1. MINORI
ñ Social Monitor 2003. Bambini mai nati e mai morti. Tra le difficoltý di
quantificare il fenomeno la mancata registrazione (Redattore
sociale)
2. MINORI
ñ I bambini del Caucaso e dell'Asia Centrale rischiano la morte cinque volte
pi˜ rispetto al resto d'Europa. I dati del ''Social Monitor 2003'' dell'Unicef (Redattore
sociale)
3.
IMMIGRAZIONE ñ Indagine Cisp: Ë il Terzo Settore (57%) ad attivare servizi di
mediazione culturale in Italia, soprattutto al centro-nord. Censite oltre 700
esperienze (Redattore sociale)
4. In
Spagna e a Cipro basi antisbarchi. Immigrazione clandestina, la nuova strategia
europea: pattuglie miste di 5 paesi. (Il Messaggero)
5. Roma e
le scelte del semestre immigrati e barriere europee (La Stampa)
6.
IMMIGRAZIONE ñ Nasce Lipa, associazione Donne slave del Sud, per ribaltare gli
stereotipi della donna migrante (Redattore sociale)
7. UE:
lotta a discriminazione; Maroni, Italia tra primi classe approvate prima della
scadenza le due direttive in materia. (Ansa)
8.
IMMIGRAZIONE - Negato il ricongiungimento con la figlia di 7 anni ad una
famiglia del Ghana: la casa Ë ''troppo piccola'' (Redattore
sociale)
9.
Regolarizzazione: chiuse 400mila pratiche. Intanto aumentano i ritardi per
rinnovare il permesso di soggiorno. (Stranierinitalia)
10.
IMMIGRAZIONE: progetto Nettuno, Pisanu partito per Londra domani incontro con
ministro interno gb, in serata a Dublino. (Ansa)
11.
IMMIGRAZIONE: On. Ballaman, evitare discriminazioni detenuti (Ansa)
12. IMMIGRAZIONE:
FVG; domande da giovedi', decine gia' in coda intervengono polizia e
carabinieri per riportare calma (Ansa)
13. IMMIGRATI: a Padova
prima rilevazione psico-sociale famiglie.
(Agi)
14.
Suonatori girovaghi e lavavetri: minori italiani emigrati allíestero e minori
stranieri immigrati in Italia. (migranews.net)
15. Il
progetto di Mondomigrante parte da Massa. (migranews.net)
16. AFRICA
- ''Decentrare il punto di vista'' per affrontare l'interculturalitý. Convegno
all'Universitý Stranieri di Perugina (Redattore sociale)
17. Nuovo
attentato contro le forze americane L'imboscata a Tall Afar, vicino a Mossul Iraq,
due soldati Usa uccisi in un agguato Un terzo militare statunitense
Ë rimasto ferito Un operatore Onu attaccato muore ad Hilla. (LA
Repubblica)
18.
COMUNI: Aversa; pochi immigrati al voto e manca il quorum. (Ansa)
19.
IMMIGRAZIONE: Pisanu,perfetta identita' vedute Italia-Spagna. (Ansa)
20. FRATTINI: Ue deve
moltiplicare accordi bilaterali su immigrazione. (aGI)
21. LAVORO: Centro-nord, immigrati
discriminati da colleghi lavoro. (aGI)
22.
Ricerca comunita'ebraiche, italiani ostili con immigrati. (Agi)
23. BOLOGNA: nel corso
del 2003 un lavoratore su tre sara' immigrato.
(Agi)
24. PORTO EMPEDOCLE: nave della
marina per primo soccorso a immigrati. (Agi)
25. AIDS -
Chiusa la conferenza europea di Parigi. Allarme per le promesse di fondi che nÈ
Usa nÈ Ue hanno ancora versato (Redattore sociale)
26.
IMMIGRAZIONE ñ Chiude il Meeting antirazzista di Cecina. L'Arci: ''Importante
evento per rilanciare la mobilitazione d'autunno'' (Redattore
sociale)
27. MINORI
- Stranieri non accompagnati: a dicembre un convegno internazionale a Firenze.
Nasce un sito europeo (Redattore sociale)
1. MINORI
ñ Social Monitor 2003. Bambini mai nati e mai morti. Tra le difficoltý di
quantificare il fenomeno la mancata registrazione (Redattore
sociale) 22 luglio 2003, ROMA - La morte di un bambino dellíAsia Centrale puÚ
passare inosservata se il neonato non Ë mai stato registrato come ufficialmente
ìvivoî. Secondo il rapporto Social Monitor 2003 dellíUnicef tra le difficoltý
di quantificare la mortalitý infantile cíË anche questo, la mancanza di una
definizione certa dei ìnati viviî secondo quei parametri che sono ormai
internazionalmente accettati, oltre ad una informazione non attendibile sulle
morti infantili a livello locale ed ostacoli alla registrazione delle nascite.
Secondo la definizione stabilita dallíOrganizzazione Mondiale della Salute, un
bambino Ë considerato vivo alla nascita se respira o mostra altri segni di vita,
come il movimento di un muscolo o il battito cardiaco, ma secondo una
definizione risalente allíera sovietica, spiega il rapporto, la respirazione
viene considerata líunico criterio di vita. Inoltre, i bambini nati prima della
28a settimana di gravidanza, di peso inferiore a 1.000 grammi e con meno di 35
centimetri di lunghezza, vengono considerati vivi solo dopo il settimo giorno
di sopravvivenza. Ed Ë questa la definizione ancora prevalente in molti paesi
della Comunitý di Stati Indipendenti. A questo si Ë aggiunta líideologia: ìil
sistema comunista ñ si legge nel testo - sottolineÚ la necessitý di tenere
bassa la mortalitý infantile; gli ospedali e il personale sanitario rischiavano
di essere penalizzati se riferivano un aumento nella mortalitý infantile. Di
conseguenza, a volte si registrava la morte dei bambini in cura come aborti
spontanei o nati morti. A causa delle condizioni di deterioramento del servizio
sanitario e della mancata riforma del sistema, tutto ciÚ si Ë rivelato un
retaggio difficile da superare e in alcuni paesi líinformazione continua ad
essere poco attendibileî. Il rapporto segnala che ogni anno circa il 10% delle
nascite nelle regioni pi˜ povere non vengono registrate, la maggior parte nel
Caucaso e nellíAsia Centrale. I genitori incontrano ostacoli al momento della
registrazione dovuti ai costi, alla difficoltý di recarsi allíanagrafe pi˜
vicina, alle lungaggini burocratiche ed alla mancanza di incentivi ad una
tempestiva registrazione.
2. MINORI
ñ I bambini del Caucaso e dell'Asia Centrale rischiano la morte cinque volte
pi˜ rispetto al resto d'Europa. I dati del ''Social Monitor 2003'' dell'Unicef (Redattore
sociale) 22 luglio 2003, ROMA - Il tasso di mortalitý infantile nel Caucaso e
nellíAsia Centrale Ë cinque volte superiore rispetto al resto dellíEuropa
Centrale e Orientale e della Comunitý degli Stati Indipendenti e dodici volte
superiore ai paesi Occidentali Industrializzati. Eí uno dei dati pi˜ allarmanti
contenuti nel Social Monitor 2003, il nuovo rapporto che líUnicef ha presentato
questa mattina a Roma e che indaga sulla mortalitý infantile in nove paesi
dellíEuropa Centrale e della Comunitý degli Stati Indipendenti, oltre alla
Romania e allíUcraina. ìLa nostra ricerca dimostra che la mortalitý infantile
in questi Paesi Ë un problema molto pi˜ grande di quanto suggeriscano i dati
ufficiali ñ ha detto Carol Bellamy, Direttore generale dellíorganizzazione -
Abbiamo guardato aldilý delle statistiche ufficiali e abbiamo parlato con le
madri nelle loro case. I loro racconti ci rivelano che la sopravvivenza
infantile Ë in grave crisiî. Secondo il rapporto la maggior parte di queste
morti infantili possono essere prevenute poichÈ dipendono prevalentemente da
una combinazione di fattori come la povertý, il cattivo stato di salute e malnutrizione
delle madri, e uníassistenza medica carente. ìCi troviamo di fronte a due
problemi distinti ñ ha aggiunto Bellamy - Abbiamo decine di migliaia di morti
infantili che dovrebbero essere prevenute, e sistematicamente non riusciamo a
contare in modo corretto il numero di vite perdute. Il fatto stesso di non
riuscire a capire la portata di ciÚ che succede ci ostacola nellíattuare le
misure atte a correggere la situazione; quindi, Ë fondamentale avere le cifre
giuste. Si tratta di un primo passo cruciale per salvare giovani vite.î Il
rapporto confronta il tasso ufficiale di mortalitý infantile in quei paesi con
i dati che sono stati raccolti durante le interviste dirette con le donne.
