Rassegna Stampa

Venerdì 18 luglio 2003

 

 

1. IMMIGRAZIONE - I Ds lanciano la campagna per il diritto di voto agli stranieri. Le iniziative del Festival dei migranti. (Redattoresociale)

2. IMMIGRAZIONE - Iniziativa dell'istituto Cattaneo: serie di volumi dedicata alle ricerche sull'immigrazione in Italia. (Redattoresociale)

3. Un monumento ai clandestini morti in mare. Sono i militi ignoti di una guerra per la sopravvivenza. Il punto di Gianluca Luciano, amministratore delegato di Stranieri in Italia. (Stranierinitalia)

4. Domenica prossima ad Aversa immigrati al voto per eleggere il consigliere aggiunto  (Stranierinitalia)

5. IMMIGRAZIONE: code e tensione davanti uffici polizia a Milano. (Ansa)

6. Resero schiavo bambino kosovaro, condannati a 14 e 6 anni a 10 anni era stato venduto dal padre per 500 mila lire. (Ansa)

7. «Uovo d’aquila», storia di un’immigrazione al contrario di Jenny Tessaro (migranews.net)

8. Orchi, ieri e oggi: un libro-mostra racconta i minori italiani emigrati e i minori stranieri in Italia. (migranews.net)

9. Per Giuseppe Silveri (Welfare), i decreti emanati finora e la regolarizzazione hanno già risposto alla domanda delle imprese.  (Stranierinitalia)

10. L’università di Padova favorisce gli studenti provenienti da paesi in via di sviluppo. (dicomunita)

11. IMMIGRAZIONE - L'on. Turco: ''Passare dalla politica della paura a quella della convivenza. Basta drammatizzazioni''. (Redattoresociale)

12. POLITICHE SOCIALI - Condizioni di lavoro e campi nomadi: in sciopero i dipendenti dell'ufficio nomadi, stranieri e adulti in difficoltà del Comune di Torino. (Redattoresociale)

13. IMMIGRAZIONE - Bologna: ancora senza luce e gas le 40 famiglie rumene all'interno del ferrhotel occupato. Accuse all'amministrazione da volontari e attivisti. (Redattoresociale)

 

1. IMMIGRAZIONE - I Ds lanciano la campagna per il diritto di voto agli stranieri. Le iniziative del Festival dei migranti. (Redattoresociale), ROMA, 17 luglio 2003 "Da immigrati a cittadini": i Democratici di Sinistra lanciano la campagna per il diritto di voto agli stranieri al II Festival nazionale dei migranti “Fratelli d’Italia”, al via oggi a Roma nell’ambito della Festa dell’Unità, in corso agli ex Mercati Generali. Il calendario delle iniziative, che si concluderanno il 20 luglio, è stato presentato oggi durante una conferenza stampa presso la Direzione nazionale dei Ds.Le giornate del Festival saranno caratterizzare da dibattiti, mostre, spettacoli, cinema, musica e cucina etnica, per promuovere “momenti di cultura e intercultura e smorzare i toni di una polemica ideologica e strumentale sull’immigrazione”, ha sottolineato Ali Baba Faye, responsabile della Consulta immigrazione Ds. In particolare, l’esposizione “Macaroni vu’ cumprà” sarà dedicata alla storia dell’emigrazione italiana e dell’immigrazione nella società italiana; la cooperativa “Mescolando”, che si occupa del recupero e reinserimento lavorativo delle vittime della tratta, curerà il servizio di etnocatering, proponendo piatti tipici dell’Eritrea, dell’Egitto e del Marocco, della Grecia e del Messico.Nel corso del Festival verrà disegnato un muro “che ricorda il mare, con la scritta ‘No alla fortezza Europa’ - ha anticipato Giulio Calvisi, responsabile Immigrazione dei Ds -. Sarà esposta una scultura dedicata ‘al naufrago ignoto’, a tutti gli stranieri annegati che non trovano sepoltura; i Ds hanno presentato un disegno di legge in materia e stiamo pensando a un concorso di pittura che possa ricordare tutti i naufraghi migranti”.Ogni sera alle ore 21 politici, esperti di settore, associazioni, imprenditori e uomini e donne di cultura si confronteranno. Stasera esponenti della maggioranza e dell’opposizione dibatteranno sullo stato delle politiche dell'immigrazione ed asilo e sui primi effetti dell'applicazione della Bossi-Fini: al tavolo Alfredo Mantovano, Alberto Di Luca, Carlo Leoni, Giannicola Sinfisi. Domani, 17 luglio, manifestazione per il lancio della campagna sul diritto di voto degli stranieri alle elezioni amministrative. Verrà presentata la petizione popolare per il sostegno alla partecipazione politica degli immigrati; della cittadinanza europea di residenza; della riforma della legge sulla cittadinanza. Interverranno: Livia Turco, Antonio Bassolino, la cantautrice Giovanna Marini, lo scrittore Khaled Fouad Allam, Aly Baba Faye, l'imprenditore Maurizio Costa, rappresentanti delle comunità straniere. Il 18 luglio, sempre alle 21, “L'Italia di ieri e quella di oggi: confronto sul tema emigrazione e immigrazione con particolare riferimento alla condizione dei minori”. Interverranno, tra gli altri, la vincitrice del Premio Strega 2003 Melania Mazzucco, l'onorevole Anna Serafini, lo scrittore Claudio Camarca. Sabato 19 luglio la riflessione verterà su “La convivenza delle culture e delle religioni: la vera opportunità per gli individui, i popoli e la pace nel mondo”. Ne discuteranno Luciano Violante, Padre Justo Lacunza, Mario Scialoia, Amos Luzzatto, Giulio Calvisi. L’ultima serata, quella di domenica 20 luglio, vedrà al tavolo la consigliera delegata del Sindaco alle politiche della multietnicità, Franca Eckert Coen, per il dibattito su “Costruttrici di convivenza: le migranti e le altre. Partecipano all’incontro Silvia Costa, Pasqualina Napoletano, Jociara Lima de Oliveira, Maria Jose Mendes Evora, Debora Leiva.

