da migliaia di firme di cittadini, ai sensi dellíart. 109 del Regolamento della Camera dei Deputati dovrý essere sottoposta al vaglio della Commissione Esteri.

La presentazione della prima relazione degli ispettori dellíOnu, che stabilisce non esservi prova del riarmo iracheno, apre nuovi spazi allíiniziativa politica e diplomatica degli Stati per evitare un attacco allíIraq. Eí uníopportunitý che líItalia deve saper cogliere. La societý civile italiana, in tutte le sue componenti, si Ë espressa negli ultimi mesi contro la guerra. Tutti i sondaggi, inoltre, attestano che líopinione pubblica italiana non approva la guerra allíIraq. Singoli partiti ed esponenti politici hanno espresso la loro opinione. Sindaci, Consigli Comunali e Regionali hanno approvato mozioni. Tutti hanno detto che la guerra va evitata.

Manca tuttora qualsiasi espressione istituzionale da parte del Governo (per il quale hanno sinora parlato, e con accenti diversi, singoli Ministri) e, soprattutto, del Parlamento, depositario della volontý popolare. Questo silenzio non Ë pi˜ accettabile.

Eí stato detto che il Governo convocherý il Parlamento prima di dare un assenso alla partecipazione italiana, ma a quel punto sarý tardi. Attendere fino ad allora equivale a lavarsene le mani limitandosi, al pi˜, a ìchiamarsi fuoriî. Il ripudio della guerra, sancito dalla Costituzione, non Ë ìnon partecipazioneî, ma attivo impegno per impedirla.

ìLíItalia Ë un paese influente ñ ha dichiarato Fabio Alberti, presidente di Un ponte per Baghdad ñ e di primo piano sulla scena mondiale ed Ë tenuto ad esprimersi. Una posizione contraria ad un attacco militare, soprattutto se unita ad una iniziativa diplomatica, potrebbe contribuire ad allontanare lo spettro della guerraî.

 

LA NOMINA DI ANTONIO PERAGINE NEL CONSIGLIO NIAF

Il Dr.Antonio Peragine, presidente del CRATE (Centro Regionale Assistenza e Tutela degli Emigrati) della Regione Puglia ñ per il suo impegno a favore della collettivitý italo-americana Ë stato nominato componente del Consiglio Generale della NIAF (The National Italian American Fondation) degli USA per i suoi meriti e per líimpegno profuso nella sua attivitý in favore degli Italo-americani associati alla NIAF. La nomina, proposta al Consiglio Generale svoltosi a Washington nel mese di dicembre scorso ed approvata allíunanimitý, Ë stata comunicata al Dr. Peragine con nota e diploma del presidente nazionale NIAF, Sig. Frank J. Guarini.

 

PRESENTATO A ROMA IL LIBRO DI ENRICO PUGLIESE SU ìLíITALIA TRA MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E MIGRAZIONI INTERNEî

LunedÏ 13 gennaio, alle ore 16.00, Ë stato presentato, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche  il libro di Enrico Pugliese, edito da Il Mulino, ìLíItalia tra migrazioni internazionali e migrazioni interne.

A discutere degli immigrati in Italia e degli italiani allíestero  cíerano, con líAutore, Domenico De Sossi, Presidente della FUSIE (Federazione Unitaria della Stampa Italiana allíEstero), Antonio Golini, Presidente della Commissione Sviluppo e Popolazione delle Nazioni Unite e Padre Gaetano Parolin, Presidente del Centro Studi Emigrazione (CSER) di Roma.

 

LíASSOCIAZIONE ìRITORNAREî  VUOLE AIUTARE I DISCENDENTI DI ITALIANI IN ARGENTINA A TORNARE IN LOMBARDIA

Una nuova opportunitý per i figli e i nipoti di emigrati italo-argentini che desiderino ritornare in Italia: Ë infatti nata da poco pi˜ di un mese líassociazione ìRitornareî, presieduta proprio da un italo-argentino discendente di pavesi, Juan Carlos Zilocchi.

ìLa nostra Associazione ñ spiega Laura Ratner, anche lei italo-argentina, da 10 anni in Italia, oggi volontaria di ìRitornareî ñ si occupa di informare i discendenti di Italiani che vogliono ritornare, appunto, nel loro Paese díorigine. Ci occupiamo principalmente di fornire loro informazioni a livello burocratico: pratiche di soggiorno, ottenimento della cittadinanza, corsi di formazione, opportunitý lavorative, riconoscimento di titoli di studio, e cosÏ via. Ci tengo comunque a ricordare che siamo uníassociazione senza fini di lucro, quindi tutto ciÚ che facciamo, lo facciamo senza ricevere nulla in cambio. E questo Ë assolutamente importante: non vogliamo, infatti, che qualcuno guadagni sulla disperazione altruiî.