Secondo le indagini, negli otto Paesi del Caucaso e dellíAsia Centrale, il
tasso calcolato di mortalitý infantile Ë molto superiore al tasso ufficiale.
NellíAzerbaigian, ad esempio, la stima risultante dallíindagine Ë quattro volte
superiore ñ 74 morti infantili su 1.000 nati vivi- rispetto al tasso ufficiale
di 17 su 1.000. Anche la Romania sembra soffrire di questa sottostima, benchË
in misura minore. ìQuesto genere di imprecisione e di statistiche fuorvianti
possono contribuire a creare un clima di accettazione ñ ha precisato Bellamy -
Fanno sÏ che i governi e il personale sanitario siano inconsapevoli dei rischi
di morte infantile e della necessitý di intervenire e inoltre tengono
allíoscuro sia genitori che i responsabili delle comunitýî.
3.
IMMIGRAZIONE ñ Indagine Cisp: Ë il Terzo Settore (57%) ad attivare servizi di
mediazione culturale in Italia, soprattutto al centro-nord. Censite oltre 700
esperienze (Redattore sociale) 22 luglio 2003, ROMA - Il Terzo
Settore risulta il protagonista nellíavvio e nello sviluppo dei servizi di
mediazione culturale, seguito di recente dalla volontý di tante amministrazioni
pubbliche locali ìdi offrire servizi pi˜ adeguati agli utenti extracomunitariî.
Infatti nel 57% dei casi Ë il privato sociale (associazioni, cooperative,
organismi di volontariato e fondazioni) líente attuatore di servizi in tal
senso. » uno degli aspetti emersi dallíindagine sulla mediazione culturale in
Italia condotta dal Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli)
per conto del Ministero del Welfare. La descrizione delle esperienze di
mediazione, degli enti erogatori di tali servizi e della figura del mediatore Ë
stata condotta su un campione di 248 unitý, pari a circa il 35% dellíuniverso
di riferimento (704). La maggioranza dei servizi di mediazione culturale Ë
concentrata al Nord (54,1%) e al Centro (30,3%): una distribuzione territoriale
che ìrispecchia in larga misura gli insediamenti degli immigrati in Italiaî. Il
servizio si svolge prevalentemente in ambito locale: nel 39% dei casi a livello
provinciale/regionale, nel 55,1% a livello distrettuale,
municipale/circoscrizionale e cittadino. Quindi sono state censite
complessivamente dal Cisp 704 esperienze di mediazione culturale in Italia, ìma
il loro numero Ë di sicuro molto superioreî, nota il Cisp, precisando che molte
esperienze sfuggono alla rilevazione nazionale ìin quanto non esistono centri a
livello nazionale e regionale che raccolgano e sistematizzino dati sui servizi
di mediazione. Inoltre, in molti casi si tratta di ìprogettiî o di servizi a
termine, per cui al momento della rilevazione possono risultare cessati o
prossimi alla chiusuraî. E si assiste anche a ìuna vasta gamma di nomenclature
che a volte possono rientrare e altre no nella categoria di mediazione e
mediatori: promotori, educatori interculturali, operatori per stranieri, facilitatori,
ecc.î. La ricerca, quindi, Ë circoscritta a quei servizi che in maniera
esplicita fanno riferimento al concetto di mediazione culturale, concepiti sia
per facilitare ìlíaccesso degli stranieri allíesercizio dei diritti
fondamentali sia per la trasformazione della nostra societý, con líincontro di
culture diverse che si mescolano e si modificano reciprocamenteî, secondo
quanto afferma líOrganismo nazionale di coordinamento per le politiche di
integrazione sociale degli stranieri, istituito presso il Cnel. Ai mediatori
culturale viene richiesta dal privato sociale ìuna notevole flessibilitýî, in
quanto sono chiamati in causa nei pi˜ diversi ambienti: scuola, famiglia,
servizi del territorio, sistema ospedaliero, giuridico e penitenziario. Il fatto
di operare anche in settori istituzionali molto diversi ìpuÚ rafforzare le
competenze trasversali dei mediatori (relative appunto alla mediazione tout
court), ma essi non possono non risentirne in termini di preparazione poco
specifica sui servizi e sugli ambiti istituzionali in cui operanoî, fa notare
il Cisp. Il Terzo Settore si profila quale attore principale della mediazione
anche analizzando il dato relativo agli anni accumulati nel settore della
mediazione: coloro che vantano pi˜ di 10 anni di lavoro provengono nel 77% dei
casi dal privato sociale. Abbastanza alta Ë perÚ anche la percentuale di
amministrazioni pubbliche (23,1%) che figurano come enti attuatori.
Generalmente i servizi sono attivati attraverso convenzioni tra enti pubblici e
soggetti del privato sociale (118 casi su 178 organismi attuatori).
4. In
Spagna e a Cipro basi antisbarchi. Immigrazione clandestina, la nuova strategia
europea: pattuglie miste di 5 paesi. (Il Messaggero), ROMA, 21
luglio 2003. Il
Mediterraneo diviso in due aree per contenere gli sbarchi dei clandestini con
pattugliamenti congiunti dei paesi dellíUnione europea. Líarea orientale avrý
come base Cipro, dove potrý essere allestito, in un secondo tempo, un centro di
accoglienza europeo, con il coordinamento della Gran Bretagna; líarea
occidentale avrý come punto di riferimento la penisola iberica e sarý a guida
spagnola. Sono questi gli aspetti principali del progetto îNettunoî presentato
ieri ad Alghero dal ministro dellíInterno Giuseppe Pisanu al collega spagnolo
Angel Acebes, che ha espresso ´perfetta identitýª di vedute sul piano italiano.
Pisanu nellíelaborazione del progetto Ë partito proprio dalle indicazioni
emerse nel vertice spagnolo di maggio a Jerez de la Frontera, dove i cinque
paesi europei pi˜ esposti agli sbarchi dei clandestini (Italia, Spagna,
Francia, Germania e Gran Bretagna) hanno deciso di creare una forza
multinazionale costituita da stati membri dellíUnione con il compito di
controllare le frontiere marittime europee nel Mediterraneo e far fronte allíimmigrazione
illegale. La Spagna nel mini-vertice di Alghero ha dato la sua piena adesione
al progetto îNettunoî (il nome Ë stato preso a prestito dalle grotte sarde,
visitate in barca dai due ministri della Sicurezza) e domani Pisanu sarý a
Londra per discuterne con il collega inglese David Blunkett. VenerdÏ il
responsabile del Viminale volerý a Cipro e a Malta mentre per il 9 agosto Ë
concordato líincontro con il ministro dellíInterno tedesco Otto Schily.
Líadesione francese Ë stata espressa nel vertice di Porto Rotondo di fine
giugno, in cui il ministro Nicolas Sarkozy, ha chiesto, perÚ, líobbligo del
timbro sui passapoporti degli stranieri in entrata nei paesi dellíUnione. Il
Mediterraneo diviso in due aree di controllo ad Est e Ovest presenta il suo punto
debole al îcentroî, davanti alle coste libiche, dove negli ultimi due mesi si
sono concentrati gli arrivi delle îcarretteî. LíItalia ha siglato ai primi di
luglio un mini-accordo con il Paese di Gheddafi che ha attenuato i flussi dei
clandestini, ma siamo ancora lontani dai pattugliamenti comuni delle coste con
motovedette ed elicotteri italiani. Le autoritý libiche hanno ripetuto al
ministro Pisanu nella sua missione a Tripoli che fin quando ci sarý líembargo
europeo, sarý possibile solo una collaborazione tra polizie e apparati di
intelligence. Nulla di pi˜. E negli incontri che il responsabile del Viminale
avrý con i colleghi europei sul progetto îNettunoî líattenuazione dellíembargo
contro il paese di Gheddafi sarý uno dei temi obbligati, accanto alla lotta
contro il terrorismo internazionale. Al vertice di Alghero Pisanu ha ricordato
gli accordi Onu di Palermo contro l'immigrazione clandestina giý sottoscritti
da 40 paesi e ha ribadito che dovrý essere l'Europa a stipulare gli accordi di
collaborazione con i Paesi da cui partono e transitano i flussi. In questa
ottica rientra la linea comunitaria di contatti con Cina e Russia che l'Italia
sostiene e incoraggia. La ripartizione di oneri e costi dellíimmigrazione
clandestina resta uno dei nodi centrali. Con il progetto ´Burden Sharingª,
elaborato dal Viminale e presentato ieri al ministro dellíInterno spagnolo
Acebes, si tende a îspalmareî tra tutti i paesi dellíUnione europea le spese
non solo dei pattugliamenti delle aree, ma anche quelle del rimpatrio dei
clandestini che spesso viene compiuto con voli charter.