 

2. IMMIGRAZIONE - Iniziativa dell'istituto Cattaneo: serie di volumi dedicata alle ricerche sull'immigrazione in Italia. (Redattoresociale),BOLOGNA, 17 luglio 2003.Una serie di volumi, intitolata “Stranieri in Italia” ed edita dal Mulino, dedicata alle ricerche empiriche sull’immigrazione straniera in Italia: la promuove l’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna. La serie ha già visto la pubblicazione di altri due volumi, usciti nel 2002 (con il titolo “Assimilati ed esclusi”) e nel 2003 (“Un’immigrazione normale”). Pertanto, i ricercatori di tutte le scienze sociali attualmente impegnati nello svolgimento di ricerche empiriche sull’immigrazione nella Penisola sono invitati a partecipare alla selezione relativa ai saggi da pubblicare nel terzo volume, la cui uscita è in programma per il 2004.La selezione dei contributi da pubblicare sarà affidata a un processo di ‘peer review’; una rete di esperti, italiani e stranieri, verrà chiamata a esprimere un giudizio anonimo su ogni proposta di pubblicazione. L’Istituto Cattaneo, dal canto proprio, si impegna a far sì che ogni saggio sia valutato in modo anonimo, obiettivo e imparziale. I giudizi, positivi o negativi, saranno comunque trasmessi agli autori dei saggi. Non vi è, da parte della redazione, alcuna preferenza per particolari approcci metodologici o teorici; gli autori possono inviare contributi su qualsiasi tema che ritengono importante per lo studio dell’immigrazione. Tuttavia, si suggeriscono alcune possibili aree di interesse, come le relazioni primarie (famiglia, coppia, reti amicali), in particolare quelle che coinvolgono sia stranieri sia italiani; l’inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro italiano, con particolare attenzione al lavoro autonomo, a quello domestico e all’economia informale; i flussi migratori ad alta qualificazione; la presenza straniera e il mutamento nella vita sociale e culturale delle città, soprattutto nelle realtà meridionali del Paese; la genesi e l’evoluzione storica dei sistemi migratori italiani; le strategie di sopravvivenza e di integrazione degli immigrati irregolari; nuove presenze religiose; ingressi irregolari e industria del traffico di persone; economie illecite; lavoro di cura, welfare e mutamenti nelle famiglie; politiche di immigrazione e per gli immigrati, sia a livello nazionale che locale.Il processo di selezione riguarda esclusivamente saggi inediti e non sottoposti, integralmente o per parti rilevanti, per la pubblicazione ad altri editori o riviste. Chiunque voglia partecipare deve inviare, entro il 15 ottobre 2003, una breve descrizione (massimo 40 righe) del contributo che intende sottoporre. L’abstract potrà essere inviato anche per posta elettronica all’indirizzo: catt@cattaneo.org, indicando come oggetto: “per Stranieri in Italia - terzo volume”. Tutti i partecipanti dovranno successivamente inviare entro il 31 gennaio 2004 il proprio saggio al seguente indirizzo: Istituto Carlo Cattaneo, Redazione “Stranieri in Italia”, via Santo Stefano 11, 40125 Bologna. Nel plico dovrà essere inserita una copia cartacea del saggio, una copia su dischetto e, in un foglio separato, il nominativo e il recapito del richiedente. La versione finale dei saggi non dovrà superare i 65.000 caratteri, spazi inclusi. I criteri redazionali e bibliografici saranno forniti ai partecipanti in occasione del ricevimento dell’abstract.

