EMIGRAZIONE NOTIZIE N.2 - 22 GENNAIO 2003

LA CAMPAGNA PER I NINOS DI ARGENTINA ESTESA AGLI ITALIANI ALLíESTERO          

IRAQ: I DS ADERISCONO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 15 FEBBRAIO CONTRO LA GUERRA

FINANZIARIA, RIFORME COMITES E CGIE E VOTO ALLíESTERO IN UNA INTERVISTA AD ALDO DE MATTEO

FORUM ITALIANI NEL MONDO: ìANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO SCHIVA LA RIFORMA DEI COMITESî

ìIL NEMICO FRATERNOî NEL GIORNO DELLA MEMORIA  ALLíIIC DI COPENAGHEN

FALCADE: CORSI TURISTICO-ALBERGHIERI PER FIGLI DI EMIGRANTI DEL CENTRO E SUD AMERICA

TREMAGLIA: RESPINGO LA PROPOSTA DI ABOLIRE I REATI DI VILIPENDIO ALLA BANDIERA E CONTRO IL CAPO DELLO STATO

A TRENTO IL ìFESTIVAL DI LETTERATURA DELLA MIGRAZIONEî

IL GOVERNATORE DELLíILLINOIS HA SALVATO DAL BOIA 160 CONDANNATI ñ IL GRAZIE DEL PRESIDENTE DELLA TOSCANA

BERNA: LíAMBASCIATORE FERRARIN INCONTRA DELEGAZIONE DS

COMUNICATO DEL COMITES DI MONTREAL

IL REGNO DELLE DUEÖITALIE

MINORI CONTESI - TREMAGLIA HA RICEVUTO ALLA FARNESINA LA PICCOLA LAILA KRAIS

 

DOCUMENTAZIONE

PARLAMENTARI EUROPEI DS SCRIVONO A FASSINO PROPONENDO UNA GESTIONE UNITARIA DEL PARTITO

OPERATORI DI PACE NELLA POLITICA, NEL SINDACATO, NEL PATRONATO

 

 

LA CAMPAGNA PER I NINOS DI ARGENTINA ESTESA AGLI ITALIANI ALLíESTERO   
Pubblichiamo una ìLettera apertaî di Fassino e DíAlema, rispettivamente segretario e presidente dei Democratici di sinistra, indirizzata agli italiani allíestero, nel quadro della campagna a favore dei niÒos díArgentina.

Eí la stessa campagna lanciata in Italia per gli italiani residenti in patria prima delle festivitý di fine anno. La FIEI (Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione), in quellíoccasione, aveva dato non solo la sua piena e convinta adesione, ma  rilanciava líiniziativa, attraverso i propri siti telematici, invitando i propri associati e i lettori di ìEmigrazione Notizieî, soprattutto allíestero, a farsi promotori di una capillare campagna di solidarietý a favore dei bambini meno fortunati díArgentina.        
"L'Argentina Ë un paese travolto da una tremenda crisi economica e sociale, di cui non s'intravede ancora una soluzione. Oggi la situazione Ë drammatica sotto diversi punti di vista. Cresce spaventosamente la povertý anche tra coloro che fino ad alcuni mesi fa erano riusciti a mantenere un tenore di vita accettabile e i bambini - i niÒos - sono le prime vittime di questa tragedia. E non perchÈ manchino alimenti, ma perchÈ la povertý in cui sono cadute le loro famiglie impedisce di acquistarli ì. Inizia cosÏ la lettera di Fassino e DíAlema alle nostre comunitý allíestero.       
"L'Europa,  prosegue la lettera del segretario e del presidente dei DS, ha una grande responsabilitý, deve ridurre il suo attuale protezionismo, aprendosi alle importazioni argentine, dal momento che questa Ë la condizione per riattivare l'economia di quel paese. Ma anche l'Italia deve fare molto di pi˜ di quanto ha fatto finora perchÈ l'Argentina Ë un paese al quale siamo legati in modo profondo. Circa il quaranta per cento degli argentini discende da immigrati italiani e una percentuale molto alta di nostri concittadini ha un parente, o un avo, emigrato in quella terra. Siamo, dunque, in un rapporto fraterno con quel paese e sentiamo il dovere di fare qualcosa di concreto di fronte alla sua attuale situazione.     
Non possiamo restare inerti di fronte al rischio che dopo la scomparsa di un'intera generazione negli anni '70 (i trentamila giovani desaparecidos durante la feroce dittatura militare) si ripeta la stessa sciagura. Questa volta una generazione di bambini e di adolescenti argentini potrebbe essere segnata per tutta la vita dalla fame, dalla denutrizione, dalle malattie, dall'emigrazione forzosa.         
Per questo motivo, abbiamo promosso una campagna sui niÒos, basata sulla raccolta di fondi per sostenere le mense popolari delle poverissime province di Buenos Aires e di Rosario. Un pasto lÏ costa poco meno di un euro e, in questo modo, si possono sfamare migliaia di bambini.Abbiamo valutato, insieme ad associazioni che da anni fanno cooperazione con l'Argentina e a importanti personalitý di quel paese, come Estela Carlotto, storica dirigente delle "nonne" di Plaza de Mayo, e Perez Esquivel, Nobel per la pace, che fosse pi˜ utile l'invio di fondi che non quello di generi di prima necessitý, in quanto questi generi sono reperibili sul posto.         

L'uso delle risorse che verranno inviate, sarý garantito dall'ICEI (Organizzazione italiana Non Governativa e senza scopo di lucro per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo), in collaborazione con il Circolo Enrico Berlinguer di Buenos Aires. La distribuzione degli aiuti internazionali, sarý costantemente verificata in loco dai rappresentanti di queste organizzazioni. Ci rivolgiamo, dunque, come abbiamo fatto con i cittadini residenti in Italia, anche alle nostre comunitý all'estero affinchÈ si manifesti una diretta e concreta solidarietý nei confronti dei niÒos argentini. Nelle comunitý di origine italiana non sono mai mancati disponibilitý e sostegno ogni volta che si sia presentato uno stato di necessitý o una condizione di sofferenza collettiva. Anche in questo modo si possono rafforzare i vincoli profondi tra tutte le persone di origine italiana, in qualunque parte del mondo esse si trovino a vivere e ad operare.      
Fino ad oggi sono stati raccolti oltre 120 mila euro, a testimonianza dell'attenzione e della sensibilitý che la campagna verso i niÒos ha suscitato tra persone di  ogni orientamento.

