Rassegna Stampa

Martedì 17 giugno 2003

 

1.    Bossi: "Per venerdì in CdM un decreto che stabilisca come salvarci dall'immigrazione clandestina" (Stranieri in Italia)

2.    Discrimin-azioni: nasce l'osservatorio del Comune di Roma di Paula Vivanco (Migra)

3.    RIFUGIATI – A Modena da tutto il mondo per la giornata mondiale. Al centro stranieri hanno ''bussato'' in 136 (Redattore Sociale)

4.    DIRITTI – A Torino si dibatte del trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa e negli Stati Uniti (Redattore Sociale)

5.    PISANU: non sono un ministro di polizia (ANSA)

6.    IMMIGRAZIONE: nuovo sbarco a Lampedusa, arrivano in 137 diversi clandestini provati dal viaggio sono stati ricoverati (ANSA)

7.    IMMIGRAZIONE: naufragio; recuperate 11 salme (ANSA)

8.    IMMIGRAZIONE: Sinisi (DL), e' piena emergenza (ANSA)

9.    NOMADI – La disoccupazione riguarda il 90% dei rom. Dopo i mercati, a Roma arriva anche il primo negozio (Redattore Sociale)

10.         IMMIGRAZIONE - La casa, ancora un miraggio per gli stranieri in Italia. Le esperienze positive in quattro territori dove l'emergenza è più forte. Il caso di Vicenza (Redattore Sociale)

11.         Bossi-Fini: pronto il decreto anti-sbarchi. Bufera nella maggioranza per il ritardo dei regolamenti d'attuazione (Stranieri in Italia)

12.         IMMIGRAZIONE: Bossi, cacciare clandestini con la forza intervista al corriere della sera (ANSA)

13.         IMMIGRAZIONE: Bossi, intervista non rispecchia mio pensiero (ANSA)

14.         IMMIGRAZIONE: Bertinotti, Governo 'rimuova' Bossi diversamente Parlamento prenda iniziative (ANSA)

15.         IMMIGRAZIONE: Calvisi (DS), non e' consentito buttarli a mare (ANSA)

16.         IMMIGRAZIONE: Rizzo a Bossi, Italia non e' popolo assassini (ANSA)

17.         IMMIGRAZIONE: Giovanardi, spero Bossi abbia fatto battuta... siamo all'autolesionismo, certi limiti non superabili (ANSA)

18.         IMMIGRAZIONE: Mantovano, soluzione con tutti i paesi UE intervista a Repubblica, Stampa e quotidiano nazionale (ANSA)

19.         IMMIGRAZIONE:amm.sicurezza,regia unica per blindare coste intervista al messaggero (ANSA)

20.         IMMIGRAZIONE - A Lucca scrittori migranti tra i più rappresentativi che scrivono in lingua italiana (Redattore Sociale)

21.         FRATTINI: chiederemo piu' fondi ue per immigrazione (AGI)

22.         PISANU: lavoriamo per un islam italiano (AGI)

23.         In Piemonte presentato osservatorio sull'immigrazione (AGI)

24.         IMMIGRAZIONE - Turco (Ds): ''I clandestini non aumentano per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari'' (Redattore Sociale)

25.         IMMIGRAZIONE – Stranieri e media: nel 76% dei casi le notizie scaturiscono dalla cronaca e solo nel 6% dei casi il commento è degli stessi immigrati (Redattore Sociale)

26.         IMMIGRAZIONE - A fine anno la domanda di lavoratori stranieri sarà di circa 224mila persone. Stima dell'Unione Camere di commercio (Redattore Sociale)

 

1. Bossi: "Per venerdì in CdM un decreto che stabilisca come salvarci dall'immigrazione clandestina" (Stranieri in Italia), ROMA, 17 giugno - Mentre continuano le polemiche scaturite dalle dichiariazioni/smentite del ministro Umberto Bossi, il senatur è tornato a parlare di immigrazione ed ha ammesso: "Ogni tanto lascia parlare il popolo attraverso di se stesso, perché ogni tanto non fa male che la parola del popolo e del popolino arrivi a destinazione....". Sulle colonne della PADANIA il Senatur chiarisce subito: "Stavolta comunque mi è sembrato più un lavoro poco amichevole di un giornalista". Alla vigilia del Consiglio dei ministri di venerdì il leader leghista spiega il motivo per cui l'immigrazione è un problema così spinoso: "E' una di quelle cose su cui giocano frontalmente gli illuministi e i globalizzatori da una parte, e gli universalisti e i difensori dei popoli dall'altra parte". Il Senatur spiega poi l'uso appropriato del famoso 'cannone': "Bisognerebbe farlo rombare e usarlo per svegliare certi dormienti che hanno dimenticato che fare le riforme vuol dire non solo applicare una legge ma anche seguirla fino a quando il popolo ne può apprezzare gli effetti positivi". Infine alla parte di popolo, che 'furibondo grida al Palazzo traditore', Bossi risponde: "Per venerdì in CdM spero che si trovi la squadra per lo meno con un decreto che stabilisca chi fa che cosa tra le forze che devono salvarci dall'immigrazione clandestina".

 

