1. Bossi: "Per
venerdì in CdM un decreto che stabilisca come salvarci dall'immigrazione
clandestina" (Stranieri in Italia)
2. Discrimin-azioni:
nasce l'osservatorio del Comune di Roma di Paula Vivanco (Migra)
3. RIFUGIATI – A
Modena da tutto il mondo per la giornata mondiale. Al centro stranieri hanno
''bussato'' in 136 (Redattore Sociale)
4. DIRITTI – A
Torino si dibatte del trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa
e negli Stati Uniti (Redattore Sociale)
5. PISANU: non sono un
ministro di polizia (ANSA)
6. IMMIGRAZIONE: nuovo
sbarco a Lampedusa, arrivano in 137 diversi clandestini provati dal viaggio
sono stati ricoverati (ANSA)
7. IMMIGRAZIONE:
naufragio; recuperate 11 salme (ANSA)
8. IMMIGRAZIONE:
Sinisi (DL), e' piena emergenza (ANSA)
9. NOMADI – La
disoccupazione riguarda il 90% dei rom. Dopo i mercati, a Roma arriva anche il
primo negozio (Redattore Sociale)
10.
IMMIGRAZIONE - La casa, ancora un miraggio per gli
stranieri in Italia. Le esperienze positive in quattro territori dove
l'emergenza è più forte. Il caso di Vicenza (Redattore Sociale)
11.
Bossi-Fini: pronto il decreto anti-sbarchi. Bufera
nella maggioranza per il ritardo dei regolamenti d'attuazione (Stranieri in Italia)
12.
IMMIGRAZIONE: Bossi, cacciare clandestini con la forza
intervista al corriere della sera (ANSA)
13.
IMMIGRAZIONE: Bossi, intervista non rispecchia mio
pensiero (ANSA)
14.
IMMIGRAZIONE: Bertinotti, Governo 'rimuova' Bossi
diversamente Parlamento prenda iniziative (ANSA)
15.
IMMIGRAZIONE: Calvisi (DS), non e' consentito buttarli
a mare (ANSA)
16.
IMMIGRAZIONE: Rizzo a Bossi, Italia non e' popolo
assassini (ANSA)
17.
IMMIGRAZIONE: Giovanardi, spero Bossi abbia fatto
battuta... siamo all'autolesionismo, certi limiti non superabili (ANSA)
18.
IMMIGRAZIONE: Mantovano, soluzione con tutti i paesi
UE intervista a Repubblica, Stampa e quotidiano nazionale (ANSA)
19.
IMMIGRAZIONE:amm.sicurezza,regia unica per blindare
coste intervista al messaggero (ANSA)
20.
IMMIGRAZIONE - A Lucca scrittori migranti tra i
più rappresentativi che scrivono in lingua italiana (Redattore Sociale)
21.
FRATTINI: chiederemo piu' fondi ue per immigrazione (AGI)
22.
PISANU: lavoriamo per un islam italiano (AGI)
23.
In Piemonte presentato osservatorio sull'immigrazione (AGI)
24.
IMMIGRAZIONE - Turco (Ds): ''I clandestini non
aumentano per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e
gli ingressi regolari'' (Redattore Sociale)
25.
IMMIGRAZIONE – Stranieri e media: nel 76% dei
casi le notizie scaturiscono dalla cronaca e solo nel 6% dei casi il commento
è degli stessi immigrati (Redattore Sociale)
26.
IMMIGRAZIONE - A fine anno la domanda di lavoratori
stranieri sarà di circa 224mila persone. Stima dell'Unione Camere di
commercio (Redattore Sociale)
1. Bossi: "Per venerdì in CdM un
decreto che stabilisca come salvarci dall'immigrazione clandestina" (Stranieri in Italia),
ROMA, 17 giugno - Mentre continuano le polemiche scaturite dalle
dichiariazioni/smentite del ministro Umberto Bossi, il senatur è tornato
a parlare di immigrazione ed ha ammesso: "Ogni tanto lascia parlare il
popolo attraverso di se stesso, perché ogni tanto non fa male che la
parola del popolo e del popolino arrivi a destinazione....". Sulle colonne
della PADANIA il Senatur chiarisce subito: "Stavolta comunque mi è
sembrato più un lavoro poco amichevole di un giornalista". Alla
vigilia del Consiglio dei ministri di venerdì il leader leghista spiega
il motivo per cui l'immigrazione è un problema così spinoso:
"E' una di quelle cose su cui giocano frontalmente gli illuministi e i
globalizzatori da una parte, e gli universalisti e i difensori dei popoli
dall'altra parte". Il Senatur spiega poi l'uso appropriato del famoso
'cannone': "Bisognerebbe farlo rombare e usarlo per svegliare certi
dormienti che hanno dimenticato che fare le riforme vuol dire non solo
applicare una legge ma anche seguirla fino a quando il popolo ne può
apprezzare gli effetti positivi". Infine alla parte di popolo, che
'furibondo grida al Palazzo traditore', Bossi risponde: "Per
venerdì in CdM spero che si trovi la squadra per lo meno con un decreto
che stabilisca chi fa che cosa tra le forze che devono salvarci
dall'immigrazione clandestina".
2. Discrimin-azioni: nasce l'osservatorio del
Comune di Roma di Paula Vivanco (Migra), 17 giugno - Il 4 giugno è iniziata
ufficialmente la prima fase di un progetto che indagherà, attraverso un
osservatorio, sulle diverse forme di discriminazione nei servizi comunali di
Roma e che consisterà anche nell'«ascoltare gli immigrati su cosa
pensino degli operatori del Comune» secondo le parole di Franca Coen,
delegata del sindaco alle politiche della multietnicità. La consigliera
ha presentato l'iniziativa in Campidoglio insieme ai membri del comitato
scientifico del progetto e all'Iprs (Istituto psicoanalitico per le ricerche
sociali) che si occuperà degli aspetti operativi. Nel corso
dell'incontro sono state illustrate le finalità e gli obiettivi
dell'osservatorio lasciando spazio per uno scambio di idee su forme di
rilevamento e strategie di azione. Come ha rilevato il referente scientifico
Eugenio Sonnino (facoltà di Sienze statistiche
all’università di Roma la Sapienza) «il lavoro iniziale
più difficile sarà rappresentato dall'individuazione,
classificazione e valutazione dei metodi». David Meghnagi (facoltà
di Scienze della formazione, alla Terza università di Roma), un altro
membro del comitato scientifico, è invece intervenuto mettendo in
guardia sui rischi esistenti nel lavoro di ricerca sulla discriminazione visto
che «il concetto stesso di razza è stato inventato dai
razzisti» per cui diventa necessario procedere con molta cautela e con la
consapevolezza della complessità e storicità delle categorie di
analisi cercando di «non cadere nel pregiudizio nel combattere il
pregiudizio». L'osservatorio dovrà dunque «avere chiaro
questi aspetti anche nella costruzione dei modelli di monitoraggio» sulla
discriminazione, assumendo il compito di spingersi oltre le definizioni
accordate perché, sulla prova dei dati della ricerca, potrebbero anche
risultare inadeguate e richiedere ri-formulazioni. Altri interventi dei referenti
scientifici si sono soffermati su esempi di politiche e comportamenti ineguali.