3. Un monumento ai clandestini morti in mare. Sono i militi ignoti di una guerra per la sopravvivenza. Il punto di Gianluca Luciano, amministratore delegato di Stranieri in Italia. (Stranierinitalia), 17 luglio 2003. Il macabro conteggio è approssimativo, ma non potrebbe essere altrimenti.Dal 1996 ad oggi sono quasi 1.000 gli uomini, le donne ed i bambini annegati mente tentavano di raggiungere le coste delle bella e ricca Italia.Questi sono i dati ufficiali, ma tutti sappiamo che danno conto soltanto di una piccola parte delle tragedie che si sono consumate al largo delle nostre coste o nei container trasportati per mare e per terra dai mercanti di uomini. Allo stesso modo di come i clandestini intercettati dalle forze dell'ordine sono soltanto una piccola parte di quelli che giungono ogni anno in Italia.Se fossero riusciti a varcare la frontiera, buona parte di questi uomini e di queste donne oggi avrebbero un regolare lavoro ed un conseguente permesso di soggiorno <http://www.stranierinitalia.it/news/ilpunto19giu2003.htm>.Alcuni, addirittura, avrebbero già avuto la cittadinanza italiana!Sono i caduti di una guerra per la sopravvivenza che, per fortuna, la maggior parte dei loro fratelli, compagni di viaggio, sono riusciti a vincere.Un lavoro come infermiere o come barista, un appartamento alla periferie di Roma o di Milano, il cellulare per chiamare a casa quando si vuole, la birra con gli amici, l'incontro con la comunità la domenica, le vacanze a casa comodamente seduti sulla poltrona di un aereo. Una vita modesta per gli italiani accecati dall'opulenza ma che diventa una vita da re per chi con il suo lavoro può ridare speranza a se stesso ed ai propri cari, per chi in quei 60 metri quadrati può finalmente riunire la propria famiglia, per chi in Italia ci è entrato nel doppio fondo di un camion o nella stiva di un vecchio peschereccio sfidando la morte per asfissia o per naufragio.Ma a chi è caduto lungo la strada chi pensa più?A quelle madri ed a quei padri, a quei figli, a quelle mogli ed a quei mariti che hanno visto partire il proprio amore carichi di speranza e a cui la cattiveria degli uomini ha portato via tutto, chi pensa più?In ogni città italiana, grande o piccola, c'è una piazza con un monumento. E' la piazza ed il monumento al milite ignoto. Sono i monumenti che ricordano i padri, i figli ed i mariti senza nome strappati alla propria terra da guerre da altri decise ma da loro eroicamente combattute. Già oggi in Italia ci sono 2,5 milioni di cittadini stranieri, il 5% della popolazione. Il declino demografico e le immutabili regole dell'umanità lasciano poco spazio alla vecchia Italia.La nuova Italia, l'Italia del futuro, sarà fatta per un quarto di nuovi italiani, di lingue, di religione, di cultura differenti ma tutti accomunati dall'amore per questa terra.I loro militi ignoti sono lì seppelliti nel mediterraneo.Anticipiamo i tempi ed iniziamo a ricordarli. Ogni comune dedichi una piazza ed un monumento (in mancanza d'altro ci accontenteremmo anche di una via) a questi nuovi italiani strappati alla loro nuova terra da una guerra non decisa da loro ma da loro eroicamente combattuta.

4. Domenica prossima ad Aversa immigrati al voto per eleggere il consigliere aggiunto  (Stranierinitalia), AVERSA, 17 luglio 2003. Anche gli immigrati che vivono ad Aversa avranno un rappresentante in Consiglio Comunale. Domenica prossima nella cittadina campana si apriranno le urne per l'elezione del Consigliere aggiunto, resa possibile da una recente modifica nello statuto comunale. Alla prova del voto sei liste e dieci candidati: 'Insieme con voi', con Okesola Basiru Omobowale, nigeriano; 'De' De' Futuro', con l'algerino Menasria; 'Noi e la Pace', la lista più numerosa, con gli algerini Mostefai e Boulakehal Toufik, e i tunisini Abidi Fathi Ben Mohamed e Bouchoucha Jameleddine B. Habib; 'Convivere Insieme', lista fondata dalla ventisettenne polacca, Cierniak Monika Barbara, la più giovane dei candidati; 'Né Stranieri né ospiti', con Adjicoude Sylvestre Roger, del Benin e l'ucraino Skoroplyas Oksana; 'Stranieri uniti per Aversa', con il pakistano Imtiaz Ahmed. Gli stranieri chiamati alle urne sono 671, tutti regolarmente iscritti all'anagrafe comunale, e perché l'elezione sia valida dovrà votare almeno un terzo di loro. Chi vincerà la sfida rimarrà in carica fino alla fine del mandato del consiglio comunale, sarà invitato a tutte le sedute e potrà intervenire in ogni discussione. I poteri del consigliere aggiunto si fermano qui: non avrà diritto di voto, né gli spetterà il gettone di presenza. Per partecipare alle sedute, il consigliere dovrà inoltre chiedere dei permessi al proprio datore di lavoro, dal momento che non ha diritto ad assentarsi per tutta la giornata come gli altri consiglieri. Una rappresentanza limitata, quindi, ma l'unica possibile fino a quando non si interverrà sulla legislazione nazionale in materia. Per il vicesindaco Giuseppe Stabile, promotore dell'iniziativa, è comunque un grande traguardo. "Sono pochi i comuni - dice - su tutto il territorio nazionale, ad avere in consiglio comunale il trentunesimo consigliere, rappresentante degli extracomunitari. Dal punto di vista sociale, si tratta senza dubbio, di un provvedimento storico per la nostra città, un segnale forte di democrazia e di civiltà. "Il consigliere aggiunto sarà il portavoce, in consiglio comunale, delle esigenze e dei bisogni degli extracomunitari presenti sul nostro territorio. Intendiamo questo provvedimento come un passo in avanti verso la definitiva integrazione di tutti gli immigrati che, regolarmente, vivono e lavorano sul nostro territorio".

