Rassegna Stampa

Venerdì 30 maggio 2003

 

1.    IMMIGRAZIONE - Lavoro in Piemonte: incidenza sotto la media nazionale; prevale la presenza di Maghrebini (Redattore sociale)

2.    IMMIGRAZIONE - Cifre, leggi, bisogni, integrazione. Tutto sugli immigrati nel nuovo Osservatorio del Piemonte (Redattore Sociale)

3.    LAVORO - Gli immigrati stagionali non bastano alle aziende italiane. La denuncia delle associazioni dei coltivatori diretti (Redattore Sociale)

4.    IMMIGRAZIONE - ''Terre di mezzo'' racconta le storie dei venditori ambulanti di spiaggia (Redattore Sociale)

5.    IMMIGRAZIONE: Mantovano, e' presto per bilancio Bossi-Fini processo di regolarizzazione si concludera' a fine 2003 (ANSA)

6.    Una ricerca di Macioti e Pugliese offre nuovi contributi sul tema delle migrazioni (Migra)

7.    Rapporto annuale dell'Istat: meta' del lavoro extracomunitario e' nell'industria (Stranieri in Italia)

8.    Proposta europea per il diritto alla salute di tutti cittadini presenti sul territorio europeo (Migra)

9.    IMMIGRAZIONE – Oltre 14mila le donne filippine a Roma. Un convegno internazionale indaga sul processo di integrazione (Redattore Sociale)

10.         IMMIGRAZIONE - Assistenza sanitaria agli stranieri, migliorano le politiche locali. Parla Salvatore Geraci (Simm) (Redattore Sociale)

11.         IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5 stranieri quando sara' a regime regolarizzazione ancora in corso (ANSA)

12.         IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5 stranieri (2) (ANSA)

13.         Immigrazione: una scuola a Napoli per formare le badanti (Stranieri in italia)

14.         NOMADI - ''Vite costrette'', viaggio fotografico sulla vita al Poderaccio, campo rom fiorentino (Redattore Sociale)

15.         La Cgil: "Il Governo lasci partire i polacchi per il voto sul referendum sull'adesione all'Unione europea" (Stranieri in Italia)

16.         IMMIGRAZIONE: extracomunitari in Italia -4% con allargamento primi effetti sulla mobilita' dei cittadini di nuovi 10 paesi ue (ANSA)

17.         IMMIGRAZIONE: Ambasciatore USA, guerra a traffico di persone rappresentante presso Santa Sede a conferenza ICOSIT a Benevento (ANSA)

18.         IMMIGRAZIONE - Passerini (Corriere Lavoro): ''Politica governativa cinicamente orientata a concepire l'immigrazione come un fenomeno di ordine pubblico'' (Redattore Sociale)

19.         IMMIGRAZIONE - Ottavo rapporto Ismu sulle migrazioni: gli immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni in Italia, ma al Nord è straniero un assunto su quattro (Redattore Sociale)

20.         AMNESTY: in Europa diffusi atteggiamenti discriminatori in Italia maltrattamenti e leggi contro immigrati (ANSA)

21.         "Migranti", in un libro di Claudio Camarca il dramma dell'umanità in cammino. Nell'opera edita da Rizzoli le tante storie di un lungo viaggio verso l'Italia (Inform)

22.         IMMIGRAZIONE - Aggressione a Napoli al ''Mar Rosso'', il ristorante di immigrati più noto dei Quartieri Spagnoli. Camorra o razzismo? (Redattore Sociale)

1. IMMIGRAZIONE - Lavoro in Piemonte: incidenza sotto la media nazionale; prevale la presenza di Maghrebini (Redattore sociale) TORINO, 30 maggio – Nel 1999 erano quasi 30.000, pari al 3,5% del totale, gli stranieri regolarmente assunti in Piemonte, più che triplicati nel giro di dieci anni, dato che nel 1989 erano solo 8.500. Sono dati che emergono dalla prima ricerca monografica condotta dall’Osservatorio sull’Immigrazione della Regione Piemonte, presentato ieri a Torino. Si tratta di un’elaborazione su dati INPS: una fonte che certamente garantisce attendibilità anche se a oggi l’archivio dati arriva solo al 1999. “Crediamo che sia fondamentale utilizzare questa base dati – spiega l’avvocato Mario Santoro presidente dell’IRES - per conoscere le trasformazioni sul medio-lungo periodo del mercato del lavoro piemontese e le dinamiche che lo caratterizzano”. Appare così che la percentuale piemontese di dipendenti stranieri al 1999 era al di sotto della media nazionale del 4% mentre quella del Veneto risulta del 6,5%. In Piemonte la stragrande maggioranze (80.66%) degli stranieri dipendenti ha la qualifica di operaio, mentre la percentuale di impiegati è solo del 13,17% e quella dei dirigenti del 3,7%. Circa il 40% dei lavoratori stranieri viene dall’Africa mediterranea, il 32% dai Paesi dell’Europa dell’Est (nel 1990 erano solo il 12%) e il 18,11% dall’Africa non mediterranea. Rispetto alle medie nazionali si registra una maggiore presenza di lavoratori dai Paesi del Maghreb, mentre a livello nazionale i dipendenti provenienti dalla Africa non mediterranea arrivano a rappresentare la quota del 25%. Dalla ricerca emerge anche come siano le aziende medio-piccole a presentare il maggior numero di lavoratori stranieri: in Piemonte circa il 70% dei dipendenti immigrati lavora infatti in imprese con meno di 50 dipendenti. “In estrema sintesi – ha spiegato Claudia Villosio che ha curato la ricerca – potremmo dire che il lavoratore straniero assunto in Piemonte è giovane, maschio e fa l’operaio. Il suo rapporto di lavoro è caratterizzato da un maggiore turn-over, mentre il tempo che intercorre tra il passaggio da un posto di lavoro a un altro è più lungo che per la media degli italiani”. Dai dati presentati appare anche come in concomitanza di tutte le sanatorie realizzate nel passato si è verificato un “balzo in avanti” del numero dei lavoratori, tanto che è facile prevedere che anche in occasione di quest’ultima, della quale non si conoscono ancora gli esiti definitivi, il panorama piemontese e nazionale risulterà notevolmente mutato.

 