Per Fiorella Kostoris Padoa Schioppa (dipartimento di Economia,
all’università di Roma la Sapienza) l'osservatorio dovrà
riservare un'attenzione particolare alle discriminazioni esistenti nei
confronti di laici e minoranze religiose in una città a maggioranza
cattolica dove, a esempio, i crocifissi sono i soli e visibilissimi simboli
religiosi presenti nelle scuole pubbliche. Invece Raffaele Bracalenti dell'Iprs
(altro membro del comitato scientifico) si è soffermato brevemente su
una violazione evidente: la discriminazione nei diritti politici per quanto
riguarda il diritto di voto negato ai migranti residenti. La necessità
di un monitoraggio della discriminazione nei confronti degli immigrati si basa
anche sui rilevamenti realizzati su scala cittadina. Secondo i dati forniti dal
Comune ed elaborati dall'Iprs, il numero degli stranieri regolarmente residenti
nella città è molto cresciuto dal dicembre 1998 fino alla fine
del 2002. In questi quattro anni le dieci cittadinanze di Roma più
numerose non appartenenti alla comunità europea (Filippine, Romania,
Polonia, Perù, Egitto, Bangladesh, Cina, Sri Lanka, India, Jugoslavia)
registrano altissime percentuali di incremento dovute anche al notevole aumento
dei minori. In questo periodo si è passati dai 16.485 ai 24.800
cittadini/e filippini, dai 3.536 agli 11.844 cittadini/e rumeni, dai 6.003 agli
8.959 cittadini/e polacchi, dai 5.468 agli 8.106 cittadini/e peruviani, dai
5.692 agli 8.078 cittadini/e egiziani. La presenza dei migranti nel Comune di
Roma è dunque un elemento non transitorio che richiede un'attenta
analisi, visto anche l'obiettivo ultimo dell'osservatorio sulla
discriminazione: creare un paradigma della cittadinanza attivando processi di
ricerca-azione-formazione che inneschino trasformazioni destinate a colmare i
ritardi dell'adeguamento culturale nei confronti di fenomeni che mutano
velocemente. Infatti lo scambio di esperienze a livello europeo, permesso dalla
presentazione dell'osservatorio, ha dimostrato la necessità di una
lettura puntuale e aggiornata vista la continua evoluzione del processo
migratorio nel continente. Un altro membro del comitato scientifico, Joan
Subirats (facoltà di scienze politiche e sociologia, università
autonoma di Barcellona) ha raccontato che nella sua città i migranti
sono passati dal 2 per cento del 1996 all'11 per cento di quest'anno. L'aumento
ha reso più evidenti i vari tipi di discriminazione nei confronti degli
stranieri e non solo sul versante dei salari ma anche su quello del diritto
alla casa, tant'è che attualmente si dibatte sulla possibilità
che il Comune di Barcellona assuma il ruolo di garante dell'affitto per i
cittadini non spagnoli.
Altre informazioni: presso il Comune di Roma (06 68307278,
f.coen@comune.roma.it) o l’Istituto psicoanalitico per le ricerche
sociali (www.iprs.it).
3. RIFUGIATI – A Modena da tutto il
mondo per la giornata mondiale. Al centro stranieri hanno ''bussato'' in 136 (Redattore Sociale)
MODENA, 17 giugno – "Sono coloro che il ministro Bossi vorrebbe
accogliere con i cannoni. Ma il problema è che in Italia, a differenza
degli altri Paesi europei, manca una disciplina organica di tutela attraverso
procedure certe, organismi competenti, chiarezza sui diritti e i doveri".
Parole di Alberto Caldana, assessore ai Servizi sociali del Comune di Modena:
in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, in calendario il 20 giugno,
è tempo di bilancio sulla situazione locale in merito a chi è
costretto a fuggire dal proprio Paese da guerre e dittature, calamità
naturali, intolleranza razziale, religiosa, etnica o politica. A Modena, sono
arrivati dalla Liberia e dal Congo, dall’Angola e dalla Sierra Leone,
dalla Nigeria e dalla Turchia, dall’Afghanistan e dall’Iraq.
L’osservatorio privilegiato è il Centro stranieri, dove
nell’ultimo anno hanno “bussato” 136 persone, 85 delle quali
attualmente accolte e sostenute (32 singoli e 11 nuclei familiari composti
complessivamente da 53 persone, tra cui 29 minori). E’ dal 1998 che
Modena ha messo in campo un’attività specifica per richiedenti
asilo, rifugiati, titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari; dal
2001, la città aderisce con iniziative di accoglienza e assistenza anche
al Programma nazionale promosso da ministero dell’Interno, Acnur e Anci.
L’obiettivo? Garantire accoglienza, sostegno e assistenza a chi fa
richiesta per avere lo status di rifugiato, sia nel periodo – lungo
– di attesa del riconoscimento, sia successivamente, per chi ha ottenuto
lo status o un permesso per motivi umanitari. Gli operatori affiancano persone
e famiglie per aiutarle a orientarsi in città, con forme di sostegno in
collaborazione con la rete dei servizi, le associazioni e le organizzazioni del
territorio, in particolare “Milinda” e “Porta Aperta”.
Un operatore, disponibile negli orari di apertura al pubblico del Centro
stranieri (martedì dalle 9 alle 12.30, giovedì dalle 9 alle 13 e
dalle 14 alle 18.30), e su appuntamento anche in altri orari, dà informazioni
sui servizi e sulle opportunità del territorio e sui diritti e i doveri
dei richiedenti asilo. Il Comune offre, inoltre, sostegno per il disbrigo delle
pratiche e per ottenere i vari documenti: permesso di soggiorno, iscrizione al
Servizio sanitario nazionale, codice fiscale, libretto di lavoro, residenza,
carta di identità. Le persone vengono ospitate in appartamenti e,
poiché la legge non consente attività lavorative fino al
riconoscimento dello status di rifugiato, ricevono un contributo di 50 euro la
settimana (per le famiglie la cifra è in relazione alle dimensioni e
alla composizione del nucleo). Il Centro stranieri offre, infine, sostegno
nella scelta del medico di base o del pediatra e indirizza le persone alle
strutture sanitarie per le prime cure o vaccinazioni; si occupa
dell’inserimento dei bambini nelle scuole dell’obbligo e nelle
scuole dell’infanzia, e degli adulti nei corsi di italiano, di formazione
professionale o nei corsi appositi per ottenere il diploma di scuola media. Chi
ha già ottenuto lo status viene aiutato nella ricerca di un lavoro e di
un alloggio (50 persone nell’ultimo anno e mezzo). Negli ultimi mesi, a
Modena sono arrivati diversi cittadini provenienti dalla Liberia (8 adulti e un
bambino nato proprio in questi giorni), dal Congo, dal Togo, dall’Angola,
dalla Sierra Leone, dalla Nigeria, dove sono in corso scontri tra
comunità religiose, e dalla Turchia, dall’Afghanistan e
dall’Iraq. “Si tratta di persone che non hanno scelto quando partire
né il momento migliore per farlo, spesso sono fuggiti lasciando le
famiglie o quel che ne è rimasto, abbandonando tutto ciò che
avevano – dice l’assessore ai Servizi sociali del Comune, Alberto
Caldana – . Sono coloro che il ministro Bossi vorrebbe accogliere con i
cannoni, la marina militare e, perché no, l’esercito. Ma il
problema è che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, manca
una disciplina organica di tutela attraverso procedure certe, organismi
competenti, chiarezza sui diritti e i doveri”.
