EMIGRAZIONE NOTIZIE N.18 ñ 14  MAGGIO 2003 -

IN VISTA DEL REFERENDUM

REFERENDUM ART. 18: INCONTRO DS - COMITATO PER IL NO

PITTELLA: MANCA LO STANZIAMENTO PER LE SPESE RELATIVE AL REFERENDUM TRA GLI ITALIANI ALLíESTERO

PUBBLICATI DA ìRASSEGNA SINDACALEî GLI ATTI DEL CONVEGNO SU FERNANDO SANTI

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA PER ALUNNI STRANIERI

IL RAPPORTO ìPROMETEIAî PIUí FIDUCIOSO PER IL MEZZOGIORNO FUTURO

DELEGAZIONE DS IN AMERICA LATINA ñ ìDELUSIONE PER PROMESSE NON MANTENUTE DAL GOVERNOî

BUENOS AIRES: INCONTRO  TRA IL LEADER SINDACALE ARGENTINO VICTOR DE GENNARO A LA DELEGAZIONE DEI DS

LA RANOCCHIA, IL POZZO, IL MONDO

MARTINI: ìNON INTERROMPEREMO LA COOPERAZIONE CON CUBAî

FESTA DíEUROPA ñ PITTELLA: ìGIUNGA AI COSTITUENTI EUROPEI UN FORTE MONITO A NON DELUDERE LE ATTESEî

IV EDIZIONE DEL PREMIO AI BELLUNESI CHE HANNO ONORATO LA PROVINCIA IN ITALIA E NEL MONDO

INCONTRO TRA FLMO, UIL E ITAL SUL FRONTALIERATO

PENSIONI - LIVIA TURCO: ìDA MARONI MANOVRA DILATORIA PER PAURA ELEZIONI AMMINISTRATIVEî

IMMIGRATI: I QUATTRO DATI MANCANTI DALLíELENCO DI MANTOVANO

UNA MOSTRA SUI DISCENDENTI DELLíEMIGRAZIONE VENETA IN BRASILE

CONVOCATA A CASABLANCA  LA COMMISSIONE CONTINENTALE EUROPA E NORD-AFRICA DEL CGIE

IRAQ: RIAPERTO A BASSORA IL DISPENSARIO PER LE MALATTIE GASTROINTESTINALI

LíASSESSORE ALLA SANITAí DELLA REGIONE TOSCANA, REPLICA AL MINISTRO SIRCHIA

LEGA NORD: CHIOCCHETTI, ìLíINNATA SOLIDARIETAí DELLE GENTI TRENTINE AVRAí LA MEGLIO SU ODIO E INTOLLERANZA.î

TREMAGLIA - INDIPENDENZA DEL POTERE POLITICO, INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

VOTO ESTERO: SERIE PREOCUPAZIONI IN AUSTRALIA SUL RIORDINO DELLíANAGRAFE E DELLíORGANIZZAZIONE DEL VOTO

COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO DEI GADGET

SI PARLA SEMPRE MENO ITALIANO IN SVIZZERA

ìIN ITALIA DA TERRE LONTANEî ñ CONVEGNO A ìLA SAPIENZAî DI ROMA

MONACO: PROIEZIONE DEL FILM ìCATENACCIO IN MANNHEIMî

 

DOCUMENTAZIONE

VENEZUELA, UN PAESE IN AGONIA

LA SINDROME DELLíASSEDIO

di Gianni Miný

 

IN VISTA DEL REFERENDUM

I cittadini italiani residenti allíestero saranno chiamati ad esercitare il diritto di voto, secondo le nuove norme che prevedono il voto per corrispondenza, in occasione della prossima consultazione elettorale referendaria.

Sono convinto che la risposta al referendum, in termini di interesse e partecipazione, da parte delle comunitý italiane nel mondo, non possa e non debba costituire un test politico ma ñ questo sÏ ñ una prima verifica tecnica.

Non potrý essere un test elettorale per misurare la reale voglia di partecipazione dei cittadini italiani residenti allíestero per una serie di ragioni. Prima tra queste, la scelta di non votare, per non far raggiungere al referendum il quorum necessario per la sua validitý, che alcuni elettori potrebbero adottare.

Il riordino dellíanagrafe non Ë ancora completato e comunque gli elenchi elettorali trasmessi dal Ministero dellíInterno ai Consolati sono vecchi ñ ed anche molto ñ rispetto alle operazioni di aggiornamento avviate con ritardo e con risorse limitate.

Líinformazione sul referendum e sui quesiti referendari Ë stata assente.

Líinformazione sugli aspetti importanti della registrazione allíanagrafe e delle responsabilitý elettorali Ë stata segnata da improvvisazione e carenze strutturali ñ basti pensare ai Consolati, ormai non pi˜ in grado di rispondere, in termini di personale, alle esigenze delle comunitý, costretto a ridurre i servizi ai cittadini per far fronte alla mole di lavoro richiesta da aggiornamenti anagrafici e scadenze elettorali.

Non certo ultima in importanza, la natura del referendum: percepito da molti ñ ad esempio per gli italiani che vivono in Australia ñ come strumento di consultazione sui grandi temi istituzionali o su valori e principi fondamentali per lo Stato e non certo come strumento di supplenza legislativa.

Infine la questione forse pi˜ significativa riguarda il merito dei quesiti referendari.

Le due materie al centro del referendum richiedevano líattenzione del Parlamento. Richiedevano inoltre che il Governo, attraverso lo strumento della concertazione, lavorasse con le parti sociali per sostenere una soluzione adeguata a garantire diritti e tutelare il lavoro ñ per quanto concerne líart. 18 dello Statuto dei lavoratori.

Un Governo che consentisse ad esperti e ambientalisti di essere ascoltati per quanto concerne gli elettrodotti. Ed un Parlamento pronto a misurarsi su questi temi, anche in maniera decisa, con una forte opposizione.

Nonostante tutto voterÚ. PerchÈ ritengo che il referendum sia uno strumento importante di partecipazione politica dei cittadini - anche quando líuso che se ne fa Ë sbagliato. VoterÚ perchÈ Ë un dovere di ogni cittadino ñ anche quando le condizioni non sono le migliori sotto il profilo dellíinformazione e della organizzazione del voto. VoterÚ secondo coscienza, voterÚ scheda bianca, consapevole che si tratta di questioni che i lavoratori, i cittadini e le imprese italiane dovranno vivere direttamente, con scarse conseguenze per noi cittadini italiani residenti allíestero.

Marco Fedi

 

REFERENDUM ART. 18: INCONTRO DS - COMITATO PER IL NO

Si Ë svolto martedÏ 6 maggio scorso un incontro tra il ìComitato delle imprese per il no al referendumî e i Democratici di Sinistra.

Allíincontro erano presenti i dirigenti nazionali delle associazioni imprenditoriali di industria, artigianato, commercio, agricoltura e cooperazione.

Rappresentavano i DS il Segretario nazionale Piero Fassino, il responsabile economico dei DS  Pierluigi Bersani, il responsabile lavoro Cesare Damiano e Maurizio Chiocchetti.

Nel corso dellíincontro i DS ñ riconfermando le posizioni assunte dalla Segreteria nei giorni scorsi - hanno ribadito il loro giudizio negativo sul referendum e la necessitý di renderlo inutile.

Al tempo stesso i DS hanno riconfermato líesigenza di privilegiare líiniziativa legislativa in Parlamento sulla base dei testi depositati dallíUlivo per líestensione degli ammortizzatori sociali ad ogni tipo di impresa; la ridefinizione dei diritti e delle garanzie per ogni tipo di lavoratore; le misure fiscali, creditizie e finanziarie necessarie per la competitivitý dellíimpresa minore.

ìSu questi temi ñ ha concluso il Segretario della Quercia ñ i DS confronteranno le loro proposte il 20 maggio prossimo a Roma in un Convengo nazionale a cui sono stati invitati i rappresentanti delle organizzazioni economiche, sociali e di impreseî.

 

PITTELLA: MANCA LO STANZIAMENTO PER LE SPESE RELATIVE AL REFERENDUM TRA GLI ITALIANI ALLíESTERO

ìEí grave che il Ministero del Tesoro non abbia ancora aperto un capitolo di bilancio per effettuare spese connesse allo svolgimento del Referendum del 15 giugno, tra gli italiani allíestero.

Gli Uffici Consolari non possono procedere alle spese per la pubblicitý e per la stampa delle schede, delle buste, delle istruzioni e dellíaffrancatura, perchÈ non esiste ancora un capitolo di spesa e non Ë stata autorizzata la rete consolare a procedere in derogaî.

Lo dichiara líon. Gianni Pittella, responsabile DS per gli italiani allíestero, in un comunicato diramato il 9 maggio scorso.

ìTutto ciÚ ñ prosegue il comunicato ñ mette a repentaglio líobbligo di spedire tutto il materiale agli aventi diritto, entro il 26 di maggio. Il diritto di voto per corrispondenza Ë stato una grande conquista, ma rischia di essere affossato prima ancora di decollare dalla inerzia e dalla sufficienza con cui si sta procedendo.

Líimpegno degli Uffici Consolari, generoso e qualificato, non Ë bastevole di fronte alla dimensione, alla dislocazione frammentata della platea degli avanti diritto, e alla complessitý della legge e del Regolamento che presentano preoccupanti margini di incertezza che potrebbero essere anche causa di brogliî.

 

PUBBLICATI DA ìRASSEGNA SINDACALEî GLI ATTI DEL CONVEGNO SU FERNANDO SANTI

Oltre 13 mila copie degli atti del Convegno ìAttualitý di Fernando Santi a cento anni dalla nascitaî con líultimo numero di Rassegna Sindacale, il settimanale della CGIL.

Piero Puddu, presidente dellíIstituto Fernando Santi ha espresso la sua soddisfazione per la pubblicazione, come inserto del sedicesimo numero di Rassegna Sindacale, di oltre 13 mila copie degli atti del Convegno promosso dallíIstituto per il centenario della nascita di Fernando Santi.

ìAbbiamo voluto ricordare, prima con il Convegno ed ora con la pubblicazione degli atti, il ruolo del socialista Santi, dirigente della CGIL, impegnato nelle lotte per la trasformazione del paese attraverso profonde ed incisive riforme. Il prezioso intervento del Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani, contenuto negli atti, e la grande diffusione degli stessi da parte di Rassegna Sindacale evidenziano, ancora una volta, la permanente attenzione della Confederazione sindacale di cui Santi Ë stato uno dei massimi dirigenti  agli obettivi ed al metodo del riformismoî, ha dichiarato Piero Puddu.

Gli atti del Convegno sono anche disponibili sul sito internet dellíIstituto Fernando Santi, allíindirizzo www.istitutosanti.org, oppure possono essere richiesti inviando uníemail ad associazione@istitutosanti.org .

 

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA PER ALUNNI STRANIERI

MartedÏ 15 aprile, si Ë concluso il "Corso di alfabetizzazione della lingua italiana per adulti stranieri" tenutosi presso i locali della Direzione didattica "Cittý dei bambini" (XXXII Distretto) di Mentana (RM) e sono stati consegnati gli attestati di merito a quanti hanno partecipato con impegno e profitto a questi incontri settimanali.

