1.
IMMIGRAZIONE
– ''Suonatori girovaghi e lavavetri''. Un volume su immigrazione ed
emigrazione dei minori (Redattore
Sociale)
2.
"Imprenditori
immigrati: una realta' in crescità". Un'indagine della
Confartigianato (Stranieri
in Italia)
3.
Nel
piacentino un’azienda chiude le porte in faccia agli immigrati (Migra)
4.
E’
morto Dino Frisullo, un protagonista del movimento pacifista e antirazzista (Migra)
5.
IMMIGRAZIONE
- I dati del progetto ''Medicina di strada'' del Naga: 1.700 le persone curate
da medici e volontari (Redattore
Sociale)
6.
RIFUGIATI
– Situazione in Iraq, Amnesty International: ''Non imporre il rientro
obbligatorio ai richiedenti asilo'' (Redattore Sociale)
7.
IMMIGRAZIONE
– Luciano (Stranieri in Italia): ''Con la Bossi-Fini scoppieranno le
carceri: 45mila detenuti in più all'anno'' (Redattore Sociale)
8.
CULTURA
- Nasce il polo della musica etno made in Italy. A Marsciano un concorso
musicale unico in Italia (Redattore
Sociale)
9.
Modena
città aperta ? Non passa (ovunque) lo straniero di Arturo Ghinelli (Migra)
10.
IMMIGRAZIONE
– Msf: ''Persone in fuga dalla guerra non possono essere strumentalizzate
a fini politici'' (Redattore
Sociale)
11.
IMMIGRAZIONE:
sono 2 milioni i 'Fratellastri d' Italia' (ANSA)
12.
IMMIGRAZIONE
– Un servizio di call center eviterà lunghe file di cittadini
stranieri davanti alla questura di Bologna (Redattore Sociale)
13.
Tre
comunicazioni della Commissione europea su immigrazione e asilo. No ai campi
d'accoglienza fuori dall'Ue, via libera alla creazione di una guardia di frontiera
europea. (Stranieri in
Italia)
14.
IMMIGRAZIONE:
D'Ali' a Consiglio Giustizia Affari Interni UE in programma a Lussemburgo
domani (ANSA)
15.
IMMIGRAZIONE
– Bologna: Bsf contro il Comune per la chiusura del Cpa di Arcoveggio.
Spostati gli 80 stranieri (Redattore
Sociale)
16.
IMMIGRAZIONE:
Fassino, legge fini-bossi crea lavoro nero (ANSA)
17.
IMMIGRAZIONE
- A Venezia il master sui ''Fenomeni migratori e trasformazioni sociali'' (Redattore Sociale)
18.
IMMIGRAZIONE:
vertice al Viminale su sbarchi e accoglienza convocato da Pisanu con De Gennaro
e Pansa (ANSA)
19.
IMMIGRAZIONE
- Nuovo documento Ue: ''Cresce il bisogno di migranti economici che colmino le
carenze di manodopera'' (Redattore
Sociale)
20.
IMMIGRAZIONE:
Calderoli, sia posta su tavolo verifica (ANSA)
21.
IMMIGRAZIONE:
Frattini, Marocco all'attenzione UE Rabat disponibile a politica riammissione (ANSA)
22.
PROFUGHI
- Dopo gli ultimi sbarchi in Sicilia, interviene l'Asgi: ''Non possono essere
trattenuti in strutture detentive'' (Redattore Sociale)
23.
Emergenza
clandestini: pieni poteri al prefetto D'Ascenzo per la costruzione di nuovi
centri di permanenza temporanea (Stranieri in Italia)
24.
IMMIGRAZIONE
- Meno rifugiati in Italia: 1.270 nel 2002. Il Cir: circa 17.000 le richieste
d’asilo presentate lo scorso anno (Redattore Sociale)
1. IMMIGRAZIONE – ''Suonatori girovaghi e
lavavetri''. Un volume su immigrazione ed emigrazione dei minori (Redattore Sociale), ROMA, 6 giugno
– "Suonatori girovaghi e lavavetri. Minori italiani emigrati
all’Estero e minori stranieri immigrati in Italia”: è il
titolo della nuova monografia illustrata della rivista “Il Calendario del
Popolo” sulla storia e i problemi della migrazione, uscita per i tipi
dell’editore Teti (www.teti.it). Scritto da Bruna Bianchi, Matteo
Ermacora e Nicoletta Giove (tre noti studiosi dell’Università
veneziana Cà Foscari), il volume affronta il tema dell’emigrazione
e dell’immigrazione dei minori, da e in Italia. Esponendo i risultati
delle loro pluriennali ricerche, gli autori mettono a fuoco le condizioni di
vita e di lavoro dei minori italiani emigrati fino alle soglie degli anni
’70 e, a partire dagli anni successivi, quelle dei minori stranieri
immigrati in Italia. “Viene così colmata una lacuna della nostra
storiografia che – a prescindere dalle valutazioni morali – ha
considerato poco rilevante, il lavoro dei minori ritenuto marginale, accessorio
a quello degli adulti, mentre, al contrario, nei flussi migratori la componente
minorile fu tutt’altro che trascurabile – nota l’editore -.
Il lavoro di fanciulli e ragazzi si rivelò decisivo per il decollo e lo
sviluppo di molti settori produttivi e indispensabile ai bilanci
familiari”. Inoltre la monografia offre un profilo delle vicende delle
migrazioni minorili da e in Italia, dall’Unità fino ai giorni
nostri, che prendono il via dal 1863, quando Giuseppe Mazzini denunciava la
tratta di minori italiani condannati "a morire di stenti o vivere
d’elemosina e di furti", operata da "cinque o sei uomini
italiani stabiliti in Londra, rotti generalmente ad ogni mal fare e non curanti
fuorché di lucro". La vicende narrate dai tre storici veneziani
saranno raccontate anche con le immagini di una mostra storico-documentaria
(preceduta da altre due esposizioni: “Macaronì e Vù
Cumprà” e “Balie italiane e Colf straniere”), che
verrà serigrafata in multipli per favorire esposizioni simultanee e
offrirà l’occasione di promuovere incontri, conferenze, dibattiti
e convegni per diffondere la conoscenza del fenomeno migratorio.
2. "Imprenditori immigrati: una realta' in
crescità". Un'indagine della Confartigianato (Stranieri in Italia) ROMA, 6 giugno -
Sono attivi soprattutto nel nord-ovest ed operano nei settori del commercio,
delle costruzioni e nel manifatturiero leggero. Sono inoltre per lo più
africani ed esteuropei, anche se è in forte crescita il numero di quelli
provenienti dall'Asia e dall'America Latina. Questa in estrema sintesi la
fotografia sulla condizione degli imprenditori immigrati scattata dalla
Confartigianato con l'indagine 'Imprenditori immigrati: una realta' in
crescità, presentata ieri a Treviso. La maggior parte degli imprenditori
immigrati (125.457) vive nel nord-ovest (più di 35 mila), poi nel
Mezzogiorno (33 mila), al Centro (29.700) e nel Nord-Est (27.600). Inoltre
secondo lo studio cambia radicalmente l'immagine dei lavoratori stranieri nel
nostro Paese, i quali non possono più essere considerati 'vu'
cumprà, ma al contrario lavoratori ben inseriti da anni nel tessuto
sociale italiano (anche grazie, spesso, ad un titolo di studio medio-alto).
Variegata anche la provenienza dei circa 34 mila artigiani immigrati (il 27,1%
del totale): il 28,4% di essi proviene dall'Europa dell'est, il 26,8
dall'Africa, il 20,1% da altri Paesi, il 12,6 dall'Asia ed il 12,1%
dall'America Latina. A livello settoriale gli imprenditori immigrati provenienti
dall'Europa dell'Est e dall'Africa risultano essere attivi soprattutto nelle
costruzioni, diversamente da quelli asiatici, orientati in massima parte verso
il comparto delle manifatture leggere. Non sembrano invece avere preferenze
settoriali di massima gli imprenditori provenienti dall'America Latina.