4. DIRITTI – A Torino si dibatte del
trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa e negli Stati Uniti (Redattore Sociale)
TORINO, 17 giugno - Dal 19 al 21 giugno si tiene a Torino il convegno dal
titolo: "Il trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa e
negli Stati Uniti". Il convegno è organizzato da Fieri, Forum
internazionale ed europeo si ricerca sull'immigrazione, il cui presidente
è Giovanna Zincone, docente di sociologia politica all'Università
di Torino. Tre giorni di convegno che vedranno susseguirsi interventi
istituzionali, come quello del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu e del
sindaco di Torino Sergio Chiamparino, e contributi di studiosi ed esperti del
settore provenienti da Paesi occidentali con minoranze islamiche come Stati
uniti, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Regno Unito, Svezia, Austria,
Romania, Spagna, Grecia, Portogallo e ovviamente, Italia. "È
interessante notare come Paesi con una radicata tradizione liberale a volte,
proprio nel caso dell'Islam, abbiano atteggiamenti diversi - spiega il
presidente di Fieri, Giovanna Zincone -; ad esempio la Francia: ha istituito un
Consiglio di rappresentanza islamica e dice alle sue cittadine musulmane
addirittura come va portato il foulard, mentre sulla carta è una nazione
che promuove rigorosamente la separazione tra Stato e Religione. Interventi
negli affari religiosi come questo non sembrano neutrali, dal momento che, se
si è proibito a studentesse islamiche di portare il velo, non lo si
è fatto nei confronti di ebrei e cristiani per altri simboli
religiosi". "L'Italia da parte sua ha un'atteggiamento giuridico
abbastanza liberale nei confronti dell'Islam -continua Zincone -: ad esempio,
da noi una circolare del ministero dell'Interno equipara il foulard islamico al
velo delle suore, permettendone l'uso nelle foto dei documenti
d'Identità. Quello che è invece un vero errore in Italia, sono le
'proclamazioni pubbliche': come le minacce di coprire di letame il terreno su
cui dovrà essere eretta una moschea... Si tratta di dichiarazioni 'abbaiate'
che hanno un pessimo effetto sull'opinione pubblica". Il convegno si
terrà nel "Centro Congressi Torino Incontra" Sala Einaudi, via
San Francesco da Paola 28 - Torino. Per informazioni e programma: www.fieri.it.
5. PISANU: non sono un ministro di polizia (ANSA) - ROMA, 17 GIU
- "Io sono il ministro dei diritti civili, non un ministro di
polizia". Beppe Pisanu risponde con orgoglio alle polemiche e alle
'cannonate' dei giorni scorsi e dalle colonne della STAMPA spiega: "Il
problema dell'immigrazione è epocale e non si risolverà fino a
quando ci saranno paesi che producono molta ricchezza e pochi figli e paesi che
hanno molti figli e poca ricchezza. Né l'attuale legge, né i
decreti attuativi (che verranno approvati dal prossimo Consiglio dei ministri)
potranno costituire una soluzione esauriente. E tantomeno lo sarà
ridurre il nodo dei clandestini a questione di ordine pubblico". Il
responsabile, dopo aver precisato che occorre sintonizzare a livello europeo le
politiche nazionali, dice: "Parliamo pure di immigrazione nella verifica e
magari in una sessione parlamentare. Così se ne potrà discutere
consapevolmente, fuori da strumentalizzazioni e dispute da osteria".
Pisanu passa poi a fare un bilancio della Bossi-Fini: "E' largamente
positivo. Si consideri l'emersione del lavoro nero di centinaia di migliaia di
extracomunitari già inseriti nel mondo del lavoro". E ribadisce:
"Bastano i conti della serva per capire che la Bossi-Fini sta funzionando
bene. In ogni caso capisco le critiche che vengono dall'opposizione, mentre
quelle della maggioranza me le devono ancora spiegare".
6. IMMIGRAZIONE: nuovo sbarco a Lampedusa,
arrivano in 137 diversi clandestini provati dal viaggio sono stati ricoverati (ANSA) - LAMPEDUSA
(AGRIGENTO), 17 GIU - Nuovo sbarco di immigrati clandestini questa mattina a
Lampedusa. Un' imbarcazione di 15 metri, con a bordo 137 nord africani,
compresi una decina tra donne e bambini, è stata intercettata e bloccata
dalla guardia di finanza a due miglia a sud delle coste dell' isola. Per alcuni
di loro, fortemente provati dal viaggio soprattutto per il caldo e la mancanza
d' acqua da bere, si è reso necessario il ricovero in ospedale. I
militari delle fiamme gialle del reparto operativo aeronavale di Palermo
intanto hanno arrestato anche i due presunti scafisti che, dopo l'
identificazione, saranno trasferiti in carcere. L' intervento della guardia di
finanza anticipa i tempi di attuazione del programma del Viminale per
combattere l' immigrazione clandestina.
7. IMMIGRAZIONE: naufragio; recuperate 11
salme ANSA) - ROMA, 17 GIU - Sono 11 le salme recuperate finora a circa 38 miglia
a sud di Lampedusa, in seguito all' allarme lanciato la scorsa notte dal
pescherecchio Almahdia che aveva tratto in salvo tre naufraghi. Nella zona
stanno operando la nave Perseo della Marina Militare, due motovedette del
Comando delle Capitanerie di Porto, un aereo Atr 42 della Guardia Costiera ed
unità navali tunisine.
8. IMMIGRAZIONE: Sinisi (DL), e' piena
emergenza (ANSA) - ROMA, 17 GIU - "Siamo di fronte ad un'emergenza umanitaria,
sanitaria, politica e di sicurezza sociale che non ammette più che si
affronti questo dramma solo con proclami da osteria": lo afferma, in una
dichiarazione, l' on. Giannicola Sinisi, della Margherita. "La sospetta
meningite della bambina di tre anni sbarcata oggi a Lampedusa, il conseguente
stato di isolamento in cui sono stati messi sanitari, cittadini e forze dell'
ordine, richiama il governo alle proprie inequivocabili responsabilità:
eppure - dice Sinisi - il ministro leghista torna oggi, dalle pagine della
Padania, a perorare la causa del 'cannone che sveglia i dormienti', mentre
Angela Maraventano, segretario della Lega di Lampedusa, chiede di 'ammazzare
tutti i clandestini che arrivano sulla mia isola'. Ci troviamo di fronte ad un
esecutivo sull' orlo di una crisi di governo, a sbarchi continui, in un clima
nel quale la sicurezza dei cittadini è a serio rischio. Il governo deve
dimostrarci con fatti concreti che questa materia, dopo il drammatico
fallimento della Bossi-Fini, non è diventata monopolio della Lega e di
tutti i suoi estremisti di complemento".
9. NOMADI – La disoccupazione riguarda
il 90% dei rom. Dopo i mercati, a Roma arriva anche il primo negozio (Redattore Sociale)
ROMA, 17 giugno – "Non può esserci prevenzione della
tossicodipendenza e dello spaccio di droga nei campi nomadi se non
c’è offerta di lavoro”. Il dramma della disoccupazione,
infatti, raggiunge anche il 90% tra i rom. A sottolinearlo è Massimo
Converso, presidente dell’Opera Nomadi, intervenuto all’incontro su
“Tossicodipendenza e zingari” coordinato in Campidoglio da Germana
Cesarano, della cooperativa Magliana 80, insieme all’Agenzia comunale per
le tossicodipendenze. In questi giorni si stanno aprendo a Roma nuove possibilità
lavorative per i nomadi: infatti un mercato rom è stato inaugurato nei
giorni scorsi all’Eur, nei pressi della fermata della Metro B (alla
presenza di bosniaci, serbi e montenegrini) e riaprirà anche il mercato
di San Basilio. Nel V Municipio, inoltre, sarà inaugurato il primo
negozio rom della città, a cui sarà annesso un laboratorio di
maglieria e sartoria dove lavoreranno alcune ragazze. “A Reggio Calabria
funziona da 2 anni e mezzo un progetto di riciclaggio del ferro – ha
riferito il presidente dell’Opera Nomadi – mentre a Roma non
riusciamo a farlo decollare”. Il problema della droga nei campi nomadi
risale agli anni Ottanta, quando fu demolito il Mandrione, che era il quartiere
dei rom provenienti dalla Ciociaria; il primo ragazzo a morire di eroina
– ricorda Converso – fu Giorgetto De Rosa, stroncato il 15 agosto
1984 a Spinaceto. Nella capitale le prime comunità rom che hanno
conosciuto la droga sono state quelle serbe e bosniache. Nel frattempo i rumeni
aumentano, “rimanendo però un’entità staccata;
occupano gli spazi dei rom bosniaci che chiedono l’elemosina. Per loro la
scolarizzazione non funziona”, ha osservato Converso, puntando il dito
contro “la graduatoria presente al Ministero dell’Interno per
classificare i ‘criminali zingari’: perché fare una lista a
parte? I criminali sono tali e basta”. “Intendiamo far ripartire
gli interventi nei campi nomadi – ha assicurato Ignazio Marcozzi Rozzi,
presidente dell’Agenzia comunale tossicodipendenze -. Molti contattano
luoghi di aiuto dopo 3-5 anni dal primo buco; tra i rom questa distanza
è motivata anche da ragioni culturali, dal timore e dalla
vergogna”. Anche Marcozzi sostiene che “con le politiche del lavoro
si fa sia prevenzione che recupero”. Più che un attacco alla
“riduzione del danno”, Giulia Rodano, vicepresidente Commissione
Sanità della Regione Lazio, individua nelle politiche sanitarie
“un’indifferenza sostanziale e una paralisi su questi problemi. Ci
scontriamo con un’inerzia burocratica e amministrativa, mentre sappiamo
quanto è importante un contatto precoce con il tossicodipendente,
specialmente intervenendo su chi è più lontano dai servizi, non
solo con gli eroinomani di lunga data. Dobbiamo avvicinare il fronte delle
nuove droghe, i clandestini, chi si vergogna, attraverso l’‘offerta
attiva’, cioè andandoli a cercare senza attendere che siano loro a
farlo”.
