Rassegna Stampa

Venerdì 6 giugno 2003

 

1.    IMMIGRAZIONE – ''Suonatori girovaghi e lavavetri''. Un volume su immigrazione ed emigrazione dei minori (Redattore Sociale)

2.    "Imprenditori immigrati: una realta' in crescità". Un'indagine della Confartigianato (Stranieri in Italia)

3.    Nel piacentino un’azienda chiude le porte in faccia agli immigrati (Migra)

4.    E’ morto Dino Frisullo, un protagonista del movimento pacifista e antirazzista (Migra)

5.    IMMIGRAZIONE - I dati del progetto ''Medicina di strada'' del Naga: 1.700 le persone curate da medici e volontari (Redattore Sociale)

6.    RIFUGIATI – Situazione in Iraq, Amnesty International: ''Non imporre il rientro obbligatorio ai richiedenti asilo'' (Redattore Sociale)

7.    IMMIGRAZIONE – Luciano (Stranieri in Italia): ''Con la Bossi-Fini scoppieranno le carceri: 45mila detenuti in più all'anno'' (Redattore Sociale)

8.    CULTURA - Nasce il polo della musica etno made in Italy. A Marsciano un concorso musicale unico in Italia (Redattore Sociale)

9.    Modena città aperta ? Non passa (ovunque) lo straniero di Arturo Ghinelli (Migra)

10.         IMMIGRAZIONE – Msf: ''Persone in fuga dalla guerra non possono essere strumentalizzate a fini politici'' (Redattore Sociale)

11.         IMMIGRAZIONE: sono 2 milioni i 'Fratellastri d' Italia' (ANSA)

12.         IMMIGRAZIONE – Un servizio di call center eviterà lunghe file di cittadini stranieri davanti alla questura di Bologna (Redattore Sociale)

13.         Tre comunicazioni della Commissione europea su immigrazione e asilo. No ai campi d'accoglienza fuori dall'Ue, via libera alla creazione di una guardia di frontiera europea. (Stranieri in Italia)

14.         IMMIGRAZIONE: D'Ali' a Consiglio Giustizia Affari Interni UE in programma a Lussemburgo domani (ANSA)

15.         IMMIGRAZIONE – Bologna: Bsf contro il Comune per la chiusura del Cpa di Arcoveggio. Spostati gli 80 stranieri (Redattore Sociale)

16.         IMMIGRAZIONE: Fassino, legge fini-bossi crea lavoro nero (ANSA)

17.         IMMIGRAZIONE - A Venezia il master sui ''Fenomeni migratori e trasformazioni sociali'' (Redattore Sociale)

18.         IMMIGRAZIONE: vertice al Viminale su sbarchi e accoglienza convocato da Pisanu con De Gennaro e Pansa (ANSA)

19.         IMMIGRAZIONE - Nuovo documento Ue: ''Cresce il bisogno di migranti economici che colmino le carenze di manodopera'' (Redattore Sociale)

20.         IMMIGRAZIONE: Calderoli, sia posta su tavolo verifica (ANSA)

21.         IMMIGRAZIONE: Frattini, Marocco all'attenzione UE Rabat disponibile a politica riammissione (ANSA)

22.         PROFUGHI - Dopo gli ultimi sbarchi in Sicilia, interviene l'Asgi: ''Non possono essere trattenuti in strutture detentive'' (Redattore Sociale)

23.         Emergenza clandestini: pieni poteri al prefetto D'Ascenzo per la costruzione di nuovi centri di permanenza temporanea (Stranieri in Italia)

24.         IMMIGRAZIONE - Meno rifugiati in Italia: 1.270 nel 2002. Il Cir: circa 17.000 le richieste d’asilo presentate lo scorso anno (Redattore Sociale)

 

1. IMMIGRAZIONE – ''Suonatori girovaghi e lavavetri''. Un volume su immigrazione ed emigrazione dei minori (Redattore Sociale), ROMA, 6 giugno – "Suonatori girovaghi e lavavetri. Minori italiani emigrati all’Estero e minori stranieri immigrati in Italia”: è il titolo della nuova monografia illustrata della rivista “Il Calendario del Popolo” sulla storia e i problemi della migrazione, uscita per i tipi dell’editore Teti (www.teti.it). Scritto da Bruna Bianchi, Matteo Ermacora e Nicoletta Giove (tre noti studiosi dell’Università veneziana Cà Foscari), il volume affronta il tema dell’emigrazione e dell’immigrazione dei minori, da e in Italia. Esponendo i risultati delle loro pluriennali ricerche, gli autori mettono a fuoco le condizioni di vita e di lavoro dei minori italiani emigrati fino alle soglie degli anni ’70 e, a partire dagli anni successivi, quelle dei minori stranieri immigrati in Italia. “Viene così colmata una lacuna della nostra storiografia che – a prescindere dalle valutazioni morali – ha considerato poco rilevante, il lavoro dei minori ritenuto marginale, accessorio a quello degli adulti, mentre, al contrario, nei flussi migratori la componente minorile fu tutt’altro che trascurabile – nota l’editore -. Il lavoro di fanciulli e ragazzi si rivelò decisivo per il decollo e lo sviluppo di molti settori produttivi e indispensabile ai bilanci familiari”. Inoltre la monografia offre un profilo delle vicende delle migrazioni minorili da e in Italia, dall’Unità fino ai giorni nostri, che prendono il via dal 1863, quando Giuseppe Mazzini denunciava la tratta di minori italiani condannati "a morire di stenti o vivere d’elemosina e di furti", operata da "cinque o sei uomini italiani stabiliti in Londra, rotti generalmente ad ogni mal fare e non curanti fuorché di lucro". La vicende narrate dai tre storici veneziani saranno raccontate anche con le immagini di una mostra storico-documentaria (preceduta da altre due esposizioni: “Macaronì e Vù Cumprà” e “Balie italiane e Colf straniere”), che verrà serigrafata in multipli per favorire esposizioni simultanee e offrirà l’occasione di promuovere incontri, conferenze, dibattiti e convegni per diffondere la conoscenza del fenomeno migratorio.

 

2. "Imprenditori immigrati: una realta' in crescità". Un'indagine della Confartigianato (Stranieri in Italia) ROMA, 6 giugno - Sono attivi soprattutto nel nord-ovest ed operano nei settori del commercio, delle costruzioni e nel manifatturiero leggero. Sono inoltre per lo più africani ed esteuropei, anche se è in forte crescita il numero di quelli provenienti dall'Asia e dall'America Latina. Questa in estrema sintesi la fotografia sulla condizione degli imprenditori immigrati scattata dalla Confartigianato con l'indagine 'Imprenditori immigrati: una realta' in crescità, presentata ieri a Treviso. La maggior parte degli imprenditori immigrati (125.457) vive nel nord-ovest (più di 35 mila), poi nel Mezzogiorno (33 mila), al Centro (29.700) e nel Nord-Est (27.600). Inoltre secondo lo studio cambia radicalmente l'immagine dei lavoratori stranieri nel nostro Paese, i quali non possono più essere considerati 'vu' cumprà, ma al contrario lavoratori ben inseriti da anni nel tessuto sociale italiano (anche grazie, spesso, ad un titolo di studio medio-alto). Variegata anche la provenienza dei circa 34 mila artigiani immigrati (il 27,1% del totale): il 28,4% di essi proviene dall'Europa dell'est, il 26,8 dall'Africa, il 20,1% da altri Paesi, il 12,6 dall'Asia ed il 12,1% dall'America Latina. A livello settoriale gli imprenditori immigrati provenienti dall'Europa dell'Est e dall'Africa risultano essere attivi soprattutto nelle costruzioni, diversamente da quelli asiatici, orientati in massima parte verso il comparto delle manifatture leggere. Non sembrano invece avere preferenze settoriali di massima gli imprenditori provenienti dall'America Latina.
Simili a quelle di molti loro colleghi italiani gli ostacoli incontrati per lo sviluppo delle imprese. Secondo l'indagine ai primi posti ci sarebbero le difficoltà burocratiche, l'accesso al credito e la formazione. Sul fronte più strettamente personale le difficoltà rilevate riguardano soprattutto l'abitazione (42%) e la conoscenza della lingua (40%). La Confartigianato, ha spiegato il presidente della confederazione Guido Bolaffi, "intende diventare l'organizzazione di rappresentanza degli imprenditori immigrati che accettano le regole del sistema italiano". E questo perché, ha sottolineato, deve essere azzerata una volta per tutte un'immagine "riduttiva dell'immigrazione intesa come disperazione e discriminazione. Puntiamo invece alla voglia di impresa e di successo che scaturisce come prevalente dalla nostra indagine". A fronte di ciò, ha concluso Bolaffi, la Confartigianato si candida a rappresentare "la voglia di impresa e di occupazione qualificata che proviene dagli immigrati".