Simili a quelle di molti loro colleghi italiani gli ostacoli incontrati per lo
sviluppo delle imprese. Secondo l'indagine ai primi posti ci sarebbero le
difficoltà burocratiche, l'accesso al credito e la formazione. Sul
fronte più strettamente personale le difficoltà rilevate
riguardano soprattutto l'abitazione (42%) e la conoscenza della lingua (40%).
La Confartigianato, ha spiegato il presidente della confederazione Guido
Bolaffi, "intende diventare l'organizzazione di rappresentanza degli
imprenditori immigrati che accettano le regole del sistema italiano". E
questo perché, ha sottolineato, deve essere azzerata una volta per tutte
un'immagine "riduttiva dell'immigrazione intesa come disperazione e
discriminazione. Puntiamo invece alla voglia di impresa e di successo che
scaturisce come prevalente dalla nostra indagine". A fronte di ciò,
ha concluso Bolaffi, la Confartigianato si candida a rappresentare "la
voglia di impresa e di occupazione qualificata che proviene dagli
immigrati".
3. Nel piacentino un’azienda chiude le
porte in faccia agli immigrati
di Jamal Ouzine (www.migranews.net), 6 giugno - Molti
imprenditori italiani si lamentano di non trovare manodopera straniera in
numero sufficiente a far fronte alle loro esigenze di produzione; altri invece,
nonostante la forte necessità di ampliare la propria forza-lavoro,
rifiutano tout court di assumere lavoratori stranieri.
E’ il caso di un’azienda metalmeccanica del piacentino. Da persone
che vi lavorano sappiamo che i titolari si sono sempre rifiutati
categoricamente non solo di assumere stranieri ma perfino di permettere ai non
italiani che si presentavano di compilare la domanda di lavoro.
All’azienda in questione gli affari andavano bene e c’era sempre
bisogno di nuova manodopera (anche perché molte persone resistevano per
poco, visto l’ambiente poco sereno in cui lavoravano); quindi chi faceva
domanda aveva buone possibilità di essere assunto, ma solo a patto di essere
italiano. Eppure il lavoro, non presentando difficoltà linguistiche di
sorta, sarebbe stato perfettamente adatto a persone di qualsiasi
nazionalità. I titolari dell’azienda non hanno fornito spiegazioni
del loro comportamento ai dipendenti; del resto, domande e contestazioni, come
si può immaginare, non erano particolarmente bene accette.
Quando qualcuno si presentava alla porta chiedendo di fare domanda di lavoro,
se dall’aspetto e dal modo di parlare si ipotizzava fosse italiano allora
gli si faceva compilare la domanda, altrimenti si rispondeva «siamo al
completo, non c’è bisogno di manodopera». E per
l’impiegata che doveva aprire la porta era un bel daffare: se infatti era
tutto sommato semplice riconoscere (e quindi lasciare fuori) un senegalese o un
pakistano, come essere sicuri che non si stava facendo entrare un bosniaco o un
macedone, magari con una buona conoscenza dell’italiano? La malcapitata
dunque era sempre a rischio “lavata di testa”. I titolari fino a
pochi anni fa non assumevano nemmeno meridionali. Allora diamo loro tempo,
forse tra una ventina d’anni si renderanno conto di come va il mondo.
4. E’ morto Dino Frisullo, un protagonista
del movimento pacifista e antirazzista (www.migranews.net),
6 giugno - Se
n’è andato stanotte, il giorno del suo compleanno, Dino Frisullo
presidente dell’Associazione “Senzaconfine”, pacifista
,responsabile di Azad, l’Associazione dei profughi curdi in Italia.
Colpito un tumore ai polmoni, da tempo era ricoverato all’ospedale
Monteluce di Perugia. Tutta la sua vita è stata spesa nell’impegno
pacifista, nella solidarietà internazionale, e nella difesa dei migranti
in Italia. Non c’era manifestazione contro la Bossi-Fini o in difesa di
qualche migrante colpito da aggressione razzista, che non lo vedesse presente
attivo e sensibile nel coinvolgere i cittadini stranieri, preparare striscioni
e organizzare conferenze stampa. Nel mese di dicembre durante una giornata di
mobilitazione per i diritti dei migranti, mi aveva raccontato delle numerose
regolarizzazioni che era riuscito a ottenere per i migranti che
“assumeva” nella sua casa come collaboratori domestici, fino a
provocare la domanda di un impiegato della questura che gli aveva
chiesto:«Ma dottor Frisullo quant’è grande la sua
abitazione?» Invece Dino Frisullo abitava in due locali in una casa che
era anche un centro culturale. Aveva un carattere dolce, anche nei momenti
più difficili, nelle situazioni di conflitto, non perdeva la calma, e
amava argomentare le sue posizioni. Era un infaticabile lottatore per i diritti
umani, per la giustizia sociale contro ogni discriminazione. Nel 1998 venne
arrestato in Turchia per una manifestazione dei curdi che festeggiavano il Nevroz (capodanno curdo). Fu condannato ad un
anno di prigione e cominciò un lungo sciopero della fame per chiedere il
rispetto da parte della Turchia delle convenzioni internazionali sui diritti
umani. Venne liberato dopo qualche mese grazie ad una ampia campagna
internazionale di solidarietà. Negli ultimi mesi si era occupato della
legge Bossi-Fini e aveva scritto al sottosegretario all’interno Alfredo
Mantovano, protestando contro i respingimenti alle frontiere di coloro che
fuggivano da guerre e persecuzioni. Aveva anche fatto parte di una delegazione
che visitava i Cpt (centri di detenzione temporanea) e il suo rapporto sul Cpt
di “Regina pacis” a san Foca (Lecce) è di straordinaria
chiarezza e profonda visione politica. In una delle sue ultime lettere
avvertiva di una guerra non solo in Palestina o in Irak, ma anche qui nei
nostri paesi occidentali i cui governi approvano legislazioni antiterroristiche
e pacchetti per contrastare l’emigrazione. «Una vera e propria
guerra contro i migranti nelle nostre città» scriveva Dino «dove
i nemici sono uomini e donne come Milli Gullu, morta per asfissia a ventisette
anni nella stiva di una nave negriera sotto gli occhi sbarrati del marito e
delle due figlie piccole, e quella stiva fetida non fu aperta che due giorni
dopo. Milli fuggiva da un processo davanti al tribunale speciale per aver
partecipato a uno sciopero della fame in difesa del suo presidente Ocalan, che
prima di lei s'era presentato alla frontiera italiana per chiedere asilo.
Uccisa lei prima di vedere l'Italia, consegnato lui alla cella della morte dopo
averla appena intravista, l'Italia. Al vedovo i gestori del centro
d'accoglienza di Sant'Anna impediscono di uscire per vedere un'ultima volta,
composto nell'obitorio e non nell'allucinante fetore di quella stiva, il corpo
di sua moglie.» E concludeva la sua lettera scusandosi «di voler
condividere il peso di una lunga giornata» spesa ad occuparsi delle
ingiustizie degli altri. Un abbraccio caro Dino, ovunque tu sia, con la
consapevolezza che oggi saremo un pò più soli a dividere il peso
delle ingiustizie, delle discriminazioni e delle sofferenze .
