COSA È E COSA
VUOLE IL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA
1. IL COMITATO IMMIGRATI IN ITALIA
Il Comitato Immigrati in Italia si propone di essere
una forma di collegamento stabile tra comitati, associazioni, gruppi,
collettivi, singoli/e attivisti/e che esprimono in vario modo lo sforzo
multiforme di autorganizzazione per l’affermazione dei diritti, della
libertà, della dignità dei cittadini/e immigrati/e in Italia. La
peculiarità della nostra rete sta nel fatto che ne sono promotori e
protagonisti attivi immigrati/e provenienti da qualsiasi paese attualmente
residenti in Italia.
Pensiamo che, perlomeno in questo momento, la forma di
lavoro comune della rete
sia il più rispondente alla nostra situazione. Infatti, consente di
mettere in contatto e di far agire insieme realtà molto diverse tra loro
(partecipano al comitato: associazioni a composizione etnica, nazionale o
continentale omogenea, associazioni miste, associazioni antirazziste di
immigrati e italiani, organismi impegnati su temi specifici, altre con finalità
generali, singoli o raggruppamenti, realtà di diverso orientamento
politico ecc.) a cui finora è mancato uno spazio di iniziativa comune su
scala italiana.
Il Comitato Immigrati in Italia si caratterizza
perché:
·
Si relaziona
attraverso una rete di comunicazione, di collaborazione, di iniziativa comune e
di sostegno reciproco tra realtà locali diverse che condividono alcuni
principi, obiettivi e metodi, evidenziati più avanti.
·
Chi aderisce al
Comitato Immigrati in Italia è libero di partecipare ad altre reti o
coordinamenti su scala locale, nazionale o internazionale, e allo stesso tempo
si impegna all’estensione della nostra rete e allo sviluppo delle sue
attività.
·
Nelle
città e nelle regioni dove sono presenti più realtà
aderenti al Comitato Immigrati in Italia queste realizzano le forme di
coordinamento e lavoro comune a livello locale che ritengono più
adeguate alla loro situazione, in uno spirito di collaborazione e
solidarietà.
2. I NOSTRI PRINCIPI
UNITÀ
Siamo stranieri venuti da paesi in guerra, o in grave
crisi economica, o dove i tiranni hanno creato un regno a loro piacimento, o
arrivati in Italia per altri motivi.
Siamo tutti dei lavoratori sfruttati il doppio, molti
di noi lavorano senza diritti 12-14 ore al giorno sette giorni su sette.
Queste nostre affinità di immigrati –
sfruttati – senza diritti creano forti legami e collegamenti e ci
spingono a lottare insieme per la difesa dei nostri diritti.
SOLIDARIETÀ
Nelle sofferenze, nelle mancanze, nella fame, nelle
malattie si vedono gli amici. Noi, a cui tante volte manca la carezza dei
genitori, il bacio del nonno, l’abbraccio del fratello e la mano del
conoscente, stiamo imparando il vero senso della solidarietà, quella
vera, non la carità e ipocrisia. Dobbiamo imparare di più e
insegnare a porgere la mano a tutti quelli che soffrono per le ingiustizie del
potere e per la mancanza di diritti, e a coloro che lottano per conquistare il
meglio per tutti.
Gli aderenti al Comitato Immigrati in Italia
riconoscono di avere in comune i principi dell’uguaglianza di tutti gli
esseri umani e della solidarietà tra chi è colpito da qualsiasi
forma di sfruttamento e di oppressione. Sosteniamo l’opposizione attiva a
ogni tipo di razzismo e di discriminazione. Sappiamo che oltre a colpire gli
immigrati questi mali colpiscono anche i lavoratori italiani e si esprimono
anche all’interno della popolazione immigrata. Noi le vogliamo combattere
in qualunque caso.
Oltre che da questi principi generali e dagli
obiettivi comuni, siamo legati tra noi dalla volontà di sostenerci a
vicenda.
Il nostro comitato è pluralista: non solo
raccoglie persone e realtà con caratteristiche ed idee politiche,
convinzioni filosofiche e religiose diverse, ma considera questa
molteplicità una forza e basa i rapporti tra noi sulla libera
discussione e il rispetto reciproco.
Un principio base delle nostre azioni deve essere la
solidarietà tra le varie etnie, allo scopo di rompere l’isolamento
delle comunità (e anche l’intolleranza che a volte esiste tra
cittadini/e immigrati/e), creando una stretta rete di legami umani capace di
rispondere attivamente e velocemente agli attacchi quotidiani contro gli/le
immigrati/e come le espulsioni, le perquisizioni, i controlli della polizia, i
campi lager (CPT) e a tutte le leggi razziste degli stati europei.
