Rassegna Stampa

VenerdÏ 25 Luglio 2003

 

 

1. AFRICA ñ Liberia, in un rapporto di Msf le testimonianze agghiaccianti di una popolazione in fuga (Stranieri in Italia)

2. Pugno di ferro contro la tratta degli esseri umani. Pene severissime contro chi vende bambini o traffica in prostitute. Il ddl approvato dalla commissione Giustizia del Senato: si rischiano 20 anni. (Il Nuovo)

3. BAMBINI: piu' nascite, ma solo grazie a stranieri. (agi)

4. IMMIGRAZIONE: Pisanu da domani a Cipro, Malta e Atene per illustrare progetto Nettuno su pattiugliamento coste (ANSA)

5. PROSTITUZIONE - Un avviso pubblico del Comune di Roma per l'assegnazione di servizi per donne vittime di tratta sessuale (Redattore sociale)

6. IMMIGRAZIONE ñ Incontro regione Veneto-associazioni imprenditoriali per costruire un collegamento permanente per la gestione dei problemi. (Redattoresociale)

7. GB: immigrazione, sempre di piu' i lavoratori illegali/ansa in centinaia migliaia usano documenti falsi, rapporto ministero (di Francesco Bianchini) (ANSA)

8. AIDS ñ Si chiama ''Update'' il nuovo periodico di Lila Cedius. Informerý sulla situazione in Italia e nel mondo (Redattore sociale)

9. IMMIGRAZIONE. La Margherita: "Aumentati del 108% i lavoratori stagionali. Calano i subordinati"  (Stranieri in Italia)

10. Il bambino immigrato, osservatore privilegiato di problemi e bisogni e garante del diritto alla salute di tutta l'infanzia a cura del Gnlbi (www.migranews.net)

11. Al via la settima edizione del Premio "Luciana Passatelli", per tesi universitarie sull'immigrazione in Italia (Stranieri in Italia)

12. Il bilancio della Corte dei Conti: grazie alla regolarizzazione entrate per 350 milioni di euro nelle casse dello Stato (Stranieri in Italia)

13. Pisanu: "Concluso l'iter per il 58% delle domande di regolarizzazione, finiremo entro l'anno". Sulle carrette del mare "È inutile alzare polemiche e polveroni facendo perdere alla gente il senso della misura".(Stranieri in Italia)

14. IMMIGRAZIONE - Il ''decalogo per gli immigrati'' dei Comboniani invita gli istituti religiosi ad accogliere gli stranieri nelle loro comunitý (Redattore sociale)

15. IMMIGRAZIONE - I Missionari Comboniani denunciano gli aspetti ''palesemente ingiusti'' della Bossi-Fini (Redattore sociale)

16. IMMIGRAZIONE - Lavoratori extracomunitari: l'Inail traccia una prima fotografia degli infortuni (Redattore sociale)

17. CARITAS: Roma, in 20 anni assistenza medica a 75mila immigrati mille volontari hanno garantito il diritto alla salute. (ANSA)

18. SANITA': Caritas affida a Sirchia proposta direttiva Ue. Impegno del ministro a consegnarla alla commissione sanita' del parlamento e alla Commissione Ue.  (ASCA)

19. IMMIGRAZIONE: Torino; sgominata banda rumena,sfruttava minori. (ANSA)

20. RIFUGIATI ñ Il Jesuit Refugee Service : ''Continua ad essere difficile la situazione umanitaria in Etiopia'' (Redattore sociale)

 

 

1. AFRICA ñ Liberia, in un rapporto di Msf le testimonianze agghiaccianti di una popolazione in fuga (Stranieri in Italia) 25 Luglio, 2003- ROMA - Violenze arbitrarie, rapine, abusi sessuali, reclutamento forzato, allontanamento dai propri cari: sono queste le storie raccontate dai liberiani che Medici Senza Frontiere ha voluto raccogliere in un rapporto di 28 pagine, intitolato "Una popolazione intrappolata in un vortice di violenza e fuga" e presentato in contemporanea in diversi Paesi (il rapporto Ë disponibile sul sito www.medicisenzafrontiere.it). Le testimonianze si riferiscono a pi˜ di 10 anni di guerra civile. La capitale della Liberia, Monrovia, Ë da settimane teatro di terribili violenze. Bombardamenti, sparatorie, saccheggi sono all'ordine del giorno e a pagarne le conseguenze Ë soprattutto la popolazione civile: le vittime crescono giorno dopo giorno. Il team di Medici Senza Frontiere (MSF) presente in cittý Ë testimone di una situazione disperata: nella sola giornata di lunedÏ i volontari hanno assistito 155 feriti e 13 morti. E raggiungere le persone in difficoltý diventa sempre pi˜ difficile per gli operatori umanitari. "Ogni giorno ascoltiamo i nostri pazienti che ci raccontano le condizioni terribili in cui hanno vissuto negli ultimi mesi o addirittura negli ultimi anni - dice Nathalie Civet, coordinatrice medica dell'equipe di MSF a Monrovia -. Nelle ultime settimane gli scontri si sono inaspriti e la capitale Ë al collasso. Per la terza volta in meno di due mesi decine di migliaia di liberiani sono costretti a fuggire e cercare rifugio negli stadi e negli edifici abbandonati di Monrovia. Nei campi dove si sono ammassati gli sfollati mancano cibo e medicine, mentre le condizioni igieniche pessime hanno provocato un'epidemia di colera e un incremento dei casi di malnutrizione".MSF lancia un appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare i diritti della popolazione e a porre fine agli atti di violenza indiscriminata, agli stupri, alle estorsioni e al reclutamento forzato. MSF chiede anche che ai civili sia consentito di fuggire e di cercare rifugio all'estero, raccomanda ai Paesi confinanti di tenere aperte frontiere e a tutti gli altri Paesi di accogliere dignitosamente i richiedenti asilo. E' inoltre indispensabile che alle organizzazioni umanitarie venga concessa di nuovo la possibilitý di muoversi in tutto il territorio. "In tutta la Libera non Ë rimasto un solo ospedale che funzioni - dice Christopher Stokes, direttore delle operazioni di MSF nell'Africa occidentale - . Sei settimane fa le organizzazioni umanitarie avevano accesso ad appena un quarto del territorio del Paese, oggi possiamo muoverci in uno spazio ancora pi˜ ridotto, che si limita a pochi chilometri intorno a Monrovia. CosÏ la maggioranza dei liberiani sono abbandonati in condizioni disumane".Presente in Liberia dal 1990, MSF attualmente gestisce due ospedali a Monrovia, otto cliniche, quattro centri per il trattamento del colera, somministra acqua e cure d'urgenza agli sfollati

 

