1. IMMIGRAZIONE -
Lavoro in Piemonte: incidenza sotto la media nazionale; prevale la presenza di
Maghrebini (Redattore sociale)
2.
IMMIGRAZIONE - Cifre, leggi, bisogni, integrazione.
Tutto sugli immigrati nel nuovo Osservatorio del Piemonte (Redattore Sociale)
3.
LAVORO - Gli immigrati stagionali non bastano alle
aziende italiane. La denuncia delle associazioni dei coltivatori diretti (Redattore Sociale)
4.
IMMIGRAZIONE - ''Terre di mezzo'' racconta le storie
dei venditori ambulanti di spiaggia (Redattore Sociale)
5.
IMMIGRAZIONE: Mantovano, e' presto per bilancio
Bossi-Fini processo di regolarizzazione si concludera' a fine 2003 (ANSA)
6.
Una ricerca di Macioti e Pugliese offre nuovi
contributi sul tema delle migrazioni (Migra)
7.
Rapporto annuale dell'Istat: meta' del lavoro
extracomunitario e' nell'industria (Stranieri in Italia)
8.
Proposta europea per il diritto alla salute di tutti
cittadini presenti sul territorio europeo (Migra)
9.
IMMIGRAZIONE – Oltre 14mila le donne filippine a
Roma. Un convegno internazionale indaga sul processo di integrazione (Redattore Sociale)
10.
IMMIGRAZIONE - Assistenza sanitaria agli stranieri,
migliorano le politiche locali. Parla Salvatore Geraci (Simm) (Redattore Sociale)
11.
IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5
stranieri quando sara' a regime regolarizzazione ancora in corso (ANSA)
12.
IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani quasi 5
stranieri (2) (ANSA)
13.
Immigrazione: una scuola a Napoli per formare le
badanti (Stranieri in italia)
14.
NOMADI - ''Vite costrette'', viaggio fotografico sulla
vita al Poderaccio, campo rom fiorentino (Redattore Sociale)
15.
La Cgil: "Il Governo lasci partire i polacchi per
il voto sul referendum sull'adesione all'Unione europea" (Stranieri in Italia)
16.
IMMIGRAZIONE: extracomunitari in Italia -4% con
allargamento primi effetti sulla mobilita' dei cittadini di nuovi 10 paesi ue (ANSA)
17.
IMMIGRAZIONE: Ambasciatore USA, guerra a traffico di
persone rappresentante presso Santa Sede a conferenza ICOSIT a Benevento (ANSA)
18.
IMMIGRAZIONE - Passerini (Corriere Lavoro): ''Politica
governativa cinicamente orientata a concepire l'immigrazione come un fenomeno
di ordine pubblico'' (Redattore Sociale)
19.
IMMIGRAZIONE - Ottavo rapporto Ismu sulle migrazioni:
gli immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni in Italia, ma al Nord è
straniero un assunto su quattro (Redattore Sociale)
20.
AMNESTY: in Europa diffusi atteggiamenti
discriminatori in Italia maltrattamenti e leggi contro immigrati (ANSA)
21.
"Migranti", in un libro di Claudio Camarca
il dramma dell'umanità in cammino. Nell'opera edita da Rizzoli le tante
storie di un lungo viaggio verso l'Italia (Inform)
22.
IMMIGRAZIONE - Aggressione a Napoli al ''Mar Rosso'',
il ristorante di immigrati più noto dei Quartieri Spagnoli. Camorra o
razzismo? (Redattore Sociale)
1. IMMIGRAZIONE - Lavoro in Piemonte:
incidenza sotto la media nazionale; prevale la presenza di Maghrebini (Redattore sociale)
TORINO, 30 maggio – Nel 1999 erano quasi 30.000, pari al 3,5% del totale,
gli stranieri regolarmente assunti in Piemonte, più che triplicati nel
giro di dieci anni, dato che nel 1989 erano solo 8.500. Sono dati che emergono
dalla prima ricerca monografica condotta dall’Osservatorio
sull’Immigrazione della Regione Piemonte, presentato ieri a Torino. Si
tratta di un’elaborazione su dati INPS: una fonte che certamente
garantisce attendibilità anche se a oggi l’archivio dati arriva
solo al 1999. “Crediamo che sia fondamentale utilizzare questa base dati
– spiega l’avvocato Mario Santoro presidente dell’IRES - per
conoscere le trasformazioni sul medio-lungo periodo del mercato del lavoro
piemontese e le dinamiche che lo caratterizzano”. Appare così che
la percentuale piemontese di dipendenti stranieri al 1999 era al di sotto della
media nazionale del 4% mentre quella del Veneto risulta del 6,5%. In Piemonte
la stragrande maggioranze (80.66%) degli stranieri dipendenti ha la qualifica
di operaio, mentre la percentuale di impiegati è solo del 13,17% e
quella dei dirigenti del 3,7%. Circa il 40% dei lavoratori stranieri viene
dall’Africa mediterranea, il 32% dai Paesi dell’Europa
dell’Est (nel 1990 erano solo il 12%) e il 18,11% dall’Africa non
mediterranea. Rispetto alle medie nazionali si registra una maggiore presenza
di lavoratori dai Paesi del Maghreb, mentre a livello nazionale i dipendenti
provenienti dalla Africa non mediterranea arrivano a rappresentare la quota del
25%. Dalla ricerca emerge anche come siano le aziende medio-piccole a
presentare il maggior numero di lavoratori stranieri: in Piemonte circa il 70%
dei dipendenti immigrati lavora infatti in imprese con meno di 50 dipendenti.
“In estrema sintesi – ha spiegato Claudia Villosio che ha curato la
ricerca – potremmo dire che il lavoratore straniero assunto in Piemonte
è giovane, maschio e fa l’operaio. Il suo rapporto di lavoro
è caratterizzato da un maggiore turn-over, mentre il tempo che
intercorre tra il passaggio da un posto di lavoro a un altro è
più lungo che per la media degli italiani”. Dai dati presentati
appare anche come in concomitanza di tutte le sanatorie realizzate nel passato
si è verificato un “balzo in avanti” del numero dei
lavoratori, tanto che è facile prevedere che anche in occasione di
quest’ultima, della quale non si conoscono ancora gli esiti definitivi,
il panorama piemontese e nazionale risulterà notevolmente mutato.