 

3. Nel piacentino un’azienda chiude le porte in faccia agli immigrati
di Jamal Ouzine (www.migranews.net), 6 giugno - Molti imprenditori italiani si lamentano di non trovare manodopera straniera in numero sufficiente a far fronte alle loro esigenze di produzione; altri invece, nonostante la forte necessità di ampliare la propria forza-lavoro, rifiutano tout court di assumere lavoratori stranieri.
E’ il caso di un’azienda metalmeccanica del piacentino. Da persone che vi lavorano sappiamo che i titolari si sono sempre rifiutati categoricamente non solo di assumere stranieri ma perfino di permettere ai non italiani che si presentavano di compilare la domanda di lavoro. All’azienda in questione gli affari andavano bene e c’era sempre bisogno di nuova manodopera (anche perché molte persone resistevano per poco, visto l’ambiente poco sereno in cui lavoravano); quindi chi faceva domanda aveva buone possibilità di essere assunto, ma solo a patto di essere italiano. Eppure il lavoro, non presentando difficoltà linguistiche di sorta, sarebbe stato perfettamente adatto a persone di qualsiasi nazionalità. I titolari dell’azienda non hanno fornito spiegazioni del loro comportamento ai dipendenti; del resto, domande e contestazioni, come si può immaginare, non erano particolarmente bene accette.
Quando qualcuno si presentava alla porta chiedendo di fare domanda di lavoro, se dall’aspetto e dal modo di parlare si ipotizzava fosse italiano allora gli si faceva compilare la domanda, altrimenti si rispondeva «siamo al completo, non c’è bisogno di manodopera». E per l’impiegata che doveva aprire la porta era un bel daffare: se infatti era tutto sommato semplice riconoscere (e quindi lasciare fuori) un senegalese o un pakistano, come essere sicuri che non si stava facendo entrare un bosniaco o un macedone, magari con una buona conoscenza dell’italiano? La malcapitata dunque era sempre a rischio “lavata di testa”. I titolari fino a pochi anni fa non assumevano nemmeno meridionali. Allora diamo loro tempo, forse tra una ventina d’anni si renderanno conto di come va il mondo.

 

4. E’ morto Dino Frisullo, un protagonista del movimento pacifista e antirazzista (www.migranews.net), 6 giugno - Se n’è andato stanotte, il giorno del suo compleanno, Dino Frisullo presidente dell’Associazione “Senzaconfine”, pacifista ,responsabile di Azad, l’Associazione dei profughi curdi in Italia. Colpito un tumore ai polmoni, da tempo era ricoverato all’ospedale Monteluce di Perugia. Tutta la sua vita è stata spesa nell’impegno pacifista, nella solidarietà internazionale, e nella difesa dei migranti in Italia. Non c’era manifestazione contro la Bossi-Fini o in difesa di qualche migrante colpito da aggressione razzista, che non lo vedesse presente attivo e sensibile nel coinvolgere i cittadini stranieri, preparare striscioni e organizzare conferenze stampa. Nel mese di dicembre durante una giornata di mobilitazione per i diritti dei migranti, mi aveva raccontato delle numerose regolarizzazioni che era riuscito a ottenere per i migranti che “assumeva” nella sua casa come collaboratori domestici, fino a provocare la domanda di un impiegato della questura che gli aveva chiesto:«Ma dottor Frisullo quant’è grande la sua abitazione?» Invece Dino Frisullo abitava in due locali in una casa che era anche un centro culturale. Aveva un carattere dolce, anche nei momenti più difficili, nelle situazioni di conflitto, non perdeva la calma, e amava argomentare le sue posizioni. Era un infaticabile lottatore per i diritti umani, per la giustizia sociale contro ogni discriminazione. Nel 1998 venne arrestato in Turchia per una manifestazione dei curdi che festeggiavano il Nevroz (capodanno curdo). Fu condannato ad un anno di prigione e cominciò un lungo sciopero della fame per chiedere il rispetto da parte della Turchia delle convenzioni internazionali sui diritti umani. Venne liberato dopo qualche mese grazie ad una ampia campagna internazionale di solidarietà. Negli ultimi mesi si era occupato della legge Bossi-Fini e aveva scritto al sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano, protestando contro i respingimenti alle frontiere di coloro che fuggivano da guerre e persecuzioni. Aveva anche fatto parte di una delegazione che visitava i Cpt (centri di detenzione temporanea) e il suo rapporto sul Cpt di “Regina pacis” a san Foca (Lecce) è di straordinaria chiarezza e profonda visione politica. In una delle sue ultime lettere avvertiva di una guerra non solo in Palestina o in Irak, ma anche qui nei nostri paesi occidentali i cui governi approvano legislazioni antiterroristiche e pacchetti per contrastare l’emigrazione. «Una vera e propria guerra contro i migranti nelle nostre città» scriveva Dino «dove i nemici sono uomini e donne come Milli Gullu, morta per asfissia a ventisette anni nella stiva di una nave negriera sotto gli occhi sbarrati del marito e delle due figlie piccole, e quella stiva fetida non fu aperta che due giorni dopo. Milli fuggiva da un processo davanti al tribunale speciale per aver partecipato a uno sciopero della fame in difesa del suo presidente Ocalan, che prima di lei s'era presentato alla frontiera italiana per chiedere asilo. Uccisa lei prima di vedere l'Italia, consegnato lui alla cella della morte dopo averla appena intravista, l'Italia. Al vedovo i gestori del centro d'accoglienza di Sant'Anna impediscono di uscire per vedere un'ultima volta, composto nell'obitorio e non nell'allucinante fetore di quella stiva, il corpo di sua moglie.» E concludeva la sua lettera scusandosi «di voler condividere il peso di una lunga giornata» spesa ad occuparsi delle ingiustizie degli altri. Un abbraccio caro Dino, ovunque tu sia, con la consapevolezza che oggi saremo un pò più soli a dividere il peso delle ingiustizie, delle discriminazioni e delle sofferenze . 