Il nostro augurio - concludono Fassino e D'Alema - Ë che siano tanti, anche dall'estero, coloro che compiranno un piccolo gesto che possa far diventare realtý l'auspicio di avere in quella terra sofferente "un sorriso in pi˜ e un'ingiustizia in meno".         
Per contribuire alla campagna per i niÒos di Argentina, anche dall'estero si puÚ utilizzare il Conto corrente bancario n. 103934 della Banca Popolare Etica, intestato a ICEI,  Causale: Campagna NiÒos di Argentina - ABI 5018 - CAB 12100, Codice Swift IT 25 N050 1812 1000 0000 0103 934.

 

IRAQ: I DS ADERISCONO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 15 FEBBRAIO CONTRO LA GUERRA

Pubblichiamo la lettera di adesione che i DS hanno inviato mercoledÏ 15 gennaio  2003, agli organizzatori della manifestazione contro la guerra in Iraq che avrý luogo a Roma il 15 febbraio 2003. ìCari amici e cari compagni, i Democratici di Sinistra aderiscono alla manifestazione contro la guerra in Irak che si terrý a Roma il prossimo 15 febbraio nellíambito di una grande mobilitazione europea. Nel ribadire la assoluta prioritý di impegno chiaro ed esplicito contro il terrorismo, riconfermiamo la nostra convinzione sulle conseguenze incalcolabili che avrebbe oggi una nuova guerra: moltiplicherebbe le ragioni di tensione e di insicurezza, alimenterebbe il rischio del terrorismo internazionale, aggraverebbe la giý drammatica situazione in Medio Oriente, favorirebbe la crescita ulteriore di fondamentalismo nelle societý islamiche.

Non crediamo che la guerra sia inevitabile anche perchÈ la risoluzione 1441 sullíIrak non prevede alcun ricorso automatico allíuso della forza.

Per questo sosteniamo con convinzione gli sforzi delle Nazioni Unite per ottenere dal governo irakeno la conclusione positiva delle ispezioni e il disarmo di eventuali armi di distruzione di massa in suo possesso.

Per le stesse ragioni sosteniamo líiniziativa politica e diplomatica messa in campo dallíUnione Europea, in particolare in queste ultime settimane, verso i paesi arabi e gli altri attori della scena internazionale. Evitare la guerra si puÚ. LíItalia deve fare la sua parte, agire in concerto con i paesi europei e favorire posizioni comuni dellíUnione Europea.

Evitare la guerra significa costruire la pace.

In particolare significa agire per:

-       Sostenere ogni iniziativa di contrasto e lotta al terrorismo internazionale, colpendone organizzazioni, strutture, complici e finanziatori;

-       Interrompere líescalation di violenza in Medio Oriente e affermare una soluzione politica che garantisca sicurezza a Israele e una patria indipendente al popolo palestinese;

-       Rilanciare la lotta alla povertý e al sottosviluppo nel Sud del mondo e promuovere politiche di cooperazione e integrazione ñ come líarea euromediterranea di libero scambio ñ tra occidente e paesi arabi.

Per questi obiettivi di pace, sicurezza e cooperazione sono impegnati i Democratici di Sinistra

 

FINANZIARIA, RIFORME COMITES E CGIE E VOTO ALLíESTERO IN UNA INTERVISTA AD ALDO DE MATTEO         

Riprendiamo da Inform una interessante intervista dellíOn. Aldo De Matteo.

L'auspicio che in emigrazione i partiti facciano un passo indietro Ë una vecchia idea di Aldo De Matteo, che evidentemente risale alla sua militanza aclista ma che ha espresso coerentemente anche nel corso della sua attivitý politica e parlamentare. A De Matteo, componente del CGIE, segretario generale e membro dell'esecutivo internazionale del Movimento Europeo, abbiamo rivolto alcune domande sui temi pi˜ attuali che riguardano gli italiani all'estero.        
D. La legge finanziaria ha tenuto col fiato sospeso l'emigrazione, qual Ë il
suo giudizio, tenuto conto delle difficoltý in cui la legge Ë stata approvata?

Mi anticipa parte della risposta in quanto sono pesate sui capitoli di bilancio dell'emigrazione, cosÏ come su tutti gli altri, problemi di compatibilitý generali insieme a modalitý e procedure che hanno complicato ancora di pi˜ le cose. Di fatto, perÚ, il quadro delle richieste dell'emigrazione Ë stato accolto e, oggi,  sono disponibili maggiori risorse. Il punto debole di tutta la vicenda, sempre per quanto concerne le nostre comunitý all'estero, Ë la scarsa coscienza dei Deputati e deiSenatori delle conseguenze delle modifiche costituzionali approvate per assicurare l'elezione di una rappresentanza parlamentare dei nostri connazionali. Le modifiche causano una completa parificazione dei diritti. Si Ë sostanzialmente operato (e si opera) ignorando o non tenendo conto (con rischi anche di costituzionalitý) dell'elemento pi˜ straordinario che ha interessato l'emigrazione lungo la sua lunga storia.        
D. Il CGIE e il Ministro degli Italiani nel mondo quale ruolo hanno esercitato?

Il Ministro si Ë battuto con grande forza fino all'ultima possibilitý denunciando apertamente nell'intervento al Senato i pericoli di una possibile discriminazione (Tremaglia l'ha definita "vergognosa discriminazione") soprattutto per quanto concerne le pensioni minime: corrispondere ai connazionali residenti all'estero la differenza tra 123,77 e 516,45 euro mensili per l'innalzamento del minimo pensionistico. Si tratta di un diritto che non poteva essere cancellato rimettendo in discussione, giý alla prima occasione, la paritý conquistata. Il risultato, comunque raggiunto con una complicata manovra parlamentare (emendamenti e subemendamenti), su costante pressione del Ministro per gli Italiani nel Mondo, consente l'utilizzo di 60 milioni di euro.

Il CGIE ha fatto la sua parte. Forse Ë mancata una mobilitazione pi˜ ampia e incisiva, come Ë accaduto in altre occasioni. Non si possono disconoscere i benefici confermati dalla finanziaria. Prepariamo piuttosto le scadenze che dovremo affrontare: il rinnovo delle rappresentanze (Comites e CGIE) e le elezioni dei parlamentari.     
D. A proposito di Comites e CGIE, quali novitý si profilano?
        