 

5. IMMIGRAZIONE: code e tensione davanti uffici polizia a Milano. (Ansa), MILANO, 17 luglio 2003. Una lunghissima coda, composta da circa 500 stranieri in attesa di svolgere pratiche relative all' immigrazione, si è formata dalle prime ore di oggi davanti al distaccamento dell'Ufficio immigrazione della Questura di Milano in via Cagni, dove si trova la caserma del III Reparto mobile. Il caldo soffocante, e l'impossibilità di gestire il gran numero di richieste, hanno creato alcuni momenti di tensione soprattutto quando circa 300 persone, che non sono riuscite ad ottenere l'accesso agli uffici completamente intasati di stranieri, hanno saputo che sarebbero dovuti tornare un' altra volta.Alcuni degli stranieri, secondo quanto riferito sul posto dagli stessi agenti del Reparto mobile, hanno incitato i loro connazionali a una rivolta e si sono rifiutati di liberare la strada antistante la caserma: i poliziotti sono riusciti a riportare la calma senza che avvenisse alcun incidente."La situazione qui è critica tutti i giorni - spiega un agente di guardia - però capisco queste persone, costrette in piedi in condizioni climatiche impossibili con donne e bambini".

 

6. Resero schiavo bambino kosovaro, condannati a 14 e 6 anni a 10 anni era stato venduto dal padre per 500 mila lire. (Ansa), PALERMO, 17 luglio 2003 Due nomadi originari del Kosovo, Silvano Salji e Bejita Kimeta, sono stati condannati rispettivamente a 14 e 6 anni di reclusione per riduzione in schiavitù e compravendita di schiavi. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione della corte d' assise di Palermo. Entrambi gli imputati sono irreperibili.I due extracomunitari erano accusati di avere comprato in Kosovo un bimbo di dieci anni. Il piccolo, orfano della madre, sarebbe stato venduto alla coppia dal padre per 500 mila lire. Salji e Kimeta, che all' epoca vivevano nel campo nomadi della Favorita, lo avrebbero portato con loro a Palermo costringendolo a rubare.Il bambino venne sorpreso mentre tentava di entrare in un appartamento ma nessun' azione penale contro di lui venne avviata perché minore dei quattordici anni. Con un provvedimento del Tribunale dei minori il piccolo venne riaffidato alla Kimeta, che esibendo un falso documento, finse di essere sua sorella.Dopo mesi il piccolo clandestino riuscì a fuggire a Firenze. Fermato dalla Guardia di Finanza venne mandato in una comunità. Agli assistenti dei servizi sociali il bambino ha raccontato violenze e soprusi subiti per anni. "Il piccolo soffre di gravi disagi psichici", ha detto al processo la neuropsichiatra che lo ha avuto in cura."E' un caso davvero difficile - ha commentato Egidio La Neve il pm che ha sostenuto l' accusa in giudizio - La speranza è che le autorità competenti trovino il modo di lasciare vivere il bambino in Italia e regolarizzino la sua posizione".

7. «Uovo d’aquila», storia di un’immigrazione al contrario di Jenny Tessaro (migranews.net)

«Laura era la beniamina di tutte. Non per la sua bellezza ma per il suo cordiale atteggiamento verso di loro. Oltre a ciò, era la prima donna bianca arrivata in quella zona. L’avevano chiamata Akwa-Ugo (uovo di aquila). Tutti hanno visto un’aquila, ma mai nessuno il suo uovo».
Ecco spiegato il significato del titolo del secondo romanzo dello scrittore nigeriano Okechukwu Anyadiegwu, immigrato in Italia sette anni fa. Il suo esordio Buongiorno signora
è del 1997, quando per vivere faceva il vù cumprà.
Quel «Buongiorno signora» era il biglietto da visita che presentava, correlato di sorriso, quando qualche casalinga apriva la porta.
Dietro a un titolo così cordiale si nascondeva però un libro crudo che racconta le storie vere di tanti immigrati in Italia: sopravvivenza forzata, razzismo, magnaccia e prostitute, difficoltà e speranze. Un libro “nudo” che scava dentro le pieghe e le piaghe. Ed è questa sincerità, a volte scomoda, che forse spiega perché sinora i due libri (che pure hanno ricevuto tantissimi apprezzamenti) non hanno trovato un vero editore ma sono auto-prodotti.
Dopo 6 anni Okechukwu Anyadiegwu pubblica Uovo d’aquila
che parla di una immigrazione al contrario, dal Nord al Sud, da Milano a un villaggio della Nigeria
. E’ la storia di Laura - italiana, bionda e con gli occhi azzurri - che s’innamora di Ugo, un ragazzo nigeriano incontrato a Milano. Dopo essersi sposati, decidono di andare a vivere in Africa. Laura non era mai stata in Africa: quando vi giunge trova un mondo sconosciuto.
L’impatto con la realtà del villaggio e con la famiglia “allargata” di Ugo è certamente destabilizzante ma anche entusiasmante a tal punto che quando il marito vuole andare a vivere in città (a Lagos) trova la ferma opposizione di Laura. Lei vuole restare nel villaggio, con la gente del luogo ed essere come una donna del posto. Naturalmente le difficoltà non mancano… Anche per Laura, come per ogni migrante, la lingua è il primo ostacolo, superato grazie all’aiuto dei bambini e del marito. Più difficile, invece, anche per Laura, la comprensione e l’accettazione degli usi e costumi locali, delle regole e tradizioni, dei tabù e delle superstizioni. Ma l’amore, la disponibilità e la comprensione fanno miracoli.
Neanche per Ugo fu facile conciliare le due culture alle quali bene o male apparteneva, quella originaria e l’occidentale ma come gli disse il saggio del villaggio «Cerca di cambiare le cose in modo ragionevole, a partire da te stesso».