All’incontro in Campidoglio sono intervenuti anche, tra gli altri,
l’assessore alle politiche sociali e sanitarie del Comune, Raffaela
Milano, e due rappresentanti delle comunità rom: Guerino Casamonica,
della cooperativa sociale Phralipé, e Kasim Cizmic, presidente di
“Unirsi”.
10. IMMIGRAZIONE - La casa, ancora un miraggio
per gli stranieri in Italia. Le esperienze positive in quattro territori dove
l'emergenza è più forte. Il caso di Vicenza (Redattore Sociale)
VICENZA, 17 giugno - Trovare casa in Italia per un cittadino straniero continua
a essere un problema. Spesso mancano i centri di prima e seconda accoglienza e
i datori di lavoro raramente si fanno carico di risolvere questo problema per i
propri dipendenti. L’iniziativa pubblica latita e anche fra i privati
sono pochi i proprietari di immobili disponibili a darli in locazione a
immigrati.
Eppure esistono in Italia esperienze, soprattutto negli ambiti del terzo
settore e pubblico, che tentano risposte, anche molto differenziate. In Veneto
ad esempio da qualche anno sono in atto esperienze di accompagnamento
all’acquisto, mentre in Toscana esiste un maggiore monitoraggio e si
opera soprattutto per favorire l’affitto. Con una modalità ancora
diversa il modello bresciano, sul quale è impegnato il comune, prevede
infine attività a 360 gradi in tutte le direzioni.
Vicenza e Treviso sono due delle province venete più attive.
L’inverno scorso il ricovero invernale d’emergenza della Caritas
vicentina ha ospitato più di 300 stranieri, il più delle volte
con un lavoro ma senza un tetto. Partendo dalla constatazione che ormai non
sono pochi gli immigrati residenti da anni che si sentono in grado di tentare
l’acquisto di un alloggio, la Caritas ha avviato da alcuni mesi
l’Agenzia Sociale per la Casa, in collaborazione con cooperative sociali,
ulss, associazioni di volontariato e di categoria. “La scelta di comprare
casa apre le porte all’integrazione – spiega Alberto Bordignon,
della Commissione Immigrazione della Caritas diocesana vicentina –: rende
gli inserimenti sociali nel territorio più rapidi, stabili, riusciti e
motivati”. I due sportelli già attivi, uno a Vicenza e uno a Schio
(altri sono partiti da pochi giorni), in pochi mesi hanno avuto 150
“contatti”. Di questi con : con 67 di questi si è avviato un
vero e proprio percorso di accompagnamento sociale all’acquisto, a volte
conclusosi però con l’invito a posticipare nel tempo
l’operazione, mentre in una decina di casi si è giunti alla
compravendita vera e propria. Concretamente attraverso gli sportelli
dell’Agenzia i cittadini stranieri possono assumere informazioni sulla
ricerca dell'alloggio, sugli strumenti e le modalità dell'acquisto,
sulla formulazione di preventivi, sulla valutazione dell'immobile, sui servizi
di credito e sulle modalità per una corretta gestione della casa.
E’ stato realizzato anche un corso di formazione per immigrati diventati
a loro volta punti di riferimento per i connazionali, nonché momenti
d’incontro con le associazioni di immigrati e gli assessorati competenti
dei comuni vicentini. “Allo sportello di Vicenza – racconta Chiara
Zoccante, una delle operatrici – si sono ad esempio risolti tre casi
difficili: tre famiglie straniere sfrattate e con bimbi piccoli”.
11. Bossi-Fini: pronto il decreto
anti-sbarchi. Bufera nella maggioranza per il ritardo dei regolamenti
d'attuazione (Stranieri in Italia) ROMA, 16 giugno - Compiti distinti per Marina Militare,
Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, e un'unica cabina di regia per contrastare
gli sbarchi di clandestini. È pronto e sarà approvato nel
consiglio dei Ministri di venerdì prossimo il primo decreto attuativo
della Bossi-Fini. Il provvedimento divide il mare in zone di competenza per le
diverse forze di Polizia, in modo da evitare sovrapposizioni. La Marina
Militare pattuglierà le acque internazionali monitorando gli spostamenti
delle carrette del mare, le Fiamme Gialle avranno compiti investigativi e
poteri ispettivi nelle acque territoriali, mentre alla Capitaneria di Porto
saranno affidati salvataggi e assistenza. Le forze in campo saranno coordinate
dal Viminale attraverso la Direzione centrale dell'immigrazione, che
avrà inoltre il compito di analizzare tutte le informazioni raccolte.
Perfezionato sabato scorso durante un vertice al Viminale, il decreto arriva
mentre gli sbarchi in Sicilia hanno scatenato l'ennesima polemica all'interno
della Casa delle Libertà. Di fronte al ritardo dei decreti d'attuazione,
i leghisti accusano i colleghi al governo di boicottaggio, arrivando a
chiedere, per bocca del vicepresidente del senato Calderoli, la testa del
ministro dell'Interno. L' aut aut di Bossi è durissimo. In un'intervista
al Corriere della Sera ha dichiarato: "O venerdì il ministro
dell'Interno arriva in Consiglio dei ministri con i regolamenti di attuazione
della legge sull'immigrazione più che convincenti oppure va tutto a
carte quarantotto. Il senatùr è ancora più esplicito su
quelle che secondo lui dovrebbero essere le regole d'ingaggio della Marina
Militare: "Io voglio sentire il rombo dei cannoni". E perché
nessuno pensi che stia parlando per metafore, il leader della Lega entra nei
particolari: "al secondo o al terzo ammonimento - spiega - , pum..., parte
il cannone. Senza tanti giri di parole. Il cannone che abbatte chiunque.
Altrimenti non la finiamo più".
12. IMMIGRAZIONE: Bossi, cacciare clandestini
con la forza intervista al corriere della sera (ANSA) - ROMA, 16 GIU -
"O venerdì il ministro dell'Interno arriva in Consiglio dei
ministri con i regolamenti di attuazione della legge sull'immigrazione
più che convincenti oppure va tutto a carte quarantotto. Attenzione, non
regolamenti qualsiasi. No. Io voglio sentire il rombo dei cannoni". In una
intervista al CORRIERE DELLA SERA, il ministro delle Riforme Umberto Bossi
ribadisce la sua posizione sulle misure per arginare il fenomeno
dell'immigrazione clandestina. "Inutile perdere tempo con le prese in giro
- dice -. Ci sono due modi di applicare una legge approvata un anno fa. O si
dice in modo generico, come qualcuno vorrebbe, che le nostre navi affronteranno
le imbarcazioni di clandestini e che si limiteranno a caricare donne e bambini.