Io sono favorevole ad approvare al pi˜ presto possibile la legge dei Comites e del CGIE con le modifiche pi˜ significative. Due elementi sono ineludibili: per i Comites occorre prevedere il voto per corrispondenza e definire il CGIE come "organo ausiliario dello Stato". Due modifiche che da una parte allargano la base elettorale introducendo un elemento qualitativo che vale anche in preparazione del voto politico, dall'altro assicurando un ruolo certo al parlamentino del CGIE nel nuovo quadro istituzionale che prevede la elezione di 18 parlamentari.        
D. E quali le prospettive del voto all'estero?
           
M sembra che la prospettiva del voto sta determinando una corsa dei partiti che rischia di compromettere la tradizionale unitý dei nostri connazionali. Di questo sono preoccupato. Dobbiamo avere la forza di proseguire sulla linea che ci ha portato a vincere la battaglia sul voto. Una "trasversalitý buona" per dare all'emigrazione una rappresentanza vera e incisiva, capace di farsi carico dei problemi generali e di sostenere le "specificitý" che permangono, come abbiamo constatato nell'approvazione della legge finanziaria.I partiti hanno un ruolo insostituibile e se in emigrazione faranno un passo indietro per valorizzare quanto emerge dalla societý civile, dimostreranno una capacitý di rinnovamento oggi pi˜ che mai sentita dalla gente e dagli stessi partiti che rischiano (chi pi˜ chi meno) una deriva plebiscitaria. Le candidature devono essere espressione delle forze associative, delle presenze solidaristiche, degli istituti radicati nelle nostre comunitý per evitare un processo degenerativo che l'uso dei media e la potenza economica potrebbero causare. Si tratta di non vanificare la rappresentanza dividendola in piccole appartenenze. Occorre cercare le formule pi˜ adatte tenendo conto che siamo di fronte alla prima votazione, con una norma che vieta giustamente ai non residenti all'estero di candidarsi. C'Ë nello spirito della legge una precisa indicazione da cogliere, su cui si deve riflettere prima di proporre aggregazioni che evocano un quadro vecchio nel pieno di una transizione istituzionale.Il vento che comincia a spirare non mi convince e proprio per questo propongo di avviare un confronto per evitare incomprensioni e contrapposizioni pregiudiziali che ci presentano un modo di fare politica che in emigrazione pensavamo di aver superato definitivamente.Questa proposta Ë fatta al buio, "sotto il velo dell'ignoranza" dal punto di vista dei risultati, ma risponde ad una vocazione delle nostre comunitý ed all'esigenza di non compromettere un processo democratico sin dai primi passi. Dobbiamo evitare le contrapposizioni ispirate al piccolo cabotaggio e sostenere una rappresentanza non corporativa, di respiro internazionale, che puÚ operare in modo prezioso sia sullo "specifico" dell'emigrazione che permane, sia sullo sviluppo di politiche che facciano tesoro delle esperienze multiculturali, multireligiose e multietniche di milioni di nostri connazionali. Siamo di fronte ad una grande sfida che non possiamo immiserire con "piccoli calcoli su piccolissimi numeri". (Inform/Emigrazione Notizie)

 

FORUM ITALIANI NEL MONDO: ìANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO SCHIVA LA RIFORMA DEI COMITESî

La discussione sulla proposta di riforma dei Comites firmata  dall'on. Calzolaio e altri deputati del Centro-Sinistra, che era stata messa all'ordine del giorno della Commissione Esteri della Camera per le reiterate e forti sollecitazioni dei rappresentanti del Gruppo dei Democratici di Sinistra, non ha potuto iniziare per la richiesta di rinvio da parte del Governo, che ancora una volta si Ë riservato di presentare un  suo disegno di legge. Sono passati sei mesi - Ë detto in una nota del Forum per gli Italiani nel  mondo - da quando il Governo aveva chiesto l'ultimo rinvio, sempre con la promessa di presentare un suo disegno di legge, ma ancora oggi l'evento non si Ë compiuto. E' da notare che l'on. Calzolaio aveva sollecitato sia la relatrice on. Patrizia Paolucci Tangheroni (FI) che il Sottosegretario Boniver, presente in rappresentanza del Governo, ad avviare almeno la discussione per consentire ai diversi gruppi di pronunciarsi sulla riforma, dichiarandosi anche disponibile a considerare il disegno di legge governativo come testobase una volta pervenuto in Commissione. Tutto questo per guadagnare tempo e per potere affrontare la prossima campagna di rinnovo dei Comites con una normativa rinnovata, come richiesto dal CGIE in occasione della sua riunione di fine d'anno. Nemmeno questa proposta Ë stata accolta.Ora il quadro Ë chiaro e spazza via il balletto di responsabilitý che Ë andato in scena nel corso dell'ultimo anno. A marzo, infatti, Il CGIE aveva messo a punto una sua proposta di articolato che aveva comunicato immediatamente agli interlocutori istituzionali. Il Ministero degli Italiani nel mondo l'aveva fatta propria inviandola al Ministero degli Esteri. Il MAE, a distanza di alcuni mesi, con il pretesto della verifica normativa e della preparazione per il concerto con altri ministeri, l'aveva stravolta nel merito, suscitando la reazione e le proteste dello stesso CGIE. Dopo mesi di silenzio, verso la fine dell'anno, quando giý si profilava, per bocca del Ministro Tremaglia, l'ipotesi di una leggina limitata a qualche punto di contorno, lo stesso CGIE con un duro documento aveva chiesto di votare per il rinnovo alla scadenza fissata con una legge che rispettasse le proposte avanzate inizialmente. Alla ripresa, dopo le ferie natalizie, il Ministro Tremaglia ha ripreso la posizione del CGIE ed ha scritto al Sottosegretario Letta ed al Ministro Frattini per sollecitare la proposta del governo. Oggi l'ennesimo "veronica" del MAE e del Governo, che hanno schivato anche questa scadenza.         
Sarebbe fin troppo facile - rileva infine il Forum per gli Italiani nel  mondo - dopo la vicenda ancora fresca della Finanziaria e questa ulteriore prova, trarre conclusioni politiche sull'attenzione del Governo verso i problemi degli italiani all'estero e sulla possibilitý di concreta incidenza del Ministro per gli Italiani nel mondo sulle decisioni che contano. Ci interessa di pi˜, tuttavia, chiedere che si riprenda immediatamente la discussione sulla riforma dei Comites intanto sulla proposta che c'Ë e che il Governo interrompa questo atteggiamento di  sostanziale boicottaggio, garantendo in tempi urgentissimi la possibilitý di rinnovare i Comites alla scadenza decisa con una nuova legge.