2. Discrimin-azioni: nasce l'osservatorio del Comune di Roma di Paula Vivanco (Migra), 17 giugno - Il 4 giugno è iniziata ufficialmente la prima fase di un progetto che indagherà, attraverso un osservatorio, sulle diverse forme di discriminazione nei servizi comunali di Roma e che consisterà anche nell'«ascoltare gli immigrati su cosa pensino degli operatori del Comune» secondo le parole di Franca Coen, delegata del sindaco alle politiche della multietnicità. La consigliera ha presentato l'iniziativa in Campidoglio insieme ai membri del comitato scientifico del progetto e all'Iprs (Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali) che si occuperà degli aspetti operativi. Nel corso dell'incontro sono state illustrate le finalità e gli obiettivi dell'osservatorio lasciando spazio per uno scambio di idee su forme di rilevamento e strategie di azione. Come ha rilevato il referente scientifico Eugenio Sonnino (facoltà di Sienze statistiche all’università di Roma la Sapienza) «il lavoro iniziale più difficile sarà rappresentato dall'individuazione, classificazione e valutazione dei metodi». David Meghnagi (facoltà di Scienze della formazione, alla Terza università di Roma), un altro membro del comitato scientifico, è invece intervenuto mettendo in guardia sui rischi esistenti nel lavoro di ricerca sulla discriminazione visto che «il concetto stesso di razza è stato inventato dai razzisti» per cui diventa necessario procedere con molta cautela e con la consapevolezza della complessità e storicità delle categorie di analisi cercando di «non cadere nel pregiudizio nel combattere il pregiudizio». L'osservatorio dovrà dunque «avere chiaro questi aspetti anche nella costruzione dei modelli di monitoraggio» sulla discriminazione, assumendo il compito di spingersi oltre le definizioni accordate perché, sulla prova dei dati della ricerca, potrebbero anche risultare inadeguate e richiedere ri-formulazioni. Altri interventi dei referenti scientifici si sono soffermati su esempi di politiche e comportamenti ineguali. Per Fiorella Kostoris Padoa Schioppa (dipartimento di Economia, all’università di Roma la Sapienza) l'osservatorio dovrà riservare un'attenzione particolare alle discriminazioni esistenti nei confronti di laici e minoranze religiose in una città a maggioranza cattolica dove, a esempio, i crocifissi sono i soli e visibilissimi simboli religiosi presenti nelle scuole pubbliche. Invece Raffaele Bracalenti dell'Iprs (altro membro del comitato scientifico) si è soffermato brevemente su una violazione evidente: la discriminazione nei diritti politici per quanto riguarda il diritto di voto negato ai migranti residenti. La necessità di un monitoraggio della discriminazione nei confronti degli immigrati si basa anche sui rilevamenti realizzati su scala cittadina. Secondo i dati forniti dal Comune ed elaborati dall'Iprs, il numero degli stranieri regolarmente residenti nella città è molto cresciuto dal dicembre 1998 fino alla fine del 2002. In questi quattro anni le dieci cittadinanze di Roma più numerose non appartenenti alla comunità europea (Filippine, Romania, Polonia, Perù, Egitto, Bangladesh, Cina, Sri Lanka, India, Jugoslavia) registrano altissime percentuali di incremento dovute anche al notevole aumento dei minori. In questo periodo si è passati dai 16.485 ai 24.800 cittadini/e filippini, dai 3.536 agli 11.844 cittadini/e rumeni, dai 6.003 agli 8.959 cittadini/e polacchi, dai 5.468 agli 8.106 cittadini/e peruviani, dai 5.692 agli 8.078 cittadini/e egiziani. La presenza dei migranti nel Comune di Roma è dunque un elemento non transitorio che richiede un'attenta analisi, visto anche l'obiettivo ultimo dell'osservatorio sulla discriminazione: creare un paradigma della cittadinanza attivando processi di ricerca-azione-formazione che inneschino trasformazioni destinate a colmare i ritardi dell'adeguamento culturale nei confronti di fenomeni che mutano velocemente. Infatti lo scambio di esperienze a livello europeo, permesso dalla presentazione dell'osservatorio, ha dimostrato la necessità di una lettura puntuale e aggiornata vista la continua evoluzione del processo migratorio nel continente. Un altro membro del comitato scientifico, Joan Subirats (facoltà di scienze politiche e sociologia, università autonoma di Barcellona) ha raccontato che nella sua città i migranti sono passati dal 2 per cento del 1996 all'11 per cento di quest'anno. L'aumento ha reso più evidenti i vari tipi di discriminazione nei confronti degli stranieri e non solo sul versante dei salari ma anche su quello del diritto alla casa, tant'è che attualmente si dibatte sulla possibilità che il Comune di Barcellona assuma il ruolo di garante dell'affitto per i cittadini non spagnoli.
Altre informazioni: presso il Comune di Roma (06 68307278, f.coen@comune.roma.it) o l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali (www.iprs.it).

 

3. RIFUGIATI – A Modena da tutto il mondo per la giornata mondiale. Al centro stranieri hanno ''bussato'' in 136 (Redattore Sociale) MODENA, 17 giugno – "Sono coloro che il ministro Bossi vorrebbe accogliere con i cannoni. Ma il problema è che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, manca una disciplina organica di tutela attraverso procedure certe, organismi competenti, chiarezza sui diritti e i doveri". Parole di Alberto Caldana, assessore ai Servizi sociali del Comune di Modena: in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, in calendario il 20 giugno, è tempo di bilancio sulla situazione locale in merito a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese da guerre e dittature, calamità naturali, intolleranza razziale, religiosa, etnica o politica. A Modena, sono arrivati dalla Liberia e dal Congo, dall’Angola e dalla Sierra Leone, dalla Nigeria e dalla Turchia, dall’Afghanistan e dall’Iraq. L’osservatorio privilegiato è il Centro stranieri, dove nell’ultimo anno hanno “bussato” 136 persone, 85 delle quali attualmente accolte e sostenute (32 singoli e 11 nuclei familiari composti complessivamente da 53 persone, tra cui 29 minori). E’ dal 1998 che Modena ha messo in campo un’attività specifica per richiedenti asilo, rifugiati, titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari; dal 2001, la città aderisce con iniziative di accoglienza e assistenza anche al Programma nazionale promosso da ministero dell’Interno, Acnur e Anci. L’obiettivo? Garantire accoglienza, sostegno e assistenza a chi fa richiesta per avere lo status di rifugiato, sia nel periodo – lungo – di attesa del riconoscimento, sia successivamente, per chi ha ottenuto lo status o un permesso per motivi umanitari. Gli operatori affiancano persone e famiglie per aiutarle a orientarsi in città, con forme di sostegno in collaborazione con la rete dei servizi, le associazioni e le organizzazioni del territorio, in particolare “Milinda” e “Porta Aperta”. Un operatore, disponibile negli orari di apertura al pubblico del Centro stranieri (martedì dalle 9 alle 12.30, giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.30), e su appuntamento anche in altri orari, dà informazioni sui servizi e sulle opportunità del territorio e sui diritti e i doveri dei richiedenti asilo. Il Comune offre, inoltre, sostegno per il disbrigo delle pratiche e per ottenere i vari documenti: permesso di soggiorno, iscrizione al Servizio sanitario nazionale, codice fiscale, libretto di lavoro, residenza, carta di identità. Le persone vengono ospitate in appartamenti e, poiché la legge non consente attività lavorative fino al riconoscimento dello status di rifugiato, ricevono un contributo di 50 euro la settimana (per le famiglie la cifra è in relazione alle dimensioni e alla composizione del nucleo). Il Centro stranieri offre, infine, sostegno nella scelta del medico di base o del pediatra e indirizza le persone alle strutture sanitarie per le prime cure o vaccinazioni; si occupa dell’inserimento dei bambini nelle scuole dell’obbligo e nelle scuole dell’infanzia, e degli adulti nei corsi di italiano, di formazione professionale o nei corsi appositi per ottenere il diploma di scuola media. Chi ha già ottenuto lo status viene aiutato nella ricerca di un lavoro e di un alloggio (50 persone nell’ultimo anno e mezzo). Negli ultimi mesi, a Modena sono arrivati diversi cittadini provenienti dalla Liberia (8 adulti e un bambino nato proprio in questi giorni), dal Congo, dal Togo, dall’Angola, dalla Sierra Leone, dalla Nigeria, dove sono in corso scontri tra comunità religiose, e dalla Turchia, dall’Afghanistan e dall’Iraq. “Si tratta di persone che non hanno scelto quando partire né il momento migliore per farlo, spesso sono fuggiti lasciando le famiglie o quel che ne è rimasto, abbandonando tutto ciò che avevano – dice l’assessore ai Servizi sociali del Comune, Alberto Caldana – . Sono coloro che il ministro Bossi vorrebbe accogliere con i cannoni, la marina militare e, perché no, l’esercito. Ma il problema è che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, manca una disciplina organica di tutela attraverso procedure certe, organismi competenti, chiarezza sui diritti e i doveri”.