 

5. IMMIGRAZIONE - I dati del progetto ''Medicina di strada'' del Naga: 1.700 le persone curate da medici e volontari (Redattore Sociale) MILANO, 6 giugno - Il Naga, associazione socio-sanitaria per stranieri e nomadi, tra le maggiori organizzazioni italiane che si occupano d'immigrazione, con i suoi 20mila utenti stranieri l'anno nella sola area milanese, ha presentato oggi ha tenuto oggi presso la libreria "Utopia" di Milano i dati del progetto "Medicina di strada" e lanciato il nuovo progetto degli "Osservatori Naga sull'immigrazione". La relazione presentata, intitolata "la Città invisibile" e basata sui dati sociali raccolti nel corso del progetto "Medicina di Strada" ( è un rapporto sulle migliaia di persone che abitano nelle fabbriche abbandonate e nelle baraccopoli dell'area milanese. Oltre 1.700 le schede cliniche in tre anni di lavoro con l'unità mobile in fabbriche abbandonate, baraccopoli e altri insediamenti abusivi dell'area milanese. 700 le persone visitate nell'ultimo anno. Gli insediamenti più grandi contano fino a 300 persone, molti altri da 2O a 50 persone, fino a quelli "familiari". La popolazione che abita questi luoghi appartiene prevalentemente a gruppi nazionali con flussi migratori recenti quali Rumeni (il gruppo più numeroso che rappresenta oil 28% del totale), Ucraini (27%), Moldavi, Bulgari, e in minor numero a gruppi presenti in Italia da più tempo, come gli Albanesi e i Marocchini (21%). I primi sono penalizzati dall'assenza di una rete relazionale che li agevoli nella ricerca di lavoro e casa, i secondi, da stigmi particolarmente negativi. La maggioranza di questa popolazione è di recente arrivo. Significativa nei gruppi provenienti dall'Est-europa la presenza di donne (27% tra i moldavi, 23% tra gli ucraini). Si tratta di immigrazione giovane. L'età prevalente è tra i 25 e i 34 anni (39%). Il 30% ha meno di 24 anni. La causa di questo fenomeno abitativo dipende -secondo Naga- da due ordini di fattori: la mancanza, da parte dell'ente pubblico e della quasi totalità del privato sociale, di assistenza o aiuto rivolte alla popolazione irregolare e la stessa condizione di clandestinità dalla quale è impossibile emergere se non in occasione delle sanatorie. Ed è pure la clandestinità ad origine del rapporto asimmetrico e spesso ricattatorio tra straniero e datore di lavoro o padrone di casa. Il livello di istruzione è piuttosto alto. Circa il 40 per cento vanta un'istruzione superiore. Diffusa la conoscenza di altre lingue oltre la propria (più del 70%) e all¹italiano. Nonostante le condizioni di vita estremamente precarie e il recente arrivo, solo una minoranza, sia pur consistente (44%) risulta disoccupata. Il lavoro viene reperito soprattutti nel mercato del sommerso, dove impera il caporalato: cantieri, carico e scarico, volantinaggio; per le donne, invece, è accessibile solo il lavoro domestico, come colf o badanti. Molto frequenti i casi di lavoro non retribuito, e l'utilizzo del ricatto da parte del datore di lavoro. Negli insediamenti monitorati le istituzioni si limitano a interventi di ordine pubblico, attraverso l'Ufficio "Problemi del territorio" della Polizia municipale. Gli sgomberi che mirano ad eliminare questo ³problema², in realtà hanno come unico effetto la frammentazione degli insediamenti e l¹indebolimento di quegli abbozzi di gestione comunitaria che gli abitanti di alcune aree tentano di attuare. In alcune baraccopoli erano presenti ritrovi per ascoltare la musica, luoghi di culto. Il Naga propone il ripristino dei centri di prima accoglienza pubblici, (da non confondere con i centri di permanenza temporanea) smantellati negli anni '90 a Milano e aperti solo ai regolari. Necessari, inoltre, meccanismi di emersione dalla clandestinità, non legati alle sanatorie, ma basati sulla possibilità da parte del lavoratore straniero di denunciare in qualsiasi momento la propria posizione lavorativa irregolare emergendo dalla clandestinità. L'associazione milanese ha lanciato inoltre gli ³Osservatori Naga sull¹immigrazione²: un¹iniziativa volta a fornire periodicamente la fotografia di singoli aspetti del fenomeno migratorio quali lavoro, casa, condizione femminile o dei rifugiati e così via.

 

6. RIFUGIATI – Situazione in Iraq, Amnesty International: ''Non imporre il rientro obbligatorio ai richiedenti asilo'' (Redattore Sociale), ROMA, 5 giugno - Amnesty International si è rivolta ai paesi europei che stanno esaminando la possibilità di rimpatriare in Iraq i cittadini iracheni le cui domande di asilo sono state respinte, chiedendo di non porre queste persone in una situazione che è lontana dall'essersi stabilizzata. "Potranno volerci mesi, se non anni, prima che la situazione in Iraq diventi sufficientemente stabile e sicura da consentire il rientro in sicurezza e dignità dei rifugiati, in un contesto di rispetto dei diritti umani". L'appello di Amnesty giunge a seguito di una recente riunione tra i ministri degli Interni di Francia, Germania e Regno Unito e l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), convocata per verificare la possibilità di far rientrare in Iraq migliaia di richiedenti asilo e rifugiati iracheni. "I governi europei devono rendersi conto che non c'è una soluzione rapida per questa situazione di sfollamento di massa e devono aver ben presenti le violazioni dei diritti umani che hanno ancora luogo nel paese, l'assenza della legalità e la palpabile mancanza di protezione per i civili", ha aggiunto Amnesty. Oltretutto, per l’organizzazione un rientro non coordinato potrebbe minacciare gli sforzi in atto per la ricostruzione del paese. La delegazione di Amnesty International presente in Iraq ha potuto constatare direttamente come la situazione della legge e dell'ordine non sia stabilizzata. Amnesty International, inoltre, ha sottolineato come, a diciotto mesi dall'Accordo di Bonn che ha dato vita al governo ad interim in Afghanistan, l'Unhcr non abbia ancora iniziato a promuovere il ritorno volontario dei rifugiati afgani e come, a quattro anni dalla fine dell'intervento militare della Nato in Kossovo, gli appartenenti alle minoranze etniche non possano ancora fare ritorno alle proprie terre. "L'occupazione angloamericana di per sé non garantisce un ritorno sicuro, degno e volontario di tutte le persone che hanno abbandonato le proprie case" - ha dichiarato Amnesty International -. I paesi ospitanti devono garantire che gli iracheni non torneranno in circostanze che potrebbero renderli profughi interni o peggio costringerli a una nuova fuga dal paese". La risoluzione 1483 adottata dal Consiglio di Sicurezza il 22 maggio parla di un rimpatrio sicuro, ordinato e volontario dei profughi iracheni. Il rappresentante speciale per l'Iraq del Segretario generale delle Nazioni Unite, Sergio Vieira de Mello, ha recentemente ribadito l'importanza di consentire la stabilizzazione di tutto l'Iraq prima di qualsiasi ritorno e ha chiesto ai governi che ospitano i rifugiati e i richiedenti asilo iracheni di esercitare pazienza. "Francia, Germania e Regno Unito devono contribuire agli sforzi per assicurare stabilità e sicurezza in Iraq e questo vale anche per tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. Ogni programma che spinga verso un rientro prematuro rischia di vanificare questi obiettivi", ha concluso Amnesty International.