Il corso diretto ed organizzato dalla dott.ssa Maria Lucia Campa, in collaborazione con le insegnanti Isabella Totaro e Bruna Moscatelli, rientra nell'ambito del "progetto di integrazione ed accoglienza" che da tempo si sta sviluppando nel territorio in varie forme.

Questa esperienza didattica, in particolare - ha osservato Campa -  ha avuto un significato diverso: non Ë stato solo un'occasione di formazione ed informazione per gli adulti stranieri, ma anche e soprattutto un momento di confronto e di arricchimento collettivo, un luogo di scambio di esperienze e conoscenze diverse. ìE' stato importante - ha sottolineato Moscatelli - per i docenti parlare, spiegare, aiutare a capire, ma ancor pi˜ ascoltare e lasciar parlare: fare liberamente circolare idee ed immagini, creare pensieri nuovi ed esprimerli in forma nuova. La poesia, la musica, la storia (quella scritta sui libri e quella racchiusa nella propria esperienza personale) ... tutto Ë servito a conoscere e a comunicare, in un clima di intensa affettivitý, in cui proprio gli affetti e i sentimenti hanno colmato e superato le carenze e gli ostacoli materialiî.

ìSi voleva fare cultura ed integrazione in un modo nuovo, in cui la cultura - ha evidenziato Totaro -  fosse esperienza di vita e ricerca di nuove immagini, e l'integrazione fosse arricchimento e partecipazione. E questo Ë stato fatto, con assoluta libertý da regole e programmi, con la capacitý di creare insieme ad ogni incontro una situazione nuova, di viverla e comunicarla agli altriî.

Alla chiusura del corso era presente, invitata, una delegazione dellíIstituto Fernando Santi del Lazio, che da qualche settimana opera dalla sede operativa di Monterotondo Scalo, via Nomentana 39, nel territorio a sostegno dei numerosi immigrati provenienti soprattutto da paesi dellíEst europeo.

 

IL RAPPORTO ìPROMETEIAî PIUí FIDUCIOSO PER IL MEZZOGIORNO FUTURO

Il primo elemento Ë di carattere generale circa i consumi e lo sviluppo. Il rapporto Prometeia sugli ìScenari delle economie localiî (4 maggio 2003) afferma che vanno sfatate alcune previsioni non pi˜ valide.

Anzitutto perchÈ non Ë pi˜ valida líequazione che collega líaumento degli anziani nella societý con il calo dei consumi. Gli anziani, secondo i giudizi sul rapporto, saranno diversi per cultura, mentalitý e capacitý di reddito rispetto a quelli di oggi. Questi ultimi hanno vissuto la ricostruzione del dopoguerra, con il definitivo passaggio del Paese da una struttura economica con una forte incidenza agricola a una con líindustria nel ruolo guida. Anni di sorprendente forte crescita (si parlÚ di miracolo) e tutto quello che arrivava in pi˜, in termini di reddito, era messo da parte. Tempi in cui era normale risparmiare molto. Infine, era una stagione di redditi molto pi˜ bassi degli attuali e dunque le pensioni maturate in quel periodo sono inferiori a quelle che verranno liquidate giý oggi e soprattutto nei prossimi anni.

Quindi, tanto per cominciare, gli anziani di domani saranno pi˜ ricchi di quelli odierni. Inoltre, avranno un atteggiamento pi˜ propenso a spendere, perchÈ plasmato negli ultimi venti-trentíanni di pi˜ elevata spinta consumistica. E queste abitudini non saranno mutate con il ritiro dal lavoro, semmai alcune, come i viaggi, si accentueranno grazie alla maggiore disponibilitý di tempo libero.

La nota procede affermando che ìanzichÈ  penalizzare la spesa complessiva delle famiglie, líinvecchiamento della popolazione tenderý a sostenerla. Infatti, líanalisi va oltre gli aspetti nazionali e si spinge al dettaglio territoriale, partendo dalle diverse dinamiche demografiche che caratterizzano Nord, Centro e Sud del Paese. Nelle previsioni per il prossimo decennio, líandamento della popolazione Ë simile per le prime due macro-aree: la quota di anziani sulla popolazione in etý di lavoro sale di quasi dieci punti percentuali (da poco pi˜ del 25% a circa il 35%). Mentre nel Sud si parte da un rapporto pi˜ basso (22%) e si arriva anche a un livello nettamente inferiore (28%). Questo significa che líinvecchiamento, almeno in questa prima fase, avrý una maggiore incidenza sul comportamento di spesa al Centro-Nord che al Sudî.

Intanto la crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2003, stimata da Prometeia per il Mezzogiorno Ë dellí1,1%, superiore al dato nazionale, e nel 2004 arriverý al 2%, in linea con le altre macro-aree. In questi scenari di sviluppo ìpositiviî per il Sud si riflettono diversi fattori, in particolare il buon andamento degli investimenti e gli spiragli sul mercato del lavoro.

Nel Sud (Italia base 100)  si passa da quota 81 del 2002 a quota 83 del 2006: un miglioramento che Prometeia spiega con líallargamento della base occupazionale e il conseguente aumento dei redditi da lavoro.

Tuttavia, nonostante   il ìrecuperoî e il leggero arretramento ñnello stesso periodo ñ delle altre macro-aree, il divario resta alto: Nord-Ovest, Nord-Est e Centro si posizionano ampiamente oltre quota 100.

Queste le analisi di alcuni centri di esperti, tutte da verificare alla luce delle tendenze generali mondiali della globalizzazione che stanno mutando gli scenari economici e politici e gli stessi rapporti fra innovazione e conservazione. (G.V.)

 

DELEGAZIONE DS IN AMERICA LATINA ñ ìDELUSIONE PER PROMESSE NON MANTENUTE DAL GOVERNOî

Una delegazione dei Democratici di Sinistra, guidata da Fabrizio Morri, della Segreteria nazionale, e della quale fanno parte l'on. Gianni Pittella, responsabile DS per gli italiani all'estero, e Donato Di Santo, responsabile per l'America latina, ha concluso la propria permanenza in Argentina. Al centro degli incontri avuti dai dirigenti DS vi È stata la situazione della collettivitý italiana e l'impegno dei DS a favore del superamento della crisi economica e sociale del paese amico. Innumerevoli sono state le occasioni di dialogo con le rappresentanze italiane: a Buenos Aires, in una assemblea pubblica ed in diversi incontri istituzionali, a Rosario, dove si È recato Fabrizio Morri, e a Mar del Plata, dove È stato Gianni Pittella. A conclusione della visita il bilancio È ampiamente positivo. In particolare Fabrizio Morri ha dichiarato: "Ho riscontrato una viva attenzione, in tutti i nostri interlocutori, alle posizioni e alle proposte dei DS sia per quanto attiene alla vita delle nostre comunitý, sia per quanto riguarda le relazioni politico-culturali con realtý argentine. I DS traggono da questa visita nuovo impulso per allargare e intensificare il proprio impegno verso questo importante paese; non mancherý un rafforzamento della nostra azione verso il governo italiano e verso l'Unione europea con lo scopo di aiutare l'Argentina ad uscire dalla crisi, e atti concreti a partire dalla definizione dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e il Mercosur".

L'Europarlamentare Gianni Pittella, a sua volta, ha denunciato che "la comunitý italiana È stanca di annunci e persino infastidita dalla retorica del governo italiano, a cui non seguono atti concreti. Solo segnali immediati e tangibili in campo previdenziale, assistenziale, imprenditoriale e scientifico-culturale possono invertire la tendenza alla sfiducia". "Noi, ha proseguito Pittella, impegneremo i gruppi parlamentari perchÈ tali risposte siano date. Quanto al voto per corrispondenza, c'Ë un doppio rischio che va scongiurato: quello che le urne vengano disertate per disinteresse, e quello che l'esito del voto sia falsato da operazioni truffaldine. Anche su questo, ha concluso Pittella, presenteremo le nostre proposte". L'occasione della permanenza in Argentina ha permesso anche di valutare l'andamento della campagna di solidarietý "NI‹OS" che i DS stanno portando avanti da quattro mesi, a favore dei bambini argentini con problemi di denutrizione, sostenendo 26 mense popolari dove mangiano i bambini poveri. Sono giý stati raccolti circa 250.000 euro che garantiranno l'aiuto a circa 3.500 bambini fino alla fine dell'anno.           Sul piano politico si sono avuti molti incontri significativi, in particolare vanno segnalati: quello con il leader del sindacato CTA, Victor de Gennaro, e quello con il Sindaco di Rosario, Hermes Binner. Fabrizio Morri ha espresso a Binner l'auspicio che, dopo i successi ottenuti nel ruolo di Sindaco e testimoniati dal sostegno popolare di cui gode, possa mettere a disposizione di tutta l'importante Provincia di Santa FÈ, le sue grandi doti politiche ed umane. Morri si È anche detto certo che, nel prossimo ballottaggio elettorale, il popolo argentino saprý scegliere a favore del rilancio del paese, all'interno del Mercosud e nei rapporti con l'Europa, e che non si farý incantare dai miraggi di un passato che non deve tornare.

 

BUENOS AIRES: INCONTRO  TRA IL LEADER SINDACALE ARGENTINO VICTOR DE GENNARO A LA DELEGAZIONE DEI DS

Nel corso del loro viaggio in Argentina, Fabrizio Morri, della Segreteria nazionale DS e Gianni Pittella, responsabile DS degli italiani allíestero, sono stati ricevuti da Victor De Gennaro, leader del sindacato argentino CTA.

Nellíincontro si Ë preso in esame líevolversi della situazione argentina, con particolare riferimento ai temi del mondo del lavoro e delle libertý sindacali in Argentina.

I dirigenti DS hanno apprezzato il lavoro di tutela e di organizzazione delle forze meno protette del mondo del lavoro argentino, che sta sviluppando la CTA.

Da questo incontro Ë emersa la volontý di continuare ed approfondire i rapporti di reciproca conoscenza e collaborazione tra i DS e la CTA, a partire da scadenze  importanti per entrambi i paesi quali, per líItalia, il voto allíestero dei tanti italiani che vivono in Argentina; e per líArgentina il rapporto bilaterale con líItalia e con líUnione Europea.

I DS si sono impegnati a porre al governo italiano, che assumerý la presidenza dellíUnione Europea nel prossimo semestre, líesigenza pressante di portare a termine líaccordo di associazione tra Unione Europea e Mercosud.

 

LA RANOCCHIA, IL POZZO, IL MONDO

Il primo degli impegni che la Delegazione dei Democratici di Sinistra sta tenendo in America Latina Ë stata la visita di uno dei ìcomedoresî di Buenos Aires. I comedores sono delle mense popolari che ospitano i bimbi indigenti. I DS hanno sostenuto con la raccolta di 250.000 Euro, attraverso la campagna ìNI‹OSî, 26 comedores in tutta líArgentina. Eí stata uníazione importante. Concreta nei suoi effetti (3.800 bimbi ne stanno beneficiando), simbolica nel suo significato politico: ci sono grandi forze democratiche sensibili ai temi della solidarietý.