2. IMMIGRAZIONE - Cifre, leggi, bisogni,
integrazione. Tutto sugli immigrati nel nuovo Osservatorio del Piemonte (Redattore Sociale)
TORINO, 30 maggio - E’ stato presentato ieri sera l’Osservatorio
sull’immigrazione, un progetto della Regione Piemonte, realizzato
dall’Ires (Istituto Ricerche economico sociali) Piemonte in
collaborazione con l’ASGI. Si tratta di uno strumento che vuole
monitorare la presenza, i bisogni, i processi di integrazione, il lavoro, i
problemi degli immigrati presenti in Regione. Vuole inoltre offrire la base di
conoscenze necessaria all’elaborazione di proposte efficaci per la
gestione dei fenomeni migratori. Marcello La Rosa, direttore dell’IRES,
spiega il senso dell’iniziativa: “Non esiste osservatorio senza un
coinvolgimento dei soggetti interessati dalle ricerche. Per questo intendiamo
essere un catalizzatore di tutti servizi pubblici, le iniziative, progetti, le
associazioni che operano a contatto con il fenomeno migratorio in
Piemonte”. L’intera attività dell’Osservatorio è
pubblicata sul sito www.piemonteimmigrazione.it. Sono sei le aree tematiche
principali: Attività istituzionali, Legislazione, Attività
conoscitive, Base dati, Servizi, Novità e appuntamenti. Un modo per
raccogliere tutto il materiale esistente, mentre interventi e ricerche
originali dell’IRES sono previsti solo per produrre nuove conoscenze o
per analizzare fenomeni non ancora noti. Inoltre sul versante
dell’analisi statistica sono presenti dati approfonditi su tutte le
province della regione che spesso passano in secondo piano rispetto a quelli
torinesi. Una delle parti più originali del sito è quella
relativa alla legislazione e curata dall’ASGI (Associazione Studi
Giuridici sull’Immigrazione). Si tratta infatti di una materia che
necessita di continui aggiornamenti, basti pensare che il regolamento attuativo
della nuova legge, la “Bossi –Fini”, previsto per il marzo
scorso, è stato annunciato per giugno, mentre presto sarà
pubblicato il decreto sui flussi per quest’anno. Inoltre su singole
questioni vengono inviate periodicamente circolari interpretative. Nella
sezione “novità” e dell’area legislativa del sito
è possibile trovare schede che aggiornano sugli aspetti giuridici e
della giurisprudenza. “Sono ormai in molti – ha aggiunto
l’avvocato Lorenzo Trucco presidente dell’ASGI – i soggetti
che rispetto alla questione immigrazione si trovano ad affrontare questioni
giuridiche complesse. Assistenti sociali, educatori, datori di lavoro,
sindacalisti, mediatori culturali perché la legislazione
sull’immigrazione, riguardando la vita stessa, è necessariamente
interdisciplinare. Sul sito si troveranno i testi delle norme, ma anche delle
schede suddivise per argomento che in modo chiaro, ma rigoroso possano spiegare
anche a operatori non strettamente ‘tecnici’ del diritti i diversi
aspetti delle leggi”.
3. LAVORO - Gli immigrati stagionali non
bastano alle aziende italiane. La denuncia delle associazioni dei coltivatori
diretti (Redattore Sociale) MILANO, 30 maggio - Le 60mila quote di permessi di
soggiorno per lavoro stagionale, stabilite dal Governo per il 2003, non sono
sufficienti per le necessità delle aziende italiane. Ne servirebbero
almeno altre 15 mila. A dirlo, con toni più o meno espliciti, sono le
stesse associazioni di settore dei coltivatori diretti. Lo rivela il numero di
giugno del giornale di strada "Terre di mezzo" (n.104), in vendita da
domani, 30 giugno, sulle strade e nelle piazze di Milano, Roma, Genova e
Trieste. L'intero numero di "Terre di mezzo" è dedicato alle
vacanze e ai viaggiatori "alternativi". Cioè a tutti coloro
che durante l'estate viaggiano, ma non lo fanno propriamente per andarsi a
riposare. Il viaggio alternativo di "Terre di mezzo" inizia dalla
campagna; 30mila dei 60mila permessi di soggiorno per lavoro stagionale
stabilite dal Governo per il 2003, sono riservati alle aziende agricole.
D'estate, da giugno a settembre, sono in programma le raccolte di mele
(Trentino Alto Adige), fragole (Romagna), Tabacco (Campania e Toscana), uva,
pomodori, dove la manodopera è in gran parte extracomunitaria. Decine di
migliaia di stranieri viaggiano così d'estate verso il nostro Paese, per
lavorare nelle nostre campagne. "Le quote programmate dal Governo a
gennaio sono insufficienti spiega Claudia Merlino, responsabile per il
lavoro di Cia, Confederazione italiana agricoltori, che raggruppa 80mila
imprese agricole-. Ne servirebbero almeno altri 15 mila, da dividere tra
Veneto, Toscana e Campania. E al più presto, visto che gli stagionali
lavorano a raccolte che si fanno d'estate e i tempi burocratici per far
arrivare lo straniero nell'azienda si aggirano intorno ai 40 giorni".
Coldiretti, federazione d'agricoltori più vicina al Governo, non nega le
difficoltà: "Entro la fine dell'anno solo nel Casertano avremo
bisogno di altri 1.500 stagionali, da utilizzare per la coltivazione del
tabacco", spiega Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Caserta.
Nella provincia campana si coltiva il 60% della produzione nazionale di tabacco
Berley, quello delle sigarette. Non riuscire a raccogliere e lavorare le foglie
di tabacco, sarebbe per il comprensorio un guaio economico. Salta agli occhi un
dato: all'intera regione Campania, per il 2003, sono state assegnate solo 500
quote di stagionali, contro le 1.353 dell'anno precedente. Ma a fronte di una
diminuzione di quote, non sono diminuite le necessità degli agricoltori:
"All'ufficio provinciale del lavoro di Caserta giacciono 600 richieste per
lavoratori stagionali, depositate da imprenditori locali, richieste tuttora
inevase- ci tiene a sottolineare De Concilio. Che aggiunge-: la richiesta di un
lavoratore stagionale, in Campania, va valutata positivamente e
incoraggiata". Antifona: in una terra dove il lavoro nero è molto
frequente, se non vengono concessi permesso di lavoro stagionale, la frutta non
marcisce sugli alberi; per raccoglierla si tornerà al lavoro nero e ai
braccianti clandestini.
4. IMMIGRAZIONE - ''Terre di mezzo'' racconta
le storie dei venditori ambulanti di spiaggia (Redattore Sociale) MILANO, 30
maggio - "Per combattere il fenomeno dei venditori abusivi sui 15
chilometri di spiaggia di nostra competenza, il Comune di Rimini
riproporrà anche quest'anno l'ordinanza che colpisce chi dà
alloggio ai clandestini". Lo afferma, alla vigilia della stagione estiva,
Stefano Vitali, assessore ai Servizi sociali e alla Polizia municipale del
Comune di Rimini. La scorsa estate un'ordinanza del Comune (protocollo 111487
B, del 24.6.2002) vietava a chiunque di "fornire alloggio" ai
cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno, escludendo il caso
limite dell'assistenza umanitaria. All'affittuario spettava l'obbligo di
controllare i documenti dell'ospite. In caso d'infrazione il reato diventava
penale (articolo 650 del codice) e prevedeva l'arresto fino ai tre mesi.
"Terre di mezzo", il giornale di strada si occupa su questo numero di
giugno dei venditori di spiaggia, proponendone le storie e raccontando la loro
vita, spesso molto faticosa, sui litorali dello Stivale. "L'ordinanza
riminense ha il merito di andare alla radice del problema spiega l'assessore
Vitali-: si colpisce in primo luogo chi sfrutta gli ambulanti. È stato
un bel pugno nello stomaco per la città. Perché a dare gli
appartamenti in affitto, spesso in stato d'assoluto degrado, erano i cittadini
di Rimini". Caso esemplare: la scoperta di 107 cingalesi ospitati in due
appartamenti da 60 metri quadri in un palazzo signorile del quartiere elegante
della città. "Abbiamo mostrato alla stampa le foto degli ambienti
racconta Vitali-, sconcertando l'opinione pubblica. Il titolare dell'appartamento
è stato denunciato. I cingalesi sono tornati a Roma, città da cui
provenivano". Nel mese di agosto Rimini, che conta in periodo invernale
130 mila abitanti, arriva a toccare quota 700 mila persone. L'aumento degli
immigrati è proporzionale: "Arriviamo ad avere 50-60 ambulanti che
vendono contemporaneamente sulle nostre spiagge spiega Vitali-; abbiamo
verificato che fermarli e controllarli diventa molto difficile in spiaggia;
loro scappano e i bagnanti di solito li difendono. L'ordinanza che vieta ai
cittadini di dar loro l'alloggio invece colpisce il fenomeno in modo
preventivo, andando a controllare gli extracomunitari lontano dalla
spiaggia".