5. Roma e
le scelte del semestre immigrati e barriere europee (La Stampa),
21 luglio 2003 - A seguito di forti pressioni della Germania, la bozza
elaborata dalla Convenzione europea ha salvaguardato il ´diritto degli Stati
membri di determinare il volume di ingresso dei cittadini di paesi terziª. Ma Ë
inevitabile che si vada verso una gestione a livello europeo delle politiche
dell'immigrazione. Almeno quattro le ragioni per farlo. Primo, il controllo
delle frontiere Ë molto costoso: il sistema attivato dalla polizia iberica per
pattugliare il solo stretto di Gibilterra costa 500 milioni di euro all'anno.
In assenza di coordinamento europeo, questi oneri gravano unicamente sui Paesi
ai confini dell'Ue. Secondo, quella italiana Ë l'ultima Presidenza ´pienaª in
uníEuropa a 15 (i 10 nuovi membri entreranno durante la Presidenza irlandese).
E con l'allargamento, le nuove frontiere dell'Unione coincideranno in larga
misura con quelle dei Paesi pi˜ poveri, meno in grado di finanziare i
controlli. Terzo, l'Europa ha una maggiore forza cogente dei singoli Stati
nello stringere accordi bilaterali con i Paesi da cui provengono gli immigrati.
Quarto, il coordinamento europeo Ë necessario perchÈ norme diverse in quanto a
concessione di asilo e riconoscimento dello statuto di rifugiato politico
aprono varchi a chi si arricchisce - alle spese degli immigrati - organizzando
spostamenti di clandestini all'interno della Ue. In quanto Paese di vecchia e
nuova (dopo l'allargamento) frontiera dell'Unione, Ë interesse dell'Italia
rafforzare il coordinamento europeo di queste politiche. Durante il semestre
italiano Ë possibile chiudere alcuni dossier lasciati aperti dalla Presidenza
greca. Per riuscirci, dovremo perÚ avviare un riesame delle nostre politiche
dell'immigrazione e, soprattutto, del modo con cui (non) vengono attuate.
L'armonizzazione delle normative sul diritto d'asilo (richiesta, questa sÏ,
dalla bozza di Costituzione Europea) non potrý che avvenire su basi pi˜
liberali di quelle oggi offerte dalla normativa italiana, tra le pi˜
restrittive in Europa. Bisognerý poi chiedere a tutti i Paesi un maggiore
impegno nei controlli sui posti di lavoro, particolarmente efficaci nello
scoraggiare chi arriva illegalmente, sapendo di poter comunque lavorare in
nero. Se i controlli presso le imprese non possono che essere gestiti a livello
nazionale, l'intensitý con cui vengono attuati dovrý essere in qualche modo
coordinata con quella prima unitý operativa di gestione comune delle frontiere
che il ministro Pisanu vorrebbe istituire durante il semestre. Importante dare
il buon esempio invertendo la tendenza recente a ridurre i controlli sui posti
di lavoro soprattutto nelle regioni (vedi Nord-Est) in cui si trovano moltissimi
lavoratori immigrati irregolari. Pi˜ in generale, dovremo dar prova di voler
rimediare a quella schizofrenia per cui si introducono sulla carta norme
restrittive, spesso del tutto irrealistiche, disinteressandosi completamente
del loro rispetto. Per non parlare della sanatoria infinita: circa un terzo
delle pratiche di regolarizzazione sin qui espletate. E' auspicabile che, sotto
la Presidenza italiana dell'Unione, si guardi alle cause e non solo agli
effetti dell'immigrazione clandestina. Si Ë parlato al vertice di Salonicco di
rafforzare l'assistenza allo sviluppo. Bene. Ma Ë soprattutto l'apertura agli
scambi commerciali con i Paesi da cui provengono gli immigrati che puÚ ridurre
le ondate di clandestini. Utile riprendere in mano la riforma della politica
agricola comune varata a Lussemburgo: questa ha solo affermato un principio
importante (la separazione fra aiuti e produzione), ma ha lasciato quasi tutto
come prima. Se si vogliono meno immigrati, bisogna importare pi˜ beni da questi
Paesi. Viceversa se si intendono chiudere le frontiere ai Paesi che fanno
´dumping socialeª ci si dovrý preparare ad accogliere pi˜ immigrati.
Chiarificazione utile perchÈ, dopo il chiarimento in maggioranza, il ministero
dell'Economia sembra destinato a giocare un ruolo importante nelle politiche
dell'immigrazione. E il ministro Tremonti ha pi˜ volte proposto di chiudere le
frontiere ai beni che provengono da Paesi in via di sviluppo che non rispettano
standard sociali minimi.
6.
IMMIGRAZIONE ñ Nasce Lipa, associazione Donne slave del Sud, per ribaltare gli
stereotipi della donna migrante (Redattore sociale) 21 luglio 2003,
ROMA ñ Nasce
Lipa, associazione culturale Donne slave del Sud, fondata da 7 donne
provenienti dallíex Yugoslavia (residenti da tempo in Italia) per ìribaltare
gli stereotipi legati allíimmagine della donna migrante e della sua famiglia,
promovendo il diritto alla cittadinanza attiva e il rispetto delle differenze
culturali e di genere, favorendo il confronto transculturaleî.Tra gli obiettivi
che si prefigge la nuova associazione, la creazione di un centro di
informazione, orientamento e sostegno sociale che si configuri come luogo di
mediazione tra le donne e la cittý, come spazio di incontro e confronto e come
laboratorio interculturale permanente. Inoltre Lipa punta all'apertura di un
centro di documentazione culturale e linguistica (banca dati, archivio,
emeroteca, biblioteca e sala lettura),orientato principalmente alla produzione
femminile, e alla realizzazione di uno spazio ludico e creativo, rivolto ai
figli díimmigrati e di coppie miste. Le attivitý e i servizi in cantiere vanno
dai ìprocessi formativi per líacquisizione degli strumenti necessari per
líintegrazione nel lavoro e nella societýî allíaccoglienza, mediazione
culturale e accompagnamento; dai corsi di formazione e educazione
interculturale per docenti e operatori del settore allíinterpretariato e
traduzioni; dallíorganizzazione di mostre, convegni, eventi, alle ricerche,
iniziative sperimentali e attivitý di informazione e sensibilizzazione volte
ìalla promozione dei diritti delle donne e alla costruzione di una cittadinanza
multiculturaleî. Per informazioni, rivolgersi a Luci Zuvela: tel. 06/5373198,
338/7111916, e-mail lipe.lipe@virgilio.it
7. UE:
lotta a discriminazione; Maroni, Italia tra primi classe approvate prima della
scadenza le due direttive in materia (Ansa), MILANO, 21 luglio
2003."L'Italia Ë tra quella minoranza, costituita da 4 paesi dell'Unione,
che ha approvato in via definitiva, e una volta tanto prima della scadenza
prevista al 19 luglio, le due direttive Ue anti-discriminazione". Lo ha
annunciato il ministro del Welfare Roberto Maroni al termine della terza
conferenza europea sulla discriminazione in corso a Milano.Un impegno
riconosciuto anche dal commissario per l'occupazione e gli affari sociali Anna
Diamantopoulou che alcuni giorni fa aveva lanciato l'allarme sui ritardi dei
Quindici nel recepire le direttiva Ue in materia. L'Italia, ha detto il
commissario nella conferenza stampa con Maroni e il presidente della Regione Lombardia
Formigoni Ë "uno dei pochi Paesi dell'Unione ad aver recepito le direttive
europee in materia di discriminazione razziale". La Diamantopoulou ha
quindi ricordato che sono ormai passati tre anni da quando l'Unione Europea
approvÚ le due direttive in materia: una sancisce la paritý di trattamento fra
le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica; l'altra invita
i Paesi membri ad avviare politiche di lotta alla discriminazione."Sul
tema della lotta alla discriminazione - ha spiegato Maroni - questo governo ha
fatto molto e si propone di fare ulteriori passi avanti nella direzione
indicata dalla Commissione e dal Consiglio". "L'impegno - ha aggiunto
- Ë di adottare, nei termini previsti, tutte le direttive europee emanate che
hanno impegno sociale" dicendosi quindi "dispiaciuto" di chi ha
polemizzato, "invece di congratularsi con il governo per aver approvato in
tempo le direttive".Secondo Maroni inoltre "quello della
discriminazione Ë un tema decisivo nelle politiche sociali". "Bisogna
combattere - ha spiegato - la discriminazione sia in materia di lavoro che di
immigrazione".Il responsabile del Welfare ha quindi annunciato per le
giornate del 20-21 novembre prossimi, un seminario europeo sull'immigrazione a
Como "per affrontare la materia non dal punto di vista del contrasto a
quella clandestina" ma per parlare su come "mettere assieme le
politiche di integrazione contro la discriminazione e di accoglienza per coloro
che vengono in Italia e in Europa in cerca di lavoro". Per quanto riguarda
le discriminazioni sul lavoro, Maroni, dopo aver ricordato come l'Italia abbia
un basso tasso di occupazione femminile, ha spiegato che il disegno di legge
Biagi "che sarý approvato in via definitiva prima della chiusura estiva
del Parlamento, ci mette a disposizione gli strumenti necessari. Certo perÚ -
aggiunge - nessuna legge puÚ far aumentare l'occupazione se non c'È una ripresa
economica".Secondo il presidente della Regione Lombardia Formigoni infine,
presente anch'egli alla conferenza, "la lotta contro la discriminazione Ë
una delle lotte qualificanti per l'Europa e che attiene all'identitý stessa
europea". "Ogni livello delle istituzioni deve essere coinvolto - ha
aggiunto - contro la discriminazione" dalla Commissione ai governi nazionali
ma anche "dalle amministrazioni territoriali dei vari Stati utilizzando il
principio della sussidiarietý, in cooperazione con gli altri livelli di
governo".