Dopo essere stata presentata nelle principali cittý lombarde ñ tra queste, Voghera, Pavia, Como ñ oggi ìRitornareî ha finalmente la sua base operativa a Brescia. Questo grazie soprattutto allíintervento del Presidente della Provincia Alberto Cavalli e dellíAssessore al Lavoro Riccardo Minini: sono stati loro, infatti, i principali promotori di questo progetto.

Attualmente, líassociazione lavora perÚ solo a livello regionale: ìovviamente ñ prosegue Laura ñ siamo nati da poco, quindi il nostro operato oggi Ë abbastanza ristretto, geograficamente parlando; ma questo non significa che nelle nostre intenzioni non ci sia la volontý di oltrepassare i confini regionali. Del resto, troviamo sostegno nelle entitý provinciali e regionali, quindi questo ci permette di operare maggiormente a livello locale, ma non ancora ad un livello pi˜ allargato. Questo perÚ non significa che forniamo la nostra assistenza solo ai discendenti dei Lombardi, bensÏ a chiunque desideri venire a vivere sul territorio regionaleî. Nonostante la giovanissima etý dellíAssociazione, ragguardevoli sono comunque i successi giý raggiunti: ìper ora ñ spiega ancora Laura ñ siamo giý riusciti a portare in questura pi˜ di una cinquantina di domande di soggiorno. Per ora si tratta di persone che giý vivono in Italia, e a cui serviva un aiuto di carattere burocratico. Ma non Ë escluso che si incominci anche presto a collaborare con le Associazioni di emigrati presenti sul territorio argentinoî. Chi volesse avere maggiori informazioni sullíAssociazione ìRitornareî e sul suo operato, puÚ telefonare al numero 030/3749442, oppure scrivere una e-mail allíindirizzo ritornare@provincia.brescia.it

 

MARTINI: ìFIDUCIA E SPERANZA HANNO ABBRACCIATO LULAî

Unico presidente del Regione ed anzi unico rappresentante istituzionale italiano alla cerimonia per líinsediamento del nuovo presidente del Brasile, IÒacio Lula, Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ha salutato il battesimo del nuovo governo dicendo che ìcon questo popolo di centinaia di migliaia di persone cíera anche un pezzo di mondo che si ritrova qui per dare il benvenuto a questa nuova speranza, a questo fatto straordinario che per la prima volta la sinistra vince in Brasile in modo democraticoî.

Martini ha ricordato che líinvito ufficiale del nuovo governo brasiliano ìË stato fatto al presidente della Regione e non al militante della sinistra in virt˜ anche del legame che si Ë costruito tra la Toscana e il Brasile ai tempi del Social Forum di Porto Alegre. Martini ha avuto una serie di incontri con i rappresentanti del governo brasiliano per discutere di nuovi progetti di cooperazione.

ìCon il Brasile ñ ha detto Martini ñ la Toscana ha giý avviato progetti di formazione, di assistenza umanitaria, di sostegno ai bambini, ed ora dovremo costruire qualcosa di pi˜ organico, vasto e strategico perchÈ in questo paese Ë in atto un esperimento di grande interesse, che puÚ cambiare anche la direzione delle cose sul piano mondialeî.

ìSono particolarmente colpito ñ ha aggiunto Martini ñ dai continui salti nel ëprotocolloí ufficiale della manifestazione, segno della straordinaria festa di popolo, dellíincredibile entusiasmo e della grande aspettativa che accompagnano líinsediamento. Dappertutto ho visto scritto lo slogan ìla speranza ha vinto la pauraî ed Ë uno slogan molto bello che mi ricorda quello che abbiamo vissuto a Firenze recentemente con il Social forum, quando dicemmo, appunto, che il dialogo ha vinto la paura e líindifferenzaî.

 

A GLASGOW  LA PRECONFERENZA EUROPEA DEI GIOVANI TOSCANI

Ancora una tappa di avvicinamento alla 2.a Conferenza Mondiale dei Giovani Toscani che si terrý nel prossimo mese di aprile in Toscana per iniziativa della Regione Toscana e del Consiglio dei Toscani allíEstero (CTE). Dopo le preconferenze  dellíAustralia e del Nord America, questa Ë stata la volta dellíEuropa (la quarta ed ultima preconferenza sarý quella di fine gennaio di La Plata in Argentina, che interesserý i giovani dellíAmerica Latina, dove giý Ë stata preannunciata la presenza del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, e della presidente del CTE, assessore Mariella Zoppi). Venti giovani, in rappresentanza dei giovani toscani dellíEuropa, si sono incontrati a Glasgow dove hanno discusso di lingua e cultura italiana, di formazione e lavoro, di volontariato, di solidarietý ed anche di questioni inerenti la vita istituzionale. Provvedendo, poi, ad eleggere come loro coordinatore il giovane Fabio Zanghi di Bruxelles.

