REPRESSIONE E ACCOGLIENZA: QUALE SORTE PER I PROFUGHI ?

 

Le cronache hanno ripreso ad occuparsi dell’emergenza “clandestini”, nuovi sbarchi in Sicilia hanno messo in crisi il sistema di accoglienza italiano, di fatto inesistente, ed i centri di detenzione per immigrati clandestini scoppiano. Immigrati in attesa di espulsione ed altri appena sbarcati, richiedenti asilo, sono costretti alla promiscuità più assoluta, il raddoppio della detenzione nei centri di trattenimento ( da trenta a sessanta giorni) rende ingestibili queste strutture, come testimoniato tragicamente da tentativi di rivolta e da atti di autolesionismo ormai quotidiani.

La repressione da parte delle forze dell’ordine si traduce persino in pestaggi veri e propri, come verificatosi a Bologna ed a Lecce, dove sono in corso procedimenti penali al riguardo, ed in tanti altri centri di trattenimento dove è mancata la volontà di denuncia per la paura di ulteriori intimidazioni e percosse.

La nuova disciplina sul diritto di asilo, introdotta dalla legge Bossi Fini dello scorso anno non è ancora in vigore, per il ritardo nella emanazione del regolamento di attuazione, sembra al riguardo che manchino i fondi necessari per avviare le nuove strutture di trattenimento per i richiedenti asilo, chiamati centri di identificazione.

Migliaia di persone attendono da oltre un anno e mezzo ( mediamente) la risposta della Commissione centrale competente a decidere sulla richiesta di asilo ed i nuovi arrivi non faranno che peggiorare la situazione. Nel frattempo centinaia di richiedenti asilo attendono una risposta sul loro destino assistiti soltanto da associazioni indipendenti ( non convenzionate con le prefetture).

In questo quadro il sottosegretario D’Alì non riesce a proporre altro che la istituzione di una polizia di frontiera comune per tutti paesi europei, come se uno sbarramento più efficace delle nostre coste e delle nostre frontiere terrestri potesse arginare un flusso di profughi che è prodotto in modo inarrestabili dalle tante crisi mondiali, alimentate dalle nuove logiche di dominio mondiale della superpotenza americana e dei suoi alleati.

Aumentare le forze di polizia alla frontiera, inasprire le misure repressive, non serve certo ad aiutare chi è in fuga da guerre e persecuzioni etniche.

Il governo Berlusconi  si dichiara complice della politica di “contenimento” dei profughi nei paesi dai quali tentano di fuggire, come è successo nel caso dell’Irak, con l’invasione della parte nord di quel paese da parte della Turchia, e tra poco asseconderà anche le iniziative di rimpatrio assistito con le quali molti paesi europei stanno riportando profughi afgani nel loro paese, illudendoli che lì la situazione sarebbe ormai pacificata.

Le scelte criminogene del governo in materia di immigrazione, impedendo qualunque forma di ingresso legale ai migranti ed il pieno ed effettivo riconoscimento del diritto di asilo, stanno arricchendo soltanto i trafficanti, e rinforzando le reti del crimine transnazionale.  Non sappiamo neppure quanti saranno vittima di questi viaggi della disperazione.

Chiediamo che l’Italia dia piena attuazione al diritto di asilo riconosciuto dalla nostra Costituzione e dalle Convenzioni internazionali, che i profughi che giungono sulle nostre coste non vengano trattenuti in strutture detentive ma che vengano loro rilasciati i documenti di soggiorno a cui hanno diritto ( i permessi per motivi umanitari o per attesa asilo) e che a tutti venga garantito il diritto di difesa ed alla comprensione linguistica dei documenti che li riguardano, oltre che condizioni igieniche e sanitarie dignitose, nei luoghi di prima accoglienza.

Chiediamo che vengano attrezzate strutture di vera accoglienza e non lager circondati dal filo spinato.

Chiediamo soprattutto che le associazioni possano visitare i profughi ed i migranti irregolari nei centri di trattenimento ( detenzione amministrativa) comunque denominati, ed invitiamo i parlamentari nazionali e regionali a verificare con ispezioni le condizioni di queste strutture.

 Fulvio Vassallo Paleologo

ASGI Associazione studi giuridici sull’immigrazione

Palermo