 

7. IMMIGRAZIONE – Luciano (Stranieri in Italia): ''Con la Bossi-Fini scoppieranno le carceri: 45mila detenuti in più all'anno'' (Redattore Sociale), ROMA, 5 giugno - "Con l'applicazione della nuova legge sull’immigrazione le carceri italiane rischiano il collasso”. A lanciare l’allarme è Gianluca Luciano, amministratore unico di “Stranieri in Italia”. Secondo i dati del comando provinciale dei Carabinieri di Roma, infatti, tra le persone arrestate nei primi quattro mesi dell’anno, gli stranieri sono per la prima volta più numerosi degli italiani. “L’incremento degli arresti - spiega Luciano - non deriva da una maggiore propensione al crimine degli stranieri, ma semplicemente dall’applicazione della nuova legge sull’immigrazione. La Bossi-Fini ha infatti introdotto la detenzione da sei mesi ad un anno per chi rimane in Italia nonostante abbia ricevuto un decreto d’espulsione”. Per l’amministratore di “Stranieri in Italia” “si è messo in moto un meccanismo che nel giro di pochi mesi potrebbe avere effetti disastrosi. Secondo il Ministero dell’Interno da gennaio ad aprile sono stati rintracciati dalle forze dell'ordine 33mila irregolari, dei quali solo 19 mila sono stati effettivamente allontanati dall'Italia. Nel nostro Paese sono quindi rimaste 14 mila persone che, secondo la Bossi-Fini, dovrebbero essere arrestate”.
“Di questo passo - continua Luciano – entro la fine dell’anno le affollatissime carceri italiane dovrebbero essere pronte ad accogliere almeno quarantacinquemila immigrati. Un vero e proprio colpo di grazia per un sistema già al collasso”. E conclude: “Dopo la più grande sanatoria mai varata in Italia, il governo sarà probabilmente costretto a mettere in conto anche una gigantesca amnistia. A meno che il buon senso non porti all’abrogazione di una norma oggettivamente inapplicabile”.

 

8. CULTURA - Nasce il polo della musica etno made in Italy. A Marsciano un concorso musicale unico in Italia (Redattore Sociale), PERUGIA, 5 giugno - All'interno del Festival “Musica per i Borghi” parte un nuovo concorso musicale e unico in Italia, dedicato alla valorizzazione culturale della musica popolare ed etnica. E’ rivolto a tutte le band straniere che vivono abitualmente nel nostro paese e che propongono e suonano brani originali di musica etnica. Spirito del Festival Musica per i Borghi, che coinvolgerà con i suoi appuntamenti da giugno ad agosto le piazze medievali del comune di Marsciano e dei borghi limitrofi, è infatti l'approfondimento delle radici culturali delle diverse realtà nazionali e non: dalla musica napoletana al folclore argentino, dalla musica da operetta alle percussioni del Senegal. In tale contesto, in una delle serate del Festival appositamente dedicata, si esibiranno le band selezionate dalla giuria: il primo classificato si aggiudicherà la produzione di un CD musicale. Le band che intendono partecipare al concorso possono inviare entro la data del 20 luglio, allegando una scheda tecnica in cui sono specificati in modo sintetico la formazione del gruppo e gli strumenti suonati, i loro demo a: Musica per i Borghi – Comune di Marsciano - L.go Garibaldi 1 - 06055 Marsciano PG, oppure un mp3 all’indirizzo di posta elettronica concorsoetnie@musicaperiborghi.it.

 

9. Modena città aperta ? Non passa (ovunque) lo straniero di Arturo Ghinelli (www.migranews.net), 5 giugno - I recenti episodi di bullismo contro bambini stranieri nelle scuole medie di Modena (confronta l'articolo pubblicato sul nostro sito: integrazione vuol dire...bambini stranieri) hanno evidenziato quanto sarebbe necessario conoscere il tipo di accoglienza che ricevono nelle nostre scuole i ragazzi stranieri e come la vivono. Dopo 15 anni di inserimento di bambini immigrati sarebbe ora di sapere come si trovano a scuola e non solo quanti sono. Invece anche quest’ultima informazione diventa sempre più problematica. Il provveditorato non esiste più e il Csa (Centro servizi amministrativi) che lo ha sostituito non dà più questo tipo di informazioni e invita a rivolgersi direttamente al Miur, sigla che rimanda al ministero della Pubblica istruzione. Il Miur in effetti pubblica i dati sul proprio sito ma sono nazionali. Per avere i numeri locali si può ricorrere all’apposito ufficio comunale dell’assessorato all’Istruzione. Ed è stato appunto guardando lì che mi sono accorto quanto siano significativi anche esclusivamente quantitativi e circoscritti al territorio comunale. Comunque neanche questi sono aggiornati; infatti si riferiscono al 2001/02. Il dato che salta di più agli occhi è la distribuzione ineguale degli alunni .La percentuale media di presenza in tutti gli ordini di scuola è del 5,32 per cento, ma si va dall’1,95% della superiore, al 7,30% della media, all’8,15% per la elementare fino al 9,67% dell’infanzia (istituti statali e comunali). Questa distribuzione ineguale si ritrova però anche all’interno di ciascun ordine di scuola, pur essendo il territorio preso in esame quello di un solo Comune. Ad esempio fra le scuole dell’infanzia statali e comunali si passa dallo 0% di Cimabue o l’1,3% di Modena est, al 34,8% di Cittadella e Boschi o il 25,3% di Collodi e il 21,2% di Madonnina. Analoga situazione anche alle elementari dove esiste un caso clamoroso, quello della Ceccherelli dove gli stranieri sono presenti per il 62% (96 su 156) mentre alle Don Milani su 233 bambini non c’è neppure l’ombra di uno straniero . Fra i due estremi si posizionano le Begarelli con il 14,4%, l’elementare Cittadella con il 13,10%, Palestrina con il 12,72%, le Bosco con il 12,26%. Nelle elementari parificate la presenza di alunni stranieri è ridotta ai minimi termini , solo il 2,69% dei frequentanti. Più equilibrata la distribuzione nelle scuole medie della città. Infatti si va dall’11,31% delle Marconi al 4,12% delle Lanfranco. Ma Paoli, san Carlo ,Cavour, Calvino, Carducci e Sola si aggirano tutte intorno alla media cittadina che è dell’8,15%. Per le superiori risulterebbe una media dell’1,95%, ma i dati sono incompleti perché riguardano solo 6 scuole su 14. A mio parere una distribuzione così influisce comunque sulla qualità dell’integrazione fra bambini stranieri e ragazzi modenesi. La domanda allora è: a cosa è dovuta questa sproporzione “selvaggia”? Gli ottimisti dicono a una libera scelta delle famiglie immigrate mentre i pessimisti vi intravedono un disegno di ghettizzazione.

 