2. IMMIGRAZIONE - Cifre, leggi, bisogni, integrazione. Tutto sugli immigrati nel nuovo Osservatorio del Piemonte (Redattore Sociale) TORINO, 30 maggio - E’ stato presentato ieri sera l’Osservatorio sull’immigrazione, un progetto della Regione Piemonte, realizzato dall’Ires (Istituto Ricerche economico sociali) Piemonte in collaborazione con l’ASGI. Si tratta di uno strumento che vuole monitorare la presenza, i bisogni, i processi di integrazione, il lavoro, i problemi degli immigrati presenti in Regione. Vuole inoltre offrire la base di conoscenze necessaria all’elaborazione di proposte efficaci per la gestione dei fenomeni migratori. Marcello La Rosa, direttore dell’IRES, spiega il senso dell’iniziativa: “Non esiste osservatorio senza un coinvolgimento dei soggetti interessati dalle ricerche. Per questo intendiamo essere un catalizzatore di tutti servizi pubblici, le iniziative, progetti, le associazioni che operano a contatto con il fenomeno migratorio in Piemonte”. L’intera attività dell’Osservatorio è pubblicata sul sito www.piemonteimmigrazione.it. Sono sei le aree tematiche principali: Attività istituzionali, Legislazione, Attività conoscitive, Base dati, Servizi, Novità e appuntamenti. Un modo per raccogliere tutto il materiale esistente, mentre interventi e ricerche originali dell’IRES sono previsti solo per produrre nuove conoscenze o per analizzare fenomeni non ancora noti. Inoltre sul versante dell’analisi statistica sono presenti dati approfonditi su tutte le province della regione che spesso passano in secondo piano rispetto a quelli torinesi. Una delle parti più originali del sito è quella relativa alla legislazione e curata dall’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione). Si tratta infatti di una materia che necessita di continui aggiornamenti, basti pensare che il regolamento attuativo della nuova legge, la “Bossi –Fini”, previsto per il marzo scorso, è stato annunciato per giugno, mentre presto sarà pubblicato il decreto sui flussi per quest’anno. Inoltre su singole questioni vengono inviate periodicamente circolari interpretative. Nella sezione “novità” e dell’area legislativa del sito è possibile trovare schede che aggiornano sugli aspetti giuridici e della giurisprudenza. “Sono ormai in molti – ha aggiunto l’avvocato Lorenzo Trucco presidente dell’ASGI – i soggetti che rispetto alla questione immigrazione si trovano ad affrontare questioni giuridiche complesse. Assistenti sociali, educatori, datori di lavoro, sindacalisti, mediatori culturali perché la legislazione sull’immigrazione, riguardando la vita stessa, è necessariamente interdisciplinare. Sul sito si troveranno i testi delle norme, ma anche delle schede suddivise per argomento che in modo chiaro, ma rigoroso possano spiegare anche a operatori non strettamente ‘tecnici’ del diritti i diversi aspetti delle leggi”.

 

3. LAVORO - Gli immigrati stagionali non bastano alle aziende italiane. La denuncia delle associazioni dei coltivatori diretti (Redattore Sociale) MILANO, 30 maggio - Le 60mila quote di permessi di soggiorno per lavoro stagionale, stabilite dal Governo per il 2003, non sono sufficienti per le necessità delle aziende italiane. Ne servirebbero almeno altre 15 mila. A dirlo, con toni più o meno espliciti, sono le stesse associazioni di settore dei coltivatori diretti. Lo rivela il numero di giugno del giornale di strada "Terre di mezzo" (n.104), in vendita da domani, 30 giugno, sulle strade e nelle piazze di Milano, Roma, Genova e Trieste. L'intero numero di "Terre di mezzo" è dedicato alle vacanze e ai viaggiatori "alternativi". Cioè a tutti coloro che durante l'estate viaggiano, ma non lo fanno propriamente per andarsi a riposare. Il viaggio alternativo di "Terre di mezzo" inizia dalla campagna; 30mila dei 60mila permessi di soggiorno per lavoro stagionale stabilite dal Governo per il 2003, sono riservati alle aziende agricole. D'estate, da giugno a settembre, sono in programma le raccolte di mele (Trentino Alto Adige), fragole (Romagna), Tabacco (Campania e Toscana), uva, pomodori, dove la manodopera è in gran parte extracomunitaria. Decine di migliaia di stranieri viaggiano così d'estate verso il nostro Paese, per lavorare nelle nostre campagne. "Le quote programmate dal Governo a gennaio sono insufficienti ­spiega Claudia Merlino, responsabile per il lavoro di Cia, Confederazione italiana agricoltori, che raggruppa 80mila imprese agricole-. Ne servirebbero almeno altri 15 mila, da dividere tra Veneto, Toscana e Campania. E al più presto, visto che gli stagionali lavorano a raccolte che si fanno d'estate e i tempi burocratici per far arrivare lo straniero nell'azienda si aggirano intorno ai 40 giorni". Coldiretti, federazione d'agricoltori più vicina al Governo, non nega le difficoltà: "Entro la fine dell'anno solo nel Casertano avremo bisogno di altri 1.500 stagionali, da utilizzare per la coltivazione del tabacco", spiega Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Caserta. Nella provincia campana si coltiva il 60% della produzione nazionale di tabacco Berley, quello delle sigarette. Non riuscire a raccogliere e lavorare le foglie di tabacco, sarebbe per il comprensorio un guaio economico. Salta agli occhi un dato: all'intera regione Campania, per il 2003, sono state assegnate solo 500 quote di stagionali, contro le 1.353 dell'anno precedente. Ma a fronte di una diminuzione di quote, non sono diminuite le necessità degli agricoltori: "All'ufficio provinciale del lavoro di Caserta giacciono 600 richieste per lavoratori stagionali, depositate da imprenditori locali, richieste tuttora inevase- ci tiene a sottolineare De Concilio. Che aggiunge-: la richiesta di un lavoratore stagionale, in Campania, va valutata positivamente e incoraggiata". Antifona: in una terra dove il lavoro nero è molto frequente, se non vengono concessi permesso di lavoro stagionale, la frutta non marcisce sugli alberi; per raccoglierla si tornerà al lavoro nero e ai braccianti clandestini.

 

4. IMMIGRAZIONE - ''Terre di mezzo'' racconta le storie dei venditori ambulanti di spiaggia (Redattore Sociale) MILANO, 30 maggio - "Per combattere il fenomeno dei venditori abusivi sui 15 chilometri di spiaggia di nostra competenza, il Comune di Rimini riproporrà anche quest'anno l'ordinanza che colpisce chi dà alloggio ai clandestini". Lo afferma, alla vigilia della stagione estiva, Stefano Vitali, assessore ai Servizi sociali e alla Polizia municipale del Comune di Rimini. La scorsa estate un'ordinanza del Comune (protocollo 111487 B, del 24.6.2002) vietava a chiunque di "fornire alloggio" ai cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno, escludendo il caso limite dell'assistenza umanitaria. All'affittuario spettava l'obbligo di controllare i documenti dell'ospite. In caso d'infrazione il reato diventava penale (articolo 650 del codice) e prevedeva l'arresto fino ai tre mesi. "Terre di mezzo", il giornale di strada si occupa su questo numero di giugno dei venditori di spiaggia, proponendone le storie e raccontando la loro vita, spesso molto faticosa, sui litorali dello Stivale. "L'ordinanza riminense ha il merito di andare alla radice del problema spiega l'assessore Vitali-: si colpisce in primo luogo chi sfrutta gli ambulanti. È stato un bel pugno nello stomaco per la città. Perché a dare gli appartamenti in affitto, spesso in stato d'assoluto degrado, erano i cittadini di Rimini". Caso esemplare: la scoperta di 107 cingalesi ospitati in due appartamenti da 60 metri quadri in un palazzo signorile del quartiere elegante della città. "Abbiamo mostrato alla stampa le foto degli ambienti racconta Vitali-, sconcertando l'opinione pubblica. Il titolare dell'appartamento è stato denunciato. I cingalesi sono tornati a Roma, città da cui provenivano". Nel mese di agosto Rimini, che conta in periodo invernale 130 mila abitanti, arriva a toccare quota 700 mila persone. L'aumento degli immigrati è proporzionale: "Arriviamo ad avere 50-60 ambulanti che vendono contemporaneamente sulle nostre spiagge spiega Vitali-; abbiamo verificato che fermarli e controllarli diventa molto difficile in spiaggia; loro scappano e i bagnanti di solito li difendono. L'ordinanza che vieta ai cittadini di dar loro l'alloggio invece colpisce il fenomeno in modo preventivo, andando a controllare gli extracomunitari lontano dalla spiaggia".