Ai lavori, organizzati logisticamente dalle associazioni toscane della Scozia (Lucchesi nel Mondo e Cuori Cardosini), hanno partecipato alcuni rappresentanti  del Consiglio dei Toscani allíEstero e del Coordinamento Europeo delle Associazioni Toscane (CEDAT) tra cui il vice presidente del CTE, Sergio Scocci ed il presidente del CEDAT, Dino Nardi. Il vice presidente del Consiglio dei Toscani allíEstero, da parte sua, ha illustrato le iniziative che la Regione ha programmato per il 2003 a favore dei toscani allíestero ed in particolare di quelle  a favore dei giovani (le Borse di studio ìMario Ollaî sui mestieri tipici della Toscana, i soggiorni linguistico-culturali in collaborazione con le universitý di Siena e Pisa, i masters postuniversitari presso líIstituto santíAnna di Pisa).Mentre il presidente del CEDAT ha informato sulla nuova legge sul voto allíestero, sottolineando anche líimportanza della collaborazione dellíassociazionismo italiano per una corretta gestione delle anagrafi consolari, strumenti indispensabili per garantire a tutti gli aventi diritto il voto per corrispondenza previsto dalla nuova legge. Inoltre, Dino Nardi, che Ë pure membro del Consiglio Generale degli Italiani allíEstero, ha ricordato il ruolo svolto dai COMITES e dal CGIE, invitando i giovani ad impegnarsi non solo nellíassociazionismo italiano, in generale, ed in quello toscano, in particolare, ma anche in questi due importanti organismi istituzionali di rappresentanza degli italiani allíestero.

Alla preconferenza, aperta dal presidente dellíAssociazione dei Lucchesi nel Mondo di Glasgow, Liviano Vannucci, hanno poi portato anche il loro saluto il sindaco di Glasgow, Lord Provost Alex Mosson, il Console Onorario díItalia di Glasgow, avvocato Leandro Franchi, ed il direttore dellíIstituto italiano di cultura per la Scozia, dottor Enzo Troili.

 

UNIONE EUROPEA ñ IL 21 GENNAIO CONSIGLIO FINANZIARIO IN ALLARME

Il Consiglio finanziario si appresta a modificare i piani di stabilitý fra incertezze e contrasti. Specialmente la Germania e la Francia rischiano procedure di infrazione per la crescita dei deficit di bilancio. Il commissario Solbes, in data 8.1.2003, anche in base al Trattato di Maastricht, ha reso noto le raccomandazioni ai singoli Governi, dai contenuti in parte giý noti. Procedura anti-deficit eccessivo nei confronti della Germania che dal 2000 vede salire il proprio deficit strutturale, che líanno scorso ha visto quello nominale toccare nientemeno che il 3,8% del Pil mentre, con il 60,9%, anche il rapporto debito/Pil ha superato, sia pure leggermente, il tetto invalicabile del 60% stabilito da Maastricht. Il tutto con il rischio che anche líanno prossimo il disavanzo resti sopra il tetto proibito  del 3% mentre il debito potrebbe salire al 62%, soprattutto se la crescita economica si rivelasse inferiore alle attese. Dietro la negativa performance tedesca, un tasso di sviluppo ìdecisamente inferiore alle previsioniî, la ìchiara sottovalutazione dellíimpatto della riforma fiscale societaria sulle entrate dellíerario nel 2001 e 2002 e il surriscaldamento delle spese, in particolare sanitarieî.

Di qui la raccomandazione a Berlino perchÈ ìponga fine al pi˜ presto allíattuale situazione di deficit eccessivo dando rigorosa esecuzione alle misure di bilancio decise e annunciate nel bilancio 2003". Teoricamente per questíanno il Governo tedesco prevede un deficit del 2% a fronte di una crescita  economica dellí1,5%.

ìMa siccome la crescita probabilmente sarý inferiore, líobiettivo rischia di non essere raggiunto, senza contare che la sua realizzazione dipende dalla piena attuazione dei provvedimenti allíesame del Bundesrat nonchÈ dalla riforma del mercato del lavoroî. E dello Stato sociale, sistema pensioni in testa. Per questo Bruxelles chiede a Berlino di adottare se necessario anche ulteriori correttivi, da presentare entro il 21 maggio prossimo, per garantire che il disavanzo scenda sotto il 3% nel 2003 e si riduca ulteriormente nel 2004 e si fermi la crescita del debito.