Il comedor che con Fabrizio Morri e Donato Di Santo abbiamo visitato, accompagnati dai dirigenti del Circolo ìE.Berlinguerî di Buenos Aires, dai dirigenti dellíOng ICEI e da una folta delegazione dellíINCA guidata da Bruzzese, offrono non solo un pasto caldo di buona qualitý a pranzo e a cena, ma anche un servizio pediatrico costante, aree e attrezzature per il gioco e la lettura, una piccola biblioteca, un luogo di culto, e dei modesti spacci di articoli vari.

La qualitý del cibo e del servizio offerto stride con il degrado dellíambiente circostante e delle stesse abitazioni (non saprei se chiamarle cosÏ) in cui questi bimbi e le loro famiglie sono costretti a vivere. Ma almeno vivono, si nutrono, sono curati, possono sperare. Molti dei loro coetanei sono morti e muoiono con un ritmo impressionante.

Dobbiamo fare di pi˜. Per quanto sia raccapricciante la sciatteria e delittuosa la responsabilitý della classe politica argentina che ha sciupato sinora le grandi potenzialitý di sviluppo legate alle risorse naturali e umane possedute, la solidarietý internazionale Ë doverosa. Non solo verso líArgentina e líAmerica Latina, ma verso le tante altre parti del mondo in cui si continua a combattere con la fame, la miseria e le malattie.

Incrociando gli occhi felici e grati dei bimbi che mangiavano una ricca porzione di pollo e patate, al comedores di Buenos Aires, ma osservando anche le baracche con tetti e pareti di lamiere, le strade piene di fango, i servizi igienici praticamente inesistenti, mi sono chiesto se ognuno di noi fa davvero per intero la propria parte perchÈ altri, il nostro prossimo, viva in condizioni di dignitý. Non vuole essere un richiamo meramente moralistico. Come scrive Amartya Sen nel suo libro ìGlobalizzazione e Libertýî una delle questioni che dobbiamo affrontare immediatamente Ë: comíË possibile che la maggior parte di noi, di fronte alla gravitý e alle conseguenze del contrasto tra agi e miseria produca una vita priva di problemi e preoccupazioni ignorando del tutto le iniquitý che caratterizzano il nostro tempo? Molti uomini vivono in uno stato di separatismo e di irriducibile autarchia. Sen ricorda líimmagine della ìranocchiaî che trascorre líintera esistenza in un pozzo e sospetta di tutto ciÚ che accade al di fuori. Purtroppo nel mondo ci sono ancora troppe ranocchie e troppi sostenitori e difensori di atteggiamenti autarchici, separatisti. La politica vera quella con la ìPî maiuscola, sa invece richiamare e ridestare le coscienze. Sa alimentare movimenti e passioni collettive e sa trasformarli in iniziative di governo. Sa sollecitare la sensibilitý individuale  raccordandola a battaglie pi˜ generali. Sa raccogliere e redistribuire, dividendi positivi della globalizzazione, combattendone e abbattendone le ingiustizie.

Gianni Pittella, Eurodeputato ñ Responsabile Ds per gli italiani nel Mondo

 

MARTINI: ìNON INTERROMPEREMO LA COOPERAZIONE CON CUBAî

ìLa Toscana non interromperý le iniziative di cooperazione con Cubaî. Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini. La decisione di mettere lo stop agli aiuti italiani verso Cuba, approvata dalla Camera, Ë sbagliata. Se fosse attuata ñ prosegue Martini ñ finirebbe per peggiorare le condizioni di vita della popolazione cubana e per rendere ancora pi˜ difficile il processo di democratizzazione e rispetto dei diritti umaniî.

ìLa Toscana ñ sostiene Martini ñ Ë stata sempre in prima fila nellíesprimere critiche e sollecitazioni nei confronti del governo cubano. Lo abbiamo fatto ancora di recente con la richiesta di liberare i prigionieri politici e di commutare tutte le condanne a morte. Proprio per questo continueremo il nostro programma di aiuti a sostegno delle forze democratiche e della popolazione, in modo da evitare che questa pressione internazionale per il rispetto dei diritti umani penalizzi ulteriormente quella popolazioneî.

ìQuesta ñ conclude il presidente Martini ñ non Ë una scelta solo della Regione Toscana, ma lo chiede espressamente anche líOnu, con un documento dellíUndp (programma dellíOnu per lo sviluppo) del 23 aprile scorso, in cui si chiede alla comunitý internazionale di ëmantenere e continuare líattivitý di cooperazione con Cubaí.

La Toscana. Attualmente, Ë impegnata a concludere un intenso programma di cooperazione triennale. Si tratta di 64 progetti ñ che dovrebbero essere realizzati entro il 2003 ñ per sostenere i servizi sanitari (prevenzione Aids, sistema informativo per gestione farmacie, ecc.), la formazione professionale (tagli e lavorazione pelli), líassistenza (abitazioni per anziani soli), líistruzione per la prima infanzia e alcune iniziative culturali.

 

FESTA DíEUROPA ñ PITTELLA: ìGIUNGA AI COSTITUENTI EUROPEI UN FORTE MONITO A NON DELUDERE LE ATTESEî

Líeuroparlamentare Gianni Pittella, responsabile nazionale dei DS per gli italiani allíEstero, ha rilasciato la seguente dichiarazione in occasione della Festa dellíEuropa:

ìLe vicende di questi mesi, a cominciare da quelle drammatiche dellíIraq, dimostrano che, dopo la ëguerra freddaí, non Ë ancora stato costruito un nuovo ordine mondiale, ma il mondo appare disorientato, scosso, incerto, travagliato da disuguaglianze e conflitti.

Urge una nuova agenda politica mondiale capace di guidare il pianeta verso una nuova era di pace, di coesione e di sicurezza.

Servono attori politici sovranazionali, partiti ed istituzioni, che sappiano rispondere a questa sfida.

LíUnione Europea deve dunque trasformarsi in soggetto politico forte ed incisivo in un mondo multipolare, per il bene del popolo europeo e del resto del mondo.

CiÚ che va colto Ë che non si tratta solo di un imperativo morale o di un assillo romantico, ma di uno scatto in avanti che serve a noi perchÈ si possano affrontare le grandi sfide che toccano individui e collettivitý, in una dimensione e con strumenti non solo nazionali.

Ecco perchÈ in questa giornata di Festa, deve giungere ai Costituenti Europei un forte monito a non deludere le attese.

Le soluzioni sinora proposte hanno luci ed ombre.

Eí ancora possibile e necessario aumentare le luci e ridurre le ombre.

Eí comunque doveroso non smarrire la strada che porta allíEuropa potenza politicaî.

 

IV EDIZIONE DEL PREMIO AI BELLUNESI CHE HANNO ONORATO LA PROVINCIA IN ITALIA E NEL MONDO

La provincia di Belluno comunica che la prossima edizione del Premio ai Bellunesi che hanno onorato la Provincia in Italia e nel mondo, istituito dalla Provincia in collaborazione con ABM e Rotary di Belluno, avrý luogo il prossimo 27 novembre, probabilmente nellíAgordino. Le segnalazioni pertanto dovranno pervenire in provincia entro il 27 settembre. Si ricorda che le stesse dovranno essere inviate tramite le ìFamiglie Bellunesiî.

 

INCONTRO TRA FLMO, UIL E ITAL SUL FRONTALIERATO

Il sindacato FLMO per la parte svizzera, il sindacato UIL per quella italiana ed il patronato ITAL, hanno organizzato uníassemblea delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri della Valle Vigezzo nellíAlto Novarese.

Lo scopo era quello di informare i lavoratori circa gli sviluppi degli accordi bilaterali tra Svizzera ed UE in materia di libera circolazione delle persone, trasferimenti dei contributi AVS e sistema pensionistico, secondo pilastro in particolare.

Alla riunione, moderati da Fabio Borsotti, responsabile politiche frontaliere, della UIL della provincia  del Verbano-Cusio-Ossola, hanno preso la parola diversi sindacalisti.

Il segretario generale UIL di Domodossola, Giorgio Quaglia, ha spiegato la situazione economica della Valle e del VCO, soffermandosi in particolare sulle misure prese a livello di Regione Piemonte per creare 500 nuovi posti di lavoro. Misure alle quali le aziende possono far capo, a condizione che vi siano dei progetti qualificati e dei piani di assunzione di personale.

Dino Nardi, presidente del patronato ITAL Svizzera, nella sua esposizione ha illustrato invece la situazione inerente il trasferimento dei contributi AVS dalla Svizzera allíItalia, possibile attualmente fino al 31 dicembre 2003 in virt˜ di un decreto emanato dal governo italiano e spiegato la situazione previdenziale elvetica, soffermandosi sulla situazione della cassa pensione.

Mentre Rolando Lepori, segretario cantonale del sindacato FLMO, ha fatto il punto sulla libera circolazione delle persone dal punto di vista elvetico toccando la tematica dal profilo burocratico ed in rapporto alle categorie professionali pi˜ presenti in Ticino per il frontalierato proveniente dal VCO. Il segretario FLMO ha poi fatto presente líimportanza di avere scambi e contatti politico-sindacali frequenti allíinterno della regione insubrica ed ha riferito della politica messa in atto dalla regione Ticino del sindacato FLMO per migliorare la sua presenza sul territorio e dare le informazioni necessarie al frontalierato che opera in Svizzera.

Rispondendo poi alle domande ed alle sollecitazioni del pubblico, i relatori hanno infine toccato numerose tematiche inerenti lo scambio economico tra Ticino, da una parte, e Lombardia e Piemonte, dallíaltra. Líassemblea dei lavoratori della Valle Vigezzo, alla quale hanno portato i loro saluti anche Pascal NicolÚ e Domenico Mesiano, rispettivamente della FLMO e dellíITAL del Vallese in cui lavorano pure migliaia di frontalieri del VCO, ha poi deciso di dare mandato al sindacato UIL ed al patronato ITAL affinchÈ intervengano verso i parlamentari locali per sollevare la problematica del trasferimento virtuale dei contributi AVS e fare in modo che il Governo italiano conceda una deroga alla scadenza del 31 dicembre 2003.

Infine sia la FLMO che la UIL ed il patronato ITAL, per andare incontro alle esigenze espresse dai frontalieri  locali, hanno assunto líimpegno di aprire una permanenza sindacale in Valle Vigezzo e di collaborare costruttivamente con il Coordinamento frontalieri della Valle per perseguire nel modo migliore gli obiettivi comuni di politica sindacale a difesa dei diritti di questi lavoratori.

 

PENSIONI - LIVIA TURCO: ìDA MARONI MANOVRA DILATORIA PER PAURA ELEZIONI AMMINISTRATIVEî

ìEí solo una manovra dilatoria in vista delle elezioni amministrative. Eí comprensibile, infatti, che il Ministro Maroni non voglia parlare di pensioni in campagna elettorale perchÈ dovrebbe spiegare agli italiani il bluff dellíaumento delle pensioni minime che, a fronte di molte promesse, ha dato pochi euro a poche personeî.

Lo afferma Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, commentando il rallentamento dellíiter della delega sulle pensioni in discussione al Senato.

ìEí grave che il governo, su un tema cruciale come quello delle pensioni ñ continua Livia Turco ñ prenda in giro i sindacati. Eí grave che il governo, dinanzi ad una piattaforma unitaria cosÏ come proposta dai sindacati, rifiuti il dialogo e il confrontoî.