 

5. IMMIGRAZIONE: Mantovano, e' presto per bilancio Bossi-Fini processo di regolarizzazione si concludera' a fine 2003 (ANSA) - ROMA, 29 MAG - "E' ancora presto per fare un bilancio della Bossi-Fini perché la legge deve ancora andare a pieno regime, mancano i decreti-flusso che possono essere soltanto il frutto di contatti prolungati e consolidati con gli enti territoriali, con le Regioni e con le associazioni coinvolte". Lo ha dichiarato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a margine della presentazione romana, dopo quella di ieri a Milano, dell'ottavo rapporto sulle migrazioni predisposto dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità). "L'unico bilancio molto provvisorio che si può trarre è sotto il profilo della regolarizzazione, un processo che sta conoscendo dei tempi molto più celeri di quelli che si potevano immaginare a fronte della complessità e dell'ampiezza delle domande e che sarà completato entro il mese di dicembre del 2003. Questo vuol dire - spiega il sottosegretario - che in un anno noi riusciremo a trattare oltre 700mila domande e, a parte i casi di inammissibilità per carenza di documenti o per precedenti penali del lavoratore, a ciascuna di queste domande corrisponderà un contratto di lavoro regolare, un'assistenza contributiva e sanitaria, in un contesto di sicurezza e con il pagamento delle tasse da parte di questi onesti lavoratori. Credo che sia - continua - il primo risultato tangibile di uno sforzo per governare il fenomeno e per riportare in regola ciò che era irregolare". Sull'interpellanza presentata all'inizio del mese da Livia Turco, dei Ds, per la mancata emanazione dei regolamenti attuativi della Bossi-Fini, Mantovano riconosce che "effettivamente sono scaduti i termini per varare questi regolamenti, ma si tratta di provvedimenti molto complessi e i termini per il loro varo sono comunque ordinatori e non perentori. Tutti sono a buon punto e, comunque, a suo tempo i regolamenti della Turco-Napolitano sono arrivati con un ritardo di anno e mezzo dal varo della legge". Positivo infine il giudizio sull'operato del governo nel contrasto all'immigrazione irregolare, dove "i dati sulle espulsioni effettive parlano da sé. C'é un aumento degli accompagnamenti nei luoghi di origine, cui corrisponde una drastica riduzione negli arrivi nei primi mesi del 2003". Il merito, per il sottosegretario, va "ai rapporti di collaborazione molto più stretti ed efficaci con Albania e Turchia la zona adriatica, mentre sul Canale di Sicilia efficace si è rivelata la rete di controlli più stretta. Anche se in questa zona - conclude Mantovano - la collaborazione con gli Stati limitrofi va perfezionata e su questa strada stiamo lavorando, in particolare con la Tunisia e la Libia".

 

6. Una ricerca di Macioti e Pugliese offre nuovi contributi sul tema delle migrazioni (www.migranews.net), 29 maggio. Il libro L’esperienza migratoria, immigrati e rifugiati in Italia (Laterza, Bari, 2003) è stato presentato a Roma, nell’ambito del convegno intitolato «In Italia da Terre lontane. Tendenze al ritorno o al radicamento da parte dei flussi migratori?». Il volume è scritto a quattro mani da Maria Immacolata Macioti, docente di Sociologia e Sociologia delle religioni presso l’università di Roma La sapienza, e da Enrico Pugliese, docente di Sociologia del lavoro all’università di Napoli Federico II. L’opera affronta problemi fondamentali come quelli dei diritti sociali e della divisione del mercato del lavoro per settori e in relazione ai Paesi di origine. Dà inoltre ampio spazio all’analisi dell’immigrazione femminile, specialmente parlando di donne di provenienze diverse e delle loro esperienze, delle difficoltà di adattamento, dell’impatto con la lingua italiana, il primo scoglio da superare per sopravvivere. Un’esperienza che, dopo 20 anni, viene ancora oggi vissuta dalle migranti, anche se le loro storie ora sono diverse. Appare cruciale anche il capitolo sulle mutilazioni genitali femminili, un tema che viene citato raramente in ambito universitario, e perfino nel mondo della sanità. Importante è anche il capitolo sulle religioni, specialmente nella parte relativa all’Islam trapiantato in Italia; e quello sui rifugiati. Il testo è arricchito da un'ampia nota cronologica riferita ai flussi migratori, alla questione dei diritti umani, alla normativa italiana ed europea. Nel corso della presentazione del volume, avvenuta la mattina del 12 maggio, Amedeo Piva (ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma) ha dimostrato particolare apprezzamento per il capitolo dedicato alle forme di comunicazione fra gli immigrati e i Paesi d’origine, alla letteratura sull’immigrazione e all’uso della lingua dei Paesi ospitanti, auspicando la nascita di politiche integrate per la cooperazione culturale fra immigrati e popolazione ospitante. Al dibattito ha preso parte anche Annamaria Rivera, dell’università di Bari che ha apprezzato soprattutto lo spessore storico dell’opera, laddove dimostra come l’attuale sentimento di timore e preoccupazione, manifestato dall’opinione pubblica di fronte al crescere dei flussi migratori, non sia un fenomeno inevitabile, bensì alimentato da certi media e forze politiche per specifici interessi. Ne deriva una politica di contenimento e repressione irrazionale e inadeguata alla risoluzione del problema - dice Rivera, - mentre il processo di globalizzazione mondiale, nella sua costante opera di distruzione dei vecchi equilibri territoriali e sociali, continua a generare conflitti e di conseguenza migrazioni. Il convegno «In Italia da Terre lontane….» si è articolato in tre sessioni: la prima il 12 maggio, dedicata alla riflessione generale sul tema; la seconda a seguire, sulle esperienze di ricerca; e la terza, il giorno successivo, a proposito del modo in cui l’immagine degli immigrati viene presentata dai media. Era presente un vasto pubblico di ricercatori, docenti, pubblici amministratori, psicologi, studenti, scrittori e giornalisti. Il sociologo Franco Ferrarotti ha aperto gli interventi sottolineando come questo convegno sia diventato ormai un importante appuntamento di riflessione sul tema della convivenza fra culture e di integrazione degli individui. Dopo di lui hanno parlato Catherine Withol de Wenden su «Nuove tendenze dei flussi migratori in Francia», Maurizio Ambrosini sugli sviluppi e contraddizioni del modello italiano di immigrazione, Giorgio Alessandrini illustrando «Gli indici di inserimenti degli immigrati in Italia: aspetti generali e territoriali» e infine Antonio Ragonesi a proposito del progetto Integra. Nel pomeriggio sono intervenuti: Enrico Pugiese sul tema «La stabilizzazione degli immigrati, lavoro, famiglia, servizi», Yang Jyieng (direttrice del periodico bilingue italiano-cinese Il tempo Europa Cina), Christopher Hein su «Rifugiati: dinamiche di integrazione e processi di radicamento», Luigi Perrone su «Il ritorno come radicamento» e ancora Domenico Maddaloni, Giuseppe Ponzini, Elena Spinelli, Pilar Saravia e Milena Gammaitoni. Sono stati presentati inoltre l’edizione in lingua inglese del dossier Caritas sull’immigrazione, e il numero 143-144 della rivista La critica sociologica dedicato a “Migrazioni e politiche del Welfare in Usa e in Europa”. Nel corso della terza sessione si è svolto l’atteso dibattito sul tema dell’immagine dell’immigrato, al quale hanno partecipato fra gli altri: Marco Binotto (progetto Etnequal social communication), Corrado Giustiniani (Il messaggero), Sabrina Bergamini (Miris), Idris Sanneh (commentatore sportivo), Salah Methnani (Rainews 24), Laurent De Bai (conduttore televisivo) e Monica Goracci (Oim).

