EMIGRAZIONE NOTIZIE N.19 ñ 21 MAGGIO 2003
CIAMPI IN SVIZZERA: INDIRIZZO DI SALUTO DI NARDUCCI
MESSAGGIO DELLE COLONIE LIBERE ITALIANE AL PRESIDENTE CIAMPI IN VISITA IN SVIZZERA
LA FIEI SUI REFERENDUM DEL 15 GIUGNO 2003
REFERENDUM - NARDI: UNA DATA
STORICA PER TUTTI I CITTADINI ITALIANI ALLíESTERO
REFERENDUM ñ CISL-INAS: NO AD STRATTE BATTAGLIE DI PRINCIPIO SUI
DIRITTI DEI LAVORATORI
REFERENDUM 15 GIUGNO
2003: PER COSA SI VOTA ñ CHI VOTA ñ COME SI VOTA
REFERENDUM: ASSEMBLEA
INFORMATIVA A LUCERNA
Eí NATA LíASSOCIAZIONE
ìNUOVE GENERAZIONI VENETE IN URUGUAYî
STRASBURGO: NAPOLITANO E
PITTELLA INCONTRANO DELEGAZIONE GIOVANI CAMPANI E LUCANI
INIZIATIVE DEI DS CON GLI
ITALIANI IN BRASILE E INTESA CON
IL PARTIDO DOS TRABALHADORES
AUSTRALIA/PREVIDENZA -
NUOVA BANCA Ö NUOVI PROBLEMI
COMMEMORAZIONE IN ITALIA
DELLA RIVOLUZIONE DEL 1810 IN ARGENTINA
LILLIPUT PROMUOVE LA
GIORNATA NAZIONALE DELLíAUTO-BOICOTTAGGIO
GLI ISTITUTI DI CULTURA EUROPEI DI LISBONA CELEBRANO LA GIORNATA
DELLíEUROPA
TORINO: ALLA FIERA DEL LIBRO PRESENTAZIONE DEGLI SCRITTORI
ITALO-CANADESI
DOCUMENTAZIONE
NUOVI STUDI E TESTIMONIANZE SULLíEMIGRAZIONE
BERNA ñ CIAMPI: LA VOSTRA PRESENZA COSIí RADICATA NELLA
SOCIETAí SVIZZERA ASSOLVE UNA PREZIOSA FUNZIONE DI PONTE
Pubblichiamo
il testo integrale dellíintervento del Presidente della Repubblica Ciampi
allíincontro con la collettivitý italiana in occasione della visita di stato in
Svizzera del 14 maggio 2003:
ìCari
Connazionali, sono molto lieto di trovarmi oggi tra di Voi. Rappresentate una
delle collettivitý italiane allíestero pi˜ importanti e significative per la
molteplicitý di attivitý e díesperienze che contraddistingue la vostra presenza
in questo Paese.
In
Parlamento dopo la mia elezione a Presidente della Repubblica, dissi che gli
Italiani allíestero sono parte integrante della Nazione.
Un
aspetto molto gratificante delle mie funzioni come Presidente della Repubblica
Ë stato proprio quello di amplificare questo messaggio ovunque io mi sia
recato: in Europa, in America Latina, in Africa.
Negli
incontri con i miei compatrioti, vicini o lontani, ritrovo sempre i caratteri
solidi e duraturi della nostra gente: la tenacia, la laboriositý, la
creativitý, la modestia; ritrovo il senso dellíunitý famigliare; ritrovo quella
solidarietý e tolleranza che sono essenziali non solo nella vita di una
famiglia e di una comunitý ma anche nel funzionamento della Comunitý
Internazionale
La
collettivitý italiana in Svizzera Ë tuttora la pi˜ consistente presenza
straniera nel Paese.
Le
sue origini non sono dissimili da quelle di altre collettivitý italiane sparse
in tutto il mondo: dalla metý dellí800 fino agli inizi degli anni ë60 gli
italiani hanno cercato in Svizzera lavoro, dignitý, speranza; spesso hanno
accettato molti sacrifici.
Oggi
questa comunitý puÚ guardare con serenitý al proprio futuro.
Decenni
di operositý, dignitý, serietý, non passano invano: sacrifici dei vostri nonni
e dei vostri genitori hanno germogliato e sono stati ricompensati.
Ne
sono indici non tanto il benessere che avete raggiunto quanto, e ancor pi˜, il
rispetto e la stima che vi siete guadagnati.
La
vostra presenza cosií radicata nella societý svizzera assolve una preziosa
funzione di ponte, culturale e sociale, fra la Confederazione e líUnione
Europea; favorisce il consolidamento di una comune appartenenza e coscienza
europea.
Il
Presidente della Confederazione mi ha parlato con apprezzamento del contributo
dato dagli Italiani allo sviluppo ed alla prosperitý della Svizzera.
Voglio
ricordare che, quando nel settembre del 2000 líelettorato svizzero respinse, con
oltre il 63% dei suffragi, líiniziativa referendaria per ridurre la popolazione
straniera residente nel Paese, tale risultato fu reso possibile anche grazie
alla feconda integrazione ed al costruttivo esempio della collettivitý
italiana.
Il
nostro incontro si tiene alla vigilia di un evento importante per tutti gli
italiani: con le votazioni per il referendum del 15 giugno, per la prima volta,
gli italiani allíestero parteciperanno concretamente alla vita politica del
Paese.
Eí
il punto di arrivo di un lungo e complesso iter che ha portato al
riconoscimento degli italiani allíestero quale parte attiva del Paese, a tutti
i livelli.
Sono
lieto che líesercizio del voto per gli italiani allíestero sia diventato
finalmente realtý.
Il
legame fra gli italiani in Svizzera e líItalia si Ë mantenuto vivo non solo
attraverso il richiamo esercitato dalla cultura e dallíidentitý italiane ma
anche nellíambito di una comunanza linguistica.
Questa
comunanza arricchisce la collaborazione tra i nostri due Paesi.
Eí
nostro dovere, oggi, incoraggiare anche fra i pi˜ giovani, che a volte
conoscono poco il paese díorigine, la saldezza di questo vincolo.
La
diffusione della lingua italiana svolge un ruolo centrale in questo rapporto.
In Italia la nostra lingua Ë stata strumento di coesione nazionale ancor prima
che si formasse lo Stato. Eí veicolo di civiltý, di cultura, apre la porta ad
un patrimonio di sapere inestimabile. Si Ë affermata negli scambi, nelle
scienze, nei rapporti tra popoli.
Mi
rivolgo soprattutto ai giovani: siate fieri delle Vostre origini, mantenete
salda la Vostra identitý, adoperatevi per il consolidamento dei legami con il
Paese che vi ospita.
In
questo modo darete un apporto unico alla costruzione di una societý
autenticamente europea, fondata sulla libertý e sulla tutela delle diversitý
culturali.
Abbiate
fiducia nellíItalia. Le qualitý che hanno dato dignitý allíemigrazione italiana
sono profondamente radicate nel nostro popolo; non saremmo oggi un membro
autorevole della comunitý internazionale se non avessimo saputo, in tutte le
pi˜ significative tappe della nostra vita pubblica, far prevalere la voce
dellíequilibrio, della saggezza: in altre parole, la forza antica di cui ci parlava Giacomo
Leopardi.
Queste
doti sono rimaste il tratto fondamentale, dal Medio Evo ad oggi, dello spirito
italiano, hanno fatto crescere líItalia ed hanno costituito il prezioso apporto
italiano alla maturazione dello spirito europeo.
Grazie
ancora, cari connazionali, per avere trasformato líemigrazione in un fattore di
progresso e di sviluppoî.
CIAMPI IN SVIZZERA: INDIRIZZO DI SALUTO DI NARDUCCI
In
occasione della visita di Stato in Svizzera del Presidente Carlo Azeglio
Ciampi, Franco Narducci, Segretario generale del CGIE, gli ha rivolto un saluto
nellíincontro che il Presidente ha avuto con la collettivitý italiana.
Questo
il testo:
ìIllustre
e caro Presidente, ho l'onore di porgerLe il cordiale e affettuoso benvenuto
della comunitý italiana in Svizzera, una comunitý numerosa - tra le pi˜
numerose al mondo fra quelle emigrate - che, non solo per la vicinanza
geografica, guarda all'Italia con costanza e molta attenzione. Una comunitý
oggi essenziale sotto molti aspetti per lo sviluppo sociale, culturale ed
economico della Svizzera e che ha contribuito non poco a cementare il legame
che unisce i due Paesi e a rafforzarne i rapporti, come provano anche gli
indici dell'interscambio commerciale.
Abbiamo
atteso molto questo incontro, Signor Presidente, perchÈ vogliamo testimoniarLe
i sentimenti d'affetto che gli italiani residenti all'estero nutrono nei Suoi
confronti e per esprimerLe un ringraziamento che nasce dal profondo del cuore
per l'attenzione che Ella ci ha sempre riservato. Custodiamo vive nella memoria
le parole di alto significato indirizzate agli italiani all'estero nel Suo
discorso d'insediamento e quelle rassicuranti rivolte al Comitato di Presidenza
del CGIE nei momenti pi˜ difficili di quella che a ragione Ë stata consegnata
alla storia come la "cinquantennale battaglia" per l'esercizio del
voto all'estero.