5. IMMIGRAZIONE: Mantovano, e' presto per
bilancio Bossi-Fini processo di regolarizzazione si concludera' a fine 2003 (ANSA) - ROMA, 29 MAG
- "E' ancora presto per fare un bilancio della Bossi-Fini perché la
legge deve ancora andare a pieno regime, mancano i decreti-flusso che possono
essere soltanto il frutto di contatti prolungati e consolidati con gli enti
territoriali, con le Regioni e con le associazioni coinvolte". Lo ha
dichiarato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a margine della
presentazione romana, dopo quella di ieri a Milano, dell'ottavo rapporto sulle
migrazioni predisposto dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla
multietnicità). "L'unico bilancio molto provvisorio che si
può trarre è sotto il profilo della regolarizzazione, un processo
che sta conoscendo dei tempi molto più celeri di quelli che si potevano
immaginare a fronte della complessità e dell'ampiezza delle domande e
che sarà completato entro il mese di dicembre del 2003. Questo vuol dire
- spiega il sottosegretario - che in un anno noi riusciremo a trattare oltre
700mila domande e, a parte i casi di inammissibilità per carenza di
documenti o per precedenti penali del lavoratore, a ciascuna di queste domande
corrisponderà un contratto di lavoro regolare, un'assistenza
contributiva e sanitaria, in un contesto di sicurezza e con il pagamento delle
tasse da parte di questi onesti lavoratori. Credo che sia - continua - il primo
risultato tangibile di uno sforzo per governare il fenomeno e per riportare in
regola ciò che era irregolare". Sull'interpellanza presentata
all'inizio del mese da Livia Turco, dei Ds, per la mancata emanazione dei
regolamenti attuativi della Bossi-Fini, Mantovano riconosce che
"effettivamente sono scaduti i termini per varare questi regolamenti, ma
si tratta di provvedimenti molto complessi e i termini per il loro varo sono
comunque ordinatori e non perentori. Tutti sono a buon punto e, comunque, a suo
tempo i regolamenti della Turco-Napolitano sono arrivati con un ritardo di anno
e mezzo dal varo della legge". Positivo infine il giudizio sull'operato
del governo nel contrasto all'immigrazione irregolare, dove "i dati sulle
espulsioni effettive parlano da sé. C'é un aumento degli
accompagnamenti nei luoghi di origine, cui corrisponde una drastica riduzione
negli arrivi nei primi mesi del 2003". Il merito, per il sottosegretario,
va "ai rapporti di collaborazione molto più stretti ed efficaci con
Albania e Turchia la zona adriatica, mentre sul Canale di Sicilia efficace si
è rivelata la rete di controlli più stretta. Anche se in questa
zona - conclude Mantovano - la collaborazione con gli Stati limitrofi va
perfezionata e su questa strada stiamo lavorando, in particolare con la Tunisia
e la Libia".
6. Una ricerca di Macioti e Pugliese offre
nuovi contributi sul tema delle migrazioni (www.migranews.net),
29 maggio. Il libro L’esperienza migratoria, immigrati e rifugiati in
Italia (Laterza, Bari, 2003) è stato presentato a Roma, nell’ambito
del convegno intitolato «In Italia da Terre lontane. Tendenze al ritorno
o al radicamento da parte dei flussi migratori?». Il volume è
scritto a quattro mani da Maria Immacolata Macioti, docente di Sociologia e
Sociologia delle religioni presso l’università di Roma La
sapienza, e da Enrico Pugliese, docente di Sociologia del lavoro
all’università di Napoli Federico II. L’opera affronta
problemi fondamentali come quelli dei diritti sociali e della divisione del
mercato del lavoro per settori e in relazione ai Paesi di origine. Dà
inoltre ampio spazio all’analisi dell’immigrazione femminile,
specialmente parlando di donne di provenienze diverse e delle loro esperienze,
delle difficoltà di adattamento, dell’impatto con la lingua
italiana, il primo scoglio da superare per sopravvivere. Un’esperienza
che, dopo 20 anni, viene ancora oggi vissuta dalle migranti, anche se le loro
storie ora sono diverse. Appare cruciale anche il capitolo sulle mutilazioni
genitali femminili, un tema che viene citato raramente in ambito universitario,
e perfino nel mondo della sanità. Importante è anche il capitolo
sulle religioni, specialmente nella parte relativa all’Islam trapiantato
in Italia; e quello sui rifugiati. Il testo è arricchito da un'ampia
nota cronologica riferita ai flussi migratori, alla questione dei diritti
umani, alla normativa italiana ed europea. Nel corso della presentazione del
volume, avvenuta la mattina del 12 maggio, Amedeo Piva (ex assessore alle
Politiche sociali del Comune di Roma) ha dimostrato particolare apprezzamento
per il capitolo dedicato alle forme di comunicazione fra gli immigrati e i
Paesi d’origine, alla letteratura sull’immigrazione e all’uso
della lingua dei Paesi ospitanti, auspicando la nascita di politiche integrate
per la cooperazione culturale fra immigrati e popolazione ospitante. Al
dibattito ha preso parte anche Annamaria Rivera, dell’università
di Bari che ha apprezzato soprattutto lo spessore storico dell’opera,
laddove dimostra come l’attuale sentimento di timore e preoccupazione,
manifestato dall’opinione pubblica di fronte al crescere dei flussi
migratori, non sia un fenomeno inevitabile, bensì alimentato da certi
media e forze politiche per specifici interessi. Ne deriva una politica di
contenimento e repressione irrazionale e inadeguata alla risoluzione del
problema - dice Rivera, - mentre il processo di globalizzazione mondiale, nella
sua costante opera di distruzione dei vecchi equilibri territoriali e sociali,
continua a generare conflitti e di conseguenza migrazioni. Il convegno
«In Italia da Terre lontane….» si è articolato in tre
sessioni: la prima il 12 maggio, dedicata alla riflessione generale sul tema;
la seconda a seguire, sulle esperienze di ricerca; e la terza, il giorno
successivo, a proposito del modo in cui l’immagine degli immigrati viene
presentata dai media. Era presente un vasto pubblico di ricercatori, docenti,
pubblici amministratori, psicologi, studenti, scrittori e giornalisti. Il
sociologo Franco Ferrarotti ha aperto gli interventi sottolineando come questo
convegno sia diventato ormai un importante appuntamento di riflessione sul tema
della convivenza fra culture e di integrazione degli individui. Dopo di lui
hanno parlato Catherine Withol de Wenden su «Nuove tendenze dei flussi
migratori in Francia», Maurizio Ambrosini sugli sviluppi e contraddizioni
del modello italiano di immigrazione, Giorgio Alessandrini illustrando
«Gli indici di inserimenti degli immigrati in Italia: aspetti generali e
territoriali» e infine Antonio Ragonesi a proposito del progetto Integra.
Nel pomeriggio sono intervenuti: Enrico Pugiese sul tema «La
stabilizzazione degli immigrati, lavoro, famiglia, servizi», Yang Jyieng
(direttrice del periodico bilingue italiano-cinese Il tempo Europa Cina), Christopher Hein su
«Rifugiati: dinamiche di integrazione e processi di radicamento»,
Luigi Perrone su «Il ritorno come radicamento» e ancora Domenico
Maddaloni, Giuseppe Ponzini, Elena Spinelli, Pilar Saravia e Milena Gammaitoni.
Sono stati presentati inoltre l’edizione in lingua inglese del dossier
Caritas sull’immigrazione, e il numero 143-144 della rivista La
critica sociologica dedicato a “Migrazioni e politiche del Welfare in
Usa e in Europa”. Nel corso della terza sessione si è svolto
l’atteso dibattito sul tema dell’immagine dell’immigrato, al
quale hanno partecipato fra gli altri: Marco Binotto (progetto Etnequal social
communication), Corrado Giustiniani (Il messaggero), Sabrina Bergamini (Miris),
Idris Sanneh (commentatore sportivo), Salah Methnani (Rainews 24), Laurent De
Bai (conduttore televisivo) e Monica Goracci (Oim).