Okechuku Anyadiegwu
nigeriano, vive in Italia, a Padova, da sette anni.
Dopo aver pubblicato il romanzo Buongiorno signora
ha collaborato con Donatella Schmidt alla stesura del libro Antropologia del grigio: l’altro visto dall’altro. Attualmente insegna lingua igbo al “Master di studi interculturali dell’università di Padova”, collabora con il mensile Cittadini dappertutto e con l’agenzia Migra.

 

8. Orchi, ieri e oggi: un libro-mostra racconta i minori italiani emigrati e i minori stranieri in Italia. (migranews.net), 17 luglio 2003. Nel libro L’orda, quando gli albanesi eravamo noi di Gian Antonio Stella (Rizzoli 2002) racconta che fra i “cinquaioli”, i “dago”, i “macaroni”, i “wop” - questi alcuni dei soprannomi dati agli italiani che emigravano - c’è un capitolo intitolato “Troppi orchi nel paese della mamma” ovvero “Il traffico di bambini, un secolo di lacrime e di orrori”. Nel più generale rimosso dell’emigrazione italiana la parte che riguarda i bambini e le bambine è doppiamente cancellata. A colmare questa lacuna arriva ora un lavoro di Bruna Bianchi, Matteo Ermacora e Nicoletta Giove Suonatori girovaghi e lavavetri. Minori italiani emigrati all’estero e minori stranieri immigrati in Italia, si tratta di una monografia illustrata de Il calendario del popolo (pp.64, euro 5) pubblicata da Teti editore, che affronta in modo sistematico il tema. Ne sono autori tre studiosi di Cà Foscari - la celebre università veneziana -, i quali, esponendo i risultati delle loro pluriennali ricerche, mettono a fuoco le condizioni di vita e di lavoro dei minori italiani emigrati fino alle soglie degli anni ’70 e, a partire dagli anni successivi, quelle dei minori stranieri immigrati in Italia. Viene così colmata una grave lacuna della nostra storiografia che - a prescindere dalle valutazioni morali - ha considerato poco rilevante, il lavoro dei minori ritenuto marginale, accessorio a quello degli adulti, mentre, al contrario, nei flussi migratori (come nel “mercato” interno) la componente minorile fu tutt’altro che trascurabile. Il lavoro di fanciulli e ragazzi si rivelò decisivo per il decollo e lo sviluppo di molti settori produttivi e indispensabile ai bilanci familiari. La “monografia” offre finalmente un profilo generale, ma articolato, delle vicende delle migrazioni minorili da e in Italia, dall’Unità fino ai giorni nostri prendendo l’avvio dal 1863, quando Giuseppe Mazzini denunciava la tratta di minori italiani condannati «a morire di stenti o vivere d’elemosina e di furti », operata da «cinque o sei uomini italiani stabiliti in Londra, rotti generalmente ad ogni mal fare e non curanti fuorché di lucro». Le vicende portate alla luce dai tre storici veneziani meritano di essere largamente diffuse con una mostra storico-documentaria come le due che l’hanno preceduta: Macaronì e vù cumprà e Balie italiane e colf straniere le quali continuano a raccogliere grande successo di critica e di pubblico per il serrato confronto che del fenomeno migratorio presentano. La mostra sarà serigrafata in multipli per favorire esposizioni simultanee, appena saranno trovate le necessarie sponsorizzazioni. Come le due che l’hanno preceduta, Suonatori girovaghi e lavavetri offrirà l’occasione di promuovere centinaia di incontri, conferenze, dibattiti e convegni, di diffondere la conoscenza del fenomeno migratorio, della cui ignoranza nascono e crescono intollerabili pregiudizi xenofobi e razzisti.Info: Il calendario del popolo, via Simone d'Orsenigo, 21 a Milano: 02 55015575/84, teti@teti.it, www.teti.it <http://www.teti.it>