Le
siamo grati Signor Presidente per i continui richiami ad affrontare con
decisione il dramma vissuto da milioni di nostri concittadini nell'America
Latina sotto il peso degli errori e delle scelte errate dei Governi locali, ma
anche in conseguenza di una mondializzazione dell'economia che non conosce
regole. Quello che inquieta di pi˜ Ë il pericolo della povertý globale che si
sta rafforzando, un tema che non possiamo far finta di ignorare anche per gli
intrecci che ha con il nostro benessere, con i processi di migrazione e con la
pace nel mondo.
Signor
Presidente, le comunitý italiane allíestero sono confrontate con i rilevanti
cambiamenti che attraversano le nostre societý quali la globalizzazione,
líeuropeizzazione, i mutamenti dello scenario economico e produttivo, le
trasformazioni del lavoro, le migrazioni, i cambiamenti culturali, i nuovi
problemi e le opportunitý che presentano anche nel nostro Paese il tratto dei
processi interculturali.
Eppure,
anche in questo contesto di apparente uniformazione globale che coinvolge le
giovani generazioni italiane all'estero Ë molto sentita la necessitý di
recuperare la cultura della memoria e di approfondire la relazione che
intercorre tra la cultura e la riscoperta delle radici. La storia c'insegna che
la catena di trasmissione dei valori culturali e dello stile di vita italiano
ha funzionato grazie a quegli emigrati poco istruiti che si rifacevano a
matrici comuni e si sono battuti per la difesa e la promozione della lingua
italiana.
Non
possiamo allora accettare un modello di politica culturale dell'Italia
all'estero, tendente ad avvantaggiare la promozione del made in Italy a scopi
puramente commerciali, a scapito degli interventi a favore di una
comunitý-diaspora, sempre pi˜ esigente in campo linguistico e culturale e che
presenta anch'essa i tratti di un grande patrimonio economico. Siamo fortemente
preoccupati, Signor Presidente, per l'aggravarsi delle difficoltý
amministrative e finanziarie che investono i corsi di Lingua e Cultura italiana
e per la cronicitý dei ritardi dei flussi finanziari, che offendono in primo
luogo la dignitý professionale dei docenti, costretti per mesi ad attendere la
retribuzione loro spettante.
Da
anni denunciamo queste inefficienze e invochiamo nuove procedure,
certificazione degli standard qualitativi e la riforma della legge quadro. Ci
chiediamo, infatti, come si possa altrimenti rendere plausibile ai figli degli
emigrati italiani il loro coinvolgimento nella scoperta della lingua e della
cultura italiana. Citando le Sue parole Signor Presidente, "non possiamo e
non dobbiamo trascurare un patrimonio di legami, di tradizioni, di
ricordi", di ritorni economici per l'Italia, che resterý tale fino a
quando le potenzialitý e i valori degli italiani emigrati e dei loro
discendenti saranno trasmessi dalla lingua italiana.
Con
la conclusione dell'iter legislativo che ha sancito l'esercizio del voto
all'estero si Ë realizzato un passaggio fondamentale: non pi˜ emigrati ma
cittadini residenti all'estero cui competono i diritti spettanti agli italiani
residenti in Patria. Il 15 giugno prossimo saremo chiamati, in ogni parte del
mondo, ad esercitare per la prima volta il diritto di voto in loco, un
appuntamento storico e un test importante per gli sviluppi futuri e per lo
sforzo organizzativo che dovrý sostenere la rete diplomatico-consolare,
decimata negli ultimi anni da una vistosa riduzione degli organici.
Gli
italiani all'estero devono esercitare il voto, perchÈ Ë importante. Anche se i
quesiti in votazione difficilmente riusciranno a stimolare la partecipazione, e
sappiamo che l'anagrafe degli italiani all'estero non Ë ancora a buon punto. »
noto, infatti, lo scarto esistente tra gli elenchi inviati dal Ministero degli
interni e le anagrafi consolari, per cui diecine di migliaia d'italiani che ne
avrebbero diritto non riceveranno il plico con le istruzioni di voto. Dobbiamo
ringraziare i COMITES - questi bistrattati organismi istituzionali di
rappresentanza - per il lavoro di sensibilizzazione che stanno svolgendo,
nonostante la caduta d'entusiasmo imputabile ad una legge scoraggiante e ai
pesanti ritardi nell'erogazione dei pochi fondi loro concessi.
Il
pensiero rivolto all'Italia non puÚ in ogni caso distoglierci dai problemi che
viviamo in questo Paese dove Ë riemerso con forza il problema del lavoro e
della disoccupazione che colpisce in special modo i pi˜ anziani. Inoltre,
líallargamento dell'Europa ha acceso il dibattito sull'eventuale estensione ai
nuovi Stati membri degli accordi bilaterali stipulati dalla Svizzera con
l'Unione Europea dei 15. Una decisione temuta per l'influsso che eserciterebbe
sul mercato del lavoro svizzero, visti i forti differenziali salariali
esistenti. La nostra comunitý, ne sono convinto, Ë schierata a sostegno della
politica di coesione economica e sociale che Ë un asse portante del processo di
integrazione e dovrý essere dotata delle risorse necessarie per continuare ad
esserlo anche nellíEuropa allargata.
Condividiamo,
Signor Presidente, i Suoi continui richiami agli impegni per rinsaldare la
politica di costruzione dell'Unione Europea, a cui Ella ha contribuito
decisamente e in cui l'Italia deve essere protagonista credibile. E
condividiamo le Sue preoccupazioni e i suoi richiami alla responsabilitý per il
clima generale in cui si sta svolgendo la vita politica del Paese, poichÈ il
rispetto delle regole e delle istituzioni sono il migliore antidoto per
sconfiggere le intransigenze ed evitare danni irreversibili al nostro Paese.
Viva
il Presidente, viva l'Italia.î
MESSAGGIO DELLE
COLONIE LIBERE ITALIANE AL
PRESIDENTE CIAMPI IN VISITA IN
SVIZZERA
Lettera aperta al Presidente Ciampi di Claudio Micheloni, a nome della Federazione delle Colonie
Libere Italiane in Svizzera. Di seguito il testo:
ìIllustre Presidente,
La Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, fondata nel
1943 da esuli antifascisti, ne ricordiamo uno per tutti: Fernando Schiavetti
Deputato allíAssemblea Costituente della Repubblica Italiana, affonda le sue
radici nellíantifascismo e nei valori della Resistenza che Lei ha difeso e che
oggi ricorda cosÏ bene alle nuove generazioni.
Illustre Presidente, la Conferenza dei Presidenti delle Colonie Libere
Italiane in Svizzera (oggi qui operano ancora 70 CLI) riunitasi a Soletta il 10
maggio 2003, nellíaugurarLe un sincero e caloroso benvenuto in occasione della
Sua visita di Stato nella Confederazione Elvetica, ha ritenuto doverLe inviare
il presente messaggio.
Tralasciamo volutamente tutti gli annosi problemi che gli italiani
allíestero incontrano quotidianamente nei rapporti con líItalia ma Ë rifacendoci
alle nostre radici storiche, democratiche che si richiamano a valori di
giustizia e solidarietý che teniamo ad esprimerLe le nostre profonde
preoccupazioni sullíattuale situazione italiana.
I continui attacchi alla magistratura, le azioni intimidatorie nei
confronti di giudici e magistrati, le leggi ad personam, la ricerca affannosa
di neutralizzare giudici e processi in corso invece di accelerare líopera dei
tribunali per uscire da una situazione insostenibile per un paese democratico,
ci preoccupano, non solo per la credibilitý nazionale ed internazionale delle
istituzioni repubblicane. Infatti con le minacce e le azioni intimidatorie
contro la libertý dellíinformazione, che in Italia vive una situazione
incompatibile con un paese democratico, ci preoccupano per líavvenire della
democrazia italiana.
La politica degli insulti, delle volgari insinuazioni, controbilanciata
dalle ipocrite smentite di politici lacchË del padrone, Ë uníoffesa alla
storia, alla cultura, ai valori difesi dalla Resistenza e dai Padri fondatori
della nostra Repubblica.
Líimmagine dellíItalia nel mondo, sempre pi˜ penalizzata da
comportamenti indegni di una classe dirigente, Ë cosa per noi totalmente
inconcepibile e inaccettabile.
Illustre Presidente, Le siamo grati per lo sforzo di garantire, nella
Sua alta responsabilitý di Presidente della Repubblica, il rispetto dei valori
fondanti della Repubblica italiana difendendo la sua Costituzione.
Siamo certi del Suo impegno in questo momento delicato per la democrazia
italiana, la Sua presenza al Quirinale rassicura e dý fiducia alla stragrande
maggioranza degli italiani dentro e fuori i confini díItalia.
Abbiamo dovuto scegliere la strada della lettera aperta, Signor
Presidente, visto che la rigiditý dellíamministrazione e del protocollo ci
impedisce di avere un incontro vero con un Presidente che tanto aspettiamo e
rispettiamo.
Appare poco comprensibile líostinazione con la quale líamministrazione
opera per rendere asettico e vuoto di contenuto líincontro del Presidente della
Repubblica italiana con gli italiani qui residenti, riducendo ad un banale
cocktail quello che invece potrebbe e dovrebbe essere un momento di intenso
scambio tra un Presidente ed i suoi cittadini che vivono fuori dallíItalia, ma
che amano e rispettano líItalia ed il suo Presidente.