 

ìIL NEMICO FRATERNOî NEL GIORNO DELLA MEMORIA  ALLíIIC DI COPENAGHEN

Grazie al senso umanitario degli italiani, decine di migliaia di ebrei furono salvati negli anni atroci del fascismo e delle deportazioni naziste.

Molti diplomatici e molti militari non riuscirono a sopportare líidea del genocidio di donne, bambini, di gente innocente che avrebbe dovuto essere uccisa e deportata una volta approvata in Italia la legge ìsulla difesa della razzaî. Escogitando diversi espedienti burocratici queste persone misero in salvo oltre 40 mila ebrei contravvenendo agli ordini di Mussolini, nonostante fino a quel momento fosse ancora dominante líideologia fascista.

Sono vicende che verranno ricordate il 27 gennaio, la data in cui vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz e che Ë stata proclamata in Italia come il Giorno della Memoria, con la proiezione del documentario ìIl Nemico Fraternoî nellíauditorium dellíIstituto Italiano di Cultura di Copenaghen.

Líautore del filmato, Joseph Rochlitz, prende spunto dalla storia di suo padre, un ebreo che venne salvato da militari italiani durante líoccupazione nazista in Croazia. Da qui si dipana una lunga inchiesta sullíoccupazione italiana in alcune zone della Francia, della Grecia e della Yugoslavia, con interviste, foto e preziosi documentari dellíepoca, che testimoniano il coraggio e la determinazione con cui molti Ambasciatori, Consoli e rappresentanti delle forze armate italiane si contrapposero alle persecuzioni mettendo a rischio la propria vita.

 

FALCADE: CORSI TURISTICO-ALBERGHIERI PER FIGLI DI EMIGRANTI DEL CENTRO E SUD AMERICA

Il paese di Falcade (Belluno), in Val Biois nellíAlto Agordino, zona sciistica e di vacanza in ogni stagione dellíanno, consacrata prima stazione turistica italiana dellíarco alpino in una recente indagine statistica, ben introduce la notizia della collocazione presso il locale Istituto Alberghiero Statale, del corso turistico alberghiero per giovani discendenti di emigrati, organizzato in provincia di Belluno da quasi dieci anni dallíAssociazione Bellunesi nel mondo, con il fondamentale apporto finanziario della Regione Veneto.

Líiniziativa prende avvio dal primo febbraio, e si protrarrý per due mesi, sino a marzo. In tale periodo verranno impartiti ai dieci partecipanti, otto ragazze e due ragazzi provenienti da quattro nazioni del Centro e del Sud America, gli insegnamenti teorici e pratici legati al settore prescelto, desunti dalla esperienza dei corsi passati in modo da consentire, al termine, il rilascio di apposito attestato utile per líinserimento lavorativo nei rispettivi luoghi di residenza.

Merita sottolineare la continuitý nel tempo di tale impegno della ABM, sia nella durata e qualitý del corso (60 giorni), sia nel numero dei partecipanti (dieci persone) per i quali Ë prevista líospitalitý completa, sia nel rimborso agli allievi delle spese di viaggio dai rispettivi paesi nella misura del 50 per cento dellíimporto del biglietto aereo. Tutto questo, nonostante i continui aggravi delle spese generali sostenute, a fronte di un finanziamento pressochÈ congelato nel tempo.

I partecipanti, prescelti attraverso le segnalazioni delle varie Famiglie bellunesi e Associazioni venete nel mondo, sono questíanno: Crivelli Solavanc Lariza di Huatusco/Messico (famiglia originaria di Lentiai-Bl); Zanatta Aguilar Luis Lorenzo di Cordoba/Messico (famiglia originaria di Nervesa della Battaglia-TV); Crivelli Olivia di Cordoba/Messico (famiglia originaria di Lentiai-BL); Ligia Perin Medeiros di Guarapari/Brasile-ES (famiglia originaria di Venezia); Bosco Magnago Fernanda di Vitoria/Brasile/ES (famiglia originaria di Feltre); Barbiero Gomes Bianca di Vila Velha/Brasile-ES (famiglia originaria di Padova); Dalla Costa Daniel di Bento Goncalves/Brasile (famiglia originaria di Valdobbiadene-TV); Paganin Stragý Patrizia Marisol di Cittý del Guatemala/Guatemala (famiglia originaria di Longarone); Mattarolo Claudia di Merida/Venezuela (famiglia originaria di Vicenza); Della Vecchia Sampier Gina Lorena di Fortin/Veracruz/Messico (famiglia originaria di Belluno).

Durante il soggiorno a Falcade, oltre alla frequenza scolastica, sono previsti incontri e momenti conoscitivi della realtý veneta con spostamenti sul territorio.

Per informazioni: Associazione Bellunesi nel Mondo ñ Tel. 0437.941160

 

TREMAGLIA: RESPINGO LA PROPOSTA DI ABOLIRE I REATI DI VILIPENDIO ALLA BANDIERA E CONTRO IL CAPO DELLO STATO

Pubblichiamo la dichiarazione rilasciata dallíOn. Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel Mondo a seguito della proposta, formulata dalla Commissione Nordio per la revisione del Codice Penale, di depenalizzare i cosiddetti ìreati díopinioneî.

ìLa Bandiera Ë il simbolo della Patria. Il vilipendio alla Bandiera, líoltraggio alla Bandiera, che proprio perchÈ simbolo della Patria rappresenta la nostra storia, i nostri Caduti, la nostra vita, non puÚ essere considerato a livello di contravvenzione e va pertanto punito cosÏ come previsto dal nostro Codice Penale. Cedimenti in questo senso non sono compatibili con i sentimenti, gli ideali ed i valori a cui, in particolare, sono legati gli italiani nel mondo. Reagisco con forte determinazione alla proposta che appare formulata dalla Commissione Nordio, e respingo altresÏ il tentativo di togliere il reati che riguarda il vilipendio alla Nazione italiana e alle prerogative del Capo dello Stato. Questo dovrebbe avvenire nel momento stesso in cui viene esaltata la politica dellíitalianitý e il Presidente della Repubblica inneggia al Tricolore come atto formativo e di educazione delle nuove generazioni, e nel momento in cui si richiedono riforme ove si afferma un maggior prestigio e rappresentativitý del Capo dello Stato. Esprimo il mio deciso parere contrario alla iniziativa del Ministro di Grazia e Giustizia che mi auguro possa essere ritirata. On. Mirko Tremagliaî.