 

7. Rapporto annuale dell'Istat: meta' del lavoro extracomunitario e' nell'industria (Stranieri in Italia), 29 maggio - Il Rapporto annuale dell'Istat ha analizzato come il settore dell'industria assorbe meta' dell'occupazione dipendente extracomunitaria. All'interno del comparto industriale, la manodopera extracomunitaria e' concentrata prevalentemente nella metallurgia e nella meccanica. Nei servizi i comparti nei quali e' piu' marcata la presenza di extracomunitari sono quelli alberghiero e della ristorazione, dove presta la propria opera circa un terzo degli occupati e quello dei servizi di pulizia (circa 25%). Il numero dei lavoratori extracomunitari regolari - in base agli archivi Inps - risulta pari a 215.988 nel 1999, a 224.687 nel 2000 e 276.978 nel 2001. Tuttavia, in 3 anni, a fronte di un incremento complessivo del 28,2% dell'occupazione extracomunitaria, la composizione percentuale non subisce significative alterazioni. Solo i settori dei trasporti (+41,7%) e degli altri servizi (+56,3%), grazie anche al lavoro interinale, registrano una dinamica occupazionale piu' accelerata. L'Istat segnala inoltre che in tutti i settori analizzati, tra il 1999 e il 2001, le retribuzioni degli extracomunitari crescono a un ritmo significativamente piu' lento rispetto a quelle del totale dei dipendenti. Di conseguenza il gap tra le due retribuzioni messe a confronto tende a ampliarsi. La differenza piu' elevata si registra nelle attivita' immobiliari, altre attivita' professionali e imprenditoriali a causa della forte concentrazione di extracomunitari in alcuni comparti a bassa retribuzione, quali i servizi di pulizia e il lavoro interinale. Per contro, il differenziale retributivo piu' contenuto, pari a 8,5 punti percentuali, si rileva nel settore degli alberghi e ristoranti.

 

8. Proposta europea per il diritto alla salute di tutti cittadini presenti sul territorio europeo (www.migranews.net), 29 maggio - Al via la raccolta di adesioni promossa dall’associazione volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di stranieri e nomadi (Naga) di Milano, dall’area sanitaria della Caritas e da Oikos di Bergamo, con il patrocinio della “Società italiana di medicina delle migrazioni”. L’obiettivo è fare approvare ai membri dell'Unione europea una direttiva volta all'affermazione del diritto alla salute per ogni individuo presente sul territorio dell'Unione (sul modello della legge già in vigore in Italia). Il portavoce dell’iniziativa Pierfranco Olivani invita «in primis» le associazioni socio-sanitarie a prendere parte alla raccolta firme e alla diffusione di materiali. info: www.naga.it; www.oikos.org

 

9. IMMIGRAZIONE – Oltre 14mila le donne filippine a Roma. Un convegno internazionale indaga sul processo di integrazione (Redattore Sociale) ROMA, 29 maggio - Quante sono, dove abitano, lavorano. Come avviene e a che punto è il processo di integrazione delle donne filippine a Roma, la città europea che ne ospita il maggior numero. Questo uno dei temi al centro di “Gendered cities; identities, activities, network, a life corse approach” convegno internazionale che si apre domani presso il Palazzetto Mattei di Villa Celimontana, in via della Navicella 12. Un’iniziativa, organizzata dalla Commissione Geografia e studi di genere dell’Unione Geografica Internazionale, a cui parteciperanno 37 docenti universitari di 20 diversi paesi del mondo. Dagli Stati Uniti al Bangladesh. Dall’Iran alla Finlandia. Dalla Svizzera, da Taiwan come dalla Cina e dalla Nuova Zelanda. (www.homeofgeography.org) L'intenso programma dei lavori affronterà gli argomenti che riguardano il rapporto tra la città e la sua popolazione, analizzata da un punto di vista di genere. Il modo attraverso il quale le donne diventano sempre più protagoniste nel condizionare lo sviluppo urbano della città, la distribuzione e la qualità dei servizi, lo spazio etnico e la mobilità. Filo conduttore della conferenza, il ruolo delle diverse fasi di vita delle donne-bambine, adulte, anziane- nell'identità, nelle attività e nelle relazioni che si esplicano nello spazio urbano. Secondo la ricerca, realizzata dalla professoressa Flavia Cristaldi, del Dipartimento di Geografia Umana alla Sapienza e parte di uno studio che mette a confronto la realtà delle donne filippine nelle città di Roma e Toronto (realizzato in collaborazione con il professor Joe Darden dell’università del Michigan) un’analisi dettagliata sulla prima comunità migrante per numero di presenze della capitale, sui 163.170 stranieri residenti a Roma, 22.195 sono i rappresentanti della comunità filippina, di cui 14.238 donne. (I numeri, relativi all’anno 2000, si riferiscono soltanto agli iscritti all’anagrafe comunale, residenti nelle 155 zone urbanistiche, suddivisioni territoriali dei 19 municipi della capitale). Un presenza ancora molto al femminile quella della comunità filippina a Roma, con un’incidenza di 1,78 donne per ogni rappresentante della componente maschile. Una proporzione che viene superata soltanto dalle donne di origine peruviana, il dato corrispondente è di 1,92 rispetto ad una presenza numericamente molto inferiore, 7.426 peruviani, di cui 4.891 donne. Una presenza giovane, concentrata prevalentemente nel centro cittadino e nel quadrante nordovest. Impiegate soprattutto nel lavoro domestico presso le famiglie, la cura dei bambini e degli anziani, le donne filippine a Roma hanno in larga maggioranza tra i 25 e i 55 anni. Persone spesso single, il 53,6% è nubile mentre nel caso degli uomini il 51,5 per cento risulta sposato. Un progetto migratorio in generale non definitivo che prevede, nella maggioranza dei casi, il ritorno in patria una volta terminata l’attività lavorativa. Scarsa è, infatti, la presenza delle anziane e basso anche il numero di figli, in aumento solo negli ultimi anni dopo la possibilità del ricongiungimento familiare. Bambini che in buona parte rimangono a Roma nei primi anni di vita (due risultano i centri organizzati per l’accudimento dei piccoli durante l’orario di lavoro delle madri, uno in centro vicino alla stazione Termini e uno nel quartiere Prati) e vengono spesso mandati a studiare nel paese di provenienza una volta arrivati all’età scolare. Emblematico da questo punto di vista il crollo delle presenze dei giovani tra i 10 e i 24 anni d’età. Un aspetto che sottolinea l’importanza che assume l’acquisizione della cultura d’origine nell’ambito di un progetto migratorio non inteso come definitivo. Una comunità quella filippina in larga maggioranza di religione cattolica che a Roma, centro del cattolicesimo, trova una buona accoglienza. Sono, infatti, ben 38 i centri filippini ospitati in chiese e parrocchie sparsi sull’intero territorio della città e numerose le piazze luogo di ritrovo nei giorni non lavorativi. In particolare il giovedì pomeriggio, oltre alla domenica Dieci risultano, inoltre, le diverse associazioni alle quali fanno riferimento i rappresentanti della comunità filippina, con una larga diffusione che dipende soprattutto dallo specifico approccio culturale e sociale.