8.
IMMIGRAZIONE - Negato il ricongiungimento con la figlia di 7 anni ad una
famiglia del Ghana: la casa Ë ''troppo piccola'' (Redattore
sociale) 21 luglio 2003 BOLOGNA ñ Tanko Ë in Italia dal 1987 e lavora in
uníazienda metalmeccanica. Sua moglie, Hassanatu, Ë arrivata a Bologna quattro
anni fa, grazie al ricongiungimento familiare. Sono tutti e due originari del
Ghana, dove hanno lasciato la loro prima figlia, Samira, che ora ha sette anni.
Qui in Italia, dopo essersi trovati un lavoro e avere ottenuto i permessi di
soggiorno, hanno avuto altri due bambini, Omar, 2 anni, e Hafeez, 8 mesi. Da un
anno stanno cercando di fare arrivare a Bologna anche Samira, ma non ci
riescono: non gli Ë stato concesso il ricongiungimento familiare, perchÈ la
loro casa Ë ìtroppo piccolaî. Con due stanze da letto, cucina, tinello e bagno
(in tutto 70 metri quadrati), secondo uníinterpretazione restrittiva della
legge sullíimmigrazione che riguarda i ricongiungimenti familiari, non si puÚ
vivere in pi˜ di 4 persone. A sollevare il problema Ë stato il Bologna social
forum, che oggi ha organizzato una conferenza stampa per denunciare una
situazione ìtuttíaltro che raraî in cittý: ìil caso di Tanko e Hassanatu ñ ha
sottolineato Valerio Monteventi, del Bsf - Ë emblematico per la situazione che
si sta verificando a Bologna dopo la legge Bossi-Fini. In tanti si trovano a
dover affrontare difficoltý enormi per i ricongiungimenti familiari, difficoltý
che prima della legge Bossi-Fini erano molto minoriî. Ma come puÚ essere negato
il diritto allíunitý familiare sulla base di una casa troppo piccola? Secondo
la legge italiana, per ottenere un ricongiungimento, Ë necessario abitare in un
alloggio adeguato. Due i parametri perchÈ la Questura dia ìil via liberaî alle
pratiche per il ricongiungimento: la metratura dellíalloggio in rapporto al
numero di chi vi risiede (secondo i parametri dellíedilizia residenziale
pubblica) e la certificazione igienico-sanitaria dellíappartamento. ìI due
parametri ñ ha spiegato líavvocato della famiglia, Nazarena Zorzella ñ erano
stati introdotti giý dalla Turco-Napoletano, e sono stati mantenuti identici
dalla Bossi-Fini. Il problema Ë líinterpretazione della normativa: se una volta
i due criteri servivano proprio per rendere elastica la norma (se la casa era
piccola, bastava che fosse pulita e ben tenuta per concedere il
ricongiungimento), ora i parametri vengono sommati, sono diventati di fatto
uníunica cosaî. Per una famiglia non italiana di 5 persone, quindi, un
appartamento di 70 metri quadri, con una stanza per i bimbi e una per i
genitori, non Ë ìidoneaî. ìQuesta interpretazione restrittiva della legge ñ ha
aggiunto líavvocato ñ Ë una tendenza che si sta diffondendo in tutta Italia,
non solo a Bologna, in linea con la tendenza della Bossi-Fini che ha reso molto
pi˜ difficile e laborioso il meccanismo per avere i documenti del
ricongiungimento familiareî. ìLíassurditý ñ ha sottolineato Valerio Monteventi
ñ Ë che moltissime famiglie italiane vivono con tre figli in case di 70 mq. Non
solo: se Samira fosse nata in Italia nessuno avrebbe contestato le dimensioni
dellíappartamentoî. Ora il Bsf lancia un appello: la stampa sollevi il caso, il
Comune offra a Tanko e ala sua famiglia un appartamento adeguato, oppure venga
rivisto il certificato di idoneitý.
9.
Regolarizzazione: chiuse 400mila pratiche. Intanto aumentano i ritardi per
rinnovare il permesso di soggiorno. (Stranierinitalia), ROMA,21
luglio 2003.Sanatoria conclusa per 6 stranieri su 10. Secondo il Corriere
della Sera, sono 400mila le domande di
regolarizzazione trasformatesi in permessi di soggiorno, mentre per altre
70mila Ë giý stata definita la data di convocazione allo sportello
polifunzionale. Settanta province italiane, Oristano, Nuoro, Isernia, Brindisi
e Caltanissetta in testa, hanno giý chiuso la regolarizzazione, mentre in cittý
con un numero medio-alto di domande, come Bologna, Verona, Firenze e Vicenza,
siamo a quota 75%. Rimane preoccupante la situazione di Roma, Milano, Torino,
Napoli, Brescia. Le cinque cittý guidano la classifica per numero di domande
presentante, ma anche per ritardo accumulato: la media Ë del 40-50% di pratiche
chiuse. I dati pubblicati dal Corsera testimoniano
una sensibile accelerata nella regolarizzazione. Poco pi˜ di un mese fa, un'analoga indagine del Sole 24 ore dava la
percentuale di pratiche chiuse ad un misero 30%. Verrebbe quasi da dire (ma per
scaramanzia Ë meglio farlo a bassa voce) che dopo tutti questi mesi la madre di
tutte le sanatorie sia finalmente entrata a regime.Di questo passo, per tutti i
dannati in attesa di convocazione, lavoratori e datori, l'incubo dovrebbe
finire davvero, come promette il governo, entro la fine dell'anno. Intanto, per
una situazione che sembra risolversi, c'Ë nÈ un'altra che si fa giorno dopo
giorno pi˜ complicata. Con una parte del personale in ferie e un'altra spostata
sulla sanatoria, in Questura aumentano i ritardi per chi deve rinnovare il
permesso di soggiorno. Di pari passo si allungano le file davanti agli Uffici
stranieri, con centinaia di immigrati a respirare sotto il sole cocente i 40
gradi di quest'estate tropicale. Pochi giorni fa a Milano, per riportare la
calma tra 300 immigrati che si erano visti chiudere le porte in faccia dopo una
fila di ore, Ë dovuta intervenire la Polizia.
10.
IMMIGRAZIONE: progetto Nettuno, Pisanu partito per Londra domani incontro con
ministro interno gb, in serata a Dublino. (Ansa),
ALGHERO, 21 luglio 2003.Il Ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu Ë partito nel
pomeriggio per Londra, dove domani avrý un incontro col collega inglese David
Blunkett per poi raggiungere in serata Dublino per un colloquio col ministro
della Giustizia e Affari Interni dell' Eire Michel McDowell.Gli incontri
rientrano nei contatti avviati da tempo da Pisanu con i suoi colleghi europei
per portare avanti una linea politica Comunitaria nel contrasto al fenomeno
dell' immigrazione clandestina e nella lotta al terrorismo e alla criminalitý
organizzata (suddividendo anche gli altri costi finanziari degli interventi).
Sabato e domenica il ministro dell' Interno ha avuto colloqui col collega
spagnolo Angel Acebes Paniagua, mentre a fine giugno aveva incontrato a Porto
Rotondo (dove era stato annunciato l' accordo poi siglato con la Libia) il
collega francese Nicolas Sarkozy.A Londra sarý illustrato il "progetto
Nettuno" che prevede, tra l' altro, interventi di pattugliamento congiunto
in due grandi aree, una nel Mediterraneo orientale (con base a Cipro) e l'
altra nel Mediterraneo occidentale (in una base spagnola). Si tratta, in
pratica della traduzione "operativa" delle linee di intervento
elaborate dal cosiddetto "Club dei 5" (Francia, Germania, Gran
Bretagna, Italia e Spagna) nel vertice di Jerez de la Frontera dove si
gettarono le basi per l' avvio di un' azione comune per fronteggiare il
problema immigrati e le emergenze della criminalitý e del terrorismo. Pisanu si
soffermerý con Blunkett sul ruolo della Gran Bretagna nell' azione di
pattugliamento e contrasto nell' area del Mediterraneo orientale, stante l'
influenza e i rapporti che gli inglesi hanno sempre avuto nella zona di Cipro e
di Malta. La successiva tappa a Dublino servirý per illustrare al ministro
McDowell le iniziative e le linee politiche che l'Italia intende portare
durante il semestre di presidenza dell' Ue.A fine settimane poi Pisanu
concluderý questo giro di consultazioni internazionali con incontri coi suoi
colleghi di Atene, Cipro e Malta.
