COMUNICATO STAMPA

 

 

Prostituzione e Tratta

On the Road conferma e rilancia: l’articolo 18 per l’aiuto alle vittime del traffico di esseri umani è in pericolo, ma è il miglior sistema in Europa e va salvaguardato e incentivato.

 

A seguito della presentazione del libro “Prostituzione e Tratta – Manuale di Intervento Sociale” a cura dell’Associazione On the Road, svoltasi il 7 luglio, in cui venivano messi in evidenza i nodi critici del sistema italiano per gli interventi del settore, il Presidente della Commissione Interministeriale per l’art. 18, Bruno Brattoli si è rivolto ad On the Road puntualizzando che i fondi non sono stati dimezzati ma confermati e che inoltre sono stati previsti fondi integrativi nel disegno di legge sulla tratta di persone e in quello sulla prostituzione.

On the Road precisa innanzitutto che le osservazioni fatte sono di ben più ampia portata e mosse in termini propositivi e a partire dall’esperienza sul campo di oltre 100 enti no profit ed enti pubblici che a dicembre 2002 hanno inviato al Ministro Prestigiacomo e alla Commissione Interministeriale un documento dal titolo "Da Vittime a Cittadine".

Le organizzazioni no profit del mondo laico e cattolico, le Regioni, le Province e i Comuni firmatari del documento promosso da On the Road stessa, sottolineano come alle vittime del traffico di esseri umani (sfruttate dal racket nella prostituzione ma anche in altre nicchie del mercato del lavoro illegale) vada garantita la  possibilità di riconquistare la libertà e di essere considerate come persone e cittadine. Tale possibilità è garantita in Italia dall'articolo 18 del Testo Unico sull'Immigrazione, che prevede uno speciale permesso di soggiorno e programmi di assistenza e integrazione sociale sia per le vittime che denunciano i loro sfruttatori sia per coloro che pur vittime non sono in grado di denunciare per via dei giustificati timori di ritorsioni nei loro confronti o verso i familiari nel paese di origine, ma che pure possono fornire alle forze dell'ordine preziose informazioni per il contrasto della criminalità organizzata.  Il sistema italiano dell'art. 18 è il più avanzato in Europa e nel mondo e come tale andrebbe valorizzato, potenziato e promosso, soprattutto ora che l'Italia si trova a presiedere il semestre europeo.

Purtroppo invece l'art. 18 rischia di essere depotenziato e svuotato. Le Questure infatti ancora non lo applicano in maniera piena ed uniforme nel contesto nazionale. Inoltre, attraverso le retate e le espulsioni non viene data alle vittime di tratta l'opportunità di accedere all'art. 18 ma anzi, rispedendole nei loro paesi vengono di nuovo messe nelle mani della criminalità che le riporta sulle nostre strade, rendendole così vittime una seconda volta senza nessun effetto contro le reti criminali. A ciò si aggiunge la prospettiva della nuova legge sulla prostituzione proposta dal Governo che, prevedendo la proibizione della prostituzione di strada, sposterà le donne nel chiuso degli appartamenti (più insicuri e irraggiungibili), limitando pesantemente le loro possibilità di affrancamento dal racket. Appare dunque contraddittorio prevedere l'aumento dei fondi per i progetti art. 18 in tale disegno di legge, non solo perché le vittime saranno invisibili, ma anche perché nel ddl, il comma 3 dell’art. 5 recita testualmente “Le questure segnalano ai servizi sociali competenti gli stranieri che siano stati indotti all'esercizio della prostituzione al fine di favorirne in condizioni di sicurezza il ritorno in patria”, ribaltando il concetto di assistenza e integrazione sociale alla base dell’art. 18 e preoccupandosi solo di rimandare a casa (seppur in “condizioni di sicurezza”) persone che sono state vittime di violenza e sfruttamento e che nella gran parte dei casi non hanno possibilità di un “sicuro” e reale reinserimento nel proprio paese.

 

Va invece dato atto che recentemente il Parlamento ha approvato il ddl sulla tratta di persone, nel quale si prevede un incremento dei fondi destinati all’art. 18. Intanto però, i 69 progetti che oggi in Italia realizzano i programmi di assistenza e integrazione sociale devono sopportare la pesante inadeguatezza dei fondi attuali e in molti casi non riescono a rispondere alle richieste di aiuto, quando invece avevano chiesto di passare dalla dimensione di progetti a quella di servizi permanenti e qualificati. Infine, anche se ripetutamente richiesto, il Ministro Prestigiacomo non ha riattivato un Tavolo Interministeriale ed Interistituzionale con la partecipazione di rappresentanti degli enti pubblici e no profit che lavorano sui territori, per il confronto ed il lavoro congiunto volto a migliorare il sistema di interventi per le vittime della tratta.

 

 

Tutto ciò è stato evidenziato e proposto il 7 luglio a Roma riprendendo i contenuti del documento presentato a dicembre, cui non è mai stata data risposta.

Gli enti firmatari del documento congiunto "Da Vittime a Cittadine" chiedono semplicemente al Governo di essere ascoltati e di lavorare insieme per migliorare gli interventi per le vittime del traffico di esseri umani.

 

Martinsicuro (Teramo)

 

a nome dell’Associazione On the Road

   il coordinatore generale Marco Bufo