2. Pugno di ferro contro la tratta degli esseri umani. Pene severissime contro chi vende bambini o traffica in prostitute. Il ddl approvato dalla commissione Giustizia del Senato: si rischiano 20 anni. (Il Nuovo), ROMA, 25 luglio 2003. Dure, durissime le nuove leggi che andranno a punire chi traffica in esseri umani o organi vitali. Il pugno di ferro contro chi vende bambini e chi traffica in prostitute, approvato dalla commissione Giustizia del Senato (e in attesa di ricevere il sÏ definitivo della Camera), parla chiaro: rischieranno anche pi˜ di 20 anni di carcere. La legge contro la tratta delle persone riscrive l'art. 600 del Codice penale, punendo chiunque eserciti "poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietý" su un altro essere umano. Previsti tutti i possibili reati di riduzione in schiavit˜: dalla minaccia all'inganno, dall' abuso di autoritý, allo sfruttamento dell' inferioritý fisica o psichica. Equiparate alla schiavit˜ sono anche le situazioni in cui si costringono altre persone a prestazioni lavorative o sessuali, oppure all' accattonaggio. Vediamo nel dettaglio i provvedimenti- GLI ANNI DI CARCERE:prevista una pena da 8 a 20 anni di carcere, che puÚ salire ancora con le aggravanti. - GLI INFILTRATI: il ddl uscito dal Senato consente alle forze dell'ordine di infiltrarsi nelle organizzazioni criminali che operano nel traffico di prostituzione. - I PENTITI: reintrodotti nel ddl alcune norme che consentiranno l'utilizzazione dei pentiti per sgominare le organizzazioni criminali legate al traffico di persone. Ai pentiti saranno riconosciuti sconti di pena. - FONDO ANTITRATTA: Ë un fondo destinato al finanziamento dei programmi di assistenza e di protezione sociale , nel quale confluiranno i proventi dei patrimoni confiscati alle organizzazioni criminali. - PROGRAMMA DI ASSISTENZA: servirý ad assicurare alle vittime un alloggio, il vitto e l' assistenza sanitaria. Il finanziamento previsto Ë di 2,5 milioni di euro annui. - CAMPAGNE DI PREVENZIONE: al via anche campagne di informazione e di prevenzione nei paesi di provenienza delle vittime. - CORSI DI ADDESTRAMENTO PER LE FORZE DI POLIZIA: saranno organizzati speciali corsi per addestrare le forze dell' ordine al contrasto della tratta di schiavi.

 

3. BAMBINI: piu' nascite, ma solo grazie a stranieri. (agi), roma, 25 luglio 2003. L'andamento delle nascite in Italia dal 1990 al 1995 e' stato decrescente. Solo negli ultimi anni si e' registrato un piccolo "baby-boom", dovuto essenzialmente ai nati da genitori stranieri residenti nel nostro Paese. Mediamente risultano 1,2 nascite per donna in eta' feconda. I dati provengono dal Ministero delal Salute, Istat, ISS (Istituto Superiore di Sanita') e Regione Toscana. Molti fra i nuovi nati risultano pero' sottopeso: oltre 6 ogni 100 nati vivi e questo e' dovuto all'eta' sempre piu' avanzata delle madri al parto, alle tecniche di fecondazione artificiale che aumentano il numero di parti gemellari e consentono la sopravvivenza di bambini gravemente sottopeso. I bambini degli extracomunitari, in base a un indagine dell'ISS, sono piu' a rischio sottopeso degli "autoctoni": il 10% era di peso inferiore a 2.500 grammi.Molti bambini hanno bisogno dell'ospedale. Nel 2001 sono stati 910 mila i ricoveri in regime ordinario in eta' tra 0 e 14 anni (10% dei ricoveri totali) ai quali vanno aggiunti oltre 330.000 ricoveri in day hospital (11%). Per quanto riguarda il costo ospedaliero, un ricovero nel primo anno di eta' (escludendo i neonati sani) costa circa 2.200 euro per un totale di oltre 660 milioni di euro nel solo 2001 e il trend e' in aumento. Complessivamente nel 2001 i problemi di salute nel periodo neonatale hanno prodotto 1.122.000 giornate di degenza in ricovero ordinario: tra le cause piu' frequanti gastroenterite, tonsillectomia, otite media ed infezioni delle alte vie respiratorie.

 

4. IMMIGRAZIONE: Pisanu da domani a Cipro, Malta e Atene per illustrare progetto Nettuno su pattiugliamento coste (ANSA) - ROMA, 24 LUG - Proseguono gli incontri del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu dedicati al progetto Nettuno per il pattugliamento congiunto delle coste del mediterraneo-orientale, contro l'immigrazione clandestina via mare e la tratta degli esseri umani. Dopo aver incontrato, la scorsa settimana, i ministri dell'Interno spagnolo e inglese e in attesa dell'appuntamento con il collega tedesco, fissato per la prima settimana di agosto, Pisanu sarý domani a Cipro e proseguirý poi nei giorni successivi il suo viaggio ad Atene e Malta.Il progetto Nettuno infatti, come ha ricordato lo stesso ministro nel corso dei precedenti incontri, prevede oltre all'avvio di forme di pattugliamento aereo-navale nel Mediterraneo centro-orientale anche l'istituzione di centri operativi nelle isole di Malta e di Cipro mentre, per quanto riguarda l'area mediterranea occidentale, Ë previsto l'avvio di un progetto analogo che vedrý la Spagna in posizione di preminenza. Si tratta "di uno sforzo collettivo -ha detto il ministro- al quale finiranno per partecipare tutti i maggiori paesi europei". A Cipro, domani, il Ministro incontrerý il collega Andreas Christoy ed il presidente Dimitris Christofias, seguirý poi un incontro congiunto con il ministro dell'Interno e con i vertici del ministero della giustizia. Sabato Pisanu sarý ad Atene, dove incontrerý il ministro dell'ordine pubblico Georgios Floridis, mentre domenica a Malta Ë prevista una cena con il ministro dell'Interno Tonio Borg e, lunedÏ mattina, un incontro di lavoro al quale parteciperý anche il ministro degli esteri Joe Borg e poi una visita al palazzo presidenziale e l'incontro con il presidente Guido De Marco. (ANSA).

 

5. PROSTITUZIONE - Un avviso pubblico del Comune di Roma per l'assegnazione di servizi per donne vittime di tratta sessuale (Redattore sociale), 24 luglio 2003 - ROMA - Il Comune capitolino ha pubblicato un Avviso pubblico per la selezione di organismi cui affidare, mediante convenzione, la realizzazione e la gestione di 5 servizi di contatto per interventi di prevenzione dei rischi e riduzione del danno per persone che si prostituiscono e forme di orientamento e aiuto in favore di donne vittime delle tratta sessuale. In particolare, gli obiettivi prioritari del nuovo servizio, rivolto a tutta la popolazione che costituisce il fenomeno della prostituzione, di strada e non, riguardano: la progressiva acquisizione di conoscenze delle nuove realtý della prostituzione e la ricerca costante delle forme con cui si manifesta la prostituzione e dei luoghi in cui le stesse si manifestano; la possibilitý di raggiungere in forma mediata le donne vittime di tratta ricorrendo a strategie di coinvolgimento della popolazione che ruota intorno al fenomeno prostituzione, con particolare riferimento ai "clienti"; la crescita della consapevolezza delle possibilitý di aiuto nelle persone protagoniste del fenomeno; il passaggio di informazioni utili alla riduzione dei danni derivanti dall'esercizio della prostituzione, finalizzato al miglioramento delle condizioni di salute, con evidente ricaduta anche sulla fascia di popolazione prossima al fenomeno, a iniziare dai "clienti"; l'accesso e l'invio guidato ai servizi territoriali; la riduzione delle condizioni di isolamento e di emarginazione. Il servizio Ë articolato su 5 lotti, corrispondenti ognuno al territorio di competenza di ciascuna Azienda Sanitaria Locale. Gli Organismi interessati (Enti, Associazioni, Cooperative) a presentare progetti dovranno preventivamente ritirare copia del testo integrale di Avviso e dello schema di Convenzione, dalle ore 9 alle ore 12 dal lunedÏ al venerdÏ, presso il Dipartimento V, ufficio "Progetto Roxanne", viale Manzoni 16 - 00185 Roma o scaricarlo dalla pagina internet http://www.comune.roma.it/dipsociale/pagina_avviso_pubblico_roxanne.htm Le domande di partecipazione dovranno essere presentate in busta chiusa e sigillata presso il medesimo Dipartimento V, stesso indirizzo, Ufficio Protocollo, entro le ore 12,00 del 12 settembre 2003