 

A TRENTO IL ìFESTIVAL DI LETTERATURA DELLA MIGRAZIONEî

Si svolgerý a Trento dal 4 al 9 febbraio la prima edizione deí ìIl gioco degli specchiî, il Festival di Letteratura della Migrazione promosso da Comune, Provincia Autonoma e Universitý degli Studi di Trento. Un incontro alla pari tra culture, per un colloquio profondo e uníospitalitý liberamente umana.

ìGiocano tra loro le situazioni speculari dellíimmigrazione e dellíemigrazione. E ci si specchia gli uni negli occhi degli altri: io so cosa sono, dove mi trovo, cosa penso se mi metto in confronto con te, se mi specchio in teî.

Il ëgiocoí prevede uníintera settimana allíinsegna dellíanimazione letteraria: letture pubbliche, incontri con gli autori, presentazioni di testi, spettacoli, dibattiti, rappresentazioni, film, animazioni teatrali. Si ascolteranno le voci degli artisti immigrati ed emigrati, che forniranno al pubblico una lezione di esperienza e formazione.

Il 2002 Ë stato promosso ad anno propedeutico alla manifestazione, attraverso líalternanza di eventi organizzati a vari livelli ñ bambini, ragazzi, adulti ñ da soli, in gruppi informali, a scuola, nella associazioni. Sotto il Patrocinio della Sovrintendenza Scolastica, i partecipanti hanno avuto la possibilitý di scegliere pagine stampate con gusto e interesse.

Quali gli autori? Scrittori stranieri immigrati in Italia, scrittori italiani emigrati, scrittori italofoni di varie nazionalitý e scrittori stranieri che faranno conoscere al meglio il proprio paese díorigine. Italianissimi, tra gli scrittori aderenti allíiniziativa, i nomi di Angelo Del Boca, Duccio Canestrini, Anna Nadotti, Carmine Gino Chiellino, Claudio Nereo Pellegrini, Renata DíAmico, Alessandro Tamburini, Lello Voce, Fausto Paradivino, Pietro De Marchi, Anna Felder, Marco Scardigli, Armando Gnisci, Giovanna Covi, Eleonora Forlani, Anna Vanzan, Renato Monteleone, Alexian Santino Spinelli, Lidia Amalia Palazzolo, Giovanni Mastrangelo ed Elisabetta Bartuli.

 

IL GOVERNATORE DELLíILLINOIS HA SALVATO DAL BOIA 160 CONDANNATI ñ IL GRAZIE DEL PRESIDENTE DELLA TOSCANA

Una lettera per dire grazie, grazie per un atto di clemenza collettiva e per una scelta di civiltý; ma anche per rivolgere un invito: quello a venire in Toscana, in quella terra che prima al mondo, nel 1786, abolÏ la pena di morte. Líha scritta il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, al governatore dellíIllinois, George Ryan, che a conclusione del suo mandato ha svuotato i bracci della morte di tutte le prigioni del suo Stato, sottraendo alle mani del boia 160 condannati, 4 dei quali graziati e 156 con la pena commutata allíergastolo.

ìCon la sua decisione ñ ha scritto Martini ñ lei ha inviato un importante segnale a tutto il mondo. Il suo Ë un gesto che non puÚ che essere apprezzato e condiviso da tutti quanti si battono per la difesa dei diritti umaniî. Ma cíË di pi˜, sottolinea il presidente della Toscana: ìIL suo esempio dimostra che impegnarsi per cambiare il mondo in meglio, per eliminare le ingiustizie e per affermare i diritti umani non solo Ë utile e importante, ma produce anche risultati positivi. Il suo esempio ci incoraggia nel continuare la battaglia per la richiesta della moratoria universale e per la definitiva abolizione della pena capitale, che costituisce una violazione dei fondamentali diritti umani ed in particolare del diritto alla vita sancito dallíarticolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umaniî.

La speranza, conclude il suo messaggio Martini, Ë che adesso la coraggiosa scelta di George Ryan venga condivisa da altri governatori negli Stati Uniti cosÏ come dai capi di Stato di quei paesi che ancora mantengono la pena di morte nei loro ordinamenti.

 

BERNA: LíAMBASCIATORE FERRARIN INCONTRA DELEGAZIONE DS

MartedÏ 14 gennaio, nel tardo pomeriggio, líambasciatore díItalia a Berna Lorenzo Ferrarin assieme al consigliere díambasciata Polizzi ha ricevuto nel suo ufficio una delegazione dei Democratici di Sinistra in Svizzera composta dal segretario politico Michele Schiavone e da Remo Battaglia, Bruno Canellotto, Lino Capuano e Cosimo Titolo. I rappresentanti del pi˜ grande partito di sinistra italiano nella Confederazione elvetica hanno espresso e portato a conoscenza del dottor Ferrarin le proprie considerazioni su diversi temi di attualitý inerenti la vita politica e sociale che interessano da vicino la comunitý italiana in Svizzera; argomenti che sono stati dibattuti, accolti con interesse e condivisi nel merito dal rappresentante diplomatico italiano.

Non solo dello stato dellíaggiornamento delle anagrafi consolari, del ridimensionamento delle sedi consolari, delle imminenti votazioni per il rinnovo dei Comites, della formazione scolastica dei giovani italiani e delle scuole italiane in Svizzera, della promozione della cultura italiana e dei disagi diffusi tra la nostra gente, ma da parte dei Democratici di Sinistra sono state avanzate anche proposte e suggerimenti per avvicinare e rendere percepibili le istituzioni alla gran parte degli italiani, in particolare ai giovani e ai cittadini della terza etý, alle piccole e medie imprese, a questo paese che considera ormai la presenza italiana alla stregua di un elemento caratterizzante della propria fisionomia. Il segretario dei Democratici di Sinistra in Svizzera, inoltre, ha espressamente sottolineato líimportanza ed il ruolo che ancora oggi rivestono nella nostra comunitý e per le istituzioni elvetiche le rappresentanze politiche ed associative italiane nellíelaborazione progettuale per líancoraggio e la diffusione culturale, sociale, politica ed economica italiana. A suo dire, riconosciuta líutilitý e il radicamento sociale dei partiti e delle associazioni nazionali, la rappresentanza diplomatica italiana in Svizzera dovrebbe sforzarsi di trovare il modo ed i tempi per consultarli, nella maniera in cui oggi avviene per le rappresentanze dei Comites, del CGIE e delle rappresentanze sindacali.