 

4. DIRITTI – A Torino si dibatte del trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa e negli Stati Uniti (Redattore Sociale) TORINO, 17 giugno - Dal 19 al 21 giugno si tiene a Torino il convegno dal titolo: "Il trattamento giuridico delle minoranze islamiche in Europa e negli Stati Uniti". Il convegno è organizzato da Fieri, Forum internazionale ed europeo si ricerca sull'immigrazione, il cui presidente è Giovanna Zincone, docente di sociologia politica all'Università di Torino. Tre giorni di convegno che vedranno susseguirsi interventi istituzionali, come quello del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu e del sindaco di Torino Sergio Chiamparino, e contributi di studiosi ed esperti del settore provenienti da Paesi occidentali con minoranze islamiche come Stati uniti, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Regno Unito, Svezia, Austria, Romania, Spagna, Grecia, Portogallo e ovviamente, Italia. "È interessante notare come Paesi con una radicata tradizione liberale a volte, proprio nel caso dell'Islam, abbiano atteggiamenti diversi - spiega il presidente di Fieri, Giovanna Zincone -; ad esempio la Francia: ha istituito un Consiglio di rappresentanza islamica e dice alle sue cittadine musulmane addirittura come va portato il foulard, mentre sulla carta è una nazione che promuove rigorosamente la separazione tra Stato e Religione. Interventi negli affari religiosi come questo non sembrano neutrali, dal momento che, se si è proibito a studentesse islamiche di portare il velo, non lo si è fatto nei confronti di ebrei e cristiani per altri simboli religiosi". "L'Italia da parte sua ha un'atteggiamento giuridico abbastanza liberale nei confronti dell'Islam -continua Zincone -: ad esempio, da noi una circolare del ministero dell'Interno equipara il foulard islamico al velo delle suore, permettendone l'uso nelle foto dei documenti d'Identità. Quello che è invece un vero errore in Italia, sono le 'proclamazioni pubbliche': come le minacce di coprire di letame il terreno su cui dovrà essere eretta una moschea... Si tratta di dichiarazioni 'abbaiate' che hanno un pessimo effetto sull'opinione pubblica". Il convegno si terrà nel "Centro Congressi Torino Incontra" Sala Einaudi, via San Francesco da Paola 28 - Torino. Per informazioni e programma: www.fieri.it.

 

5. PISANU: non sono un ministro di polizia (ANSA) - ROMA, 17 GIU - "Io sono il ministro dei diritti civili, non un ministro di polizia". Beppe Pisanu risponde con orgoglio alle polemiche e alle 'cannonate' dei giorni scorsi e dalle colonne della STAMPA spiega: "Il problema dell'immigrazione è epocale e non si risolverà fino a quando ci saranno paesi che producono molta ricchezza e pochi figli e paesi che hanno molti figli e poca ricchezza. Né l'attuale legge, né i decreti attuativi (che verranno approvati dal prossimo Consiglio dei ministri) potranno costituire una soluzione esauriente. E tantomeno lo sarà ridurre il nodo dei clandestini a questione di ordine pubblico". Il responsabile, dopo aver precisato che occorre sintonizzare a livello europeo le politiche nazionali, dice: "Parliamo pure di immigrazione nella verifica e magari in una sessione parlamentare. Così se ne potrà discutere consapevolmente, fuori da strumentalizzazioni e dispute da osteria". Pisanu passa poi a fare un bilancio della Bossi-Fini: "E' largamente positivo. Si consideri l'emersione del lavoro nero di centinaia di migliaia di extracomunitari già inseriti nel mondo del lavoro". E ribadisce: "Bastano i conti della serva per capire che la Bossi-Fini sta funzionando bene. In ogni caso capisco le critiche che vengono dall'opposizione, mentre quelle della maggioranza me le devono ancora spiegare".

 

6. IMMIGRAZIONE: nuovo sbarco a Lampedusa, arrivano in 137 diversi clandestini provati dal viaggio sono stati ricoverati (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 17 GIU - Nuovo sbarco di immigrati clandestini questa mattina a Lampedusa. Un' imbarcazione di 15 metri, con a bordo 137 nord africani, compresi una decina tra donne e bambini, è stata intercettata e bloccata dalla guardia di finanza a due miglia a sud delle coste dell' isola. Per alcuni di loro, fortemente provati dal viaggio soprattutto per il caldo e la mancanza d' acqua da bere, si è reso necessario il ricovero in ospedale. I militari delle fiamme gialle del reparto operativo aeronavale di Palermo intanto hanno arrestato anche i due presunti scafisti che, dopo l' identificazione, saranno trasferiti in carcere. L' intervento della guardia di finanza anticipa i tempi di attuazione del programma del Viminale per combattere l' immigrazione clandestina. 

 

7. IMMIGRAZIONE: naufragio; recuperate 11 salme ANSA) - ROMA, 17 GIU - Sono 11 le salme recuperate finora a circa 38 miglia a sud di Lampedusa, in seguito all' allarme lanciato la scorsa notte dal pescherecchio Almahdia che aveva tratto in salvo tre naufraghi. Nella zona stanno operando la nave Perseo della Marina Militare, due motovedette del Comando delle Capitanerie di Porto, un aereo Atr 42 della Guardia Costiera ed unità navali tunisine.

 

8. IMMIGRAZIONE: Sinisi (DL), e' piena emergenza (ANSA) - ROMA, 17 GIU - "Siamo di fronte ad un'emergenza umanitaria, sanitaria, politica e di sicurezza sociale che non ammette più che si affronti questo dramma solo con proclami da osteria": lo afferma, in una dichiarazione, l' on. Giannicola Sinisi, della Margherita. "La sospetta meningite della bambina di tre anni sbarcata oggi a Lampedusa, il conseguente stato di isolamento in cui sono stati messi sanitari, cittadini e forze dell' ordine, richiama il governo alle proprie inequivocabili responsabilità: eppure - dice Sinisi - il ministro leghista torna oggi, dalle pagine della Padania, a perorare la causa del 'cannone che sveglia i dormienti', mentre Angela Maraventano, segretario della Lega di Lampedusa, chiede di 'ammazzare tutti i clandestini che arrivano sulla mia isola'. Ci troviamo di fronte ad un esecutivo sull' orlo di una crisi di governo, a sbarchi continui, in un clima nel quale la sicurezza dei cittadini è a serio rischio. Il governo deve dimostrarci con fatti concreti che questa materia, dopo il drammatico fallimento della Bossi-Fini, non è diventata monopolio della Lega e di tutti i suoi estremisti di complemento".

 