 

6. IMMIGRAZIONE ñ Incontro regione Veneto-associazioni imprenditoriali per costruire un collegamento permanente per la gestione dei problemi. (Redattore sociale), VENEZIA, 25 luglio 2003. Costituire un collegamento regionale permanente tra i soggetti istituzionali, economico-sociali e tecnici finalizzato a gestire i problemi dellíimmigrazione, in relazione allíaccoglimento e allíinserimento delle persone immigrate. Per dare sostanza a tale obiettivo si Ë tenuto oggi un incontro a palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, tra líassessore regionale ai flussi migratori, Raffaele Zanon, i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali venete e il responsabile di gestione di Italia Lavoro Spa (agenzia tecnica del Ministero del Lavoro), Mauro Tringali. Tale incontro ha portato allíindividuazione di alcuni temi prioritari nella realizzazione delle politiche regionali per líimmigrazione. Tra essi: la rete informatica regionale per líimmigrazione; líosservatorio regionale sullíimmigrazione; la ricognizione dei fabbisogni e dei flussi díingresso, con la ricerca e la selezione e formazione dei lavoratori giý nei Paesi di origine; la ricerca di soluzioni abitative idonee per gli immigrati regolari; i percorsi di formazione professionale e le azioni mirate per líinserimento lavorativo e sociale; il dialogo fra le culture e il ruolo dei ëmediatori culturalií; il disegno di legge regionale sullíimmigrazione. Al termine dellíincontro, líassessore Zanon ha affermato: ìDal prossimo autunno saremo in grado di avviare accordi operativi per dar gambe a progetti e azioni specifiche nellíambito dei temi ritenuti prioritari, sia da parte regionale che da parte imprenditoriale, anche coinvolgendo le agenzie tecniche regionali e nazionali che la regione Veneto giý utilizza, come Italia Lavoroî. Da sottolineare che, sempre nellíambito dellíincontro, Ë stato sottoscritto un accordo operativo tra Italia Lavoro e le stesse associazioni imprenditoriali venete relativo alla partecipazione alla ìRete informativa regionale per líimmigrazioneî istituita dalla Regione Veneto. Líaccordo stabilisce che le associazioni imprenditoriali divengono parte attiva della rete, concorrendo alla sua migliore realizzazione, quale rete aperta ed integrata composta da ësportellií di emanazione pubblica e da sportelli espressione degli attori sociali aderenti alla rete stessa; per la gestione della Rete informativa regionale verrý utilizzata una piattaforma tecnologica sviluppata da Italia Lavoro; saranno istituiti comitati di redazione per favorire la partecipazione delle associazioni. Su questo punto, Zanon ha commentato: ìEí un buon risultato, constatato che la rete regionale non ha ancora un anno di vita ed Ë riuscita, esempio unico in Italia, a mettere insieme soggetti istituzionali e soggetti privati per i quali Ë fondamentale líinserimento lavorativo delle persone immigrate. Questo positivo lavoro comune tra settore pubblico e settore privato significa anche aumentare líofferta dei servizi ed evitare gli sprechi e le sovrapposizioneî.

7. GB: immigrazione, sempre di piu' i lavoratori illegali/ansa in centinaia migliaia usano documenti falsi, rapporto ministero (di Francesco Bianchini) (ANSA) - LONDRA, 24 LUG - Sarebbero centinaia di migliaia i lavoratori illegali in Gran Bretagna che utilizzano falsi documenti per coprire la loro posizione. In un rapporto presentati nei giorni scorsi in Parlamento per la prima volta - scrive oggi il Times - il governo ha ammesso che sarebbero centinaia di migliaia le donne e gli uomini entrati illegalmente nel paese che si avvalgono di documenti falsificati per trovare lavoro.Nel rapporto del ministero dell'interno viene sottolineato che Ë difficile dare indicazioni numeriche precise ma viene messa in luce l'esigenza di porre una stretta a questa situazione di cui le organizzazioni criminali si avvalgono e che sfruttano, con continui trasporti clandestini di immigrati e con enormi guadagni che poi cercano di riciclare acquistando attivitý apparentemente legali. Tra i settori dove i clandestini trovano pi˜ facilmente lavoro sono l'agricoltura, l'edilizia, la ristorazione, settori dove molte volte la manodopera di questo tipo Ë in netta maggioranza.Nel rapporto si rileva che il lavoro illegale assume molte forme, da quella dove il dipendente viene pagato in contanti a quella dove il rischio fisico Ë molto alto, a quella ancora dove il lavoratore Ë sotto ricatto e minaccia.Senza un cambiamento radicale della legislazione questa situazione non potrý che peggiorare, sottolinea il rapporto, in quanto la facilitý con cui i lavoratori vengono inseriti nel sistema produttivo ne attrae sempre di pi˜, facendo della Gran Bretagna non solo un paradiso per gli aspiranti immigrati legali, ma anche un porto quasi sicuro per quelli clandestini.La facilitý di trovare documenti falsi alimenta ulteriormente il mercato, per cui il ministero propone una stretta molto dura sui controlli dei lavoratori e una diversa modalitý di registrazione e documentazione.I datori di lavoro che impiegano lavori illegali e che non possono dimostrare di aver fatto sufficienti verifiche per chiarire la loro posizione sono soggetti, a partire dal 1996, ad una multa di oltre 7.000 euro; ma la norma viene utilizzata molto poco tanto che tra il 1997 ed il 2001 vi sono state solo 121 denunce.Questo lavoro illegale coinvolge in particolare molti cinesi che vengono trasportati clandestinamente in Gran Bretagna e smistati direttamente in centinaia di fattorie dove costituiscono la manodopera di base che opera oramai a prezzi stracciati rispetto a quelli previsti dagli accordi sindacali.E' un fenomeno ben noto in Europa e che si Ë andato espandendo in maniera accelerata soprattutto nel sud dell'Inghilterra. Le organizzazioni criminali perÚ non si limitano ad importare la mandopera, vogliono anche imporre in certe aree le loro regole,minacciano i lavoratori agricoli legali, pretendendo una parte del loro salario. Creano insomma una situazione di incertezza e di illegalitý latente che agevola il loro radicamento.Le autoritý di polizia si stanno muovendo, soprattutto nell'East Anglia dove questi fenomeni sono pi˜ evidenti, mentre dalle campagne le stesse modalitý sono state trasferite anche nei centri urbani dove piccoli ristoranti, punti take-away e laboratori di abbigliamento sono ampiamente infiltrati da situazioni di illegalitý e criminalitý.(ANSA).

