Il contrasto all'immigrazione clandestina "Ë uno degli obiettivi principali della legge Bossi-Fini che il Governo ha voluto e vuole realizzare"
Lettera del Ministro dell'Interno Pisanu al quotidiano "la Voce Repubblicana"

Líon. Giorgio La Malfa mi ha rivolto, su ìla Voce Repubblicanaî del 27 giugno scorso, una domanda semplice e precisa, chiedendomi se vi sia o no una volontý di fondo del Governo di contrastare nella misura massima possibile, compatibilmente con i principi di umanitý che tutti condividiamo, il fenomeno dellíimmigrazione clandestina. In altri termini il quesito Ë se vi sia o no la determinazione ìa stabilire che uno straniero che non risieda o entri nel nostro Paese sulla base di un titolo valido debba essere riaccompagnato alla frontiera senza speranza di una sanatoria che successivamente ne convalidi la presenza nel territorio nazionaleî.

 La mia risposta Ë altrettanto semplice: ìSÏî.

 SÏ perchÈ questo Ë un impegno del Governo nei confronti dei cittadini, sÏ perchÈ questo Ë uno degli obiettivi principali della legge Bossi-Fini che il Governo ha voluto e vuole realizzare.

 Come ho pi˜ volte sottolineato in Parlamento, la lotta allíimmigrazione clandestina Ë una prioritý nella difesa della sicurezza e della legalitý, anche perchÈ, in molti casi, proprio attraverso líimmigrazione clandestina sono entrati in Italia armi, droga, delinquenti comuni e terroristi. Líimpegno Ë tale che solo nei primi sei mesi di questíanno sono stati espulsi dallíItalia ben 28.671 extracomunitari.

 Il contrasto alle organizzazioni criminali che sfruttano la disperazione dei migranti Ë altrettanto efficace: tra il 2002 e i primi sei mesi di questíanno sono stati arrestati 313 trasportatori, i nuovi mercanti di esseri umani. Nello stesso periodo sono stati sequestrati  368  mezzi di trasporto, tra veicoli e natanti. 

 Il contrasto via mare presenta, voglio ribadirlo, difficoltý particolari, tanto dal punto di vista operativo quanto da quello giuridico. Assai spesso bisogna infatti compiere manovre di abbordaggio vere e proprie, che gli scafisti ostacolano anche minacciando di gettare a mare donne e bambini. Una minaccia che talvolta viene attuata.

In ogni caso, le azioni devono essere svolte anteponendo la salvaguardia della vita umana a qualsiasi altra esigenza: lo impongono non solo gli universali principi di umanitý che ho prima richiamato, ma anche precisi impegni giuridici assunti dallo Stato italiano con la sottoscrizione delle convenzioni internazionali IMO, Montego Bay e SOLAS.

La regolamentazione internazionale del contrasto puÚ comunque essere migliorata: la Convenzione ONU e i relativi Protocolli di Palermo sulla tratta di esseri umani contengono risposte importanti, poichÈ criminalizzano trafficanti e trasportatori e consentono, tra líaltro, líispezione delle imbarcazioni sospette. La parola spetta ora alle Camere, il cui voto Ë necessario per la ratifica dei trattati. Egualmente utili sono gli accordi di collaborazione con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, come quello concluso con la Libia la settimana scorsa.           
   
La vigilanza sulle frontiere marittime e terrestri Ë integrata dal controllo del territorio, finalizzato anche allíindividuazione delle presenze illegali. Particolarmente efficaci sono risultate, a questo fine, le operazioni ad alto impatto, come quella denominata ìVie Libereî, iniziata poco meno di un anno fa e giunta ormai alla decima fase, appena conclusa. In questíultimo caso gli stranieri espulsi sono stati circa 1.500 e vanno a sommarsi agli oltre 10.000 rimpatriati con le nove fasi precedenti.   

 Ma anche - e direi soprattutto - per líimmigrazione clandestina prevenire Ë molto meglio che reprimere. Anzi, in questo campo, la repressione senza la prevenzione risulta sicuramente insufficiente e, alla fine, inutile.

 In questo caso prevenire significa governare con accortezza i flussi legali di immigrazione, ciÚ che Ë possibile fare in maniera davvero efficace solamente mediante gli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza. Se Ë vero, come dice líon. La Malfa, che la speranza di una sanatoria puÚ essere un fattore incentivante dellíimmigrazione clandestina, Ë altrettanto vero che un disincentivo ancora maggiore puÚ essere dato dalla effettiva disponibilitý di canali legali di accesso al nostro Paese.

 Per concludere: le dimensioni immani del fenomeno migratorio non consentono illusioni sulla possibilitý che, pur con tutta la volontý politica del Governo e tutto líimpegno delle Amministrazioni interessate, un Paese della sponda Nord del Mediterraneo possa, da solo, vincere la battaglia contro líimmigrazione clandestina ed il traffico degli esseri umani. Oltretutto, le nostre attuali ristrettezze di bilancio rendono ancor pi˜ grande il divario tra risorse disponibili e quelle necessarie. 

 Líazione del Governo italiano avrý successo solamente se troverý riscontri       concreti e duraturi a livello internazionale e nellíUnione Europea con líavvio di una grande politica delle migrazioni, incentrata sugli aiuti allo sviluppo del Terzo Mondo, sul governo dei flussi legali e, per líappunto, sulla lotta allíimmigrazione clandestina e alla criminalitý organizzata che la sfrutta spietatamente. In questo senso il semestre di presidenza appena iniziato Ë uníoccasione irripetibile e faremo di tutto per coglierla pienamente.
         

Giuseppe Pisanu

10/07/2003