5. IMMIGRAZIONE - I dati del progetto ''Medicina
di strada'' del Naga: 1.700 le persone curate da medici e volontari (Redattore Sociale) MILANO, 6 giugno -
Il Naga, associazione socio-sanitaria per stranieri e nomadi, tra le maggiori
organizzazioni italiane che si occupano d'immigrazione, con i suoi 20mila
utenti stranieri l'anno nella sola area milanese, ha presentato oggi ha tenuto
oggi presso la libreria "Utopia" di Milano i dati del progetto "Medicina
di strada" e lanciato il nuovo progetto degli "Osservatori Naga
sull'immigrazione". La relazione presentata, intitolata "la
Città invisibile" e basata sui dati sociali raccolti nel corso del
progetto "Medicina di Strada" ( è un rapporto sulle migliaia
di persone che abitano nelle fabbriche abbandonate e nelle baraccopoli
dell'area milanese. Oltre 1.700 le schede cliniche in tre anni di lavoro con
l'unità mobile in fabbriche abbandonate, baraccopoli e altri
insediamenti abusivi dell'area milanese. 700 le persone visitate nell'ultimo
anno. Gli insediamenti più grandi contano fino a 300 persone, molti
altri da 2O a 50 persone, fino a quelli "familiari". La popolazione
che abita questi luoghi appartiene prevalentemente a gruppi nazionali con
flussi migratori recenti quali Rumeni (il gruppo più numeroso che
rappresenta oil 28% del totale), Ucraini (27%), Moldavi, Bulgari, e in minor
numero a gruppi presenti in Italia da più tempo, come gli Albanesi e i
Marocchini (21%). I primi sono penalizzati dall'assenza di una rete relazionale
che li agevoli nella ricerca di lavoro e casa, i secondi, da stigmi
particolarmente negativi. La maggioranza di questa popolazione è di
recente arrivo. Significativa nei gruppi provenienti dall'Est-europa la
presenza di donne (27% tra i moldavi, 23% tra gli ucraini). Si tratta di
immigrazione giovane. L'età prevalente è tra i 25 e i 34 anni
(39%). Il 30% ha meno di 24 anni. La causa di questo fenomeno abitativo dipende
-secondo Naga- da due ordini di fattori: la mancanza, da parte dell'ente pubblico
e della quasi totalità del privato sociale, di assistenza o aiuto
rivolte alla popolazione irregolare e la stessa condizione di
clandestinità dalla quale è impossibile emergere se non in
occasione delle sanatorie. Ed è pure la clandestinità ad origine
del rapporto asimmetrico e spesso ricattatorio tra straniero e datore di lavoro
o padrone di casa. Il livello di istruzione è piuttosto alto. Circa il
40 per cento vanta un'istruzione superiore. Diffusa la conoscenza di altre
lingue oltre la propria (più del 70%) e all¹italiano. Nonostante le
condizioni di vita estremamente precarie e il recente arrivo, solo una
minoranza, sia pur consistente (44%) risulta disoccupata. Il lavoro viene
reperito soprattutti nel mercato del sommerso, dove impera il caporalato:
cantieri, carico e scarico, volantinaggio; per le donne, invece, è
accessibile solo il lavoro domestico, come colf o badanti. Molto frequenti i
casi di lavoro non retribuito, e l'utilizzo del ricatto da parte del datore di
lavoro. Negli insediamenti monitorati le istituzioni si limitano a interventi
di ordine pubblico, attraverso l'Ufficio "Problemi del territorio"
della Polizia municipale. Gli sgomberi che mirano ad eliminare questo
³problema², in realtà hanno come unico effetto la
frammentazione degli insediamenti e l¹indebolimento di quegli abbozzi di
gestione comunitaria che gli abitanti di alcune aree tentano di attuare. In
alcune baraccopoli erano presenti ritrovi per ascoltare la musica, luoghi di
culto. Il Naga propone il ripristino dei centri di prima accoglienza pubblici,
(da non confondere con i centri di permanenza temporanea) smantellati negli
anni '90 a Milano e aperti solo ai regolari. Necessari, inoltre, meccanismi di
emersione dalla clandestinità, non legati alle sanatorie, ma basati
sulla possibilità da parte del lavoratore straniero di denunciare in
qualsiasi momento la propria posizione lavorativa irregolare emergendo dalla
clandestinità. L'associazione milanese ha lanciato inoltre gli
³Osservatori Naga sull¹immigrazione²: un¹iniziativa volta a
fornire periodicamente la fotografia di singoli aspetti del fenomeno migratorio
quali lavoro, casa, condizione femminile o dei rifugiati e così via.
6. RIFUGIATI – Situazione in Iraq, Amnesty
International: ''Non imporre il rientro obbligatorio ai richiedenti asilo'' (Redattore Sociale), ROMA, 5 giugno -
Amnesty International si è rivolta ai paesi europei che stanno
esaminando la possibilità di rimpatriare in Iraq i cittadini iracheni le
cui domande di asilo sono state respinte, chiedendo di non porre queste persone
in una situazione che è lontana dall'essersi stabilizzata.
"Potranno volerci mesi, se non anni, prima che la situazione in Iraq
diventi sufficientemente stabile e sicura da consentire il rientro in sicurezza
e dignità dei rifugiati, in un contesto di rispetto dei diritti
umani". L'appello di Amnesty giunge a seguito di una recente riunione tra
i ministri degli Interni di Francia, Germania e Regno Unito e l'Alto
Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), convocata per verificare la possibilità
di far rientrare in Iraq migliaia di richiedenti asilo e rifugiati iracheni.
"I governi europei devono rendersi conto che non c'è una soluzione
rapida per questa situazione di sfollamento di massa e devono aver ben presenti
le violazioni dei diritti umani che hanno ancora luogo nel paese, l'assenza
della legalità e la palpabile mancanza di protezione per i civili",
ha aggiunto Amnesty. Oltretutto, per l’organizzazione un rientro non
coordinato potrebbe minacciare gli sforzi in atto per la ricostruzione del
paese. La delegazione di Amnesty International presente in Iraq ha potuto
constatare direttamente come la situazione della legge e dell'ordine non sia
stabilizzata. Amnesty International, inoltre, ha sottolineato come, a diciotto
mesi dall'Accordo di Bonn che ha dato vita al governo ad interim in
Afghanistan, l'Unhcr non abbia ancora iniziato a promuovere il ritorno
volontario dei rifugiati afgani e come, a quattro anni dalla fine
dell'intervento militare della Nato in Kossovo, gli appartenenti alle minoranze
etniche non possano ancora fare ritorno alle proprie terre. "L'occupazione
angloamericana di per sé non garantisce un ritorno sicuro, degno e
volontario di tutte le persone che hanno abbandonato le proprie case" - ha
dichiarato Amnesty International -. I paesi ospitanti devono garantire che gli
iracheni non torneranno in circostanze che potrebbero renderli profughi interni
o peggio costringerli a una nuova fuga dal paese". La risoluzione 1483
adottata dal Consiglio di Sicurezza il 22 maggio parla di un rimpatrio sicuro,
ordinato e volontario dei profughi iracheni. Il rappresentante speciale per
l'Iraq del Segretario generale delle Nazioni Unite, Sergio Vieira de Mello, ha
recentemente ribadito l'importanza di consentire la stabilizzazione di tutto
l'Iraq prima di qualsiasi ritorno e ha chiesto ai governi che ospitano i
rifugiati e i richiedenti asilo iracheni di esercitare pazienza. "Francia,
Germania e Regno Unito devono contribuire agli sforzi per assicurare
stabilità e sicurezza in Iraq e questo vale anche per tutti gli Stati
membri delle Nazioni Unite. Ogni programma che spinga verso un rientro
prematuro rischia di vanificare questi obiettivi", ha concluso Amnesty
International.