11.
IMMIGRAZIONE: On. Ballaman, evitare discriminazioni detenuti (Ansa), TRIESTE, 21 luglio 2003.L' on.
Edouard Ballaman (Lega Nord, in un' interrogazione al Ministro di Giustizia,
Roberto Castelli, ha sottolineato che "alcuni Tribunali non concedono l'
espulsione a cittadini stranieri agli arresti domiciliari in quanto ritengono
che la norma sembra riferirsi solo al detenuto in carcere" e ha
sollecitato "interpretazioni della legge che non facciano
discriminazioni". Riferendo le segnalazioni di alcuni avvocati, Ballaman
ha spiegato che "si sono riscontrate delle diversitý nell' applicazione
della legge sull' immigrazione Bossi- Fini, sull' interpretazione del termine
'detenuto' per quanto riguarda le procedure di espulsione dall' Italia",
che "secondo alcuni giudici restii ad applicare la legge - ha aggiunto
Ballaman - detenuto Ë solo colui che Ë in galera e non chi Ë agli arresti domiciliari".Ballaman
ha spiegato di aver presentato l' interrogazione "per chiarire se per
detenzione si intenda qualsiasi forma carceraria e domiciliare", per
"avere chiarezza su quali provvedimenti intenda prendere il Ministero di
Giustizia" e per "far sÏ che i Tribunali si uniformino nei loro
giudizi. In un Paese civile - ha concluso Ballaman - la prima preoccupazione
deve essere l' applicazione delle leggi in modo uniforme su tutto il
territorio, con certezza delle regole e della pena".
12.
IMMIGRAZIONE: FVG; domande da giovedi', decine gia' in coda intervengono
polizia e carabinieri per riportare calma
(Ansa), UDINE, 21 luglio 2003.Decine d' immigrati sono in
fila, dall' alba di oggi, a Udine, davanti alla sede dell' Ufficio Provinciale
del Lavoro, per acquisire una prioritý nella graduatoria delle domande per l'
accesso al lavoro che, perÚ potranno essere presentate solo a partire da
giovedÏ prossimo, 24 luglio.Ai pochi cinesi, filippini, cingalesi e coreani che
sono arrivati davanti ai cancelli dell' Ufficio del Lavoro stamani presto, si
sono aggiunte, nel corso della giornata, man mano che si diffondeva la notizia
della "coda", altre decine di immigrati e nel pomeriggio ci sono
stati anche momenti di tensione. Esasperati dal gran caldo e dall' attesa,
alcuni immigrati hanno incominciato ad alzare la voce e a inveire contro i
dipendenti dell' Ufficio.Sono intervenuti i carabinieri e alcune pattuglie
della squadra volanti della Questura che in pochi minuti hanno riportato la
calma tra gli extracomunitari, senza che ci fossero incidenti.
13. IMMIGRATI: a Padova prima rilevazione psico-sociale
famiglie. (Agi), PADOVA, 21
LUGLIO 2003. Lavoro, casa,
permesso di soggiorno, ma soprattutto condizioni psico affettive, integrazione
sociale e qualita' della vita delle famiglie: affonta ambiti solitamente
inesplorati una nuova analisi sul fenomeno dell'immigrazione avviata
nell'ambito del progetto "Sportelli Servizi Immigrati",
dell'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Padova con un
questionario creato da un pool di esperti."Per favorire una reale e
completa integrazione delle popolazioni extracomunitarie, ma anche per
prevenire fenomeni di criminalita' e di disagio sociale, e' necessario
approfondire l'esame della loro situazione e delle loro condizioni, al di la'
delle tematiche piu' urgenti come il lavoro e il permesso di soggiorno -
sottolinea Vera Slepo, Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali della
Provincia di Padova. Il modo in cui passano il tempo, il grado di integrazione,
gli spazi sociali e le problematiche che vivono quotidianamente: sono tutti
elementi fondamentali per analizzare e risolvere i disagi forse meno evidenti,
ma sicuramente piu' profondi degli extracomunitari presenti non solo sul
territorio della nostra Provincia, ma di tutto il territorio
nazionale".Dall'ultima settimana di luglio, presso i 41 "Sportelli
servizi immagrati" che da quattro anni forniscono informazioni sulla rete
di servizi esistenti sul territorio, danno informazione e supporto nelle
pratiche relative al rinnovo di permessi di soggiorno, intrattengono rapporti
con la Questura e raccolgono dati dalla capacita' lavorativa degli stranieri
con la collaborazine di Acli, Caritas, Cisl, Uil e Cgil, verra' distribuito un
questionario, realizzato da un pool di esperti, con l'obiettivo di tracciare un
quadro delle condizioni psico-sociali delle famiglie extracomunitarie. Rapporti
con i vicini italiani, condizioni di vita, conoscenza delle strutture di
supporto cui poter accedere, ma anche problematiche relative al rispetto dei
dettami della propria religione e presenza di punti di riferimento in Italia:
questi solo alcuni dei temi toccati dal questionario, a cui si aggiungono
domande relative alle barriere linguistiche e ai modi di trascorrere il tempo
libero, senza trascurare il "clima" che esiste sul luogo di lavoro.
Ma non basta, un'attenzione particolare nella realizzazione di questa
rilevazione, e' stata dedicata alle famiglie con figli. Quale il rapporto con
l'istituzione scolastica? Quali problematiche di integrazione con i compagni di
scuola italiani e quali le difficolta' di inserimento nel tessuto sociale? Il
questionario sara' distribuito in 5 lingue (Italiano, Francese, Tedesco, Arabo
e Cinese) e dara' la possibilita' di tracciare un quadro della situazione degli
immigrati nell'intera Provincia, tra difficolta', disagi e problematiche da
risolvere. Ma il progetto degli "Sportelli Servizi Immigrati" non si
limitera' alla raccolta e all'analisi dei dati: dal 4 settembre, infatti,
presso i Comuni che hanno aderito al progetto, attraverso la creazione degli
sportelli, sara' infatti disponibile un servizio di assistenza e ascolto. Sara'
infatti disponibile uno psicologo che svolgera' un'attivita' di supporto alle
famiglie extracomunitarie presenti su tutto il territorio della Provincia.
14.
Suonatori girovaghi e lavavetri: minori italiani emigrati allíestero e minori
stranieri immigrati in Italia. (migranews.net), 21 luglio 2003. Il
lavoro di Bruna Bianchi, Matteo Ermacora e Nicoletta Giove Suonatori
girovaghi e lavavetri. Minori italiani emigrati allíestero e minori stranieri
immigrati in Italia Ë una monografia illustrata de Il calendario
del popolo (pp.64, euro 5). La monografia illustrata, cui Ë
interamente dedicato il numero 675 de Il calendario del popolo
affronta in modo sistematico un tema inedito: líemigrazione e líimmigrazione
dei minori, da e in Italia. Ne sono autori tre noti studiosi di Cý Foscari ñ la
celebre universitý veneziana ñ, i quali, esponendo i risultati delle loro
pluriennali ricerche, mettono a fuoco le condizioni di vita e di lavoro dei
minori italiani emigrati fino alle soglie degli anni í70 e, a partire dagli
anni successivi, quelle dei minori stranieri immigrati in Italia. Viene cosÏ
colmata una grave lacuna della nostra storiografia che ñ a prescindere dalle
valutazioni morali ñ ha considerato poco rilevante, il lavoro dei minori
ritenuto marginale, accessorio a quello degli adulti, mentre, al contrario, nei
flussi migratori la componente minorile fu tuttíaltro che trascurabile. Il
lavoro di fanciulli e ragazzi si rivelÚ decisivo per il decollo e lo sviluppo
di molti settori produttivi e indispensabile ai bilanci familiari. La
ìmonografiaî offre finalmente un profilo generale, ma articolato, delle vicende
delle migrazioni minorili da e in Italia, dallíUnitý fino ai giorni nostri
prendendo líavvio dal 1863, quando Giuseppe Mazzini denunciava la tratta di
minori italiani condannati ´a morire di stenti o vivere díelemosina e di furti
ª, operata da ´cinque o sei uomini italiani stabiliti in Londra, rotti generalmente
ad ogni mal fare e non curanti fuorchÈ di lucroª. Le vicende portate alla luce
dai tre storici veneziani meritano di essere largamente diffuse con una mostra
storico-documentaria come le due che líhanno preceduta: MacaronÏ e v˜ cumprý e
Balie italiane e colf straniere le quali continuano a raccogliere grande
successo di critica e di pubblico per il serrato confronto che del fenomeno
migratorio presentano.La mostra sarý serigrafata in multipli per favorire
esposizioni simultanee, appena saranno trovate le necessarie sponsorizzazioni.