Nel caso della Francia, oggetto invece della procedura di ìearly warningî in quanto il suo disavanzo si avvicina pericolosamente al 3% tanto che ìesiste il serio rischio che lo superi questíannoî, le raccomandazioni di Solbes sono altrettanto severe e puntuali. Líaggiustamento pari allo 0,2% del Pil, invece dello 0,5% annuo richiesto dallíaccordo Ecofin di novembre, appare inadeguato a garantire sia che il 3% non verrý superato questíanno sia che sarý raggiunto il pareggio di bilancio nel 2006.Pareggio reso difficile anche dal fatto che il pacchetto di riduzione delle imposte, in vigore a partire da questíanno, non Ë per ora accompagnato da paralleli tagli nelle spese strutturali, sanitarie in testa. Finanze pubbliche sane, ha ricordato Solbes, sono essenziali per un Paese come la Francia il cui bilancio giý nel 2006 sarý chiamato a fare i conti con il problema dellíinvecchiamento della sua popolazione.

 

Riassumiamo le regole europee sul bilanci.

Il ìPatto di stabilitý e di crescitaî fu approvato dai Paesi dellíUnione europea nel 1997, per evitare che la deriva dei conti di uno o pi˜ Paesi mettesse in pericolo la stabilitý dellíUem lanciata poi nel 1999.

* Obiettivi

La regola fondamentale del Patto impone ai Paesi di Eurolandia, ovvero líUnione economica e monetaria europea (Uem), di mantenere il disavanzo pubblico sotto il 3% del prodotto interno lordo, e di puntare a bilanci in pareggio nel medio periodo (senza perÚ fissare per il riequilibrio dei conti una data precisa),

* Programmi di stabilitý

Ogni anno i membri dellíUem inviano a Bruxelles i propri ìprogrammi di stabilitýî nazionali, in cui aggiornano il percorso pluriennale di risanamento dei conti pubblici, i tre Stati membri dellíUe, ma non dellíUem (Gran Bretagna, Svezia e Danimarca), elaborano dei ìprogrammi di convergenzaî.

* Early warning

Quando un disavanzo si avvicina pericolosamente alla soglia del 2% del Pil, il Paese in questione Ë oggetto di un monito preventivo (ìearly warningî) che viene preparato dalla Commissione Ue ñ come Ë successo ieri per la Francia ñ ma che deve essere poi approvato dal Consiglio Ecofin a maggioranza qualificata. Nellíearly warning sono indicate le contromisure che secondo Bruxelles devono essere adottate per ridurre il deficit.

* Deficit eccessivo

Quando il disavanzo raggiunge o supera la soglia del 3%, viene aperta la ìprocedura per deficit eccessivoî, un iter lungo e complesso (sempre scandito dalle proposte della Commissione e conseguenti approvazioni del Consiglio Ecofin) che, in caso di persistente inadempienza di un Paese, puÚ portare alla fine anche allíimposizione di vere e proprie sanzioni economiche nei suoi confronti. Il Portogallo Ë stato il primo Stato di Eurolandia a incappare líanno scorso in questa procedura, e ieri Ë stata la volta  della Germania.

* Deficit e stabilizzatori

Per misurare pi˜ correttamente un disavanzo (anche se ai fini del Patto conta quello nominale) ci si riferisce anche al deficit ìstrutturaleî o ìcorrettoî in relazione al ciclo economico, intendendo il saldo depurato dagli elementi pi˜ dipendenti dalle oscillazioni congiunturali (come entrate fiscali o spese di protezione sociale). Generalmente la Commissione ammette, ma solo per i Paesi con conti giý in ordine, il ìpieno ricorso agli stabilizzatori automaticiî, che significa tolleranza per un deterioramento degli elementi pi˜ ciclici di un bilancio pubblico in relazione a un rallentamento economico.

 

Il punto pi˜ debole delle impostazioni comunitarie sta, secondo noi, nel fatto che le regole del 1997 non reggono pi˜ al confronto con i fatti mondiali, sono troppo burocratiche e si richiamano a ìuna finanza sanaî elaborata a tavolino.

Allíindomani dellíannuncio del piano Bush da 674 milioni di dollari per stimolare crescita e occupazione negli Stati Uniti (piano che, per Bruxelles, non sarebbe applicabile a Eurolandia), Solbes ha invece ribadito che ìin Europa sono le finanze la condizione per una crescita  durevole e per la creazione di nuovi posti di lavoroî. In altre parole che la logica del Patto di stabilitý e i margini di manovra offerti dagli stabilizzatori automatici restano strumenti adeguati ad affrontare una congiuntura economica che non solo non promette granchÈ, ma potrebbe addirittura peggiorare nei prossimi mesi visti il deterioramento ulteriore della domanda registrato in Europa in dicembre, visti líimprovvisa impennata dei prezzi del petrolio e il rafforzamento dellíeuro.