AUTONOMIA
L’autorganizzazione, o meglio, la creazione
delle basi per il protagonismo diretto degli/lle immigrati/e nelle lotte, nella
rivendicazione dei diritti di cittadinanza è un passaggio irrinunciabile
e strategico per il nostro comitato.
3. FINALITA’ DEL COMITATO IMMIGRATI IN
ITALIA
Le principali finalità di questo lavoro in rete
sono le seguenti:
- Far riconoscere e valorizzare una nostra
identità e capacità di iniziativa, in quanto immigrati/e
impegnati: unirci e
comunicare più attivamente e regolarmente serve prima di tutto a noi
stessi. Le attuali leggi e la mentalità razzista non ci considerano
neanche come persone ma solo come braccia da lavoro, quindi senza diritti e
senza dignità; la politica ufficiale e i mass media parlano di noi come
“fenomeno” o come “problema”; a volte, anche le persone
antirazziste rischiano di pensare a noi immigrati come “oggetti” a
cui dare assistenza, a cui offrire solidarietà, non a soggetti con cui
lavorare da pari. Questo incide anche sulla mentalità di molti di noi e
dobbiamo rovesciare questa situazione. L’impegno e l’esperienza che
abbiamo accumulato dimostra che possiamo farlo.
- Mettere in comune le nostre esperienze, i
risultati e le difficoltà che incontriamo. Per lottare e organizzarci in ogni realtà
abbiamo fatto tanti sforzi, a volte abbiamo commesso errori, ma abbiamo anche
inventato forme nuove per associarci e far sentire la nostra voce. Possiamo
imparare dalle diverse esperienze, consigliarci a vicenda, mettere a
disposizione le informazioni, le competenze e le conoscenze che abbiamo,
scambiarci materiali e strumenti di attività utili a tutti. Soprattutto,
possiamo confrontare le situazioni in cui vivono gli immigrati nelle varie
regioni d’Italia, valutando le caratteristiche comuni e quelle differenti,
per definire la strada migliore per ottenere il rispetto dei nostri diritti e
della nostra dignità. Lo possiamo fare con una sensibilità e una
comprensione dei problemi particolare perché noi siamo immigrati/e, abbiamo vissuto la
clandestinità, viviamo sulla nostra pelle la discriminazione, il
razzismo, l’ingiustizia.
- Suscitare un maggiore coinvolgimento e
partecipazione attiva dei/delle cittadini/e immigrati/e: si tratta in primo luogo di aiutare a
sconfiggere la paura, l’individualismo e la rassegnazione, a volte la
convinzione che qui siamo “ospiti” senza il diritto di pretendere
nulla; dobbiamo fare un lavoro capillare per fare capire agli immigrati che le
mobilitazioni non sono finalizzate solo all’ottenimento del permesso di
soggiorno, ma che è giusto e possibile lottare per migliorare tutti gli
aspetti della nostra vita qui (dalle condizioni di lavoro al diritto ad abitare
in case decenti), dobbiamo mostrare concretamente come unirsi e organizzarsi
- Promuovere l’autorganizzazione, il libero
associazionismo per realizzare concretamente il
protagonismo degli/delle cittadini/e immigrati/e. Per autorganizzazione intendiamo
la capacità di autodefinirsi, agire e impegnarsi in prima persona senza
delegare ad altri la difesa delle nostre esigenze. Elaborare una propria
autonomia d’azione che permetta agli immigrati di essere protagonisti del
proprio destino. Autorganizzazione non deve però significare una
chiusura su se stessi, ma deve accompagnarsi sempre al dialogo e alla collaborazione
con le altre realtà che si occupano d’immigrazione e di tutela dei
diritti, come ha dimostrato la nostra attività in diversi ambiti. La
questione importante è riuscire a parlare direttamente a tutti gli/le
immigrati/e per coinvolgerli in prima persona in una battaglia che non si
limiti solo alle questioni contingenti, ma che abbia l’orizzonte
più ampio dell’affermazione della dignità, della giustizia
e della libertà.
- Ideare, proporre e realizzare attività
comuni, campagne e mobilitazioni: è molto importante, tramite la rete che stiamo costruendo,
riuscire ad avere sempre più forti iniziative comuni a livello di tutto
il paese, realizzate localmente ma coordinate su scala nazionale. Ciò
può dare più forza alle nostre rivendicazioni, far crescere la
fiducia e il coraggio delle persone che coinvolgiamo, far crescere il movimento
degli immigrati. Vogliamo tenere sempre presenti – grazie al contatto
diretto e quotidiano che abbiamo – le aspettative, i timori e le
necessità dei/delle cittadini/e immigrati/e e cercare di ideare
attività e iniziative più rispondenti a queste esigenze. Dobbiamo
lavorare affinché le associazioni di immigrati/e acquisiscano sempre
più forza e autorevolezza anche nei confronti delle istituzioni e dello
stato. In questo senso, il nostro impegno va nella direzione di costruire, con
tenacia e senza improvvisazioni, un coordinamento nazionale che sia in grado di
battersi per migliorare le condizioni della nostra permanenza in Italia.
