ANCORA STRAGI IN MARE E TENSIONI NEI CENTRI DI DETENZIONE: IL FALLIMENTO DELLA BOSSI FINI.

In un solo giorno in Sicilia i fatti hanno dimostrato il fallimento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione ed i costi altissimi che ne stanno derivando per la violazione dei diritti fondamentali dei migranti, per la negazione sostanziale del diritto di asilo, per le stragi in mare che si ripetono ormai periodicamente in conseguenza delle politiche di blocco navale decise dal governo. Ma il destino dei migranti è segnato anche dopo gli sbarchi.

La situazione nei centri di detenzione amministrativa dopo il raddoppio del periodo di trattenimento è ormai insostenibile, i tentativi di fuga e gli atti di autolesionismo non si contano più; una situazione di tensione costante che comporta anche reazioni violente da parte degli agenti di polizia nei confronti degli immigrati che si rendono protagonisti di questi atti, atti che sono solo una ribellione disperata di chi si vede negata qualunque prospettiva di vita nella legalità.

Ancora oggi, 19 luglio, al centro di detenzione Vulpitta di Trapani, un tentativo di fuga è stato seguito da un incendio appiccato per protesta da alcuni immigrati che avevano assistito al trattamento inflitto a coloro che avevano tentato di allontanarsi dal centro.

Altri immigrati, in gran parte provenienti dalla Somalia e dalla Liberia, e dunque richiedenti asilo, giunti con donne e bambini a Lampedusa, sono stati deportati nella stessa giornata ,con un ponte aereo, a Crotone, e non si sa quando e come potranno presentare la domanda di asilo, se saranno abbandonati per mesi in quella struttura, come già successo in passato ad altri nelle loro stesse condizioni, senza ottenere alcun permesso di soggiorno.

Ma altri migranti sono stati ancora più sfortunati.

Un'altra strage, con più di venti morti accertati, ed un numero imprecisato di dispersi, si è verificata al largo delle coste del Golfo di Gabes, a pochi giorni dalla firma dell’accordo fantasma tra il governo libico ed il governo italiano, accordo che avrebbe dovuto garantire il “contenimento” delle partenze dei migranti dalle coste libiche. Ancora un naufragio, frutto anche delle politiche di blocco navale decise dal governo poche settimane fa, con un decreto che stabiliva la possibilità di blocco, ispezione e respingimento verso il porto di partenza, delle carrette del mare che trasportano i cd. “clandestini”, una gran parte dei quali in realtà è costituita da richiedenti asilo, uomini, donne, bambini, come quelli sbarcati oggi a Lampedusa.

Non si può continuare a chiedere ipocritamente maggiori risorse all’Unione Europea per il contrasto dell’immigrazione clandestina, auspicare forze di polizia congiunte, ed un inasprimento della politica dei visti. Qualunque ulteriore stretta repressiva nei confronti dell’immigrazione clandestina non rallenterà i flussi migratori ed aumenterà soltanto il numero delle vittime dei trafficanti e le prospettive di clandestinizzazione degli immigrati irregolari.

 

PER CANCELLARE QUESTA VERGOGNA CHE E’ LA LEGGE BOSSI FINI CHIEDIAMO

1)    La riapertura dei flussi di ingresso legale per ricerca di lavoro.

2)    Il riconoscimento pieno ed effettivo del diritto di asilo previsto dall’art. 10 della Costituzione

3)    La chiusura dei centri di detenzione amministrativa ed una diversa disciplina dei respingimenti e delle espulsioni, conforme al dettato costituzionale.

4)    L’apertura di veri centri di accoglienza dai quali gli immigrati possano uscire e comunicare con l’esterno nella prospettiva di una loro integrazione.

5)    La sospensione del blocco navale ai confini delle acque territoriali libiche e tunisine ed il pieno rispetto della salvaguardia della vita umana e del diritto a giungere in un paese come l’Italia, per presentare domanda di asilo.

 

Fulvio Vassallo Paleologo ( ASGI Palermo),

Salvo Lipari ( ARCI Sicilia),

Don Baldassare Meli ( Centro Santa Chiara, Palermo)