Illustre Presidente, vogliamo assicurarLe la nostra solidarietý e il
nostro rispetto per il Suo operato alla Presidenza della Repubblica Italiana.
Per la Conferenza dei Presidenti delle Colonie Libere Italiane in
Svizzera
Il Presidente della FCLIS ñ Claudio Micheloniî.
LA FIEI SUI REFERENDUM DEL 15 GIUGNO 2003
Comunicato
stampa
Per
la prima volta, in occasione dei referendum sullíart. 18 dello Statuto dei
Lavoratori (licenziamenti senza giustificato motivo nelle aziende fino a 15
dipendenti ñ Legge 300 del 20 maggio del 1970) e sulle servit˜ di elettrodotto
(stabilito con regio decreto
dellí11 dicembre del 1933, n. 1775, che impone ad ogni proprietario di
concedere ìil passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche aeree e
sotterranee che esegua chi ne abbia ottenuto permanentemente o temporaneamente
l'autorizzazione dall'autoritý competenteî), diventerý operante la legge sul
voto allíestero, che consente ai cittadini italiani di votare per
corrispondenza dai paesi di residenza.
Tale
diritto rischia di essere negato a molti concittadini emigrati per
responsabilitý del Governo e segnatamente dei Ministeri degli Interni e degli
Esteri, i quali non hanno provveduto con la necessaria tempestivitý
allíaggiornamento degli elenchi anagrafici e delle liste elettorali.
Dalle
notizie che rimbalzano da diversi consolati, da molte organizzazioni degli
italiani allíestero e da singoli esponenti delle nostre comunitý, risultano
irraggiungibili tra il 20 e il 40% degli elettori, essenzialmente per il
mancato aggiornamento degli indirizzari, a dimostrazione che per le
inadempienze del Governo, ancora una volta centinaia di migliaia di italiani ñ
per essere pi˜ chiari tra 500.000 ed 1 milione - non vedranno riconosciuto nei
fatti, líeffettivo diritto di esercizio di voto.
La
FIEI rispetta le diverse manifestazioni di voto nel merito del quesito
referendario sullíArt. 18.
Esso
tocca solo in parte le condizioni degli italiani allíestero e tuttavia Ë
importante líestesa partecipazione al voto per dimostrare il valore di questa
conquista realizzata dagli italiani allíestero.
Per
queste ragioni la FIEI rivolge un appello a tutti gli elettori allíestero a
partecipare al voto sui referendum e ad intervenire sui rispettivi Consolati ed
Ambasciate per poter esercitare questo diritto.
La
FIEI richiama il Governo e i Ministri interessati ad una azione coerente ed
efficace per garantire líinformazione e il concreto diritto di voto agli
emigrati. Roma, 14 maggio 2003
REFERENDUM - NARDI: UNA DATA STORICA PER TUTTI I CITTADINI
ITALIANI ALLíESTERO
Il
prossimo 15 giugno, per la prima volta in assoluto, gli italiani allíestero
avranno líopportunitý di potersi esprimere per corrispondenza per una votazione
in Italia. Líoccasione sarý per i due referendum che si terranno,
rispettivamente sullíarticolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (estensione del
divieto di licenziamento senza giusta causa anche alle piccole aziende che
impiegano sino a quindici dipendenti) e sullíabrogazione dellíobbligo di
concedere il passaggio degli elettrodotti.
Il
prossimo 15 giugno sarý, pertanto, una data indubbiamente storica per tutti i
cittadini italiani residenti allíestero e, certamente, per gli emigrati che
hanno lottato per una vita per ottenere líesercizio del diritto di voto in loco
e che finalmente líhanno conquistato con la legge 459 del 2001.
Fatta
questa doverosa premessa, non vorrei perÚ che il referendum del 15 giugno,
essendo la prima volta che gli italiani allíestero voteranno per
corrispondenza, venisse ritenuto un test per misurare líinteresse degli
emigrati per il voto allíestero come, invece, qualcuno giý tenta di fare. CiÚ
sarebbe profondamente sbagliato e fuorviante per diverse ragioni. Eccone
alcune. Primo, perchÈ agli emigrati Ë sempre interessato, innanzitutto, di ottenere
il diritto allíesercizio in loco del voto politico per il Parlamento italiano e
non certamente per i referendum, anche se questo ulteriore diritto elettorale Ë
stato, ovviamente, ben accolto (a proposito, a quando quello per le
amministrative e per le Regioni?). Secondo, perchÈ Ë la prima volta che gli
italiani allíestero, grazie alla legge 459/2001, potranno partecipare ad una
elezione italiana votando per corrispondenza e, come a tutte le novitý, anche a
questa ci si dovrý abituare. Senza dimenticare, oltretutto, che molti italiani
emigrati saranno confrontati con il voto per la prima volta nella loro vita, se
si esclude líesperienza del voto per i Comites. Terzo, non Ë detto che tutti gli
italiani allíestero siano informati delle elezioni. Anzi! Díaltra parte se una
grande percentuale degli stessi italiani residenti in Italia, secondo alcuni
sondaggi, sono ancora oggi allíoscuro del referendum del prossimo 15 giugno, a
maggior ragione, lo possono essere gli emigrati. Quarto, le Rappresentanze
diplomatiche italiane stanno ancora cercando di concludere delle intese con
diversi Governi dove risiedono le nostre comunitý per garantire che líesercizio
del voto si possa svolgere in condizioni di eguaglianza, libertý e segretezza e
senza che alcun pregiudizio possa derivare agli emigrati italiani per il posto
di lavoro e per i diritti individuali degli elettori e degli altri cittadini in
conseguenza della loro partecipazione a tutte le attivitý previste dalla legge
elettorale. Tuttavia sembra che in alcune nazioni ciÚ sia difficile, se non
impossibile, da ottenere con probabili ripercussioni negative sulla
partecipazione al voto di tanti elettori. Quinto, i temi proposti dai due referendum
non possono certamente appassionare gli italiani che vivono allíestero (ne sono
testimoni chi, come il sottoscritto, quale operatore dellíItal-Uil, Ë a
contatto quotidianamente con le comunitý italiane). Sesto, non dimentichiamoci che per
i referendum il rifiuto ad andare a votare Ë anche uníespressione di voto
poichÈ, come noto, se un referendum non raggiunge il quorum (50% pi˜ uno dei
votanti) Ë ritenuto nullo e quindi, nella pratica, Ë come se fosse stato
respinto. Settimo, un elettore, infine, potrebbe non essere díaccordo, per esempio,
sullíarticolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e neppure sul quesito
referendario.
Quindi
va detto forte ed a chiare lettere, fin da ora, che una eventuale scarsa
partecipazione al voto referendario da parte degli italiani allíestero non
dovrý essere ritenuta assolutamente come una dimostrazione del disinteresse
degli emigrati nei confronti della politica italiana.
Il
referendum del 15 giugno sarý, invece, questo si, un vero e proprio banco di
prova per líAmministrazione dello Stato, e pi˜ precisamente per il Ministero
degli Affari Esteri, che dovrý gestire tutti gli adempimenti amministrativi
indispensabili per il voto per corrispondenza e che da tempo Ë impegnato, ma
incontrando notevoli difficoltý, sia nel completamento delle anagrafi consolari
che, insieme al Ministero degli Interni, nella formazione dellíelenco degli
elettori. Un problema che, temo (stando alle non tranquillizzanti informazioni
fornite dal Governo al Consiglio Generale degli Italiani allíEstero),
difficilmente potrý ormai essere risolto positivamente in tempo utile per
consentire una corretta gestione del prossimo voto referendario e che, quindi,
potrý essere motivo di forti polemiche nel mondo politico ed associativo delle
comunitý italiane allíestero ed ancor di pi˜ nei ìPalazzi romaniî. Spero di
essere smentito dai fatti!
Presidente
Ital-Uil Svizzera/Presidente Commissione Sicurezza e Tutela Sociale CGIE
REFERENDUM ñ CISL-INAS: NO AD STRATTE BATTAGLIE DI PRINCIPIO
SUI DIRITTI DEI LAVORATORI
Referendum,
italiani all'estero e pragmatismo di Cisl e Inas. A metý del prossimo mese, in
Italia, avrý luogo un referendum in materia di lavoro. Chi l'ha promosso chiede
agli elettori di estendere anche alle aziende minori (con meno di 15 addetti)
il divieto di licenziare un dipendente senza una giusta causa. Al referendum
sono chiamati a partecipare anche gli italiani residenti all'estero. Ecco nella
nuda semplicitý dei dati oggettivi, la sintesi di un tema che agita moltissimo
il dibattito politico, partitico, sindacale, giornalistico, televisivo,
dottrinale e culturale in Italia; ma molto meno coloro che dovrebbero essere i
pi˜ diretti interessati e cioË le lavoratrici e i lavoratori, i quali stando
alle previsioni che vanno per la maggiore, non si recheranno, nella stragrande
maggioranza a votare, cosicchÈ non si raggiungerý il quorum del 50 per cento
del corpo elettorale, soglia al di sotto della quale il referendum non avrý
validitý. PerchÈ stiamo richiamando questa vicenda all'attenzione degli amici
connazionali all'estero? Per potere, assieme a loro, fare qualche piccola
riflessione di buonsenso.