ìMaroni deve decidere da che parte stare. Líopposizione sostiene la piattaforma dei sindacati perchÈ siamo molto preoccupati degli effetti che potrý avere la controriforma  Maroni, sia per quanto riguarda la tenuta del sistema previdenziale pubblico, sia per quanto riguarda ñ conclude Livia Turco ñ líentitý del trattamento pensionisticoî.

 

IMMIGRATI: I QUATTRO DATI MANCANTI DALLíELENCO DI MANTOVANO

Per líAssociazione Senzaconfine, Dino Frisullo cosÏ commenta il dibattito  di mercoledÏ 7 maggio alla Camera fra il sottosegretario Mantovano e líex ministro Turco:

ìFra i dati sciorinati ieri in parlamento dal sottosegretario Mantovano, ne mancano quattro.

Quanti dei respinti alle frontiere fuggivano guerre e persecuzioni e si sono visti negare líasilo ed ogni protezione? Quanti degli espulsi, rimpatriato e non, avevano un permesso non rinnovato per temporanea disoccupazione, come nei giorni scorsi a Pordenone per tre immigrati in possesso di ìcarta di soggiornoî? Quanti annegati in pi˜ hanno corrisposto alla militarizzazione dei mari e al calo degli sbarchi, peraltro legato al blocco degli imbarchi per motivi bellici? E quante persecuzioni e torture costeranno i nuovi accordi di riammissione con i dieci paesi citati da Mantovano, oltre metý dei quali retti da regimi autoritari?

Per quanto riguarda i centri di detenzione, líItalia contende alla Gran Bretagna il record europeo di morti violente, evasioni ed atti di autolesionismo in questi reclusori incostituzionali. Negli ultimi giorni si registrano rivolte a Lecce e Lamezia, mentre Ë fresca la piazzata dei parlamentari emiliani del Polo insieme agli agenti del Sap contro la loro incriminazione per violenze sugli immigrati reclusi. Su questo il governo tace, mentre destina ai Cpt vecchi e nuovi l'intera somma che sarebbe destinata dalla legge all'integrazione, allíaccoglienza, al monitoraggio del razzismo. Non si vuole controllare i controllori.

Questi fenomeni, dalla riclandestinizzazione dei regolari alla reclusione dei clandestini e alla militarizzazione delle frontiere, sono stati avviati dal centrosinistra e perfezionati dal centrodestra. Sarebbe ora che líattuale opposizione facesse una radicale autocritica e rivendicasse con noi la chiusura dei centri di detenzione e una politica dellíimmigrazione e dellíasilo non centrata sul rifiuto e líespulsione, invece di inseguire la destra sul suo terreno.

Non resta infine altro termine che ìinfameî per la decisione di negare il rimpatrio, anche temporaneo, a centinaia di migliaia di ìregolarizzandiî che solo in sogno esauriranno le loro pratiche per dicembre, tantíË che líapposito ufficio del Viminale da mesi non rilascia dati. Se la ricevuta postale non basta, sarebbe bastata, almeno in caso di lutti o emergenze familiari, una foto con timbro. Ma le questure erano troppo occupate a prendere e archiviare inutili e discriminanti impronte digitaliî.

 

UNA MOSTRA SUI DISCENDENTI DELLíEMIGRAZIONE VENETA IN BRASILE

LíAmministrazione Provinciale di Belluno ha presentato lí8 maggio scorso, nella sala della Presidenza di Palazzo Piloni, una mostra fotografica sulla discendenza veneta in Brasile, specificatamente nello Stato di Rio Grande do Sul. La mostra si Ë realizzata grazie allíiniziativa di Livio Benvegn˜, della Famiglia Bellunese di Padova, membro del Coniglio Direttivo dellíABM, il quale ha tenuto la relazione descrittiva della mostra.

 

CONVOCATA A CASABLANCA  LA COMMISSIONE CONTINENTALE EUROPA E NORD-AFRICA DEL CGIE

Eí stata convocata per i giorni 29-30 e 31 maggio 2003 la Commissione Continentale Europa e Nord Africa del Cgie con allíORDINE DEL GIORNO:

Diritti politici, partecipazione, rispetto delle radici culturali, confronto tra civiltý: strumenti della piena integrazione.

Rapporti economici con il Maghreb: ipotesi di sviluppo con líUnione Europea.

Il contributo della presenza italiana in Nord Africa.

Problemi previdenziali legati alla presenza della particolare emigrazione al seguito delle imprese sul territorio maghrebino.

Varie.

PROGRAMMA DI MASSIMA

GiovedÏ 29 Maggio (ore 9.00 ñ 16.30)

ìDiritti politici, partecipazione, rispetto delle radici culturali, confronto tra civiltý: strumenti della piena integrazioneî:

Saluto delle Autoritý

Apertura del lavori: Vice Segretario Generale del CGIE

Relazioni introduttive degli Esperti e dei Rappresentanti delle comunitý maghrebine in Europa.

Dibattito e comunicazioni delle Delegazioni nazionali sui punti allíordine del giorno.

Conclusioni dei Relatori.

VenerdÏ 30 maggio (ore 9.00 ñ 17.30)

ìRapporti economici con il Maghreb: ipotesi di sviluppo con líUnione europea. Il contributo della presenza italiana in Nord-Africaî

Apertura dei lavori: Consigliere Franco Santellocco, Rappresentante del CGIE in territorio maghrebino.

Relazioni introduttive degli Esperti economici provenienti dallíEuropa e dei residenti nel Maghreb.

Dibattito.

Considerazioni conclusive.

Sabato 31 maggio (ore 9.00 ñ 15.00)

ìProblemi legati ai trattamenti previdenziali della comunitý italiana al seguito delle imprese in Nord-Africaî

Relazione introduttiva di un Dirigente Nazionale dellíINPS.

Dibattito.

Presentazione Ordini del Giorno finali.

 

IRAQ: RIAPERTO A BASSORA IL DISPENSARIO PER LE MALATTIE GASTROINTESTINALI

Domenica 27 aprile si sono presentate in 80, tra mamme e bambini, al dispensario per le malattie gastrointestinali ìSindbadî. Sono i primi pazienti che ritornano alla struttura sanitaria in riva allo Shatt Al Arab gestita da ìUn ponte per Öî dopo che questa era stata saccheggiata circa 15 giorni fa.

Il personale iracheno del ìPonteî, che Ë rimasto sempre al suo posto, anche quando a causa del saccheggio non si poteva lavorare, ha provveduto a riacquistare le suppellettili trafugate e riparare i danni. Da Baghdad sono stati inviati un poí di medicinali ed altri sono in arrivo dallíOlanda. Il dispensario, intitolato al famoso personaggio delle Mille e una Notte che proprio da Bassora partiva per le sue straordinarie avventure, Ë stato aperto Un ponte per Ö nel 1996 e da allora assicura la cura di circa 10.000 bambini affetti da infezioni gastrointestinali ogni anno. Ora si tratta di farlo continuare a funzionare.

 

LíASSESSORE ALLA SANITAí DELLA REGIONE TOSCANA, REPLICA AL MINISTRO SIRCHIA

"Il ministro Sirchia parla di economicismo e imprenditorialitý e della necessitý di accrescere quest'ultima, combattendo il primo. Sono díaccordo, ma faccio rilevare che mai come in questi ultimi anni l'incremento della spesa sanitaria Ë stato cosÏ basso. Infatti mentre il centrosinistra ha sempre garantito un incremento del Fondo sanitario non inferiore al 6,5%, il governo di centro destra da due anni si limita ad incrementarlo di un misero 4%. Questo sarý anche l'anno dei contratti e delle convenzioni, che da sole finiranno per "mangiarsi" anche quello. Come pensa Sirchia di rimediare allo sfondamento di 3,8 miliardi di euro che ha denunciato? Come pensa di pagare i nuovi contratti?

Condividiamo Sirchia, ma francamente da un ministro oltre alla denuncia ci aspetteremo qualche proposta. Altrimenti il rischio Ë quello del populismo e la realtý Ë quella di un governo che concretamente opera tagliando i fondi e i servizi alla sanitý.  Il ministro con demagogia, sembra rimpiangere i vecchi tempi quando la sanitý pubblica spendeva al fuori di ogni controllo, assecondando tutte le spinte particolari e corporative".

Lo ha affermato l'assessore regionale toscano al diritto alla salute, Enrico Rossi in un intervento sul sito internet dei Ds www.dsonline.it in cui ha commentato le dichiarazioni del ministro Sirchia di questa mattina.

 

LEGA NORD: CHIOCCHETTI, ìLíINNATA SOLIDARIETAí DELLE GENTI TRENTINE AVRAí LA MEGLIO SU ODIO E INTOLLERANZA.î

ìLíex appariscente senatore, ora consigliere provinciale a Trento, Erminio Boso non perde occasione per far parlare di sÈî.

Lo afferma Maurizio Chiocchetti, della Direzione nazionale dei Democratici di Sinistra.

ìDopo aver proposto vagoni separati per gli extracomunitari, assieme al collega Divina, propone ora aule separate per gli alunni  extracomunitari nelle scuole e in particolare in un sobborgo di Trento dove, secondo gli esponenti della Lega Nord, ìÖ la sporcizia dei nomadi Ë causa di malattieî.

ìSimili affermazioni si commentano da sole. Denotano ancora una volta la volgaritý dei dirigenti del Carroccio trentino, intenti a seminare odio e intolleranza e che alludono a sentimenti e pensieri razzisti e discriminatori. Per fortuna - conclude Chiocchetti - anche in questa occasione la innata solidarietý delle genti trentine avrý la meglio su queste vecchie e antistoriche follieî.

 

TREMAGLIA - INDIPENDENZA DEL POTERE POLITICO, INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

Riprendiamo una dichiarazione dellíOn. Tremaglia sul dibattito in corso riguardante la giustizia, le regole costituzionali e la indipendenza dei poteri dello Stato. Questa la dichiarazione: 

ìHa ragione Fini: occorre garantire  líindipendenza del potere politico, evidentemente nel quadro del rispetto della nostra Costituzione. 

Altre interpretazioni mi sembrano errate e comunque un poí audaci. E la Costituzione questo dice, essendo il popolo a decidere democraticamente chi deve stare al comando. Ma vi Ë altrettanto chiara e ineludibile la questione primaria e inderogabile della indipendenza della Magistratura.  

Non vi puÚ essere conflitto nemmeno potenziale, dal momento che la Costituzione attribuisce allíuna prerogative che non competono allíaltra. La politica non invade la sfera della Magistratura, il magistrato non puÚ sognarsi di calpestare i diritti e le responsabilitý della politica. 

Il campo non puÚ essere invaso nÈ dalla prepotenza nÈ dalla immunitý: proprio per questo mi sono sempre posto e mi pongo contro líimmunitý, cosÏ come contro gli indulti e contro i condoni. Ognuno deve rispettare le regole e compiere il proprio dovere.

Il pensiero espresso da AN mi sembra corretto; cosÏ almeno io la penso. LíEuropa ci insegna un provvedimento adeguato, vuol dire che si puÚ arrivare al Lodo Maccanico: la sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato, garanzia contro ogni prescrizione, nessuna estensione ai parlamentari perchÈ questo vorrebbe dire altro:  Ë inaccettabile.