Oppure, e così deve essere, si scrive nero su bianco che va usata la
forza". E su questo punto, Bossi è esplicito: "Al secondo o al
terzo ammonimento, pum..., parte il cannone. Senza tanti giri di parole. Il
cannone che abbatte chiunque. Altrimenti non la finiamo più".
Insomma, per il leader del Carroccio "O con le buone o con le cattive i
clandestini vanno cacciati. Entra solo chi ha un contratto di lavoro. Gli altri
fuori. C'é un momento in cui occorre usare la forza". E avverte la
maggioranza: "E' questo il regolamento giusto per attuare la legge.
Venerdì o sento il rombo dei cannoni o saluto".
13. IMMIGRAZIONE: Bossi, intervista non
rispecchia mio pensiero (ANSA) - MILANO, 16 GIU - "Il contenuto
dell'intervista pubblicata stamattina sul Corriere della Sera con il titolo
'Cannonate per fermare i clandestini', non rispecchia assolutamente il mio
pensiero e nemmeno il senso delle mie risposte in quello che è stato un
breve scambio di due sole battute": lo afferma il ministro Umberto Bossi
in una nota diffusa dall' ufficio stampa del ministero per le Riforme
Istituzionali. "E' veramente curioso e singolare che da una così
veloce telefonata di domenica sera - prosegue la nota - sia stata tirata fuori
una così lunga intervista infiocchettata con la 'poesia'
dell'articolista...".'In realtà - prosegue Bossi - quello che penso
in merito a come trattare il grosso fenomeno dell'immigrazione clandestina e
delle carrette del mare è identico a quello che sostiene il Trattato di
Palermo, non ancora firmato dal nostro governo così come invece hanno
fatto tanti altri Paesi". "Questo Trattato - prosegue il ministro per
le Riforme - equipara il trasporto di clandestini al trasporto di schiavi, per
cui l'eventuale abbordaggio della Marina su questi navi non é
considerato atto di pirateria, come invece accade adesso in virtù
dell'accordo internazionale di Montego Bay. Comunque pensiamo a quanto avviene
negli Stati Uniti dove chi cerca di commettere il reato di clandestinità
viene fermato senza tanti piagnistei". Speriamo - conclude il ministro -
che l'articolista, nella sua prossima intervista, "scriva le mie risposte
in maniera più intelleggibile in maniera che anch'io possa riconoscermi
in quello che mi viene attribuito".
14. IMMIGRAZIONE: Bertinotti, Governo
'rimuova' Bossi diversamente Parlamento prenda iniziative (ANSA) - ROMA, 16 GIU
- Il segretario del Prc, Fausto Bertinotti, critica aspramente le dichiarazioni
sull' immigrazione del leader della Lega, Umberto Bossi, pubblicate oggi dal
Corriere della sera. In una conferenza stampa sull' esito del referendum,
Bertinotti sostiene che "tocca al Governo affrontare un vulnus così
grave che riguarda la sua fisionomia. Non escludo iniziative anche in
parlamento, che dovranno essere efficaci, ma non voglio togliere l' incombenza
al Governo". "Penso - osserva - che una formula come quella usata dal
ministro Bossi sia incompatibile con la carica di ministro della Repubblica
italiana. O c' è un atto da parte sua di esplicita sottomissione alla
Costituzione, il che vuol dire che si reca dal presidente della Repubblica, gli
chiede scusa, denuncia l' intervista e chiede che essa venga rimossa, oppure
Bossi o chi di competenza deve trarre delle conseguenze". Il segretario
del Prc rileva inoltre che la parziale smentita delle sue dichiarazioni
intervenuta in mattinata da parte Bossi "fa parte della sua ordinaria
tattica: prima Bossi dice quello che vuol far sapere ai suoi. Quando il
messaggio è passato, fa un' operazione mimetica e di maquillage per
rendersi accettabile dalla maggioranza. E' una manovra - ribadisce - reiterata
e di estrema pericolosità". E aggiunge: "Anche se Bossi
ritrattasse quello che ha detto, resterebbe l' inquinamento tragico nella
società di un invito a non considerare umani gli immigrati. Contro di
ciò dovrebbe esserci una mobilitazione delle coscienze. Uno che sta al
governo - osserva - non può proporre di bombardare popolazioni inermi in
un paese che si dice cattolico. Non dico un tribunale, ma la società
civile e gli intellettuali dovrebbero chiamare ad un processo Bossi
perché vengano bandite culture e politiche come questa".
15. IMMIGRAZIONE: Calvisi (DS), non e'
consentito buttarli a mare (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "La Convenzione di Palermo
protegge gli immigrati e non consente di buttarli a mare". Lo dichiara
Giulio Calvisi, responsabile immigrazione della Direzione Ds, in risposta alle
affermazioni del ministro per le Riforme Istituzionali, Umberto Bossi secondo
il quale, continua l'esponente diessino, "ci sarebbe una norma di diritto
internazionale (pare in un non ben precisato Trattato di Palermo non ancora
entrato in vigore) che autorizzerebbe la Marina Militare a fare cose contro
l'immigrazione clandestina nelle acque internazionali che, oggi, invece
sarebbero proibite, pena l'accusa di pirateria internazionale, ai sensi della
Convenzione di Montego Bay: la legge più importante che attualmente
regola il diritto internazionale della navigazione". "Probabilmente
Bossi - spiega Calvisi - si riferisce alla Convenzione delle Nazioni Unite
contro il crimine organizzato transnazionale e ai protocolli contro la tratta
di donne e bambini e contro il traffico di clandestini, firmati a Palermo nel dicembre
2000. Se così fosse, siamo di fronte al solito imbroglio e al tentativo
di utilizzare in modo maldestro norme internazionali nate per tutelare
interessi e situazioni giuridiche esattamente opposte a quelle che vuole
tutelare il ministro per le Riforme Istituzionali". "E' vero che in
quei protocolli si dice che il trasporto per mare degli immigrati clandestini
è un fatto criminale - precisa l'esponente dei Ds - e dunque
perseguibile anche in acque internazionali. Ma è soprattutto vero che
tali norme hanno lo scopo di proteggere le persone che sono vittime di
trafficanti senza scrupolo, e non per accontentare i razzisti e i cinici come
Bossi che vorrebbero buttarli a mare". La possibilità di
intervenire, insiste Calvisi "é stata contemplata a protezione
delle vittime della tratta e non per procedere ad operazioni di respingimento
delle imbarcazioni con a bordo migranti clandestini o addirittura per rendere
lecito, come vorrebbe Bossi, l'utilizzo delle armi. Tali operazioni conclude -
erano vietate da Montego Bay e vietate restano dalla Convenzione di
Palermo".
16. IMMIGRAZIONE: Rizzo a Bossi, Italia non e'
popolo assassini (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "Per fortuna l' Italia non
è un popolo di assassini, come invece vorrebbe trasformalo il leader
della cosiddetta Padania". Lo afferma il capogruppo del Pdci alla Camera,
Marco Rizzo, commentando l' intervista del 'Corriere della Sera' al segretario
della Lega Nord, Umberto Bossi, riguardo al problema dell' immigrazione.
"Le parole di Bossi - aggiunge - si commentano da sole".