Di qui le difficoltý che il Consiglio Ecofin del 21 gennaio avrý di fronte a sÈ, per decidere cioË se prendere in toto o ritoccare le pagelle presentate dalla Commissione europea sui programmi di stabilitý aggiornati di 5 dei 12 Paesi dellíarea, Germania, Francia, Italia, Finlandia e Grecia oltre alla Svezia. Pedro Solbes, il responsabile Ue del dossier, ieri ha fatto fino in fondo la sua parte distribuendo giudizi e raccomandazioni che hanno confermato una volta di pi˜ che Eurolandia soffre di una sindrome da squilibri franco-italo-tedeschi mentre i conti pubblici dei due Paesi scandinavi vanno bene e quelli della Grecia, anche se non brillano, marciano faticosamente nella buona direzione.

Che avverrý quando il confronto sarý in ambito di uníEuropa a 25 membri, con líingresso di economie pi˜ deboli, Ë quanto dovrý stabilire la nuova Costituzione, se non si vuole ingabbiare líEuropa in una camicia di forza insostenibile e burocratica. (G.V.)

 

TONY VACCARO PRESENTA A CAMPOBASSO ìLA MIA VITA PER IMMAGINIî

Tony Vaccaro, il fotografo di fama mondiale originario del Molise, Ë stato il protagonista dellíincontro che il Centro di Studi sui Molisani nel Mondo, in collaborazione con líIRRE Molise e con líUniversitý della Terza Etý e con il patrocinio dellíAssessorato allíEmigrazione della Regione ha organizzato per martedÏ 14 gennaio, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Provinciale ìP.Albinoî di Campobasso.

Vaccaro, che ha appena compiuto ottantíanni di vita e sessanta di professione, nella lezione intitolata ìLa mia vita per immaginiî, ha raccontato il suo percorso di uomo e la sua carriera di fotografo attraverso le immagini pi˜ significative, selezionate nella sua ricchissima produzione. Si Ë trattato di una occasione di grande interesse storico e culturale e di notevole impatto emotivo. Vaccaro, infatti, dopo la nascita a Greensburg (Pennsylvania) nel 1922, fu portato dalla madre con le sorelline a Bonefro, il paese di origine, e vi rimase diverso tempo per la morte improvvisa e misteriosa sia della madre che del padre. Nel í39, a ridosso della seconda Guerra Mondiale, come cittadino americano fu richiamato negli USA e si insediÚ a New Rochelle (NY), presso parenti, dove frequentÚ alcuni corsi di studio, tra cui uno di fotografia. Chiamato alle armi, ottenne di svolgere nella sua compagnia il compito di fotografo, che gli consentÏ di accumulare un patrimonio inestimabile di immagini sulla liberazione dellíEuropa da parte delle truppe alleate, dallo sbarco in Normandia allíoccupazione di Berlino. Alcune di quelle foto sono state prese come simbolo in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione. Anche per questo, il presidente francese MittÈrand gli ha concesso la Legion díOnore. Dopo la guerra ha collaborato ai maggiori giornali e riviste internazionali. Nel corso degli anni í50 e í60 ha soggiornato per lunghi periodi a Roma, da dove Ë tornato frequentemente nel Molise per fotografare persone ed aspetti della societý contadina, attraversata in quegli anni da processi di profonda trasformazione.

Nel corso della sua lunga carriera ha conosciuto e spesso familiarizzato con le maggiori personalitý della cultura e dello spettacolo del Novecento: Picasso, Chaplin, Le Corbusier, Wright, Marcel Marceau, Ernst, Pollock, Peggy Guggenheim, Anna Magnani, Sofia Loren, Kennedy e tanti altri che nella sua professionalitý e amabilitý hanno trovato motivi di fiducia e di simpatia.

Ha ricevuto premi prestigiosi, tra i quali líOscar della Fotografia. Le immagini della sua produzione sono alla base di 12 libri di fotografie e di numerose mostre, realizzate in diversi paesi del mondo, líultima delle quali ñ Shots of War ñ in queste settimane Ë aperta in Lussemburgo presso il museo cittadino del capoluogo del Granducato.

Eí tornato in queste settimane in Molise per fotografare i paesi e le situazioni del terremoto. ìLa mia vita per immaginiî Ë stata presentata nellíAuditorium della Biblioteca Provinciale martedÏ 14 gennaio alle ore 10,30 agli studenti delle scuole medie superiori, alle 17,30 al pubblico interessato allíavvenimento.

 

DOCUMENTAZIONE

 

RICORDO DI FRANCESCO DE MARTINO

 

Abbiamo a suo tempo dato notizia della scomparsa del Sen. Francesco De Martino (Emigrazione Notizie, N. 42, 27 novembre 2002).

Riteniamo opportuno ricordarlo in modo pi˜ completo pubblicando il discorso che il compagno Elio Capodaglio, giý collaboratore dello stesso De Martino, ha tenuto AllíUniversitý di Ancona il 9 dicembre 2002, in occasione della premiazione degli studenti da parte del Circolo ìRiccardo Lombardiî.