9. Per Giuseppe Silveri (Welfare), i decreti emanati finora e la regolarizzazione hanno già risposto alla domanda delle imprese  (Stranierinitalia),ROMA, 16 luglio 2003.Rien va plus: quest'anno non ci saranno altri decreti flussi. In una dichiarazione pubblicata su www.labitalia.com <http://www.labitalia.com>, il direttore generale immigrazione del ministero del Welfare Giuseppe Silveri spiega che per ora il nostro sistema produttivo non ha bisogno che venga riaperto il rubinetto degli ingressi regolari. "Con le autorizzazioni - dice - per 79.500 ingressi (pari a quelli dell'anno scorso) stabiliti dagli ultimi decreti sui flussi, e la regolarizzazione, che coinvolge circa 700 mila immigrati, i fabbisogni delle imprese sono stati coperti, soprattutto per quel che riguarda gli stagionali che non sono toccati dalla regolarizzazione". Silveri fa riferimento ai fabbisogni espressi da UnionCamere <http://www.stranieriinitalia.it/news/lavoro27giu2003.htm>, secondo la quale quest' anno le nostre imprese hanno chiesto 224 mila lavoratori stranieri. Dati che secondo il funzionario del Welfare "hanno poco senso se non vengono incrociati con le domande di regolarizzazione". Per Silveri la cosa più importante, al momento, è vedere quanti dei famosi kit si tradurranno in permessi di soggiorno, "poi, in base ai regolamenti attuativi della Bossi-Fini, sarà approntato anche il decreto flussi per l'anno prossimo". Il ragionamento suona più o meno così: le imprese hanno chiesto 200mila lavoratori stranieri per il 2003, ma quest'anno tra regolarizzazione e decreti flussi (quello di gennaio per gli stagionali e quello di giugno con le quote per i subordinati) abbiamo superato ampiamente quella quota, cos'altro vogliono? Non sembra che il sillogismo abbia convinto le imprese, che, Nord Est in testa <http://www.stranieriinitalia.it/news/veneto7lug2003.htm>, criticano duramente le ristrettezze dell'ultimo decreto flussi.Nell'incrocio di dati proposto da Silveri c'è forse qualcosa che non va. Ad esempio, dei 700 mila immigrati in via di regolarizzazione, solo la metà può inserirsi nelle imprese, tutti gli altri aiutano gli italiani nella cura della casa e degli anziani. Anzi, a guardare bene, alla chiamata delle aziende quei lavoratori hanno già risposto da tempo, se è vero che per regolarizzarsi bisognava aver iniziato un rapporto di lavoro almeno il 10 giugno 2003. Perché le imprese non avrebbero dovuto tenerne già conto quando hanno espresso le loro richieste? Nemmeno è realistico, infine, pensare che chi è in via di regolarizzazione possa cambiare lavoro, bloccato com'è, per decisione dello stesso ministero del Welfare, fino al momento della convocazione. Ad ogni modo, consoliamoci con i buoni propositi espressi da Silveri per l'anno prossimo, quando, assicura, "regioni e parti sociali saranno coinvolte nella programmazione dei flussi". Fino ad allora, tranne ripensamenti, non rimane che stringere la cinghia: per chi aveva inteso il decretino da 19 mila 500 ingressi come un antipasto si annuncia un autunno da fame!

10. L’università di Padova favorisce gli studenti provenienti da paesi in via di sviluppo. (dicomunita), 16 luglio 2003. In palio 5 premi di studio per studenti, dottorandi e specializzandi provenienti da paesi in via di sviluppo: la richiesta per le borse, del valore di oltre 1.000 euro, deve essere effettuate entro il 31 luglio. L’università degli studi di Padova bandisce un concorso per 5 premi di studio riservato a studenti, dottorandi e specializzandi che siano cittadini di paesi in via di sviluppo e risultino iscritti ai percorsi formativi dell'università degli studi di Padova per l'anno scolastico 2002/03. I premi di studio messi a disposizione hanno un valore lordo di euro 1.059,91 ciascuno.La domanda di partecipazione al concorso deve essere indirizzata al rettore dell’università di Padova e redatta in carta semplice, e presentata o fatta pervenire a mezzo di raccomandata postale con avviso di ricevimento, ad esclusione di ogni altro mezzo, all’università degli studi di Padova, servizio relazioni internazionali, via VIII Febbraio 2, 35122 Padova, entro il giorno 31 luglio.La lista dei paesi in via di sviluppo, su indicazione del ministero degli affari esteri, il modulo della domanda e il bando completo si trovano all’indirizzo internet dell’università di Padova www.unipd.it/programmi <http://www.unipd.it/programmi>.