9. NOMADI – La disoccupazione riguarda il 90% dei rom. Dopo i mercati, a Roma arriva anche il primo negozio (Redattore Sociale) ROMA, 17 giugno – "Non può esserci prevenzione della tossicodipendenza e dello spaccio di droga nei campi nomadi se non c’è offerta di lavoro”. Il dramma della disoccupazione, infatti, raggiunge anche il 90% tra i rom. A sottolinearlo è Massimo Converso, presidente dell’Opera Nomadi, intervenuto all’incontro su “Tossicodipendenza e zingari” coordinato in Campidoglio da Germana Cesarano, della cooperativa Magliana 80, insieme all’Agenzia comunale per le tossicodipendenze. In questi giorni si stanno aprendo a Roma nuove possibilità lavorative per i nomadi: infatti un mercato rom è stato inaugurato nei giorni scorsi all’Eur, nei pressi della fermata della Metro B (alla presenza di bosniaci, serbi e montenegrini) e riaprirà anche il mercato di San Basilio. Nel V Municipio, inoltre, sarà inaugurato il primo negozio rom della città, a cui sarà annesso un laboratorio di maglieria e sartoria dove lavoreranno alcune ragazze. “A Reggio Calabria funziona da 2 anni e mezzo un progetto di riciclaggio del ferro – ha riferito il presidente dell’Opera Nomadi – mentre a Roma non riusciamo a farlo decollare”. Il problema della droga nei campi nomadi risale agli anni Ottanta, quando fu demolito il Mandrione, che era il quartiere dei rom provenienti dalla Ciociaria; il primo ragazzo a morire di eroina – ricorda Converso – fu Giorgetto De Rosa, stroncato il 15 agosto 1984 a Spinaceto. Nella capitale le prime comunità rom che hanno conosciuto la droga sono state quelle serbe e bosniache. Nel frattempo i rumeni aumentano, “rimanendo però un’entità staccata; occupano gli spazi dei rom bosniaci che chiedono l’elemosina. Per loro la scolarizzazione non funziona”, ha osservato Converso, puntando il dito contro “la graduatoria presente al Ministero dell’Interno per classificare i ‘criminali zingari’: perché fare una lista a parte? I criminali sono tali e basta”. “Intendiamo far ripartire gli interventi nei campi nomadi – ha assicurato Ignazio Marcozzi Rozzi, presidente dell’Agenzia comunale tossicodipendenze -. Molti contattano luoghi di aiuto dopo 3-5 anni dal primo buco; tra i rom questa distanza è motivata anche da ragioni culturali, dal timore e dalla vergogna”. Anche Marcozzi sostiene che “con le politiche del lavoro si fa sia prevenzione che recupero”. Più che un attacco alla “riduzione del danno”, Giulia Rodano, vicepresidente Commissione Sanità della Regione Lazio, individua nelle politiche sanitarie “un’indifferenza sostanziale e una paralisi su questi problemi. Ci scontriamo con un’inerzia burocratica e amministrativa, mentre sappiamo quanto è importante un contatto precoce con il tossicodipendente, specialmente intervenendo su chi è più lontano dai servizi, non solo con gli eroinomani di lunga data. Dobbiamo avvicinare il fronte delle nuove droghe, i clandestini, chi si vergogna, attraverso l’‘offerta attiva’, cioè andandoli a cercare senza attendere che siano loro a farlo”.
All’incontro in Campidoglio sono intervenuti anche, tra gli altri, l’assessore alle politiche sociali e sanitarie del Comune, Raffaela Milano, e due rappresentanti delle comunità rom: Guerino Casamonica, della cooperativa sociale Phralipé, e Kasim Cizmic, presidente di “Unirsi”.

 

10. IMMIGRAZIONE - La casa, ancora un miraggio per gli stranieri in Italia. Le esperienze positive in quattro territori dove l'emergenza è più forte. Il caso di Vicenza (Redattore Sociale) VICENZA, 17 giugno - Trovare casa in Italia per un cittadino straniero continua a essere un problema. Spesso mancano i centri di prima e seconda accoglienza e i datori di lavoro raramente si fanno carico di risolvere questo problema per i propri dipendenti. L’iniziativa pubblica latita e anche fra i privati sono pochi i proprietari di immobili disponibili a darli in locazione a immigrati.
Eppure esistono in Italia esperienze, soprattutto negli ambiti del terzo settore e pubblico, che tentano risposte, anche molto differenziate. In Veneto ad esempio da qualche anno sono in atto esperienze di accompagnamento all’acquisto, mentre in Toscana esiste un maggiore monitoraggio e si opera soprattutto per favorire l’affitto. Con una modalità ancora diversa il modello bresciano, sul quale è impegnato il comune, prevede infine attività a 360 gradi in tutte le direzioni.
Vicenza e Treviso sono due delle province venete più attive. L’inverno scorso il ricovero invernale d’emergenza della Caritas vicentina ha ospitato più di 300 stranieri, il più delle volte con un lavoro ma senza un tetto. Partendo dalla constatazione che ormai non sono pochi gli immigrati residenti da anni che si sentono in grado di tentare l’acquisto di un alloggio, la Caritas ha avviato da alcuni mesi l’Agenzia Sociale per la Casa, in collaborazione con cooperative sociali, ulss, associazioni di volontariato e di categoria. “La scelta di comprare casa apre le porte all’integrazione – spiega Alberto Bordignon, della Commissione Immigrazione della Caritas diocesana vicentina –: rende gli inserimenti sociali nel territorio più rapidi, stabili, riusciti e motivati”. I due sportelli già attivi, uno a Vicenza e uno a Schio (altri sono partiti da pochi giorni), in pochi mesi hanno avuto 150 “contatti”. Di questi con : con 67 di questi si è avviato un vero e proprio percorso di accompagnamento sociale all’acquisto, a volte conclusosi però con l’invito a posticipare nel tempo l’operazione, mentre in una decina di casi si è giunti alla compravendita vera e propria. Concretamente attraverso gli sportelli dell’Agenzia i cittadini stranieri possono assumere informazioni sulla ricerca dell'alloggio, sugli strumenti e le modalità dell'acquisto, sulla formulazione di preventivi, sulla valutazione dell'immobile, sui servizi di credito e sulle modalità per una corretta gestione della casa. E’ stato realizzato anche un corso di formazione per immigrati diventati a loro volta punti di riferimento per i connazionali, nonché momenti d’incontro con le associazioni di immigrati e gli assessorati competenti dei comuni vicentini. “Allo sportello di Vicenza – racconta Chiara Zoccante, una delle operatrici – si sono ad esempio risolti tre casi difficili: tre famiglie straniere sfrattate e con bimbi piccoli”.

 

11. Bossi-Fini: pronto il decreto anti-sbarchi. Bufera nella maggioranza per il ritardo dei regolamenti d'attuazione (Stranieri in Italia) ROMA, 16 giugno - Compiti distinti per Marina Militare, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, e un'unica cabina di regia per contrastare gli sbarchi di clandestini. È pronto e sarà approvato nel consiglio dei Ministri di venerdì prossimo il primo decreto attuativo della Bossi-Fini. Il provvedimento divide il mare in zone di competenza per le diverse forze di Polizia, in modo da evitare sovrapposizioni. La Marina Militare pattuglierà le acque internazionali monitorando gli spostamenti delle carrette del mare, le Fiamme Gialle avranno compiti investigativi e poteri ispettivi nelle acque territoriali, mentre alla Capitaneria di Porto saranno affidati salvataggi e assistenza. Le forze in campo saranno coordinate dal Viminale attraverso la Direzione centrale dell'immigrazione, che avrà inoltre il compito di analizzare tutte le informazioni raccolte. Perfezionato sabato scorso durante un vertice al Viminale, il decreto arriva mentre gli sbarchi in Sicilia hanno scatenato l'ennesima polemica all'interno della Casa delle Libertà. Di fronte al ritardo dei decreti d'attuazione, i leghisti accusano i colleghi al governo di boicottaggio, arrivando a chiedere, per bocca del vicepresidente del senato Calderoli, la testa del ministro dell'Interno. L' aut aut di Bossi è durissimo. In un'intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: "O venerdì il ministro dell'Interno arriva in Consiglio dei ministri con i regolamenti di attuazione della legge sull'immigrazione più che convincenti oppure va tutto a carte quarantotto. Il senatùr è ancora più esplicito su quelle che secondo lui dovrebbero essere le regole d'ingaggio della Marina Militare: "Io voglio sentire il rombo dei cannoni". E perché nessuno pensi che stia parlando per metafore, il leader della Lega entra nei particolari: "al secondo o al terzo ammonimento - spiega - , pum..., parte il cannone. Senza tanti giri di parole. Il cannone che abbatte chiunque. Altrimenti non la finiamo più".