17. IMMIGRAZIONE: Giovanardi, spero Bossi
abbia fatto battuta... siamo all'autolesionismo, certi limiti non superabili (ANSA) - ROMA, 16 GIU
- "Spero si sia trattato solo di una battuta". Lo afferma il ministro
per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, commentando l'intervista al
Corriere della Sera del leader della Lega Umberto Bossi sugli immigrati.
"Bossi - osserva - dice che vuol sentire il rombo del cannone, io gli
rispondo che non voglio sentire né le sirene dei carabinieri che vengono
ad arrestare qualche comandante che non lo farebbe mai ma nel caso gli venisse
in mente di sparare sugli immigrati, né le sirene dell'ambulanza con gli
infermieri che, visto il caldo di questi giorni, possono pensare che certe
dichiarazioni siano il frutto della temperatura". "Certi limiti non
si possono superare", ribadisce Giovanardi a Radio Radicale, e aggiunge:
"quando dovesse risultare che seriamente qualcuno pensa di sparare su
donne e bambini, allora è chiaro che il dialogo si interrompe il dialogo
e che siamo su due pianeti diversi, ci sarebbe assoluta
incomunicabilità". Spero - osserva Giovanardi - che ancora una
volta si sia trattato di una battuta. Siamo all'autolesionismo, Bossi dimentica
che stiamo portando alla legalità settecentomila persone che prima
lavoravano in nero e che stavano in Italia da clandestini". "Se
qualche forza politica - spiega ancora il ministro per i Rapporti con il
Parlamento - viene a raccontare o promette che nei prossimi anni in Italia non
ci saranno sbarchi di clandestini la cosa è semplicemente umoristica. La
legge Bossi Fini ha regolato con serietà e severità il fenomeno
dell'immigrazione, ma non si è mai sognata di scrivere follie come
quella di sparare addosso a delle donne e dei bambini, a delle persone innocenti,
come storicamente nessuno si è mai sognato di sparare addosso ai 50
milioni di italiani che sono emigrati in ogni parte del mondo. Qualche volta
è successo che purtroppo anche la storia della nostra emigrazione
è stata costellata da episodi dolorosi". Giovanardi poi sottolinea
che Bossi "sbaglia ad attaccare i cattolici". "Qualche volta -
rileva - anche io, vedendo qualche talebano del mondo cattolico, ho qualche
momento di irritazione, ma non bisogna confondere qualche Don Vitaliano della
Sala o qualche padre Zanotelli col mondo cattolico e le organizzazioni di
volontariato e di assistenza. Massima gratitudine per tutte quelle
organizzazioni che lavorano sul territorio per dare risposte concrete. La legge
dello Stato - conclude - può e deve essere fatta rispettare. In questo
stato se non ci fosse la supplenza delle attività di volontariato e
caritatevoli del mondo cattolico e laico ciò non sarebbe
possibile".
18. IMMIGRAZIONE: Mantovano, soluzione con
tutti i paesi UE intervista a Repubblica, Stampa e quotidiano nazionale (ANSA) - ROMA, 16 GIU
- "Il Viminale è quanto mai impegnato a inserire le nuove norme in
un contesto più ampio, a livello europeo, affinché i costi della
lotta alla clandestinità vengano distribuiti tra tutti i Paesi Ue".
In una intervista alla STAMPA, il sottosegretario all'Interno, Alfredo
Mantovano, difende il suo dicastero dalle accuse della Lega. "I dati
parlano chiaro - obietta -: le rotte per Puglia e Calabria sono state azzerate,
resta il solo fronte caldo del canale di Sicilia. Capisco l'impatto emotivo
delle immagini in tv, ma non bisogna perdere di vista il quadro generale".
"E' inaccettabile - dice in una intervista sugli stessi temi a REPUBBLICA
- che la Lega attacchi il Ministero dell'Interno. Il Viminale ha fatto quello
che doveva per la legge Bossi-Fini. A dicembre 2002 eravamo già pronti
con il capitolo del contrasto in mare. Altrettanto, mi pare, non si possa dire
di altri Ministeri come le Finanze e il Welfare. Non vorrei - aggiunge - che
tutto questo sia lo strumento di Bossi per arrivare ad altro, in sede di
verifica di governo". Infine, in una intervista al QUOTIDIANO NAZIONALE,
Mantovano sostiene che "uno degli strumenti per combattere la
clandestinità è anche quello di governare l'immigrazione
regolare: servono - dice - quote adeguate, con un occhio di riguardo per i
Paesi con i quali c'é una buona collaborazione".
19. IMMIGRAZIONE:amm.sicurezza,regia unica per
blindare coste intervista al messaggero (ANSA) - ROMA, 16 GIU -
"Ci sarà finalmente una regia unica per proteggere le coste
italiane dall'immigrazione clandestina". A sottolinearlo, in una
intervista al MESSAGGERO, é il comandante generale delle Capitanerie di
Porto, ammiraglio Eugenio Sicurezza. "Il decreto - spiega - assegna la
regia al Viminale e fissa un'intesa particolare tra Marina, Direzione generale
dell'Immigrazione, Guardia di Finanza e Capitanerie di Porto. Prima - aggiunge
- ci si parlava in maniera episodica. Ma ora sarà diverso, in quanto il
flusso di informazioni è ora fissato da una norma di legge". Per il
comandante delle Capitanerie di Porto, comunque, l'unico "vero deterrente
è l'arresto degli scafisti". E, in relazione alle parole di Bossi,
assicura: "l'uso delle armi resta vietato dal diritto internazionale.
Salvare vite umane continuerà ad essere una priorità, non come in
Grecia e Spagna". "In alto mare - spiega l'ammiraglio Sicurezza - la
Marina continuerà a seguire la Convenzione di Montego Bay che non
considerà l'immigrazione clandestina tra le attività
perseguibili. Ciò significa che le unità della Marina possono
solo fare quella che si chiama 'inchiesta di bandiera', ovvero interrogare la
nave e seguirla, mai respingerla o usare le armi. Una volta nelle nostre acque
territoriali, invece, l'imbarcazione può essere sequestrata e gli
scafisti arrestati".
20. IMMIGRAZIONE - A Lucca scrittori migranti
tra i più rappresentativi che scrivono in lingua italiana (Redattore Sociale)
LUCCA,
16 giugno – Helena Paraskeva, Barbara Serdakowski, Tahar Lamri, Brenda
Porster, Egidio Molinas. Sono alcuni degli autori tra più
rappresentativi, fra quelli che scrivono oggi in lingua italiana, che saranno
presenti al III Seminario italiano degli Scrittori migranti, che si svolge dal
1° al 4 luglio 2003 a Lucca. Dopo il successo delle precedenti edizione,
l’iniziativa promossa e organizzata dall'Associazione Sagarana, di cui
è direttore lo scrittore brasiliano Julio Monteiro Martins, è
aperta a tutti coloro che sono interessati all'argomento (scrittori,
giornalisti, studenti e alla cittadinanza intera). Gli incontri si svolgono
dalle ore 10,30 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,30 presso il Teatrino del
Centro Storico (via S.Andrea, 33) a Lucca. L’ingresso è gratuito.
”A distanza di un anno dal II° Seminario Italiano degli Scrittori
Migranti, l'interesse attorno alla letteratura della migrazione è
cresciuto enormemente: incontri, seminari, festivals, letture, premi,
trasmissioni televisive e radiofoniche, rubriche e nuove testate
giornalistiche, iniziative editoriali. – spiegano i promotori - È
dunque il momento di riprendere il discorso in maniera seria ed articolata,
grazie al contributo degli stessi scrittori migranti e della loro opera, per
riaffrontare criticamente tematiche fondamentali, prima fra tutte quella
dell'uso della lingua, e nuove esigenze, ed accompagnare consapevolmente un
percorso culturale che è già parte del presente della nostra
storia letteraria”.