E sorgerebbe certamente un problema di natura costituzionale. CosÏ si ritrova líequilibrio che Ë indispensabile in un Paese civile per andare avanti, e come ha detto il Presidente della Repubblica, non si puÚ avere lo scontro esasperato su qualsiasi argomento perchÈ altrimenti non si fa pi˜ líinteresse nazionale. E non si puÚ stravolgere la Storia, il rinnovamento Ë indispensabile.

Lo dico con estrema responsabilitý, non si puÚ e non si deve considerare chi governa il Paese sempre alla stregua del nemico. Eí pi˜ logico e producente considerarlo avversario. Eí evidente che la questione Ë reciproca al fine di realizzare una politica italiana. - Roma, 8 maggio 2002î

 

VOTO ESTERO: SERIE PREOCUPAZIONI IN AUSTRALIA SUL RIORDINO DELLíANAGRAFE E DELLíORGANIZZAZIONE DEL VOTO

Il conigliere Cgie per líAustralia, Luigi Casagrande, ha inviato la seguente lettera ai suoi colleghi per informarli sullíandamento dei preparativi riguardanti la documentazione per consentire ai nostri connazionali di poter votare per il referendum del prossimo 15 giugno. Questo il testo della lettera:

ìInvio, per vostra conoscenza, il trascritto della  conversazione con il Console Italiano del Queensland e del North Territory del 2 maggio 2003 con la speranza che il nostro sia un caso isolato !!!!!!!!!

Domanda: a che punto si trova il Consolato  con la documentazione per il voto del  15 giugno?

Risposta:

In estrema sintesi, i problemi principali cui andiamo incontro sono i seguenti:

1) l'elenco fornito dal ministero dell'interno Ë incompleto ed incorretto: mancano rispetto ai nostri dati circa 2500 nominativi; inoltre, molti indirizzi sono sbagliati (spesso perchÈ privi del codice postale); 

2) l'elenco del ministero dell'interno Ë basato sull'attivitý dei comuni, non su quella dei consolati: i comuni non conoscono le vicissitudini della cittadinanza per cui molti degli elettori che figurano nell'elenco del ministero dell'interno sono di fatto ex cittadini italiani ora naturalizzati australiani. Quindi, voteranno molti australiani; 

3) da mesi il Consolato sta lavorando con tutte le risorse umane disponibili per bonificare l'anagrafe consolare (eliminare gli stranieri, i deceduti ed aggiornare gli indirizzi). Questo lavoro Ë quasi ultimato, ma non se ne tiene conto nell'elenco del ministero dell'interno che, invece, si basa su dati vecchi di almeno 1 anno; 

4) non sono ancora arrivati i finanziamenti, per cui non possiamo dare l'ordine alla tipografia di stampare ed inviare i certificati elettorali.

In conclusione abbiamo un problema di tempi (perchÈ non sono ancora arrivati i soldi), ma soprattutto un problema di qualitý e quantitý dei votanti (voteranno molte meno persone rispetto agli aventi diritto, una parte di questi saranno australiani, molti non riceveranno le schede elettorali anche se ci hanno dato recentemente i loro indirizzi esatti).

Nota:  circa 2500 nominativi su un totale di 12000 pari al 20% !!!!!!! - Luigi Casagrandeî.

 

COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO DEI GADGET

Líampio ed esaustivo documento programmatico dellíUlivo per gli italiani allíestero ha dovuto, per sua stessa natura, affrontare tutti i temi in modo applicabile pi˜ o meno a tutte le comunitý italiane nel mondo. In una realtý dellíemigrazione come quella degli Stati Uniti la piattaforma programmatica dellíUlivo va specificata e differenziata per rispondere alle legittime istanze delle varie componenti di un mondo estremamente sfaccettato, che ha attraversato tutti i possibili momenti e presenta tutti i possibili aspetti di radicamento, integrazione, assimilazione e, a volte, rigetto, conseguenti a un espatrio motivato da ragioni tanto diverse quanto diverse sono le condizioni degli esseri umani. » ovvio  ñ ad esempio ñ che forme differenti deve assumere il dialogo con le migliaia di cervelli educati in Italia e attivi nei centri di ricerca e di eccellenza USA, altro quello con gli eredi dello storico movimento sindacale italoamericano che fa capo ad Antonini e confluisce nel consiglio italoamericano del lavoro. » anche ovvio che le paure relative al potenziale voto delle seconde e terze generazioni vanno immediatamente fugate. Pochissimi saranno coloro che, nati in USA, saranno interessati ad esprimere il proprio contributo democratico alla scelta delle rappresentanze degli italiani allíestero e quei pochi sono certamente politicamente informati. Il tessuto culturale e sociale americano Ë, come tutti sappiamo, profondamente pragmatico. La lingua inglese ñ che gli italiani trasferiti qui adoperano ben pi˜ della lingua díorigine ñ Ë una lingua analitica, che costringe il cervello a definire precisamente i contenuti di ogni frase attraverso líuso dei pronomi, degli aggettivi possessivi, dei ripetitivi richiami al soggetto. Questo modo di parlare diventa struttura mentale, struttura di pensiero. Le stesse astrazioni concettuali ñ e quindi anche quelle  pi˜ ampiamente politiche ñ devono essere presentate con chiaro riferimento ad azioni concrete, a interventi tangibili, a programmi realizzati o da realizzare e questi ultimi dovranno trasformarsi in realtý. Sto parlando dunque di una strategia di trasmissione della piattaforma dellíUlivo che abbia come suoi supporti alcuni progetti precisi, nei quali le diverse componenti delle comunitý italiane in USA possano riconoscersi e ai quali possano dare il proprio appoggio. Questo Ë il mondo delle pubbliche relazioni, dei gadget, delle presenze identificabili. E chi ha vissuto qui per anni deve essere avvicinato attraverso líuso intelligente delle pubbliche relazioni, dei gadget, delle presenze identificabili, appoggiate a una informazione che sia capillare e usi tutti gli strumenti necessari a raggiungere le mille fasce delle comunitý negli infiniti luoghi nei quali si trovano. CíË una forte componente democratica nelle comunitý italiane in USA: nelle zone a maggior concentrazione italiana a New York, la candidata al Senato federale Hillary Clinton ñ non  newyorchese, nÈ italiana, ma democratica ñ ha ottenuto preferenze di oltre il 70% dei voti contro il candidato italoamericano Rick Lazio, sostenuto dallíallora giý leggendario sindaco repubblicano Rudy Giuliani. Ma Giuliani era stato votato dalla stessa comunitý a un secondo mandato con maggioranze altrettanto ampie. PerchÈ ho raccontato tutto questo? Per dire che le nostre comunitý hanno una tradizionale appartenenza al partito democratico e quindi, per cosÏ dire, allí´Ulivoª degli USA, ma nel caso in cui sentono uníimposizione dallíalto del candidato ideologicamente pi˜ vicino a loro, sceglieranno il candidato di segno opposto, nel quale riterranno di poter riporre maggior fiducia perchÈ sarý stato capace di presentarsi come disposto a fare tutto quanto Ë utile al suo elettorato. Il problema diventa dunque disegnare una strategia che presenti la piattaforma dellíUlivo e i suoi candidati, unitariamente, senza lotte interne, tenendo conto delle specificitý, dellíampiezza del territorio, della presenza di collettivitý italiane dappertutto, della mancanza di strumenti di informazione che possano raggiungerle tutte e ñ in alcuni casi ñ della gestione di alcuni mezzi di informazione che, per quanto destinatari di  contributi della Presidenza del Consiglio, invece di rispettare la par condicio applicano liste di proscrizione basate su vendette personali. 

Il voto nei referendum non sarý una cartina di tornasole, ma la campagna per i referendum potrý servire come prima prova sul campo di un canovaccio teatrale molto elastico e creativo. Poi potremo costruire davvero una serie di strategie, costruite su misura sulle esperienze di crescita politica e sociale delle nostre comunitý nei vari paesi e non su un letto di Procuste che appiattendo le proposte, non farý altro che schiacciare il potenziale successo dei risultati.

Silvana Mangione

 

SI PARLA SEMPRE MENO ITALIANO IN SVIZZERA

La Svizzera Ë líunico paese fuori dei confini italiani che annovera la lingua italiana tra quelle nazionali. Ma proprio nella Confederazione la lingua di Dante ha perso terreno e a lanciare líallarme non sono i ìsoliti acculturatiî poichÈ il fenomeno Ë documentato dallíultimo censimento della popolazione.

LíAmbasciata díItalia a Berna ha dedicato a questo tema, sabato 12 aprile scorso, un convegno ben preparato e frequentato da un folto pubblico. Come accade solitamente, ci síinterroga ora sugli errori, i ritardi e líassenza di una politica mirata che doveva contrastare líinsorgenza della caduta díinteresse verso la lingua italiana.

Non sfuggono certamente le ragioni che soprattutto negli ultimi anni hanno scompaginato il plurilinguismo in Svizzera, tanto da indurre le istituzioni a proporre una legge sulle lingue. Ma nello sforzo affannoso di dare risposte chiarificatrici il principale ìimputatoî Ë ancora una volta il dominio incontrastato dellíinglese, che dopo aver invaso i luoghi del lavoro, Ë avanzato a seconda lingua díinsegnamento in alcuni cantoni della Svizzera tedesca, aprendo un conflitto strisciante con quella francese.

Del resto il dominio dellíinglese tocca ogni ambito e gli esempi non mancano: dai titoli dei film, che nessuno pensa pi˜ di tradurre, fino al linguaggio informatico totalmente assoggettato alla finanza. Le nostre societý sono sempre pi˜ attraversate da una forma  strisciante di diglossia, ossia líutilizzo di due lingue correnti dentro la stessa comunitý, delle quali líuna Ë in declino sotto i colpi di quella pi˜ povera nel vocabolario, ma che si afferma come la lingua della globalizzazione e tende a schiacciare tutte le culture, anche le pi˜ ricche, ridimensionandole sul terreno del modello vincente.

Evidentemente per rilanciare la diffusione della lingua italiana non basta una politica di trincea. Non si capisce, per esempio, per quali ragioni non si Ë costruita una linea díintervento comune tra Cantone Ticino e responsabili della politica culturale italiana in Svizzera, proseguendo sullíasse tracciato ai tempi del Consigliere federale Flavio Cotti. E sono proprio insuperabili le norme che non consentono di dare al Centro di Studi Italiani dignitý di Istituto di Cultura?

Líiniziativa dellíAmbasciata díItalia merita senzíaltro il plauso: Ë parso importante concentrare le attenzioni dellíItalia e della Svizzera su questo fondamentale problema, confrontando le esperienze e richiamando anche il ruolo che compete alla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana nella difesa dellíitalianitý.

Ma non si possono ignorare le responsabilitý dellíItalia per le pesanti difficoltý che hanno investito i corsi di lingua e cultura indirizzati ai figli degli italiani che vivono in Svizzera.

Líindecente ritardo con cui lo Stato eroga le risorse finanziarie per i corsi ha messo in ginocchio gli Enti gestori ed ha aperto vere e proprie falle sul piano del diritto del lavoro sancito dalla legislazione locale. La confusione conseguente sta provocando un crescente disinteresse dei genitori ad inviare i loro figli ai corsi díitaliano.