 

10. IMMIGRAZIONE - Assistenza sanitaria agli stranieri, migliorano le politiche locali. Parla Salvatore Geraci (Simm) (Redattore Sociale) ROMA, 29 maggio– Migliorano le politiche locali per l'assistenza sanitaria agli immigrati, anche se le leggi regionali in materia registrano ritardi soprattutto al sud: solo la Puglia ha emesso una normativa adeguandosi a quella nazionale. “Dopo la Bossi-Fini alcune regioni hanno emanato circolari o delibere precisando che gli stranieri extracomunitari che hanno fatto domanda di regolarizzazione possono iscriversi temporaneamente al Ssn”, precisano Salvatore Geraci e Barbara Martinelli, dell'Area sanitaria Caritas diocesana di Roma e della Società italiana di medicina delle Migrazioni, presentando lo scenario nazionale e le politiche locali per l’assistenza sanitaria agli immigrati nel quadro legislativo attuale. Il “vero cambiamento” in questo ambito si è verificato, per gli autori, con l’emanazione della legge n.40/1998, “che ha permesso di passare da un’ottica di gestione dell’emergenza e del contingente ad una gestione organica e programmatica”. Tuttavia un ulteriore cambiamento si è verificato con l’emanazione della Bossi-Fini, che ha modificato in diversi ambiti il Testo unico sull’immigrazione. “Fortunatamente però gli articoli sull’assistenza sanitaria non sono stati cambiati”, commentano Geraci e Martinelli. “Tuttavia affinché il diritto formale (possibilità di accesso) garantito dalla legge si trasformi in diritto reale (fruibilità delle prestazioni) è indispensabile un’efficace politica sanitaria a livello locale”, commentano gli autori. La maggior parte delle leggi regionali sono state emanate nel 1990; dopo l’uscita del Testo Unico solo la Puglia ha emanato una nuova legge regionale sull’immigrazione (in cui però manca un riferimento specifico all’ambito sanitario), mentre l’Emilia Romagna ha prodotto un disegno di legge che è stato poi ritirato e la Provincia di Trento è l’unica ad aver presentato nel maggio 2001 un ddl (“Politiche per l’integrazione degli stranieri e la convivenza interculturale”) in cui è ampiamente trattato il tema della salute e nell’ambito dell’assistenza agli stranieri non iscritti al Ssn è previsto un ampliamento degli ambiti garantiti rispetto all’attuale normativa nazionale (prevenzione, cura e riabilitazione dei tossicodipendenti, persone con Hiv e tutela della salute mentale). Diverse regioni, “pur non avendo emanato una nuova legge regionale sull’immigrazione, hanno cominciato a recepire le nuove direttive nazionali attraverso iniziative a carattere locale, concretizzatesi in delibere con specifica volontà propositiva e organizzativa, circolari di chiarimento amministrativo e note di tipo informativo,ambiti specifici nei Piani Sanitari Regionali e nei Piani per la Politica Immigratoria”. Attualmente nelle politiche locali sull’assistenza sanitaria agli immigrati al Nord d’Italia (tranne la provincia autonoma di Bolzano) tutte le regioni si sono dimostrate attive e propositive. Al Centro -ad eccezione del Molise, che non ha ancora prodotto una normativa sull’immigrazione, e dell’Abruzzo che sul piano sanitario regionale 99-01 accenna al tema degli immigrati - Lazio, Marche, Toscana, Umbria rivelano iniziative particolarmente significative. Al Sud Campania e la Sicilia si stanno adeguando lentamente con circolari e Piani sanitari regionali alla normativa nazionale, a differenza di Basilicata, Calabria e Sardegna, che non hanno provveduto ad aggiornarsi rispetto ai riferimenti nazionali. Alcune regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Veneto) hanno emanato circolari o delibere (tra l’ottobre e il dicembre 2002), precisando che gli stranieri extracomunitari che hanno fatto domanda di regolarizzazione possono iscriversi temporaneamente al Ssn. Per il futuro Geraci e Martinelli auspicano che le Regioni “si attivino per emanare nuove leggi regionali, affinché recepiscano ampliamente le innovazioni apportate in ambito nazionale sia nel consolidare il diritto all’assistenza sanitaria degli immigrati a qualsiasi titolo presenti sul territorio, garantendo così la reale fruibilità dei servizi, sia stabilendo percorsi finanziari che permettano di realizzare progetti mirati, in particolare per rimuovere ostacoli che possono produrre disuguaglianze nell’accesso e nella salute di questi nuovi cittadini”.

 

11. IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5 stranieri quando sara' a regime regolarizzazione ancora in corso (ANSA) - ROMA, 29 MAG - Sono circa 1.500.000 gli immigrati regolari presenti sul territorio nazionale, a cui va aggiunto circa un 20% di minori, che porta la cifra a circa 1.800.000 persone. Quando saranno state esaminate tutte le 700mila domande di regolarizzazione presentate con la Bossi-Fini, si dovrebbe raggiungere una quota di regolari di circa 2.500.000 persone, circa il 4,5% della popolazione residente in Italia. Una percentuale importante, ma comunque molto al di sotto di quelle che si registrano in molti altri Paesi europei. I dati sono stati forniti nel corso della presentazione romana, dopo quella di ieri a Milano, dell'ottavo rapporto sulle migrazioni predisposto dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità). E buttando uno sguardo al futuro dell'Italia, secondo l'Ismu, nel 2030/2040, a causa del nostro tasso di natalità molto basso, se si vorrà mantenere una quota di popolazione poco al di sotto di quella attuale (53 milioni a fronte dei 57 di oggi) si dovranno ammettere almeno 150mila immigrati l'anno. Il tasso di natalità degli immigrati infatti, è ben tre volte superiore é quello italiano. L'allargamento dell'Unione europea poi, porterà a una riduzione del 12% degli immigrati extracomunitari. Saranno infatti ben 75mila i romeni, attualmente il terzo gruppo di etnico di extracomunitari dopo marocchini e albanesi, che diverranno comunitari, preceduti, dal 1 aprile del 2004 da circa 30mila polacchi. "Questi dati sono molto importanti - ha detto nel suo intervento alla presentazione Livia Turco, esponente dei Ds - ma non sono purtroppo frutto del lavoro delle istituzioni preposte per scelta del ministro Maroni".

 

12. IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5 stranieri (2) (ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Le strutture che prima si dedicavano al monitoraggio del fenomeno immigrazione - ha detto Livia Turco - oggi non esistono più. Ma non è questo il solo problema che individuo: molto spesso le fasce più deboli in Europa vedono gli immigrati come avversari. Non so come il governo pensa di risolvere il problema, per quanto mi riguarda, occorrono politiche di welfare che riducano la concorrenza tra lavoratori". "Il governo ha abolito nella Bossi-Fini la figura dello 'sponsor' attraverso la quale veniva favorito l'incontro tra datore di domanda e offerta di lavoro. in questo modo il datore di lavoro poteva guardare il faccia il lavoratore che doveva assumere. E come è ormai noto si ha sempre più paura di chi non si conosce. Per favorire l'integrazione tra individui - conclude la Turco - si deve promuovere la loro conoscenza reciproca".