 

8. AIDS ñ Si chiama ''Update'' il nuovo periodico di Lila Cedius. Informerý sulla situazione in Italia e nel mondo (Redattore sociale), 24 luglio 2003 - MILANO - "Update" Ë li titolo del nuovo periodico di informazione di Lila Cedius, centro Lila per i diritti Umani e la salute pubblica. Quattro pagine di notizie e fotografie sulla situazione delle persone sieropositive nel Sud del mondo e in Italia. "Update" Ë uno strumento di comunicazione "semplice e tradizionale" messo a disposizione di amici, soci e donatori di Lila Cedius e che si aggiunge al sito www.lilacedius.it.Tra le notizie del numero uscito si legge del progetto di affiancamento di Lila Cedius in Bosnia con il Cesvi per la realizzazione di un progetto triennale per la costituzione, l'avvio e la gestione di un help center telefonico per la prevenzione dell'Aids.

 

9. IMMIGRAZIONE. La Margherita: "Aumentati del 108% i lavoratori stagionali. Calano i subordinati" (Stranierinitalia), ROMA, 24 luglio 2003.Sono stati presentati ieri pomeriggio dalla Margherita alcuni dati sull'immigrazione.Dai dati si evidenzia come dal 2001 al 2003 il numero dei lavoratori stagionali immigrati sia aumentato del 108% mentre si sia verificato un calo del 78% dei lavoratori subordinati stranieri. Inoltre dal 2000 ad oggi Ë sceso dell'80% il numero delle quote privilegiate di ingressi, riservate ai paesi che collaborano con l'Italia, riducendo drasticamente i flussi regolari: penalizzate soprattutto l'Albania (-83%) e la Tunisia (-80%). Un crollo significativo, che passa dal picco del 2000 (18mila quote privilegiate) ai 15mila del 2001, ai 10mila del 2002 fino ai 3.600 del 2003. Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, in Puglia "si Ë passati dai 46mila sbarchi del '99 ai 3.372 del 2002, mentre quest'anno il traffico Ë praticamente annullato.Viceversa, il fenomeno registra un aumento esponenziale in Sicilia, dove nel 2002 sono arrivate 18.225 persone tramite gli sbarchi. "La Bossi-Fini Ë una legge che non funziona - ha affermato Giannicola Sinisi, il responsabile delle politiche migratorie della Margherita, - e le politiche di questo governo sull'immigrazione sono sbagliate: invece di aumentare gli aiuti allo sviluppo per creare occasioni di lavoro nei luoghi di origine degli immigrati, come dichiarato da Pisanu il 25 giugno e rimarcato a Strasburgo, sono stati sottratti soldi alla cooperazione per finanziare la missione in Iraq; invece di aumentare le quote privilegiate d'ingresso nel nostro paese, sta avanzando un processo di precarizzazione nel mondo del lavoro".Anche il calo delle domande di asilo (passate dalle 19mila del 2001 alle 9.600 del 2002) "Ë un dato che dovrebbe preoccupare, non rincuorare il ministro dell'Interno - ha osservato Sinisi -: significa che, nonostante guerra e persecuzioni continuino, Ë crollata la fiducia dei richiedenti asilo nella tutela dei diritti umani nel nostro paese, da cui gli ailanti fuggono". Riguardo ai recenti accordi del nostro paese con la Libia, Sinisi ha precisato che "si tratta di un'intesa operativa tra forze di polizia: Ë la stessa tipologia di accordo stipulato con la Turchia nel '98, con un altro Stato che non vuole stilare documenti vincolanti, ma prassi e procedure che si possono modificare".

 

10. Il bambino immigrato, osservatore privilegiato di problemi e bisogni e garante del diritto alla salute di tutta l'infanzia a cura del Gnlbi (www.migranews.net) 24 luglio 2003 - La consapevolezza del ruolo del pediatra, unito allíemergere del problema immigrazione in Italia, fa sÏ che alcuni pediatri, coordinati da Gian Paolo Salvioli, si facciano promotori presso la Societý italiana di pediatria della nascita di un gruppo di lavoro che affronti in specifico il problema del bambino immigrato. Nel 1992 in seno alla Societý italiana di pediatria si costituisce il Glnbi (Gruppo di lavoro nazionale per il bambino immigrato) cui aderiscono pediatri di varia estrazione (universitaria, ospedaliera, extra-ospedaliera e territoriale di base) rappresentanti di alcune associazioni di volontariato e delle istituzioni, con fini conoscitivi, divulgativi e operativi. Il ruolo del pediatra riveste un ruolo primario, centrale nella strategia assistenziale al bambino immigrato, in quanto osservatore privilegiato dei problemi e dei bisogni dei bambini e insieme principale garante del diritto alla salute di tutta líinfanzia, tanto pi˜ quando essa non sia sufficientemente tutelata. Ai pediatri spetta anche il compito di coinvolgere e coordinare líopera di altre figure professionali e non, quali ginecologi, ostetrici, psicologi, operatori sociali, operatori del volontariato, politici, autoritý scolastiche, intermediatori culturali, antropologi, magistrati e comunque tutti coloro che con il loro operato possono contribuire a un miglioramento delle condizioni di salute e di vita di questi bambini. Il primo obiettivo del gruppo Ë stato di tipo conoscitivo, per identificare i reali problemi sanitari dei bambini immigrati e poter poi cosÏ fornire adeguate risposte in termini di interventi mirati e concreti. Nel 1993 fu pertanto avviata uníindagine multi-centrica a livello nazionale con la partecipazione di oltre 30 centri, che si erano impegnati a compilare una scheda a struttura modulare, a seconda delle esigenze, nelle sedi di pronto soccorso, nei punti nascita, negli ambulatori pediatrici e nei reparti ospedalieri. Tale scheda non si limitava alla raccolta di dati sanitari, ma raccoglieva anche informazioni di tipo socio-economico del bambino e della sua famiglia. Tale indagine Ë tuttora in corso, anche se la scheda di raccolta della banca dati Ë stata oggetto recentemente di grandi cambiamenti per renderla pi˜ idonea a un confronto con la popolazione pediatrica residente. Dallíesame delle 1.744 schede provenienti dai vari centri, le patologie rilevate, motivo di ricovero ospedaliero, risultarono in ordine decrescente le malattie dellíapparato respiratorio, dellíapparato digerente, le infettive e parassitarie, le malattie del sistema nervoso centrale. Uníattenta analisi con suddivisione allíinterno dei singoli gruppi di malattie, mise in evidenza come le patologie riscontrate fossero nella sostanza le stesse abitualmente presenti nella popolazione residente, senza líemergere di patologie specifiche, in particolare esotiche o da importazione. Vogliamo altresÏ ricordare che il 29% dei bambini dellíindagine non erano iscritti al ìServizio sanitario nazionaleî e che il 12% delle puerpere durante la gravidanza non aveva eseguito nessuna visita medica di controllo nÈ tanto meno uníecografia. La maggior parte dei bambini definiti immigrati in questa casistica risultavano nati in Italia e quindi appartenenti al gruppo dei figli di immigrati, categoria sicuramente destinata ad aumentare, come dimostrano rilievi pi˜ recenti, e responsabile del mantenimento dellíattuale livello di natalitý in Italia. Eí importante anche osservare come il livello di scolarizzazione dei genitori apparisse superiore al livello medio di istruzione dei loro Paesi di origine, il che confermerebbe quanto da tempo noto, vale a dire che chi intraprende e realizza un progetto migratorio appartiene in genere a classi sociali relativamente elevate o comunque non agli strati sociali pi˜ umili della popolazione. Una volta di pi˜ il compito svolto dal Glnbi Ë stato quello di affermare che le patologie rilevate in questi bambini sono aspecifiche e sovrapponibili a quelle osservate nella popolazione residente, e che nella maggior parte dei casi sono correlabili a situazioni socio-ambientali non favorevoli e che le patologie esotiche o da importazione sono eccezionali. CiÚ nonostante il Glnbi ha sollecitato il pediatra a tenere in debito conto la possibilitý che un quadro morboso in un bambino proveniente da un Paese in via di sviluppo, soprattutto se da poco tempo e di difficile inquadramento, possa essere legato ad agenti patogeni inconsueti nel nostro Paese. Líacquisizione di una particolare sensibilitý da parte dei pediatri nei confronti di queste patologie Ë essenziale, visto che la scarsa dimestichezza con tali quadri puÚ essere causa di ritardi diagnostici e terapeutici determinanti ai fini dellíesito della malattia. Il lavoro svolto dal Glnbi in questi anni (informazione, aggiornamento, corretto inquadramento del fenomeno migratorio e delle patologie pi˜ frequenti) puÚ anche essere considerato come uníiniziativa culturale pi˜ ampia volta al coinvolgimento non solo dei pediatri, ma anche delle associazioni di volontariato italiane e delle associazioni degli immigrati, certi che un confronto non conflittuale, quanto pi˜ sarý ampio tanto pi˜ sarý occasione di reciproco arricchimento. Il Glnbi della Societý italiana di pediatria ha quindi cercato in questi anni, pur con scarsissime risorse economiche, di dare un contributo positivo prima di tutto nellíinteresse dei bambini immigrati. I numerosi interventi a convegni e la pubblicazione di articoli su riviste e organi díinformazione da parte dei membri del gruppo hanno avuto lo scopo di informare quanto pi˜ diffusamente possibile sia gli addetti ai lavori che la popolazione in generale sulla reale sostanza dei problemi di questi bambini come evidenziato dalle indagini sopra citate, contribuendo a sfatare alcuni luoghi comuni quale quello delle patologie da importazione e rinforzando piuttosto il concetto del diritto allíassistenza sanitaria per tutti i bambini presenti nel nostro Paese al di lý del loro status giuridico. A tale proposito il gruppo ha sempre sostenuto líestensione a tutti i bambini presenti in Italia dellíassistenza gratuita, il che produrrebbe come primo beneficio che i bambini immessi nei normali canali dellíassistenza pediatrica di base vedrebbero il loro livello di salute migliorato (con un minor ricorso alle cure ospedaliere e conseguente contenimento della spesa sanitaria), come secondo dal punto di vista della salute pubblica cui non giova líemergere di sacche di patologia della povertý. Tale diritto andava a nostro parere esteso anche alle donne in stato di gravidanza, in quanto la tutela della salute infantile inizia fin dal momento del concepimento. Le istanze sopra esposte, sostenute con grande determinazione anche dai gruppi del volontariato e primi fra tutti dal gruppo Naga (associazione non a scopo di lucro che si occupa di salute e migrazioni) di Milano e dalla Caritas di Roma, sono state finalmente recepite in sede legislativa con la legge 40 del 1998 i cui articoli 33 e 34 stabiliscono le regole generali per líassistenza sanitaria agli immigrati iscritti o meno al ìServizio sanitario nazionaleî. Info per Bologna: Roberto Rossini, rossini@almadns.unibo.it