21. FRATTINI: chiederemo piu' fondi ue per
immigrazione (AGI) - Roma, 14 giu. - Come futuro presidente di turno dell'Unione
Europea l'Italia si impegnera' per "ottenere piu' fondi" per
contrastare l'immigrazione clandestina. Lo ha detto,nei giorni scorsi, il
ministro degli Esteri Franco Frattini. I 140 milioni di euro stanziati dalla Ue
per il prossimo triennio per Frattini sono "insufficienti vista l'ampiezza
della sfida". Il responsabile della Farnesina ha detto che la Commissione,
proprio su sollecitazione di una proposta italiana, ha trasmesso qualche giorno
fa un rapporto nel quale viene fornita una panoramica delle risorse finanziarie
in dotazione ai Quindici per contrastare i flussi illegali. Si tratta di un
importante capitolo affinche' il tema dell'immigrazione possa diventare un
"dossier europeo e non piu' una questione delegata alla buona volonta' dei
singoli Stati". Franco Frattini si e' soffermato sulla necessita' di una
politica comune anche in materia di rimpatri. Il nostro Paese si sta impegnando
per la creazione, condivisa anche da altri Paesi, tra i quali la Gran Bretagna,
di un "fondo europeo per i rimpatri che non penalizzi il dato geografico
nei Paesi piu' esposti". Al prossimo Consiglio di Salonicco, che segnera'
il passaggio del testimone alla guida semestrale della presidenza dalla Grecia
all'Italia, sul tavolo sara' anche portato il tema della gestione delle frontiere.
L'Italia ritiene indispensabile che la gestione "vada integrata a livello
europeo".
22. PISANU: lavoriamo per un islam italiano (AGI) - Venezia, 14
giu. - Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, nei giorni scorsi a Venezia,
e' tornato sulla questione che riguarda la presenza di moschee e predicatori
islamici nel nostro paese. Il ministro ha detto che aldila' delle polemiche, si
sta lavorando per la creazione di un islam italiano. "Non ho lanciato
minacce a nessuno - ha detto Pisanu riferendosi alle sue dichiarazioni di ieri
- ho semplicemente richiamato tutti al dovere di rispettare rigorosamente le
leggi dello stato italiano". Alla domanda se per caso il ministro ritenga
che ci siano degli imam da allontanare dal nostro paese, Pisanu ha risposto: "non
voglio dare giudizi cosi' schematici, bisogna valutare caso per caso. Cio' a
cui stiamo lavorando, soprattutto attraverso il dialogo e non attraverso le
minacce, e' la creazione di un islam italiano, cioe' un islam che sia
perfettamente inserito nella realta' del nostro paese, che ne osservi le leggi,
che parli italiano, con imam che predichino nella nostra lingua e facciano
delle moschee dei luoghi di preghiera e non, come a volte e' accaduto, dei
luoghi di incitazione alla violenza".
23. In Piemonte presentato osservatorio
sull'immigrazione (AGI) - Torino, 14 giu. -E'stato presentato nei giorni
scorsi l'Osservatorio sull'immigrazione, un progetto della Regione Piemonte,
realizzato dall'Ires (Istituto ricerche economico sociali) Piemonte in
collaborazione con l'Asgi. Si tratta di uno strumento che vuole monitorare la
presenza, i bisogni, i processi di integrazione, il lavoro, i problemi degli
immigrati presenti in Regione. Vuole inoltre offrire la base di conoscenze
necessaria all'elaborazione di proposte efficaci per la gestione dei fenomeni
migratori. L'intera attivita' dell'Osservatorio e' pubblicata sul sito
www.piemonteimmigrazione.it. Sono sei le aree tematiche principali: Attivita'
istituzionali, Legislazione, Attivita' conoscitive, Base dati, Servizi, Novita'
e appuntamenti. Inoltre, sul versante dell'analisi statistica sono presenti
dati approfonditi su tutte le province della regione. Una parte e'dedicata alla
legislazione e curata dall'Asgi (Associazione Studi Giuridici
sull'Immigrazione). Nella sezione "novita'" e dell'area legislativa
del sito e' possibile trovare schede che aggiornano sugli aspetti giuridici e
della giurisprudenza.
24. IMMIGRAZIONE - Turco (Ds): ''I clandestini
non aumentano per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi
e gli ingressi regolari'' (Redattore Sociale) ROMA, 13 giugno –
“Aumentano i clandestini non per gli sbarchi, ma perché il governo
ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari". È la denuncia di
Livia Turco, responsabile delle politiche di welfare dei Democratici di
sinistra, che oggi promuovono al Centro Congressi Frentani un incontro
nazionale sui temi dell’immigrazione, dal titolo “La politica
dell’immigrazione, il semestre europeo, i primi effetti della Bossi
Fini”. All’iniziativa dei Ds sullo stato delle politiche
dell’immigrazione nel nostro paese partecipano rappresentanti
dell’associazionismo, magistrati, avvocati, parlamentari, sindacalisti.
L’onorevole Turco definisce "decisiva" per l'integrazione la
partecipazione politica degli immigrati e il loro diritto di voto a livello
locale. Su questo tema i Ds stanno preparando per il mese prossimo
un’iniziativa a Roma. In ogni caso per la deputata diessina “la
Bossi-Fini è una legge da combattere; cerchiamo di attenuarne i danni,
ma se torneremo al governo questa legge è da buttare nel cestino.
Riprenderemo in mano la legge 40, che non è stata applicata, e la
miglioreremo”. Come? “Potenziando l’istituto dello sponsor,
togliendo dalle quote di ingresso il lavoro domestico, facilitando e
potenziando i meccanismi d’incontro tra domanda e offerta, prevedendo un
vincolo per la quota minima di ingressi annuali, da garantire per legge”.
Per Turco, quindi, la Bossi-Fini “è una legge fantasma: mancano i
decreti attuativi e il Regolamento”. E sono “sparite totalmente le
politiche d’integrazione: invece bisogna interrogarsi su come cambia la
qualità della convivenza in Italia, sul rapporto tra italiani e
stranieri, sulle modalità in cui costruire la convivenza nella scuola,
nei luoghi di lavoro, in ambito sociale”. Inoltre ben 200 ordinanze e 400
quesiti presentati in questi mesi alla Corte Costituzionale in merito
all'applicazione della Bossi-Fini, che prevede anche "l'accompagnamento
obbligatorio alla frontiera in caso di espulsione. “La convalida cartacea
dell’espulsione coattiva con accompagnamento obbligatorio alla frontiera
è di difficile compatibilità con l’articolo 13 della
Costituzione, perché incide sulla libertà
dell’immigrato”, ha notato il giurista Renato Finocchi Ghersi,
precisando: “Non viene previsto nessun contraddittorio con
l’immigrato, né l’assistenza di un difensore”. Quindi
ci si interroga sulla legittimità del trattenimento e
dell’accompagnamento coattivo, ma anche dell’arresto obbligatorio
(“previsto soltanto per reati gravissimi nell’ordinamento italiano”)
quando non è possibile trattenere lo straniero in un centro di
permanenza o espellerlo immediatamente: si verifica in questo caso, ad avviso
di Ghersi, “un’interferenza tra giudizio penale ed espulsione
amministrativa. “È una legge non chiara anche per gli esperti di
diritto”, commenta Turco, insistendo: “Per bloccare la
clandestinità occorre rendere conveniente l’ingresso
regolare”. In materia di regolamentazione dei flussi annuali “il
governo si è limitato ad emanare il 20 dicembre 2002 un decreto per
l’ingresso di 60mila lavoratori stagionali per il 2003”, ha
ricordato Giulio Calvisi, responsabile del settore Immigrazione dei Ds,
“ma c’è il rischio che i lavoratori entrino quando le
campagne di raccolta sono finite”, a motivo del moltiplicarsi di
“impacci burocratici all’ingresso”. Il ministro del Welfare
Maroni ha annunciato un decreto flussi per 20mila lavoratori, di cui 8mila
stagionali. “Si vuole continuare ad essere, se non si cambia la proposta,
un paese a frontiere chiuse dove di entra solo irregolarmente – ha
commentato Calvisi -. Di questo passo è sicuro che saltino gli accordi
anche con Tunisia e Marocco, e tutta la politica degli ingressi”.