 

13. Immigrazione: una scuola a Napoli per formare le badanti (Stranieri in italia) NAPOLI, 29 maggio - Una scuola dove imparare a fare le badanti e dove ottenere una qualificazione professionale in grado di assicurare a centinaia di donne della ex Unione sovietica un posto dignitoso e remunerativo. Partono oggi a Napoli - e non a caso di giovedì, giorno tradizionalmente di libertà per chi presta servizio nelle famiglie - i primi corsi gratuiti di formazione per badanti, una iniziativa, giurano gli organizzatori di un associazione di volontariato che è anche promotrice degli stessi corsi, inedita in Italia. Oggi le prime 25 donne - moldave, bielorusse e in maggioranza ucraine e in genere provenienti dall'Est Europa - si ritroveranno in 'aula', una saletta di un albergo della zona orientale di Napoli, per la lezione introduttiva che sarà tradotta e resa comprensibile grazie all'ausilio di interpreti. Il corso - che si articola in quattro lezioni per complessive dodici ore - comprende insegnamenti di geriatria, psicologia,sociologia, assistenza infermieristica e elementi giuridici sulle norme che regolano il permesso di soggiorno in Italia e temi dell'immigrazione e dell'orientamento al lavoro. I corsi sono organizzati dall' Ancescao, l'Associazione nazionale centri sociali anziani, una organizzazione di volontariato che è in contatto da sempre con analoghe strutture in Italia per l'accoglienza e l'aiuto alle immigrate dell'Est che a Napoli e provincia sono centinaia.
"Il corso - spiega il Mario Capozzi, presidente regionale dell'Ancescao - è rivolto alle cittadine e ai cittadini stranieri che svolgono l'attività di badante presso famiglie napoletane e che sono in possesso di regolare permesso di soggiorno. Aldilà di quelle che possono essere le attitudini delle cittadine e dei cittadini stranieri, intendiamo fornire loro una professionalità". Coinvolta nell'organizzazione dei corsi è anche l'Associazione aiuto ai cittadini ex Urss la cui presidente, Ioulia Minsker, spiega che si tratta "di un'iniziativa che oltre ad offrire un'opportunità di crescita professionale, tende a definire anche i confini della professione di badante dando anche un'occasione di stare insieme e condividere problemi sociali e familiari che la stessa professione di badante deve affrontare".

 

14. NOMADI - ''Vite costrette'', viaggio fotografico sulla vita al Poderaccio, campo rom fiorentino (Redattore Sociale) MILANO, 29 maggio - Sono vite costrette quelle dei nomadi relegati nei campi, costruiti per essere temporanei ma ormai soluzione definitiva. Ma "Vite costrette" è anche un volume (edito da Ombre corte, 54 pagine, 8 euro), un "viaggio fotografico" che descrive la vita al Poderaccio, campo rom fiorentino in via di riprogettazione. Il libro verrà presentato venerdì 30 maggio a Verona (ore 20.45, Sala Lodi in via S.Giovanni in Valle). Saranno presenti gli autori, Burhan Hasani e Lorenzo Monasta. Il primo ha vissuto al Poderaccio fino al 2000 (oggi lavora a un progetto europeo sulla situazione rom), il secondo lavora per l'ong Ciet e sta preparando una tesi di dottorato sulla salute dei minori e la vita nei campi Rom. "Per due ragioni penso sia sbagliata l'idea di campo", spiega Hasani. "Primo perché ho vissuto in un campo e in una casa e so cosa vuol dire la differenza. Secondo perché vivendo al campo è difficile riuscire a conservare un lavoro: il freddo, la frequente mancanza di acqua, qualcuno che non ti fa dormire... La vita è sempre molto precaria". Con gli autori presenteranno il volume Leonardo Piasere, professore di antropologia culturale all'Università di Firenze.

 

15. La Cgil: "Il Governo lasci partire i polacchi per il voto sul referendum sull'adesione all'Unione europea" (Stranieri in Italia), 28 maggio - Come tutti i cittadini della Polonia, anche gli immigrati polacchi che vivono in Italia saranno chiamati a dare il loro voto nel referendum sull'adesione del Paese all'Unione europea, in programma il 7-8 giugno prossimi. Stando alle leggi vigenti, i polacchi in Italia che attendono il permesso di soggiorno non possono tornare in patria per votare nel referendum, pena il rigetto della domanda di regolarizzazione. Il problema è stato denunciato dal coordinamento della Cgil dell'Immigrazione, che ha chiesto al Premier Silvio Berlusconi di "produrre immediatamente tutti gli atti di sua competenza utili a superare questa grave e poco edificante situazione, consentendo di dare una soluzione al problema."

 

16. IMMIGRAZIONE: extracomunitari in Italia -4% con allargamento primi effetti sulla mobilita' dei cittadini di nuovi 10 paesi ue (ANSA), 28 maggio - La presenza di extracomunitari in Italia si ridurrà del 4% dal 1 aprile del 2004 per effetto dell'allargamento della Ue a dieci nuovi paesi i cui cittadini acquisiranno automaticamente lo status di 'comunitari' e quindi potranno circolare liberamente in tutta Europa. Basti pensare ai 30.000 polacchi che risiedono stabilmente in Italia. Il dato è stato calcolato dalla fondazione Ismu (iniziative e studi sulla molteplicità) ed è contenuto nell'ottavo rapporto sulle migrazioni presentato oggi a un convegno a Milano. Secondo i curatori della stessa indagine, la percentuale di riduzione di extracomunitari in Italia passerà poi al 12% con la seconda fase di allargamento della Ue che comprende in particolare la Romania. I cittadini romeni presenti in Italia, con 75.000 permessi di soggiorno registrati nel 2002 infatti costituiscono il terzo gruppo etnico di extracomunitari dopo marocchini e albanesi. Entro la fine del 2003 intanto gli stranieri regolarizzati in Italia arriveranno a 2.100.000 unità (1,4 milioni già regolarizzati entro il 2002 più altre 700.000 persone per effetto della sanatoria prevista dalla Bossi-Fini. Il riflesso é particolarmente indicativo per la realtà lombarda in cui, prima della sanatoria, si stimava la presenza di mezzo milione di extracomunitari di cui 150.000 regolari. Nei prossimi mesi si dovrebbe arrivare a 463mila immigrati regolari.

 

17. IMMIGRAZIONE: Ambasciatore USA, guerra a traffico di persone rappresentante presso Santa Sede a conferenza ICOSIT a Benevento (ANSA) - NAPOLI, 28 mag - "L'Amministrazione Bush è fortemente impegnata nella lotta contro il traffico clandestino di persone". A sottolinearlo è stato oggi l'ambasciatore Usa presso la Santa Sede, James Nicholson, intervenendo ad Icosit (International Conference on Safety in Trasportation) nel corso della sessione dei lavori dedicata a "Trasporti, infrastrutture ed immigrazione clandestina", che si è svolta presso la Villa dei Papi di Benevento. L'ambasciatore Nicholson ha annunciato che proprio ieri il Dipartimento di Stato gli ha ufficialmente comunicato il finanziamento di un progetto finalizzato alla lotta contro il fenomeno della "tratta delle schiave bianche". "Si tratta di un programma che consentirà di formare le religiose dei paesi maggiormente interessati al fenomeno", ha spiegato Nicholson. Il governo americano ha stanziato 50.000 dollari a favore del progetto presentato dall'ambasciatore Usa presso il Vaticano. "Come ha più volte ricordato anche il Papa - ha concluso il diplomatico Usa - si tratta di un reato che svilisce la dignità umana. Un vero e proprio delitto contro i diritti dell'uomo, che colpisce soprattutto donne e bambini. Ecco perché occorre migliorare ed uniformare le varie legislazioni esistenti in materia e, soprattutto, c'é bisogno di una maggiore cooperazione tra le istituzioni perché si tratta di lottare contro un fenomeno che, per importanza, viene subito dopo il traffico di droga ed il traffico di armi". Ai lavori sono anche intervenuti il commissario regionale della Croce Rossa Italiana Sandra Lonardo Mastella (che ha ricordato l'impegno della sua organizzazione a favore della sicurezza stradale) e l'assessore regionale Luigi Anzalone: "Per arginare la tratta delle bianche occorre anche migliorare l'approccio culturale nei confronti del fenomeno dell'immigrazione.