Il Ministro Franco Frattini ha affermato che si vuole dare ìun senso nuovo alla promozione della nostra cultura nel mondo Ö per dovere nei confronti delle nuove generazioni, dei cittadini di altri Paesi Ö e dei milioni di persone che hanno origini italiane e vivono allíesteroî. Sullo sfondo síintravede perÚ una divaricazione tra cultura per una comunitý-diaspora, sempre pi˜ esigente in campo linguistico e culturale, e le offerte culturali prestigiose rivolte ad una utenza diversa.

Se il progetto Ë di ridurre líinvestimento a favore degli italiani allíestero per far posto ad interventi promozionali del made in Italy a scopi puramente commerciali líItalia corre un grosso rischio: quello di emarginare una comunitý che si batte per continuare a trasmettere la lingua e la cultura italiana, ma che si vede privata dei mezzi e degli strumenti necessari per farlo. Un rischio che oltretutto provocherebbe un danno economico incalcolabile per il sistema Italia.

Franco Narducci, Segretario Generale del CGIE 

 

ìIN ITALIA DA TERRE LONTANEî ñ CONVEGNO A ìLA SAPIENZAî DI ROMA

Organizzato dal Dipartimento di Sociologia e Comunicazione (M.I.Ri.S. (Master in Immigrati e rifugiati) dellíUniversitý degli Studi di Roma ìLa Sapienzaî, in collaborazione con líUniversitý degli Studi di Napoli ìFederico IIî ñ Dipartimento di Sociologia e con líI.R.P.P.S. ñ Istituto Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del CNR, si terrý a Roma, nei giorni 12 e 13 maggio prossimi, presso il Centro Congressi díAteneo, Via Salaria 113, un convegno dal titolo ìIn Italia da terre lontaneî ñ Tendenze al ritorno o al radicamento da parte dei flussi migratori?

Questo il programma:

LUNEDIí 12 ñ I SESSIONE:

ìRiflettendo sul temaî

- h.10,00:

Maria I. Macioti, Universitý degli Studi di Roma ´La Sapienzaª, Dir. Master in ìImmigrati e Rifugiatiî, 

Presentazione e saluti

Presiede: Franco Pittau, Dossier Statistico della Caritas

- h.10,20 Franco Ferrarotti, La convivenza delle culture

- h.10,40 Catherine Withol de Wenden, C.E.R.I. (Centre díEtudes et de Recherche International, Parigi)  Nuove tendenze dei flussi in Francia

- h.11,00 Maurizio Ambrosini, Universitý degli Studi di Genova, Tra necessitý e reticenza. Sviluppi e contraddizioni del modello italiano di immigrazione

- h.11,20 Giorgio Alessandrini, Presidente dellíOrganismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione sociale degli stranieri CNEL (Consiglio Nazionale dellíEconomia e del Lavoro), Gli indici di inserimento degli immigrati in Italia: aspetti generali e territoriali

- h.11,40 Antonio Ragonesi, A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani ) - Progetto Integ.RA

- h.12,00: Presentazione del volume di M.I.Macioti e E.Pugliese, Líesperienza migratoria. Immigrati e rifugiati in Italia, Laterza, Roma-Bari 2003

Presiede: Amedeo Piva, direttore delle politiche sociali delle FS

Ne discutono: Marcello Natale, Universitý degli Studi ´La Sapienzaª; Annamaria Rivera, Universitý degli Studi di Bari; Della Passarelli, Casa Editrice Sinnos.

II sessione: ìEsperienze di ricercaî

Presiede: Maurizio Ambrosini, Universitý degli Studi di Genova

- h.15.00 Enrico Pugliese, Universitý di Napoli Federico II, direttore IRPPS-CNR, La stabilizzazione degli immigrati. Lavoro, famiglia, servizi.

- h.15,15 Domenico Maddaloni,  e Giuseppe Ponzini, IRPPS-CNR, Salerno,  Welfare locale e servizi per gli immigrati in Italia: la Campania

- h.15,30 Elena Spinelli, C.LA.S.S. (Corso di Laurea in Servizio Sociale) e Pilar SARAVIA, No.Di,  Utenti donne: líesperienza in un servizio a Roma

- h.15,45 Emmanuela C. Del Re, Universitý degli Studi di Roma ´La Sapienzaª, Donne cinesi imprenditrici a Roma: un caso di radicamento

- h.16,00 Yan Jyieng, Direttrice, Un periodico romano: ìIl tempo Europa Cinaî 

- h.16,15 Christopher Hein, Direttore CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati), Rifugiati: dinamiche di integrazione e processi di radicamento, 

- h.16,30 Rima Boussouf, La mia esperienza in Italia

- h.16,45 Luigi Perrone, Universitý degli Studi di Lecce, Il ritorno come radicamento

- h.17.00 Milena Gammaitoni, Universitý degli Studi di Roma, ´La Sapienzaª, Líorchestra internazionale di Piazza Vittorio a Roma: un segno di radicamento?

- h.17,20 Líorchestra di Piazza Vittorio ìApollo 11î

- h.18,00: Presentazione del Dossier Caritas in lingua inglese

Presiede: Claudia Zaccai

Alessandra Atti Di Sarro, TG3, e Ugo Melchionda, IOM/OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni)

MartedÏ 13  - III sessione: ìQuali immagini di immigrati e rifugiati sono oggi veicolate dai media?î

- h. 9,30 Presiede: Giovanna Gianturco, Universitý degli Studi di Roma, ´La Sapienzaª

Marco Binotto, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, Progetto ìEtnequal Social Communicationî

Corrado Giustiniani, Il Messaggero

Sabrina Bergamini, M.I.Ri.S. (Master in ìImmigrati e rifugiatiî)

Magdi Allam, La Repubblica

Jean Leonard Touadi, Rai Educational - Un mondo a Colori

- h.11.00: Presentazione del numero monografico 143-144 de ´La Critica Sociologicaª, dedicato a Migrazioni e politiche di welfare in USA e in Europa.

Presiede: Franco Ferrarotti.

Ne discutono: Franco Pittau, Èquipe del Dossier Statistico della Caritas diocesana di Roma, Giuliano Campioni, Universitý degli Studi di Lecce e ìAfrica Insiemeî, Paolo Zocchi, Presidente Associazione ìUnareteî,

- h.11.40 Presiede: Silvia Costa, C.N.E.L.

Idris Sanneh (Commentatore Sportivo)

Salah Methnani(RaiNews 24)

Laurent De Bai, Giornalista e Conduttore tv (Tele Editore Fornari Perugia).

Monica Goracci, IOM/OIM Roma, Project Coordinator Equal, ìLíimmagine degli immigrati in Italia, tra media, societý civile e mondo del lavoroî

Interventi di:

Mattia Vitello, Universitý Federico II, Napoli

Enrica Morlicchio, Universitý Federico II, Napoli

Maria Pipolo, Irpps-Cnr, Salerno

Daniela Floridia, CI

Segreteria organizzativa

S.I.A.R.E.S. (Societý Italiana Analisi e Ricerche Economiche e Sociopsicologiche)

Per informazioni: tel. 06-49918445; e-mail: masterimmigrati1@yahoo.it

 

MONACO: PROIEZIONE DEL FILM ìCATENACCIO IN MANNHEIMî

Sabato 17 maggio, presso il Gemeindesaal della Philippuskirche di Monaco di Baviera verrý proiettato il film di Mario Di Carlo ìCatenaccio in Mannheimî, prodotto da: ZeLIG Scuola di Documentario, Televisione e Nuovi Media  di Bolzano, della durata di 33 minuti.

ìCatenaccio a Mannheimî descrive líesistenza degli emigrati italiani in Germania. Líargomento Ë la memoria collettiva degli espatriati come conflitto fra due mondi, líItalia e la Germania.

Che cosa sanno dellíimmigrazione dei genitori i figli di quelli che furono i ìGastarbeiterî?

Il film ci mostra il viaggio personale di un emigrato di seconda generazione. Dalle strade di Mannheim durante i campionati europei di calcio del 2000 la sua strada lo porta fino al villaggio natale del padre, in Sicilia. (In lingua tedesca). Il regista sarý presente alla serata.

Contemporaneamente presso il Gemeinschaftszentrum Jungbusch di Mannheim ci sarý la rappresentazione teatrale: ìHey M”delsÖwisst ihr wasÖ?î ñ Produzione del Theatergruppe Jungbusch ñ Jugendinitiative. Una rappresentazione realizzata da Lisa Massetti per il centro Jungbusch di Mannheim, in un progetto pedagogico rivolto ai ragazzi e alle ragazze del quartiere. Cinque giovani immigrate turche mettono in scena, con gioia e furore, episodi della loro vita quotidiana in una grande cittý ìstranieraî. Il centro Jungbusch opera dal 1986 in un quartiere di Mannheim, con una grande presenza di giovani immigrati di diverse nazionalitý. Utilizza il teatro come percorso autoformativo e di socializzazione. (In lingua tedesca).

 

DOCUMENTAZIONE

 

