Pubblichiamo la lettera di adesione che i DS hanno inviato
mercoledÏ 15 gennaio 2003, agli
organizzatori della manifestazione contro la guerra in Iraq che avrý luogo a
Roma il 15 febbraio 2003. ìCari amici e cari compagni, i Democratici di
Sinistra aderiscono alla manifestazione contro la guerra in Irak che si terrý a
Roma il prossimo 15 febbraio nellíambito di una grande mobilitazione europea.
Nel ribadire la assoluta prioritý di impegno chiaro ed esplicito contro il
terrorismo, riconfermiamo la nostra convinzione sulle conseguenze incalcolabili
che avrebbe oggi una nuova guerra: moltiplicherebbe le ragioni di tensione e di
insicurezza, alimenterebbe il rischio del terrorismo internazionale,
aggraverebbe la giý drammatica situazione in Medio Oriente, favorirebbe la
crescita ulteriore di fondamentalismo nelle societý islamiche.
Non crediamo che la guerra sia inevitabile anche perchÈ la
risoluzione 1441 sullíIrak non prevede alcun ricorso automatico allíuso della
forza.
Per questo sosteniamo con convinzione gli sforzi delle
Nazioni Unite per ottenere dal governo irakeno la conclusione positiva delle
ispezioni e il disarmo di eventuali armi di distruzione di massa in suo
possesso.
Per le stesse ragioni sosteniamo líiniziativa
politica e diplomatica messa in campo dallíUnione Europea, in particolare in
queste ultime settimane, verso i paesi arabi e gli altri attori della scena
internazionale. Evitare la guerra si puÚ. LíItalia deve fare la sua parte,
agire in concerto con i paesi europei e favorire posizioni comuni dellíUnione
Europea.
Evitare la guerra significa costruire la pace.
In particolare significa agire per:
-
Sostenere
ogni iniziativa di contrasto e lotta al terrorismo internazionale, colpendone
organizzazioni, strutture, complici e finanziatori;
-
Interrompere
líescalation di violenza in Medio Oriente e affermare una soluzione politica
che garantisca sicurezza a Israele e una patria indipendente al popolo
palestinese;
-
Rilanciare
la lotta alla povertý e al sottosviluppo nel Sud del mondo e promuovere politiche
di cooperazione e integrazione ñ come líarea euromediterranea di libero scambio
ñ tra occidente e paesi arabi.
Per questi obiettivi di pace, sicurezza e cooperazione sono
impegnati i Democratici di Sinistra
FINANZIARIA, RIFORME COMITES E
CGIE E VOTO ALLíESTERO IN UNA INTERVISTA AD ALDO DE MATTEO
Riprendiamo da Inform una interessante intervista
dellíOn. Aldo De Matteo.
L'auspicio che in emigrazione i partiti facciano un
passo indietro Ë una vecchia idea di Aldo De Matteo, che evidentemente risale
alla sua militanza aclista ma che ha espresso coerentemente anche nel corso
della sua attivitý politica e parlamentare. A De Matteo, componente del CGIE,
segretario generale e membro dell'esecutivo internazionale del Movimento
Europeo, abbiamo rivolto alcune domande sui temi pi˜ attuali che riguardano gli
italiani all'estero.
D. La legge finanziaria ha tenuto col fiato sospeso l'emigrazione, qual Ë il
suo giudizio, tenuto conto delle difficoltý in cui la legge Ë stata approvata?
Mi anticipa parte della risposta in quanto sono
pesate sui capitoli di bilancio dell'emigrazione, cosÏ come su tutti gli altri,
problemi di compatibilitý generali insieme a modalitý e procedure che hanno
complicato ancora di pi˜ le cose. Di fatto, perÚ, il quadro delle richieste dell'emigrazione
Ë stato accolto e, oggi, sono disponibili maggiori risorse. Il punto
debole di tutta la vicenda, sempre per quanto concerne le nostre comunitý
all'estero, Ë la scarsa coscienza dei Deputati e deiSenatori delle conseguenze
delle modifiche costituzionali approvate per assicurare l'elezione di una
rappresentanza parlamentare dei nostri connazionali. Le modifiche causano una
completa parificazione dei diritti. Si Ë sostanzialmente operato (e si opera)
ignorando o non tenendo conto (con rischi anche di costituzionalitý)
dell'elemento pi˜ straordinario che ha interessato l'emigrazione lungo la sua
lunga storia.
D. Il CGIE e il Ministro degli Italiani nel mondo quale ruolo hanno
esercitato?
Il Ministro si Ë battuto con grande forza fino all'ultima possibilitý
denunciando apertamente nell'intervento al Senato i pericoli di una possibile
discriminazione (Tremaglia l'ha definita "vergognosa
discriminazione") soprattutto per quanto concerne le pensioni minime:
corrispondere ai connazionali residenti all'estero la differenza tra 123,77 e
516,45 euro mensili per l'innalzamento del minimo pensionistico. Si tratta di
un diritto che non poteva essere cancellato rimettendo in discussione, giý alla
prima occasione, la paritý conquistata. Il risultato, comunque raggiunto con
una complicata manovra parlamentare (emendamenti e subemendamenti), su costante
pressione del Ministro per gli Italiani nel Mondo, consente l'utilizzo di 60
milioni di euro.