 

18. IMMIGRAZIONE - Passerini (Corriere Lavoro): ''Politica governativa cinicamente orientata a concepire l'immigrazione come un fenomeno di ordine pubblico'' (Redattore Sociale) MILANO, 28 maggio - "Il livello della politica governativa è cinicamente orientato a concepire l'immigrazione come un fenomeno di ordine pubblico": parola di Walter Passerini, direttore dell'inserto "Corriere Lavoro". Passerini ha commentato le politiche italiane in materia di flussi migratori a margine di un convegno che si è svolto a Milano per presentare l'ottavo "Rapporto sulle migrazioni", realizzato dalla la Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità). "La realtà del fenomeno migratorio - ha aggiunto Passerini- è molto più complessa, soprattutto dal punto di vista lavorativo, dove a tanto lavoro regolare si aggiungono fenomeni di irregolarità che purtroppo vengono incentivati anche dalle lentezze burocratiche per la regolarizzazione". Secondo Passerini la presenza di immigrati nel territorio nazionale potrebbe essere un fattore di ricchezza e un motore per l'economia: "per rendersene conto basterebbe prestare attenzione ai numerosi imprenditori stranieri che oggi rappresentano un fenomeno in crescita ma poco valorizzato. A parità di condizioni - ha proseguito Passerini- per un immigrato è più difficile ottenere credito dalle banche e avviare una attività autonoma. Per questo motivo -conclude il direttore del 'Corriere Lavoro'- è auspicabile l'introduzione di leggi che favoriscono l'imprenditoria degli stranieri, in maniera analoga a quanto è stato fatto per incentivare l'imprenditoria giovanile o femminile". Passerini ha successivamente allargato l'orizzonte dal mondo del lavoro a quello più ampio dei diritti umani, affermando che "la vera cittadinanza non si esprime solamente nell'ambito lavorativo, ma è necessario che in Italia gli stranieri possano esprimersi sul piano della partecipazione e della gestione della cosa pubblica, così come sono riusciti ad esprimersi nel settore lavorativo e imprenditoriale".

 

19. IMMIGRAZIONE - Ottavo rapporto Ismu sulle migrazioni: gli immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni in Italia, ma al Nord è straniero un assunto su quattro (Redattore Sociale) MILANO, 28 maggio - La nuove legge sull’immigrazione ha prodotto una preoccupante situazione di “precarietà” nel mondo dell’immigrazione. Lo sostiene l’Ottavo Rapporto sulle migrazione 2002 della fondazione Ismu proponendo una lettura approfondita degli eventi che si sono verificati nel 2002 sul tema immigrazione. Il rapporto, presentato oggi a Milano, si articola in quattro sezioni: un "Quadro generale" con le coordinate statistiche e giuridiche del mondo migratorio italiano; una sezione dal titolo “Aree di attenzione”, in cui si parla di lavoro, scuola, salute, casa e devianza degli immigrati; una terza parte di “Approfondimenti” su famiglia immigrata, programmazione dei flussi e Islam; un¹ultima parte in cui viene fatto un quadro dello “Scenario internazionale” del mondo dell’immgrazione. La novità più eclatante del 2002, sostiene il Rapporto, è l’emersione valutata “positiva”, tramite la legge cosiddetta Bossi-Fini, di circa 700mila immigrati regolarizzandi. Anche in virtù della regolarizzazione, il Rapporto rivela che (pur escludendo il settore domestico in cui sono state 350mila le richieste di regolarizzazione) gli immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni complessive operate in Italia nel 2001. I valori sono però molto sperequati se si confrontano le differenti aree territoriali: in quasi tutto il Sud raggiungono il 3% mentre in alcune aree del nord superano il 20”. Il Rapporto conferma la continua forte crescita di rumeni (75.377 presenza regolari), diventati la terza più consistente presenza straniera in Italia dopo quella di marocchini (158.094) e albanesi (144.120).
Il Rapporto sottolinea con decisione alcuni problemi dovuti alle procedure di regolarizzazione: per molti mesi del 2003, i 700 mila emersi con la Bossi-Fini saranno “irregolari” e al tempo stesso “in attesa di regolarizzazione”, per via dei lunghi tempi tecnici necessari per valutare i documenti presentati. Il Rapporto mette in guardia rispetto alla “sfida” di definire il loro status giuridico, anche considerando le possibili modificazioni dei rapporti di lavoro. “Va ricordato ammonisce il Rapporto che sono il primo luogo persone e non lavoratori. Ad essi vanno pienamente riconosciuti i fondamentali diritti di ogni individuo facendo sì che tali diritti si rivelino strumenti d¹integrazione”. Altro aspetto problematico indicato dal rapporto: i regolarizzandi, a differenza da molti altri stranieri, verranno a disporre di un permesso di soggiorno della durata di un solo anno. “Questo limite renderà la loro posizione particolarmente precaria”. Altro problema da valutare che potrà scaturire dall’allargamento dell'Unione europea da 15 a 24 membri: polacchi (oggi 30 mila immigrati regolari), rumeni (75 mila) e a lungo termine - anche turchi potrebbero diventare stranieri comunitari, cambiando di botto gli equilibri della politica dei flussi e del mercato del lavoro.

 

20. AMNESTY: in Europa diffusi atteggiamenti discriminatori in Italia maltrattamenti e leggi contro immigrati (ANSA) - LONDRA, 28 MAG - Gli atteggiamenti discriminatori sono diffusi in molti paesi europei. E' quanto sostiene il rapporto 2003 di Amnesty International che sottolinea come in alcuni paesi gli appartenenti alle minoranze etniche e gli stranieri hanno subito torture o sono stati maltrattati dalle forze dell'ordine. La guerra al terrorismo, in seguito agli attentati contro gli Stati Uniti dell'11 settembre, ha continuato ad avere ripercussioni in tutta Europa, con conseguenze particolarmente negative per i richiedenti asilo. Molti paesi - denuncia Amnesty - hanno usato ragioni di sicurezza nazionale per giustificare l'adozione di leggi ed altre misure restrittive nei confronti degli immigrati, con numerose violazioni dei diritti umani. In Belgio e Francia, inoltre, gli ebrei e gli arabi sono stati vittime di un'ondata di attacchi razzisti. L'organizzazione sottolinea poi come gravi violazioni dei diritti umani siano state commesse in Russia e nei Balcani occidentali. Accuse di maltrattamenti sono state registrate da Amnesty in numerosi paesi europei, tra cui Germania, Francia e Italia. L'organizzazione internazionale ha espresso inoltre la sua preoccupazione per leggi adottate in Austria, Danimarca, Ungheria, Regno Unito ed Italia, che limitano ulteriormente il diritto di asilo.