 

12. IMMIGRAZIONE: Bossi, cacciare clandestini con la forza intervista al corriere della sera (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "O venerdì il ministro dell'Interno arriva in Consiglio dei ministri con i regolamenti di attuazione della legge sull'immigrazione più che convincenti oppure va tutto a carte quarantotto. Attenzione, non regolamenti qualsiasi. No. Io voglio sentire il rombo dei cannoni". In una intervista al CORRIERE DELLA SERA, il ministro delle Riforme Umberto Bossi ribadisce la sua posizione sulle misure per arginare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. "Inutile perdere tempo con le prese in giro - dice -. Ci sono due modi di applicare una legge approvata un anno fa. O si dice in modo generico, come qualcuno vorrebbe, che le nostre navi affronteranno le imbarcazioni di clandestini e che si limiteranno a caricare donne e bambini. Oppure, e così deve essere, si scrive nero su bianco che va usata la forza". E su questo punto, Bossi è esplicito: "Al secondo o al terzo ammonimento, pum..., parte il cannone. Senza tanti giri di parole. Il cannone che abbatte chiunque. Altrimenti non la finiamo più". Insomma, per il leader del Carroccio "O con le buone o con le cattive i clandestini vanno cacciati. Entra solo chi ha un contratto di lavoro. Gli altri fuori. C'é un momento in cui occorre usare la forza". E avverte la maggioranza: "E' questo il regolamento giusto per attuare la legge. Venerdì o sento il rombo dei cannoni o saluto".

 

13. IMMIGRAZIONE: Bossi, intervista non rispecchia mio pensiero (ANSA) - MILANO, 16 GIU - "Il contenuto dell'intervista pubblicata stamattina sul Corriere della Sera con il titolo 'Cannonate per fermare i clandestini', non rispecchia assolutamente il mio pensiero e nemmeno il senso delle mie risposte in quello che è stato un breve scambio di due sole battute": lo afferma il ministro Umberto Bossi in una nota diffusa dall' ufficio stampa del ministero per le Riforme Istituzionali. "E' veramente curioso e singolare che da una così veloce telefonata di domenica sera - prosegue la nota - sia stata tirata fuori una così lunga intervista infiocchettata con la 'poesia' dell'articolista...".'In realtà - prosegue Bossi - quello che penso in merito a come trattare il grosso fenomeno dell'immigrazione clandestina e delle carrette del mare è identico a quello che sostiene il Trattato di Palermo, non ancora firmato dal nostro governo così come invece hanno fatto tanti altri Paesi". "Questo Trattato - prosegue il ministro per le Riforme - equipara il trasporto di clandestini al trasporto di schiavi, per cui l'eventuale abbordaggio della Marina su questi navi non é considerato atto di pirateria, come invece accade adesso in virtù dell'accordo internazionale di Montego Bay. Comunque pensiamo a quanto avviene negli Stati Uniti dove chi cerca di commettere il reato di clandestinità viene fermato senza tanti piagnistei". Speriamo - conclude il ministro - che l'articolista, nella sua prossima intervista, "scriva le mie risposte in maniera più intelleggibile in maniera che anch'io possa riconoscermi in quello che mi viene attribuito".

 

14. IMMIGRAZIONE: Bertinotti, Governo 'rimuova' Bossi diversamente Parlamento prenda iniziative (ANSA) - ROMA, 16 GIU - Il segretario del Prc, Fausto Bertinotti, critica aspramente le dichiarazioni sull' immigrazione del leader della Lega, Umberto Bossi, pubblicate oggi dal Corriere della sera. In una conferenza stampa sull' esito del referendum, Bertinotti sostiene che "tocca al Governo affrontare un vulnus così grave che riguarda la sua fisionomia. Non escludo iniziative anche in parlamento, che dovranno essere efficaci, ma non voglio togliere l' incombenza al Governo". "Penso - osserva - che una formula come quella usata dal ministro Bossi sia incompatibile con la carica di ministro della Repubblica italiana. O c' è un atto da parte sua di esplicita sottomissione alla Costituzione, il che vuol dire che si reca dal presidente della Repubblica, gli chiede scusa, denuncia l' intervista e chiede che essa venga rimossa, oppure Bossi o chi di competenza deve trarre delle conseguenze". Il segretario del Prc rileva inoltre che la parziale smentita delle sue dichiarazioni intervenuta in mattinata da parte Bossi "fa parte della sua ordinaria tattica: prima Bossi dice quello che vuol far sapere ai suoi. Quando il messaggio è passato, fa un' operazione mimetica e di maquillage per rendersi accettabile dalla maggioranza. E' una manovra - ribadisce - reiterata e di estrema pericolosità". E aggiunge: "Anche se Bossi ritrattasse quello che ha detto, resterebbe l' inquinamento tragico nella società di un invito a non considerare umani gli immigrati. Contro di ciò dovrebbe esserci una mobilitazione delle coscienze. Uno che sta al governo - osserva - non può proporre di bombardare popolazioni inermi in un paese che si dice cattolico. Non dico un tribunale, ma la società civile e gli intellettuali dovrebbero chiamare ad un processo Bossi perché vengano bandite culture e politiche come questa".

 

15. IMMIGRAZIONE: Calvisi (DS), non e' consentito buttarli a mare (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "La Convenzione di Palermo protegge gli immigrati e non consente di buttarli a mare". Lo dichiara Giulio Calvisi, responsabile immigrazione della Direzione Ds, in risposta alle affermazioni del ministro per le Riforme Istituzionali, Umberto Bossi secondo il quale, continua l'esponente diessino, "ci sarebbe una norma di diritto internazionale (pare in un non ben precisato Trattato di Palermo non ancora entrato in vigore) che autorizzerebbe la Marina Militare a fare cose contro l'immigrazione clandestina nelle acque internazionali che, oggi, invece sarebbero proibite, pena l'accusa di pirateria internazionale, ai sensi della Convenzione di Montego Bay: la legge più importante che attualmente regola il diritto internazionale della navigazione". "Probabilmente Bossi - spiega Calvisi - si riferisce alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale e ai protocolli contro la tratta di donne e bambini e contro il traffico di clandestini, firmati a Palermo nel dicembre 2000. Se così fosse, siamo di fronte al solito imbroglio e al tentativo di utilizzare in modo maldestro norme internazionali nate per tutelare interessi e situazioni giuridiche esattamente opposte a quelle che vuole tutelare il ministro per le Riforme Istituzionali". "E' vero che in quei protocolli si dice che il trasporto per mare degli immigrati clandestini è un fatto criminale - precisa l'esponente dei Ds - e dunque perseguibile anche in acque internazionali. Ma è soprattutto vero che tali norme hanno lo scopo di proteggere le persone che sono vittime di trafficanti senza scrupolo, e non per accontentare i razzisti e i cinici come Bossi che vorrebbero buttarli a mare". La possibilità di intervenire, insiste Calvisi "é stata contemplata a protezione delle vittime della tratta e non per procedere ad operazioni di respingimento delle imbarcazioni con a bordo migranti clandestini o addirittura per rendere lecito, come vorrebbe Bossi, l'utilizzo delle armi. Tali operazioni conclude - erano vietate da Montego Bay e vietate restano dalla Convenzione di Palermo".

 

16. IMMIGRAZIONE: Rizzo a Bossi, Italia non e' popolo assassini (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "Per fortuna l' Italia non è un popolo di assassini, come invece vorrebbe trasformalo il leader della cosiddetta Padania". Lo afferma il capogruppo del Pdci alla Camera, Marco Rizzo, commentando l' intervista del 'Corriere della Sera' al segretario della Lega Nord, Umberto Bossi, riguardo al problema dell' immigrazione. "Le parole di Bossi - aggiunge - si commentano da sole".