Il CGIE ha fatto la sua parte. Forse Ë mancata una
mobilitazione pi˜ ampia e incisiva, come Ë accaduto in altre occasioni. Non si
possono disconoscere i benefici confermati dalla finanziaria. Prepariamo
piuttosto le scadenze che dovremo affrontare: il rinnovo delle rappresentanze
(Comites e CGIE) e le elezioni dei parlamentari.
D. A proposito di Comites e CGIE, quali novitý si profilano?
Io sono favorevole ad approvare al pi˜ presto
possibile la legge dei Comites e del CGIE con le modifiche pi˜ significative.
Due elementi sono ineludibili: per i Comites occorre prevedere il voto per
corrispondenza e definire il CGIE come "organo ausiliario dello
Stato". Due modifiche che da una parte allargano la base elettorale
introducendo un elemento qualitativo che vale anche in preparazione del voto
politico, dall'altro assicurando un ruolo certo al parlamentino del CGIE nel
nuovo quadro istituzionale che prevede la elezione di 18 parlamentari.
D. E quali le prospettive del voto all'estero?
M sembra che la prospettiva del voto sta determinando una corsa dei partiti che
rischia di compromettere la tradizionale unitý dei nostri connazionali. Di
questo sono preoccupato. Dobbiamo avere la forza di proseguire sulla linea che
ci ha portato a vincere la battaglia sul voto. Una "trasversalitý
buona" per dare all'emigrazione una rappresentanza vera e incisiva, capace
di farsi carico dei problemi generali e di sostenere le "specificitý"
che permangono, come abbiamo constatato nell'approvazione della legge
finanziaria.I partiti hanno un ruolo insostituibile e se in emigrazione faranno
un passo indietro per valorizzare quanto emerge dalla societý civile,
dimostreranno una capacitý di rinnovamento oggi pi˜ che mai sentita dalla gente
e dagli stessi partiti che rischiano (chi pi˜ chi meno) una deriva
plebiscitaria. Le candidature devono essere espressione delle forze
associative, delle presenze solidaristiche, degli istituti radicati nelle
nostre comunitý per evitare un processo degenerativo che l'uso dei media e la
potenza economica potrebbero causare. Si tratta di non vanificare la
rappresentanza dividendola in piccole appartenenze. Occorre cercare le formule
pi˜ adatte tenendo conto che siamo di fronte alla prima votazione, con una
norma che vieta giustamente ai non residenti all'estero di candidarsi. C'Ë
nello spirito della legge una precisa indicazione da cogliere, su cui si deve
riflettere prima di proporre aggregazioni che evocano un quadro vecchio nel
pieno di una transizione istituzionale.Il vento che comincia a spirare non mi
convince e proprio per questo propongo di avviare un confronto per evitare
incomprensioni e contrapposizioni pregiudiziali che ci presentano un modo di
fare politica che in emigrazione pensavamo di aver superato
definitivamente.Questa proposta Ë fatta al buio, "sotto il velo
dell'ignoranza" dal punto di vista dei risultati, ma risponde ad una
vocazione delle nostre comunitý ed all'esigenza di non compromettere un
processo democratico sin dai primi passi. Dobbiamo evitare le contrapposizioni
ispirate al piccolo cabotaggio e sostenere una rappresentanza non corporativa,
di respiro internazionale, che puÚ operare in modo prezioso sia sullo
"specifico" dell'emigrazione che permane, sia sullo sviluppo di
politiche che facciano tesoro delle esperienze multiculturali, multireligiose e
multietniche di milioni di nostri connazionali. Siamo di fronte ad una grande
sfida che non possiamo immiserire con "piccoli calcoli su piccolissimi
numeri". (Inform/Emigrazione Notizie)
FORUM ITALIANI NEL MONDO: ìANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO
SCHIVA LA RIFORMA DEI COMITESî
La discussione sulla proposta di riforma dei Comites
firmata dall'on. Calzolaio e altri
deputati del Centro-Sinistra, che era stata messa all'ordine del giorno della
Commissione Esteri della Camera per le reiterate e forti sollecitazioni dei
rappresentanti del Gruppo dei Democratici di Sinistra, non ha potuto iniziare
per la richiesta di rinvio da parte del Governo, che ancora una volta si Ë
riservato di presentare un suo
disegno di legge. Sono passati sei mesi - Ë detto in una nota del Forum per gli
Italiani nel mondo - da quando il
Governo aveva chiesto l'ultimo rinvio, sempre con la promessa di presentare un
suo disegno di legge, ma ancora oggi l'evento non si Ë compiuto. E' da notare
che l'on. Calzolaio aveva sollecitato sia la relatrice on. Patrizia Paolucci
Tangheroni (FI) che il Sottosegretario Boniver, presente in rappresentanza del
Governo, ad avviare almeno la discussione per consentire ai diversi gruppi di
pronunciarsi sulla riforma, dichiarandosi anche disponibile a considerare il
disegno di legge governativo come testobase una volta pervenuto in Commissione.