10. IMMIGRAZIONE – Msf: ''Persone in fuga dalla guerra non possono essere strumentalizzate a fini politici'' (Redattore Sociale), ROMA, 5 giugno - Medici Senza Frontiere esprime viva preoccupazione per gli standard bassissimi di accoglienza riservati alle persone che, spesso in fuga da drammatici conflitti, giungono in Italia alla ricerca di protezione. ”L'articolo pubblicato dal "Corriere della Sera" in data 4 giugno 2003, a pagina 20, intitolato "Il turismo è a rischio, spostate i clandestini" – afferma Msf -, dimostra in tutta la sua tragicità il bassissimo livello di conoscenza dell'attuale governo riguardo il fenomeno degli sbarchi di persone nell'Italia meridionale. Il caso, riportato dal "Corriere della Sera", della madre fuggita dalla Costa d'Avorio Paese sconvolto da una tragica guerra civile con il figlioletto di 20 giorni di vita sta a dimostrare la gravità della situazione in molte regioni del mondo. Stesso discorso per i 90 somali sbarcati a Lampedusa nei giorni scorsi, anch'essi in fuga da un conflitto decennale ed inestricabile, in un Paese che non riesce ancora a darsi un governo stabile e langue stritolato dai signori della guerra”. Medici Senza Frontiere trova “inaccettabili, oltre che lesive dei più elementari diritti umani riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle principali convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese e ratificate dal nostro Parlamento, le affermazioni di rappresentanti di partiti al governo, secondo cui ‘alla vigilia dei ballottaggi’, come si apprende dal citato articolo del "Corriere della sera", ‘ancora oggi, a distanza di sei mesi dagli impegni presi, manca il decreto che coordina gli interventi contro gli sbarchi. Siamo di fronte a un'invasione’. Siamo preoccupati dal fatto che rappresentanti del governo possano anche solo pensare di utilizzare eventi drammatici come uno sbarco di persone per propaganda politica”.
Continua l’organizzazione: “E' inaccettabile parlare di invasione, con un decreto flussi di cui si è persa notizia e con la stessa Coldiretti ad informare che quest'anno servono almeno 10.000 lavoratori stagionali in più del previsto per il completamento dei raccolti nell'Italia meridionale. Secondo il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, ‘i centri di accoglienza temporanea allestiti in Italia non bastano ancora’ (fonte: "Corriere della Sera"). Punto di vista opinabile, se è vero quanto recentemente scritto dall'agenzia d'informazione "Migra", secondo cui, al momento, in Italia ci sono 14 CPT e la relazione fra costi e benefici è altamente questionabile. In questo senso il CPT di Modena ne fornisce un chiaro esempio. La costruzione del centro è costata allo stato circa 11.300.000 euro e i costi di gestione annuali ammontano a circa 2.582.000 euro.In un anno di funzionamento, il centro ha ospitato 157 persone, 34 delle quali sono state effettivamente rimpatriate, 65 sono state rilasciate e 27 sono fuggite dal centro”. Conclude Msf: “L'azione di deterrenza nella quale il governo ha investito ingenti fondi non ha dato alcun risultato. Medici Senza Frontiere invita il governo a stanziare più fondi per l'accoglienza a favore di persone in fuga da persecuzioni, per restituire loro dignità e una nuova speranza di vita e a non strumentalizzare sbarchi di persone in fuga da tragedie umane come temi su cui fare propaganda politica”.

 

11. IMMIGRAZIONE: sono 2 milioni i 'Fratellastri d' Italia' (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Sono 2 milioni e 400mila gli immigrati regolari nel nostro paese, pari al 4% della popolazione residente. Una realtà sempre più importante e affascinante per Corrado Giustiniani, giornalista del quotidiano romano "Il Messaggero", che nel suo libro "Fratellastri d'Italia" (dal 7 giugno in libreria), racconta l'immigrazione non solo con numeri e statistiche, ma anche con le storie raccolte dalla voce dei protagonisti. "Abbiamo bisogno di loro, e loro di noi - spiega l'autore -. Non riusciremo a fermarli, le migrazioni sono le stimmate del secolo appena cominciato. La vera sfida dei governi è regolare gli ingressi per renderli compatibili con i bisogni e le possibilità di accoglienza, e come integrare, nel nostro interesse, le persone che sono venute per rimanere". Storie di immigrati nell'Italia della Bossi-Fini, dalle Alpi al tacco, per conoscere meglio e sfatare alcuni luoghi comuni ormai radicati nella mentalità degli abitanti del Belpaese. Come quello del ricco Nord-est, "laborioso e razzista", giunto agli onori delle cronache anche per le intemperanze del sindaco di Treviso Gentilini, e che invece può vantare, a Monfalcone, il primo assessore di colore della Repubblica italiana, Bou Kanate, un ingegnere senegalese che si occupa di lavori pubblici. Oppure quello degli immigrati criminali o relegati ai lavori più faticosi rifiutati dai giovani italiani. Anche se è vero che ormai i pizzaioli sono quasi tutti egiziani e i fornai indiani, non bisogna dimenticarsi che molti hanno rischiato e scelto di diventare imprenditori. Un fenomeno recente ma sorprendentemente in crescita. Sarebbero almeno 100mila infatti gli extracomunitari che in Italia hanno creato piccole imprese o cooperative, partendo dal niente, e che poi in molti casi si sono trasformati anche in 'agenzie di collocamento e formazione' per i loro concittadini. Molto interessante infine il capitolo dedicato agli scrittori migranti, a "quegli ambasciatori di culture" che hanno scelto di raccontare le loro storie nella nostra lingua, l'italiano, "il fenomeno nuovo, il fiore che sta sbocciando", secondo Giustiniani. Sarebbero una ventina gli scrittori della migrazione, una realtà in crescita, che in poco tempo hanno saputo conquistare successi e riconoscimenti, come il premio Grinzane Cavour assegnato a "La straniera", dell'iracheno Yonuis Tawfik, bestseller trasformato in pellicola cinematografica.

 

12. IMMIGRAZIONE – Un servizio di call center eviterà lunghe file di cittadini stranieri davanti alla questura di Bologna (Redattore Sociale), BOLOGNA, 5 giugno – Il problema era stato sollevato già da diversi mesi, occupando le prime pagine di giornali cittadini, e non solo. L’oggetto sono le lunghissime ed estenuanti file che ogni giorno, a partire dalle prime ore dell’alba, si creano davanti all’ufficio immigrazione della questura di Bologna: centinaia di cittadini stranieri, spesso con bambini piccolissimi a seguito, costretti ad aspettare ore per ritirare le pratiche o avere i permessi di soggiorno. Una soluzione, per adesso in via sperimentale, sembra forse arrivata: dal 9 giugno verrà attivato dalla questura un servizio di call center per prenotare il proprio turno. Stop quindi a inutili code, che il più delle volte si concludevano con un nulla di fatto. Sarà sufficiente chiamare il numero 051 6401780, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 13 alle 17.30, e prendere un appuntamento (per chi ha difficoltà con l’italiano saranno attivi anche i servizi di interpreti in francese e inglese). Dal 18 giugno - i 10 giorni serviranno per raccogliere e organizzare le prime prenotazioni -, si accederà quindi all'ufficio immigrazione solo su appuntamento: ad ogni persona, insomma, verrà fissata la data, e anche l’orario, del proprio turno. Nei mesi scorsi, dopo la sanatoria, quello delle code davanti all’ufficio immigrazione è diventato un problema in città: dopo avere diversificato i giorni e gli orari per le diverse pratiche - con scarsi risultati, però, tanto che le file non sono diminuite - è stato quindi pensato il call center. Le pratiche per le quali sarà obbligatoria la prenotazione telefonica riguardano la richiesta di primo rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, e la richiesta e consegna di nulla osta per autorizzazione al lavoro, ricongiungimenti famigliari e titoli di viaggio. Per il ritiro dei permessi e delle carte di soggiorno di cittadini non comunitari, e per ricevere qualsiasi genere di informazioni, continuerà invece a funzionare lo sportello dell'ufficio immigrazione, nei pomeriggi di martedì, mercoledì, giovedì, dalle 15 alle 18, senza la necessità di prendere appuntamento. Stessa cosa per lo sportello per la richiesta e consegna dei permessi di soggiorno e carta Cee dei cittadini comunitari, che funziona all'ufficio Urp della questura, in piazza Galilei 2/a, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15 alle 17. Gli opuscoli informativi sul nuovo servizio sono disponibili all'Urp del Comune, dei quartieri, all'ufficio immigrazione della questura, nelle associazioni sindacali e di categoria, e sul sito internet www.poliziadistato.it.