 

17. IMMIGRAZIONE: Giovanardi, spero Bossi abbia fatto battuta... siamo all'autolesionismo, certi limiti non superabili (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "Spero si sia trattato solo di una battuta". Lo afferma il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, commentando l'intervista al Corriere della Sera del leader della Lega Umberto Bossi sugli immigrati. "Bossi - osserva - dice che vuol sentire il rombo del cannone, io gli rispondo che non voglio sentire né le sirene dei carabinieri che vengono ad arrestare qualche comandante che non lo farebbe mai ma nel caso gli venisse in mente di sparare sugli immigrati, né le sirene dell'ambulanza con gli infermieri che, visto il caldo di questi giorni, possono pensare che certe dichiarazioni siano il frutto della temperatura". "Certi limiti non si possono superare", ribadisce Giovanardi a Radio Radicale, e aggiunge: "quando dovesse risultare che seriamente qualcuno pensa di sparare su donne e bambini, allora è chiaro che il dialogo si interrompe il dialogo e che siamo su due pianeti diversi, ci sarebbe assoluta incomunicabilità". Spero - osserva Giovanardi - che ancora una volta si sia trattato di una battuta. Siamo all'autolesionismo, Bossi dimentica che stiamo portando alla legalità settecentomila persone che prima lavoravano in nero e che stavano in Italia da clandestini". "Se qualche forza politica - spiega ancora il ministro per i Rapporti con il Parlamento - viene a raccontare o promette che nei prossimi anni in Italia non ci saranno sbarchi di clandestini la cosa è semplicemente umoristica. La legge Bossi Fini ha regolato con serietà e severità il fenomeno dell'immigrazione, ma non si è mai sognata di scrivere follie come quella di sparare addosso a delle donne e dei bambini, a delle persone innocenti, come storicamente nessuno si è mai sognato di sparare addosso ai 50 milioni di italiani che sono emigrati in ogni parte del mondo. Qualche volta è successo che purtroppo anche la storia della nostra emigrazione è stata costellata da episodi dolorosi". Giovanardi poi sottolinea che Bossi "sbaglia ad attaccare i cattolici". "Qualche volta - rileva - anche io, vedendo qualche talebano del mondo cattolico, ho qualche momento di irritazione, ma non bisogna confondere qualche Don Vitaliano della Sala o qualche padre Zanotelli col mondo cattolico e le organizzazioni di volontariato e di assistenza. Massima gratitudine per tutte quelle organizzazioni che lavorano sul territorio per dare risposte concrete. La legge dello Stato - conclude - può e deve essere fatta rispettare. In questo stato se non ci fosse la supplenza delle attività di volontariato e caritatevoli del mondo cattolico e laico ciò non sarebbe possibile".

 

18. IMMIGRAZIONE: Mantovano, soluzione con tutti i paesi UE intervista a Repubblica, Stampa e quotidiano nazionale (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "Il Viminale è quanto mai impegnato a inserire le nuove norme in un contesto più ampio, a livello europeo, affinché i costi della lotta alla clandestinità vengano distribuiti tra tutti i Paesi Ue". In una intervista alla STAMPA, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, difende il suo dicastero dalle accuse della Lega. "I dati parlano chiaro - obietta -: le rotte per Puglia e Calabria sono state azzerate, resta il solo fronte caldo del canale di Sicilia. Capisco l'impatto emotivo delle immagini in tv, ma non bisogna perdere di vista il quadro generale". "E' inaccettabile - dice in una intervista sugli stessi temi a REPUBBLICA - che la Lega attacchi il Ministero dell'Interno. Il Viminale ha fatto quello che doveva per la legge Bossi-Fini. A dicembre 2002 eravamo già pronti con il capitolo del contrasto in mare. Altrettanto, mi pare, non si possa dire di altri Ministeri come le Finanze e il Welfare. Non vorrei - aggiunge - che tutto questo sia lo strumento di Bossi per arrivare ad altro, in sede di verifica di governo". Infine, in una intervista al QUOTIDIANO NAZIONALE, Mantovano sostiene che "uno degli strumenti per combattere la clandestinità è anche quello di governare l'immigrazione regolare: servono - dice - quote adeguate, con un occhio di riguardo per i Paesi con i quali c'é una buona collaborazione".

 

19. IMMIGRAZIONE:amm.sicurezza,regia unica per blindare coste intervista al messaggero (ANSA) - ROMA, 16 GIU - "Ci sarà finalmente una regia unica per proteggere le coste italiane dall'immigrazione clandestina". A sottolinearlo, in una intervista al MESSAGGERO, é il comandante generale delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Eugenio Sicurezza. "Il decreto - spiega - assegna la regia al Viminale e fissa un'intesa particolare tra Marina, Direzione generale dell'Immigrazione, Guardia di Finanza e Capitanerie di Porto. Prima - aggiunge - ci si parlava in maniera episodica. Ma ora sarà diverso, in quanto il flusso di informazioni è ora fissato da una norma di legge". Per il comandante delle Capitanerie di Porto, comunque, l'unico "vero deterrente è l'arresto degli scafisti". E, in relazione alle parole di Bossi, assicura: "l'uso delle armi resta vietato dal diritto internazionale. Salvare vite umane continuerà ad essere una priorità, non come in Grecia e Spagna". "In alto mare - spiega l'ammiraglio Sicurezza - la Marina continuerà a seguire la Convenzione di Montego Bay che non considerà l'immigrazione clandestina tra le attività perseguibili. Ciò significa che le unità della Marina possono solo fare quella che si chiama 'inchiesta di bandiera', ovvero interrogare la nave e seguirla, mai respingerla o usare le armi. Una volta nelle nostre acque territoriali, invece, l'imbarcazione può essere sequestrata e gli scafisti arrestati".

 

20. IMMIGRAZIONE - A Lucca scrittori migranti tra i più rappresentativi che scrivono in lingua italiana (Redattore Sociale) LUCCA, 16 giugno – Helena Paraskeva, Barbara Serdakowski, Tahar Lamri, Brenda Porster, Egidio Molinas. Sono alcuni degli autori tra più rappresentativi, fra quelli che scrivono oggi in lingua italiana, che saranno presenti al III Seminario italiano degli Scrittori migranti, che si svolge dal 1° al 4 luglio 2003 a Lucca. Dopo il successo delle precedenti edizione, l’iniziativa promossa e organizzata dall'Associazione Sagarana, di cui è direttore lo scrittore brasiliano Julio Monteiro Martins, è aperta a tutti coloro che sono interessati all'argomento (scrittori, giornalisti, studenti e alla cittadinanza intera). Gli incontri si svolgono dalle ore 10,30 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,30 presso il Teatrino del Centro Storico (via S.Andrea, 33) a Lucca. L’ingresso è gratuito.
”A distanza di un anno dal II° Seminario Italiano degli Scrittori Migranti, l'interesse attorno alla letteratura della migrazione è cresciuto enormemente: incontri, seminari, festivals, letture, premi, trasmissioni televisive e radiofoniche, rubriche e nuove testate giornalistiche, iniziative editoriali. – spiegano i promotori - È dunque il momento di riprendere il discorso in maniera seria ed articolata, grazie al contributo degli stessi scrittori migranti e della loro opera, per riaffrontare criticamente tematiche fondamentali, prima fra tutte quella dell'uso della lingua, e nuove esigenze, ed accompagnare consapevolmente un percorso culturale che è già parte del presente della nostra storia letteraria”.