7. IMMIGRAZIONE – Luciano (Stranieri in
Italia): ''Con la Bossi-Fini scoppieranno le carceri: 45mila detenuti in
più all'anno'' (Redattore
Sociale), ROMA, 5 giugno - "Con l'applicazione della nuova legge
sull’immigrazione le carceri italiane rischiano il collasso”. A
lanciare l’allarme è Gianluca Luciano, amministratore unico di
“Stranieri in Italia”. Secondo i dati del comando provinciale dei
Carabinieri di Roma, infatti, tra le persone arrestate nei primi quattro mesi
dell’anno, gli stranieri sono per la prima volta più numerosi
degli italiani. “L’incremento degli arresti - spiega Luciano - non
deriva da una maggiore propensione al crimine degli stranieri, ma semplicemente
dall’applicazione della nuova legge sull’immigrazione. La
Bossi-Fini ha infatti introdotto la detenzione da sei mesi ad un anno per chi
rimane in Italia nonostante abbia ricevuto un decreto
d’espulsione”. Per l’amministratore di “Stranieri in
Italia” “si è messo in moto un meccanismo che nel giro di
pochi mesi potrebbe avere effetti disastrosi. Secondo il Ministero
dell’Interno da gennaio ad aprile sono stati rintracciati dalle forze
dell'ordine 33mila irregolari, dei quali solo 19 mila sono stati effettivamente
allontanati dall'Italia. Nel nostro Paese sono quindi rimaste 14 mila persone
che, secondo la Bossi-Fini, dovrebbero essere arrestate”.
“Di questo passo - continua Luciano – entro la fine dell’anno
le affollatissime carceri italiane dovrebbero essere pronte ad accogliere
almeno quarantacinquemila immigrati. Un vero e proprio colpo di grazia per un
sistema già al collasso”. E conclude: “Dopo la più
grande sanatoria mai varata in Italia, il governo sarà probabilmente
costretto a mettere in conto anche una gigantesca amnistia. A meno che il buon
senso non porti all’abrogazione di una norma oggettivamente
inapplicabile”.
8. CULTURA - Nasce il polo della musica etno
made in Italy. A Marsciano un concorso musicale unico in Italia (Redattore Sociale), PERUGIA, 5 giugno -
All'interno del Festival “Musica per i Borghi” parte un nuovo
concorso musicale e unico in Italia, dedicato alla valorizzazione culturale
della musica popolare ed etnica. E’ rivolto a tutte le band straniere che
vivono abitualmente nel nostro paese e che propongono e suonano brani originali
di musica etnica. Spirito del Festival Musica per i Borghi, che
coinvolgerà con i suoi appuntamenti da giugno ad agosto le piazze
medievali del comune di Marsciano e dei borghi limitrofi, è infatti
l'approfondimento delle radici culturali delle diverse realtà nazionali
e non: dalla musica napoletana al folclore argentino, dalla musica da operetta
alle percussioni del Senegal. In tale contesto, in una delle serate del
Festival appositamente dedicata, si esibiranno le band selezionate dalla
giuria: il primo classificato si aggiudicherà la produzione di un CD
musicale. Le band che intendono partecipare al concorso possono inviare entro
la data del 20 luglio, allegando una scheda tecnica in cui sono specificati in
modo sintetico la formazione del gruppo e gli strumenti suonati, i loro demo a:
Musica per i Borghi – Comune di Marsciano - L.go Garibaldi 1 - 06055
Marsciano PG, oppure un mp3 all’indirizzo di posta elettronica
concorsoetnie@musicaperiborghi.it.
9. Modena città aperta ? Non passa
(ovunque) lo straniero di
Arturo Ghinelli (www.migranews.net), 5
giugno - I recenti episodi di bullismo contro bambini stranieri nelle scuole
medie di Modena (confronta l'articolo pubblicato sul nostro sito:
integrazione vuol dire...bambini stranieri) hanno evidenziato quanto sarebbe necessario
conoscere il tipo di accoglienza che ricevono nelle nostre scuole i ragazzi
stranieri e come la vivono. Dopo 15 anni di inserimento di bambini immigrati
sarebbe ora di sapere come si trovano a scuola e non solo quanti sono. Invece
anche quest’ultima informazione diventa sempre più problematica.
Il provveditorato non esiste più e il Csa (Centro servizi
amministrativi) che lo ha sostituito non dà più questo tipo di
informazioni e invita a rivolgersi direttamente al Miur, sigla che rimanda al
ministero della Pubblica istruzione. Il Miur in effetti pubblica i dati sul
proprio sito ma sono nazionali. Per avere i numeri locali si può
ricorrere all’apposito ufficio comunale dell’assessorato
all’Istruzione. Ed è stato appunto guardando lì che mi sono
accorto quanto siano significativi anche esclusivamente quantitativi e
circoscritti al territorio comunale. Comunque neanche questi sono aggiornati;
infatti si riferiscono al 2001/02. Il dato che salta di più agli occhi
è la distribuzione ineguale degli alunni .La percentuale media di presenza
in tutti gli ordini di scuola è del 5,32 per cento, ma si va
dall’1,95% della superiore, al 7,30% della media, all’8,15% per la
elementare fino al 9,67% dell’infanzia (istituti statali e comunali).
Questa distribuzione ineguale si ritrova però anche all’interno di
ciascun ordine di scuola, pur essendo il territorio preso in esame quello di un
solo Comune. Ad esempio fra le scuole dell’infanzia statali e comunali si
passa dallo 0% di Cimabue o l’1,3% di Modena est, al 34,8% di Cittadella
e Boschi o il 25,3% di Collodi e il 21,2% di Madonnina. Analoga situazione
anche alle elementari dove esiste un caso clamoroso, quello della Ceccherelli
dove gli stranieri sono presenti per il 62% (96 su 156) mentre alle Don Milani
su 233 bambini non c’è neppure l’ombra di uno straniero .
Fra i due estremi si posizionano le Begarelli con il 14,4%, l’elementare
Cittadella con il 13,10%, Palestrina con il 12,72%, le Bosco con il 12,26%.
Nelle elementari parificate la presenza di alunni stranieri è ridotta ai
minimi termini , solo il 2,69% dei frequentanti. Più equilibrata la
distribuzione nelle scuole medie della città. Infatti si va
dall’11,31% delle Marconi al 4,12% delle Lanfranco. Ma Paoli, san Carlo
,Cavour, Calvino, Carducci e Sola si aggirano tutte intorno alla media
cittadina che è dell’8,15%. Per le superiori risulterebbe una
media dell’1,95%, ma i dati sono incompleti perché riguardano solo
6 scuole su 14. A mio parere una distribuzione così influisce comunque
sulla qualità dell’integrazione fra bambini stranieri e ragazzi
modenesi. La domanda allora è: a cosa è dovuta questa
sproporzione “selvaggia”? Gli ottimisti dicono a una libera scelta
delle famiglie immigrate mentre i pessimisti vi intravedono un disegno di
ghettizzazione.
10. IMMIGRAZIONE – Msf: ''Persone in fuga
dalla guerra non possono essere strumentalizzate a fini politici'' (Redattore Sociale), ROMA, 5 giugno -
Medici Senza Frontiere esprime viva preoccupazione per gli standard bassissimi
di accoglienza riservati alle persone che, spesso in fuga da drammatici
conflitti, giungono in Italia alla ricerca di protezione. ”L'articolo
pubblicato dal "Corriere della Sera" in data 4 giugno 2003, a pagina
20, intitolato "Il turismo è a rischio, spostate i
clandestini" – afferma Msf -, dimostra in tutta la sua
tragicità il bassissimo livello di conoscenza dell'attuale governo
riguardo il fenomeno degli sbarchi di persone nell'Italia meridionale. Il caso,
riportato dal "Corriere della Sera", della madre fuggita dalla Costa
d'Avorio Paese sconvolto da una tragica guerra civile con il figlioletto di 20
giorni di vita sta a dimostrare la gravità della situazione in molte
regioni del mondo. Stesso discorso per i 90 somali sbarcati a Lampedusa nei
giorni scorsi, anch'essi in fuga da un conflitto decennale ed inestricabile, in
un Paese che non riesce ancora a darsi un governo stabile e langue stritolato
dai signori della guerra”. Medici Senza Frontiere trova
“inaccettabili, oltre che lesive dei più elementari diritti umani
riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle principali convenzioni
internazionali sottoscritte dal nostro Paese e ratificate dal nostro
Parlamento, le affermazioni di rappresentanti di partiti al governo, secondo
cui ‘alla vigilia dei ballottaggi’, come si apprende dal citato
articolo del "Corriere della sera", ‘ancora oggi, a distanza di
sei mesi dagli impegni presi, manca il decreto che coordina gli interventi
contro gli sbarchi. Siamo di fronte a un'invasione’. Siamo preoccupati
dal fatto che rappresentanti del governo possano anche solo pensare di
utilizzare eventi drammatici come uno sbarco di persone per propaganda
politica”.