- Contribuire con maggior forza allo sviluppo
del movimento contro il razzismo, per l’affermazione dei diritti e della
dignità, per la libertà di tutti/e. In Italia, negli ultimi dieci anni, con la crescita
dell’immigrazione, si è sviluppato un ampio movimento antirazzista
che in certi momenti è riuscito a far sentire con grande forza la
propria voce, ma non è bastato ancora per contrastare le leggi sempre
più razziste emanate dal parlamento italiano e la diffusione di
comportamenti xenofobi, discriminatori e a noi ostili nella società. Per
questo, insieme all’autorganizzazione degli immigrati, è
importantissimo il rafforzamento del movimento antirazzista tra gli/le
italiani/e, perché per cambiare le cose, bisogna cambiare la
mentalità della maggioranza.
OBIETTIVI
Gli obiettivi che ci poniamo, le rivendicazioni
concrete per cui ci battiamo, riguardanti tutti gli aspetti – specifici e
generali – delle condizioni di vita, dei diritti, della dignità e
delle libertà dei/delle cittadini/e immigrati/e in Italia e nel mondo
sono già stati, in gran parte, al centro delle nostre mobilitazioni e
verranno esposti in forma esauriente in un’apposita piattaforma, che
presenteremo a parte.
4. FUNZIONAMENTO
Il Comitato Immigrati in Italia agisce in forma aperta, plurale e costruttiva.
È sempre aperto all’adesione, alla
partecipazione e alla collaborazione di immigrati/e, che siano singoli/e oppure
organizzati/e in forma collettiva.
Le decisioni comuni su iniziative nazionali, prese di
posizione generali, campagne, mobilitazioni vengono proposte ed esaminate nel
corso degli incontri nazionali che svolgiamo ogni due mesi circa, a rotazione nelle varie
città ove sono presenti aderenti al Comitato. Ogni decisione è in
ogni caso sottoposta alla discussione e alla ratifica delle realtà
locali.
Il Comitato Immigrati in Italia ha un funzionamento pluralista: non ha un portavoce unico o dei
rappresentanti nazionali permanenti, ma si esprime attraverso le parole e le
azioni delle persone e delle realtà organizzate aderenti al Comitato che
agiscono a livello locale. A livello cittadino o regionale, le realtà
che fanno parte del Comitato possono scegliere liberamente la forma di
organizzazione del lavoro comune e l’eventuale espressione di portavoce
locali. L’importante è che le iniziative realizzate localmente a
nome del Comitato siano coerenti con i principi, le finalità e i metodi
definiti nel presente documento.
Gli strumenti di lavoro del Comitato sono soprattutto
le assemblee di quartiere,
paese, città, nazionali ed europee. Le assemblee del comitato sono
riservate alla partecipazione degli e delle immigrati/e. È importante
che ci facciamo conoscere da tutte le comunità, associazioni ed
organizzazioni di immigrati/e attraverso un manifesto programmatico tradotto in
tutte le lingue, che prepareremo e discuteremo insieme nell’ambito delle
assemblee cittadine e nazionali.
Di volta in volta, quando se ne valuta
l’utilità o necessità, l’incontro nazionale del
Comitato può incaricare una o più persone di rappresentare il
Comitato in un’occasione specifica, in un’iniziativa o per un
particolare compito.
Il Comitato Immigrati in Italia ha un approccio
costruttivo, in tutti i
sensi: cerca di affrontare le difficoltà, le differenze e le
incomprensioni per andare in avanti, per crescere tutti/e, non per dividersi
né per imporre la preminenza di qualcuno su altri; vive nel continuo
sviluppo della rete che abbiamo cominciato a costruire e del movimento
più generale a cui partecipiamo; aiuta la costruzione di organismi
autorganizzati in tutte le città, cercando di fornire il maggior
sostegno possibile e rispettandone la completa autonomia di decisione.