Tutto questo per guadagnare tempo e per potere affrontare la prossima campagna
di rinnovo dei Comites con una normativa rinnovata, come richiesto dal CGIE in
occasione della sua riunione di fine d'anno. Nemmeno questa proposta Ë stata
accolta.Ora il quadro Ë chiaro e spazza via il balletto di responsabilitý che Ë
andato in scena nel corso dell'ultimo anno. A marzo, infatti, Il CGIE aveva
messo a punto una sua proposta di articolato che aveva comunicato
immediatamente agli interlocutori istituzionali. Il Ministero degli Italiani
nel mondo l'aveva fatta propria inviandola al Ministero degli Esteri. Il MAE, a
distanza di alcuni mesi, con il pretesto della verifica normativa e della
preparazione per il concerto con altri ministeri, l'aveva stravolta nel merito,
suscitando la reazione e le proteste dello stesso CGIE. Dopo mesi di silenzio,
verso la fine dell'anno, quando giý si profilava, per bocca del Ministro
Tremaglia, l'ipotesi di una leggina limitata a qualche punto di contorno, lo
stesso CGIE con un duro documento aveva chiesto di votare per il rinnovo alla
scadenza fissata con una legge che rispettasse le proposte avanzate
inizialmente. Alla ripresa, dopo le ferie natalizie, il Ministro Tremaglia ha
ripreso la posizione del CGIE ed ha scritto al Sottosegretario Letta ed al
Ministro Frattini per sollecitare la proposta del governo. Oggi l'ennesimo
"veronica" del MAE e del Governo, che hanno schivato anche questa
scadenza.
Sarebbe fin troppo facile - rileva infine il Forum per gli Italiani nel mondo - dopo la vicenda ancora fresca
della Finanziaria e questa ulteriore prova, trarre conclusioni politiche
sull'attenzione del Governo verso i problemi degli italiani all'estero e sulla
possibilitý di concreta incidenza del Ministro per gli Italiani nel mondo sulle
decisioni che contano. Ci interessa di pi˜, tuttavia, chiedere che si riprenda
immediatamente la discussione sulla riforma dei Comites intanto sulla proposta
che c'Ë e che il Governo interrompa questo atteggiamento di sostanziale boicottaggio, garantendo in
tempi urgentissimi la possibilitý di rinnovare i Comites alla scadenza decisa
con una nuova legge.
Grazie al senso umanitario degli italiani, decine di
migliaia di ebrei furono salvati negli anni atroci del fascismo e delle
deportazioni naziste.
Molti diplomatici e molti militari non riuscirono a
sopportare líidea del genocidio di donne, bambini, di gente innocente che
avrebbe dovuto essere uccisa e deportata una volta approvata in Italia la legge
ìsulla difesa della razzaî. Escogitando diversi espedienti burocratici queste
persone misero in salvo oltre 40 mila ebrei contravvenendo agli ordini di
Mussolini, nonostante fino a quel momento fosse ancora dominante líideologia
fascista.
Sono vicende che verranno ricordate il 27 gennaio, la
data in cui vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz e che Ë stata proclamata
in Italia come il Giorno della Memoria, con la proiezione del documentario ìIl
Nemico Fraternoî nellíauditorium dellíIstituto Italiano di Cultura di
Copenaghen.
Líautore del filmato, Joseph Rochlitz, prende spunto
dalla storia di suo padre, un ebreo che venne salvato da militari italiani
durante líoccupazione nazista in Croazia. Da qui si dipana una lunga inchiesta
sullíoccupazione italiana in alcune zone della Francia, della Grecia e della
Yugoslavia, con interviste, foto e preziosi documentari dellíepoca, che
testimoniano il coraggio e la determinazione con cui molti Ambasciatori,
Consoli e rappresentanti delle forze armate italiane si contrapposero alle
persecuzioni mettendo a rischio la propria vita.
FALCADE: CORSI
TURISTICO-ALBERGHIERI PER FIGLI DI EMIGRANTI DEL CENTRO E SUD AMERICA
Il paese di Falcade (Belluno), in Val Biois nellíAlto
Agordino, zona sciistica e di vacanza in ogni stagione dellíanno, consacrata
prima stazione turistica italiana dellíarco alpino in una recente indagine
statistica, ben introduce la notizia della collocazione presso il locale
Istituto Alberghiero Statale, del corso turistico alberghiero per giovani
discendenti di emigrati, organizzato in provincia di Belluno da quasi dieci
anni dallíAssociazione Bellunesi nel mondo, con il fondamentale apporto
finanziario della Regione Veneto.
Líiniziativa prende avvio dal primo febbraio, e si
protrarrý per due mesi, sino a marzo. In tale periodo verranno impartiti ai
dieci partecipanti, otto ragazze e due ragazzi provenienti da quattro nazioni
del Centro e del Sud America, gli insegnamenti teorici e pratici legati al
settore prescelto, desunti dalla esperienza dei corsi passati in modo da
consentire, al termine, il rilascio di apposito attestato utile per
líinserimento lavorativo nei rispettivi luoghi di residenza.
Merita sottolineare la continuitý nel tempo di tale
impegno della ABM, sia nella durata e qualitý del corso (60 giorni), sia nel
numero dei partecipanti (dieci persone) per i quali Ë prevista líospitalitý
completa, sia nel rimborso agli allievi delle spese di viaggio dai rispettivi
paesi nella misura del 50 per cento dellíimporto del biglietto aereo. Tutto
questo, nonostante i continui aggravi delle spese generali sostenute, a fronte
di un finanziamento pressochÈ congelato nel tempo.