 

Francesco De Martino nasce a Napoli il 31 maggio 1907 da una famiglia della piccola borghesia e muore a Napoli il 18 novembre del 2002: aveva 95 anni.

Si puÚ ben dire perciÚ che la sua vita coincide, quasi interamente, con il XX secolo.

CercherÚ qui di illustrare brevemente le sue molteplici attivitý: nel campo degli studi storici, giuridici e dellíinsegnamento universitario; nel campo ideologico, politico, parlamentare, prima come militante e dirigente del partito díazione e poi del partito socialista italiano, di cui Ë stato segretario dal 1963 al 1970 e poi di nuovo dal 1972 al 1976.

Mettiamo a fuoco intanto líuomo e la sua vita privata: ecco come egli parla della sua famiglia: ìraramente vi Ë stata uníunione pi˜ felice della mia. Mia moglie Ë stata una compagna ed una madre impareggiabile, che ha diviso le vicende buone e cattive della mia vita, ha accettato tutti i sacrifici a cominciare dalle ristrettezze economiche di lunghi anni e dalla lontananza che prima la vita universitaria e poi la politica mi imposero. AllorchÈ la politica mi fece occupare importanti incarichi, anche di governo, ella rimase semplice e schiva di onori. La sua dedizione alla famiglia era totaleÖha sopportato con coraggio i tremendi giorni del rapimento di Guido.

Io mi sono battuto per il divorzio ed ho approvato la legge sullíaborto. Considero líuno e líaltro come scelte di ordine morale, sulle quali la legge non deve intervenire. Ma nella mia famiglia non Ë mai esistito un problema del genere.

Non vi fu mai nulla da indurci a pensare al divorzio.

Per líaborto, le premesse avrebbero potuto spingere a desiderarlo dopo il terzo figlio. Ma la nostra morale e la concezione della famiglia non ci fecero mai balenare una simile idea ñ e non perchÈ la legge allora lo vietasseÖ [oggi] non mi riesce di comprendere come si stia tentando di vietare líaborto con un assurdo capovolgimento di una tradizione giuridica consolidata da secoli ed in larga parte anche scientifica, chiedendo di riconoscere allíembrione lo stato di persona. Saggiamente il diritto romano aveva regolato e tutelato le legittime aspettative patrimoniali del nascituro, considerandolo come giý nato, ma ovviamente solo nel caso in cui poi nascesse vivo e vitaleî.

Ancora: ìho avuto con i miei figli una sorta di invidiabile sodalizio, il dono pi˜ caro della mia esistenza. Anche dai miei numerosi nipoti sto ricevendo grandi soddisfazioni (FDM, intervista sulla sinistra italiana di Sergio Zavoli, Laterza 1998).

Questo era líuomo nella sua vita privata e familiare: un esempio che rende superfluo ogni commento.

 

Ed ora qualche cenno alla sua intensa e feconda attivitý di studioso: essa comprende il periodo che inizia nel 1926, quando si iscrive alla facoltý di Giurisprudenza allíUniversitý di Napoli e continua praticamente fino alla sua morte; quasi ottanta anni di studi, di ricerche, di pubblicazioni, di insegnamento universitario a migliaia di studenti che ancora oggi lo continuano a conoscere tramite i suoi libri, sÏ che si puÚ dire che egli Ë ancora in mezzo a loro.

Il suo primo lavoro Ë costituito dalla tesi di laurea sulla giurisdizione nel diritto civile con uníampia introduzione storica a cominciare dal diritto romano.

In quellíanno (1933) De Martino scrive anche un volumetto sullo Stato di Augusto e poi si presenta allíesame per la libera docenza senza alcun appoggio: vi fu accesa discussione ma alla fine egli ottenne la libera docenza, e il testo della ìgiurisdizioneî, riveduto ed ampiamente corretto, fu pubblicato da Piero Calamandrei, che allora dirigeva la collana di studi processuali della CEDAM.

A conclusione di questa fase Francesco De Martino viene proposto per un incarico in una materia romanistica, partecipa al concorso per la cattedra di Diritto Romano, e sceglie di insegnare prima allíUniversitý di Messina e poi a quella di Bari.

Siamo nel 1939-1940.

Nel 1941 consegue líOrdinariato con vari nuovi scritti, tra cui un saggio intitolato ìIndividualismo e diritto romanoî, nel quale contesta una serie di interpretazioni sulla natura del Diritto Romano contenute nel manifesto politico del partito nazional-socialista tedesco ottenendo cosÏ le prime attenzioni della polizia politica fascista.

Nel 1942 vince il concorso per professore ordinario e viene chiamato allíUniversitý di Bari a ricoprire la cattedra di Storia del Diritto Romano e, 7 anni dopo, Ë chiamato dallíUniversitý di Napoli alla cattedra di Storia del Diritto Romano, che terrý per oltre ventíanni, fino al collocamento in pensione nel 1972, quando su proposta della Facoltý verrý nominato con Decreto del Presidente della Repubblica, Professore emerito e, qualche tempo dopo, socio corrispondente dellíAccademia Nazionale dei Lincei e poi membro nazionale di essa.