L’aspetto principale della vita del comitato
è la rete di comunicazione tra le varie città che stiamo costruendo e che vogliamo sempre
più rafforzare. Per questo si costituisce un gruppo di lavoro nazionale
composto da una o due persone (come nel caso di Roma e Brescia, dove aderiscono
molte associazioni) per ogni città. Questo gruppo di lavoro ha in primo
luogo il compito di garantire la massima comunicazione tra tutte le
città, preparare gli incontri nazionali, realizzare praticamente le
decisioni proposte negli incontri nazionali e assunte a livello locale. Quando
lo ritiene utile questo gruppo di lavoro può riunirsi per organizzare la
sua attività, ma soprattutto deve funzionare come collegamento quotidiano
tra le varie città. Infine, uno dei compiti del gruppo di lavoro
è favorire la presa di contatto con nuove realtà nelle
città dove siamo già presenti e in quelle dove non siamo ancora,
cioè deve aiutare a ingrandire la nostra rete.
5. DIVERSI MA INSIEME
Riunirci “tra noi” immigrati non significa
pensare di agire separatamente dal movimento antirazzista e di
solidarietà che vede impegnati/e tanti/e italiani/e. Non si tratta di
costruire qualcosa in alternativa alle reti e alle esperienze a cui in molti
partecipiamo già (dai social forum ai sindacati, dai movimenti alle
associazioni “miste”), ma di fare qualcosa in più.
Siamo interessati e disponibili a lavorare e
collaborare con tutti coloro che si battono per obiettivi uguali, simili o
convergenti ai nostri; per collaborare non pretendiamo che le nostre scelte
siano sempre condivise o comprese, l’unica cosa che pretendiamo è
il rispetto.
Alcuni attivisti italiani – che, lo abbiamo
detto recentemente, sono la parte più bella di quella società che
ci ha accolto, rispettato e ha lottato insieme a noi, che ha sostenuto i nostri
diritti, le nostre richieste di giustizia, di libertà, di lavoro e di
dignità – hanno ancora difficoltà a comprendere la nostra
esigenza di avere uno spazio di incontro, di comunicazione e di iniziativa
autonomo. Li invitiamo a riflettere. Pensino ad alcune esperienze storiche
avvenute nel mondo: le lotte di liberazione degli afroamericani negli Stati
Uniti o dei neri sudafricani hanno avuto bisogno di costruire una propria
identità (proprio perché era negata dal sistema dei bianchi), di
proprie organizzazioni autonome, per combattere il segregazionismo e
l’apartheid. Così succede tutt’ora per le popolazioni
indigene del centro e sudamerica, in lotta per difendere il proprio diritto
all’esistenza e alla dignità. Anche le donne hanno avuto bisogno
di confrontarsi e organizzarsi “per conto proprio” per costruire un
grande movimento di emancipazione e liberazione delle donne; questo ha poi
contribuito all’avanzamento di tutta la società. Ecco, ora, noi immigrati/e
sentiamo una necessità simile a quelle sentite dagli afroamericani, dai
neri sudafricani, dagli indios americani, dal movimento femminista: essere
più forti “tra noi” per lottare meglio per la libertà
e i diritti di tutti/e.
Ci piace qui ricordare una storica lotta di lavoratori
immigrati divenuta un simbolo in tutto il mondo: quella del 1886 a Chicago per
conquistare le 8 ore di giornata lavorativa. Lì è nato il primo
maggio, come giornata internazionale di lotta di tutti i lavoratori e di tutte
le lavoratrici.
D’altra parte, l’immigrazione (cioè
noi e i nostri fratelli e sorelle, compagni/e di viaggio) sta trasformando la
composizione sociale e umana della società europea e italiana; sta
trasformando anche i suoi movimenti: è necessario inventare anche modi
nuovi di confrontarci, di lottare insieme, di fare politica, di costruire
solidarietà per una società interetnica e interculturale. Vorremo
che il nostro impegno possa essere un contributo positivo
all’arricchimento e rafforzamento del movimento antirazzista e alle varie
esperienze associative, di movimento e di lotta a cui molti di noi partecipano
attivamente.
Coordinamento dei Migranti di Caserta;
Coordinamento antirazzista Cesar K (Verona); Gruppo migranti del movimento di
lotta per la casa (Firenze); Assoc. Interculturale Todo Cambia (Milano);
Associazione Multietnica 2001 (Milano); Forum Sociale di Correggio; Immigrati
in movimento (Napoli); Comunità Burkina Faso ARBI (Napoli); JVP (Roma);
Associazione Latinoamericana El Condor (Roma); Comunità indiana;
Dhuumcatu (Roma); Associazione senegalese (Roma); UAWA (Roma); Comunità
Moldava (Roma); SUTKA (Roma); Illiria (Roma); Associazione Filippini (Roma);
Forum Associazioni immigrati (Brescia); Coordinamento immigrati CGIL (Brescia);
Associazione Latinoamericana di Cremona.
Per adesioni, informazioni e comunicazioni:
comitatoimmigrati@libero.it