11. IMMIGRAZIONE - L'on. Turco: ''Passare dalla politica della paura a quella della convivenza. Basta drammatizzazioni''. (Redattoresociale), ROMA, 16 luglio 2003."Bisogna voltare pagina e passare dalla politica della paura a quella della convivenza. Basta con le drammatizzazioni: ridurre l'immigrazione solo alla clandestinità genera insicurezza”. Così Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, ha lanciato oggi la campagna dei Democratici di Sinistra sul diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri residenti da 5 anni.Durante la conferenza stampa odierna alla Direzione nazionale dei Ds, la deputata diessina ha illustrato la petizione popolare - rivolta “a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche” - per il sostegno alla partecipazione politica degli immigrati, della cittadinanza europea di residenza e la riforma della legge sulla cittadinanza. Obiettivo: raccogliere un milione di firme da presentare al Parlamento italiano ed europeo, a sostegno “dell’elettorato attivo e passivo a livello comunale, e della riforma della legge sulla cittadinanza che risale al ’91 ed è molto penalizzante, perché ciò che conta è il legame di sangue”, ha ricordato Turco.“Basta con le strumentalizzazioni politiche di sbarchi e sanatorie - ha proseguito la deputata -; si dimentica che l’immigrazione sta cambiando il nostro paese e dobbiamo chiederci non solo come vivono gli immigrati (tema ignorato da questo Governo), ma come procede il confronto tra noi e loro: penso ai matrimoni misti, alla crescita tumultuosa nella scuola di bambini stranieri. È inaccettabile che la politica non si occupi di questi temi, delegandoli agli enti locali e al volontariato”. I Ds, dunque, vogliono mettere al centro del dibattito politico “la partecipazione e la cittadinanza degli stranieri”, per affermare “la pari dignità della persona immigrata: a partire dalle esperienze di molti Comuni - ha riferito Turco - tramite le Consulte gli immigrati si sono sentiti più responsabili nella costruzione della comunità, non solo nei diritti ma anche nei doveri. Si tratta di un “passaggio ineludibile nel mondo globale per favorire coesione sociale e costruire una democrazia inclusiva”. “L’immigrazione legale - ha aggiunto Vannino Chiti, coordinatore della Segreteria nazionale Ds - rappresenta una potente molla propulsiva di cambiamento e sviluppo. E il voto degli immigrati non è un tema settoriale, ma parte dei diritti umani, di democrazia e di civiltà”.

12. POLITICHE SOCIALI - Condizioni di lavoro e campi nomadi: in sciopero i dipendenti dell'ufficio nomadi, stranieri e adulti in difficoltà del Comune di Torino. (Redattoresociale), TORINO, 16 luglio 2003. Dopo un anno di confronto sindacale con l’amministrazione i dipendenti dell’ufficio nomadi, stranieri e adulti in difficoltà del comune di Torino sono scesi in sciopero. “Una scelta che abbiamo tenuto come ultima possibilità - spiega Massimo Ritorso della FP CGIL di Torino - per non penalizzare l’utenza, ma la situazione non sembra avere altre vie di sbocco”. Tra le richieste dei dipendenti l’adeguamento degli uffici alle norme sulla sicurezza sul lavoro, il riconoscimento di una professionalità acquisita sul campo dato che in questo settore si trovano a operare lavoratori e lavoratrici con qualifiche non adeguate alle mansioni effettivamente svolte. Numerose critiche vengono anche mosse all’organizzazione interna del lavoro oltre al fatto che in questi mesi di mobilitazione lo strumento degli “ordini di servizio” ha vanificato lo stato di agitazione.“I problemi - racconta Rossano Ciuffi della FPL UIL - riguardano anche l’incolumità fisica delle persone. E’ stato da tempo chiesta la presenza di vigili durante l’apertura degli sportelli, perché spesso l’utenza dell’ufficio presenta uno stato di sofferenze e problematicità forte che talvolta è sfociato in violenza, ma anche su questo le risposte sono state insufficienti. Anche il personale è assolutamente inadatto alla mole di lavoro da svolgere eppure non è arrivato nessun rinforzo”. L’ultima questione sul tavolo è quella della privacy, legata alle strutture degli uffici che infatti non permettono la realizzazione di colloqui in forma privata non essendo previste sale e spazi adeguati. Tale protesta va a inserirsi in una situazione che si sta facendo sempre più critica. In particolare destano preoccupazione le condizioni dei campi nomadi. Il nuovo campo in via Germagnano, tra il canile e la discarica della città, viene giudicato inadeguato dalla CGIL torinese, inoltre risulta di dimensioni troppo piccole dato che potrà accogliere solo 120 dei 200 Rom che vi si dovranno trasferire. Inoltre nel corso del presidio di oggi è stato reso pubblico un appello al sindaco Sergio Chiamapino e all’assessore ai servizi sociali Stefano Lepri “Per una città sicura, solidale e rispettosa dei diritti umani”.Tra i firmatari il Ser.Mi.G., il Gruppo Abele, l’AIZO, l’Opera Nomadi, il Tavolo Migranti del Social Forum, i Disobbedienti, il circolo Ecopolis, Cgil, Cisl, Uil, il Centro Studi Sereno Regis. Tra le critiche che il documento muove all’Amministrazione comunale si legge “la decisione di non rinnovare le ‘borse lavoro’ ai nomadi che hanno il permesso di soggiorno in attesa di rinnovo (…), la scelta di non concedere nuove autorizzazioni a risiedere nei campi pur essendoci numerosi posti liberi, i ripetuti provvedimenti di espulsione indiscriminata anche nei confronti di giovani nati in Italia e privi di cittadinanza dopo i fatti della ex Jugoslavia”. Si tratta di una situazione che secondo i firmatari del progetto provoca “un’emergenza democratica” che si può superare solo attraverso “promozione e integrazione sociale che porteranno indubbi benefici per tutta la città”. “Temiamo - commenta Vanda Lorenzoni segretario cittadino della CGIL - un ritorno indietro di anni dopo i passi avanti sul terreno dei servizi, dell’inserimento sociale, dell’integrazione. Non so dire a che cosa è dovuta questa svolta dopo che l’amministrazione torinese di centro sinistra ha lavorato bene per lungo tempo. Forse problemi di equilibri di coalizione, forse la necessità di dare risposte affrettate alle richieste securtarie dei cittadini…. Sta di fatto che su questo terreno la situazione è critica”