I partecipanti, prescelti attraverso le segnalazioni
delle varie Famiglie bellunesi e Associazioni venete nel mondo, sono
questíanno: Crivelli Solavanc Lariza di Huatusco/Messico (famiglia originaria
di Lentiai-Bl); Zanatta Aguilar Luis Lorenzo di Cordoba/Messico (famiglia
originaria di Nervesa della Battaglia-TV); Crivelli Olivia di Cordoba/Messico
(famiglia originaria di Lentiai-BL); Ligia Perin Medeiros di
Guarapari/Brasile-ES (famiglia originaria di Venezia); Bosco Magnago Fernanda
di Vitoria/Brasile/ES (famiglia originaria di Feltre); Barbiero Gomes Bianca di
Vila Velha/Brasile-ES (famiglia originaria di Padova); Dalla Costa Daniel di
Bento Goncalves/Brasile (famiglia originaria di Valdobbiadene-TV); Paganin
Stragý Patrizia Marisol di Cittý del Guatemala/Guatemala (famiglia originaria
di Longarone); Mattarolo Claudia di Merida/Venezuela (famiglia originaria di
Vicenza); Della Vecchia Sampier Gina Lorena di Fortin/Veracruz/Messico
(famiglia originaria di Belluno).
Durante il soggiorno a Falcade, oltre alla frequenza
scolastica, sono previsti incontri e momenti conoscitivi della realtý veneta
con spostamenti sul territorio.
Per informazioni: Associazione Bellunesi nel Mondo ñ
Tel. 0437.941160
TREMAGLIA: RESPINGO LA PROPOSTA
DI ABOLIRE I REATI DI VILIPENDIO ALLA BANDIERA E CONTRO IL CAPO DELLO STATO
Pubblichiamo la dichiarazione rilasciata dallíOn.
Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel Mondo a seguito della proposta,
formulata dalla Commissione Nordio per la revisione del Codice Penale, di
depenalizzare i cosiddetti ìreati díopinioneî.
ìLa Bandiera Ë il simbolo della Patria. Il vilipendio
alla Bandiera, líoltraggio alla Bandiera, che proprio perchÈ simbolo della
Patria rappresenta la nostra storia, i nostri Caduti, la nostra vita, non puÚ
essere considerato a livello di contravvenzione e va pertanto punito cosÏ come
previsto dal nostro Codice Penale. Cedimenti in questo senso non sono
compatibili con i sentimenti, gli ideali ed i valori a cui, in particolare,
sono legati gli italiani nel mondo. Reagisco con forte determinazione alla
proposta che appare formulata dalla Commissione Nordio, e respingo altresÏ il
tentativo di togliere il reati che riguarda il vilipendio alla Nazione italiana
e alle prerogative del Capo dello Stato. Questo dovrebbe avvenire nel momento
stesso in cui viene esaltata la politica dellíitalianitý e il Presidente della
Repubblica inneggia al Tricolore come atto formativo e di educazione delle
nuove generazioni, e nel momento in cui si richiedono riforme ove si afferma un
maggior prestigio e rappresentativitý del Capo dello Stato. Esprimo il mio
deciso parere contrario alla iniziativa del Ministro di Grazia e Giustizia che
mi auguro possa essere ritirata. On. Mirko Tremagliaî.
Si svolgerý a Trento dal 4 al 9 febbraio la prima
edizione deí ìIl gioco degli specchiî, il Festival di Letteratura della
Migrazione promosso da Comune, Provincia Autonoma e Universitý degli Studi di
Trento. Un incontro alla pari tra culture, per un colloquio profondo e
uníospitalitý liberamente umana.
ìGiocano tra loro le situazioni speculari
dellíimmigrazione e dellíemigrazione. E ci si specchia gli uni negli occhi
degli altri: io so cosa sono, dove mi trovo, cosa penso se mi metto in
confronto con te, se mi specchio in teî.
Il ëgiocoí prevede uníintera settimana allíinsegna
dellíanimazione letteraria: letture pubbliche, incontri con gli autori,
presentazioni di testi, spettacoli, dibattiti, rappresentazioni, film,
animazioni teatrali. Si ascolteranno le voci degli artisti immigrati ed
emigrati, che forniranno al pubblico una lezione di esperienza e formazione.
Il 2002 Ë stato promosso ad anno propedeutico alla
manifestazione, attraverso líalternanza di eventi organizzati a vari livelli ñ
bambini, ragazzi, adulti ñ da soli, in gruppi informali, a scuola, nella
associazioni. Sotto il Patrocinio della Sovrintendenza Scolastica, i
partecipanti hanno avuto la possibilitý di scegliere pagine stampate con gusto
e interesse.
Quali gli autori? Scrittori stranieri immigrati in
Italia, scrittori italiani emigrati, scrittori italofoni di varie nazionalitý e
scrittori stranieri che faranno conoscere al meglio il proprio paese díorigine.
Italianissimi, tra gli scrittori aderenti allíiniziativa, i nomi di Angelo Del
Boca, Duccio Canestrini, Anna Nadotti, Carmine Gino Chiellino, Claudio Nereo
Pellegrini, Renata DíAmico, Alessandro Tamburini, Lello Voce, Fausto
Paradivino, Pietro De Marchi, Anna Felder, Marco Scardigli, Armando Gnisci,
Giovanna Covi, Eleonora Forlani, Anna Vanzan, Renato Monteleone, Alexian
Santino Spinelli, Lidia Amalia Palazzolo, Giovanni Mastrangelo ed Elisabetta
Bartuli.