7. Rapporto annuale dell'Istat: meta' del
lavoro extracomunitario e' nell'industria (Stranieri in Italia), 29
maggio - Il Rapporto annuale dell'Istat ha analizzato come il settore dell'industria
assorbe meta' dell'occupazione dipendente extracomunitaria. All'interno del
comparto industriale, la manodopera extracomunitaria e' concentrata prevalentemente
nella metallurgia e nella meccanica. Nei servizi i comparti nei quali e' piu'
marcata la presenza di extracomunitari sono quelli alberghiero e della
ristorazione, dove presta la propria opera circa un terzo degli occupati e
quello dei servizi di pulizia (circa 25%). Il numero dei lavoratori
extracomunitari regolari - in base agli archivi Inps - risulta pari a 215.988
nel 1999, a 224.687 nel 2000 e 276.978 nel 2001. Tuttavia, in 3 anni, a fronte
di un incremento complessivo del 28,2% dell'occupazione extracomunitaria, la
composizione percentuale non subisce significative alterazioni. Solo i settori
dei trasporti (+41,7%) e degli altri servizi (+56,3%), grazie anche al lavoro
interinale, registrano una dinamica occupazionale piu' accelerata. L'Istat
segnala inoltre che in tutti i settori analizzati, tra il 1999 e il 2001, le
retribuzioni degli extracomunitari crescono a un ritmo significativamente piu'
lento rispetto a quelle del totale dei dipendenti. Di conseguenza il gap tra le
due retribuzioni messe a confronto tende a ampliarsi. La differenza piu'
elevata si registra nelle attivita' immobiliari, altre attivita' professionali
e imprenditoriali a causa della forte concentrazione di extracomunitari in
alcuni comparti a bassa retribuzione, quali i servizi di pulizia e il lavoro
interinale. Per contro, il differenziale retributivo piu' contenuto, pari a 8,5
punti percentuali, si rileva nel settore degli alberghi e ristoranti.
8. Proposta europea per il diritto alla salute
di tutti cittadini presenti sul territorio europeo (www.migranews.net),
29 maggio - Al via la raccolta di adesioni promossa dall’associazione
volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di stranieri e nomadi
(Naga) di Milano, dall’area sanitaria della Caritas e da Oikos di
Bergamo, con il patrocinio della “Società italiana di medicina
delle migrazioni”. L’obiettivo è fare approvare ai membri
dell'Unione europea una direttiva volta all'affermazione del diritto alla
salute per ogni individuo presente sul territorio dell'Unione (sul modello
della legge già in vigore in Italia). Il portavoce dell’iniziativa
Pierfranco Olivani invita «in primis» le associazioni
socio-sanitarie a prendere parte alla raccolta firme e alla diffusione di materiali.
info: www.naga.it;
www.oikos.org
9. IMMIGRAZIONE – Oltre 14mila le donne
filippine a Roma. Un convegno internazionale indaga sul processo di
integrazione (Redattore Sociale) ROMA, 29 maggio - Quante sono, dove abitano, lavorano.
Come avviene e a che punto è il processo di integrazione delle donne
filippine a Roma, la città europea che ne ospita il maggior numero.
Questo uno dei temi al centro di “Gendered cities; identities, activities,
network, a life corse approach” convegno internazionale che si apre
domani presso il Palazzetto Mattei di Villa Celimontana, in via della Navicella
12. Un’iniziativa, organizzata dalla Commissione Geografia e studi di
genere dell’Unione Geografica Internazionale, a cui parteciperanno 37
docenti universitari di 20 diversi paesi del mondo. Dagli Stati Uniti al
Bangladesh. Dall’Iran alla Finlandia. Dalla Svizzera, da Taiwan come
dalla Cina e dalla Nuova Zelanda. (www.homeofgeography.org) L'intenso programma
dei lavori affronterà gli argomenti che riguardano il rapporto tra la
città e la sua popolazione, analizzata da un punto di vista di genere.
Il modo attraverso il quale le donne diventano sempre più protagoniste
nel condizionare lo sviluppo urbano della città, la distribuzione e la
qualità dei servizi, lo spazio etnico e la mobilità. Filo
conduttore della conferenza, il ruolo delle diverse fasi di vita delle
donne-bambine, adulte, anziane- nell'identità, nelle attività e
nelle relazioni che si esplicano nello spazio urbano. Secondo la ricerca,
realizzata dalla professoressa Flavia Cristaldi, del Dipartimento di Geografia
Umana alla Sapienza e parte di uno studio che mette a confronto la
realtà delle donne filippine nelle città di Roma e Toronto (realizzato
in collaborazione con il professor Joe Darden dell’università del
Michigan) un’analisi dettagliata sulla prima comunità migrante per
numero di presenze della capitale, sui 163.170 stranieri residenti a Roma,
22.195 sono i rappresentanti della comunità filippina, di cui 14.238
donne. (I numeri, relativi all’anno 2000, si riferiscono soltanto agli
iscritti all’anagrafe comunale, residenti nelle 155 zone urbanistiche,
suddivisioni territoriali dei 19 municipi della capitale). Un presenza ancora
molto al femminile quella della comunità filippina a Roma, con
un’incidenza di 1,78 donne per ogni rappresentante della componente
maschile. Una proporzione che viene superata soltanto dalle donne di origine
peruviana, il dato corrispondente è di 1,92 rispetto ad una presenza
numericamente molto inferiore, 7.426 peruviani, di cui 4.891 donne. Una
presenza giovane, concentrata prevalentemente nel centro cittadino e nel
quadrante nordovest. Impiegate soprattutto nel lavoro domestico presso le
famiglie, la cura dei bambini e degli anziani, le donne filippine a Roma hanno
in larga maggioranza tra i 25 e i 55 anni. Persone spesso single, il 53,6%
è nubile mentre nel caso degli uomini il 51,5 per cento risulta sposato.
Un progetto migratorio in generale non definitivo che prevede, nella
maggioranza dei casi, il ritorno in patria una volta terminata
l’attività lavorativa. Scarsa è, infatti, la presenza delle
anziane e basso anche il numero di figli, in aumento solo negli ultimi anni
dopo la possibilità del ricongiungimento familiare. Bambini che in buona
parte rimangono a Roma nei primi anni di vita (due risultano i centri
organizzati per l’accudimento dei piccoli durante l’orario di
lavoro delle madri, uno in centro vicino alla stazione Termini e uno nel quartiere
Prati) e vengono spesso mandati a studiare nel paese di provenienza una volta
arrivati all’età scolare. Emblematico da questo punto di vista il
crollo delle presenze dei giovani tra i 10 e i 24 anni d’età. Un
aspetto che sottolinea l’importanza che assume l’acquisizione della
cultura d’origine nell’ambito di un progetto migratorio non inteso
come definitivo. Una comunità quella filippina in larga maggioranza di
religione cattolica che a Roma, centro del cattolicesimo, trova una buona
accoglienza. Sono, infatti, ben 38 i centri filippini ospitati in chiese e
parrocchie sparsi sull’intero territorio della città e numerose le
piazze luogo di ritrovo nei giorni non lavorativi. In particolare il
giovedì pomeriggio, oltre alla domenica Dieci risultano, inoltre, le
diverse associazioni alle quali fanno riferimento i rappresentanti della
comunità filippina, con una larga diffusione che dipende soprattutto
dallo specifico approccio culturale e sociale.