Ma non viene meno il suo impegno professionale allíUniversitý.

Le sue lezioni non verranno mai abbandonate cosÏ come i suoi impegni di docenza e la sua attivitý di ricerca; anzi proprio in questi anni í50 cominciano a vedere la luce i primi volumi della ìStoria della costituzione romanaî in 6 volumi, uníopera vasta e approfondita, fondamentale per numerose generazioni di studenti, testimonianza di una instancabile attivitý di ricerca che durerý pi˜ di un ventennio (il 6ƒ volume uscirý nel 1972). Da ricordare ancora, tra i suoi libri, "La storia economica dell'antica Roma", e nel 1983 "Un'epoca del socialismoî.

Nellíinsieme si tratta di studi che hanno recato un grande contributo allo sviluppo di questa parte della nostra storia per il loro alto valore scientifico.

 

CercherÚ in questa ultima parte di parlare sullíattivitý politica di De Martino.

Essa inizia, praticamente, nel 1943, con la sua adesione al Partito díAzione che a Napoli come nel resto díItalia agisce ancora nella clandestinitý e dopo lí8 settembre si batte, insieme agli altri partiti antifascisti, contro líoccupazione militare tedesca.

Fuggiti verso nord i Tedeschi e tornata ñ dopo quasi ventíanni ñ la libertý di parola e di stampa, si vanno delineando nel partito díazione due correnti: una che fa capo ad Ugo La Malfa ed Adolfo Amodeo che potremmo definire di tendenza moderata; e líaltra, che fa capo ad Emilio Lussu, che possiamo chiamare di tendenza socialista.

De Martino Ë con Lussu.

Intanto, col referendum del 2 giugno 1946, gli italiani cacciano la monarchia e votano per la Repubblica: il PSI Ë il primo partito della sinistra.

Ecco perÚ, nel gennaio 1947, la prima scissione nel PSI di questo dopoguerra: essa rappresenta la prima vera tragedia del movimento operaio e possiamo dire della democrazia italiana nella seconda metý del ë900, perchÈ dopo di allora una vera e propria unitý della sinistra e del movimento socialista non solo non si Ë pi˜ ricostituita ma Ë continuato il fenomeno scissionistico e di contrapposizione che dura tuttora.

Io ero presente al quel 25ƒ Congresso del PSI come delegato della Federazione di Macerata; ero molto giovane e quindi con poca esperienza: non percepii perciÚ immediatamente ñ come invece accadde a molti altri compagni un poí pi˜ anziani ñ la gravitý dellíevento e delle sue incalcolabili conseguenze che divennero perÚ sempre pi˜ chiare a tutti nel corso del tempo.

La seconda batosta, in parte figlia della prima, la avemmo con le elezioni politiche del 18 aprile 1948, che videro largamente vittoriosa la DC e sancirono la perdita del primato socialista nellíambito della sinistra.

Poco dopo il PdA si scioglie, la maggioranza di esso confluisce nel PSI. Anche De Martino.

Io ebbi modo di incontrarlo e per la prima volta di parlarci al Congresso Socialista di Firenze nel maggio 1949 e fui colpito dalla profonditý della sua cultura e dallíequilibrio dei suoi giudizi politici.

Con Giorgio Amendola, egli dirige in quel tempo la rivista ìCronache Meridionaliî, del Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno; partecipa alla lotta contro la ìlegge truffaî e, qualche anno dopo, al Congresso socialista di Torino del 1955, insieme a Nenni e Morandi contribuisce alla formazione di un documento congressuale di apertura al movimento cattolico: cíero anchíio a Torino e non vi nascondo che la presenza in uno dei palchi del teatro dellíOn. Guido Gonella, della direzione della DC determinava in molti di noi la sensazione dellíapprossimarsi di molte novitý.

Il 1956 Ë líanno del rapporto Krusciov al 20ƒ Congresso del PCUS e della rivolta ungherese: i socialisti, anche per questi avvenimenti tendono sempre di pi˜ a marcare le loro scelte in molti casi ormai differenti da quelle comuniste.

Si fa strada la politica dellíautonomia socialista e, con essa, la stagione dei governi di centro-sinistra: insieme a Nenni e Lombardi, De Martino Ë tra i protagonisti di quella stagione.

1963: il PSI forma il nuovo governo con la DC per la prima volta dopo   il 1947; Moro Ë Presidente del Consiglio, Nenni vice-Presidente.

Ma ecco una nuova scissione: la sinistra del PSI esce dal partito e, nel 1964 dý vita al PSIUP: vanno via 27 deputati, 111 senatori, molti dirigenti e funzionari del partito.