IL GOVERNATORE DELLíILLINOIS HA
SALVATO DAL BOIA 160 CONDANNATI ñ IL GRAZIE DEL PRESIDENTE DELLA TOSCANA
Una lettera per dire grazie, grazie per un atto di
clemenza collettiva e per una scelta di civiltý; ma anche per rivolgere un
invito: quello a venire in Toscana, in quella terra che prima al mondo, nel
1786, abolÏ la pena di morte. Líha scritta il presidente della Regione Toscana,
Claudio Martini, al governatore dellíIllinois, George Ryan, che a conclusione
del suo mandato ha svuotato i bracci della morte di tutte le prigioni del suo
Stato, sottraendo alle mani del boia 160 condannati, 4 dei quali graziati e 156
con la pena commutata allíergastolo.
ìCon la sua decisione ñ ha scritto Martini ñ lei ha
inviato un importante segnale a tutto il mondo. Il suo Ë un gesto che non puÚ
che essere apprezzato e condiviso da tutti quanti si battono per la difesa dei
diritti umaniî. Ma cíË di pi˜, sottolinea il presidente della Toscana: ìIL suo
esempio dimostra che impegnarsi per cambiare il mondo in meglio, per eliminare
le ingiustizie e per affermare i diritti umani non solo Ë utile e importante,
ma produce anche risultati positivi. Il suo esempio ci incoraggia nel
continuare la battaglia per la richiesta della moratoria universale e per la
definitiva abolizione della pena capitale, che costituisce una violazione dei
fondamentali diritti umani ed in particolare del diritto alla vita sancito
dallíarticolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umaniî.
La speranza, conclude il suo messaggio Martini, Ë che
adesso la coraggiosa scelta di George Ryan venga condivisa da altri governatori
negli Stati Uniti cosÏ come dai capi di Stato di quei paesi che ancora
mantengono la pena di morte nei loro ordinamenti.
MartedÏ 14 gennaio, nel tardo pomeriggio,
líambasciatore díItalia a Berna Lorenzo Ferrarin assieme al consigliere
díambasciata Polizzi ha ricevuto nel suo ufficio una delegazione dei
Democratici di Sinistra in Svizzera composta dal segretario politico Michele
Schiavone e da Remo Battaglia, Bruno Canellotto, Lino Capuano e Cosimo Titolo.
I rappresentanti del pi˜ grande partito di sinistra italiano nella
Confederazione elvetica hanno espresso e portato a conoscenza del dottor Ferrarin
le proprie considerazioni su diversi temi di attualitý inerenti la vita
politica e sociale che interessano da vicino la comunitý italiana in Svizzera;
argomenti che sono stati dibattuti, accolti con interesse e condivisi nel
merito dal rappresentante diplomatico italiano.
Non solo dello stato dellíaggiornamento delle
anagrafi consolari, del ridimensionamento delle sedi consolari, delle imminenti
votazioni per il rinnovo dei Comites, della formazione scolastica dei giovani
italiani e delle scuole italiane in Svizzera, della promozione della cultura
italiana e dei disagi diffusi tra la nostra gente, ma da parte dei Democratici
di Sinistra sono state avanzate anche proposte e suggerimenti per avvicinare e
rendere percepibili le istituzioni alla gran parte degli italiani, in
particolare ai giovani e ai cittadini della terza etý, alle piccole e medie
imprese, a questo paese che considera ormai la presenza italiana alla stregua
di un elemento caratterizzante della propria fisionomia. Il segretario dei
Democratici di Sinistra in Svizzera, inoltre, ha espressamente sottolineato
líimportanza ed il ruolo che ancora oggi rivestono nella nostra comunitý e per
le istituzioni elvetiche le rappresentanze politiche ed associative italiane
nellíelaborazione progettuale per líancoraggio e la diffusione culturale,
sociale, politica ed economica italiana. A suo dire, riconosciuta líutilitý e
il radicamento sociale dei partiti e delle associazioni nazionali, la
rappresentanza diplomatica italiana in Svizzera dovrebbe sforzarsi di trovare
il modo ed i tempi per consultarli, nella maniera in cui oggi avviene per le
rappresentanze dei Comites, del CGIE e delle rappresentanze sindacali.
Il Comites di Montreal porta a conoscenza della
Comunitý italiana, la nascita su internet di un nuovo sito interamente dedicato
alla questione della Rai in Canada.
Riteniamo sia un evento di estrema importanza che
accogliamo con soddisfazione, perchÈ rappresenta un ulteriore passo in avanti,
verso le attese degli italiani in Canada e rafforza la nostra convinzione che
il sogno possa divenire presto una realtý.
Con la nascita di questo importantissimo strumento
díinformazione, assistiamo ad uníaltra testimonianza che rende merito alla
Direzione di Rai International, al suo Direttore Massimo Magliaro, sempre
allíascolto delle richieste di una Comunitý italiana viva, come quella canadese
che, con fermezza, dignitý Ë rispetto di tutti, chiede di ricevere la Rai 24
ore su 24 direttamente
dallíItalia.
D. La riforma dei Comites Ë ferma. Eppure tutti erano
convinti della necessitý di un rinnovamento di questi organismi. Cosa sta
avvenendo e quale Ë la posizione del CGIE?