Continua l’organizzazione: “E' inaccettabile parlare di invasione,
con un decreto flussi di cui si è persa notizia e con la stessa
Coldiretti ad informare che quest'anno servono almeno 10.000 lavoratori
stagionali in più del previsto per il completamento dei raccolti
nell'Italia meridionale. Secondo il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu,
‘i centri di accoglienza temporanea allestiti in Italia non bastano
ancora’ (fonte: "Corriere della Sera"). Punto di vista
opinabile, se è vero quanto recentemente scritto dall'agenzia
d'informazione "Migra", secondo cui, al momento, in Italia ci sono 14
CPT e la relazione fra costi e benefici è altamente questionabile. In
questo senso il CPT di Modena ne fornisce un chiaro esempio. La costruzione del
centro è costata allo stato circa 11.300.000 euro e i costi di gestione
annuali ammontano a circa 2.582.000 euro.In un anno di funzionamento, il centro
ha ospitato 157 persone, 34 delle quali sono state effettivamente rimpatriate,
65 sono state rilasciate e 27 sono fuggite dal centro”. Conclude Msf:
“L'azione di deterrenza nella quale il governo ha investito ingenti fondi
non ha dato alcun risultato. Medici Senza Frontiere invita il governo a stanziare
più fondi per l'accoglienza a favore di persone in fuga da persecuzioni,
per restituire loro dignità e una nuova speranza di vita e a non
strumentalizzare sbarchi di persone in fuga da tragedie umane come temi su cui
fare propaganda politica”.
11. IMMIGRAZIONE: sono 2 milioni i 'Fratellastri
d' Italia' (ANSA) -
ROMA, 4 GIU - Sono 2 milioni e 400mila gli immigrati regolari nel nostro paese,
pari al 4% della popolazione residente. Una realtà sempre più
importante e affascinante per Corrado Giustiniani, giornalista del quotidiano
romano "Il Messaggero", che nel suo libro "Fratellastri
d'Italia" (dal 7 giugno in libreria), racconta l'immigrazione non solo con
numeri e statistiche, ma anche con le storie raccolte dalla voce dei
protagonisti. "Abbiamo bisogno di loro, e loro di noi - spiega l'autore -.
Non riusciremo a fermarli, le migrazioni sono le stimmate del secolo appena
cominciato. La vera sfida dei governi è regolare gli ingressi per
renderli compatibili con i bisogni e le possibilità di accoglienza, e
come integrare, nel nostro interesse, le persone che sono venute per
rimanere". Storie di immigrati nell'Italia della Bossi-Fini, dalle Alpi al
tacco, per conoscere meglio e sfatare alcuni luoghi comuni ormai radicati nella
mentalità degli abitanti del Belpaese. Come quello del ricco Nord-est,
"laborioso e razzista", giunto agli onori delle cronache anche per le
intemperanze del sindaco di Treviso Gentilini, e che invece può vantare,
a Monfalcone, il primo assessore di colore della Repubblica italiana, Bou
Kanate, un ingegnere senegalese che si occupa di lavori pubblici. Oppure quello
degli immigrati criminali o relegati ai lavori più faticosi rifiutati
dai giovani italiani. Anche se è vero che ormai i pizzaioli sono quasi
tutti egiziani e i fornai indiani, non bisogna dimenticarsi che molti hanno
rischiato e scelto di diventare imprenditori. Un fenomeno recente ma
sorprendentemente in crescita. Sarebbero almeno 100mila infatti gli
extracomunitari che in Italia hanno creato piccole imprese o cooperative,
partendo dal niente, e che poi in molti casi si sono trasformati anche in
'agenzie di collocamento e formazione' per i loro concittadini. Molto
interessante infine il capitolo dedicato agli scrittori migranti, a
"quegli ambasciatori di culture" che hanno scelto di raccontare le
loro storie nella nostra lingua, l'italiano, "il fenomeno nuovo, il fiore
che sta sbocciando", secondo Giustiniani. Sarebbero una ventina gli
scrittori della migrazione, una realtà in crescita, che in poco tempo
hanno saputo conquistare successi e riconoscimenti, come il premio Grinzane
Cavour assegnato a "La straniera", dell'iracheno Yonuis Tawfik,
bestseller trasformato in pellicola cinematografica.
12. IMMIGRAZIONE – Un servizio di call
center eviterà lunghe file di cittadini stranieri davanti alla questura
di Bologna (Redattore
Sociale), BOLOGNA, 5 giugno – Il problema era stato sollevato già
da diversi mesi, occupando le prime pagine di giornali cittadini, e non solo.
L’oggetto sono le lunghissime ed estenuanti file che ogni giorno, a
partire dalle prime ore dell’alba, si creano davanti all’ufficio
immigrazione della questura di Bologna: centinaia di cittadini stranieri,
spesso con bambini piccolissimi a seguito, costretti ad aspettare ore per
ritirare le pratiche o avere i permessi di soggiorno. Una soluzione, per adesso
in via sperimentale, sembra forse arrivata: dal 9 giugno verrà attivato
dalla questura un servizio di call center per prenotare il proprio turno. Stop
quindi a inutili code, che il più delle volte si concludevano con un
nulla di fatto. Sarà sufficiente chiamare il numero 051 6401780, il
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 13 alle 17.30, e
prendere un appuntamento (per chi ha difficoltà con l’italiano
saranno attivi anche i servizi di interpreti in francese e inglese). Dal 18
giugno - i 10 giorni serviranno per raccogliere e organizzare le prime
prenotazioni -, si accederà quindi all'ufficio immigrazione solo su
appuntamento: ad ogni persona, insomma, verrà fissata la data, e anche
l’orario, del proprio turno. Nei mesi scorsi, dopo la sanatoria, quello
delle code davanti all’ufficio immigrazione è diventato un
problema in città: dopo avere diversificato i giorni e gli orari per le
diverse pratiche - con scarsi risultati, però, tanto che le file non
sono diminuite - è stato quindi pensato il call center. Le pratiche per
le quali sarà obbligatoria la prenotazione telefonica riguardano la
richiesta di primo rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, e la richiesta
e consegna di nulla osta per autorizzazione al lavoro, ricongiungimenti famigliari
e titoli di viaggio. Per il ritiro dei permessi e delle carte di soggiorno di
cittadini non comunitari, e per ricevere qualsiasi genere di informazioni,
continuerà invece a funzionare lo sportello dell'ufficio immigrazione,
nei pomeriggi di martedì, mercoledì, giovedì, dalle 15
alle 18, senza la necessità di prendere appuntamento. Stessa cosa per lo
sportello per la richiesta e consegna dei permessi di soggiorno e carta Cee dei
cittadini comunitari, che funziona all'ufficio Urp della questura, in piazza
Galilei 2/a, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e nei
pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15 alle 17. Gli opuscoli
informativi sul nuovo servizio sono disponibili all'Urp del Comune, dei
quartieri, all'ufficio immigrazione della questura, nelle associazioni
sindacali e di categoria, e sul sito internet www.poliziadistato.it.
13. Tre comunicazioni della Commissione europea
su immigrazione e asilo. No ai campi d'accoglienza fuori dall'Ue, via libera
alla creazione di una guardia di frontiera europea. (Stranieri in Italia) BRUXELLES, 4
giugno - La proposta inglese di parcheggiare i richiedenti asilo fuori dall'Ue
non convince la Commissione europea, che ieri ha approvato tre comunicazioni
sulle politiche d'immigrazione e asilo dell'Unione. La Commissione sembra
scettica sulla possibilità di trasferire i richiedenti asilo in paesi
terzi senza infrangere la Convenzione di Ginevra e la Convenzione europea sui
diritti dell'uomo. Quei campi garantirebbero la sicurezza ai profughi come
quelli europei? Vanno intesi come complementari all'attuale sistema d'asilo o
si sostituirebbero ad esso? Sono solo alcuni degli interrogativi natura
giuridica, politica ed economica che la proposta inglese lascia irrisolti.