10. IMMIGRAZIONE - Assistenza sanitaria agli
stranieri, migliorano le politiche locali. Parla Salvatore Geraci (Simm) (Redattore Sociale)
ROMA, 29 maggio– Migliorano le politiche locali per l'assistenza
sanitaria agli immigrati, anche se le leggi regionali in materia registrano
ritardi soprattutto al sud: solo la Puglia ha emesso una normativa adeguandosi
a quella nazionale. “Dopo la Bossi-Fini alcune regioni hanno emanato
circolari o delibere precisando che gli stranieri extracomunitari che hanno
fatto domanda di regolarizzazione possono iscriversi temporaneamente al Ssn”,
precisano Salvatore Geraci e Barbara Martinelli, dell'Area sanitaria Caritas
diocesana di Roma e della Società italiana di medicina delle Migrazioni,
presentando lo scenario nazionale e le politiche locali per l’assistenza
sanitaria agli immigrati nel quadro legislativo attuale. Il “vero
cambiamento” in questo ambito si è verificato, per gli autori, con
l’emanazione della legge n.40/1998, “che ha permesso di passare da
un’ottica di gestione dell’emergenza e del contingente ad una
gestione organica e programmatica”. Tuttavia un ulteriore cambiamento si
è verificato con l’emanazione della Bossi-Fini, che ha modificato
in diversi ambiti il Testo unico sull’immigrazione. “Fortunatamente
però gli articoli sull’assistenza sanitaria non sono stati
cambiati”, commentano Geraci e Martinelli. “Tuttavia
affinché il diritto formale (possibilità di accesso) garantito
dalla legge si trasformi in diritto reale (fruibilità delle prestazioni)
è indispensabile un’efficace politica sanitaria a livello
locale”, commentano gli autori. La maggior parte delle leggi regionali
sono state emanate nel 1990; dopo l’uscita del Testo Unico solo la Puglia
ha emanato una nuova legge regionale sull’immigrazione (in cui
però manca un riferimento specifico all’ambito sanitario), mentre
l’Emilia Romagna ha prodotto un disegno di legge che è stato poi
ritirato e la Provincia di Trento è l’unica ad aver presentato nel
maggio 2001 un ddl (“Politiche per l’integrazione degli stranieri e
la convivenza interculturale”) in cui è ampiamente trattato il
tema della salute e nell’ambito dell’assistenza agli stranieri non
iscritti al Ssn è previsto un ampliamento degli ambiti garantiti
rispetto all’attuale normativa nazionale (prevenzione, cura e
riabilitazione dei tossicodipendenti, persone con Hiv e tutela della salute
mentale). Diverse regioni, “pur non avendo emanato una nuova legge
regionale sull’immigrazione, hanno cominciato a recepire le nuove
direttive nazionali attraverso iniziative a carattere locale, concretizzatesi
in delibere con specifica volontà propositiva e organizzativa, circolari
di chiarimento amministrativo e note di tipo informativo,ambiti specifici nei
Piani Sanitari Regionali e nei Piani per la Politica Immigratoria”.
Attualmente nelle politiche locali sull’assistenza sanitaria agli immigrati
al Nord d’Italia (tranne la provincia autonoma di Bolzano) tutte le
regioni si sono dimostrate attive e propositive. Al Centro -ad eccezione del
Molise, che non ha ancora prodotto una normativa sull’immigrazione, e
dell’Abruzzo che sul piano sanitario regionale 99-01 accenna al tema
degli immigrati - Lazio, Marche, Toscana, Umbria rivelano iniziative
particolarmente significative. Al Sud Campania e la Sicilia si stanno adeguando
lentamente con circolari e Piani sanitari regionali alla normativa nazionale, a
differenza di Basilicata, Calabria e Sardegna, che non hanno provveduto ad
aggiornarsi rispetto ai riferimenti nazionali. Alcune regioni (Emilia Romagna,
Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria,
Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Veneto) hanno
emanato circolari o delibere (tra l’ottobre e il dicembre 2002),
precisando che gli stranieri extracomunitari che hanno fatto domanda di
regolarizzazione possono iscriversi temporaneamente al Ssn. Per il futuro
Geraci e Martinelli auspicano che le Regioni “si attivino per emanare
nuove leggi regionali, affinché recepiscano ampliamente le innovazioni
apportate in ambito nazionale sia nel consolidare il diritto
all’assistenza sanitaria degli immigrati a qualsiasi titolo presenti sul
territorio, garantendo così la reale fruibilità dei servizi, sia
stabilendo percorsi finanziari che permettano di realizzare progetti mirati, in
particolare per rimuovere ostacoli che possono produrre disuguaglianze
nell’accesso e nella salute di questi nuovi cittadini”.
11. IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani
quasi 5 stranieri quando sara' a regime regolarizzazione ancora in corso (ANSA) - ROMA, 29 MAG
- Sono circa 1.500.000 gli immigrati regolari presenti sul territorio nazionale,
a cui va aggiunto circa un 20% di minori, che porta la cifra a circa 1.800.000
persone. Quando saranno state esaminate tutte le 700mila domande di
regolarizzazione presentate con la Bossi-Fini, si dovrebbe raggiungere una
quota di regolari di circa 2.500.000 persone, circa il 4,5% della popolazione
residente in Italia. Una percentuale importante, ma comunque molto al di sotto
di quelle che si registrano in molti altri Paesi europei. I dati sono stati
forniti nel corso della presentazione romana, dopo quella di ieri a Milano,
dell'ottavo rapporto sulle migrazioni predisposto dalla Fondazione Ismu
(Iniziative e studi sulla multietnicità). E buttando uno sguardo al
futuro dell'Italia, secondo l'Ismu, nel 2030/2040, a causa del nostro tasso di natalità
molto basso, se si vorrà mantenere una quota di popolazione poco al di
sotto di quella attuale (53 milioni a fronte dei 57 di oggi) si dovranno
ammettere almeno 150mila immigrati l'anno. Il tasso di natalità degli
immigrati infatti, è ben tre volte superiore é quello italiano.
L'allargamento dell'Unione europea poi, porterà a una riduzione del 12%
degli immigrati extracomunitari. Saranno infatti ben 75mila i romeni,
attualmente il terzo gruppo di etnico di extracomunitari dopo marocchini e albanesi,
che diverranno comunitari, preceduti, dal 1 aprile del 2004 da circa 30mila
polacchi. "Questi dati sono molto importanti - ha detto nel suo intervento
alla presentazione Livia Turco, esponente dei Ds - ma non sono purtroppo frutto
del lavoro delle istituzioni preposte per scelta del ministro Maroni".
12. IMMIGRAZIONE: in Italia ogni 100 italiani
quasi 5 stranieri (2) (ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Le strutture che prima si
dedicavano al monitoraggio del fenomeno immigrazione - ha detto Livia Turco -
oggi non esistono più. Ma non è questo il solo problema che
individuo: molto spesso le fasce più deboli in Europa vedono gli
immigrati come avversari. Non so come il governo pensa di risolvere il
problema, per quanto mi riguarda, occorrono politiche di welfare che riducano la
concorrenza tra lavoratori". "Il governo ha abolito nella Bossi-Fini
la figura dello 'sponsor' attraverso la quale veniva favorito l'incontro tra
datore di domanda e offerta di lavoro. in questo modo il datore di lavoro
poteva guardare il faccia il lavoratore che doveva assumere. E come è
ormai noto si ha sempre più paura di chi non si conosce. Per favorire
l'integrazione tra individui - conclude la Turco - si deve promuovere la loro
conoscenza reciproca".