Il CGIE non chiede proroghe ma il rispetto delle scadenze e
degli impegni del Governo. » inaccettabile che il Governo non si assuma fino in
fondo le proprie responsabilitý: la concertazione non cíË stata e comunque Ë in
ritardo; si dice che si vuole fare quello che chiede il CGIE ma quando il CGIE
chiede la riforma questa si blocca tra i Ministeri competenti. Il Governo, in
questo momento, poichÈ ha preteso di accelerare i tempi attraverso la
concertazione, bloccando líesame di altre proposte di legge presentate in
Parlamento, ha il dovere di assumersi in pieno le proprie responsabilitý:
approvando la legge! Se ciÚ non dovesse avvenire, e si procedesse al rinnovo
dei Comites con líattuale legge, o peggio ancora si approvasse una leggina per
il voto per corrispondenza, sarebbe uníoffesa alla dignitý del Consiglio ed al
lavoro che questo ha svolto. ProporrÚ le dimissioni del CGIE. Il Ministro
Tremaglia, che non ha certo bisogno delle mie considerazioni, sarý chiamato a
trarre le sue conclusioni.
D. Sarý possibile eleggere i componenti dei Comites anche
in Australia? Quali sono ancora gli ostacoli?
Gli ostacoli che abbiamo ripetutamente discusso ed
affrontato sono superabili solo attraverso uníazione diplomatica tesa a
garantire alle autoritý australiane che il livello di rappresentanza dei
Comites, anche se legato al territorio, Ë esclusivamente legato alle istanze,
ai temi, alle problematiche degli italiani residenti nella circoscrizione consolare.
Ritengo che, superato questo aspetto, non dovrebbero sussistere altre obiezioni
alla elezione democratica dei Comites. Attendiamo risposte dal Ministero degli
Affari Esteri. Intanto, in vista del rinnovo dei Comitati, Ë opportuno iniziare
le consultazioni. Ognuno le proprie.
D. Pensioni per gli italiani allíestero. CíË stata
non poca confusione. Tra maggiorazione sociale, aumenti e recuperi i problemi
sembrano aumentare. Quali sono gli aspetti pi˜ urgenti?
Ristabilire un obiettivo che alcuni non sembrano
vedere pi˜: la paritý di trattamento.
D. Ma in questa finanziaria 2003, ci sarý qualcosa
di positivo. O no?
Líunica cosa certa, in questo momento, oltre agli aspetti
negativi, penalizzanti e discriminatori per quanto concerne le pensioni per gli
italiani allíestero, Ë líassoluta mancanza di aumenti nei capitoli di spesa ñ
nei fatti concreti un taglio! Per gli italiani nel mondo i capitoli di bilancio
rimangono invariati nonostante le richieste avanzate dal CGIE. Diminuiscono
invece le risorse a disposizione del Ministero degli Esteri. Dopo líapprovazione
del documento di programmazione economica e finanziaria, esponenti del Governo
dissero che in quel documento finalmente si riconosceva líurgenza di aumentare
le dotazioni di alcuni capitoli chiave ñ assistenza, soprattutto in America
Latina, scuola, in vista della riforma che dovrebbe esserci ma non cíË ñ ed in
generale del Ministero degli Affari Esteri per affrontare i tanti problemi, tra
cui al primo posto la questione del personale.
I fatti dimostrano ancora una volta che alle
enunciazioni non seguono i fatti.
MINORI CONTESI - TREMAGLIA HA RICEVUTO ALLA FARNESINA LA
PICCOLA LAILA KRAIS
Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko
Tremaglia, ha ricevuto questa mattina (venerdÏ 17 gennaio, ndr) la signora May
Zreik e la piccola Laila Krais, di 10 anni. La bambina ha raggiunto la mamma in
Italia dopo che, alla fine di giugno del 2001, il padre líaveva condotta presso
la zia paterna, in Libano, impedendole di rientrare in Italia. Nel settembre
dello stesso anno la signora Zreik aveva sporto denuncia-querela presso il
Tribunale di Roma nei confronti del marito per sottrazione di minore. Del caso
si erano immediatamente interessati líAmbasciata díItalia a Beirut e il
Ministro per gli Italiani nel Mondo, che si sono a lungo adoperati per ottenere
il felice esito della vicenda. Dopo trattative lunghe e a tratti difficili,
davanti al giudice italiano il padre, che secondo la legge musulmana avrebbe
avuto potestý assoluta sulla piccola, ha acconsentito al rimpatrio della
bambina e il suo affidamento alla madre.
´Sono lieto ñ ha affermato il Ministro accogliendo la
signora Zreik e Laila ñ che, ancora una volta, gli sforzi diplomatici abbiano
contribuito ad abbattere barriere apparentemente insormontabili. I nostri
sforzi vanno sempre in uníunica direzione: il bene dei bambini che, in casi
simili, sono purtroppo le prime vittimeª. Proprio per questo, presso il
Ministero degli Italiani nel Mondo, Ë stato costituito un Osservatorio ad
hoc per
monitorare i diversi casi ancora irrisolti e, soprattutto, lo stato delle
relazioni con i diversi Paesi, soprattutto europei, alla luce delle convenzioni
internazionali. ´Dobbiamo impedire ñ ha sottolineato il Ministro ñ che anche
líEuropa, a dispetto della Convenzione dellíAja sui diritti del fanciullo,
resti macchiata da simili drammiª.