Più convincente la soluzione proposta dall'Alto Commissariato per i
Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), che prevede campi di accoglienza nei
paesi membri vicini ai confini. I richiedenti asilo verrebbero trasferiti immediatamente
dai vari paesi Ue in questi campi, per rimanervi durante l'esame della domanda,
che non dovrebbe durare più di un mese. A seconda dell'esito della
domanda, verrebbero inviati nuovamente nel paese d'accoglienza oppure espulsi.
Per la Commissione, la riforma del sistema d'asilo dovrebbe perseguire tre
obiettivi: l'arrivo "ordinato e ben gestito" nell'Ue di chi ha
bisogno di protezione; la condivisione degli oneri e delle
responsabilità tra Stati membri e paesi di origine; lo sviluppo di
procedure comuni per il riconoscimento del diritto d'asilo. La Commissione ha
approvato anche una comunicazione sulla lotta all'immigrazione clandestina, che
per dare risultati positivi ha bisogno di più risorse umane e
finanziarie e di maggiore cooperazione tra i Paesi membri. Per il controllo dei
confini esterni dell'Ue, quelli marittimi in primis, e per il rimpatrio dei
clandestini la commissione prospetta la creazione di un corpo europeo di
guardie di frontiera. Chiede inoltre di rendere più sicuri i visti l'ingresso
nell'Ue, inserendovi dati biometrici che permettano di identificare con
certezza i titolari. Fortunatamente, la Commissione non parla solo di
clandestini, ma ha dedicato un' ulteriore comunicazione al tema
"immigrazione, integrazione e lavoro". Il documento sottolinea quanto
l'Europa abbia bisogno di immigrati per combattere declino demografico e
scarsezza di manodopera, e chiede agli stati membri un impegno maggiore per
l'integrazione e contro le discriminazioni. Leggi le comunicazioni
della commissione europea (in inglese) Politiche
d'asilo
Lotta all'immigrazione clandestina Immigrazione, integrazione e lavoro
14. IMMIGRAZIONE: D'Ali' a Consiglio Giustizia
Affari Interni UE in programma a Lussemburgo domani (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Il
Sottosegretario all'Interno Antonio d'Alì prenderà parte ai
lavori del Consiglio Europeo della Giustizia e Affari Interni, che si
svolgerà il 5 giugno a Lussemburgo. La riunione affronterà
soprattutto i temi dell'immigrazione.
15. IMMIGRAZIONE – Bologna: Bsf contro il
Comune per la chiusura del Cpa di Arcoveggio. Spostati gli 80 stranieri (Redattore Sociale) BOLOGNA, 4 giugno
– Bsf contro Comune per la chiusura del Cpa Arcoveggio, perché non
esiste un’alternativa stabile per quella che viene definita la seconda
accoglienza. “Non è che vogliamo restare al Cpa (e in sostanza ce
ne siamo già andati perché il lavoro di sgombero è
già iniziato) , ma non accettiamo le condizioni imposte dal Comune:
quelle di trasferirci provvisoriamente in un altro centro di prima accoglienza,
di pagare 200 euro al mese per un letto e il fatto che venga abbattuta la
nostra moschea”. A parlare è un ospite che vive nelle baracche del
Cpa in via della Cooperazione, che entro il 15 giugno deve essere sgomberato e
demolito per far posto al progetto della “Casa che cresce” della
cooperativa Dozza. ”Dov’è l’accoglienza e
l’integrazione tanto sventolata dal Comune? L’immigrazione diventa
emergenza da risolvere solo quando un’area acquista valore economico e
diventa terreno edificabile – ha detto oggi Corrado Scarnato di
Rifondazione comunista -. Se non verrà riaperto un tavolo di confronto
con il Comune di Bologna e avanzate proposte alternative, saremo disposti a
barricarci dentro il Cpa e a occupare l’ufficio dell’assessore ai
Servizi sociali”. Un atteggiamento che il diretto interessato Franco
Pannuti non ha gradito. “Questa ostilità è del tutto fuori
luogo ed è stato adottato un clima che non aiuta – ha detto
l’assessore comunale ieri sera in Consiglio comunale rispondendo a
un’interpellanza del Prc -. Lo spostamento degli ospiti del Cpa non
è una deportazione, ma un aiuto concreto agli stranieri affinché
trovino una sistemazione abitativa migliore. Le due nuove strutture in cui gli
immigrati verranno trasferiti non sono container che d’estate diventano
forni. E il Comune è disposto a ragionare per dotarle di luoghi di
preghiera, piccole moschee come quella in via della Cooperazione che deve
essere abbattuta”. Gli 80 immigrati che abitano nel Cpa di via della
Cooperazione saranno infatti “spostati”: 32 nella nuova residenza
sociale di via del Lazzaretto mentre gli altri verranno “deportati”
nel nuovo centro di via Terracini. Ma questa soluzione non accontenta né
il gruppo migranti del Bsf né il comitato Ospiti del Cpa Arcoveggio
né tantomeno Rifondazione. “Ci sono ancora troppi problemi da
risolvere – spiega Carlo Lari, capogruppo di Prc al quartiere Navile -.
Ad esempio il calcolo delle morosità (non si può chiedere a chi
ha un lavoro precario di pagare gli arretrati pena l’espulsione), il
numero dei posti disponibili ancora non ben definito, il costo del posto letto
(200 euro al mese contro gli attuali 54) e il destino della moschea, luogo di
ritrovo per buona parte della comunità musulmana della zona”. Ma i
veri nodi restano il regolamento comunale e la seconda accoglienza, denuncia il
Bsf. La legge ora dice che gli immigrati possano risiedere nei Cpa solo per un
anno (quelli di via della Cooperazione abitavano lì da 10 anni). Quindi
si tratterebbe comunque di un trasferimento provvisorio, con tutto quello che
comporta perdere la residenza ai sensi del permesso di soggiorno per la
Bossi-Fini e non ottenere i punti alloggio per chiedere la casa al Comune. Per
questo, ieri, il gruppo consiliare del Prc del quartiere Navile ha inviato un
fax alla Prefettura per chiedere che vengano sospesi i provvedimenti di
sgombero (per motivi di ordine pubblico). Una delegazione è stata poi
ricevuta in serata dal Capo di Gabinetto del Prefetto, che si è
impegnato a definire con il Comune un percorso concordato per garantire la
sicurezza e la correttezza di questa delicata situazione.
16. IMMIGRAZIONE: Fassino, legge fini-bossi crea
lavoro nero (ANSA) -
SIRACUSA, 4 GIU - "La legge sull' immigrazione Fini-Bossi è stata
un colossale inganno: doveva creare maggiore sicurezza tra gli italiani ma
serve solo ad aumentare il lavoro nero". Lo ha affermato il segretario dei
DS, Piero Fassino, partecipando ad una manifestazione elettorale del centro
sinistra a Siracusa. Secondo Fassino "si è fatto credere agli
italiani che questa legge avrebbe governato meglio il fenomeno dell'
immigrazione, ma sta avvenendo esattamente il contrario". "Secondo
stime del Viminale e non dell' opposizione - ha aggiunto - nel 2002 il numero
degli sbarchi di clandestini è stato superiore a quello del 2001, e nel
2003 il dato è in continua crescita". "Il governo - ha
sottolineato Fassino - ha fatto una legge che rende più difficile le
assunzioni di immigrati con il risultato di incrementare lavoro sommerso,
lavoro nero ed illegale e con una minore sicurezza per i cittadini".