 

13. Tre comunicazioni della Commissione europea su immigrazione e asilo. No ai campi d'accoglienza fuori dall'Ue, via libera alla creazione di una guardia di frontiera europea. (Stranieri in Italia) BRUXELLES, 4 giugno - La proposta inglese di parcheggiare i richiedenti asilo fuori dall'Ue non convince la Commissione europea, che ieri ha approvato tre comunicazioni sulle politiche d'immigrazione e asilo dell'Unione. La Commissione sembra scettica sulla possibilità di trasferire i richiedenti asilo in paesi terzi senza infrangere la Convenzione di Ginevra e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo. Quei campi garantirebbero la sicurezza ai profughi come quelli europei? Vanno intesi come complementari all'attuale sistema d'asilo o si sostituirebbero ad esso? Sono solo alcuni degli interrogativi natura giuridica, politica ed economica che la proposta inglese lascia irrisolti. Più convincente la soluzione proposta dall'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), che prevede campi di accoglienza nei paesi membri vicini ai confini. I richiedenti asilo verrebbero trasferiti immediatamente dai vari paesi Ue in questi campi, per rimanervi durante l'esame della domanda, che non dovrebbe durare più di un mese. A seconda dell'esito della domanda, verrebbero inviati nuovamente nel paese d'accoglienza oppure espulsi. Per la Commissione, la riforma del sistema d'asilo dovrebbe perseguire tre obiettivi: l'arrivo "ordinato e ben gestito" nell'Ue di chi ha bisogno di protezione; la condivisione degli oneri e delle responsabilità tra Stati membri e paesi di origine; lo sviluppo di procedure comuni per il riconoscimento del diritto d'asilo. La Commissione ha approvato anche una comunicazione sulla lotta all'immigrazione clandestina, che per dare risultati positivi ha bisogno di più risorse umane e finanziarie e di maggiore cooperazione tra i Paesi membri. Per il controllo dei confini esterni dell'Ue, quelli marittimi in primis, e per il rimpatrio dei clandestini la commissione prospetta la creazione di un corpo europeo di guardie di frontiera. Chiede inoltre di rendere più sicuri i visti l'ingresso nell'Ue, inserendovi dati biometrici che permettano di identificare con certezza i titolari. Fortunatamente, la Commissione non parla solo di clandestini, ma ha dedicato un' ulteriore comunicazione al tema "immigrazione, integrazione e lavoro". Il documento sottolinea quanto l'Europa abbia bisogno di immigrati per combattere declino demografico e scarsezza di manodopera, e chiede agli stati membri un impegno maggiore per l'integrazione e contro le discriminazioni. Leggi le comunicazioni della commissione europea (in inglese) Politiche d'asilo Lotta all'immigrazione clandestina Immigrazione, integrazione e lavoro

 

14. IMMIGRAZIONE: D'Ali' a Consiglio Giustizia Affari Interni UE in programma a Lussemburgo domani (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Il Sottosegretario all'Interno Antonio d'Alì prenderà parte ai lavori del Consiglio Europeo della Giustizia e Affari Interni, che si svolgerà il 5 giugno a Lussemburgo. La riunione affronterà soprattutto i temi dell'immigrazione.

 

15. IMMIGRAZIONE – Bologna: Bsf contro il Comune per la chiusura del Cpa di Arcoveggio. Spostati gli 80 stranieri (Redattore Sociale) BOLOGNA, 4 giugno – Bsf contro Comune per la chiusura del Cpa Arcoveggio, perché non esiste un’alternativa stabile per quella che viene definita la seconda accoglienza. “Non è che vogliamo restare al Cpa (e in sostanza ce ne siamo già andati perché il lavoro di sgombero è già iniziato) , ma non accettiamo le condizioni imposte dal Comune: quelle di trasferirci provvisoriamente in un altro centro di prima accoglienza, di pagare 200 euro al mese per un letto e il fatto che venga abbattuta la nostra moschea”. A parlare è un ospite che vive nelle baracche del Cpa in via della Cooperazione, che entro il 15 giugno deve essere sgomberato e demolito per far posto al progetto della “Casa che cresce” della cooperativa Dozza. ”Dov’è l’accoglienza e l’integrazione tanto sventolata dal Comune? L’immigrazione diventa emergenza da risolvere solo quando un’area acquista valore economico e diventa terreno edificabile – ha detto oggi Corrado Scarnato di Rifondazione comunista -. Se non verrà riaperto un tavolo di confronto con il Comune di Bologna e avanzate proposte alternative, saremo disposti a barricarci dentro il Cpa e a occupare l’ufficio dell’assessore ai Servizi sociali”. Un atteggiamento che il diretto interessato Franco Pannuti non ha gradito. “Questa ostilità è del tutto fuori luogo ed è stato adottato un clima che non aiuta – ha detto l’assessore comunale ieri sera in Consiglio comunale rispondendo a un’interpellanza del Prc -. Lo spostamento degli ospiti del Cpa non è una deportazione, ma un aiuto concreto agli stranieri affinché trovino una sistemazione abitativa migliore. Le due nuove strutture in cui gli immigrati verranno trasferiti non sono container che d’estate diventano forni. E il Comune è disposto a ragionare per dotarle di luoghi di preghiera, piccole moschee come quella in via della Cooperazione che deve essere abbattuta”. Gli 80 immigrati che abitano nel Cpa di via della Cooperazione saranno infatti “spostati”: 32 nella nuova residenza sociale di via del Lazzaretto mentre gli altri verranno “deportati” nel nuovo centro di via Terracini. Ma questa soluzione non accontenta né il gruppo migranti del Bsf né il comitato Ospiti del Cpa Arcoveggio né tantomeno Rifondazione. “Ci sono ancora troppi problemi da risolvere – spiega Carlo Lari, capogruppo di Prc al quartiere Navile -. Ad esempio il calcolo delle morosità (non si può chiedere a chi ha un lavoro precario di pagare gli arretrati pena l’espulsione), il numero dei posti disponibili ancora non ben definito, il costo del posto letto (200 euro al mese contro gli attuali 54) e il destino della moschea, luogo di ritrovo per buona parte della comunità musulmana della zona”. Ma i veri nodi restano il regolamento comunale e la seconda accoglienza, denuncia il Bsf. La legge ora dice che gli immigrati possano risiedere nei Cpa solo per un anno (quelli di via della Cooperazione abitavano lì da 10 anni). Quindi si tratterebbe comunque di un trasferimento provvisorio, con tutto quello che comporta perdere la residenza ai sensi del permesso di soggiorno per la Bossi-Fini e non ottenere i punti alloggio per chiedere la casa al Comune. Per questo, ieri, il gruppo consiliare del Prc del quartiere Navile ha inviato un fax alla Prefettura per chiedere che vengano sospesi i provvedimenti di sgombero (per motivi di ordine pubblico). Una delegazione è stata poi ricevuta in serata dal Capo di Gabinetto del Prefetto, che si è impegnato a definire con il Comune un percorso concordato per garantire la sicurezza e la correttezza di questa delicata situazione.

 

16. IMMIGRAZIONE: Fassino, legge fini-bossi crea lavoro nero (ANSA) - SIRACUSA, 4 GIU - "La legge sull' immigrazione Fini-Bossi è stata un colossale inganno: doveva creare maggiore sicurezza tra gli italiani ma serve solo ad aumentare il lavoro nero". Lo ha affermato il segretario dei DS, Piero Fassino, partecipando ad una manifestazione elettorale del centro sinistra a Siracusa. Secondo Fassino "si è fatto credere agli italiani che questa legge avrebbe governato meglio il fenomeno dell' immigrazione, ma sta avvenendo esattamente il contrario". "Secondo stime del Viminale e non dell' opposizione - ha aggiunto - nel 2002 il numero degli sbarchi di clandestini è stato superiore a quello del 2001, e nel 2003 il dato è in continua crescita". "Il governo - ha sottolineato Fassino - ha fatto una legge che rende più difficile le assunzioni di immigrati con il risultato di incrementare lavoro sommerso, lavoro nero ed illegale e con una minore sicurezza per i cittadini". "Questa legge - ha concluso Fassino - è uno degli ennesimi esempi di come questo governo fa della propaganda producendo dei danni per l' Italia".