 

COMUNICATO DEL COMITES DI MONTREAL

Il Comites di Montreal porta a conoscenza della Comunitý italiana, la nascita su internet di un nuovo sito interamente dedicato alla questione della Rai in Canada.

Riteniamo sia un evento di estrema importanza che accogliamo con soddisfazione, perchÈ rappresenta un ulteriore passo in avanti, verso le attese degli italiani in Canada e rafforza la nostra convinzione che il sogno possa divenire presto una realtý.

Con la nascita di questo importantissimo strumento díinformazione, assistiamo ad uníaltra testimonianza che rende merito alla Direzione di Rai International, al suo Direttore Massimo Magliaro, sempre allíascolto delle richieste di una Comunitý italiana viva, come quella canadese che, con fermezza, dignitý Ë rispetto di tutti, chiede di ricevere la Rai 24 ore su 24  direttamente dallíItalia.

Il sito: www.international.rai.it (Giovanni Rapaný)

 

IL REGNO DELLE DUEÖITALIE

Quella che presentiamo Ë una intervista rilasciata da Marco Fedi, esponente del CGIE per líAustralia e componente del Comitato di Presidenza, a Frank Barbaro, direttore di ìNuovo Paeseî, mensile della Filef. Fedi fa il punto sulla situazione alla ripresa dellíattivitý nel 2003 ed in vista di importanti appuntamenti per gli italiani allíestero.

D. La riforma dei Comites Ë ferma. Eppure tutti erano convinti della necessitý di un rinnovamento di questi organismi. Cosa sta avvenendo e quale Ë la posizione del CGIE?

La riforma Ë necessaria perchÈ occorre definire meglio i compiti di questi organismi rappresentativi circoscrizionali ñ sia nei rapporti con le autoritý consolari che nel lavoro di conoscenza ed approfondimento delle realtý locali ñ e dotarli di strumenti di lavoro ñ coordinamento nazionale, strutture efficienti di segreteria, funzionamento interno democratico. Imperativo infine superare gli ostacoli burocratici che ancora oggi rendono difficile la pronta erogazione dei finanziamenti.

Il CGIE ha fatto un lavoro di costruzione del percorso di riforma, sentendo i Comitati e le comunitý allíestero, discutendone nelle Commissioni ed in assemblea plenaria. Il testo scaturito da questa fase di elaborazione non Ë solo un documento di indirizzo ma Ë una proposta completa.

Il CGIE non chiede proroghe ma il rispetto delle scadenze e degli impegni del Governo. » inaccettabile che il Governo non si assuma fino in fondo le proprie responsabilitý: la concertazione non cíË stata e comunque Ë in ritardo; si dice che si vuole fare quello che chiede il CGIE ma quando il CGIE chiede la riforma questa si blocca tra i Ministeri competenti. Il Governo, in questo momento, poichÈ ha preteso di accelerare i tempi attraverso la concertazione, bloccando líesame di altre proposte di legge presentate in Parlamento, ha il dovere di assumersi in pieno le proprie responsabilitý: approvando la legge! Se ciÚ non dovesse avvenire, e si procedesse al rinnovo dei Comites con líattuale legge, o peggio ancora si approvasse una leggina per il voto per corrispondenza, sarebbe uníoffesa alla dignitý del Consiglio ed al lavoro che questo ha svolto. ProporrÚ le dimissioni del CGIE. Il Ministro Tremaglia, che non ha certo bisogno delle mie considerazioni, sarý chiamato a trarre le sue conclusioni.

D. Sarý possibile eleggere i componenti dei Comites anche in Australia? Quali sono ancora gli ostacoli?

Gli ostacoli che abbiamo ripetutamente discusso ed affrontato sono superabili solo attraverso uníazione diplomatica tesa a garantire alle autoritý australiane che il livello di rappresentanza dei Comites, anche se legato al territorio, Ë esclusivamente legato alle istanze, ai temi, alle problematiche degli italiani residenti nella circoscrizione consolare. Ritengo che, superato questo aspetto, non dovrebbero sussistere altre obiezioni alla elezione democratica dei Comites. Attendiamo risposte dal Ministero degli Affari Esteri. Intanto, in vista del rinnovo dei Comitati, Ë opportuno iniziare le consultazioni. Ognuno le proprie.

D. Pensioni per gli italiani allíestero. CíË stata non poca confusione. Tra maggiorazione sociale, aumenti e recuperi i problemi sembrano aumentare. Quali sono gli aspetti pi˜ urgenti?

Ristabilire un obiettivo che alcuni non sembrano vedere pi˜: la paritý di trattamento.

Questo obiettivo riguarda le prestazioni ma anche i servizi; gli importi di pensione come líefficienza delle sedi; i tempi di trattazione come la precisione dei controlli.

Non ricordo un periodo simile a questo: Ë il regno delle due Italie. E non Ë bello assistere a questo spettacolo, tantomeno dalla parte della seconda Italia che sta allíestero!

Il secondo obiettivo Ë quello di creare una vera rete di tutela a sostegno delle comunitý italiane nel mondo valorizzando la presenza dei Patronati: non solo nelle dichiarazioni di principio ma nei fatti concreti. Occorre investire risorse per costruire un circuito di informazione, interventi e tutela dei diritti delle persone. Informazione ai consumatori, ai Patronati ed alla rete consolare. Ci si aspetta, in sostanza, di non dover subire discriminazioni e di avere interlocutori efficienti. Non regali di natale da dover poi restituire. A rischio di ripetermi, la maggiorazione sociale di Ä 516,46 al mese ñ ridotta arbitrariamente a Ä 123 per le pensioni in Convenzione ñ andava corrisposta dopo aver effettuato la verifica dei redditi. La verifica dei redditi va effettuata attraverso convenzioni con i Patronati. Líinformazione va migliorata, anche se si sono fatti dei passi avanti.

D. Ma in questa finanziaria 2003, ci sarý qualcosa di positivo. O no?

Líunica cosa certa, in questo momento, oltre agli aspetti negativi, penalizzanti e discriminatori per quanto concerne le pensioni per gli italiani allíestero, Ë líassoluta mancanza di aumenti nei capitoli di spesa ñ nei fatti concreti un taglio! Per gli italiani nel mondo i capitoli di bilancio rimangono invariati nonostante le richieste avanzate dal CGIE. Diminuiscono invece le risorse a disposizione del Ministero degli Esteri. Dopo líapprovazione del documento di programmazione economica e finanziaria, esponenti del Governo dissero che in quel documento finalmente si riconosceva líurgenza di aumentare le dotazioni di alcuni capitoli chiave ñ assistenza, soprattutto in America Latina, scuola, in vista della riforma che dovrebbe esserci ma non cíË ñ ed in generale del Ministero degli Affari Esteri per affrontare i tanti problemi, tra cui al primo posto la questione del personale.