 

21. FRATTINI: chiederemo piu' fondi ue per immigrazione (AGI) - Roma, 14 giu. - Come futuro presidente di turno dell'Unione Europea l'Italia si impegnera' per "ottenere piu' fondi" per contrastare l'immigrazione clandestina. Lo ha detto,nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri Franco Frattini. I 140 milioni di euro stanziati dalla Ue per il prossimo triennio per Frattini sono "insufficienti vista l'ampiezza della sfida". Il responsabile della Farnesina ha detto che la Commissione, proprio su sollecitazione di una proposta italiana, ha trasmesso qualche giorno fa un rapporto nel quale viene fornita una panoramica delle risorse finanziarie in dotazione ai Quindici per contrastare i flussi illegali. Si tratta di un importante capitolo affinche' il tema dell'immigrazione possa diventare un "dossier europeo e non piu' una questione delegata alla buona volonta' dei singoli Stati". Franco Frattini si e' soffermato sulla necessita' di una politica comune anche in materia di rimpatri. Il nostro Paese si sta impegnando per la creazione, condivisa anche da altri Paesi, tra i quali la Gran Bretagna, di un "fondo europeo per i rimpatri che non penalizzi il dato geografico nei Paesi piu' esposti". Al prossimo Consiglio di Salonicco, che segnera' il passaggio del testimone alla guida semestrale della presidenza dalla Grecia all'Italia, sul tavolo sara' anche portato il tema della gestione delle frontiere. L'Italia ritiene indispensabile che la gestione "vada integrata a livello europeo".

 

22. PISANU: lavoriamo per un islam italiano (AGI) - Venezia, 14 giu. - Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, nei giorni scorsi a Venezia, e' tornato sulla questione che riguarda la presenza di moschee e predicatori islamici nel nostro paese. Il ministro ha detto che aldila' delle polemiche, si sta lavorando per la creazione di un islam italiano. "Non ho lanciato minacce a nessuno - ha detto Pisanu riferendosi alle sue dichiarazioni di ieri - ho semplicemente richiamato tutti al dovere di rispettare rigorosamente le leggi dello stato italiano". Alla domanda se per caso il ministro ritenga che ci siano degli imam da allontanare dal nostro paese, Pisanu ha risposto: "non voglio dare giudizi cosi' schematici, bisogna valutare caso per caso. Cio' a cui stiamo lavorando, soprattutto attraverso il dialogo e non attraverso le minacce, e' la creazione di un islam italiano, cioe' un islam che sia perfettamente inserito nella realta' del nostro paese, che ne osservi le leggi, che parli italiano, con imam che predichino nella nostra lingua e facciano delle moschee dei luoghi di preghiera e non, come a volte e' accaduto, dei luoghi di incitazione alla violenza".

 

23. In Piemonte presentato osservatorio sull'immigrazione (AGI) - Torino, 14 giu. -E'stato presentato nei giorni scorsi l'Osservatorio sull'immigrazione, un progetto della Regione Piemonte, realizzato dall'Ires (Istituto ricerche economico sociali) Piemonte in collaborazione con l'Asgi. Si tratta di uno strumento che vuole monitorare la presenza, i bisogni, i processi di integrazione, il lavoro, i problemi degli immigrati presenti in Regione. Vuole inoltre offrire la base di conoscenze necessaria all'elaborazione di proposte efficaci per la gestione dei fenomeni migratori. L'intera attivita' dell'Osservatorio e' pubblicata sul sito www.piemonteimmigrazione.it. Sono sei le aree tematiche principali: Attivita' istituzionali, Legislazione, Attivita' conoscitive, Base dati, Servizi, Novita' e appuntamenti. Inoltre, sul versante dell'analisi statistica sono presenti dati approfonditi su tutte le province della regione. Una parte e'dedicata alla legislazione e curata dall'Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione). Nella sezione "novita'" e dell'area legislativa del sito e' possibile trovare schede che aggiornano sugli aspetti giuridici e della giurisprudenza.

 

24. IMMIGRAZIONE - Turco (Ds): ''I clandestini non aumentano per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari'' (Redattore Sociale) ROMA, 13 giugno – “Aumentano i clandestini non per gli sbarchi, ma perché il governo ha bloccato i flussi e gli ingressi regolari". È la denuncia di Livia Turco, responsabile delle politiche di welfare dei Democratici di sinistra, che oggi promuovono al Centro Congressi Frentani un incontro nazionale sui temi dell’immigrazione, dal titolo “La politica dell’immigrazione, il semestre europeo, i primi effetti della Bossi Fini”. All’iniziativa dei Ds sullo stato delle politiche dell’immigrazione nel nostro paese partecipano rappresentanti dell’associazionismo, magistrati, avvocati, parlamentari, sindacalisti. L’onorevole Turco definisce "decisiva" per l'integrazione la partecipazione politica degli immigrati e il loro diritto di voto a livello locale. Su questo tema i Ds stanno preparando per il mese prossimo un’iniziativa a Roma. In ogni caso per la deputata diessina “la Bossi-Fini è una legge da combattere; cerchiamo di attenuarne i danni, ma se torneremo al governo questa legge è da buttare nel cestino. Riprenderemo in mano la legge 40, che non è stata applicata, e la miglioreremo”. Come? “Potenziando l’istituto dello sponsor, togliendo dalle quote di ingresso il lavoro domestico, facilitando e potenziando i meccanismi d’incontro tra domanda e offerta, prevedendo un vincolo per la quota minima di ingressi annuali, da garantire per legge”. Per Turco, quindi, la Bossi-Fini “è una legge fantasma: mancano i decreti attuativi e il Regolamento”. E sono “sparite totalmente le politiche d’integrazione: invece bisogna interrogarsi su come cambia la qualità della convivenza in Italia, sul rapporto tra italiani e stranieri, sulle modalità in cui costruire la convivenza nella scuola, nei luoghi di lavoro, in ambito sociale”. Inoltre ben 200 ordinanze e 400 quesiti presentati in questi mesi alla Corte Costituzionale in merito all'applicazione della Bossi-Fini, che prevede anche "l'accompagnamento obbligatorio alla frontiera in caso di espulsione. “La convalida cartacea dell’espulsione coattiva con accompagnamento obbligatorio alla frontiera è di difficile compatibilità con l’articolo 13 della Costituzione, perché incide sulla libertà dell’immigrato”, ha notato il giurista Renato Finocchi Ghersi, precisando: “Non viene previsto nessun contraddittorio con l’immigrato, né l’assistenza di un difensore”. Quindi ci si interroga sulla legittimità del trattenimento e dell’accompagnamento coattivo, ma anche dell’arresto obbligatorio (“previsto soltanto per reati gravissimi nell’ordinamento italiano”) quando non è possibile trattenere lo straniero in un centro di permanenza o espellerlo immediatamente: si verifica in questo caso, ad avviso di Ghersi, “un’interferenza tra giudizio penale ed espulsione amministrativa. “È una legge non chiara anche per gli esperti di diritto”, commenta Turco, insistendo: “Per bloccare la clandestinità occorre rendere conveniente l’ingresso regolare”. In materia di regolamentazione dei flussi annuali “il governo si è limitato ad emanare il 20 dicembre 2002 un decreto per l’ingresso di 60mila lavoratori stagionali per il 2003”, ha ricordato Giulio Calvisi, responsabile del settore Immigrazione dei Ds, “ma c’è il rischio che i lavoratori entrino quando le campagne di raccolta sono finite”, a motivo del moltiplicarsi di “impacci burocratici all’ingresso”. Il ministro del Welfare Maroni ha annunciato un decreto flussi per 20mila lavoratori, di cui 8mila stagionali. “Si vuole continuare ad essere, se non si cambia la proposta, un paese a frontiere chiuse dove di entra solo irregolarmente – ha commentato Calvisi -. Di questo passo è sicuro che saltino gli accordi anche con Tunisia e Marocco, e tutta la politica degli ingressi”.