Innanzi
tutto coloro che perderanno la partita cercheranno di addossare parte della
colpa all'insensibilitý degli elettori extra-confini. Si dirý che il loro
astensionismo di massa porterý di fatto la soglia di validitý del referendum al
54-55 per cento del corpo elettorale complessivamente considerato. Insomma, pi˜
o meno indirettamente ed ipocritamente, si cercherý di etichettare i
connazionali in emigrazione come "anime morte" che pi˜ o meno
coscientemente fanno il gioco delle "forze reazionarie". Discorso
tanto falso quanto pericoloso per un diritto costituzionale appena conquistato
nella concretezza della sua esercitabilitý. Nessuno dei massimalisti
ultra-progressisti di casa nostra avrý infatti il coraggio dell'autocritica,
riconoscendo, sia pure e "a posteriori", che Ë sbagliato ingaggiare
astratte battaglie di principio sui diritti dei lavoratori e sulla loro
illicenziabilitý, basandole in maniera strumentale e a fini di conflittualitý
politico-partitica di piccolo cabotaggio, e prescindendo totalmente dal
contesto economico-sociale in cui Ë doveroso collocare ogni rivendicazione, se
si vuole che venga compresa ed abbia solide possibilitý di risultare vincente.
I
connazionali che "vivono il mondo" hanno invece piena ragione, in
base alla loro dura esperienza, a non prendere sul serio una questione che nei
paesi di cui sono ospiti, anche quelli socialmente pi˜ avanzati e civili, viene
risolta sul piano pratico con equi indennizzi a favore dei lavoratori
licenziati con corrispondenti penalizzazioni a carico degli imprenditori troppo
disinvolti nel troncare il rapporto con i loro dipendenti. Solo da noi in
Italia sopravvive infatti una consistente minoranza di gente, politici,
sindacalisti (anche: purtroppo), legulei e azzeccagarbugli, convinti che basta
scrivere sulla carta un diritto perchÈ esso viva nella realtý aspra ed
effettiva dei rapporti sociali. Una concezione esattamente contraria a quella
che ispira il sindacalismo pragmatico e riformista della Cisl e che -
ancora di pi˜ - Ë l'abc fondamentale di ogni operatore del patronato Inas.
Non
la legge, neppure se scolpita nel marmo, bensÏ la capacitý di tutela effettiva
adeguata alle circostanze di fatto che di volta in volta si verificano sia sul
piano collettivo che sul piano personale, Ë ciÚ che davvero fa avanzare la
condizione reale dei lavoratori e delle classi popolari. E questo obiettivo lo
si consegue tramite la contrattazione sociale, la forzatura della lotta quando
occorre; il negoziato e la stipula dell'accordo non appena se ne aprano le
condizioni; la professionalitý della risposta assistenziale e di patrocinio
quando gli interessati, in Italia o all'estero, si presentano ai nostri
sportelli di "segretariato".
Fuori
da questi binari non c'Ë sindacalismo. Magari c'Ë della politica: e non della
migliore e comunque di una qualitý che non puÚ interessare nÈ gli amici della
Cisl nÈ quelli dell'Inas.
G.
Panero
REFERENDUM 15 GIUGNO 2003: PER COSA SI VOTA ñ CHI VOTA ñ
COME SI VOTA
Il prossimo 15 giugno si voterý per due referendum popolari abrogativi.
Il primo riguarda la reintegrazione dei lavoratori illegittimamente
licenziati - Abrogazione delle
norme che stabiliscono limiti numerici ed esenzioni per líapplicazione
dellíart. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Il secondo riguarda líabrogazione della servit˜ coatta di elettrodotto
(eliminazione dellíobbligo per il proprietario di un terreno di far passare sul
suo fondo un elettrodotto).
Per la prima volta potranno votare per corrispondenza tutti i cittadini
italiani residenti allíestero iscritti nelle liste elettorali (Legge 459/2001,
art. 1, comma 2).
Entro il 28 maggio 2003 ciascun elettore, che non abbia esercitato
líopzione per votare in Italia, riceverý dal proprio Ufficio consolare un plico
contenente:
a) il certificato elettorale (cioË il documento che certifica il diritto
di voto);
b) due schede di votazione di colore diverso per ognuno dei due
referendum e cioË:
1ƒ quesito: scheda di colore AZZURRO ñ ìReintegrazione dei lavoratori
illegittimamente licenziati. Abrogazione delle norme che stabiliscono limiti
numerici ed esenzioni per líapplicazione dellíart. 18 dello Statuto dei
lavoratoriî.
2ƒ quesito: scheda di colore ARANCIONE ìServit˜ coattiva di
elettrodotto. Abrogazioneî.
c) due buste di formato diverso.
Líelettore esprime il proprio voto tracciando un segno sul rettangolo
della scheda che contiene la risposta prescelta (SI o NO) utilizzando
esclusivamente una penna che scriva con colore nero o blu.
Entrambe le schede vanno inserite nella busta completamente bianca pi˜
piccola che dovrý essere chiusa e sigillata. Questa busta sigillata e il
tagliando del certificato elettorale (che deve essere staccato dal certificato
utilizzando líapposita linea tratteggiata) devono essere inseriti nella busta
pi˜ grande preaffrancata, riportante líindirizzo dellíUfficio consolare
competente.
Si raccomanda di non apporre nÈ sulle schede nÈ sulla busta sigillata nÈ
sul tagliando alcun segno di riconoscimento, pena la nullitý del voto. Sia la
busta sigillata che le schede devono essere integre. Sulla busta preaffrancata
da restituire allíufficio consolare non va riportato il mittente. Tale busta
deve essere restituita per posta allíUfficio consolare al pi˜ presto possibile
e comunque non oltre il 5 giugno prossimo (decimo giorno antecedente la votazione).
Gli elettori che, quattordici giorni prima della data delle votazioni
(cioË a decorrere dal 1ƒ giugno), non abbiano ancora ricevuto al proprio
domicilio il plico elettorale possono farne richiesta presentandosi
personalmente al proprio Ufficio consolare e ritirando un duplicato del plico
elettorale. Líelettore Ë tenuto a restituire quanto prima per posta allíUfficio
consolare la busta preaffrancata contenente le schede entro il termine fissato
(cioË non oltre il 5 giugno).
REFERENDUM: ASSEMBLEA INFORMATIVA A LUCERNA
Il Comites di Lucerna (Mythenstrasse 10), in collaborazione con il
Consolato Generale díItalia a Zurigo organizza per venerdÏ 23 maggio, alle ore
20.00, presso líedificio dellíex Consolato di Lucerna, una Assemblea
informativa sui referendum del 15 giugno 2003.
Relatore sarý Dino Nardi, membro del CGIE.
PoichÈ si tratta della prima volta che il cittadino italiano allíestero
potrý votare per corrispondenza, gli organizzatori raccomandano la massima
partecipazione delle associazioni e di tutta la collettivitý.
Eí NATA LíASSOCIAZIONE ìNUOVE GENERAZIONI VENETE IN URUGUAYî
Eí stata costituita a Montevideo líAssociazione ìNuove Generazioni
Venete in Uruguayî, formata dai figli dei discendenti degli immigrati veneti,
che ha come obiettivo principale la difesa delle tradizioni, della lingua e
della cultura dei propri progenitori. LíUruguay, alla stregua degli altri paesi
latinoamericani, Ë stato meta privilegiata per migliaia di immigrati europei in
cerca di nuove opportunitý che, nel tentativo di mantenere la propria identitý
hanno formato gruppi e associazioni rappresentative di ogni paese e regione di
provenienza. In molti casi oggi sono i giovani che continuano questa attivitý.
Nel caso particolare dei Veneti, hanno continuato a funzionare associazioni che
raggruppavano principalmente i fondatori, ma dove i giovani tendevano a non
esserci pi˜. Data la necessitý di continuare con questa attivitý sociale e
culturale i giovani Veneti díUruguay hanno proposto di formare questa
associazione. Attualmente il gruppo conta circa 25 giovani e si sta procedendo
per la costituzione dellíassociazione attraverso regole statutarie, elezione di
organi dirigenti, ecc.
STRASBURGO: NAPOLITANO E PITTELLA INCONTRANO DELEGAZIONE
GIOVANI CAMPANI E LUCANI
La Uil giovani della Campania e una delegazione del Comune di Garaguso
(Matera) hanno incontrato a Strasburgo gli Onorevoli Giorgio Napolitano e
Gianni Pittella.
La delegazione ha visitato il Parlamento Europeo e ha assistito al
dibattito in plenaria sul dopo guerra in Iraq. Ha poi a lungo conversato con i
due europarlamentari dei democratici di sinistra (PSE) soffermandosi sui temi
della Costituzione Europea, sullíallargamento, sul futuro della politica di
coesione.
LíOn. Napolitano ha riferito sugli ultimi sviluppi della Convenzione
Europea esprimendo il fermo intento di difendere la dimensione comunitaria
dellíedificio europeo, contro i ricorrenti tentativi di sminuire il ruolo della
Commissione Europea e del Parlamento, a vantaggio del metodo intergovernativo.
A sua volta líOn. Pittella ha ricordato le grandi opportunitý offerte
dallíallargamento, ribadendo la necessitý che il Mezzogiorno díItalia si
attrezzi a cogliere tali opportunitý.
