Alle Rev. Ecc.ze i Vescovi

Ai Superiori/e Generali e Provinciali di Ordini e Congregazioni

Alle singole Comunitý Religiose

Ai Direttori delle Caritas Diocesane

 

 

sottoponiamo alla Sua attenzione líallegata lettera che contiamo di inviare alle pi˜ alte cariche istituzionali dello Stato per chiedere un loro intervento per una applicazione delle leggi relative allíimmigrazione. Applicazione ispirata al rispetto dei diritti umani che in questi momenti sono gravemente negati ad un numero elevato di migranti. Il Magistero di S.S. Giovanni Paolo II appare esemplare e chiaro sul tema della emigrazione. Eí nostra responsabilitý di sacerdoti, religiosi e religiose rendere evidenti le applicazioni concrete di quei principi che totalmente condividiamo.

Eí questo dunque líunico motivo che ci spinge ad agire per sostenere la causa dei tanti migranti che patiscono sofferenze e disagi che potrebbero facilmente essere evitati.

La tutela e la promozione della famiglia dei migranti, la possibilitý di poter esercitare il diritto díasilo sono tra le richieste che intendiamo indirizzare alle pi˜ alte cariche istituzionali dello Stato perchÈ possano impegnare Parlamento ed Esecutivo ad organizzare gli opportuni interventi.

Vogliamo sperare nella Sua adesione e nella condivisione di questo impegno del quale avvertiamo líurgenza pastorale.

Le chiediamo líattenzione e líadesione al documento allegato:

-                inviando un fax o uníe-mail presso líUfficio Pastorale Giovanile di Caserta allo 0823-214554 ; cpg@casertagiovani.org;

-                proponendo un gesto significativo di comunione e di solidarietý visibile il giorno 27 giugno p.v. (Festa del Sacro Cuore), organizzando alle 19,00 davanti alle Prefetture díItalia un incontro di preghiera e di riflessione, portando la Croce e la catena, simboli delle tante forme di schiavit˜ che ancora oggi vivono tanti nostri fratelli e sorelle immigrati.

 

Con stima.

I Missionari Comboniani

Caserta, 11 giugno 2003

 

 

 

 

DOCUMENTO DEI MISSIONARI COMBONIANI SUI DIRITTI DEGLI IMMIGRATI

 

ìPer la Chiesa il messaggio sociale del Vangelo non

deve essere considerato una teoria, ma prima di tutto

un fondamento e una motivazione per líazioneî

(Giovanni Paolo II, Centesimus annus,57)

 

Al Presidente della Repubblica

Al Presidente della Camera dei Deputati

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Corte Costituzionale

 

Noi, comunitý di Missionari Comboniani ( p.Giorgio, p.Franco, p.Claudio e fratel Nicola), da anni presenti a Castel Volturno (CE), territorio che soffre contraddizioni e problematiche enormi senza vedere una prospettiva per il futuro, dal giorno 4 giugno 2003 siamo incatenati allíinferriata del Palazzo della Prefettura e della Questura di Caserta (poi rimossi forzatamente dalla polizia ci siamo spostati sul marciapiede di fronte allo stesso Palazzo) come gesto di protesta e di denuncia, ma soprattutto di proposta, che nasce dalle modalitý con cui líoperazione denominata ìAlto impattoî viene condotta, ormai da alcune settimane, nella Provincia e in particolare a Castel Volturno.

Tale operazione Ë condotta dalle forze dellíordine le quali stanno rastrellando la zona nel tentativo di colpire, ëcosÏ diconoí , spacciatori e trafficanti di ragazze prostituite. Di fatto vengono colpiti, in particolare africani/e, che non sono nel giro della malavita ma che hanno la sola ìcolpaî di non avere ancora ottenuto il permesso di soggiorno. Di questi fatti, noi Missionari Comboniani, siamo testimoni.

La nostra iniziativa ha trovato immediato appoggio e stretta collaborazione da parte della comunitý religiosa dei padri Sacramentini, delle Suore Orsoline del S. Cuore di Maria ñ Comunitý Rut, presenti nella Diocesi di Caserta e di sacerdoti diocesani oltre al consenso partecipativo di varie associazioni ecclesiali e laiche.