13. Immigrazione: una scuola a Napoli per
formare le badanti (Stranieri in italia) NAPOLI, 29 maggio - Una scuola dove
imparare a fare le badanti e dove ottenere una qualificazione professionale in
grado di assicurare a centinaia di donne della ex Unione sovietica un posto
dignitoso e remunerativo. Partono oggi a Napoli - e non a caso di
giovedì, giorno tradizionalmente di libertà per chi presta
servizio nelle famiglie - i primi corsi gratuiti di formazione per badanti, una
iniziativa, giurano gli organizzatori di un associazione di volontariato che
è anche promotrice degli stessi corsi, inedita in Italia. Oggi le prime
25 donne - moldave, bielorusse e in maggioranza ucraine e in genere provenienti
dall'Est Europa - si ritroveranno in 'aula', una saletta di un albergo della
zona orientale di Napoli, per la lezione introduttiva che sarà tradotta
e resa comprensibile grazie all'ausilio di interpreti. Il corso - che si
articola in quattro lezioni per complessive dodici ore - comprende insegnamenti
di geriatria, psicologia,sociologia, assistenza infermieristica e elementi
giuridici sulle norme che regolano il permesso di soggiorno in Italia e temi
dell'immigrazione e dell'orientamento al lavoro. I corsi sono organizzati dall'
Ancescao, l'Associazione nazionale centri sociali anziani, una organizzazione
di volontariato che è in contatto da sempre con analoghe strutture in
Italia per l'accoglienza e l'aiuto alle immigrate dell'Est che a Napoli e
provincia sono centinaia.
"Il corso - spiega il Mario Capozzi, presidente regionale dell'Ancescao -
è rivolto alle cittadine e ai cittadini stranieri che svolgono
l'attività di badante presso famiglie napoletane e che sono in possesso
di regolare permesso di soggiorno. Aldilà di quelle che possono essere
le attitudini delle cittadine e dei cittadini stranieri, intendiamo fornire
loro una professionalità". Coinvolta nell'organizzazione dei corsi
è anche l'Associazione aiuto ai cittadini ex Urss la cui presidente,
Ioulia Minsker, spiega che si tratta "di un'iniziativa che oltre ad
offrire un'opportunità di crescita professionale, tende a definire anche
i confini della professione di badante dando anche un'occasione di stare
insieme e condividere problemi sociali e familiari che la stessa professione di
badante deve affrontare".
14. NOMADI - ''Vite costrette'', viaggio
fotografico sulla vita al Poderaccio, campo rom fiorentino (Redattore Sociale)
MILANO, 29 maggio - Sono vite costrette quelle dei nomadi relegati nei campi,
costruiti per essere temporanei ma ormai soluzione definitiva. Ma "Vite
costrette" è anche un volume (edito da Ombre corte, 54 pagine, 8
euro), un "viaggio fotografico" che descrive la vita al Poderaccio,
campo rom fiorentino in via di riprogettazione. Il libro verrà
presentato venerdì 30 maggio a Verona (ore 20.45, Sala Lodi in via S.Giovanni
in Valle). Saranno presenti gli autori, Burhan Hasani e Lorenzo Monasta. Il
primo ha vissuto al Poderaccio fino al 2000 (oggi lavora a un progetto europeo
sulla situazione rom), il secondo lavora per l'ong Ciet e sta preparando una
tesi di dottorato sulla salute dei minori e la vita nei campi Rom. "Per
due ragioni penso sia sbagliata l'idea di campo", spiega Hasani.
"Primo perché ho vissuto in un campo e in una casa e so cosa vuol
dire la differenza. Secondo perché vivendo al campo è difficile
riuscire a conservare un lavoro: il freddo, la frequente mancanza di acqua,
qualcuno che non ti fa dormire... La vita è sempre molto precaria".
Con gli autori presenteranno il volume Leonardo Piasere, professore di
antropologia culturale all'Università di Firenze.
15. La Cgil: "Il Governo lasci partire i
polacchi per il voto sul referendum sull'adesione all'Unione europea" (Stranieri in Italia),
28 maggio - Come tutti i cittadini della Polonia, anche gli immigrati polacchi
che vivono in Italia saranno chiamati a dare il loro voto nel referendum
sull'adesione del Paese all'Unione europea, in programma il 7-8 giugno
prossimi. Stando alle leggi vigenti, i polacchi in Italia che attendono il
permesso di soggiorno non possono tornare in patria per votare nel referendum,
pena il rigetto della domanda di regolarizzazione. Il problema è stato
denunciato dal coordinamento della Cgil dell'Immigrazione, che ha chiesto al
Premier Silvio Berlusconi di "produrre immediatamente tutti gli atti di
sua competenza utili a superare questa grave e poco edificante situazione,
consentendo di dare una soluzione al problema."
16. IMMIGRAZIONE: extracomunitari in Italia
-4% con allargamento primi effetti sulla mobilita' dei cittadini di nuovi 10
paesi ue (ANSA), 28 maggio - La presenza di extracomunitari in Italia si
ridurrà del 4% dal 1 aprile del 2004 per effetto dell'allargamento della
Ue a dieci nuovi paesi i cui cittadini acquisiranno automaticamente lo status
di 'comunitari' e quindi potranno circolare liberamente in tutta Europa. Basti
pensare ai 30.000 polacchi che risiedono stabilmente in Italia. Il dato
è stato calcolato dalla fondazione Ismu (iniziative e studi sulla
molteplicità) ed è contenuto nell'ottavo rapporto sulle
migrazioni presentato oggi a un convegno a Milano. Secondo i curatori della stessa
indagine, la percentuale di riduzione di extracomunitari in Italia
passerà poi al 12% con la seconda fase di allargamento della Ue che
comprende in particolare la Romania. I cittadini romeni presenti in Italia, con
75.000 permessi di soggiorno registrati nel 2002 infatti costituiscono il terzo
gruppo etnico di extracomunitari dopo marocchini e albanesi. Entro la fine del
2003 intanto gli stranieri regolarizzati in Italia arriveranno a 2.100.000
unità (1,4 milioni già regolarizzati entro il 2002 più
altre 700.000 persone per effetto della sanatoria prevista dalla Bossi-Fini. Il
riflesso é particolarmente indicativo per la realtà lombarda in
cui, prima della sanatoria, si stimava la presenza di mezzo milione di
extracomunitari di cui 150.000 regolari. Nei prossimi mesi si dovrebbe arrivare
a 463mila immigrati regolari.
17. IMMIGRAZIONE: Ambasciatore USA, guerra a
traffico di persone rappresentante presso Santa Sede a conferenza ICOSIT a
Benevento (ANSA) - NAPOLI, 28 mag - "L'Amministrazione Bush è fortemente
impegnata nella lotta contro il traffico clandestino di persone". A
sottolinearlo è stato oggi l'ambasciatore Usa presso la Santa Sede,
James Nicholson, intervenendo ad Icosit (International Conference on Safety in
Trasportation) nel corso della sessione dei lavori dedicata a "Trasporti,
infrastrutture ed immigrazione clandestina", che si è svolta presso
la Villa dei Papi di Benevento. L'ambasciatore Nicholson ha annunciato che
proprio ieri il Dipartimento di Stato gli ha ufficialmente comunicato il finanziamento
di un progetto finalizzato alla lotta contro il fenomeno della "tratta
delle schiave bianche". "Si tratta di un programma che
consentirà di formare le religiose dei paesi maggiormente interessati al
fenomeno", ha spiegato Nicholson. Il governo americano ha stanziato 50.000
dollari a favore del progetto presentato dall'ambasciatore Usa presso il
Vaticano. "Come ha più volte ricordato anche il Papa - ha concluso
il diplomatico Usa - si tratta di un reato che svilisce la dignità
umana. Un vero e proprio delitto contro i diritti dell'uomo, che colpisce
soprattutto donne e bambini. Ecco perché occorre migliorare ed
uniformare le varie legislazioni esistenti in materia e, soprattutto,
c'é bisogno di una maggiore cooperazione tra le istituzioni
perché si tratta di lottare contro un fenomeno che, per importanza,
viene subito dopo il traffico di droga ed il traffico di armi". Ai lavori
sono anche intervenuti il commissario regionale della Croce Rossa Italiana
Sandra Lonardo Mastella (che ha ricordato l'impegno della sua organizzazione a
favore della sicurezza stradale) e l'assessore regionale Luigi Anzalone:
"Per arginare la tratta delle bianche occorre anche migliorare l'approccio
culturale nei confronti del fenomeno dell'immigrazione.