Come le due che líhanno preceduta, Suonatori girovaghi e
lavavetri offrirý líoccasione di promuovere centinaia di incontri, conferenze,
dibattiti e convegni, di diffondere la conoscenza del fenomeno migratorio,
della cui ignoranza nascono e crescono intollerabili pregiudizi xenofobi e
razzisti. Alle associazioni culturali viene praticato lo sconto del 50%
sullíacquisto di 50 copie (euro 125 anzichÈ 250 ñ imballo e trasporto
compresi). Info: Il calendario del popolo, via Simone d'Orsenigo, 21 a Milano:
02 55015575/84, teti@teti.it, www.teti.it
15. Il
progetto di Mondomigrante parte da Massa. (migranews.net),
21 luglio 2003. Eí nato un nuovo progetto di comunicazione sociale promosso da
Contatto Radio (Popolare network) e finanziato dalla conferenza dei sindaci di
Massa, Carrara, Montignoso e Fosdinovo.Il progetto si articola su tre punti:1)
una campagna pubblicitaria contro l'intolleranza, il razzismo e la xenofobia;2)
una trasmissione radiofonica di 50 minuti in onda due volte alla settimana;3)
un portale internet arricchito da news e contributi audio.Il programma
radiofonico ha una durata di 50 minuti e contiene interviste, servizi e
collegamenti sul mondo dellíimmigrazione e dei rifugiati. La redazione ha
riservato una grande attenzione ai temi di attualitý (guerre in corso, crisi
internazionali, leggi e normative), alla cultura (world music, artisti, mostre
internazionali), al terzo settore (associazioni, ong, gruppi) e alle comunitý
straniere presenti sul territorio di MassañCarrara.Il sito di ìMondomigranteî
permette allíascoltatore-navigatore di ascoltare (o riascoltare) le interviste,
i servizi e le schede proposte allíinterno del programma radiofonico. Il
portale di ìMondomigranteî ha un motore di ricerca interno. ìMondomigranteî Ë
in onda sulle frequenze di Contatto radio (Popolare network) ogni mercoledÏ
alle 9.30 e ogni giovedÏ in replica alle 22.35. Il programma, condotto da due
redattori della radio, contiene interviste e servizi di attualitý che
riguardano líimmigrazione in Italia e nel mondo. Eí possibile visitare il sito
al seguente indirizzo internet:.http://www.mondomigrante.it
16.
AFRICA - ''Decentrare il punto di vista'' per affrontare l'interculturalitý.
Convegno all'Universitý Stranieri di Perugina (Redattore sociale) 21 luglio 2003, PERUGIA ñ
"Colori d'Africa" Ë il convegno sui temi dellíinterculturalitý e
identitý africana in Umbria che si terrý a Perugia giovedÏ prossimo, 24 luglio.
Presso la Sala Goldoniana di palazzo Gallenga (sede dellíUniversitý per
Stranieri) a partire dalle ore 16,45 e fino alle 20,30 si parlerý
díintegrazione socioculturale con Anna Comodi, docente allíUniversitý per
Stranieri e Wladimiro Boccali, assessore alle Politiche di coesione sociale del
municipio perugino; tratterý di ìValorizzazione del patrimonio culturale
africano e le forme della sua restituzioneî Enrico Castelli, antropologo e
conoscitore díAfrica, docente allíUniversitý degli studi di Perugia; Dramane
WaguÈ, consigliere del Comune di Perugia, interverrý su ìDecentramento del
punto di vista e relativismo culturaleî; Alessandro Vestrelli delle Relazioni
internazionali della Regione Umbria parlerý delle facce dellíimmigrazione in
Umbria e delle politiche messe in campo per favorire la coesione sociale; don
Elio Bromuri del Centro internazionale di accoglienza per la giovent˜
illustrerý il punto di vista cattolico a proposito di ìInterculturalitý e
convivenzaî. Concluderý i lavori Ngalle Epounde, socio dellíassociazione Ordess
Afrika, parlando di ìIdentitý culturale africana: dal ëpassatismoí al
futurismoî. Al termine del convegno sarý possibile visitare la mostra
fotografica relativa al primo ìshow africanoî organizzato a Perugia il 24
dicembre dello scorso anno presso il Cva di Ponte San Giovanni.
Gli input emersi dai diversi interventi e dal dibattito saranno raccolti da una
commissione incaricata della pubblicazione degli atti del convegno.
Ad organizzare líevento - che Ë patrocinato dallíassessorato alla cultura del
Comune di Perugia e che Ë attuabile anche grazie allíaiuto del Centro sociale
dellíUniversitý per Stranieri che si occupa di realizzare manifestazioni
socioculturali - Ë líassociazione ORDESS AFRIKA onlus, Organizzazione per la
ricerca, lo sviluppo, la scienza e la solidarietý. Nata nel 2000 e costituita
legalmente nel 2002, líorganizzazione oggi conta 70 soci e sta portando avanti
diversi progetti, primo fra tutti ìColori díAfricaî di cui il congresso del 24
luglio Ë parte integrante: si punta a favorire la conoscenza della cultura
africana attraverso la ricerca, la musica e líarte; in cantiere per il prossimo
futuro ci sono quattro settimane di mostra di oggetti artistici africani,
nonchÈ concerti in diverse zone della regione e dellíItalia: ìIniziative
destinate a restare in cantiere ancora per lungo tempo se perdurano le
difficoltý a reperire risorse finanziarieî, come evidenzia Ngalle Epounde.
E sarebbe davvero uníoccasione mancata perchÈ, come riporta una scritta in
bella evidenza sulla vetrina di un negozio di oggettistica africana nel cuore
di Perugia, ìa furia di guardare da una parte sola si rischia il torcicolloî.
17.
Nuovo attentato contro le forze americane L'imboscata a Tall Afar, vicino a
Mossul Iraq, due
soldati Usa uccisi in un agguato Un terzo militare statunitense Ë rimasto ferito Un operatore Onu attaccato muore ad
Hilla. (LA Repubblica),
BAGDAD, 20 luglio 2003. Ancora agguati contro le truppe statunitensi in Iraq:
oggi due soldati sono stati uccisi e un terzo ferito in un'imboscata presso
Tall Afar, a ovest di Mossul, nel nord del paese. Torna cosÏ a salire il
bilancio dei morti americani dal primo maggio, giorno i cui George W. Bush ha
dichiarato la fine della guerra. Sono ormai 37, mentre i caduti Usa dal 20
marzo, quando Ë iniziato il conflitto, hanno raggiunto un numero superiore a
quelli della prima guerra del Golfo: 151. La notizia dell'ultima, drammatica imboscata Ë stata
data oggi da un portavoce dell'esercito americano. Il caporale Todd Pruden ha
detto che tre soldati - appartenenti alla 101/ma divisione aerotrasportata -
sono stati raggiunti dal fuoco di "tiri di lanciarazzi e di armi di
piccolo calibro". I militari, tutti gravemente feriti, sono stati portati
subito in un ospedale. Ma due di essi non ce l'hanno fatta. Ma a fare vittime tra le forze
alleate in territorio iracheno ci sono anche gli incidenti, come quello occorso
a tre militari che viaggiavano su un mezzo meccanico, che si Ë ribaltato, nei
pressi delll'aeroporto internazionale. Uno dei tre Ë rimasto ucciso, gli altri
due sono rimasti feriti. Intanto a sud di Bagdad, nei presi di Hilla, un
operatore umanitario internazionale Ë rimasto ucciso in un agguato teso al
convoglio sul quale viaggiava con alcuni colleghi. Due di questi sono rimasti
feriti. In questo caso la notizia arriva da fonti delle Nazioni Unite, secondo
le quali i tre lavorano per l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanitý, e
per l'Oim, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ambedue agenzie
Onu.
Continua infine il dispiegamento delle forze italiane nel paese. E per 900 marines di stanza a Campo Babilonia, l'arrivo del contingente di italiani che ieri ha assunto il controllo della provincia di Dhi Qar, significa il ritorno a casa. Gli uomini del secondo battaglione del 25esimo reggimento dei marines, appunto 900 riservisti, sono ora liberi di rientrare, dopo una missione di quasi nove mesi. Se tutto va come previsto, anche altri 1.800 marines impegnati a lavorare con le autoritý locali in sette province meridionali potranno rientrare fra poche settimane.
18.