VENEZUELA, UN PAESE IN AGONIA

di Marisa Bafile

Il Venezuela Ë giunto allíappuntamento del primo maggio con una delle pi˜ gravi crisi economiche, politiche e sociali della sua storia. La disoccupazione ha raggiunto livelli superiori al 20 per cento e líeconomia informale occupa circa il 55 per cento della forza lavoro. Tra le ditte, soprattutto quelle piccole e medie, Ë uníecatombe. Nel corso del 2002 pi˜ di cinquemila hanno chiuso i battenti. Lo sciopero generale indetto dallíopposizione nello scorso dicembre ha contribuito ad accentuare la depressione e attualmente una misura restrittiva nellíerogazione dei dollari le sta definitivamente strozzando. Da pi˜ di tre mesi nessuna impresa venezuelana, neanche quelle che producono alimenti o medicine, riceve un solo dollaro. Si prevede che tra pochissime settimane non ci saranno pi˜ latte in polvere nË farina per il pane e sono ormai moltissimi i farmaci che sono scomparsi dal mercato. Da pi˜ di dieci anni il Venezuela Ë impantanato in gravi crisi economiche. A poco serve che sia il quinto produttore di petrolio del mondo, poco lo aiutano le sue immense risorse minerarie e líestensione di terra fertile. Governi pi˜ o meno corrotti, pi˜ o meno inetti, hanno contribuito ad erodere il benessere dei venezuelani, ad accrescere le sacche di povertý. Tuonando, con parole di una violenza premonitrice, contro líinettitudine e la corruzione dei passati governi nelle elezioni del 1998 si Ë presentato al paese, come uníalternativa possibile, líattuale Presidente Hugo Ch·vez. Lo stesso che nel í92 aveva capeggiato un colpo di stato per togliere dal potere il Presidente Carlos AndrÈs PÈrez. Fu quella la prima volta che apparve sugli schermi di tutto il paese il volto del tenente colonnello che oggi Ë Presidente della Repubblica. Il colpo di stato, secondo sue dichiarazioni, era stato preparato e sognato durante 10 anni. Una volta alla presidenza le speranze di benessere e pace sociale, di lotta alla corruzione e alla delinquenza, si sono diluite poco a poco nel corso dei primi due anni di governo. Rare voci, in quei primi due anni, si levavano per denunciare una pratica politica che scivolava inesorabilmente verso líautoritarismo e soprattutto brillava per incapacitý di gestione della cosa pubblica. Irregolaritý nella costituzione di poteri pubblici tanto fondamentali come quelli del ìFiscal General de la Rep™blicaî, ìContralorî, ìDefensor del puebloî, giustificati dallíemergenza della transizione, sono passate nonostante le denunce di giuristi e tra líindifferenza generale. Il popolo venezuelano, poco avvezzo a occuparsi di politica, non ha rinunciato a vacanze nÈ a week end per andare a votare nelle otto elezioni indette dal governo, convinto che, superato quel momento di transizione, il paese avrebbe trovato un cammino di pace e di prosperitý. Il risveglio da questo sogno Ë stato brusco e doloroso. Una popolazione festaiola e qualunquista ha capito che la sua vita si stava disgregando e che era necessaria la partecipazione. Il 2002 Ë trascorso tra scioperi, serrate, manifestazioni, morti e feriti. Un tentativo di colpo di stato, avvenuto lí11 aprile del 2002, ha coinvolto anche un importante gruppo di militari. Ma il governo non ha mai ceduto. Ch·vez, uscito di scena per meno di 48 ore, Ë tornato al potere e, dopo poco tempo, il suo discorso ha ripreso i toni violenti del passato. Come se non fosse accaduto nulla. Lí11 aprile del 2003 i suoi sostenitori hanno festeggiato il ritorno del Presidente con una grandissima manifestazione alla quale hanno partecipato personaggi legati ai movimenti di sinistra pi˜ radicali di tutto il mondo. Primo fra tutti Ramonet, direttore di Le Monde Diplomatique. Cíera anche Hebe Bonafini in rappresentanza delle Madri di Plaza de Mayo. Una presenza che ha fatto male ai rappresentanti della sinistra venezuelana che, per un 80 per cento, Ë schierata allíopposizione. In quegli stessi giorni rappresentanti storici della sinistra del paese hanno organizzato un forum per spiegare agli invitati stranieri la realtý di un governo che, lungi dal poter essere catalogato di sinistra, sta screditando la vera sinistra e non ha fatto assolutamente nulla per migliorare le condizioni di vita delle classi pi˜ povere. » riuscito solamente a creare un nemico e a far sognare la vendetta. Troppo poco per riempire lo stomaco di una popolazione sempre pi˜ affamata, troppo poco per consolare i familiari delle vittime uccise dalla delinquenza in quella che Ë una guerra molto pi˜ sanguinaria di tutte le guerre che si combattono nel continente. Ogni fine settimana il numero dei morti ammazzati in Venezuela oscilla attorno alle 100 persone.

Senza parlare di tutti coloro che muoiono nelle corsie di ospedali che possono contare solamente sulla mistica di lavoro di medici mal pagati. Nella zona di Guayana, una delle pi˜ ricche del paese per i giacimenti minerari, la mortalitý infantile da 19 per mille Ë arrivata a 77 per mille. I medici non hanno neanche le siringhe, le apparecchiature per esami radiologici sono ferme per mancanza di materiale e lo stesso vale per i laboratori di analisi e tutto il resto.

A Guasdualito, zona di frontiera, passaggio di guerriglieri e paramilitari, si puÚ contrattare un sicario per 10 dollari. La vita si svaluta giorno dopo giorno. La parola diritti umani non ha alcun significato. Non esistono diritti umani per nessuno, nÈ per il cittadino comune che rischia di restare ucciso da un delinquente affamato, nÈ per i carcerati che nellíinferno delle galere, muoiono per rese di conti, per fame, per malattie infettive e sono sottoposti ad ogni tipo di vessazione da chi li dovrebbe proteggere. La giustizia Ë lenta e costosa. La corruzione impazza senza freni. Sui mezzi di comunicazione si moltiplicano le denunce. Inutilmente. Nellíaria si respira una forte depressione e sembra che il cittadino comune abbia perso la capacitý della sorpresa, dellíindignazione.

In un panorama cosÏ buio líunica speranza di soluzione pacifica ed elettorale Ë il referendum revocatorio previsto dalla Costituzione e che dovrebbe essere indetto a partire dal 19 agosto, giorno in cui si compie la metý del mandato presidenziale. Un preaccordo concertato nel tavolo di negoziazione presieduto dal Segretario generale dellíOSA CÈsar Gaviria, Ë stato rifiutato allíultimo momento dalle forze del governo per ordine del Presidente Ch·vez e del partito MVR da lui fondato. Ma il referendum Ë previsto dalla costituzione e il governo puÚ solo allontanarlo nel tempo. Per prepararsi meglio. E giý si incominciano a denunciare brogli elettorali. Il registro elettorale apparentemente si sta arricchendo di stranieri (ecuadoriani, colombiani, cinesi) che il governo starebbe ìimportandoî per assicurarsi una maggioranza di voti. I partiti cercano di ricostituirsi e di crearsi una credibilitý che permetta loro di riprendere le redini di uníopposizione demoralizzata e sempre pi˜ arrabbiata. Rabbia e disperazione che potrebbero esplodere in manifestazioni violente. Il futuro Ë molto incerto e intanto il Venezuela Ë in agonia.

Il mondo non puÚ restare indifferente. Le forze democratiche di sinistra non possono far finta di non sapere. Oggi pi˜ che mai Ë importante la presenza del mondo e in particolare dellíEuropa per evitare altra violenza, altro sangue in Venezuela e aiutare le forze democratiche a risolvere la crisi in forma pacifica.

 

Cosa sta succedendo allíAvana 

LA SINDROME DELLíASSEDIO

di Gianni Miný

Un editoriale Wayne Smith, ex responsabile dellíUfficio di interessi degli Stati Uniti allíAvana durante la presidenza di Jimmy Carter, che ha scritto recentemente sul Boston Sentinel per denunciare il maldestro tentativo del governo di Washington di indicare Cuba come un paese terrorista, mi spinge a scrivere per raccontare una storia che aiuterý molti a capire cosa sta effettivamente succedendo in questo momento nellíisola e, forse, spingerý i pi˜ critici ad avere una maggiore onestý intellettuale nel giudicare. Il saggio uscirý fra qualche giorno nel n. 82 della rivista Latinoamerica.

Wayne Smith, ora docente universitario, non era solo il secondo segretario dellíambasciata Usa quando John F. Kennedy decretÚ, nel í62, líembargo a Cuba -mai pi˜ annullato- ma, alla fine degli anni í70 era il diplomatico che condusse, per conto del presidente Jimmy Carter, líunico tentativo di pacificazione tra Washington e líAvana in 40 anni. "Eravamo vicini allo storico accordo ñ mi ha rivelato Wayne in una recente intervista-  ma poi Reagan, con líaiuto di George Bush sr., battË alle elezioni Carter e tutto sfumÚ. Peccato, avremmo evitato 25 anni di ulteriori tensioni".

Wayne Smith non ha mezze misure nel denunciare líambigua politica messa in atto dal nuovo presidente degli Stati Uniti nel tentativo di creare disagio politico dentro Cuba o, addirittura, giustificare in futuro uno sciagurato intervento: "Uno dei pilastri su cui si fonda la politica cubana dellíamministrazione Bush ñspiega líex diplomatico-  Ë líasserzione che quello della ìRevolucionî Ë uno Stato terrorista che serba intenzioni ostili nei nostri confronti. Altrimenti, perchÈ dovremmo non avere relazioni con Cuba, come li abbiamo con la Cina, il Vietnam ed altri Stati non democratici? Il problema Ë che il nostro Governo attuale non riesce a trovare nemmeno un briciolo di prova credibile, per dimostrare la sua tesi. (Ö) Bush non ha nessun interesse a un dialogo con Cuba, che senza discussioni ha sempre combattuto il terrorismo. PerchÈ questo potrebbe offendere gli esiliati della Florida, che sostengono la linea dura contro líAvana, e tutto ciÚ potrebbe far perdere voti al fratello del presidente nelle elezioni alla carica di governatore dello Stato. (Ö) Ma sostenere che Cuba Ë uno Stato terrorista mina la nostra credibilitý, laddove ne abbiamo pi˜ bisogno, nella lotta contro i veri terroristi".

Quella che voglio raccontare quindi Ë proprio una storia che spiega questo clima, una storia di quelle che perÚ faticano a trovare spazio sui giornali perchÈ, nellíepoca della guerra ìcontinuaî o ìpreventivaî, non concede alcuna giustificazione alla politica dellíattuale governo degli Stati Uniti.

Solo pochi giorni fa, allíinizio di aprile, Ë stato sospeso il carcere spietato, quello che si sconta ne ìel huecoî (il buco, ìla cassaî, come lo chiamano i detenuti latinoamericani) a cinque cubani arrestati negli Stati Uniti per cospirazione e condannati a pene tombali come quella di Gerardo Hernandez, un grafico e vignettista, ritenuto il capo del gruppo che dovrebbe scontare nel carcere di Lompok, in California, una pena pari a due ergastoli pi˜ 15 anni.

Dopo 33 mesi di attesa per il giudizio, 17 dei quali in isolamento e un mese di ìhuecoî, il ritorno dei cinque cubani ad una cella normale Ë avvenuto grazie ad una campagna internazionale alla quale hanno partecipato molti liberals nordamericani, perfino diversi deputati laburisti inglesi e Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana, premio Nobel per la letteratura, ma nessun rappresentante di partiti progressisti italiani.

Líîhuecoî, per spiegare meglio, Ë un buco di due metri per due dove bisogna stare senza scarpe, in mutande e maglietta; non si sa quando Ë giorno o notte, perchÈ la luce Ë accesa ventiquattrore su ventiquattro; non si ha nessun contatto umano, neppure con i carcerieri e bisogna sopportare le grida continue di chi Ë recluso in quel braccio, riservato ai prigionieri molto aggressivi. Non era questo certo il caso di Gerardo Hernandez che, con i suoi compagni, si era solo rifiutato, nel processo tenutosi a Miami alla fine del 2001, di ìcollaborareî con la Corte. Aveva ammesso, come gli altri, alla vigilia del dibattimento, di essere un agente dellíintelligence cubana, da anni in Florida per scoprire chi organizzava gli atti terroristici contro il suo Paese. Ma líFbi voleva, in cambio della libertý promessa, che facessero dichiarazioni contro Cuba, sostenendo che il loro paese era un pericolo per gli Stati Uniti e che si erano infiltrati per ottenere, in realtý, informazioni sulla sicurezza nazionale Usa. Tutti autonomamente avevano deciso a quel punto di non collaborare e la loro fermezza aveva spiazzato la giuria. "PerchÈ ñspiegaronoñ dovremmo contribuire a far del male al nostro Paese dopo che per anni abbiamo lasciato i nostri affetti, la nostra vita, per cercare di difenderlo?î"

Gerardo Hernandez, Antonio Guerriero, RenÈ Gonzales, Fernando Gonzales e Joaquin Mendez, si erano infiltrati negli anni í90 nelle organizzazioni paramilitari degli anticastristi di Miami che, dalla Florida, da tempo, organizzavano attentati contro Cuba per boicottare il turismo, vero motore della ripresa economica dellíIsola.