"Questa legge - ha concluso Fassino - è uno degli ennesimi esempi
di come questo governo fa della propaganda producendo dei danni per l' Italia".
17. IMMIGRAZIONE - A Venezia il master sui
''Fenomeni migratori e trasformazioni sociali'' (Redattore Sociale) VENEZIA, 4 giugno - Sono aperte
le iscrizioni (termine ultimo il 18 Luglio 2003) al Master
sull’immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali promosso e
coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia per il
prossimo anno accademico 2003/2004. Il master, giunto alla 4° edizione ed
unico nel suo genere, mira a dotare i partecipanti oltre che di competenze
professionali specializzate, della capacità di progettare la
ricerca-azione sui problemi dell’immigrazione. Solo 45 i posti
disponibili e i candidati verranno selezionati da una commissione nominata dal
Collegio dei Docenti in base al curriculum, alla valutazione della tesi di
laurea o diploma, alle pubblicazioni e titoli scientifici, alle esperienze di
lavoro e tirocinio o volontariato svolte in contesti multiculturali o nei
servizi a contatto con utenti immigrati. Il master si rivolge prevalentemente a
operatori sociali, culturali, sanitari, membri delle associazioni degli
immigrati; a tutti coloro che lavorano a contatto con l’immigrazione e
che intendono accrescere le proprie competenze. L’attività
didattica si svolge dal 26 Settembre 2003 al 5 Giugno 2004, la frequenza
è obbligatoria e prevede un impegno complessivo per un totale di 1500
ore, di cui 320 ore di didattica in aula, 300 ore di formazione a distanza, 250
ore di stage e 630 ore di autoformazione.
Per informazioni: tel. 041/2346018, masterim@unive.it; il sito del master
è: http://www.unive.it/duss-master.
18. IMMIGRAZIONE: vertice al Viminale su sbarchi
e accoglienza convocato da Pisanu con De Gennaro e Pansa (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Riunione al
Viminale, convocata dal ministro Pisanu, sull'immigrazione. Alla luce della
ripresa degli sbarchi che negli ultimi giorni hanno portato sulle coste
siciliana e calabrese centinaia di immigrati clandestini il responsabile del
Viminale ha riunito i vertici della sicurezza per fare un punto di situazione.
Intorno al tavolo Pisanu ha riunito il capo della Polizia, Gianni De Gennaro,
il responsabile delle Polizie di specialità, prefetto Pansa, e il capo
di gabinetto, prefetto Mosca. Tra i temi affrontati quello dei centri di
accoglienza che, come ha detto ieri a Gorizia il ministro dell'Interno,
"non bastano". Ne servono, ad esempio, più vicini ai luoghi di
sbarco per evitare di dover trasportare gli immigrati da una regione all'altra,
come è accaduto ad esempio ieri ed oggi tra la Sicilia e la Puglia, con circa
400 clandestini trasferiti in pullman alla roulottopoli di Bari-Palese. Dunque
più centri, anche vicini alle frontiere terrestri dove si potrebbero
intensificare - come ha sottolineato Pisanu - i movimenti migratori futuri. Ma
per fare ciò sono necessari nuovi investimenti e di questo potrebbe
essere investito il prossimo consiglio dei ministri. E per regolare un fenomeno
complesso come quello dell' immigrazione si pensa, con urgenza, alla nomina del
responsabile della nuova direzione centrale per l'immigrazione, recentemente istituita
al ministero dell'Interno. Sempre al Viminale, ma in mattinata, invece il
sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano aveva incontrato i
rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulla situazione dello
stato delle regolarizzazioni. La polemica sui nuovi sbarchi, intanto, non
accenna a placarsi. Dopo l'attacco di ieri della Lega che chiedeva conto della
ripresa degli arrivi di clandestini a Martino e Pisanu, oggi i Ds giudicano il
governo "in pieno caos" in tema di immigrazione. Piero Fassino
definisce la Bossi-Fini "un colossale inganno" perché, dice,
"si è fatto credere agli italiani che avrebbe governato meglio il
fenomeno dell' immigrazione, ma sta avvenendo esattamente il contrario".
Il responsabile immigrazione dei Ds, Giulio Calvisi, invita il governo a
fermarsi "prima che sia troppo tardi: chieda scusa al Paese e domandi
aiuto all'opposizione su come si fa a fare una seria politica su questa
materia".
19. IMMIGRAZIONE - Nuovo documento Ue: ''Cresce
il bisogno di migranti economici che colmino le carenze di manodopera'' (Redattore Sociale), BRUXELLES, 4 giugno
– Sarà sempre più grande il fabbisogno di migranti
economici nell'Ue che colmino le carenze di manodopera qualificata e non
qualificata. Lo hanno sottolineato in un nuovo documento politico
sull'immigrazione, l'integrazione e l'occupazione, Anna Diamantopoulou,
commissaria per l'occupazione e gli affari sociali, e António Vitorino,
commissario responsabile della giustizia e degli affari interni dell’Ue.
La Commissione europea infatti ha auspicato una migliore integrazione dei
migranti nell'Ue ed ha invitato gli Stati membri a intensificare gli sforzi a
garantire la piena partecipazione degli immigrati non solo al mercato del
lavoro ma anche alla vita sociale, culturale e civica. Secondo quanto
dichiarato da Anna Diamantopoulou, "L'immigrazione zero non è
un'opzione. L'aumento dei flussi migratori è inevitabile dati taluni
fattori di spinta come l'instabilità politica nel mondo o la
disparità di benessere. Eppure, un'immigrazione gestita bene è
persino necessaria per rispondere al fabbisogno futuro del mercato del lavoro
europeo. Perché l'immigrazione sia un successo, soprattutto per gli
attuali cittadini dell'UE, l'Europa deve migliorare radicalmente l'integrazione
dei migranti già stabiliti nell'UE e prepararsi sin d'ora alle
immigrazioni future". Il documento esamina anche gli effetti potenziali
dell'immigrazione sull'occupazione e la crescita economica e sottolinea che se
l'immigrazione da sola non basterà a contrastare tutti gli effetti
dell'invecchiamento demografico, flussi migratori più sostenuti saranno
sempre più probabili e necessari per far fronte al fabbisogno di
manodopera nell'Ue, la cui popolazione attiva è prevista in diminuzione
dopo il 2010. La Commissione ritiene che si debba fare di più per
promuovere l'integrazione dei migranti stabili e preparare i flussi migratori
futuri e sollecita quindi l'adozione di “un approccio multisettoriale e
un maggiore coordinamento fra le politiche interessate”. La Commissione propone
inoltre un nuovo quadro a livello europeo che focalizzi l'attenzione sui
problemi e promuova lo scambio di informazioni e esperienze e chiede che siano
varate nuove iniziative in altri settori essenziali come l'occupazione, la
lotta contro la discriminazione e l'inclusione sociale, su cui poggia il
processo di integrazione. In questo ambito tra le diverse problematiche da
risolvere, l’Ue individua la lingua, l'istruzione, la formazione e
l'accesso ai servizi sociali. Il documento fissa nuove priorità in
particolare per la strategia europea per l'occupazione, il processo di
inclusione sociale, la coesione economica e sociale, la lotta contro la
discriminazione e la cooperazione nel campo dell'istruzione e propone un nuovo
strumento a garanzia della coesione, che assumerà la forma di una
relazione annuale a cura della Commissione stessa, sullo sviluppo della
politica comune in materia di immigrazione.
