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LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO
Mentre ancora
si contano i morti dell’ultimo naufragio e le poche strutture
d’accoglienza operanti straboccano di disperati fuggiti alla guerra, alle
persecuzioni e alla fame il governo vara il decreto “antisbarchi”,
in risposta ai boatos di Bossi e in linea con le scelte razziste che
caratterizzano tutta la politica
sull’immigrazione.
La Marina e
la Guardia di Finanza, col supporto dell’aviazione (anziché
cannoneggiarli, come chiede Bossi,
li bombarderanno?), potranno intervenire in acque nazionali e
internazionali contro natanti sospetti, in particolare contro quelli di cui non
sia chiara la provenienza. Potranno abbordarli, salire a bordo, fare controlli,
rispedirli da dove sono venuti, ricorrendo, se necessario (chi
verificherà se la necessità c’era davvero?), all’uso
della forza.
Siamo alla
barbarie. Alle donne, agli uomini e ai bambini che stremati e indifesi si
avvicineranno alle nostre coste per trovare una possibilità di vita
risponderemo ricacciandoli a forza verso il paese da dove sono fuggiti. E chi se ne importa se lì li
attende un futuro di morte.
Oggi in tutto
il mondo si celebra la giornata del rifugiato. L’Italia anche in questo
campo può vantare un primato: siamo l’unico paese in Europa senza
una legge sul diritto d’asilo, il piano nazionale asilo è privo di
finanziamenti, le possibilità di accesso alla protezione giuridica per i
rifugiati sottoposte a tali restrizioni da renderle praticamente inapplicabili.
Le
associazioni, come l’Arci, che hanno allestito e gesticono centri di
accoglienza per i rifugiati in attesa di riconoscimento lo fanno a spese loro,
perché agli enti locali che dovrebbero sostenere l’accoglienza sul
territorio non arriva una lira.
A livello
europeo, mentre il governo italiano ha sistematicamente eluso tutte le
direttive europee che riguardano l’accoglienza, il nostro presidente del
consiglio sponsorizza l’istituzione della polizia di frontiera, chiarendo
che il semestre di presidenza italiana della Ue dovrà dare un impulso
decisivo alla costruzione della Fortezza Europa, con frontiere militarizzate e
vigilate giorno e notte.
Altro che
Europa solidale e dei cittadini.
Per
denunciare e contrastare queste scelte l’Arci continuerà a
mobilitarsi, unendo la denuncia alla pratica di solidarietà concreta.
In molte
città italiane oggi abbiamo organizzato conferenze stampa, dibattiti,
azioni dimostrative non violente per richiamare l’attenzione sul problema
dei rifugiati. Ricordando che il diritto d’asilo è previsto dalla
nostra Costituzione e che il nostro paese cinquant’anni fa ha
sottoscritto la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la
Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato.
Roma 20
giugno2003