 

11. Al via la settima edizione del Premio "Luciana Passatelli", per tesi universitarie sull'immigrazione in Italia (Stranieri in Italia), BOLOGNA, 24 LUGLIO 2003. Tre premi da settecento euro l'uno per altrettante tesi universitarie dedicate agli stranieri in Italia. A metterli in palio sono il Comune, la Provincia e la Prefettura di Bologna che, attraverso l'Osservatorio provinciale delle immigrazioni, hanno indetto la settima edizione del Premio Tesi "Luciana Passatelli". Il bando Ë aperto ai laureati di tutte le universitý dell'Unione Europea, pubbliche e private, che fra il 1 gennaio 2001 e il 31 dicembre 2002 abbiano discusso una tesi di laurea o di dottorato, con ricerca sul campo, sull'immigrazione in Italia. Un tema vasto, che puÚ essere affrontato sotto molteplici punti di vista. Per avere un'idea del mare magnum degli studi sull'immigrazione, basta dare un'occhiata all'archivio che raccoglie le tesi delle precedenti edizioni del premio. Si va da "Caratteristiche demografico-sociali degli immigrati extracomunitari nell'area ravennate", a "La dimensione religiosa nella coppia islamo-cristiana", passando per "Le associazioni degli immigrati africani a Napoli" e "Gli zingari nell'immaginario bolognese". Possono concorrere al premio tesi scritte in italiano ed inglese. Le vincitrici, oltre ad assicurare ai loro autori il premio in denaro, verranno pubblicate in un volume d'insieme. Tutte le altre tesi saranno conservate dalla biblioteca dell'Osservatorio provinciale delle immigrazioni, e messe a disposizione di chiunque voglia saperne di pi˜ degli stranieri in Italia. Le domande di partecipazione e le tesi devono pervenire all'Osservatorio provinciale delle immigrazioni entro le ore 12 del 30 settembre 2003. Regolamento, fac-simile domanda di partecipazione e liberatoria per la per la privacy sono disponibili all'indirizzo: http://www.provincia.bologna.it/immigrazione/premio_sassatelli.html Per maggiori informazioni:Osservatorio provinciale delle immigrazioni Via Angelo Finelli 9/A - 40126 Bologna, Italia Tel. +39.051.659.8991 - Fax +39.051.659.8620 mail: eugenio.gentile@nts.provincia.bologna.it

 

12. Il bilancio della Corte dei Conti: grazie alla regolarizzazione entrate per 350 milioni di euro nelle casse dello Stato (Stranieri in Italia), 24 luglio 2003. Immigrati toccasana dell'economia italiana?I dati del bilancio della Corte dei Conti sulle procedure di regolarizzazione non lasciano pi˜ nessun dubbio: gli immigrati regolarizzati hanno portato nelle casse dello Stato un introito di circa 350 milioni di euro. I dati sono disponibili nella relazione sul rendiconto generale dello stato per il 2002."A seguito delle operazioni di regolarizzazione - si legge nella relazione - sono stati introitati 350 milioni di euro, dei quali 330 milioni spettano all'Inps, 12,5 milioni al Ministero dell'Interno e la parte restante al ministero del lavoro per gli oneri della procedura. Le poste italiane hanno incassato circa 50 milioni di euro". (Stranieri in Italia aveva anticipato questi dati nel novembre dello scorso anno) La Corte dei Conti parla quindi della legge Bossi-Fini, spiegando che "sono risultate numerose le difficoltý delle amministrazioni competenti a dare attuazione alla normativa ed a raggiungere gli obiettivi indicati dal documento di programmazione, anche in considerazione della complessitý del fenomeno migratorio".E definisce "assolutamente necessario" un "tempestivo e attento monitoraggio" della gestione dei centri di temporanea permanenza ed assistenza "per assicurare tra l'altro cognizione della dinamica della spesa ed economicitý al sistema nel suo complesso".Non Ë invece ancora possibile esprimere, spiegano i giudici contabili, "alcuna valutazione sull'impatto che la nuova disciplina avrý sulla spesa a carico del bilancio dello Stato" perchÈ Ë entrata in vigore troppo recentemente.La Conte dei conti fornisce quindi una serie di dati relativi al 2002: lo scorso anno sono stati intimati a lasciare il territorio nazionale 63.630 immigrati clandestini (58.171 nel 2001) di cui 2.461 hanno ottemperato; 17.469 sono stati trattenuti nei centri di accoglienza, 6.372 sono stati rimpatriati dopo il trattenimento, 11.097 dimessi senza rimpatrio.Per il noleggio di voli charter per i rimpatri, per l'acquisto dei biglietti di linee aeree, per tratte marittime e per noleggio pullman per trasporto espulsi, il dipartimento ha affrontato una spesa di circa 13,6 milioni di euro, mentre per i servizi di scorta sul territorio nazionale sono stati spesi circa 12,4 milioni di euro.Per la vigilanza nei centri sono impegnati circa mille operatori, appartenenti alle varie forze di Polizia. Sono state presentate 7.281 nuove domande di asilo, di cui 1.602 sono state esaminate direttamente vicino ai luoghi di sbarco. Per la realizzazione di nuovi centri di permanenza temporanea ed assistenza, spiega ancora la Corte dei conti, e per la gestione di quelli giý operativi Ë stato previsto uno stanziamento di circa 41,3 milioni di euro, risultato insufficiente per sostenere le spese relative al rinnovo delle convenzioni" e per questo il ministero "ha chiesto un'integrazione che ha portato lo stanziamento definitivo a circa 46,7 milioni di euro".