 

17. IMMIGRAZIONE - A Venezia il master sui ''Fenomeni migratori e trasformazioni sociali'' (Redattore Sociale) VENEZIA, 4 giugno - Sono aperte le iscrizioni (termine ultimo il 18 Luglio 2003) al Master sull’immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali promosso e coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia per il prossimo anno accademico 2003/2004. Il master, giunto alla 4° edizione ed unico nel suo genere, mira a dotare i partecipanti oltre che di competenze professionali specializzate, della capacità di progettare la ricerca-azione sui problemi dell’immigrazione. Solo 45 i posti disponibili e i candidati verranno selezionati da una commissione nominata dal Collegio dei Docenti in base al curriculum, alla valutazione della tesi di laurea o diploma, alle pubblicazioni e titoli scientifici, alle esperienze di lavoro e tirocinio o volontariato svolte in contesti multiculturali o nei servizi a contatto con utenti immigrati. Il master si rivolge prevalentemente a operatori sociali, culturali, sanitari, membri delle associazioni degli immigrati; a tutti coloro che lavorano a contatto con l’immigrazione e che intendono accrescere le proprie competenze. L’attività didattica si svolge dal 26 Settembre 2003 al 5 Giugno 2004, la frequenza è obbligatoria e prevede un impegno complessivo per un totale di 1500 ore, di cui 320 ore di didattica in aula, 300 ore di formazione a distanza, 250 ore di stage e 630 ore di autoformazione.
Per informazioni: tel. 041/2346018, masterim@unive.it; il sito del master è: http://www.unive.it/duss-master
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18. IMMIGRAZIONE: vertice al Viminale su sbarchi e accoglienza convocato da Pisanu con De Gennaro e Pansa (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Riunione al Viminale, convocata dal ministro Pisanu, sull'immigrazione. Alla luce della ripresa degli sbarchi che negli ultimi giorni hanno portato sulle coste siciliana e calabrese centinaia di immigrati clandestini il responsabile del Viminale ha riunito i vertici della sicurezza per fare un punto di situazione. Intorno al tavolo Pisanu ha riunito il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, il responsabile delle Polizie di specialità, prefetto Pansa, e il capo di gabinetto, prefetto Mosca. Tra i temi affrontati quello dei centri di accoglienza che, come ha detto ieri a Gorizia il ministro dell'Interno, "non bastano". Ne servono, ad esempio, più vicini ai luoghi di sbarco per evitare di dover trasportare gli immigrati da una regione all'altra, come è accaduto ad esempio ieri ed oggi tra la Sicilia e la Puglia, con circa 400 clandestini trasferiti in pullman alla roulottopoli di Bari-Palese. Dunque più centri, anche vicini alle frontiere terrestri dove si potrebbero intensificare - come ha sottolineato Pisanu - i movimenti migratori futuri. Ma per fare ciò sono necessari nuovi investimenti e di questo potrebbe essere investito il prossimo consiglio dei ministri. E per regolare un fenomeno complesso come quello dell' immigrazione si pensa, con urgenza, alla nomina del responsabile della nuova direzione centrale per l'immigrazione, recentemente istituita al ministero dell'Interno. Sempre al Viminale, ma in mattinata, invece il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano aveva incontrato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulla situazione dello stato delle regolarizzazioni. La polemica sui nuovi sbarchi, intanto, non accenna a placarsi. Dopo l'attacco di ieri della Lega che chiedeva conto della ripresa degli arrivi di clandestini a Martino e Pisanu, oggi i Ds giudicano il governo "in pieno caos" in tema di immigrazione. Piero Fassino definisce la Bossi-Fini "un colossale inganno" perché, dice, "si è fatto credere agli italiani che avrebbe governato meglio il fenomeno dell' immigrazione, ma sta avvenendo esattamente il contrario". Il responsabile immigrazione dei Ds, Giulio Calvisi, invita il governo a fermarsi "prima che sia troppo tardi: chieda scusa al Paese e domandi aiuto all'opposizione su come si fa a fare una seria politica su questa materia".

 

19. IMMIGRAZIONE - Nuovo documento Ue: ''Cresce il bisogno di migranti economici che colmino le carenze di manodopera'' (Redattore Sociale), BRUXELLES, 4 giugno – Sarà sempre più grande il fabbisogno di migranti economici nell'Ue che colmino le carenze di manodopera qualificata e non qualificata. Lo hanno sottolineato in un nuovo documento politico sull'immigrazione, l'integrazione e l'occupazione, Anna Diamantopoulou, commissaria per l'occupazione e gli affari sociali, e António Vitorino, commissario responsabile della giustizia e degli affari interni dell’Ue. La Commissione europea infatti ha auspicato una migliore integrazione dei migranti nell'Ue ed ha invitato gli Stati membri a intensificare gli sforzi a garantire la piena partecipazione degli immigrati non solo al mercato del lavoro ma anche alla vita sociale, culturale e civica. Secondo quanto dichiarato da Anna Diamantopoulou, "L'immigrazione zero non è un'opzione. L'aumento dei flussi migratori è inevitabile dati taluni fattori di spinta come l'instabilità politica nel mondo o la disparità di benessere. Eppure, un'immigrazione gestita bene è persino necessaria per rispondere al fabbisogno futuro del mercato del lavoro europeo. Perché l'immigrazione sia un successo, soprattutto per gli attuali cittadini dell'UE, l'Europa deve migliorare radicalmente l'integrazione dei migranti già stabiliti nell'UE e prepararsi sin d'ora alle immigrazioni future". Il documento esamina anche gli effetti potenziali dell'immigrazione sull'occupazione e la crescita economica e sottolinea che se l'immigrazione da sola non basterà a contrastare tutti gli effetti dell'invecchiamento demografico, flussi migratori più sostenuti saranno sempre più probabili e necessari per far fronte al fabbisogno di manodopera nell'Ue, la cui popolazione attiva è prevista in diminuzione dopo il 2010. La Commissione ritiene che si debba fare di più per promuovere l'integrazione dei migranti stabili e preparare i flussi migratori futuri e sollecita quindi l'adozione di “un approccio multisettoriale e un maggiore coordinamento fra le politiche interessate”. La Commissione propone inoltre un nuovo quadro a livello europeo che focalizzi l'attenzione sui problemi e promuova lo scambio di informazioni e esperienze e chiede che siano varate nuove iniziative in altri settori essenziali come l'occupazione, la lotta contro la discriminazione e l'inclusione sociale, su cui poggia il processo di integrazione. In questo ambito tra le diverse problematiche da risolvere, l’Ue individua la lingua, l'istruzione, la formazione e l'accesso ai servizi sociali. Il documento fissa nuove priorità in particolare per la strategia europea per l'occupazione, il processo di inclusione sociale, la coesione economica e sociale, la lotta contro la discriminazione e la cooperazione nel campo dell'istruzione e propone un nuovo strumento a garanzia della coesione, che assumerà la forma di una relazione annuale a cura della Commissione stessa, sullo sviluppo della politica comune in materia di immigrazione.