Grazie allíintervento del Ministero, in questi mesi, sono
stati brillantemente risolti i casi di Omar (Egitto), Iman (Siria), Sara e Nour
(Tunisia).
PARLAMENTARI EUROPEI DS SCRIVONO
A FASSINO PROPONENDO UNA GESTIONE UNITARIA DEL PARTITO
ìAl Segretario nazionale dei DS Piero Fassino
Caro Piero, Ë passato poco pi˜ di un anno dal
Congresso di Pesaro. Se prendiamo in esame le vicende politiche ci sembra che
il bilancio sia migliore di quanto si poteva allora temere. LíItalia che
sembrava incapace di reagire dopo le elezioni del 2001 ha visto una forte
opposizione condurre nel Parlamento e nel Paese battaglie importanti
sullíindipendenza della magistratura e sulla giustizia, per la difesa della
scuola pubblica, contro le leggi volute dalla maggioranza per difendere prima
di tutto gli interessi di Berlusconi, per i diritti dei lavoratori, a partire
dalla lunga e unitaria mobilitazione sindacale sullíart. 18 dello statuto dei
lavoratori. E tutto ciÚ mentre il movimento per una nuova globalizzazione e
contro la guerra si esprimeva in forme autonome, con grandi livelli di
partecipazione ed in rapporto dialettico anche con il nostro e con gli altri
partiti della coalizione di centro-sinistra.
Líesigenza di un rinnovamento della politica espresso
da diversi di quei movimenti ha saputo trovare in te e nel nostro partito un
ascolto sensibile, nella convinzione che si tratta di una esigenza non parziale
ma essenziale per rendere pi˜ forte la democrazia italiana.
Il nostro partito ha saputo svolgere un ruolo
importante sia sul terreno dellíopposizione che su quello della costruzione di
proposte alternative a quelle del centro destra. E non Ë frutto del caso che
líesito delle elezioni della primavera scorsa sia stato nettamente a favore dei
DS e del centro sinistra.
Se stiamo alle vicende interne del partito il nostro
giudizio Ë meno positivo e pi˜ preoccupato. Nonostante alcune importanti
occasioni in cui il confronto interno sui temi politici e programmatici Ë stato
approfondito e positivo, sono stati troppi i momenti di aspra polemica, di
personalizzazione fino al limite dellíinsulto, i momenti in cui il vigore dello
scontro interno ha offuscato il bisogno di una forte battaglia unitaria contro
il governo Berlusconi. E ciÚ Ë stato tanto meno comprensibile quanto pi˜ su
questioni fondamentali come ad esempio il futuro dellíEuropa, la Rai, la
devolution si manifestavano nellíalleanza di centro-destra profonde
lacerazioni. Eí chiaro a tutti che non bastano gli appelli alla buona volontý
per superare punti di vista lontani che sembrano a volte inconciliabili. Eppure
dobbiamo chiederci insieme se vi
puÚ essere un metodo diverso da quello che ci siamo dati per convivere
democraticamente la nostra comune esperienza politica allíinterno del nostro
partito.
A noi sembra che da Pesaro in qua sia risultato che
il pluralismo Ë una risorsa e una ricchezza se non regredisce in una
contrapposizione pregiudiziale che finirebbe per riproporre e consolidare una
logica di correnti, fino al punto da mettere a rischio la riconoscibilitý della
nostra politica. Eí un rischio che corriamo: la libertý del dibattito interno
ne ha sofferto e se non troviamo nuove soluzioni ne soffrirý ancora di pi˜ in
futuro. PerchÈ non riprendi líiniziativa di proporre una gestione unitaria del
Partito? A livello decentrato in qualche Federazione e in qualche Comitato
Regionale si Ë fatto e si sta facendo.
Non crediamo che il libero dibattito interno
risulterebbe indebolito. Certo sarebbero indebolite le discipline di corrente,
ma non crediamo che ciÚ dispiacerebbe a molti. Non crediamo che il rapporto fra
partito e la societý si indebolirebbe; anzi potremmo superare questa strana
situazione in cui sembra che qualcuno sia delegato a dialogare con i movimenti
new global, altri con i girotondi, altri con le diverse associazioni e
organizzazioni della cultura, dellíeconomia.
La comunicazione interna ne guadagnerebbe, il comune
sentire riprenderebbe a camminare in avanti, la sfiducia preventiva potrebbe
incrinarsi e trasformarsi in dubbio e pi˜ intensa reciproca voglia di capirsi.
Noi pensiamo che il modo pi˜ semplice di raccogliere
realmente il grido che ad ogni manifestazione viene rivolto a tutti i dirigenti
del partito (unitý! unitý!) sia quello di costruire nazionalmente, cosÏ come nelle Regioni e nelle Province,
organismi esecutivi unitari dove gli incarichi operativi siano affidati ai
compagni pi˜ capaci e competenti, a qualunque mozione abbiano aderito. Vogliamo
provarci?
Il Congresso di Pesaro Ë alle nostre spalle e tutti
ne abbiamo accettato i risultati; occorre un forte impegno unitario dedicando
le nostre energie allíobiettivo prioritario e fondamentale di sconfiggere la
destra e allíesigenza di definire il programma dellíopposizione e di rafforzare
la coalizione dellíUlivo.