Da tener presente, tra líaltro, líassurdo della legge Bossi-Fini che trasforma un illecito amministrativo (la condizione di irregolaritý) in reato penale, con tutte le conseguenze sul piano della repressione e della sanzione che ciÚ comporta. Infatti la nuova procedura di allontanamento nei confronti di immigrati ìclandestiniî prevede líespulsione con accompagnamento immediato; e qualora non sia possibile trattenere lo straniero presso un centro di permanenza o siano decorsi i termini il Questore ordina di lasciare il territorio dello Stato entro 5 giorni. La mancata ottemperanza dellíordine, senza giustificato motivo, comporta líarresto da sei mesi a un anno. Si Ë introdotto, cosÏ, un infallibile meccanismo di ìcriminalizzazioneî: se la condizione di clandestinitý non costituisce, di per sÈ, reato, il mancato allontanamento spontaneo dallo Stato, fa scattare líipotesi di reato. Nei fatti, sempre pi˜ frequentemente, líamministrazione non tenta neppure di allontanare lo straniero: preferisce lasciarlo uscire ìliberoî dalla Questura, sapendo che, nel tempo di soli 5 giorni, Ë destinato a commettere un reato (ovvero la permanenza illegale in Italia). A quel punto, non si procederý pi˜ per rintracciare un clandestino bensÏ per catturare un criminale.

Il papa Giovanni Paolo II ci ricordava, appena pochi anni fa, come il ìmigrante irregolare si presenta come quel forestiero nel quale Ges˜ chiede di essere riconosciuto. Accoglierlo ed essere ospitali Ë dovere di ospitalitý e fedeltý alla propria identitý di cristianiî (Giovanni Paolo II, Le migrazioni presentano un duplice volto, 5 ñ Messaggio per la giornata mondiale del migrante 25.7.1995).

Proprio ed esclusivamente in nome di questa fedeltý, che Ë giustizia e caritý, noi Missionari Comboniani insieme a religiosi e religiose appartenenti ad altre congregazioni non possiamo non osservare le condizioni di estrema precarietý, di sofferenza e di emergenza in cui versano tanti nostri fratelli e sorelle immigrati. Si tratta di una condizione che Ë il risultato di un rifiuto egoistico che, in nome dellíappartenenza nazionale, o del possesso di un particolare passaporto, discrimina gli esseri umani. Come osservava ancora Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del migrante:

ìPurtroppo, non mancano tuttora nel mondo atteggiamenti di chiusura e perfino di rifiuto, dovuti a ingiustificate paure e al ripiegamento sui propri interessi. Si tratta di discriminazioni non compatibili con líappartenenza a Cristo e alla Chiesaî (G.P. II, Omelia per il Giubileo del Migrante, 2.6.2000).

Pertanto, non possiamo pi˜ tacere davanti alla moltitudine di non garantiti che sperimenta ogni giorno di pi˜ le conseguenze di leggi ingiuste e le applicazioni restrittive e inumane di quelle stesse leggi.

Nessuno di noi si puÚ ritenere estraneo rispetto a questi fratelli e sorelle immigrati secondo quanto ci suggeriva il Concilio Vaticano II:

ìnon possiamo invocare Dio come Padre di tutti, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni uomini creati a immagine di Dioî (Nostra aetate 5).

Eí di questo nostro comportamento da autentici fratelli che il mondo ha assoluto bisogno ed Ë per questo motivo che ci sentiamo personalmente interpellati ad intervenire.

Occorre contribuire a superare le mistificazioni e le paure che rendono la realtý dellíimmigrazione un problema, addirittura esclusivamente un problema di ordine pubblico da affrontare con la forza della repressione. Líemigrazione deve essere invece riconosciuta come occasione di ricchezza e di Grazia, vero segno dei tempi, del nostro tempo presente. Senza perÚ dimenticare che líemigrazione Ë anche la conseguenza dellíingiustizia planetaria della pessima distribuzione dei beni della terra. Oggi le merci e il denaro sono liberi di circolare ma non le persone. Eí quellíingiustizia che condanna a morte i cittadini dei Paesi impoveriti spingendoli forzosamente a partire in condizioni di gravissimo rischio personale.