 

25. IMMIGRAZIONE – Stranieri e media: nel 76% dei casi le notizie scaturiscono dalla cronaca e solo nel 6% dei casi il commento è degli stessi immigrati (Redattore Sociale) ROMA, 13 giugno - Le notizie sull'immigrazione nei media? Nel 76% dei casi scaturiscono da episodi di cronaca, sia nelle pagine nazionali che locali; per il 5% compaiono nelle sezioni dedicate alla politica e sono praticamente assenti tra le pagine della cultura e dell’economia. Soltanto nel 6% dei casi a commentare le notizie riguardanti l’immigrazione sono cittadini stranieri mentre nella quasi totalità degli articoli le persone intervistate e citate sono di nazionalità italiana. Sono queste le anticipazioni di una ricerca realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nell’ambito di un progetto Equal. Iniziato nell’ottobre 2002, lo studio si concluderà nei prossimi mesi (settembre 2003) ed ha l’obiettivo di approfondire e analizzare la rappresentazione mediale della presenza straniera in Italia e, contemporaneamente, verificare come tale immagine concorra effettivamente alla costruzione dell’opinione pubblica. Tale ricerca è parte del più ampio progetto Etnequal Social Communication, finanziato nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Equal, che vede impegnati Amnesty International – Sezione Italiana, la Caritas Diocesana di Roma, il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma “La Sapienza” - Osservatorio sulla Comunicazione Sociale e dell'Editoria del Terzo Settore, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Galgano International e la RAI. Il progetto ha come obiettivo generale di contribuire a contrastare il pregiudizio e l’intolleranza diffusa nei confronti degli immigrati, attraverso i canali dell’informazione e della comunicazione di massa, facilitando l’inserimento e l’accesso dei soggetti deboli nel mercato del lavoro. Fenomeni quali intolleranza, discriminazione, e conseguente emarginazione, nei confronti degli immigrati scaturiscono spesso da un’informazione insufficiente e a volte parziale, da una conoscenza superficiale degli stranieri, del loro modo di essere in rapporto alla cultura dei paesi di origine e dei problemi che si pongono in relazione ad un positivo inserimento nella società italiana, oltre che da pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni. Tutto ciò può provocare diffidenza, timore e a volte un’ingiustificata sensazione di pericolo in quanti vengono a contatto, nella vita quotidiana, con gli stranieri che si trovano in Italia. La ricerca è una delle fasi principali del progetto, insieme alla Formazione e Comunicazione. La fase della formazione, curata dalla Caritas Diocesana di Roma in collaborazione con Amnesty International – Sezione Italiana, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma e dalla Federazione Nazionale della Stampa, ha visto momenti di incontro e dibattito in centinaia di scuole, tra gli operatori di Pubblica Sicurezza e con gli Operatori della comunicazione (Ordini regionali dei giornalisti, circoli della stampa, scuole di giornalismo). Mentre la comunicazione vedrà impegnata la RAI che, a partire dal gennaio 2004, attraverso un piano di interventi realizzati all’interno di programmi radiofonici e televisivi, cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della lotta al razzismo e alla discriminazione.

 

26. IMMIGRAZIONE - A fine anno la domanda di lavoratori stranieri sarà di circa 224mila persone. Stima dell'Unione Camere di commercio (Redattore Sociale) ROMA, 13 giugno – A fine anno la domanda di lavoratori stranieri si aggirerà intorno alle 224mila persone (erano quasi 164mila nel 2002, sfioravano quota 150mila nel 2001): il 33% del totale delle assunzioni previste dalle imprese con dipendenti, secondo le stime dell'Unione italiana delle Camere di commercio. Quindi un neoassunto su 3 potrebbe essere immigrato. Ma tra quote stagionali e decreto flussi (in attesa del successivo) nei primi mesi del 2003 sono arrivati in Italia 83mila lavoratori stranieri. A snocciolare i dati è Ugo Girardi, vicesegretario di Unioncamere, durante l’incontro nazionale promosso oggi dai Ds al Centro Congressi Frentani sul tema “La politica dell’immigrazione, il semestre europeo, i primi effetti della Bossi Fini”. L’indagine annuale “Excelsior” di Unioncamere evidenzia le “esigenze di professionalità previste dalle imprese”, attraverso precise rilevazioni sui fabbisogni occupazionali relativi al personale in arrivo da paesi extracomunitari. Secondo i dati messi a punto in questi giorni, l’area da cui proviene la maggiore richiesta di personale non italiano è il nord-est (37,2% delle assunzioni previste quest’anno); seguono il nord-ovest (35,2%), il centro (32,5%) e il mezzogiorno (27,5%). Circa il 60% delle assunzioni previste nel corso del 2003 riguarda il settore dei servizi (132mila posti), in particolare servizi di pulizie, in cui gli stranieri sarebbero il 59,8% degli assunti. Anche nel settore sanità e dei servizi sanitari privati la quota di immigrati da assumere è molto alta (55,6%), così come nel settore turistico, degli alberghi e ristoranti (43,1%). Nelle attività industriali le richieste sono state 30mila per quanto riguarda le costruzioni, 15mila nelle industrie dei metalli, 10mila in quelle meccaniche e dei trasporti, mentre nelle industrie di gomma e materie plastiche gli stranieri rappresentano il 40,2% del totale delle assunzioni in cantiere per il 2003.
In Italia, dunque, cresce una “domanda strutturale di lavoro immigrato – evidenzia Girardi -, non solo per esigenze stagionali o per bassa manovalanza, ma anche – in prospettiva – per profili e figure professionali legati a nuovi bisogni sociali”. Si acuiscono, allo stesso tempo, le difficoltà delle imprese nel reperire i “bad jobs”, cioè i lavoratori “di basso profilo”, la cui occupazione è caratterizzata dalle “3 d: dirty, dangerous, demanding”. Infatti, anche se il nostro paese “ha affiancato Lussemburgo e Austria nei paesi in cui il tasso di attività degli stranieri risulta superiore a quello dei locali, il sistema Italia chiede prevalentemente stranieri a bassa qualifica”, osserva Girardi, convinto dell’opportunità di “varare politiche attive per ‘attrarre cervelli’ e non solo braccia, investendo sul personale straniero ‘high skilled’, con minori difficoltà di inserimento e integrazione sociale”.
Intanto aumentano nell’ultimo triennio – con un trend di circa +20% all’anno - le imprese che hanno come titolare un immigrato: 125.457 lo scorso anno, erano 105.548 nel 2001 e 85.049 nel 2000. Le imprese straniere fioriscono soprattutto al nord-ovest (35.139, il 28% del totale degli imprenditori immigrati in Italia); seguono il Mezzogiorno (26,4%), il centro (23,6%), e il nord-est (22%). Gli imprenditori provengono prevalentemente da Marocco, Cina, Albania, Senegal, ma anche Tunisia ed Egitto; fanno i commercianti nel 34,7% dei casi, ma sono numerose anche le imprese di costruzioni (24,2%) e di manifattura (12,1%).