Speriamo che non siano le piccole rendite di
posizione a bloccare sul nascere un tentativo che a nostro avviso ci aiuterebbe
sia per ampliare i rapporti con la societý italiana, sia per rafforzare líUlivo
e il centrosinistra.
E ciÚ Ë importante anche in vista delle prossime
scadenze elettorali amministrative ed europee del 2003 e del 2004.
I firmatari di questa lettera sono ovviamente a
disposizione per dare il loro piccolo contributo nel caso si volesse cominciare
a voltare registro.
Renzo IMBENI, Bruno TRENTIN, Claudio fava, Vincenzo
LAVARRA, Demetrio VOLCIC, Fiorella GHILARDOTTI, Giorgio RUFFOLO, Giovanni
PITTELLA, Gianni VATTIMO
P.S. Mentre stavamo scrivendo questa lettera abbiamo
letto uníintervista di Bassolino che ci sembra esprimere lo stesso auspicio e
ci fa sperare che líesigenza da noi espressa sia in effetti molto diffusa.
Da ìCorrispondenza Italiaî ñ Líeditoriale
Non Ë per un automatismo pedissequo e di maniera che
anche noi del patronato Inas riapriamo il dialogo del 2003 con gli amici
italiani allíestero, allíinsegna dellíaugurio di pace. Sul tema vitale della
pace e della guerra, infatti, ogni persona di buona volontý non puÚ che
sottoscrivere con tutto il cuore le parole che (non a caso) provengono da due
colli simbolici della Roma universale, dal Vaticano e dal Quirinale.
Si diceva anticamente che, una volta che si fosse
pronunciata Roma, su una determinata questione, ogni ulteriore dibattito era
privo di utilitý. Ma evidentemente questo tipo di saggezza suona obsoleto alle
orecchie sofisticate dei moderni. TantíË che qualche Professore, di quelli con
la maiuscola, ha avuto da ridire sul Papa troppo pacifista e addirittura
anti-americano e anti-occidentale, a proposito della crisi irachena. PerchÈ ñ
si Ë detto ñ la voce di chi invoca la pace non si Ë levata e non si leva
altrettanto alta contro le carneficine che insanguinano tanta parte del Terzo e
del Quarto mondo? Nelle cento e cento guerre tra poveri che vedono vittime le
stesse popolazioni cristiane in Sudan o nel sub continente indiano e nelle
isole del Pacifico? Contro la fame nelle savane e nelle favelas sudamericane?
Sarebbe semplice obiettare che i messaggi, anche
quelli delle maggiori autoritý spirituali e morali, viaggiano e si diffondono
sulle ali dei mass media che decidono, con le loro logiche, a quali di essi
dare diffusione e rilievo.
Ma cíË una ragione pi˜ vera e profonda sulla quale
vorremmo aiutarci a riflettere insieme. Ed Ë che i moniti pi˜ fermo e pi˜ forti
ed anche pi˜ duri e intransigenti vanno indirizzati proprio verso chi ha pi˜
potere e pi˜ responsabilitý. Eí ai poteri che vanno indicate con pi˜ insistenza
le vie della giustizia, dellíequitý, della prudenza e della moderazione. Ed Ë in
questa prospettiva che si scorge bene la differenza tra il pacifismo astratto,
idealistico, solo spiritualistico, e perciÚ stesso irrealistico e la concreta
pax romana che vuole essere anche terreno (pacem ìin terrisî e non nella ìcittý
del soleî) e dunque politica, nel senso alto del termine.
Ma questi ragionamenti non sono solo filosofie sui
massimi sistemi. Valgono anche ai livelli delle nazioni, allíinterno delle
societý, allíinterno delle stesse parti sociali, nelle categorie, nelle singole
comunitý.
No ai pacifismi ìangeliciî dei puri e immacolati. No
alle scorciatoie utopistiche dei rivoluzionari e dei massimalisti. SÏ invece
alla forza paziente e quotidiana degli operatori di giustizia, tra i quali
vogliamo collocarci, sempre pi˜ degnamente, noi del sindacato e del patronato,
assieme ai lavoratori organizzati e alle loro famiglie, in patria e oltre i
confini.
Proprio in questi stessi giorni di inizio díanno un
ìsindacalista e lavoratoreî amico, il neo-presidente del Brasile, Lula, ha
lanciato un programma da 760 milioni di dollari per un progetto ìfame zeroî
finanziato anche con i risparmi sulle spese militari (si farý a meno di
acquistare i caccia-bombardieri di ultima generazione tecnologica).Non Ë una
trovata di demagogia populista. E non cíentra niente nÈ con dittatori alla
Fidel Castro nÈ con tribuni alla Chavez, ai quali con una lettura forzata,
distorta e rivolta al passato da parte di alcuni in Europa e in Italia, si
vorrebbe associare il neo-presidente brasiliano.
E che sia questa la lettura giusta, lo dimostra
uníaltra scelta di Lula, ispirata alle teorie economiche liberal-democratiche
di Hernando De Soto: quella di assegnare formalmente la proprietý delle
baracche nelle favelas ai loro abitanti, in modo che il ìcapitale mortoî
posseduto di fatto diventi per quei poveri la base di una micro-accumulazione
capitalistica.
Sono le vie di una politica sociale pragmatica. Sulla
quale cammineremo anche noi, assieme ai nostri amici ed associati, in questo
nuovo anno.
(Corrispondenza Italia/Emigrazione Notizie)