 

20. IMMIGRAZIONE: Calderoli, sia posta su tavolo verifica (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, chiederà a Umberto Bossi che la questione dell'immigrazione illegale venga posta "con forza sul tavolo della verifica del governo prevista dopo le elezioni amministrative". Lo afferma lo stesso Calderoli, in una dichiarazione, nella quale sottolinea che "gli sbarchi di immigrati irregolari sulle coste italiane di questi giorni, l'incertezza e la nebulosità sui numeri e sui tempi della verifica delle domande di regolarizzazione dimostrano un'inadeguatezza del Ministero dell'Interno". "Aveva proprio ragione la Lega - prosegue l'esponente del Carroccio - quando chiedeva la nomina di un commissario che gestisse complessivamente il problema dell'immigrazione irregolare: gli sbarchi, la mancata emanazione dei decreti di attuazione della Bossi-Fini ne sono la prova provata". "Siamo davanti a due alternative - conclude Calderoli - ricostruire i confini o scomparire".

 

21. IMMIGRAZIONE: Frattini, Marocco all'attenzione UE Rabat disponibile a politica riammissione (ANSA) - RABAT, 4 GIU - Il problema dell'immigrazione clandestina del Marocco è un tema che all'Italia sta "particolarmente a cuore e sarà oggetto di attenzione da parte dell'Unione Europea". Lo ha confermato il ministro degli Esteri Franco Frattini in un colloquio a Rabat con il primo ministro marocchino Driss Jettou. "Jettou mi ha assicurato - ha detto Frattini - la piena disponibilità ad una politica di riammissione completa degli immigrati clandestini marocchini". Si tratta di un problema, ha spiegato il titolare della Farnesina "su cui Italia e Marocco si sono trovati ancora una volta d'accordo: bisogna favorire - ha aggiunto Frattini - lo sviluppo dei paesi di provenienza degli immigrati e non aspettare che flussi di clandestini arrivino in Europa". Per questo, ha ricordato il capo della diplomazia italiana "ci sono fondi europei che sono pronti ad essere destinati al Marocco: sono purtroppo ancora bloccati per questioni burocratiche. Si tratta di cifre - ha sottolineato Frattini - non grandissime ma discrete (40 milioni di euro circa) che dovranno essere rapidamente sbloccati". Da parte sua Jettou ha spiegato che il Marocco è pronto ad accettare la riammissione dei marocchini clandestini ma non quelli sub-shariani.

 

22. PROFUGHI - Dopo gli ultimi sbarchi in Sicilia, interviene l'Asgi: ''Non possono essere trattenuti in strutture detentive'' (Redattore Sociale) BOLOGNA, 3 giugno - L’Italia deve dare piena attuazione al diritto di asilo riconosciuto dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali. I profughi che arrivano sulle coste italiane non possono continuare a essere trattenuti in strutture detentive, devono poter avere i documenti di soggiorno a cui hanno diritto (i permessi per motivi umanitari o per attesa asilo) e devono avere garantito il diritto di difesa. L’appello arriva dall’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, che dopo gli ultimi sbarchi di “clandestini” in Sicilia, nei giorni scorsi, denuncia “la crisi del sistema di accoglienza italiano, di fatto inesistente”. In particolare, l’Asgi chiede che vengano attrezzate strutture di vera accoglienza e “non lager circondati dal filo spinato” (i Centri di permanenza temporanea), che le associazioni possano visitare i profughi e i migranti irregolari nei centri di trattenimento, e che i parlamentari nazionali e regionali s’impegnino a verificare con ispezioni le condizioni di queste strutture. “Immigrati in attesa di espulsione ed altri appena sbarcati, richiedenti asilo, sono costretti alla promiscuità più assoluta – sottolinea l’Asgi in un comunicato - il raddoppio della detenzione nei centri di trattenimento (da trenta a sessanta giorni) rende ingestibili queste strutture, come testimoniato tragicamente da tentativi di rivolta e da atti di autolesionismo ormai quotidiani”. Il problema fondamentale è poi la nuova disciplina sul diritto di asilo, introdotta dalla legge Bossi-Fini dello scorso anno, ma non ancora in vigore: “per il ritardo nella emanazione del regolamento di attuazione – prosegue l’Asgi - sembra al riguardo che manchino i fondi necessari per avviare le nuove strutture di trattenimento per i richiedenti asilo, chiamati centri di identificazione”. La situazione è quindi critica: “migliaia di persone attendono da oltre un anno e mezzo la risposta della Commissione centrale competente a decidere sulla richiesta di asilo e i nuovi arrivi non faranno che peggiorare la situazione. Nel frattempo centinaia di richiedenti asilo attendono una risposta sul loro destino, assistiti soltanto da associazioni indipendenti (non convenzionate con le prefetture)”. In più si aggiungono le linee europee: “in questo quadro – conclude l’Asgi - il sottosegretario D’Alì non riesce a proporre altro che la istituzione di una polizia di frontiera comune per tutti i paesi europei, come se uno sbarramento più efficace delle nostre coste e delle nostre frontiere terrestri potesse arginare un flusso di profughi che è prodotto in modo inarrestabili dalle tante crisi mondiali, alimentate dalle nuove logiche di dominio mondiale della superpotenza americana e dei suoi alleati. Aumentare le forze di polizia alla frontiera, inasprire le misure repressive, non serve certo ad aiutare chi è in fuga da guerre e persecuzioni etniche”. E poi l’Italia: “le scelte criminogene del governo in materia di immigrazione, impedendo qualunque forma di ingresso legale ai migranti e il pieno ed effettivo riconoscimento del diritto di asilo, stanno arricchendo soltanto i trafficanti, e rinforzando le reti del crimine transnazionale. Non sappiamo neppure quanti saranno vittima di questi viaggi della disperazione”.

 

23. Emergenza clandestini: pieni poteri al prefetto D'Ascenzo per la costruzione di nuovi centri di permanenza temporanea (Stranieri in Italia), 3 giugno ROMA - Se da un lato il governo sbandiera risultati positivi nella lotta all'immigrazione clandestina, dall'altro corre ai ripari continuando a disporre misure d'emergenza. Il 23 maggio il presidente del consiglio ha firmato un'ordinanza con "ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile per il contrasto e la gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina". Le disposizioni riguardano la costruzione di nuovi centri di permenenza temporanea, per cui vengono dati pieni poteri al capo del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, il prefetto Anna Maria D'Ascenzo. Il prefetto nominerà anche una commissione tecnico-consultiva, alla quale si affiancherà, di volta in volta, un rappresentante della regione che ospiterà il nuovo centro d'accoglienza. I progetti approvati non avranno bisogno di ulteriori autorizzazioni, e non saranno vincolati dai piani urbanistici dei comuni interessati, dal momento che saranno dichiarate "pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori".

 

24. IMMIGRAZIONE - Meno rifugiati in Italia: 1.270 nel 2002. Il Cir: circa 17.000 le richieste d’asilo presentate lo scorso anno (Redattore Sociale) ROMA, 3 giugno - Diminuiscono i rifugiati riconosciuti in Italia: 1.270 lo scorso anno, con un calo di oltre 800 unità rispetto al 2001. Secondo stime del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) sono state circa 17.000 le richieste d’asilo presentate nel 2002, comprendendo anche i minori e i “casi Dublino”, ossia i richiedenti asilo rinviati in Italia, quale Paese competente, da altri Stati dell’Unione Europea. Secondo dati della Commissione Centrale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato, le decisioni prese nel 2002 sono state 16.970. I rifugiati riconosciuti sono stati 1.270 (nel 2001 erano stati 2.098), mentre in 730 casi è stata accordata una protezione temporanea. I dinieghi sono stati 14.970, nella maggior parte dei casi senza colloquio con il richiedente, per irreperibilità della persona.

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")