Molti dei giovani presenti hanno sollecitato una nuova generazione di
programmi per gli scambi giovanili, per la cooperazione interculturale,
interuniversitaria, interscolastica. E hanno rimarcato il ruolo positivo avuto,
in tal senso, dai programmi Socrates e Erasmus.
Líavvocato Franco Auletta,
Sindaco di Garaguso (Matera), ha espresso grande soddisfazione per la preziosa
esperienza compiuta di conoscenza delle istituzioni europee.
INIZIATIVE DEI DS CON GLI ITALIANI IN BRASILE E INTESA CON IL PARTIDO DOS TRABALHADORES
La delegazione dei DS che sta svolgendo un viaggio politico in America
del Sud. Ha concluso il periodo di permanenza in Brasile con una ampia
ricognizione della situazione dei nostri connazionali.
Moltissimi gli incontri e le iniziative politiche nei due giorni
trascorsi a San Paolo da Fabrizio Morri, della Segreteria nazionale, Gianni
Pittella, parlamentare europeo e responsabile per gli italiani allíestero,
Donato Di Santo, responsabile per le relazioni con líAmerica latina.
A diverse attivitý della delegazione DS ha preso parte anche Antonio
Bruzzese, responsabile internazionale del Patronato INCA CGIL, e gli esponenti
locali dei DS e del Forum della sinistra democratica di San Paolo, Curitiba,
Rio de Janeiro e Porto Alegre.
Nella sede nazionale del PT, il partito del Presidente Lula, si Ë svolta
una riunione importante: gli esponenti nazionali dei DS e i loro rappresentanti
locali, sono stati ricevuti dai dirigenti della Segreteria di Relazioni
internazionali e da quelli della Segreteria di Organizzazione, della Direzione
nazionale del PT. Nellíincontro si sono approfonditi i temi relativi al
rapporto tra i due paesi e le due forze politiche, e si Ë ribadito il rapporto
di collaborazione, anche nella prospettiva della scadenza del voto allíestero
dei cittadini italiani.
I due partiti hanno posto le basi per la formalizzazione di un
protocollo díintesa, finalizzato alla reciproca collaborazione su rilevanti
campagne politiche e su tematiche di mutuo interesse. I DS hanno
particolarmente sottolineato il loro impegno a sostegno del governo Lula e
delle sue grandi iniziative sociali: dalla lotta allíanalfabetismo, al Progetto
ìFame Zeroî. Il P.T., partito con circa mezzo milione di affiliati, presente e
attivo in oltre 3 mila dei 5 mila comuni brasiliani, si Ë detto pronto a
collaborare con i DS, e con tutto il centro-sinistra italiano,
nellíapprofondire e ampliare le relazioni con líampia comunitý italiana, sparsa
in molte cittý e Stati del Brasile.
Con la sollecita assistenza del Consolato generale italiano, gli
esponenti DS hanno visitato la Camera di Commercio Italia-Brasile e si sono
intrattenuti con il suo Presidente Pollastri, che ha illustrato líattivitý
camerale volta allíampliamento delle relazioni economiche e commerciali tra i
due paesi, e le attivitý di formazione dei giovani quadri messe in atto dalla
sua istituzione.
I rappresentanti dei DS si sono riuniti con funzionari dellíUfficio
internazionale del Comune di San Paolo, con i quali hanno verificato líampia
agenda di attivitý amministrative, politiche e culturali in corso tra la
metropoli brasiliana e molte cittý italiane. Annunciando líannuale edizione di
URBIS 2003, che si terrý nel luglio prossimo, gli esponenti del Comune di San
Paolo hanno espresso il desiderio di poter avere líon. Piero Fassino,
Segretario nazionale dei DS, tra i relatori internazionali. A questo riguardo
Fabrizio Morri ha dichiarato che ìi legami speciali e profondi esistenti con la
Municipalitý di San Paolo, guidata da Marta Suplicy, del P.T., ci inducono a
credere che líinvito potrý essere accoltoî.
Di grande interesse per i dirigenti diessini si sono rivelati i momenti
di dialogo avuti con esponenti del Sindacato CUT; con il Presidente della
Pirelli e Telecom Brasile, Della Seta; e con Mino Carta, Direttore della
Rivista CartaCapital. A questíultimo líon. Pittella ha rivolto líinvito a partecipare,
tra gli ospiti díonore, a una importante settimana culturale che si terrý in
Basilicata il prossimo agosto.
Con la collettivitý italiana di San Paolo si sono avuti vari momenti di
incontro, sia con il Comites e gli esponenti del CGIE, sia con i dirigenti del
Circolo italiano, dei Patronati INCA CGIL, ITAL UIL, INAS CISL, e di molte
associazioni regionali italiane.
In una affollata assemblea pubblica, organizzata dal Forum sinistra
democratica, Morri, Pittella e Bruzzese, hanno risposto alle domande dei nostri
connazionali, sui problemi relativi allíesercizio del voto allíestero, sullo
stato dei rapporti politici e sociali tra Italia e Brasile, e su svariate altre
questioni, sociali, previdenziali e assistenziali, che riguardano gli italiani
all'estero.
Infine si Ë tenuta una riunione di lavoro dei rappresentanti dei DS e
dei Forum della sinistra democratica delle varie cittý brasiliane, nella quale
si sono ampiamente dibattute le prossime iniziative politiche che i Democratici
di Sinistra, e tutta la coalizione dellíUlivo, devono svolgere in preparazione
della scadenza del voto allíestero.
Tra le decisioni prese vi Ë il sostegno e líallargamento a tutti i paesi
del Cono Sud, della rivista italo-brasiliana ìForum democraticoî, e la
costituzione di un coordinamento dei DS in Brasile.
Andrea Lanzi, di Rio de Janeiro, Ë stato nominato responsabile del
Coordinamento, di cui fanno parte un esponente dei DS per area consolare:
Franco Cornero per Porto Alegre, Fabio Porta per San Paolo, Rodolfo Andriani
per Curitiba. Nei prossimi giorni verranno designati i responsabili per Belo
Orizonte, Rio de Janeiro e Recife.
AUSTRALIA/PREVIDENZA - NUOVA BANCA Ö NUOVI PROBLEMI
Cara INPS, proprio non va! Abbiamo in questi giorni
comunicato ai pensionati residenti in Australia, con forte ritardo rispetto ai
cambiamenti stessi, le informazioni relative al nuovo Istituto di credito
responsabile per il pagamento delle pensioni in Australia. E ci siamo trovati
subito di fronte ai primi problemi.
Il servizio di pagamento delle pensioni INPS allíestero Ë cambiato dal 1
maggio 2003.Con il pagamento mensile di maggio, quindi, non Ë stata pi˜ la
Banca IntesaCommerciale ad effettuare i pagamenti a mezzo assegno, bensÏ
líIstituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, istituto di credito
aggiudicatario del lotto che include líAustralia.
ìCon la scadenza dei contratti con le banche cui erano stati affidati i
servizi di pagamento delle pensioni allíestero, líINPS ha provveduto ad indire
una nuova procedura per affidare i contratti di servizio per i pagamenti.
La durata del contratto Ë stata portata da cinque a tre anni rinnovabile
ñ ove ricorrano le condizioni ñ per ulteriori tre anni. La resa del servizio,
líosservanza di tutte le prescrizioni poste dalle regole di gara e dalle
condizioni speciali e le condizioni contenute nelle lettere díofferta saranno
sottoposte a costante monitoraggio da parte di gruppi di lavoro che si
costituiranno a livello centrale.
I pagamenti, effettuati con le normali scadenze, sono appoggiati ad una
Banca australiana, la Westpac Banking Group.
Tra le modalitý di pagamento Ë prevista anche la possibilitý di
accredito diretto su conto bancario, ma con una possibile deroga: ìla modalitý
di pagamento con accreditamento in conto corrente potrý essere esclusa qualora
condizioni normative o di prassi bancaria nei singoli Paesi esteri non ne
consentano líadozione, anche in relazione al determinarsi di riscossioni
indebiteî. In altre parole la Banca dý corso allíaccertamento generalizzato
dellíesistenza in vita con le modalitý ed alle scadenze da concordare di volta
in volta con líIstituto e sospende il pagamento della pensione ove la
certificazione non pervenga nei termini richiesti.
Veniamo quindi alla prima questione: ancora una volta, a causa dei
problemi relativi alla verifica e certificazione dellíesistenza in vita, in
Australia non sarý possibile effettuare líaccredito diretto in banca. Possibile
che non si riesca a superare questo ostacolo? Quali passi sono stati fatti e da
chi?
Una seconda questione Ë relativa allíinformazione: sul nuovo mandato di
pagamento (ben redatto in inglese) manca perÚ líimporto in Euro che consente di
conoscere sia il valore del cambio Euro/Dollaro australiano che se líInps sta
regolarmente pagando la pensione certificata a inizio díanno con tanto di O Bis
M. Mancano inoltre: la categoria
della pensione nella descrizione della prestazione, i riferimenti e gli importi
di tutte le pensioni quando si tratta di pagamento unificato.
Pagamento unificato non puÚ voler dire informazione
inesistente. Sul mandato debbono
apparire i riferimenti e gli importi in Euro di tutte le pensioni.