20. IMMIGRAZIONE: Calderoli, sia posta su tavolo
verifica (ANSA) - ROMA,
4 GIU - Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle
segreterie nazionali della Lega, chiederà a Umberto Bossi che la
questione dell'immigrazione illegale venga posta "con forza sul tavolo
della verifica del governo prevista dopo le elezioni amministrative". Lo
afferma lo stesso Calderoli, in una dichiarazione, nella quale sottolinea che
"gli sbarchi di immigrati irregolari sulle coste italiane di questi
giorni, l'incertezza e la nebulosità sui numeri e sui tempi della
verifica delle domande di regolarizzazione dimostrano un'inadeguatezza del
Ministero dell'Interno". "Aveva proprio ragione la Lega - prosegue
l'esponente del Carroccio - quando chiedeva la nomina di un commissario che
gestisse complessivamente il problema dell'immigrazione irregolare: gli sbarchi,
la mancata emanazione dei decreti di attuazione della Bossi-Fini ne sono la
prova provata". "Siamo davanti a due alternative - conclude Calderoli
- ricostruire i confini o scomparire".
21. IMMIGRAZIONE: Frattini, Marocco
all'attenzione UE Rabat disponibile a politica riammissione (ANSA) - RABAT, 4 GIU - Il problema
dell'immigrazione clandestina del Marocco è un tema che all'Italia sta
"particolarmente a cuore e sarà oggetto di attenzione da parte
dell'Unione Europea". Lo ha confermato il ministro degli Esteri Franco
Frattini in un colloquio a Rabat con il primo ministro marocchino Driss Jettou.
"Jettou mi ha assicurato - ha detto Frattini - la piena
disponibilità ad una politica di riammissione completa degli immigrati
clandestini marocchini". Si tratta di un problema, ha spiegato il titolare
della Farnesina "su cui Italia e Marocco si sono trovati ancora una volta
d'accordo: bisogna favorire - ha aggiunto Frattini - lo sviluppo dei paesi di
provenienza degli immigrati e non aspettare che flussi di clandestini arrivino
in Europa". Per questo, ha ricordato il capo della diplomazia italiana
"ci sono fondi europei che sono pronti ad essere destinati al Marocco:
sono purtroppo ancora bloccati per questioni burocratiche. Si tratta di cifre -
ha sottolineato Frattini - non grandissime ma discrete (40 milioni di euro
circa) che dovranno essere rapidamente sbloccati". Da parte sua Jettou ha
spiegato che il Marocco è pronto ad accettare la riammissione dei
marocchini clandestini ma non quelli sub-shariani.
22. PROFUGHI - Dopo gli ultimi sbarchi in
Sicilia, interviene l'Asgi: ''Non possono essere trattenuti in strutture
detentive'' (Redattore
Sociale) BOLOGNA, 3 giugno - L’Italia deve dare piena attuazione al
diritto di asilo riconosciuto dalla Costituzione e dalle Convenzioni
internazionali. I profughi che arrivano sulle coste italiane non possono
continuare a essere trattenuti in strutture detentive, devono poter avere i
documenti di soggiorno a cui hanno diritto (i permessi per motivi umanitari o
per attesa asilo) e devono avere garantito il diritto di difesa.
L’appello arriva dall’Asgi, l’Associazione studi giuridici
sull’immigrazione, che dopo gli ultimi sbarchi di
“clandestini” in Sicilia, nei giorni scorsi, denuncia “la crisi
del sistema di accoglienza italiano, di fatto inesistente”. In
particolare, l’Asgi chiede che vengano attrezzate strutture di vera
accoglienza e “non lager circondati dal filo spinato” (i Centri di
permanenza temporanea), che le associazioni possano visitare i profughi e i
migranti irregolari nei centri di trattenimento, e che i parlamentari nazionali
e regionali s’impegnino a verificare con ispezioni le condizioni di
queste strutture. “Immigrati in attesa di espulsione ed altri appena
sbarcati, richiedenti asilo, sono costretti alla promiscuità più
assoluta – sottolinea l’Asgi in un comunicato - il raddoppio della
detenzione nei centri di trattenimento (da trenta a sessanta giorni) rende
ingestibili queste strutture, come testimoniato tragicamente da tentativi di
rivolta e da atti di autolesionismo ormai quotidiani”. Il problema
fondamentale è poi la nuova disciplina sul diritto di asilo, introdotta
dalla legge Bossi-Fini dello scorso anno, ma non ancora in vigore: “per
il ritardo nella emanazione del regolamento di attuazione – prosegue
l’Asgi - sembra al riguardo che manchino i fondi necessari per avviare le
nuove strutture di trattenimento per i richiedenti asilo, chiamati centri di
identificazione”. La situazione è quindi critica: “migliaia
di persone attendono da oltre un anno e mezzo la risposta della Commissione
centrale competente a decidere sulla richiesta di asilo e i nuovi arrivi non
faranno che peggiorare la situazione. Nel frattempo centinaia di richiedenti
asilo attendono una risposta sul loro destino, assistiti soltanto da associazioni
indipendenti (non convenzionate con le prefetture)”. In più si
aggiungono le linee europee: “in questo quadro – conclude
l’Asgi - il sottosegretario D’Alì non riesce a proporre
altro che la istituzione di una polizia di frontiera comune per tutti i paesi
europei, come se uno sbarramento più efficace delle nostre coste e delle
nostre frontiere terrestri potesse arginare un flusso di profughi che è
prodotto in modo inarrestabili dalle tante crisi mondiali, alimentate dalle
nuove logiche di dominio mondiale della superpotenza americana e dei suoi
alleati. Aumentare le forze di polizia alla frontiera, inasprire le misure
repressive, non serve certo ad aiutare chi è in fuga da guerre e
persecuzioni etniche”. E poi l’Italia: “le scelte criminogene
del governo in materia di immigrazione, impedendo qualunque forma di ingresso
legale ai migranti e il pieno ed effettivo riconoscimento del diritto di asilo,
stanno arricchendo soltanto i trafficanti, e rinforzando le reti del crimine
transnazionale. Non sappiamo neppure quanti saranno vittima di questi viaggi
della disperazione”.
23. Emergenza clandestini: pieni poteri al
prefetto D'Ascenzo per la costruzione di nuovi centri di permanenza temporanea (Stranieri in Italia), 3 giugno ROMA -
Se da un lato il governo sbandiera risultati positivi nella lotta
all'immigrazione clandestina, dall'altro corre ai ripari continuando a disporre
misure d'emergenza. Il 23 maggio il presidente del consiglio ha firmato
un'ordinanza con "ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile per
il contrasto e la gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina". Le
disposizioni riguardano la costruzione di nuovi centri di permenenza
temporanea, per cui vengono dati pieni poteri al capo del dipartimento per le
libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, il prefetto
Anna Maria D'Ascenzo. Il prefetto nominerà anche una commissione
tecnico-consultiva, alla quale si affiancherà, di volta in volta, un
rappresentante della regione che ospiterà il nuovo centro d'accoglienza.
I progetti approvati non avranno bisogno di ulteriori autorizzazioni, e non
saranno vincolati dai piani urbanistici dei comuni interessati, dal momento che
saranno dichiarate "pubblica utilità, urgenza ed
indifferibilità dei lavori".
24. IMMIGRAZIONE - Meno rifugiati in Italia:
1.270 nel 2002. Il Cir: circa 17.000 le richieste d’asilo presentate lo
scorso anno (Redattore
Sociale) ROMA, 3 giugno - Diminuiscono i rifugiati riconosciuti in Italia:
1.270 lo scorso anno, con un calo di oltre 800 unità rispetto al 2001.
Secondo stime del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) sono state circa
17.000 le richieste d’asilo presentate nel 2002, comprendendo anche i
minori e i “casi Dublino”, ossia i richiedenti asilo rinviati in
Italia, quale Paese competente, da altri Stati dell’Unione Europea.
Secondo dati della Commissione Centrale per il Riconoscimento dello Status di
Rifugiato, le decisioni prese nel 2002 sono state 16.970. I rifugiati
riconosciuti sono stati 1.270 (nel 2001 erano stati 2.098), mentre in 730 casi
è stata accordata una protezione temporanea. I dinieghi sono stati
14.970, nella maggior parte dei casi senza colloquio con il richiedente, per
irreperibilità della persona.
La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it
- (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli
immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")