18. IMMIGRAZIONE - Passerini (Corriere
Lavoro): ''Politica governativa cinicamente orientata a concepire
l'immigrazione come un fenomeno di ordine pubblico'' (Redattore Sociale) MILANO, 28
maggio - "Il livello della politica governativa è cinicamente
orientato a concepire l'immigrazione come un fenomeno di ordine pubblico":
parola di Walter Passerini, direttore dell'inserto "Corriere Lavoro".
Passerini ha commentato le politiche italiane in materia di flussi migratori a
margine di un convegno che si è svolto a Milano per presentare l'ottavo
"Rapporto sulle migrazioni", realizzato dalla la Fondazione Ismu
(Iniziative e Studi sulla Multietnicità). "La realtà del
fenomeno migratorio - ha aggiunto Passerini- è molto più
complessa, soprattutto dal punto di vista lavorativo, dove a tanto lavoro
regolare si aggiungono fenomeni di irregolarità che purtroppo vengono
incentivati anche dalle lentezze burocratiche per la regolarizzazione".
Secondo Passerini la presenza di immigrati nel territorio nazionale potrebbe
essere un fattore di ricchezza e un motore per l'economia: "per rendersene
conto basterebbe prestare attenzione ai numerosi imprenditori stranieri che
oggi rappresentano un fenomeno in crescita ma poco valorizzato. A parità
di condizioni - ha proseguito Passerini- per un immigrato è più
difficile ottenere credito dalle banche e avviare una attività autonoma.
Per questo motivo -conclude il direttore del 'Corriere Lavoro'- è
auspicabile l'introduzione di leggi che favoriscono l'imprenditoria degli
stranieri, in maniera analoga a quanto è stato fatto per incentivare
l'imprenditoria giovanile o femminile". Passerini ha successivamente
allargato l'orizzonte dal mondo del lavoro a quello più ampio dei
diritti umani, affermando che "la vera cittadinanza non si esprime
solamente nell'ambito lavorativo, ma è necessario che in Italia gli
stranieri possano esprimersi sul piano della partecipazione e della gestione
della cosa pubblica, così come sono riusciti ad esprimersi nel settore
lavorativo e imprenditoriale".
19. IMMIGRAZIONE - Ottavo rapporto Ismu sulle
migrazioni: gli immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni in Italia, ma al
Nord è straniero un assunto su quattro (Redattore Sociale) MILANO, 28
maggio - La nuove legge sull’immigrazione ha prodotto una preoccupante
situazione di “precarietà” nel mondo
dell’immigrazione. Lo sostiene l’Ottavo Rapporto sulle migrazione
2002 della fondazione Ismu proponendo una lettura approfondita degli eventi che
si sono verificati nel 2002 sul tema immigrazione. Il rapporto, presentato oggi
a Milano, si articola in quattro sezioni: un "Quadro generale" con le
coordinate statistiche e giuridiche del mondo migratorio italiano; una sezione
dal titolo “Aree di attenzione”, in cui si parla di lavoro, scuola,
salute, casa e devianza degli immigrati; una terza parte di
“Approfondimenti” su famiglia immigrata, programmazione dei flussi
e Islam; un¹ultima parte in cui viene fatto un quadro dello
“Scenario internazionale” del mondo dell’immgrazione. La
novità più eclatante del 2002, sostiene il Rapporto, è
l’emersione valutata “positiva”, tramite la legge cosiddetta
Bossi-Fini, di circa 700mila immigrati regolarizzandi. Anche in virtù
della regolarizzazione, il Rapporto rivela che (pur escludendo il settore
domestico in cui sono state 350mila le richieste di regolarizzazione) gli
immigrati sfiorano il 10% delle assunzioni complessive operate in Italia nel
2001. I valori sono però molto sperequati se si confrontano le
differenti aree territoriali: in quasi tutto il Sud raggiungono il 3% mentre in
alcune aree del nord superano il 20”. Il Rapporto conferma la continua
forte crescita di rumeni (75.377 presenza regolari), diventati la terza
più consistente presenza straniera in Italia dopo quella di marocchini
(158.094) e albanesi (144.120).
Il Rapporto sottolinea con decisione alcuni problemi dovuti alle procedure di
regolarizzazione: per molti mesi del 2003, i 700 mila emersi con la Bossi-Fini
saranno “irregolari” e al tempo stesso “in attesa di
regolarizzazione”, per via dei lunghi tempi tecnici necessari per
valutare i documenti presentati. Il Rapporto mette in guardia rispetto alla
“sfida” di definire il loro status giuridico, anche considerando le
possibili modificazioni dei rapporti di lavoro. “Va ricordato ammonisce
il Rapporto che sono il primo luogo persone e non lavoratori. Ad essi vanno
pienamente riconosciuti i fondamentali diritti di ogni individuo facendo
sì che tali diritti si rivelino strumenti d¹integrazione”.
Altro aspetto problematico indicato dal rapporto: i regolarizzandi, a
differenza da molti altri stranieri, verranno a disporre di un permesso di
soggiorno della durata di un solo anno. “Questo limite renderà la
loro posizione particolarmente precaria”. Altro problema da valutare che
potrà scaturire dall’allargamento dell'Unione europea da 15 a 24
membri: polacchi (oggi 30 mila immigrati regolari), rumeni (75 mila) e a lungo
termine - anche turchi potrebbero diventare stranieri comunitari, cambiando di
botto gli equilibri della politica dei flussi e del mercato del lavoro.
20. AMNESTY: in Europa diffusi atteggiamenti
discriminatori in Italia maltrattamenti e leggi contro immigrati (ANSA) - LONDRA, 28
MAG - Gli atteggiamenti discriminatori sono diffusi in molti paesi europei. E'
quanto sostiene il rapporto 2003 di Amnesty International che sottolinea come in
alcuni paesi gli appartenenti alle minoranze etniche e gli stranieri hanno
subito torture o sono stati maltrattati dalle forze dell'ordine. La guerra al
terrorismo, in seguito agli attentati contro gli Stati Uniti dell'11 settembre,
ha continuato ad avere ripercussioni in tutta Europa, con conseguenze
particolarmente negative per i richiedenti asilo. Molti paesi - denuncia
Amnesty - hanno usato ragioni di sicurezza nazionale per giustificare
l'adozione di leggi ed altre misure restrittive nei confronti degli immigrati,
con numerose violazioni dei diritti umani. In Belgio e Francia, inoltre, gli
ebrei e gli arabi sono stati vittime di un'ondata di attacchi razzisti.
L'organizzazione sottolinea poi come gravi violazioni dei diritti umani siano
state commesse in Russia e nei Balcani occidentali. Accuse di maltrattamenti
sono state registrate da Amnesty in numerosi paesi europei, tra cui Germania,
Francia e Italia. L'organizzazione internazionale ha espresso inoltre la sua
preoccupazione per leggi adottate in Austria, Danimarca, Ungheria, Regno Unito
ed Italia, che limitano ulteriormente il diritto di asilo.