Manca infine un recapito australiano, una sede
di rappresentanza in Australia, che assista
gli oltre 45.000 pensionati a dirimere eventuali problemi con il pagamento
della loro pensione.
Marco Fedi, CGIE Australia
I curdi usano una bellissima parola per salutarsi, che tradotta in
italiano significa approssimativamente ìti porto nei miei occhiî.
Negli occhi di Banin, 10 anni, arrivata da Karbala una ventina di giorni
fa, con bruttissime ferite a entrambe le gambe, Ë ancora visibile il triste
calvario a cui Ë sottoposta.
Ormai dal nostro personale viene chiamata ìocchi belliî e lei, dopo una
amputazione di alla gamba e 6 interventi chirurgici per tentare di salvare
líaltra, solo ora sembra regalarci timidi sorrisi.
Scongiurato il pericolo di una grave infezione che ha rischiato di
portarcela via, ora Banin e i nostri medici lottano per salvare almeno la gamba
destra: medicazioni ripetute e dolorose, primi accenni di fisioterapia.
La mamma, sempre presente al suo fianco, esce dalla stanza raramente,
solo per prendere una boccata díaria, e poter piangere in silenzio senza farsi
vedere.
Il sonno di Banin Ë spesso interrotto da urla spaventose; il ricordo del
ferimento sotto le bombe, dei primi incredibili e insopportabili dolori,
dellíassenza di antidolorifici e altri farmaci a Karbala, il lungo viaggio per
raggiungere líospedale di Emergency a Sulaimaniya.
Da qualche giorno si Ë deciso di somministrarle farmaci leggeri la sera
per farla dormire, con líintento di alleviarle un poco le sofferenze.
Quello che Ë pi˜ triste, guardando questi grandi ìocchi belliî Ë la
consapevolezza che i bambini nelle condizioni di Banin sono molti in Iraq.
Chissý se qualcuno li ha censiti e se Ë possibile farlo; si potrebbe
iniziando da lei: ìeffetto collaterale della guerra di nome Banin, 10 anni, di
Karbala, amputata gamba sinistra, detta ìocchi belliî.
Marco Ninno dalla newsletter di ìEMERGENCYî N. 12 del 10 maggio 2003
COMMEMORAZIONE IN ITALIA DELLA RIVOLUZIONE DEL 1810 IN
ARGENTINA
Il 25 maggio 1810, un gruppo di valorosi patrioti ñ tra cui giý dei
figli di italiani -, accese a Buenos Aires la scintilla dellíindipendenza che
avrebbe poi raggiunto rapidamente tutto il continente.
Pi˜ tardi, il loro sogno: líunitý della grande patria
latinoamericana, sarebbe stato impedito dallíingerenza di interessi
contrari alla formazione di una grande Nazione Latinoamericana.
Purtroppo, dopo 193 anni da quella storica data, politiche sbagliate
provocarono líimpoverimento della popolazione di una delle ragioni pi˜ ricche
di risorse al mondo.
Oggi, dal Rio Grande alla Terra del Fuoco, migliaia di latinoamericani
siamo stati spinti nelle mani della miseria. líincertezza sul futuro, la
disoccupazione, persino la fame, ci hanno fatto abbandonare i nostri paesi di
nascita, dove abbiamo lasciato le nostre famiglie. Non scappiamo ovunque; la
nostra partenza comporta percorrere la via del ritorno verso la terra di
origine, da dove, non tanti anni fa, sono partiti i nostri genitori o nonni,
paesi che, a loro volta e per diversi motivi, sono passati per situazioni
similari (Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, ecc.).
Tuttavia, questo controesodo, questo ritornare alla semente, non sempre
Ë facile. La memoria Ë debole; molti non vogliono ricordare i fratelli
dellíArgentina, del Brasile, del Venezuela, dellíUruguay, del Per˜, dei Paesi
Latinoamericani che ci integrarono a milioni.
I pronipoti, nipoti e figli di quegli emigranti, oggi rientrati nella
nostra patria di origine, ci troviamo in serie difficoltý (documenti, lavoro,
casa, assistenza sanitaria):
Eí per questi motivi che abbiamo fondato líAssociazione Nazionale
ìRITORNAREî
Eí per questi motivi che abbiamo lavorato intensamente per avere inizialmente
presenza in tutte le province della Regione Lombardia.
Eí per questi motivi che oggi ci stiamo estendendo nelle regioni
Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna;
Eí per questi motivi che esprimiamo il nostro sincero ringraziamento
alle autoritý delle province lombarde che hanno accolto la nostra proposta e
promosso la presenza della nostra associazione;
Eí per questi motivi che convochiamo tutti i latinoamericani a
costituire delegazioni della nostra Associazione in tutte le Province díItalia
e nei paesi da dove siamo partiti;
Eí per questi motivi, che il 25 maggio, dobbiamo essere tutti insieme
allíIdroscalo, per la difesa dei nostri diritti.
Per confermare la partecipazione telefonare agli Uffici della
Associazione di Italo-Argentini e di Italo-Latinoamericani ìRITORNAREî:
Bergamo-Milano-Pavia 035-387172; Brescia 030-3749442;
Cremona-Lodi-Mantova 0372-406648; Lecco-Como 0341-495855; Sondrio 0342-531238;
Varese 0332-252310
Juan Carlos Zilocchi, Presidente Associazione ìRITORNAREî
LILLIPUT PROMUOVE LA GIORNATA NAZIONALE
DELLíAUTO-BOICOTTAGGIO
Rete Lilliput promuove per il 31 maggio la Giornata nazionale
dellíauto-boicottaggio: un invito a lasciare le automobili a casa e scendere
per le strade delle cittý italiane in sella a biciclette nonviolente. Líiniziativa
consiste nellíissare sulle biciclette la bandiera della pace e sfilare in fila
indiana per le strade. Iniziative simili si sono svolte nelle settimane passate
in oltre venti piccole e grandi cittý díItalia ed hanno visto la partecipazione
di moltissime persone decise a mostrare concretamente che esiste uníalternativa
allíabuso quotidiano delle auto. La giornata del 31 maggio, in cui
líauto-boicottaggio si svolgerý contemporaneamente in tutte le cittý díItalia,
ha come fine quello díinnescare un processo di auto-riduzione della quantitý di
automobili circolanti sulle strade.
Questa azione nonviolenta di massa ha lo scopo di ribadire il no della
societý civile alle guerre del petrolio: no alle guerre per il controllo
strategico delle ultime riserve di combustibile fossile, causa ultima dei
conflitti dal í90 ad oggi in Iraq, Cecenia, Afghanistan; no alla guerra contro
líambiente dovuta in primo luogo allíuso irresponsabile del petrolio e dei suoi
derivati primi responsabili dellíinquinamento locale e planetario; ed infine no
alla guerra che si combatte ogni giorno sulle strade e che ha causato mezzo
milione di morti in Europa negli ultimi 10 anni oltre che trasformazioni
irreparabili sul tessuto urbano e sociale delle cittý.
La proposta di una giornata senza auto coincide significativamente con
líavvio della ìsettimana dellíimpronta ecologicaî, promossa sempre dalla Rete
Lilliput con líobiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema
dellíinsostenibilitý dellíimpatto dellíattuale stile di vita sulla biosfera, in
particolare la ìGiornata nazionale dellíauto-boicottaggioî intende rendere
esplicito il nesso esistente tra líinsostenibilitý del sistema dei trasporti,
líurgente bisogno di petrolio e le guerre.
Con queste iniziative e molte altre in programma la Rete Lilliput si
propone di agire sulle cause strutturali delle guerre presenti e future,
rendendo esplicite le ragioni profonde che determinano le aggressioni armate
per il controllo degli ultimi giacimenti petroliferi, in opposizione alla nuova
politica di ìguerra infinitaî avviata dalla Casa Bianca, la Rete Lilliput
intende avviare una serie di iniziative dal basso tese ad aumentare la
coscienza e la mobilitazione dei privati cittadini aprendo nuovi spazi di
visibilitý a tutte le istanze rimaste fino ad ora inascoltate.
GLI ISTITUTI DI CULTURA EUROPEI DI LISBONA CELEBRANO LA
GIORNATA DELLíEUROPA
La
ìGiornata dellíEuropaî (9 giugno) Ë stata significativamente celebrata dai sei
Istituti Culturali europei che operano a Lisbona (British Council, Goethe Institut,
Istituto Cervantes, Istituto Italiano di Cultura, Istituto
Franco-Portugues/Alliance Francaise e Istituto Iberoamericano di Finlandia) e
dal portoghese Centro Cultural de BelÈm. Líiniziativa, denominata ìEuropa na
Ruaî (Europa in strada), Ë nata dalla stretta, consolidata e ormai tradizionale
collaborazione di tali organismi, rafforzata per líoccasione dalla
partecipazione delle Delegazioni locali del Parlamento e della Comunitý Europea
che líhanno posta a corollario delle tradizionali iniziative comunitarie.