COMUNI: Aversa; pochi immigrati al voto e manca il quorum. (Ansa),
AVERSA, 20 luglio 2003.Il consiglio comunale di Aversa non potrý fare
affidamento sul trentunesimo consigliere, ovvero il rappresentante degli
extracomunitari residenti nel proprio territorio. Oggi i 671 immigrati aventi
diritto ad eleggere il proprio rappresentante in seno all'assemblea consiliare
non sono riusciti a raggiungere il quorum di un terzo dei votanti.Al seggio,
allestito nei locali dell'Ufficio Anagrafe, si sono presentati, infatti, in
poco pi˜ di ottanta persone. Avrebbero dovuto, invece, votare in oltre 200.In
lizza c'erano 10 candidati, due tunisini, tre algerini, un pakistano, un
nigeriano, una polacca, Barbara Cierniak Monika, di 27 anni, unica donna ad
essere inserita nelle liste, un ucraino e un immigrato del Benin divisi in sei
liste multietniche. La possibilitý di eleggere un rappresentante
extracomunitario nel Comune di Aversa Ë scaturita da una modifica dell'articolo
46 dello Statuto comunale.
19.
IMMIGRAZIONE: Pisanu,perfetta identita' vedute Italia-Spagna. (Ansa),
ALGHERO, 19 luglio 2003.Tra Italia e Spagna c' È una grande simbiosi e una
perfetta identitý di vedute su come fronteggiare il fenomeno dell' immigrazione
clandestina, nonchÈ sulla lotta al terrorismo e alla criminalitý organizzata.
L' ha sottolineato il ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu, nella conferenza
stampa che ha concluso il vertice col collega spagnolo Angel Acebes Paniagua.
Combattere il fenomeno dell' immigrazione clandestina e del terrorismo,
individuandone i finanziatori congelando i loro beni per impedire qualsiasi
tipo di operativitý. E' una delle strategie previste dal "progetto
Nettuno" illustrato dal ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu al collega
spagnolo Angel Acebes Paniagua.Paniagua, che ha sottolineato come l' incontro
con Pisanu si sia svolto nella cittý pi˜ spagnola d' Italia, ha condiviso tutto
il progetto e ha voluto ringraziare il Governo italiano perchÈ alla Spagna Ë
stata data la prioritý per la comunicazione delle linee guida del semestre
italiano.I due ministri dell' Interno hanno concordato che per combattere l'
immigrazione clandestina, che rappresenta un "affare" da 100 milioni
di euro all' anno per i trafficanti di uomini, Ë fondamentale il controllo
comune delle frontiere marittime e terrestri. Finora, hanno sottolineato Pisanu
e Paniagua, i costi dei controlli sono stati sostenuti dalla nazioni
frontaliere, come pure quelli per il rimpatrio dei clandestini. E' necessario,
invece, che i costi siano ripartiti tra tutte le nazioni europee.Anche per
quanto riguarda le nazioni da cui partono i clandestini dovrý essere l' Europa,
ha precisato Pisanu, a stipulare gli accordi di collaborazione. La questione
sarý affrontata durante il semestre italiano. E' giý in programma una
conferenza che sarý presieduta dal ministro dell' Interno e durante la quale
sarý deciso anche l' allargamento alla Russia e alla Cina degli accordi di
collaborazione. Cina e Russia, infatti, rischiano di diventare potenziali immensi
serbatoi per l' emigrazione illegale controllata dalla criminalitý
organizzata.Ottenuto il pieno e concreto sostegno del governo di Madrid, il
ministro Pisanu martedÏ prossimo presenterý il progetto "Nettuno" a
Londra al ministro dell' Interno inglese. La prima settimana di agosto il
progetto sarý illustrato al collega tedesco.Durante l' incontro bilaterale
italo-spagnolo, i due ministri e le delegazioni (quella italiana era guidata
dal capo della Polizia, Gianni De Gennaro) hanno affrontato anche il tema del
terrorismo islamico, riconoscendo che entrambi i paesi sono sotto costante
minaccia. Per affrontare questa emergenza dovrý essere meglio coinvolta l'
Europol, la polizia europea, che dovrý partecipare alle indagini ed estenderle
anche ai paesi dove la percezione della minaccia non Ë ancora sufficiente.
20. FRATTINI: Ue deve moltiplicare accordi bilaterali su
immigrazione. (aGI), atene, 19 LUGLIO 2003. Occorre "una cooperazione strettissima tra l'Ue, i paesi
d'origine degli immigrati illegali e i paesi di transito". Lo ha ricordato
nei giorni scorsi il ministro degli esteri Franco Frattini al termine
dell'incontro con suo omologo greco George Papandreou. Frattini ha insistito
sulla necessita' che l'Unione Europea concluda un maggior numero di accordi bilaterali
con i paesi d'origine per il rimpatrio degli immigrati clandestini.Il ministro
ha infine ricordato che l'Italia ha gia' firmato accordi per il rimpatrio dei
clandestini con 27 paesi mentre "l'Ue ne ha firmato solo quattro. Quindi
e' urgente che l'Ue moltiplichi gli accordi".
21. LAVORO: Centro-nord, immigrati
discriminati da colleghi lavoro. (aGI),
cecina, 19 luglio 2003. I lavoratori immigrati nel nord e nel
centro d'Italia, nei luoghi di lavoro, si sentono piu' discriminati dai
colleghi italiani che dai datori di lavoro. E' quanto emerge da una ricerca di
Ires-Cgil presentata al Meeting Internazionale Antirazzista in corso a Cecina
(Livorno). Infatti al nord lamentano discriminazioni da parte dei colleghi nel
38,2% degli intervistati e da parte del datore di lavoro nel 21,8%; al centro
tali percentuali sono rispettivamente del 33,3% e del 16,7%. Un discorso
inverso invece quello che riguarda il sud, dove gli immigrati lamentano
discrinazioni da parte del datore di lavoro nell'80% dei casi, contro il 57,1%
da parte dei colleghi.
22.
Ricerca comunita'ebraiche, italiani ostili con immigrati. (Agi), ROMA, 19 luglio
2003. Gli italiani sono ostili con gli immigrati. Lo stabilisce la ricerca
"Il razzismo in Italia" condotta da Enzo Campelli, direttore del
Dipartimento di Ricerca Sociale e Metodologia Sociologica dell'Universita' la
Sapienza di Roma. La ricerca evidenzia che esiste un atteggiamento ostile nei
confronti delle minoranze che sta diventando senso comune condiviso in molti
ambienti. La ricerca, promossa e finanziata dall'Unione delle Comunita'
Ebraiche Italiane con i fondi dell'8 per mille e patrocinata dalla Presidenza
della Repubblica, e' basata su 2200 interviste a giovani tra i 14 e i 18 anni
residenti in 110 comuni: studenti, lavoratori, del nord (che si rivela il piu'
ostile alla diversita') e del sud piu' profondo.I ricercatori hanno compilato
una scala di razzismo che va da molto alto (7,8%),ad alto (10,8%) fino a molto
basso (9,2%) , passando per le varie gradazioni. Secondo Campelli c'e' una dose
di atteggiamento ostile nei confronti delle minoranze che sta diventando senso
comune condiviso in molti ambienti. Se fino a qualche tempo fa c'erano dei
filtri di natura sociale, adesso i filtri si sono attenuati ed e' aumentata la
possibilita' di dichiarare pubblicamente cio' che prima non si sarebbe mai
detto.
23. BOLOGNA: nel corso del
2003 un lavoratore su tre sara' immigrato.
(Agi), BOLOGNA, 19
luglio 2003. Tra i lavoratori assunti nel corso del 2003 in Emilia Romagna nel
settore industriale, uno su tre sara' straniero. L'Emilia Romagna con quasi
nove mila lavoratori extracomunitari previsti in entrata nelle fabbriche
nell'anno in corso, sara' terza in Italia, dopo Lombardia e Veneto, per
l'afflusso di nuova manodopera immigrata. In tutta Italia sono quasi 92mila le
assunzioni previste quest'anno nell'industria per i lavoratori
extracomunitari.Nel 2003, l'industria assorbira' 91.718 addetti, pari al 41%
della nuova occupazione immigrata. Secondo elaborazioni Unioncamere-Excelsior,
in questo settore agli immigrati saranno riservati il 32,6% del totale dei
nuovi impieghi, contro il 33,8% nei servizi. Complessivamente, un nuovo posto
di lavoro su tre sara' destinato agli extracomunitari (33,3% pari a 223.944
persone).La regione che reclutera' piu' manodopera immigrata nell'industria
sara' la Lombardia, con 17.747 assunzioni previste, di cui oltre la meta' nella
sola provincia di Milano. Seguono Veneto con 11.321, Emilia Romagna con 8.729 e
Piemonte- Valle d'Aosta con 7.505. Nelle ultime posizioni, Sardegna con 1.894,
Calabria 1.737, Liguria 1.719, Umbria 1.696, Basilicata con 904. Chiude il
Molise con appena 406 lavoratori immigrati.
24. PORTO EMPEDOCLE: nave
della marina per primo soccorso a immigrati.