25. IMMIGRAZIONE – Stranieri e media:
nel 76% dei casi le notizie scaturiscono dalla cronaca e solo nel 6% dei casi
il commento è degli stessi immigrati (Redattore Sociale) ROMA, 13
giugno - Le notizie sull'immigrazione nei media? Nel 76% dei casi scaturiscono
da episodi di cronaca, sia nelle pagine nazionali che locali; per il 5%
compaiono nelle sezioni dedicate alla politica e sono praticamente assenti tra
le pagine della cultura e dell’economia. Soltanto nel 6% dei casi a
commentare le notizie riguardanti l’immigrazione sono cittadini stranieri
mentre nella quasi totalità degli articoli le persone intervistate e
citate sono di nazionalità italiana. Sono queste le anticipazioni di una
ricerca realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione
dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”,
nell’ambito di un progetto Equal. Iniziato nell’ottobre 2002, lo
studio si concluderà nei prossimi mesi (settembre 2003) ed ha
l’obiettivo di approfondire e analizzare la rappresentazione mediale
della presenza straniera in Italia e, contemporaneamente, verificare come tale
immagine concorra effettivamente alla costruzione dell’opinione pubblica.
Tale ricerca è parte del più ampio progetto Etnequal Social
Communication, finanziato nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria
Equal, che vede impegnati Amnesty International – Sezione Italiana, la
Caritas Diocesana di Roma, il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione
dell’Università di Roma “La Sapienza” - Osservatorio
sulla Comunicazione Sociale e dell'Editoria del Terzo Settore, la Federazione
Nazionale della Stampa Italiana, Galgano International e la RAI. Il progetto ha
come obiettivo generale di contribuire a contrastare il pregiudizio e
l’intolleranza diffusa nei confronti degli immigrati, attraverso i canali
dell’informazione e della comunicazione di massa, facilitando
l’inserimento e l’accesso dei soggetti deboli nel mercato del
lavoro. Fenomeni quali intolleranza, discriminazione, e conseguente
emarginazione, nei confronti degli immigrati scaturiscono spesso da
un’informazione insufficiente e a volte parziale, da una conoscenza
superficiale degli stranieri, del loro modo di essere in rapporto alla cultura
dei paesi di origine e dei problemi che si pongono in relazione ad un positivo
inserimento nella società italiana, oltre che da pregiudizi, stereotipi
e luoghi comuni. Tutto ciò può provocare diffidenza, timore e a
volte un’ingiustificata sensazione di pericolo in quanti vengono a
contatto, nella vita quotidiana, con gli stranieri che si trovano in Italia. La
ricerca è una delle fasi principali del progetto, insieme alla
Formazione e Comunicazione. La fase della formazione, curata dalla Caritas
Diocesana di Roma in collaborazione con Amnesty International – Sezione
Italiana, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione
dell’Università di Roma e dalla Federazione Nazionale della
Stampa, ha visto momenti di incontro e dibattito in centinaia di scuole, tra
gli operatori di Pubblica Sicurezza e con gli Operatori della comunicazione
(Ordini regionali dei giornalisti, circoli della stampa, scuole di
giornalismo). Mentre la comunicazione vedrà impegnata la RAI che, a partire
dal gennaio 2004, attraverso un piano di interventi realizzati
all’interno di programmi radiofonici e televisivi, cercherà di
sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della lotta al razzismo e
alla discriminazione.
26. IMMIGRAZIONE - A fine anno la domanda di
lavoratori stranieri sarà di circa 224mila persone. Stima dell'Unione
Camere di commercio (Redattore Sociale) ROMA, 13 giugno – A fine anno
la domanda di lavoratori stranieri si aggirerà intorno alle 224mila
persone (erano quasi 164mila nel 2002, sfioravano quota 150mila nel 2001): il
33% del totale delle assunzioni previste dalle imprese con dipendenti, secondo
le stime dell'Unione italiana delle Camere di commercio. Quindi un neoassunto
su 3 potrebbe essere immigrato. Ma tra quote stagionali e decreto flussi (in
attesa del successivo) nei primi mesi del 2003 sono arrivati in Italia 83mila
lavoratori stranieri. A snocciolare i dati è Ugo Girardi, vicesegretario
di Unioncamere, durante l’incontro nazionale promosso oggi dai Ds al
Centro Congressi Frentani sul tema “La politica dell’immigrazione,
il semestre europeo, i primi effetti della Bossi Fini”. L’indagine
annuale “Excelsior” di Unioncamere evidenzia le “esigenze di
professionalità previste dalle imprese”, attraverso precise
rilevazioni sui fabbisogni occupazionali relativi al personale in arrivo da
paesi extracomunitari. Secondo i dati messi a punto in questi giorni,
l’area da cui proviene la maggiore richiesta di personale non italiano
è il nord-est (37,2% delle assunzioni previste quest’anno);
seguono il nord-ovest (35,2%), il centro (32,5%) e il mezzogiorno (27,5%).
Circa il 60% delle assunzioni previste nel corso del 2003 riguarda il settore
dei servizi (132mila posti), in particolare servizi di pulizie, in cui gli
stranieri sarebbero il 59,8% degli assunti. Anche nel settore sanità e
dei servizi sanitari privati la quota di immigrati da assumere è molto
alta (55,6%), così come nel settore turistico, degli alberghi e
ristoranti (43,1%). Nelle attività industriali le richieste sono state
30mila per quanto riguarda le costruzioni, 15mila nelle industrie dei metalli,
10mila in quelle meccaniche e dei trasporti, mentre nelle industrie di gomma e
materie plastiche gli stranieri rappresentano il 40,2% del totale delle
assunzioni in cantiere per il 2003.
In Italia, dunque, cresce una “domanda strutturale di lavoro immigrato
– evidenzia Girardi -, non solo per esigenze stagionali o per bassa
manovalanza, ma anche – in prospettiva – per profili e figure
professionali legati a nuovi bisogni sociali”. Si acuiscono, allo stesso
tempo, le difficoltà delle imprese nel reperire i “bad
jobs”, cioè i lavoratori “di basso profilo”, la cui
occupazione è caratterizzata dalle “3 d: dirty, dangerous, demanding”.
Infatti, anche se il nostro paese “ha affiancato Lussemburgo e Austria
nei paesi in cui il tasso di attività degli stranieri risulta superiore
a quello dei locali, il sistema Italia chiede prevalentemente stranieri a bassa
qualifica”, osserva Girardi, convinto dell’opportunità di
“varare politiche attive per ‘attrarre cervelli’ e non solo
braccia, investendo sul personale straniero ‘high skilled’, con
minori difficoltà di inserimento e integrazione sociale”.
Intanto aumentano nell’ultimo triennio – con un trend di circa +20%
all’anno - le imprese che hanno come titolare un immigrato: 125.457 lo
scorso anno, erano 105.548 nel 2001 e 85.049 nel 2000. Le imprese straniere
fioriscono soprattutto al nord-ovest (35.139, il 28% del totale degli
imprenditori immigrati in Italia); seguono il Mezzogiorno (26,4%), il centro
(23,6%), e il nord-est (22%). Gli imprenditori provengono prevalentemente da
Marocco, Cina, Albania, Senegal, ma anche Tunisia ed Egitto; fanno i
commercianti nel 34,7% dei casi, ma sono numerose anche le imprese di
costruzioni (24,2%) e di manifattura (12,1%).