Nei
suggestivi spazi aperti del citato Centro Cultural de BelÈm, ideati e
realizzati dallíArchitetto Gregotti, alcune migliaia di cittadini hanno potuto
seguire durante tre giorni (9-11 maggio) una serie di spettacoli continui e
spesso concomitanti che andavano dalla ìPittura dei giardiniî guidata
dallíartista-architetto francese Francoise Schein, alla musica di strada dei
portoghesi ìBigodes Bandî, dei tedeschi ìTataraî, alle acrobazie dei francesi
ìAdrenalineî, alle rappresentazioni teatrali dei finlandesi ìTanssiteatteriî,
dei portoghesi ìTeatro ZÈphyroî e ìTeatro o Bandoî, degli inglesi ìDesperate
Menî, fino alla spettacolare performance di ìHair Artî degli spagnoli ìOsadiaî
che hanno acconciato con pettinature impossibili il pubblico di tutte le etý.
Il
piatto forte dellíintera manifestazione lo ha perÚ offerto ñ per unanime
valutazione di tutti i responsabili ñ il nostro ìTeatro Tascabile di Bergamoî,
con il suggestivo spettacolo ìValseî, in cui otto attori-ballerini, guidati da
un maestro di cerimonia, si sono esibiti in un magico e difficilissimo ballo di
valzer su trampoli. La necessitý di esibizione alla luce diurna ha impedito di
usare gli effetti di luce che sono soliti caratterizzare lo spettacolo e dargli
una suggestivitý ancora maggiore. Nonostante questo, ciÚ a cui si Ë assistito Ë
stato comunque una performance di grande impatto poetico-visivo e di grande
abilitý che il pubblico portoghese, assai pi˜ numeroso che per gli altri
spettacoli, ha mostrato chiaramente di gradire.
Nel
complesso si Ë trattato di uníiniziativa molto riuscita e di notevole valore
simbolico, che ha evidenziato ulteriormente líottima e proficua collaborazione
esistente tra i diversi centri culturali europei che operano in Portogallo e
che ñ a giudicare dagli unanimi apprezzamenti riscossi ñ appare destinata ad
essere ripetuta, sia pur in forme diverse, negli anni successivi, a partire dal
prossimo in cui Ë giý stato deciso di coinvolgere i servizi culturali delle
Ambasciate dei Paesi interessati dallíampliamento dellíUnione.
TORINO: ALLA FIERA DEL LIBRO PRESENTAZIONE DEGLI SCRITTORI
ITALO-CANADESI
LíEditore
Cosmo Iannone presenterý alla Fiera del Libro di Torino le sue collane dedicate
agli scrittori italo-canadesi. La presentazione, che Ë stata inclusa nelle
iniziative ufficiali dellíAmbasciata del Canada, Ë avvenuta sabato 17 maggio,
nello stand del paese ospite díonore della Fiera, dalle ore 15 alle ore 16.
Sono
intervenuti, oltre allíeditore e alla Direttrice editoriale Rosanna Iannone, il
Prof. Giuseppe Gaetano Castorina, Direttore del Dipartimento di Lingue per le
Politiche Pubbliche dellíUniversitý di Roma La Sapienza e Segretario generale
dellíAssociazione Italiana di Studi Canadesi; la Dottoressa Maddalena
Tirabassi, Direttrice editoriale di Altreitalie ñ Fondazione Agnelli; il Prof.
Norberto Lombardi, direttore delle collane sullíemigrazione.
Presenti
anche gli scrittori Carole Fioramore David, che per le edizioni Iannone ha
pubblicato Impala, e Pietro Corsi, che per
lo stesso editore ha pubblicato Halifax ñ Líaltra porta díAmerica.
DOCUMENTAZIONE
Dichiarazione degli Italiani residenti in Venezuela e degli
Italo-Venezuelani che appoggiano la Rivoluzione Bolivariana e il Presidente
della Repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Rafael Ch·vez FrÌas in
occasione del primo anniversario del Colpo di Stato dellí11 Aprile del 2002
A un
anno dal colpo di Stato fascista che tentÚ di sovvertire l'ordine
costituzionale e deporre il Presidente del Venezuela legittimamente eletto, noi
Italiani e Italo-Venezuelani che viviamo in questo Paese che consideriamo come
la nostra seconda Patria, dichiariamo il nostro appoggio al processo di cambio
impresso dal Governo Bolivariano che presiede Hugo Rafael Ch·vez FrÌas, per le
seguenti ragioni:
Dopo decenni durante i quali si sono succeduti diversi governi falsamente
democratici che hanno privilegiato una elite e defraudato la grande maggioranza
popolare, per la prima volta in 40 anni Ë cominciato un vero processo di
trasformazioni democratiche a favore del popolo il quale si sente identificato
con il Governo e con il suo Presidente.
Il
Governo costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela sta adottando
politiche economiche e sociali (riforma agraria, riforma del sistema della
sanitý, consigli di pianificazione locale, ecc.) che puntano a una
distribuzione della ricchezza pi˜ giusta ed equa, permettendo la partecipazione
nelle grandi decisioni nazionali dei settori sociali pi˜ umili che non sono mai
stati presi in considerazione dai precedenti Governi.
Il
Governo costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela Ë un Governo
di sovranitý nazionale che privilegia gli interessi del Paese, invece di quelli
delle grandi compagnie transnazionali.
Il
Governo costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela si oppone
alla privatizzazione dell'industria nazionale ed in particolare di quella
petrolifera PDVSA, che, essendo una delle aziende pi˜ grandi del mondo in
questo campo, Ë il motore principale dell'economia nazionale, patrimonio di
tutto il popolo venezuelano, indispensabile per la sua sopravvivenza e il suo
futuro sviluppo, e non di una ristretta cerchia di tecnocrati corrotti e
incapaci che pretendevano continuare ad amministrarla come se fosse loro
proprietý privata e che, a parte di promuovere i propri interessi personali,
sembravano pi˜ disposti a favorire quelli stranieri piuttosto che quelli
nazionali.
La
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela Ë stata approvata con
un referendum popolare dalla stragrande maggioranza del popolo venezuelano ed Ë
una delle costituzioni pi˜ moderne e democratiche che esistano al mondo, nella
quale si stabilisce un tipo di democrazia partecipativa, invece della
tradizionale democrazia rappresentativa; si riconoscono i diritti dei settori
sociali tradizionalmente esclusi, come ad esempio le etnie indigene, mai prese
in considerazione nelle cosÏ chiamate democrazie rappresentative del continente
americano.
Hugo
Rafael Ch·vez FrÌas Ë stato eletto per ben due volte nelle elezioni
presidenziali, una nel 98 e uníaltra nel 2000 con una grande maggioranza
popolare ed Ë pertanto il legittimo presidente di tutti i Venezuelani e di
tutti quei cittadini di altri Paesi che desiderino risiedere in questo Paese.
Il
Presidente Hugo Rafael Ch·vez FrÌas Ë uno dei pochi Capi di Stato che si
oppongono coraggiosamente al disumano progetto economico neoliberale
globalizzante.
Il
Presidente Hugo Rafael Ch·vez FrÌas Ë forse l'unico Capo di Stato dell'America
Latina che si oppone al progetto neocoloniale imperialista americano che
rappresenta l'ALCA (Associazione per il Libero Commercio dell'America).
Tutti
i cittadini della Repubblica Bolivariana del Venezuela e anche gli stranieri
che qui risiedono, godono di assoluta e piena libertý di espressione e di
movimento; non esistono prigionieri nÈ perseguitati politici, persone scomparse
o private della loro libertý in modo arbitrario. I mezzi di comunicazione non
sono mai stati censurati, anche se la maggior parte di essi, incluso la Voce
díItalia, giornale della comunitý italiana in Venezuela, si oppone al Governo.
Questo
cambiamento in corso, essendo veramente democratico, si svolge nonostante
incontri una feroce resistenza da vari settori dello stesso Stato che sono
ancora controllati dalle vecchie elites di potere come ad esempio, alcuni corpi
di polizia, ampi settori del potere giudiziario, governi regionali, province
ecc, che si sono uniti in un piano cospiratore, per tentare di reinstallare il
vecchio ordine.
Vogliamo
inoltre far sapere ai nostri concittadini italiani, venezuelani e al mondo in
generale che:
Ripudiamo
categoricamente i tentativi costanti da parte di una opposizione politica
fascista e antidemocratica rivolti a sovvertire l'ordine costituzionale
vigente. Il colpo di Stato dellíAprile dell'anno scorso, la serrata patronale e
dei commercianti, il sabotaggio terrorista dell'industria petrolifera nazionale
dello scorso Dicembre, sono tra i pi˜ noti esempi di questa tendenza, e
consideriamo questi, come la pi˜ evidente conferma che l'opposizione non ha
nessuna intenzione e possibilitý di sconfiggere il governo con metodi
elettorali costituzionali e democratici. Ripudiamo categoricamente l'attitudine
discriminatoria, razzista, antietica, tergiversante della maggior parte dei
mezzi di ìcomunicazioneî nazionali (compresa la Voce díItalia), quando
ìinformanoî sui fatti del Venezuela, facendo gli interessi di determinati
settori economici (proprietari di questi mezzi), sia nazionali che stranieri,
schierandosi sfacciatamente, contro ogni etica professionale, dalla parte dell'opposizione.