Anche io venni allora interpellato, ma rifiutai di partecipare alla scissione perchÈ per me líunitý del partito veniva prima della sua politica e non viceversa.

Intanto líatmosfera generale del Paese si andava deteriorando.

Il Governo Moro-Nenni entra in crisi ed il Generale De Lorenzo, comandante dellíArma dei Carabinieri progetta un colpo di stato di sui si avrý notizia soltanto molto tempo dopo.

Nel 1966 socialisti e socialdemocratici tentano con líunificazione, di invertire la tendenza alle scissioni; ma il nuovo partito socialista unificato avrý vita breve non essendo stato il fatto organizzativo adeguatamente preparato a livello politico.

Proprio in quei giorni ñ e mi piace ricordarlo ad Ancona dove egli era stato eletto senatore ñ muore a Zurigo il compagno Giacomo Brodolini e De Martino lo vede spegnersi mentre ancora continuava a fargli domande sulla situazione italiana come racconterý lo steso De Martino nel 1988 quando venne a commemorarlo a Recanati.

ìNon riesco davvero a cancellare dalla mia memoria líultimo incontro a Zurigo, a qualche giorno dalla morte líemozione che provai nel trovare un uomo che nonostante tutto era sempre interessato a quello che avveniva in Italia e con la sua debole voce, resa sorda dal male, col respiro affannoso, chiedeva notizie come se avesse dovuto ancora vivere a lungoî.

Intanto la situazione economica e politica del paese si deteriora sempre pi˜, líinflazione cresce fino a raggiungere il 20% del valore della Lira.

I rapporti tra DC e PSI si incrinano nuovamente e una proposta di De Martino per equilibri politici pi˜ avanzati, cioË per il coinvolgimento ufficiale del partito comunista italiano nel governo, viene respinta e dý luogo alla crisi di governo.

Le nuove elezioni politiche del 20 giugno 1976 anzichÈ premiare la fermezza del Psi e la chiarezza della sua linea politica verso la Dc e verso il Pci, deludono i socialisti per il magro risultato: 9,6%. CosicchÈ pochi giorni dopo, nel luglio del 1976, al Comitato Centrale del Psi convocato allíalbergo Midas sulla via Aurelia a Roma, De Martino viene di fatto obbligato a dimettersi e al suo posto viene eletto Bettino Craxi.

A Sergio Zavoli, che nella giý citata intervista gli domanda se non gli sia mai venuto il dubbio di aver sbagliato quella volta al Midas, rinunciando a battersi quando ancora avrebbe potuto modificare il corso delle cose o, se non altro, degli eventi, De Martino risponde cosÏ: înon Ë un dubbio, ma in un certo senso un rimorso. Fui spinto da una reazione morale contro il modo in cui le cose avvennero, dopo che al congresso del marzo í76 avevo dichiarato esplicitamente che non volevo mantenere la segreteria se non per breve tempo, per dare il tempo di assicurare un passaggio senza scosse. Il mio rammarico Ë di non aver compreso il senso politico dellíoperazione del Midas che in quel momento mi parve dettata da uníaspirazione legittima di una generazione pi˜ giovane. Se avessi compreso che si mirava in realtý a una trasformazione del partito, che lo avrebbe snaturato, mi sarei battuto, ed essendo stato eletto da un congresso sarebbe stato difficile rifiutare la richiesta di convocare un nuovo congresso. Compresi quello che stava accadendo troppo tardi, e questo Ë un errore che non mi sono perdonato.î

Intanto la torbida situazione del paese si aggrava ancora; nella primavera del í78 Aldo Moro viene rapito e ucciso; nellíagosto del 1980 gruppi  neofascisti aiutati dai cosiddetti ìServizi Deviatiî fanno saltare una bomba alla stazione ferroviaria di Bologna e pi˜ di 80 innocenti vengono uccisi mentre pi˜ di 200 sono i feriti. Craxi accentua la differenza della linea politica con quella del Pci, De Martino Ë eletto senatore a Napoli da comunisti e socialisti uniti, ma Ë líultima volta. Gli avvenimenti successivi sono storia di oggi: nel 1989 líUnione Sovietica si dissolve, le due Germanie si unificano, si scioglie anche il Pci e nasce il Pds. Nel 1991 il Presidente della Repubblica Cossiga nomina senatore a vita Francesco De Martino, inizia la stagione cosiddetta di tangentopoli, Craxi si dimette da segretario del Psi e il centrodestra vince le elezioni politiche del 1994. Nuove elezioni politiche nel 1996, questa volta vinte dal centro sinistra con líonorevole Romano Prodi e poi nel 2001 di nuovo la vittoria del centrodestra capeggiato da Silvio Berlusconi. Inizia cosÏ in Italia una fase politica nuova la cui trattazione va fatta a parte.