Noi, firmatari del presente documento, senza far venire meno il servizio di assistenza e talvolta di supplenza delle istituzioni nella accoglienza dei migranti, comprendiamo che questo servizio non Ë assolutamente sufficiente e che Ë nostro compito ìrisvegliare e mobilitare le coscienzeî con scelte coraggiose che implichino impegni strutturali di giustizia sociale direttamente ispirati al Vangelo.

Infatti, la Chiesa Madre e Maestra ci indica che: ìNella Chiesa nessuno Ë straniero, e la Chiesa non Ë straniera a nessun uomo e in nessun luogoî (Giovanni Paolo II, Le Migrazioni presentano un duplice volto 5, Messaggio per la giornata mondiale del migrante, 25.07.1995).

Nessuno puÚ quindi sentirsi estraneo o puÚ sottrarsi a questa responsabilitý che líora presente rende

urgente e gravissima.

Per questi motivi chiediamo líimpegno da parte degli organi competenti su questi punti che riteniamo irrinunciabili per la tutela della dignitý umana dei migranti titolari di diritti in quanto persone.

1.              Il reale e concreto potenziamento degli uffici per stranieri di tutti gli organi competenti (Prefettura e Questura) a fronte dellíingente numero di pratiche da affrontare attraverso:

                          il decentramento territoriale degli uffici nelle aree maggiormente interessate dalla presenza di immigrati;

                          líampliamento dellíorganico e líimpiego di personale specializzato (mediatori culturali);

                          una gestione migliore e pi˜ umana delle file e degli appuntamenti attraverso líutilizzo delle tecnologie al fine di evitare inutili ed estenuanti attese.

2.              Garantire i diritti legati alla famiglia:

                          unitý del nucleo familiare: favorendo la semplificazione ed accelerazione delle procedure di ricongiungimento familiare ed in particolare superando líostacolo dellíautentica dei documenti attestanti i rapporti di parentela, unicamente da parte delle autoritý consolari italiane, del paese di origine del richiedente;

                          estensione della tutela della maternitý;

                          tutela dellíunitý familiare.

3.              Diritto di Asilo. Attraverso una riforma complessiva recependo la normativa internazionale e il dettato costituzionale garantendo di fatto líesercizio del diritto díasilo. Líuso spropositato dei C.P.T. (Centri di permanenza temporanei), líimpossibilitý di fatto di opporre ricorso in caso di esito negativo della richiesta e la conseguente espulsione immediata del richiedente sono un caso unico nella legislazione europea.

4.              Procedure di regolarizzazione. Viste le centinaia di migliaia di lavoratori stranieri in attesa di convocazione da parte delle Prefetture, e prevedendo ancora tempi lunghi per il completamento dellíesame delle pratiche Ë necessario:

                          prevedere un permesso temporaneo di rientro nel paese di origine di fronte a situazioni di particolare gravitý quali lutti, malattie di familiari, ecc;

                          prevedere la possibilitý di dar corso al rapporto di lavoro in caso di subentro di un nuovo datore di lavoro;

                          vedere tutelato il diritto del lavoratore ad ottenere un permesso di soggiorno per ricerca di una nuova occupazione rispetto a situazioni di truffa perpetuate dal datore di lavoro.

5.              Politiche di integrazione. » necessario richiamare le Amministrazioni Locali ad attuare vere e proprie politiche di integrazione e non semplicemente singoli interventi a partire dalla conoscenza quantitativa e qualitativa del fenomeno, dallo sviluppo di servizi di accoglienza, dei servizi sanitari, degli alloggi, collaborando col volontariato e líassociazionismo che da anni, soli, sul campo hanno maturato esperienza. Senza un impegno serio e responsabile da parte delle istituzioni locali non riusciremo mai a realizzare la societý multiculturale fondata sul rispetto delle diversitý e sulla partecipazione di tutti i cittadini alla vita democratica.

 

 

Caserta, 11-giugno-2003

                                                                                             

                                                                                                          I Missionari Comboniani