Ripudiamo
categoricamente il crescente sentimento fascista nato, purtroppo, in ampi
settori della classe media venezuelana, istigata costantemente dai mezzi di
comunicazione e da una profonda ignoranza e disprezzo del sentimento popolare delle
classi sociali pi˜ umili. L'intolleranza politica che dimostrano questi settori
con le persone della loro stessa classe che non condividono le loro opinioni e
che per questa ragione vengono aggrediti fisicamente e moralmente e soffrono
l'ostracismo sociale, ne Ë la miglior prova.
Ripudiamo
categoricamente l'assassinio dei lider popolari e contadini (pi˜ di settanta)
che hanno lottano ed appoggiato il processo bolivariano, fatto da parte dei
latifondisti e sicari al soldo dei potenti, che ostinatamente si oppongono ai
cambiamenti e alle riforme sociali che il Governo, assieme al popolo, sta
tentando di mettere in pratica.
Ripudiamo
categoricamente l'arrogante posizione delle classi economiche dominanti del
Venezuela che non vogliono rendersi conto che Ë giunto il momento di
intraprendere i cambiamenti strutturali, sia economici che sociali, che possono
rendere pi˜ democratica la distribuzione della ricchezza di un Paese ricco di
risorse naturali, ma dove l' 80 % vive in uno stato di povertý cronica.
E
infine, ripudiamo l'ingerenza di Governi stranieri come quello degli Stati
Uniti d'America e di quello spagnolo- fra gli altri- nella politica non
solamente del Venezuela, ma di tutti gli altri Paesi del mondo, richiamandoli a
rispettare la volontý di autodeterminazione dei vari Paesi che formano la
comunitý internazionale.
Caracas,
Aprile del 2003
Italiani
e Italovenezuelani che appartengono alle seguenti organizzazioni:
ïClase Media en Positivo di: Caracas, Los Teques,
Lecheria, Puerto La Cruz, Maracay, Barcelona, Cuman·, Guarico, Barinas, MÈrida,
Maracaibo, Puerto Ordaz e Ciudad Guayana
ïCÌrculo
Bolivariano Antonio Gramsci
ïCÌrculo Bolivariano Leoncio MartÌnez Soberano
ïEmergencia Patriotica 333
ïForo ConstituciÛn y Paz
ïQuinto Poder
ïTÈcnicos y Profesionales Bolivarianos
ïGuardianos de la luz
ïPatria Joven
ïCiudadanos por la Defensa de la ConstituciÛn
ïGrupo Cristiano Catedra Libre MonseÒor Romero de la
Universidad Central de Venezuela
ïFundaciÛn Latinoamericana para los Derechos Humanos y el
Desarrollo de las Comunidades
ïExpresiÛn Veraz de la Universidad Central de Venezuela
ïGrupo 13 de Abril
ïOrganizaciÛn Integral de Empresarios
ïVoz Urgente
ïPetrÛlero por Venezuela
ïEmpresarios por Venezuela
APPROVATA DALLA CAMERA LA CONVERSIONE DEL DECRETO-LEGGE SUL
RINVIO DELLE ELEZIONI DEI COMITES AL 31 DICEMBRE 2003
La
Camera dei deputati, nella seduta dellí8 maggio, ha approvato (con líastensione
dei deputati di Rifondazione Comunista) la conversione in legge del
decreto-legge 31 marzo 2003, n. 52, per il rinvio al 31 dicembre 2003 dei
termini per le elezioni dei Comites.
La
Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove il testo del decreto legge Ë
approdato per la prosecuzione dellíiter parlamentare, ha fornito dal canto suo il 13 maggio 2003, parere favorevole alla Commissione
Esteri, accogliendo la proposta del relatore, senatore MagnalbÚ.
Questi
i tre articoli del decreto-legge per in rinvio delle elezioni dei COMITES:
Articolo
1.
Le
elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani allíestero (COMITES) sono
rinviate rispetto alla scadenza prevista dallíarticolo 1 del decreto-legge 23
novembre 2001, n. 4111, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 dicembre
2001, n. 463. Tali elezioni avranno luogo entro il 31 dicembre 2003.
2.
Gli attuali componenti dei Comitati degli italiani allíestero restano in carica
fino allíentrata in funzione dei nuovi Comitati.
Articolo
2.
Per
il completamento dellíinformatizzazione e per líaggiornamento dellíanagrafe
degli italiani allíestero tramite il sistema di accesso e interscambio
anagrafico (SAIA), il Ministero dellíinterno si avvale della infrastruttura
informatica di base dellíindice nazionale delle anagrafi (INA), previsto
dallíarticolo 2-quater del decreto-legge 27 dicembre 2000, n. 392, convertito,
con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 26, allocato presso il
centro nazionale per i servizi demografici, costituito con decreto del Ministro
dellíinterno in data 23 aprile 2002.
2.
Il Ministro dellíinterno, nel quadro delle direttive e degli indirizzi del
Comitato dei Ministri per la Societý dellíinformazione, puÚ avvalersi, a
decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, delle forme di
finanziamento previste dalle lettere a), b) e c) del comma 4 dellíarticolo 26
della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ai fini della produzione e dellíemissione
della carta díidentitý elettronica.
Articolo
3.
Il
presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarý presentato
alle Camere per la conversione in legge.
NUOVI STUDI E TESTIMONIANZE SULLíEMIGRAZIONE
Le
novitý delle collane di Cosmo Iannone editore dedicate alla diaspora e alla
interculturalitý.
Cosmo
Iannone Editore (www.cosmoiannone.it)
presenterý al Salone del Libro di Torino, che si svolgerý dal 15 al 19 maggio
al Lingotto, le sue ultime pubblicazioni dedicate alle problematiche
dellíemigrazione, dellíetnicitý e dellíinterculturalitý. Nella collana dei
Memoriali, infatti,
Ë comparsa Cittý senza donne di Mario Duliani, la straordinaria ed unica testimonianza
dellíinternamento delle persone di origine italiana nei campi di concentramento
in Canada durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un resoconto
romanzato, ma sostanzialmente fedele allíesperienza realmente vissuta
dallíautore, che fu internato a Petawawa ed a Fredericton per oltre tre anni,
di significativo valore storico, di notevole intensitý umana e di buona
confezione letteraria. Questo libro fu pubblicato per la prima volta in
francese nel 1944 a MontrÈal e líanno seguente in italiano. Solo nel corso
degli Anni Novanta Ë stato ripreso in Canada e ripubblicato in inglese, in
occasione delle scuse che il governo canadese ha rivolto alla nostra comunitý per
quegli arresti privi di qualsiasi motivazione particolare.
Líattenzione
verso il Canada, ospite díonore del Salone, Ë completata da altre due novitý: Halifax,
líaltra porta díAmerica di Pietro Corsi e Niente Ë solo líeco di sempre di Barry Callaghan. La prima
pubblicazione Ë uníinedita descrizione storica della vicenda migratoria
sviluppatasi attraverso la seconda porta díAmerica, dopo quella di Ellis
Island, attraversata da milioni di immigranti, molti dei quali di origine
italiana, ma che finora ha ricevuto poca attenzione da parte degli storici e
delle istituzioni. La seconda Ë una delle pi˜ felici prove narrative di uno dei
pi˜ importanti scrittori e poeti canadesi contemporanei, vivamente apprezzato
in Italia dagli specialisti per le sue doti di creativitý e di flessibilitý
espressiva.
Queste
novitý si aggiungono alla produzione pi˜ recente delle Edizioni Iannone, che in
materia di emigrazione rappresentano ormai un riferimento obbligato. Facciamo
riferimento, tra gli altri, a Nei cantieri di Toronto di Frank Colantonio,
considerato da un critico importante come Emilio Franzina, in un recente
convegno sulla cultura degli italiani in Nord America, uníautobiografia molto
densa di materiali documentari sulla situazione sociale dellíOntario nel corso
degli Anni Sessanta. In campo saggistico, altri importanti contributi sono: Parole
erranti ñ Letteratura, emigrazione, interculturalitý, di Carmine Chiellino, che apre una
visuale indedita sulla letteratura díemigrazione in uno dei luoghi pi˜ vicini e
scientificamente pi˜ lontani come la Germania; Il lavoro italiano nelle
colonie di
Daniela Serio, uno dei pochi studi che si Ë cimentato con il fenomeno
dellíîemigrazione colonialeî.
Sul
piano delle testimonianze letterarie di autori di prima, seconda e terza generazione
di origine italiana, nella collana RETI sono comparsi di recente: Familia ñ
Memoria di emigrazione di Giose Rimanelli, lo scrittore italiano che vive da
trentíanni negli USA; La passione di Fabrizio di Antonio DíAlfonso; Riti di
infertilitý di
Mary Melfi; Impala di Carole Fioramore David; Gioco díamore/Amore del gioco di Giose Rimanelli. In queste
prove, da diversi angoli visuali e sulla base di diverse esperienze viene
descritto il percorso umano intellettuale che le diverse generazioni hanno
compiuto dalla coesione e dal tradizionalismo della mentalitý delle little
Italy alla
modernitý ed allíintegrazione nelle nuove realtý sociali e culturali.
Completano
i titoli delle collane (ìQuaderni sullíemigrazioneî, ìRetiî, ìMemorialiî)
numerosi studi sullíincidenza che líemigrazione ha avuto sulle comunitý locali
e sulla formazione di ìcomunitý allargateî, che hanno saputo coniugare il
difficile rapporto tra il locale ed il globale.
Norberto
Lombardi