21. "Migranti", in un libro di
Claudio Camarca il dramma dell'umanità in cammino. Nell'opera edita da
Rizzoli le tante storie di un lungo viaggio verso l'Italia (Inform) ROMA, 28
maggio - Per raccontare il dramma dell'umanità in cammino lo scrittore
Caudio Camarca ha percorso, i Balcani, l'Europa orientale e le coste dove notte
dopo notte gli scafisti abbandonano il loro povero carico umano. Un viaggio nel
dramma e nella speranza che l'autore, noto narratore e regista cinematografico,
ha raccontato nel libro "Migranti". Verso una terra chiamata
Italia" edito da Rizzoli. La presentazione dell'opera, avvenuta presso la
sede romana dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, si è
aperta, dopo un breve intervento introduttivo del giornalista de "La
7" Andrea Pancani che ha sottolineato la determinazione e la
capacità intuitiva dell'autore, con l'intervento del docente di
Pedagogia Interculturale dell'Università de L'Aquila Alessandro
Vaccarelli. Egli ha evidenziato come dall'opera del Camarca, un lavoro che
dà voce ai tanti disperati che non hanno voce, emerga una visione
più ampia ed umana del fenomeno migratorio. Un mondo in cammino che,
attraverso le storie di chi vive sulla propria pelle questa esperienza, viene
descritto senza le tante diffidenze e paure che invece sembrano animare
l'azione legislativa degli ultimi anni. "Quella di Camarca - ha
specificato Vaccarelli - è un'opera di passione sociologica e
antropologica che mette a nudo tutti i risvolti delle migrazioni". Per
l'Arcivescovo metropolita di Lecce Cosmo Francesco Ruppi questa drammatica
realtà, fatta di uomini alla ricerca di pace pane e libertà, non
va guardata con l'occhio del politico, ma con quello del povero. Mons. Ruppi ha
inoltre lanciato un appello affinché le forze politiche italiane si
mobilitino contro la costruzione in Albania di campi detentivi volti al
contenimento degli immigrati. Nel sottolineare la forte passione e sofferenza presente
nell'opera di Camarca, egli ha poi evidenziato come dal libro vengano
affrontate anche tematiche molto complesse come ad esempio la tratta delle
donne, il traffico di droga e il commercio illegale di organi. Problemi di
assoluta drammaticità che, purtroppo, si intrecciano con il fenomeno
migratorio. E' stata poi la volta del Presidente della Commissione
Attività Produttive della Camera Bruno Tabacci che ha posto in rilievo
come a tutt'oggi l'immigrazione regolare in Italia, anche grazie alla recente
regolamentazione che ha fatto emergere circa 700.000 stranieri, stia ormai
trasformandosi, con il 4% d'incidenza sulla popolazione, in un fenomeno
strutturale. Una realtà in crescita che, secondo Tabacci, dovrebbe farci
riflettere sull'eventuale concessione del voto amministrativo agli immigrati.
"C'era un tempo - ha poi aggiunto il deputato ricordando il libro di
Stella 'Quando gli albanesi eravamo noi' - in cui anche i nostri avi subivano
privazioni e violenze. Per affrontare con maggiore sensibilità il
fenomeno dell'immigrazione sarebbe quindi bene che ricordassimo l'altra faccia
dell'emigrazione italiana". Un problema, quello migratorio, da analizzare
con estrema razionalità che, secondo Tabacci, è stato
regolamentato con buona efficacia dalla nuova normativa sull'immigrazione.
Oltre al già citato successo della regolamentazione, che ha squarciato
il velo dell'immigrazione clandestina, dalla legge Bossi-Fini sono state
infatti introdotte novità di rilievo, come ad esempio la creazione di
uno stretto legame tra il lavoro e la concessione del permesso di soggiorno. Un
aspetto, quest'ultimo, che è stato invece contestato dal Segretario
nazionale dei Ds Piero Fassino. Dopo aver affermato che la nuova legge
sull'immigrazione si ispira a principi di chiusura ed emarginazione, egli ha
ribadito la netta opposizione sia alla creazione di uno stretto vincolo tra
permesso di soggiorno e lavoro, disposizione che favorisce l'insorgere
dell'occupazione in nero, sia all'introduzione di provvedimenti che
mortifichino l'immigrato, come ad esempio la rilevazione delle impronte
digitali o il restringimento delle possibilità di ricongiungimento
familiare. Da Fassino, che ha apprezzato il volto e lo spessore umano dei
migranti descritti da Camarca, è stata invece auspicata la nascita di
una società multietnica, multiculturale e multireligiosa. Una nuova ed
inevitabile realtà che andrà però costruita, partendo
dagli ambienti scolastici, con mirate politiche volte all'integrazione e alla
non assimilazione dell'immigrato. Uomini e donne che, secondo Fassino, lasciano
la loro terra d'origine per cercare un futuro migliore e vivono nella completa
solitudine il dramma dell'andare e la sofferenza dell'accettazione nel Paese
d'accoglienza. A chiusura dell'incontro è infine intervenuto l'autore
dell'opera che, dopo aver auspicato l'avvio di iniziative per lo sviluppo
economico dei Paesi di provenienza e il superamento delle politiche di chiusura
che favoriscono l'insorgere dell'illegalità, ha descritto gli immigrati
come "gli ultimi coraggiosi che varcano i confini e credono nel
domani".
22. IMMIGRAZIONE - Aggressione a Napoli al
''Mar Rosso'', il ristorante di immigrati più noto dei Quartieri
Spagnoli. Camorra o razzismo? (Redattore Sociale) NAPOLI, 28 maggio - È il
più famoso ristorante gestito da immigrati a Napoli, frequentato anche
dai napoletani e dai turisti per le sue specialità esotiche: si chiama
Mar Rosso, come il mare che bagna l’Eritrea. Si trova a Via Sergente
Maggiore, in quella terra di mezzo che sono i Quartieri Spagnoli, a ridosso di
strade e piazze della città-bene, come la storica Via Toledo e la
centralissima Piazza del Plebiscito. Circolo culturale e punto di ritrovo della
comunità eritrea in città, centocinquanta anime ben integrate tra
la popolazione locale, il ristorante ieri ha subito un’aggressione che fa
già gridare all’inizio di una nuova spirale di violenza a sfondo
razzista, dopo la tentata strage di Casoria contro l'insediamento Rom della
scorsa settimana. Ieri sera, poco dopo le 22, un gruppo di uomini è entrato
nel locale, iniziando a sfasciare l'interno e ad aggredire le persone presenti.
I gestori del ristorante hanno immediatamente chiamato le forze dell'ordine, ma
nessuno si è presentato: fatto non singolare ai Quartieri Spagnoli, dove
dopo le nove di sera regna una specie di coprifuoco per chi non è della
zona, e dove il presidio delle forze dell’ordine è sicuramente
troppo esiguo. E se con il mancato intervento di polizia e carabinieri forse il
razzismo non c’entra niente, c’è da dire però che gli
eritrei, con i filippini, i somali e i capoverdiani che abitano ai Quartieri,
non hanno vita facile, perché hanno la pelle scura e perché
subiscono forme di discriminazione per la loro condizione di
“deboli” in un’area dove vige la legge del più forte.
Mekomen Ghebremedhin, presidente ed Amministratore del Circolo Mar Rosso,
ancora non riesce ad inquadrare bene l’episodio; forse oggi, dopo la
denuncia ai carabinieri, ha paura di ritorsioni. Non è la prima volta
che viene minacciato, ma è la prima volta in dieci anni che gli
sfasciano il ristorante. “Noi rispettiamo tutta la gente della zona
– dice – e non so che cosa vogliano queste persone da me, ma
preferisco essere il martire del mio locale piuttosto che andarmene da qui. Mar
Rosso è il punto di ritrovo per tutti gli eritrei a Napoli; il 24 maggio
vi abbiamo festeggiato i 13 anni d’indipendenza della nostra nazione, non
possiamo chiudere”. E mentre alla comunità eritrea arriva la
solidarietà delle altre comunità e delle associazioni di
immigrati a Napoli, ci si interroga sulle cause dell’aggressione:
episodio di camorra o di razzismo? Probabilmente entrambi, perché, anche
se Mar Rosso da anni pratica l'incontro fra culture e promuove un rapporto
positivo con il territorio, a Napoli spesso il razzismo assume la forma della
discriminazione nel lavoro, nella ricerca di una casa, nella possibilità
di gestire un’attività in autonomia.
La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it
- (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli
immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")