 

21. "Migranti", in un libro di Claudio Camarca il dramma dell'umanità in cammino. Nell'opera edita da Rizzoli le tante storie di un lungo viaggio verso l'Italia (Inform) ROMA, 28 maggio - Per raccontare il dramma dell'umanità in cammino lo scrittore Caudio Camarca ha percorso, i Balcani, l'Europa orientale e le coste dove notte dopo notte gli scafisti abbandonano il loro povero carico umano. Un viaggio nel dramma e nella speranza che l'autore, noto narratore e regista cinematografico, ha raccontato nel libro "Migranti". Verso una terra chiamata Italia" edito da Rizzoli. La presentazione dell'opera, avvenuta presso la sede romana dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, si è aperta, dopo un breve intervento introduttivo del giornalista de "La 7" Andrea Pancani che ha sottolineato la determinazione e la capacità intuitiva dell'autore, con l'intervento del docente di Pedagogia Interculturale dell'Università de L'Aquila Alessandro Vaccarelli. Egli ha evidenziato come dall'opera del Camarca, un lavoro che dà voce ai tanti disperati che non hanno voce, emerga una visione più ampia ed umana del fenomeno migratorio. Un mondo in cammino che, attraverso le storie di chi vive sulla propria pelle questa esperienza, viene descritto senza le tante diffidenze e paure che invece sembrano animare l'azione legislativa degli ultimi anni. "Quella di Camarca - ha specificato Vaccarelli - è un'opera di passione sociologica e antropologica che mette a nudo tutti i risvolti delle migrazioni". Per l'Arcivescovo metropolita di Lecce Cosmo Francesco Ruppi questa drammatica realtà, fatta di uomini alla ricerca di pace pane e libertà, non va guardata con l'occhio del politico, ma con quello del povero. Mons. Ruppi ha inoltre lanciato un appello affinché le forze politiche italiane si mobilitino contro la costruzione in Albania di campi detentivi volti al contenimento degli immigrati. Nel sottolineare la forte passione e sofferenza presente nell'opera di Camarca, egli ha poi evidenziato come dal libro vengano affrontate anche tematiche molto complesse come ad esempio la tratta delle donne, il traffico di droga e il commercio illegale di organi. Problemi di assoluta drammaticità che, purtroppo, si intrecciano con il fenomeno migratorio. E' stata poi la volta del Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Bruno Tabacci che ha posto in rilievo come a tutt'oggi l'immigrazione regolare in Italia, anche grazie alla recente regolamentazione che ha fatto emergere circa 700.000 stranieri, stia ormai trasformandosi, con il 4% d'incidenza sulla popolazione, in un fenomeno strutturale. Una realtà in crescita che, secondo Tabacci, dovrebbe farci riflettere sull'eventuale concessione del voto amministrativo agli immigrati. "C'era un tempo - ha poi aggiunto il deputato ricordando il libro di Stella 'Quando gli albanesi eravamo noi' - in cui anche i nostri avi subivano privazioni e violenze. Per affrontare con maggiore sensibilità il fenomeno dell'immigrazione sarebbe quindi bene che ricordassimo l'altra faccia dell'emigrazione italiana". Un problema, quello migratorio, da analizzare con estrema razionalità che, secondo Tabacci, è stato regolamentato con buona efficacia dalla nuova normativa sull'immigrazione. Oltre al già citato successo della regolamentazione, che ha squarciato il velo dell'immigrazione clandestina, dalla legge Bossi-Fini sono state infatti introdotte novità di rilievo, come ad esempio la creazione di uno stretto legame tra il lavoro e la concessione del permesso di soggiorno. Un aspetto, quest'ultimo, che è stato invece contestato dal Segretario nazionale dei Ds Piero Fassino. Dopo aver affermato che la nuova legge sull'immigrazione si ispira a principi di chiusura ed emarginazione, egli ha ribadito la netta opposizione sia alla creazione di uno stretto vincolo tra permesso di soggiorno e lavoro, disposizione che favorisce l'insorgere dell'occupazione in nero, sia all'introduzione di provvedimenti che mortifichino l'immigrato, come ad esempio la rilevazione delle impronte digitali o il restringimento delle possibilità di ricongiungimento familiare. Da Fassino, che ha apprezzato il volto e lo spessore umano dei migranti descritti da Camarca, è stata invece auspicata la nascita di una società multietnica, multiculturale e multireligiosa. Una nuova ed inevitabile realtà che andrà però costruita, partendo dagli ambienti scolastici, con mirate politiche volte all'integrazione e alla non assimilazione dell'immigrato. Uomini e donne che, secondo Fassino, lasciano la loro terra d'origine per cercare un futuro migliore e vivono nella completa solitudine il dramma dell'andare e la sofferenza dell'accettazione nel Paese d'accoglienza. A chiusura dell'incontro è infine intervenuto l'autore dell'opera che, dopo aver auspicato l'avvio di iniziative per lo sviluppo economico dei Paesi di provenienza e il superamento delle politiche di chiusura che favoriscono l'insorgere dell'illegalità, ha descritto gli immigrati come "gli ultimi coraggiosi che varcano i confini e credono nel domani".

 

22. IMMIGRAZIONE - Aggressione a Napoli al ''Mar Rosso'', il ristorante di immigrati più noto dei Quartieri Spagnoli. Camorra o razzismo? (Redattore Sociale) NAPOLI, 28 maggio - È il più famoso ristorante gestito da immigrati a Napoli, frequentato anche dai napoletani e dai turisti per le sue specialità esotiche: si chiama Mar Rosso, come il mare che bagna l’Eritrea. Si trova a Via Sergente Maggiore, in quella terra di mezzo che sono i Quartieri Spagnoli, a ridosso di strade e piazze della città-bene, come la storica Via Toledo e la centralissima Piazza del Plebiscito. Circolo culturale e punto di ritrovo della comunità eritrea in città, centocinquanta anime ben integrate tra la popolazione locale, il ristorante ieri ha subito un’aggressione che fa già gridare all’inizio di una nuova spirale di violenza a sfondo razzista, dopo la tentata strage di Casoria contro l'insediamento Rom della scorsa settimana. Ieri sera, poco dopo le 22, un gruppo di uomini è entrato nel locale, iniziando a sfasciare l'interno e ad aggredire le persone presenti. I gestori del ristorante hanno immediatamente chiamato le forze dell'ordine, ma nessuno si è presentato: fatto non singolare ai Quartieri Spagnoli, dove dopo le nove di sera regna una specie di coprifuoco per chi non è della zona, e dove il presidio delle forze dell’ordine è sicuramente troppo esiguo. E se con il mancato intervento di polizia e carabinieri forse il razzismo non c’entra niente, c’è da dire però che gli eritrei, con i filippini, i somali e i capoverdiani che abitano ai Quartieri, non hanno vita facile, perché hanno la pelle scura e perché subiscono forme di discriminazione per la loro condizione di “deboli” in un’area dove vige la legge del più forte. Mekomen Ghebremedhin, presidente ed Amministratore del Circolo Mar Rosso, ancora non riesce ad inquadrare bene l’episodio; forse oggi, dopo la denuncia ai carabinieri, ha paura di ritorsioni. Non è la prima volta che viene minacciato, ma è la prima volta in dieci anni che gli sfasciano il ristorante. “Noi rispettiamo tutta la gente della zona – dice – e non so che cosa vogliano queste persone da me, ma preferisco essere il martire del mio locale piuttosto che andarmene da qui. Mar Rosso è il punto di ritrovo per tutti gli eritrei a Napoli; il 24 maggio vi abbiamo festeggiato i 13 anni d’indipendenza della nostra nazione, non possiamo chiudere”. E mentre alla comunità eritrea arriva la solidarietà delle altre comunità e delle associazioni di immigrati a Napoli, ci si interroga sulle cause dell’aggressione: episodio di camorra o di razzismo? Probabilmente entrambi, perché, anche se Mar Rosso da anni pratica l'incontro fra culture e promuove un rapporto positivo con il territorio, a Napoli spesso il razzismo assume la forma della discriminazione nel lavoro, nella ricerca di una casa, nella possibilità di gestire un’attività in autonomia.

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")