TOIA, PILONI,
SCALERA, SOLIANI, DETTORI, BAIO DOSSI, GIARETTA, BATTISTI, VIVIANI, DONATI, DE
PETRIS, PIZZINATO. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al
Ministro degli affari esteri
– Premesso:
che
da notizie di stampa si apprende che l'ingegner Muhammad Said Al-Sakri,
cittadino siriano espulso dall'Italia insieme alla moglie e ai suoi quattro
figli, sarebbe deceduto sotto tortura il 28 febbraio 2003 nel luogo di custodia
dove era stato portato all'arrivo in Siria;
che
l'ingegner Muhammad Said Al-Sakri e la sua famiglia erano arrivati
all'aeroporto di Milano il 23 novembre 2002, provenienti da Baghdad, dove la
coppia aveva vissuto in esilio per 11 anni;
che
all'arrivo in Italia le autorità italiane hanno rifiutato la loro
richiesta di asilo politico senza neanche sottoporli alle procedure di legge
per la valutazione delle domande d'asilo e dunque costringendoli a ripartire
per la Siria in data 28 novembre;
che con
interrogazione 3-00789 del 19 dicembre 2002 veniva chiesto un intervento
urgente dei Ministri degli affari esteri e dell'interno essendo il rimpatrio
forzato in Siria, senza un esame della richiesta di protezione nell'ambito di
una procedura d'asilo equa, completa e soddisfacente, una violazione del
principio del diritto internazionale, vincolante per tutti gli Stati, di non-refoulement che proibisce
il rimpatrio forzato di una persona in un Paese nel quale la sua vita o la sua
libertà sarebbero in pericolo;
che il
Governo, riferendo in Parlamento in risposta a questa ed altre interrogazioni
sullo stesso tema, si era più volte impegnato ad intraprendere azioni
diplomatiche volte a garantire la tutela dei diritti civili e politici delle
persone coinvolte;
che la
perdurante mancanza di una disciplina organica e autonoma sul diritto d'asilo
sta provocando da anni serissimi problemi di accoglienza, nonché una
grave situazione di incertezza giuridica per i richiedenti asilo e per i
rifugiati, per gli operatori di pubblica sicurezza, per le amministrazioni
pubbliche coinvolte, per le associazioni di volontariato impegnate
nell'accoglienza e nell'assistenza ai rifugiati;
che il
diritto di asilo, pur essendo enfaticamente sancito dal nostro ordinamento
costituzionale attraverso l'articolo 10, comma 3, della Costituzione, in Italia
stenta a trovare una piena ed effettiva tutela attraverso una legge organica e
autonoma, lasciando il nostro Paese in una posizione di assoluto isolamento
rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea,
si chiede di sapere:
se,
ferma restando l'opportunità di procedere anche in sede parlamentare ad
una specifica indagine sull'accaduto attraverso una specifica Commissione
d'inchiesta (per la quale i proponenti della presente interrogazione si sono
già attivati), i Ministri in indirizzo non ritengano intanto opportuno
disporre, secondo le rispettive prerogative e competenze, ogni indagine e
accertamento in sede amministrativa utile per verificare l'effettivo
svolgimento dei fatti e le motivazioni che hanno indotto al rimpatrio
dell'ingegner Muhammad Said Al-Sakri e della sua famiglia, con le drammatiche
conseguenze che ne sono derivate;
se
non ritengano altresì di dover promuovere un'apposita iniziativa
legislativa del Governo sul diritto d'asilo, da ricomprendere tra i
provvedimenti da emanare a breve scadenza, in modo da colmare le lacune e i
ritardi del nostro ordinamento su questo delicatissimo tema;
se
intanto, in attesa di una legge organica sul diritto d'asilo, non si ritenga
prioritario intervenire e modificare il decreto del Presidente della Repubblica
emanato in attuazione della legge n.189/2002, definendo le garanzie procedurali
che permettano di assicurare una maggiore e più efficace tutela di diritti
del richiedente asilo e del rifugiato;
se il
Governo non ritenga opportuno costituire nel più breve tempo possibile
un Tavolo di lavoro nazionale al quale partecipino anche le regioni e gli enti
locali e le Associazioni operanti nel settore dell'accoglienza, oltre all'Alto
Commissariato ONU per i rifugiati, al fine di raccogliere utili proposte per la
modifica del regolamento di attuazione e di realizzare un monitoraggio costante
della situazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia;
se
inoltre non si ritenga opportuno intervenire con tempestività ed
autorevolezza laddove si registrano gravi situazioni di abuso, anche tramite
l'assunzione di opportune azioni su scala nazionale ed europea, pure alla luce
degli impegni assunti in materia di asilo e visti, davanti al Parlamento
europeo, dal Presidente del Consiglio nel suo intervento sulle priorità
del semestre di Presidenza italiana.
(3-01158)