 

13. Pisanu: "Concluso l'iter per il 58% delle domande di regolarizzazione, finiremo entro l'anno". Sulle carrette del mare "È inutile alzare polemiche e polveroni facendo perdere alla gente il senso della misura". (Stranieri in Italia), ROMA, 23 luglio 2003 "Entro la fine dell'anno sarý terminata la pi˜ ampia operazione di regolarizzazione mai tentata in Europa". A rinnovare la promessa del governo agli ostaggi della sanatoria Ë il ministro dell'interno Giuseppe Pisanu. Ieri, al termine di un incontro a Londra con il suo collega inglese David Blunkett, il massimo responsabile del Viminale ha fornito dati aggiornati sulla regolarizzazione, confermando i passi avanti di cui parlavamo due giorni fa. Sono 402mila 353, il 58% del totale, le domande di regolarizzazione che si sono trasformate in un contratto di soggiorno e per altre 70mila Ë giý stata definita la data di convocazione del lavoratore e del suo principale. Sembra infine superata la strozzatura di Poste italiane, causa di buona parte dei ritardi della regolarizzazione: le prefetture hanno ormai ricevuto il 96% delle domande. L'incontro con Blunkett Ë stata anche l'occasione per parlare di controllo delle frontiere europee. Secondo Pisanu, entro la fine dell'anno dovrebbe partire il "progetto Nettuno", un programma di sorveglianza e controllo delle frontiere marittime del Mediterraneo centro - orientale che coinvolgerý Grecia, Cipro e Malta e prevede un impegno diretto di Italia e Gran Bretagna. Per il Mediterraneo occidentale dovrebbe partire un progetto analogo, la cui regia verrý probabilmente affidata alla Spagna. "E' chiaro -ha sottolineato il ministro- "che si tratta di uno sforzo collettivo al quale finiranno per partecipare tutti i maggiori paesi europei". Si torna quindi a parlare di una giusta divisione degli oneri tra i paesi Ue. "Alcuni paesi tra cui l'Italia -ha ricordato Pisanu - stanno sostenendo spese enormi per conto dell'intera comunitý" . Per il futuro, "si pensa di arrivare alla costituzione di un fondo ah hoc per le operazioni di rimpatrio e comunque di poter ripartire almeno per una quota le spese che riguardano il controllo delle frontiere". Infine il ministro dell' Interno ha voluto ridimensionare l'allarme sbarchi che nelle settimane scorse ha provocato un terremoto nella maggioranza. Al momento, ha assicurato, non Ë previsto nessun arrivo massiccio di clandestini sulle coste italiane. Riguardo poi agli ultimi sbarchi a Lampedusa, "È inutile alzare polemiche e polveroni facendo perdere alla gente il senso della misura: quando arrivano 150 disperati su un paio di carrette del mare, non sta avvenendo nulla di particolarmente eccezionale se si considera che ogni anno in Europa entrano non meno di 500 mila clandestiniÖ"

 

14. IMMIGRAZIONE - Il ''decalogo per gli immigrati'' dei Comboniani invita gli istituti religiosi ad accogliere gli stranieri nelle loro comunitý (Redattore sociale), 23 luglio 2003 - MILANO - I missionari comboniani passano all'attacco sui temi dell'immigrazione, con un "decalogo per aiutare gli immigrati oggi" realizzato dalla "Commissione Giustizia e Pace", un documento nel quale si invitano laici e religiosi alla realizzazione di azioni concrete per la difesa dei diritti degli stranieri. Il documento si apre con una "dichiarazione di disobbedienza" alla legge Bossi/Fini, che impegna i comboniani e tutti gli aderenti al documento a fare in modo che gli stranieri incensurati e in attesa di regolarizzazione possano "sottrarsi all'espulsione". Il secondo invito riguarda il sostegno al protagonismo dei migranti, da attuare con un sostegno "alle iniziative ed organizzazioni che vedono i migranti impegnati e coinvolti in prima persona". Un'altra possibile soluzione Ë quella di realizzare un "gemellaggio con un migrante".I comboniani invitano le famiglie e le comunitý a farsi carico dei problemi di uno straniero, con telefonate periodiche per aggiornarsi sulla sua situazione, aiuto per le pratiche burocratiche relative al permesso di soggiorno, sostegno nella ricerca di casa e lavoro, stanziamento di aiuti economici e corsi di lingua italiana. L'appello dei comboniani prosegue con l'invito alla creazione di una "rete di urgenza", composta da singoli, gruppi o associazioni, avvocati, medici e politici "che si rendono disponibili ad agire in tempi rapidi nel caso di un'emergenza, retate di polizia, episodi di razzismo e altro".Nel decalogo si suggerisce anche di "testimoniare pubblicamente il proprio dissenso" organizzando presidi, sit-in o altre forme di resistenza passiva davanti a questure o altri luoghi istituzionali, "per sensibilizzare circa l'ingiustizia di trattamenti sommari e puramente restrittivi nei confronti di migranti in difficoltý". Le comunitý cristiane, si legge nel testo diffuso dai comboniani, dovrebbero inoltre "farsi carico di soggetti a rischio", dichiarandoli parte integrante della loro comunitý e impedendo il loro arresto e la conseguente espulsione, in maniera analoga a quanto realizzato negli anni '80 dai "sanctuary movement" statunitensi per difendere i migranti provenienti dal Centramerica in guerra. Oltre al "sostegno alla regolarizzazione degli stranieri", e all'adesione a campagne "volte a cambiare la legge Bossi-Fini e a sensibilizzare la societý civile sul problema", il decalogo della Commissione Giustizia e Pace suggerisce anche di avviare "laboratori di convivenza" creando "occasioni e spazi di conoscenza reciproca, di confronto, di convivialitý tra le persone e le culture, nelle scuole, nelle parrocchie, negli spazi comunitari". Il testo si conclude con l'invito ad "aprire le case ed i cuori dei religiosi al forestiero. Ogni istituto religioso - sostengono i missionari comboniani - potrebbe trovare il modo di aprirsi al migrante offrendo spazi o supporto vario".