I fatti dimostrano ancora una volta che alle enunciazioni non seguono i fatti.

 

MINORI CONTESI - TREMAGLIA HA RICEVUTO ALLA FARNESINA LA PICCOLA LAILA KRAIS

Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia, ha ricevuto questa mattina (venerdÏ 17 gennaio, ndr) la signora May Zreik e la piccola Laila Krais, di 10 anni. La bambina ha raggiunto la mamma in Italia dopo che, alla fine di giugno del 2001, il padre líaveva condotta presso la zia paterna, in Libano, impedendole di rientrare in Italia. Nel settembre dello stesso anno la signora Zreik aveva sporto denuncia-querela presso il Tribunale di Roma nei confronti del marito per sottrazione di minore. Del caso si erano immediatamente interessati líAmbasciata díItalia a Beirut e il Ministro per gli Italiani nel Mondo, che si sono a lungo adoperati per ottenere il felice esito della vicenda. Dopo trattative lunghe e a tratti difficili, davanti al giudice italiano il padre, che secondo la legge musulmana avrebbe avuto potestý assoluta sulla piccola, ha acconsentito al rimpatrio della bambina e il suo affidamento alla madre.         

´Sono lieto ñ ha affermato il Ministro accogliendo la signora Zreik e Laila ñ che, ancora una volta, gli sforzi diplomatici abbiano contribuito ad abbattere barriere apparentemente insormontabili. I nostri sforzi vanno sempre in uníunica direzione: il bene dei bambini che, in casi simili, sono purtroppo le prime vittimeª. Proprio per questo, presso il Ministero degli Italiani nel Mondo, Ë stato costituito un Osservatorio ad hoc per monitorare i diversi casi ancora irrisolti e, soprattutto, lo stato delle relazioni con i diversi Paesi, soprattutto europei, alla luce delle convenzioni internazionali. ´Dobbiamo impedire ñ ha sottolineato il Ministro ñ che anche líEuropa, a dispetto della Convenzione dellíAja sui diritti del fanciullo, resti macchiata da simili drammiª.

Grazie allíintervento del Ministero, in questi mesi, sono stati brillantemente risolti i casi di Omar (Egitto), Iman (Siria), Sara e Nour (Tunisia).

 

DOCUMENTAZIONE

 

PARLAMENTARI EUROPEI DS SCRIVONO A FASSINO PROPONENDO UNA GESTIONE UNITARIA DEL PARTITO

 

ìAl Segretario nazionale dei DS Piero Fassino

Caro Piero, Ë passato poco pi˜ di un anno dal Congresso di Pesaro. Se prendiamo in esame le vicende politiche ci sembra che il bilancio sia migliore di quanto si poteva allora temere. LíItalia che sembrava incapace di reagire dopo le elezioni del 2001 ha visto una forte opposizione condurre nel Parlamento e nel Paese battaglie importanti sullíindipendenza della magistratura e sulla giustizia, per la difesa della scuola pubblica, contro le leggi volute dalla maggioranza per difendere prima di tutto gli interessi di Berlusconi, per i diritti dei lavoratori, a partire dalla lunga e unitaria mobilitazione sindacale sullíart. 18 dello statuto dei lavoratori. E tutto ciÚ mentre il movimento per una nuova globalizzazione e contro la guerra si esprimeva in forme autonome, con grandi livelli di partecipazione ed in rapporto dialettico anche con il nostro e con gli altri partiti della coalizione di centro-sinistra.

Líesigenza di un rinnovamento della politica espresso da diversi di quei movimenti ha saputo trovare in te e nel nostro partito un ascolto sensibile, nella convinzione che si tratta di una esigenza non parziale ma essenziale per rendere pi˜ forte la democrazia italiana.

Il nostro partito ha saputo svolgere un ruolo importante sia sul terreno dellíopposizione che su quello della costruzione di proposte alternative a quelle del centro destra. E non Ë frutto del caso che líesito delle elezioni della primavera scorsa sia stato nettamente a favore dei DS e del centro sinistra.

Se stiamo alle vicende interne del partito il nostro giudizio Ë meno positivo e pi˜ preoccupato. Nonostante alcune importanti occasioni in cui il confronto interno sui temi politici e programmatici Ë stato approfondito e positivo, sono stati troppi i momenti di aspra polemica, di personalizzazione fino al limite dellíinsulto, i momenti in cui il vigore dello scontro interno ha offuscato il bisogno di una forte battaglia unitaria contro il governo Berlusconi. E ciÚ Ë stato tanto meno comprensibile quanto pi˜ su questioni fondamentali come ad esempio il futuro dellíEuropa, la Rai, la devolution si manifestavano nellíalleanza di centro-destra profonde lacerazioni. Eí chiaro a tutti che non bastano gli appelli alla buona volontý per superare punti di vista lontani che sembrano a volte inconciliabili. Eppure dobbiamo  chiederci insieme se vi puÚ essere un metodo diverso da quello che ci siamo dati per convivere democraticamente la nostra comune esperienza politica allíinterno del nostro partito.

A noi sembra che da Pesaro in qua sia risultato che il pluralismo Ë una risorsa e una ricchezza se non regredisce in una contrapposizione pregiudiziale che finirebbe per riproporre e consolidare una logica di correnti, fino al punto da mettere a rischio la riconoscibilitý della nostra politica. Eí un rischio che corriamo: la libertý del dibattito interno ne ha sofferto e se non troviamo nuove soluzioni ne soffrirý ancora di pi˜ in futuro. PerchÈ non riprendi líiniziativa di proporre una gestione unitaria del Partito? A livello decentrato in qualche Federazione e in qualche Comitato Regionale si Ë fatto e si sta facendo.   

Non crediamo che il libero dibattito interno risulterebbe indebolito. Certo sarebbero indebolite le discipline di corrente, ma non crediamo che ciÚ dispiacerebbe a molti. Non crediamo che il rapporto fra partito e la societý si indebolirebbe; anzi potremmo superare questa strana situazione in cui sembra che qualcuno sia delegato a dialogare con i movimenti new global, altri con i girotondi, altri con le diverse associazioni e organizzazioni della cultura, dellíeconomia.