La novitý clamorosa e inquietante consisteva nel fatto che gli Stati Uniti (pronti a giustificare qualunque azione in nome della lotta al terrorismo per la sicurezza interna) nascondessero, nelle pieghe pi˜ oscure della loro societý, dei criminali pronti a esportare attentati in paesi come Cuba, per giunta definiti ìstati canagliaî o addirittura conniventi con il terrorismo. In uno di questi attentati (dopo che le vittime erano state pescatori, contadini, agenti della guardia costiera, militari di leva) era  morto, il 4 settembre del í97 allíHotel Copacabana dellíAvana, anche un cittadino italiano, il giovane imprenditore Fabio Di Celmo, per una carica esplosiva messa da un tal Cruz, un salvadoregno ingaggiato da Luis Posada Carriles (vecchio specialista di operazioni sporche) al servizio, come il suo amico Orlando Bosh, della Fondazione cubano-americana di Miami. Questi due compari erano stati coinvolti anche nellíabbattimento dellíaereo di linea cubano nel 1976, al largo delle Barbados e nellíattentato al cancelliere cileno Letellier, a Washington, senza che nessun giudice nordamericano li avesse mai disturbati. Eí facile pensare, a questo punto, cosa sarebbe successo se questa trama avesse avuto un percorso inverso, cioË se qualcuno, dallíisola, si fosse messo a organizzare azioni delittuose negli Stati Uniti. Suscita quindi disagio constatare la precarietý con la quale, da quarantíanni, deve convivere Cuba, non solo per líimmorale embargo economico, condannato nel novembre scorso per la decima volta consecutiva dallíOnu (unici voti contrari, quelli degli Stati Uniti, Israele e delle Isole Marshall), ma anche per il blocco mediatico che minimizza queste storie e le elude. Cinicamente infatti si passa sopra al fatto imbarazzante che un piccolo paese, per anni, abbia dovuto preparare alcuni cittadini a rinunciare alla propria esistenza, per assicurare la sopravvivenza a tutti e, se nel caso, vivere uníaltra vita, con un altro nome, uníaltra casa, altri amici, tagliando per chissý quanto tempo (a volte per sempre) ogni legame con le proprie radici, con il proprio passato e i propri affetti.

Una storia di questo tipo, un poí pirandelliana, Ë quella, per esempio, di RenÈ Gonzales, uno dei cinque cubani condannati, che aveva anche il passaporto nordamericano essendo nato negli Stati Uniti, figlio di un operaio metallurgico emigrato a Chicago e di una madre cubana, la cui famiglia veniva dal Nord Virginia. I nonni ed anche i genitori, forse per spirito patriottico, decisero di tornare a casa dopo lo sbarco fallito, nel í61, alla Baia dei Porci da parte degli anticastristi sostenuti dalla mafia, ma abbandonati, allíultimo momento, dal governo di John Kennedy. Forse quella decisione costÚ anche la vita al presidente della Nuova Frontiera. Ma questa Ë uníaltra storia.

RenÈ, cresciuto nei miti della Rivoluzione, diventa pilota díaereo e istruttore di volo, mentre suo fratello Roberto si laurea in Legge. Ma un giorno, a sorpresa per tutti, RenÈ lascia la moglie e la figlioletta, dirotta un aereo addetto alla fumigazione dei campi e se ne va negli Stati Uniti dove viene accolto come un eroe perchÈ ha lasciato dietro le spalle il comunismo di Fidel.

A Miami, come per gli altri quattro compagni arrivati in Florida nei modi pi˜ disparati, comincia una nuova vita. Si infiltrano nelle organizzazioni terroristiche, in particolare in quella degli ìHermanos al rescateî (ìFratelli per il riscattoî) che ufficialmente si dedicavano al recupero dei ìbalzerosî (i profughi) ma, in realtý, organizzavano attentati di cui il loro capo, JosË Basurto, spesso si vantava anche pubblicamente e mettevano in atto provocazioni come quella di violare continuamente lo spazio aereo cubano con piccoli velivoli da turismo dai quali lanciavano, a bassa quota, volantini che incitavano alla sommossa. Proprio sulla pericolositý di queste azioni, il Governo dellíAvana, messo allíerta dalle informative proprio di RenÈ e del suo gruppo, aveva inviato al Governo degli Stati Uniti ben 23 note diplomatiche, prima che accadesse líincidente dellíabbattimento di due di questi veicoli da parte della contraerea cubana. I ìFratelli per il riscattoî non solo violavano ormai in modo plateale lo spazio aereo, ma avevano cominciato ad inserirsi anche nelle frequenze radio delle torri di controllo degli aeroporti di LíAvana e Varadero, mettendo in serio pericolo le manovre di decollo e atterraggio degli aerei di linea. Al processo, militari degli Stati Uniti come il col. Eugene Carol e funzionari dellíamministrazione Clinton come Richard Nunzio, convocati dalla difesa, avevano testimoniato di aver avvisato Basurto che, come ha affermato uno di loro, ìi cubani avevano perso la pazienzaî. Dal dialogo con la torre di controllo dellíaeroporto di Opaloca non risulta invece che Basurto avesse avvisato i due compagni di avventura, poi abbattuti nellíultima incursione, della pericolositý alla quale la situazione era arrivata.

Dopo sei anni di questo delicato lavoro, RenÈ, intanto, era riuscito a farsi raggiungere dalla famiglia. E cosÏ, dopo dodici anni, aveva messo al mondo uníaltra figlia. Ma Ë quella anche líepoca in cui Fidel Castro e Bill Clinton, preoccupati, avevano cercato e trovato un dialogo diplomatico per una comune lotta al terrorismo.

CosÏ il governo dellíAvana, nel giugno del í98, aveva trasmesso alla Fbi i resoconti avuti dal gruppo che agiva in Florida per disinnescare il terrorismo. Ma, a sorpresa, qualche mese dopo, quei documenti serviranno per far arrestare le cinque fonti dellíIntelligence cubana.

Il primo processo, un poí kafkiano, alla fine del 2001, si Ë svolto a Miami dove ben 17 avvocati designati dalla Corte hanno rifiutato líincarico temendo le ripercussioni che poteva avere sul loro lavoro il fatto di aver difeso ìuna spia cubanaî proprio nello stato dove la comunitý anticastrista Ë pi˜ numerosa e aggressiva. "Giý per questo antefatto ñha sottolineato Paul McKenna, líavvocato díufficio di Gerardo Hernandez- il giudizio secondo le nostre leggi non si sarebbe potuto svolgere a Miami."

Nel corso del dibattimento poi, lo stesso pubblico ministero aveva dovuto riconoscere che i cinque cubani non avevano avuto accesso allíinformazione sulla sicurezza nazionale, tanto che non aveva potuto accusarli di spionaggio, ma di ìcospirazione al fine di commettere spionaggioî, cioË li aveva incolpati di avere intenzione di commettere un reato. Malgrado questo aborto giuridico, la giuria li ha condannati a pene tombali come mandanti dellíabbattimento dei due velivoli dei ìFratelli per il riscattoî, uníazione decisa dalla contraerea cubana in risposta alle provocazioni.

Ora, il processo di appello si farý ad Atlanta. Leonard Weinglass, prestigioso difensore dei diritti civili, che ha assunto la difesa di Antonio Guerrero, ha dichiarato: "Il governo degli Stati Uniti li ha sottoposti a giudizio, perchÈ si stavano avvicinando troppo al mondo dei suoi terroristi". E, riguardo alla condizione carceraria dei cinque cubani, ha aggiunto che erano le peggiori che avesse mai visto. Pi˜ brutte di quelle del suo vecchio cliente, Mumia Abu Jamal, il giornalista e leader nero di Chicago che aspetta ancora di conoscere la sua sorte in un braccio della morte.

Ora, Direttore, ho voluto raccontare questa storia perchÈ, mi sembra, spieghi con chiarezza il clima della politica decisa da George Bush jr. verso Cuba e che ha fatto reagire il governo di líAvana, purtroppo, con la ben nota sindrome dellíisola assediata. Ma 3 dirottamenti di velivoli in pochi giorni, il tentativo violento di deviare il corso del ferryboat in servizio nella baia di líAvana risoltosi, dopo molte ore di paura, con la cattura e la condanna a morte degli autori del gesto, sono segnali di una strategia che ha a che fare non tanto con la dissidenza cubana, ma molto con i piani che Bush e il suo gabinetto hanno, in un prossimo futuro, anche per Cuba.

PoichÈ sono contro la pena di morte, non posso accettare le condanne alla pena capitale degli autori del sequestro del ferryboat di Regla, ma Ë anche, sicuramente, inaccettabile la scelta di una strategia della tensione fatta da Bush jr. con líinvio allíAvana di un responsabile dellíUfficio di interessi, James Cason, che non ha líetica di un vecchio diplomatico democratico come Wayne Smith.

Cason Ë andato a Cuba con líintento dichiarato (in imbarazzanti conferenze stampa) di sovvertire e di creare una situazione di scontro nel Paese. E ha fatto anche di pi˜: ha incominciato a gestire, dal suo ufficio, ìun traffico di dissidentiî comprando coscienze a basso prezzo: un computer, un poí di dollari in contanti, qualche radio ricetrasmittente che hanno rivelato i suoi veri obiettivi. Uníoperazione inquietante perchÈ ha messo in crisi anche i dissidenti sinceri, quelli che non hanno avuto bisogno dei dollari per fare delle scelte. Ma, pi˜ che altro, questo aggressivo funzionario dellíamministrazione Bush, ha la responsabilitý di aver scatenato, purtroppo, una reazione durissima da parte dello stato cubano. A quale obiettivo mira? La democrazia, si sa, non si afferma comprando le persone.

Per questo mi ha colpito negativamente quella sinistra italiana, che si autodefinisce riformista e che legittimamente non dý tregua ai comportamenti della rivoluzione cubana e li stigmatizza quando questa eccede in decisioni illiberali, ma tace sempre su questi attacchi subiti da Cuba, su questi attentati al diritto di autodeterminazione dei popoli. Questi riformisti dimenticano anche quello che sta facendo líattuale governo degli Stati Uniti che, in meno di un anno e mezzo (come ha sottolineato Noam Chomsky) si Ë negato a firmare pi˜ di dieci trattati di tutela dei diritti civili e umani che hanno trovato díaccordo, invece, la maggior parte dei paesi del pianeta. Non hanno nemmeno denunciato la preoccupante abolizione, di fatto, dellíistituto dellíhabeas corpus, che ha condannato alla galera, finora negli Stati Uniti, pi˜ di duemila persone senza uníaccusa specifica e senza che nÈ parenti, nÈ avvocati riescano a sapere nulla della loro sorte. Sono stati giudicati? Come? Quando? PerchÈ? Sono state forse giustiziati, conformemente alla norma, alla ìlicenza di uccidereî voluta da Bush jr. subito dopo lí11 settembre?

Per riuscire ad essere credibili nelle nostre richieste di maggior democrazia a Fidel Castro, non possiamo dimenticare questa crudele realtý e nemmeno le violazioni sistematiche dei diritti umani in paesi come la Colombia, il Guatemala, il Per˜, la Bolivia, lo stesso Messico e altri paesi latinoamericani o asiatici (Birmania, Indonesia), dove noi facciamo finta di credere sia tornata la democrazia solo perchÈ si vota, o sono nazioni convenienti alle nostre economie.