 

15. IMMIGRAZIONE - I Missionari Comboniani denunciano gli aspetti ''palesemente ingiusti'' della Bossi-Fini (Redattore sociale) 23 Luglio 2003 - MILANO - "Non molesterai il forestiero": con questo imperativo tratto dal libro dell'Esodo la "Commissione Giustizia e Pace" dei Missionari Comboniani ha introdotto un documento sul problema delle migrazioni, nel quale si contestano apertamente alcuni aspetti della legge Bossi/Fini. Secondo i Comboniani, la normativa relativa al trattamento dei "migranti irregolari" in Italia contiene alcuni aspetti "palesemente ingiusti", denunciati nel documento in questione. Il primo nodo evidenziato dai missionari, riguarda le procedure di regolamentazione dell'accesso e della permanenza sul territorio nazionale degli stranieri, che avrebbero l'effetto di "criminalizzare gli immigrati"."La condizione di clandestinitý che, di per sË, non Ë e non puÚ costituire un reato - scrivono i comboniani - viene di fatto tramutata in una condizione di 'illegalitý' attraverso un ordine di espulsione che non prevede possibilitý di appello". Un'altra contestazione riguarda la revoca del diritto di soggiorno per gli stranieri, che puÚ essere negato da una Questura anche in caso di condanne precedenti per reati minori. Per la Commissione Giustizia e Pace questo atteggiamento rappresenta una "condizione restrittiva dei diritti della persona" e "un'esasperata sottolineatura della distinzione di trattamento tra cittadini italiani e immigranti irregolari, che diventa veicolo di un'implicita, ma effettiva mentalitý razzista".Il terzo e ultimo punto di contestazione della legge Bossi/Fini riguarda le misure relative all'inserimento lavorativo degli immigrati, che a detta dei missionari "sono in maniera pi˜ o meno esplicita legate agli interessi del datore di lavoro, e quindi al beneficio economico che puÚ venire al paese ospitante dal lavoro dell'immigrante. Quest'ultimo - prosegue il documento - Ë riconosciuto soprattutto come una risorsa economica, come mano d'opera a basso prezzo, senza una pi˜ comprensiva considerazione del suo valore come persona soggetto di diritti, dei bisogni suoi e della sua famiglia, del possibile contributo umano, culturale e spirituale che potrebbe apportare al nostro paese".

 

16. IMMIGRAZIONE - Lavoratori extracomunitari: l'Inail traccia una prima fotografia degli infortuni (Redattore sociale) 23 luglio 2003 - ROMA - Il 7 luglio scorso l'Inail ha presentato il Rapporto Annuale Inail 2002. Il quadro viene completato da una prima riflessione, che d'ora in poi costituirý un appuntamento periodico nel tempo, accompagnata da dati statistici significativi, sul fenomeno degli infortuni dei lavoratori extracomunitari. Le elaborazioni statistiche dell'Inail sono effettuate in base al codice fiscale dell'infortunato e, pertanto, fanno riferimento non alla cittadinanza ma al Paese di nascita del lavoratore. E' interessante notare, come primo approccio di carattere sistematico al problema, che gli infortuni sul lavoro occorsi a lavoratori extracomunitari nel 2002 sono stati 76.600, pari al 7,9% del totale nazionale (967.785); nello stesso anno si sono verificati 91 casi mortali corrispondenti al 6,5% del totale nazionale (1.397). Mettendo in relazione questi dati e quelli forniti dall'Osservatorio INPS, secondo il quale sono oltre 1.800.000 gli extracomunitari ufficialmente occupati nel nostro Paese, si rileva un indice di incidenza infortunistica pari a 41,7 per 1000 occupati che Ë inferiore al valore medio nazionale (45,3). Bisogna considerare, perÚ, che per gli extracomunitari Ë verosimilmente presente una minore propensione alla denuncia degli infortuni. Gli infortuni riguardano principalmente uomini (85,1%) e classi di etý giovanili (oltre il 95% ha meno di 50 anni), e le comunitý pi˜ interessate al fenomeno infortunistico sono quella marocchina (22,7% del totale infortuni), l'albanese (11,7%) e la tunisina(7%). Il Marocco Ë primo anche nella graduatoria degli infortuni mortali (15 casi) seguito da Romania (14) e Albania (13). E' da sottolineare come sia meno significativa la quota di infortuni occorsi a lavoratori filippini e cinesi che pure sono tra le comunitý pi˜ numerose in Italia. I settori di attivitý dove si verifica il maggior numero di infortuni sono l'Industria Manifatturiera (1/3 degli infortuni totali) e le Costruzioni (12,6%).Sempre nella Manifatturiera si registra il pi˜ alto numero di incidenti mortali (25); 17 i morti nelle Costruzioni e 16 nei Trasporti, dati questi che si presentano coerenti con quelli relativi ai lavoratori italiani. Passando alla ripartizione territoriale, si nota che gli infortuni si concentrano soprattutto in quelle regioni dove pi˜ forte Ë la presenza di lavoratori extracomunitari: il Veneto (22,8%), la Lombardia (22,6%) e l'Emilia Romagna (21,7%). PressochÈ analoga la situazione per quello che attiene ai casi mortali, con l'Emilia Romagna che registra 22 casi, la Lombardia 21 e il Veneto 17. Da sole queste tre regioni, quindi, assommano oltre i due terzi del totale infortuni fatti registrare dai lavoratori extracomunitari nell'anno 2002.

 

17. CARITAS: Roma,in 20 anni assistenza medica a 75mila immigrati mille volontari hanno garantito il diritto alla salute. (ANSA), ROMA, 22 LUGLIO - La Caritas di Roma ha festeggiato questa mattina i 20 anni di attivita' della propria area sanitaria con una cerimonia alla quale hanno preso parte, fra gli altri, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia e il suo direttore monsignor Guerino Di Tora. Il servizio e' riservato a chi non e' iscritto o non puo' accedere al servizio sanitario nazionale. In 20 anni di attivita' l'area sanitaria, che ha il suo fulcro nel poliambulatorio di via Marsala, nella stazione Termini, ha curato nella capitale quasi 75mila pazienti di 140 diversi paesi del mondo con oltre mille volontari. In media la Caritas fornisce assistenza a tremila nuovi pazienti l'anno. ''Venti anni sono una storia grande - ha detto monsignor Di Tora - ma sono anche un punto di partenza. Dobbiamo capire che questo e' un impegno non solo di alcuni ma la realta' di ogni cristiano e di ogni cittadino''. Il ministro Sirchia ha detto che manifestazioni di questo genere sono un momento di riflessione per tutti. ''Valutiamo positivamente queste attivita' perche' sono rivolte a decine di migliaia di persone che sono escluse - ha detto il ministro - Certo, ci sono problemi organizzativi da capire e studiare per

 evitare che queste forme di volontariato crescano a macchia di leopardo e non abbiano continuita'. Comunque non si tratta di un fenomeno di supplenza dello Stato. La societa' non e' fatta solo di istituzioni ma anche di volontariato e societa' civile''. I volontari hanno regalato al ministro un libro fotografico sull'emigrazione italiana in Svizzera negli anni '60 e '70 ed in cambio hanno chiesto al ministro un appoggio per presentare in sede europea una proposta di direttiva per il diritto alla

salute per tutti.