13. IMMIGRAZIONE - Bologna: ancora senza luce e gas le 40 famiglie rumene all'interno del ferrhotel occupato. Accuse all'amministrazione da volontari e attivisti. (Redattoresociale), BOLOGNA, 16 luglio 2003. "Accusiamo il governo locale di questa città, chiamato in causa per rispondere all'emergenza umanitaria, e che non ha risposto; chiamato in causa a fornire luce e gas ai lavoratori e alle famiglie con bambini neonati, e che è stato sordo…” Il j’accuse porta la firma dei volontari e degli attivisti di via Casarini 23, sede dello Scalo internazionale migranti: un ferrohotel a lungo inutilizzato, occupato in ottobre per dare un tetto ai rumeni sgomberati dalla polizia, lo scorso 19 settembre, dalle proprie baracche sul fiume Reno.Ora, dopo mesi trascorsi all’interno stabile, le famiglie (una quarantina, in tutto) sono ancora senza luce e senza gas; su circa 150 persone, 30 sono bambini, di cui 20 neonati. E dire che lo Scalo doveva essere, nell’ipotesi degli occupanti, una soluzione transitoria. Così non è stato: appartamenti (o diverse soluzioni abitative) non sono venuti fuori e ai primi, originari 70 abitanti circa se ne sono aggiunti degli altri. Con la conferenza stampa di stamani, si è voluto fare un bilancio, una riflessione su quanto è avvenuto in questo periodo, e sulle prospettive, soprattutto. Prospettive quanto mai nebulose, visto che, nonostante le ripetute richieste degli attivisti e dei volontari italiani che seguono quest’esperienza, le istituzioni (Comune, in prima battuta, ma anche Provincia e Regione) non hanno dato risposte.Se prima in via Casarini 23 si gelava (al buio), adesso si soffoca dal caldo: “l’estate - spiegano i volontari - ha portato nuovi problemi: la mancanza di corrente elettrica, che ha impedito il funzionamento di uno straccio di riscaldamento con il termometro sottozero, impedisce ora la semplice accensione di un normale ventilatore, e rende più insopportabile la quotidianità di una comunità di persone che in questi mesi, per dinamiche tipiche dell’immigrazione (e non dello Scalo) è cresciuta sensibilmente di numero”.In questi mesi, il gruppo di italiani che opera in via Casarini si è mosso in più direzioni: “Abbiamo fatto un grosso lavoro per quanto riguarda la regolarizzazione - spiega Mimmo Perrotta, studente - . Gli uomini che vivono qua lavorano in genere nel settore dell’edilizia, molti sono muratori; quasi tutti, all’inizio, erano in nero, sfruttati, e i padroni non volevano metterli a posto. Così siamo andati di persona sui cantieri, per vedere com’era la situazione. Ed è stata avviata un’opera di denuncia sistematica delle aziende in questione”. Medici, avvocati, insegnanti, gruppi politici, associazioni e singoli ruotano attorno allo Scalo; c’è chi si occupa di seguire i bambini, il loro inserimento nelle scuole materne ed elementari, o di indirizzare i più grandi verso corsi di formazione. Ci sono i medici volontari di Sokos, l’associazione bolognese che presta assistenza sanitaria gratuita ai senza fissa dimora e agli irregolari: curano e seguono le donne incinte, i neonati, ma anche chi si ammala di “mali di stagione” (febbre, tosse, raffreddore) perché costretto a vivere in pieno inverno senza riscaldamento. Insomma, attorno ai migranti dello Scalo si è costituita una fitta rete di volontari e attivisti, che più volte ha bussato - invano - alle porte delle istituzioni. “L’emergenza abitativa non è stata risolta in alcun modo, anzi, si è aggravata e più passa il tempo - spiegano - più si evidenzia la lacuna sia assistenziale che organizzativa delle istituzioni”. Che succederà, d’ora in poi? Donato Giusti, uno dei collaboratori, non ha dubbi: “Un altro inverno in queste condizioni è impensabile”. Ma prima ancora dei rigori invernali, un altro “fantasma”, più vicino, preoccupa chi gravita attorno a via Casarini 23: “Agosto, a Bologna, tradizionalmente è mese di sgomberi…” Un’esperienza bella e importante, continuano a ripetere volontari e attivisti, “anche perché non è stato solo un percorso di accoglienza, ma anche politico, contro una legge come la Bossi-Fini”. Con un grosso “ma”: “Il peso di tutto - conclude Daniele Longhi, uno dei legali che hanno seguito sin dall’inizio i migranti dello Scalo - è rimasto interamente sulle nostre spalle, senza nessun aiuto”.

 

La rassegna stampa può essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Società civile e mondo del Lavoro")