(Agi), PORTO EMPEDOCLE, 19
luglio 2003. La nave "Procida" della Marina Militare
Italiana e' stata prestata al Ministero dell'Interno con il compito di aiuto al
servizio antimmigrazione, non come mezzo di contrasto, ma come supporto medico
e di primo soccorso. Ha dunque lasciato il suo compito di nave ausiliare di
nave ausiliare per trasporto e manutenzione fari per assumere quello piu'
umanitario di appoggio al servizio antimmigrazione. A bordo anche un equipe
formata da un medico, tre infermieri specializzati e un tecnico strumentista.
La nave "Procida" operera' nel canale di Sicilia fino alla alla fine
del mese di luglio, verra' poi sostituita da un'altra unita' che continuera'
per tutta l'estate.
25. AIDS -
Chiusa la conferenza europea di Parigi. Allarme per le promesse di fondi che nÈ
Usa nÈ Ue hanno ancora versato (Redattore sociale) 18 luglio 2003,
MILANO - » una ferita aperta il capitolo aids nel mondo: lo hanno ricordato con
forza gli oltre 5000 partecipanti alla conferenza mondiale sull'Aids conclusasi
a Parigi. Tra i nomi dei tanti presenti spiccano Nelson Mandela, Fernando
Cardoso (ex presidente brasiliano), Jaques Chirac. La conferenza si Ë chiusa
con tante aspettative e pochi soldi nel Fondo Globale anti-aids (che in
concomitanza ha tenuto una conferenza dei donatori mercoledi 16). Dei due
milioni di dollari promessi da Unione europea e Stati Uniti non v'Ë traccia:
mentre Ë noto l'impegno delle multinazionali farmaceutiche (in testa le
americane) nella battaglia di fronte al WTO per la tutela della proprietý
intellettuale che di fatto blocca l'accesso ai farmaci anti Aids nei Paesi
impoveriti. A Parigi nei giorni della conferenza Ë sfilato anche Romano Prodi
che ha confermato l'impegno dell'Ue per ulteriori 340 milioni di euro per il
periodo 2003/2006: l'Ue dalla nascita del fondo ha coperto il 55% dei
versamenti al fondo per 2,56 miliardi di dollari. Tuttavia non vi Ë accordo tra
gli stati membri (vedi Germania e Olanda) per l'aumento del contributo a un
milione di euro: e comunque il fabbisogno del fondo Ë di oltre 7 milioni di
dollari. Soldi: per permettere lo sviluppo di un vaccino, per l'acquisto di
farmaci salva vita, per la costruzione di ospedali. L'accesso dei farmaci da
parte dei paesi del sud del mondo Ë risuonato nella conferenza come il tema
centrale di importanza politica ed economica planetaria. L'esempio del Brasile
che ha investito in una politica di accesso e di informazione ha dimostrato
un'efficacia anche sul piano economico: ha evitato nel quinquennio 1996-2001
novantamila decessi e ha permesso di risparmiare dal 1997 al 2001 oltre 2
miliardi di dollari in spese mediche e ospedaliere. E pi˜ che mai da questa
conferenza Ë uscito il messaggio chiaro che non esiste un'economia sostenibile
senza un'attenzione ai processi democratici di partecipazione. Uno studio ha
dimostrato la convenienza della distribuzione gratuita dei farmaci nel Terzo
Mondo: in Costa d'Avorio l'azienda elettrica locale dove si registravano decine
di decessi per Aids ha offerto cure gratuite ai dipendenti. In due anni la
mortalitý tra il personale si Ë ridotta del 60%, i nuovi casi di Aids del 78%,
i ricoveri in ospedale dell'81% e l'assenteismo del 94%. L'investimento
farmaceutico di 217.00 dollari ha permesso alla Compagnie Ivoirienne
d'ElectricitÈ di realizzare in due anni un risparmio di 558.000 dollari. Sul
piano della ricerca la conferenza raccoglie i risultati di molti passi in
avanti verso un vaccino mai troppo prossimo e comunque le informazioni circa le
resistenze sviluppate dalle persone sieropositive alle attuali classi di
farmaci disponibili: uno su dieci registra un fallimento terapeutico.
26.
IMMIGRAZIONE ñ Chiude il Meeting antirazzista di Cecina. L'Arci: ''Importante
evento per rilanciare la mobilitazione d'autunno'' (Redattore
sociale) 18 luglio 2003 CECINA (Livorno) - Si concludono oggi i lavori del IX
Meeting Internazionale Antirazzista, caratterizzato da una settimana di
dibattiti, assemblee, seminari sul tema dei diritti dei migranti e della lotta
alla discriminazione ed al pregiudizio. Per Vincenzo Striano, presidente di
Arci Toscana, e Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dellíArci, si Ë
trattato di ìuníoccasione di dialogo vero tra le diverse anime del movimento
antirazzista, arrivate a Cecina da tutta Europa e da tutta líarea Mediterranea,
dove Ë emersa la necessitý di dare il via a una stagione comune di battaglie.
Abbiamo registrato una situazione di debolezza sul fronte della democrazia e
dei diritti dei migranti, e, a partire dallíesperienza del meeting, lanciamo un
appello al mondo della politica, della cultura e dellíinformazione, per dar
vita a un soggetto politico di ampio schieramento che si faccia ìimprenditore
dellíantirazzismoî e che determini, a partire dalla chiusura dei centri di
permanenza temporanea, uníinversione di tendenza nelle condizioni di vita degli
immigrati che arrivano nel nostro paeseî.ìAltro punto determinante emerso nei
lavori di Cecina ñ affermano i due responsabili dellíArci - Ë la necessitý di
estendere il diritto di voto attivo e passivo a tutti i cittadini stranieri
residenti in Italia, sul modello che confidiamo venga approvato nello Statuto
della Regione Toscana. Per raggiungere questi obiettivi di civiltý, in questi
giorni di meeting, abbiamo gettato le basi di uníimportante mobilitazione, un
necessario consolidamento del movimento antirazzista che, in autunno, si farý
portavoce dei diritti dei migranti attraverso una grande manifestazione
nazionale e uníassemblea sul diritto díasilo, con al centro líidea che la
civiltý di un paese si determina soprattutto dalla garanzia che siano concessi
dignitý e rispetto agli immigrati, come a qualsiasi cittadino italianoî.ìSarý
il nostro obiettivo, quindi ñ concludono -, cercare un punto di incontro tra
forze progressiste, politiche e sociali, superando le antiche divisioni sul
modello dei grandi eventi degli ultimi anni come il Forum Sociale Europeo di
Firenzeî.
27. MINORI
- Stranieri non accompagnati: a dicembre un convegno internazionale a Firenze.
Nasce un sito europeo (Redattore sociale) 18 luglio 2003,
FIRENZE ñ Si terrý a dicembre a Firenze un seminario europeo dedicato alla
realtý dei minori stranieri non accompagnati per mettere a confronto le
esperienze dei diversi Paesi europei su buone pratiche, politiche nazionali,
programmi sullíintegrazione e la riunificazione familiare di questi bambini e
adolescenti. Líevento, promosso da ChildONEurope, la rete europea degli
osservatori nazionali sullíinfanzia, Ë in linea con le indicazioni del Piano
díazione per líinfanzia, recentemente varato da Consiglio dei ministri, e con
le prioritý del semestre di presidenza europea dellíItalia, si Ë tenuta a
Firenze, presso líIstituto degli Innocenti, la seconda assemblea della Rete
europea degli osservatori nazionali sullíinfanzia (ChildOnEurope); il
segretariato della Rete Ë affidato al Centro Nazionale di documentazione e
analisi per líinfanzia e líadolescenza, organismo tecnico del Ministero del
Lavoro e delle Politiche sociali, che opera nellíambito dellíIstituto degli
Innocenti. La Rete, voluta dal governo italiano, Ministero del Lavoro e delle
politiche sociali composta dai rappresentanti di otto Stati membri dellíUnione
che hanno giý aderito al progetto (Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia,
Lussemburgo, Portogallo, Spagna) e dai rappresentanti di altri sette Stati
europei che siedono per adesso in qualitý di osservatori (Germania, Olanda,
Regno Unito, Svezia, Finlandia, Austria e Grecia), sta inoltre curando la
realizzazione di una pagina web comune (www.childreninarmedconflict.org) fra i
siti degli osservatori, finalizzata soprattutto a mettere in linea una serie di
indicatori statistici fra cui: demografia e famiglie, adozione e
abuso.Líobiettivo Ë coordinare il monitoraggio sulla condizione di bambini e
ragazzi in Europa al fine di migliorare scambi e orientamenti comuni a sostegno
delle politiche sociali verso i minori e le famiglie, in un ambito in cui
líUnione non ha competenza specifica. La Rete affiancherý il Gruppo
intergovernativo permanente per líinfanzia e líadolescenza denominato Lí Europe
de líEnfance.
La
rassegna stampa puÚ essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it
- (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli
immigrati in Italia tra media, Societý civile e mondo del Lavoro")