 

18. SANITA': Caritas affida a Sirchia proposta direttiva Ue. Impegno del ministro a consegnarla alla commissione sanita' del parlamento e alla commissione Ue.  (ASCA), ROMA, 22 luglio - Una proposta di direttiva per il consiglio dell'Unione europea che assicuri l'assistenza sanitaria agli immigrati da parte dei paesi di accoglienza. Elaborata dalla Caritas e da altre organizzazioni di volontariato italiane, la proposta e' stata consegnata oggi al ministro della Sanita', Girolamo Sirchia, in occasione della visita dell'area sanitaria Caritas di Roma che compie venti anni. Il ministro ha preso l'impegno di consegnarla alla Commissione sanita' del Parlamento europeo e alla Commissione europea ricordando come ''l'Unione si sia spesso impegnata contro l'esclusione sociale''. ''Non garantisco che venga adottata - ha detto - ma garantisco il mio impegno a consegnarla''. La proposta, promossa dalla Caritas romana, dal Naga di Milano e dall'Oikos di Brescia ha ricevuto consensi ed adesioni da molte altre organizzazioni impegnate in ambito sociale e sanitario e da enti pubblici. E' stata elaborata da esperti giuristi e illustrata in via preliminare ad alcuni parlamentarei italiani a Strasburgo per avviare i percorsi necessari alla sua discussione e approvazione. Prevede, fra l'altro, l'impossibilita' di espellere gli immigrati, anche clandestini, gravemente malati. ''L'Italia - ha detto il ministro - puo' comunque vantare una legislazione all'avanguardia per quanto riguarda l'assistenza agli immigrati''. La regione Lazio, come ha rilevato il responsibale dell'area scentifica, Salvatore Gerace, puo' vantare le linee guida in materia piu' avanzate. ''Fra l'altro - ha aggiunto - questo centro ci costa 350 mila euro all'anno, per meta' pagati dalla Regione''.

 

19. IMMIGRAZIONE: Torino; sgominata banda rumena,sfruttava minori. (ANSA),TORINO, 22 LUGLIO - Acquistavano bambini in Romania, li portavano illegalmente in Italia e li sfruttavano: sono 17 le persone indagate, tutte rumene, e nove gli ordini di custodia cautelare, di cui sei eseguiti. L'operazione, condotta congiuntamente dalla polizia municipale di Torino e dai carabinieri di Alba, ha concluso indagini avviate nell'ottobre 2001 su segnalazione della Procura del Tribunale dei Minori di Torino. I rumeni, appartenenti a tre gruppi di famiglie, vivevano prima in un albergo del centro di Torino e a gennaio si erano trasferiti ad Alba. L'accusa e' di avere, in concorso fra loro, ridotto in schiavitu' i minori e, in alcuni casi, di avere favorito la loro immigrazione clandestina ai fini dello sfruttamento. I bambini sfruttati (di eta' variabile tra i 10 e i 14 anni) venivano acquistati nella provincia di Iasi, cittadina rumena al confine con la Moldavia, alla cifra base di 3.000 euro, che aumentava in relazione alle loro abilita' di borseggiatori. Attraverso i passaggi di frontiera con l'Ungheria e l'Austria, l'organizzazione li portava clandestinamente in Italia dove li costringeva a chiedere l'elemosina e a compiere borseggi. Le stazioni ferroviarie di Porta Susa e Porta Nuova ed il quartiere di Porta Palazzo, a Torino, erano le zone piu' battute dagli sfruttati. Ma presto i tre nuclei familiari hanno allargato il proprio raggio d'azione anche ad altre citta' del Nord Italia. Tra queste Alba, la cittadina cuneese dove sono stati effettuati gli arresti, Milano, Piacenza, Modena e Verona. Ed e' proprio in onore a quest'ultima citta', dove i bambini venivano costretti a borseggiare i numerosi turisti, che gli inquirenti hanno ribattezzato l'operazione con il nome di ''Romeo''. Attraverso gli accertamenti giudiziari e le intercettazioni telefoniche compiute negli ultimi mesi, le forze dell'ordine hanno constatato che nelle mani dell'organizzazione criminale sono finite decine di minorenni. Questi, per non essere maltrattati, dovevano portare a casa tra i 600 e i 700 euro al giorno. E i piu' bravi venivano spesso contesi dai tre nuclei familiari, che sfruttavano contemporaneamente 3 o 4 bambini e che non esitavano ad ''affittarli'' per assicurarsi le loro prestazioni. In manette sono finiti Ilie Pitai, insieme alla moglie Silvia e alla figlia Monica; Eliza Criu, Georgeta Baba e Lacramoira Tatan. Ancora ricercati, invece, Constantin Edutanu, Vasile Buhan e Petrica Samski. Quest'ultimo, sposato con Eliza Criu e' considerato dalle forze dell'ordine uno dei capi dell'organizzazione criminale. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria e' invece Sorin Rosu, di cui gli inquirenti stanno accertando l'eta', mentre a Danul Iulian Ilincariu il provvedimento di custodia cautelare e' stato notificato nel carcere di Asti, dove si trova per scontare un' altra pena. L'operazione, scattata questa mattina all'alba, e' soltanto l'ultimo atto dell'indagine condotta dal nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale di Torino in collaborazione con i Carabinieri di Alba e coordinata da Marco Bouchard della Procura di Torino. Al momento degli arresti, le forze dell'ordine hanno liberato due bambini che sono stati affidati ai servizi sociali in attesa degli sviluppi delle indagini. Sono state avviate infatti le procedure per la richiesta delle rogatorie internazionali che serviranno per accertare quale fosse la base di cui disponeva in Romania l' organizzazione criminale.

 

20. RIFUGIATI ñ Il Jesuit Refugee Service : ''Continua ad essere difficile la situazione umanitaria in Etiopia'' (Redattore sociale) 22 luglio 2003 - ROMA - Continua ad essere difficile la situazione umanitaria in diverse regioni dell'Etiopia. Lo denuncia il "Jesuit Refugee Service" (JRS), facendo un bilancio nell'insieme positivo delle risposte ricevute all'appello lanciato il giorno di Natale 2002, ma ribadendo che sono ancora notevoli le necessitý cui rispondere e l'emergenza-fame Ë tutt'altro che conclusa. Lo riferisce l'agenzia Vidimus Dominum. I dati del JRS, il Servizio di assistenza a profughi, rifugiati e sfollati da parte della Compagnia di Ges˜, indicano inoltre che per rispondere all' emergenza Ë stato assai importante il lavoro di altre Congregazioni, soprattutto le Missionarie della Caritý e le Missionarie della Consolata. "Nonostante il JRS non sia direttamente impegnato nei soccorsi - rileva il Rapporto - ha stabilito di trasferire fondi ricevuti dai donatori a coloro che operano nell'area, in particolare alle Suore Missionarie della Caritý. La crisi Ë ora ad un punto molto critico perchÈ le riserve alimentari diminuiscono e il nuovo raccolto non Ë ancora sicuro. Anche il bisogno di sementi per nuove piantagioni Ë urgente" e sono a rischio ben 11 milioni di persone. Le Missionarie della Caritý rilevano che con le risposte all'appello di Natale, Ë stata tamponata appena l'emergenza che Ë forte anche nel sud, considerato di solito la zona pi˜ autosufficiente del paese. Da qui appunto la necessitý di un nuovo appello internazionale e da parte del JRS la massima attenzione affinchÈ non si dimentichi la situazione del paese africano.

 

La rassegna stampa puÚ essere consultata anche sul sito www.immagineimmigratitalia.it - (Sito Web realizzato nell'ambito del Progetto "Immagine degli immigrati in Italia tra media, Societý civile e mondo del Lavoro")