La comunicazione interna ne guadagnerebbe, il comune sentire riprenderebbe a camminare in avanti, la sfiducia preventiva potrebbe incrinarsi e trasformarsi in dubbio e pi˜ intensa reciproca voglia di capirsi.

Noi pensiamo che il modo pi˜ semplice di raccogliere realmente il grido che ad ogni manifestazione viene rivolto a tutti i dirigenti del partito (unitý! unitý!) sia quello di costruire  nazionalmente, cosÏ come nelle Regioni e nelle Province, organismi esecutivi unitari dove gli incarichi operativi siano affidati ai compagni pi˜ capaci e competenti, a qualunque mozione abbiano aderito. Vogliamo provarci?

Il Congresso di Pesaro Ë alle nostre spalle e tutti ne abbiamo accettato i risultati; occorre un forte impegno unitario dedicando le nostre energie allíobiettivo prioritario e fondamentale di sconfiggere la destra e allíesigenza di definire il programma dellíopposizione e di rafforzare la coalizione dellíUlivo.

Speriamo che non siano le piccole rendite di posizione a bloccare sul nascere un tentativo che a nostro avviso ci aiuterebbe sia per ampliare i rapporti con la societý italiana, sia per rafforzare líUlivo e il centrosinistra.

E ciÚ Ë importante anche in vista delle prossime scadenze elettorali amministrative ed europee del 2003 e del 2004.

I firmatari di questa lettera sono ovviamente a disposizione per dare il loro piccolo contributo nel caso si volesse cominciare a voltare registro.

 

Renzo IMBENI, Bruno TRENTIN, Claudio fava, Vincenzo LAVARRA, Demetrio VOLCIC, Fiorella GHILARDOTTI, Giorgio RUFFOLO, Giovanni PITTELLA, Gianni VATTIMO

 

P.S. Mentre stavamo scrivendo questa lettera abbiamo letto uníintervista di Bassolino che ci sembra esprimere lo stesso auspicio e ci fa sperare che líesigenza da noi espressa sia in effetti molto diffusa.            

 

 

Da ìCorrispondenza Italiaî ñ Líeditoriale

OPERATORI DI PACE NELLA POLITICA, NEL SINDACATO, NEL PATRONATO

Non Ë per un automatismo pedissequo e di maniera che anche noi del patronato Inas riapriamo il dialogo del 2003 con gli amici italiani allíestero, allíinsegna dellíaugurio di pace. Sul tema vitale della pace e della guerra, infatti, ogni persona di buona volontý non puÚ che sottoscrivere con tutto il cuore le parole che (non a caso) provengono da due colli simbolici della Roma universale, dal Vaticano e dal Quirinale.

Si diceva anticamente che, una volta che si fosse pronunciata Roma, su una determinata questione, ogni ulteriore dibattito era privo di utilitý. Ma evidentemente questo tipo di saggezza suona obsoleto alle orecchie sofisticate dei moderni. TantíË che qualche Professore, di quelli con la maiuscola, ha avuto da ridire sul Papa troppo pacifista e addirittura anti-americano e anti-occidentale, a proposito della crisi irachena. PerchÈ ñ si Ë detto ñ la voce di chi invoca la pace non si Ë levata e non si leva altrettanto alta contro le carneficine che insanguinano tanta parte del Terzo e del Quarto mondo? Nelle cento e cento guerre tra poveri che vedono vittime le stesse popolazioni cristiane in Sudan o nel sub continente indiano e nelle isole del Pacifico? Contro la fame nelle savane e nelle favelas sudamericane?

Sarebbe semplice obiettare che i messaggi, anche quelli delle maggiori autoritý spirituali e morali, viaggiano e si diffondono sulle ali dei mass media che decidono, con le loro logiche, a quali di essi dare diffusione e rilievo.

Ma cíË una ragione pi˜ vera e profonda sulla quale vorremmo aiutarci a riflettere insieme. Ed Ë che i moniti pi˜ fermo e pi˜ forti ed anche pi˜ duri e intransigenti vanno indirizzati proprio verso chi ha pi˜ potere e pi˜ responsabilitý. Eí ai poteri che vanno indicate con pi˜ insistenza le vie della giustizia, dellíequitý, della prudenza e della moderazione. Ed Ë in questa prospettiva che si scorge bene la differenza tra il pacifismo astratto, idealistico, solo spiritualistico, e perciÚ stesso irrealistico e la concreta pax romana che vuole essere anche terreno (pacem ìin terrisî e non nella ìcittý del soleî) e dunque politica, nel senso alto del termine.

Ma questi ragionamenti non sono solo filosofie sui massimi sistemi. Valgono anche ai livelli delle nazioni, allíinterno delle societý, allíinterno delle stesse parti sociali, nelle categorie, nelle singole comunitý.

No ai pacifismi ìangeliciî dei puri e immacolati. No alle scorciatoie utopistiche dei rivoluzionari e dei massimalisti. SÏ invece alla forza paziente e quotidiana degli operatori di giustizia, tra i quali vogliamo collocarci, sempre pi˜ degnamente, noi del sindacato e del patronato, assieme ai lavoratori organizzati e alle loro famiglie, in patria e oltre i confini.

Proprio in questi stessi giorni di inizio díanno un ìsindacalista e lavoratoreî amico, il neo-presidente del Brasile, Lula, ha lanciato un programma da 760 milioni di dollari per un progetto ìfame zeroî finanziato anche con i risparmi sulle spese militari (si farý a meno di acquistare i caccia-bombardieri di ultima generazione tecnologica).Non Ë una trovata di demagogia populista. E non cíentra niente nÈ con dittatori alla Fidel Castro nÈ con tribuni alla Chavez, ai quali con una lettura forzata, distorta e rivolta al passato da parte di alcuni in Europa e in Italia, si vorrebbe associare il neo-presidente brasiliano.

E che sia questa la lettura giusta, lo dimostra uníaltra scelta di Lula, ispirata alle teorie economiche liberal-democratiche di Hernando De Soto: quella di assegnare formalmente la proprietý delle baracche nelle favelas ai loro abitanti, in modo che il ìcapitale mortoî posseduto di fatto diventi per quei poveri la base di una micro-accumulazione capitalistica.

Sono le vie di una politica sociale pragmatica. Sulla quale cammineremo anche noi, assieme ai nostri amici ed associati, in questo nuovo anno.

(Corrispondenza Italia/Emigrazione Notizie)